venerdì, Novembre 22, 2024
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Chiesa di San Giorgio in Gogna a Vicenza: un storia tribolata dall’epoca romana ad oggi

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La Chiesa di San Giorgio in Gogna a Vicenza ha una storia molto tribolata. Sulle verdi pendici dei colli berici, su un piccolo poggio di fronte al fiume Retrone, sembra che già in epoca romana esistesse un tempietto dedicato alla dea Diana Cacciatrice, sostituito poi da una cappella cristiana. Fu forse opera dei longobardi, nel VII secolo, la costruzione della chiesa con le misure attuali.

Per una data certa bisogna arrivare al 983 quando il vescovo Rodolfo con un “privilegio” assegnava il “vantium Sancti Georgi cum capella”, cioè la chiesa e il terreno circostante ai benedettini, purché si impegnassero a risanare la zona paludosa vicina a fiume.

Nel 1259, durante l’ennesima epidemia di peste, fu trasformato in lazzaretto e tale rimase fino al 1630. Nel 1799 con la prima occupazione austroungarica, la chiesa fu trasformata in prigione dove vi venivano portati i condannati da avviare all’esecuzione capitale. I condannati, uscendo da Porta Lupia si avviavano alla gogna per scontare la loro pena, da questo il nome della zona “Gogna”.

Divenne poi magazzino comunale e infine, nei primi del 900, un canile. Per la sua vicinanza alla stazione ferroviaria, durante la Seconda guerra mondiale fu bombardata e gravemente danneggiata; si salvò solamente l’abside.

Con i materiali recuperati, un attento e prezioso restauro, sia nel 1949 come nel 2011, riportò la struttura alla sua severa originalità medioevale. La chiesa si presenta con pianta rettangolare a unica navata con facciata in pietra e cotto. Interno con soffitto a travi a vista; abside semicircolare all’interno e poligonale all’esterno, riconducibile a modelli ravennati.

L’interno è spoglio, con resti lapidei di epoca romana e medioevale; l’altare è in realtà una vera da pozzo con posata sopra la tavola mensa. Nella parete interna della controfacciata si può ammirare la bella pala del 1617, opera del figlio di Alessandro Maganza, Gianbattista Maganza il giovane, 1577-1617, con l’apparizione della Madonna a Vincenza Pasini infierendo la peste a Vicenza tra il 1425 1428.

Sullo sfondo si può vedere il vecchio lazzaretto, all’epoca ancore presente e il campo marzo con le sue baracche di legno dove venivano alloggiati gli appestati, i carri dei monatti, i falò delle masserizie infette e i corpi dei defunti e dei moribondi. Prima di essere trasferita a San Giorgio in Gogna, la pala stava nella canonica di Cereda ma fu inizialmente realizzata per il convento di Ognissanti, vicina alla chiesa di Santa Caterina, dove la Pasini era sepolta.

Di Adriano Bevilacqua da Vicenza In Centro (Febbraio 2023)

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