sabato, Aprile 20, 2024
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Villa Loschi Zileri Dal Verme a Monteviale: edificio di valore artistico e architettonico

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Ai piedi del colle di Monteviale sorge la splendida Villa Loschi Zileri con il suo complesso di portici e barchesse. Fatta erigere da Nicolò Loschi, l’edificio trae la sua origine da un nucleo assai più antico: il perno della villa è la sua elegante facciata tripartita che presenta un imponente stemma gentilizio.

Al piano terra si può ammirare la cosiddetta “grotta delle conchiglie” voluta da Alfonso Loschi nel 1665. La singolare struttura, che ricorda vagamente la grotta della Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova), ha la particolarità di essere in comunicazione con un anfratto naturale del colle. Poi si passa allo splendido ed aereo scalone che immette direttamente al piano nobile della villa dove trionfa la luce tersa e abbagliante grazie soprattutto alle superfici chiarissime che dominano sia all’interno che all’esterno dell’edificio.

Se la grotta decorata con delle vere e proprie conchiglie e con affreschi che raffigurano paesaggi ci affascina e ci stupisce, nondimeno ci appare straordinaria la visione delle magnifiche pitture ad affresco realizzate dal più grande pittore italiano del ‘700 Giambattista Tiepolo (1696- 1770).

Il ciclo di affreschi costituisce la prima fatica artistica di Tiepolo nel territorio vicentino, molti anni prima di realizzare i più famosi affreschi di Villa Valmarana ai nani in collaborazione con il figlio Giandomenico (1757). Le pitture del Tiepolo, che ornano sia lo scalone d’onore che il salone delle feste, rivelano un interessantissimo programma iconografico tratto dall’Iconologia di Cesare Ripa del 1611 a partire dall’allegoria del Tempo che scopre la verità e scaccia l’invidia nel soffitto dello scalone.

Nelle pareti dello scalone dominano invece l’Innocenza che scaccia l’inganno da una parte e l’Operosità che trionfa sulla pigrizia dall’altra; ai lati dello scalone, in basso, il pittore realizza i due affreschi monocromi raffiguranti il Merito e la Nobiltà.

Passiamo al grande e luminoso salone d’onore che occupa due livelli con delle grandi finestre balaustrate in alto: racchiusi da delicati cornici in stucco, troviamo nel soffitto gli affreschi raffiguranti la Fortezza, Temperanza, Giustizia, Verità e al centro la Fama che annuncia il trionfo della gloria fra le virtù cardinali; nelle pareti della sala abbiamo la Concordia maritale, la Liberalità dispensa i doni, l’Umiltà che scaccia la superbia e infine la Virtù che incorona l’onore.

Gli affreschi, realizzati in appena tre mesi di lavoro nel 1734, segnano il passaggio dalla fase più giovanile del pittore permeata di influssi piazzetteschi (pittura dei tenebrosi), a quella più felicemente classica e ricca di stimoli provenienti dalla lezione di Paolo Veronese, grande genio del Rinascimento veneto.

Di Francesco Caracciolo da Vicenza In Centro (Marzo 2023)

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