martedì, Dicembre 23, 2025
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Brignone “Milano-Cortina? Ci proverò fino in fondo. Il primo obiettivo era tornare a camminare”

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TRENTO (ITALPRESS) – “In questo momento sto ancora facendo della riabilitazione, è un momento riabilitativo e di ricostruzione della mobilità. Sto cercando di rieducare il mio corpo a fare tutti i movimenti che sapeva fare prima e di riatletizzarlo, ricostruendo la parte muscolare”. Così Federica Brignone, attualmente ai box per un infortunio, ai microfoni del Festival dello Sport. “Non sono ancora nella parte di atletica pura, sto ancora reinsegnando al mio corpo a fare certe cose, che per il momento sono ancora complesse. Mi sono spazientita perché ho dolore nel fare certi movimenti – confessa la valdostana – Se io sto bene, ci metto davvero poco a fare tutto bene col fisico che mi sono costruita negli anni, ma il problema è quando c’è il dolore e il corpo si ribella, bloccandoti. Lì mi sono spazientita, parecchio”. La Brignone spiega poi le sue sensazioni: “Cosa ho scoperto su di me in questi mesi? Niente. Mi conoscevo abbastanza bene e, sinceramente, ne avrei fatto volentieri a meno. Ho scoperto che mi piace fare sport, ma non era una scoperta (ride, ndr). Ho passato tutta l’estate dentro al J-Medical, ho fatto solo riabilitazione e mi sono giusto presa una settimana in Sardegna, dove comunque mi sono portata un fisioterapista. Ho fatto sei mesi all’insegna della cura, senza fare altro”.

“Il primo step per me è sempre stato quello di tornare a camminare normalmente. Non era scontato tornare a camminare dritta, faticavo a piegare la gamba. Ho avuto fortuna, ho avuto una Federazione che mi ha consentito subito di operarmi e mi ha trasportato in elicottero, consentendomi il miglior intervento possibile. Con un infortunio, delle fratture e una situazione del genere nulla è scontato. Non era scontato che io tornassi a correre nella mia vita, quando mi si chiede se ci sarò alle Olimpiadi è la prima cosa che spiego. Tornare a fare la mia vita normale, fuori dallo sport, era il primo obiettivo”, ha aggiunto. “Non mi piace vedere gli incidenti o la gente che si fa male, di base. Quando si guarda incidenti sugli sci, mi fa ancora più specie e non capisco perché devo riguardare il momento in cui mi sono distrutta, mi sembra davvero stupido da fare (ride, ndr). Non sono mai svenuta, sono stato sempre cosciente e mi ricordo tutto quello che è successo. Non pensavo di essermi fatta così male, credevo che per un infortunio del genere si svenisse dal male. Ho visto la gente intorno a me talmente sotto shock, mi sono resa più forte di loro e continuavo a rassicurarli. Dicevo a tutti “andrà tutto bene”, non ho neanche voluto prendere antidolorifici o qualcosa del genere. Mi sono resa conto che qualcosa non andava solo quando mi sono sistemata sul toboga e la gamba era dall’altra parte”.

“Io voglio tornare a fare l’atleta, che sia quest’anno o meno, voglio tornare a farlo. Questa è una sfida difficile e voglio provarci fino in fondo. Se il mio fisico mi permettesse di tornare a fare l’atleta, perché non disputare sia le Olimpiadi che i Mondiali 2027? Mi ero già messa una data di scadenza e avrei voluto smettere nel 2023, ma avrei fatto una cavolata micidiale. Da allora mi sono detta di vivere anno per anno e valutare ogni situazione. Il giorno che mi peserà fare la valigia o mi peserà sciare, oppure sarò senza motivazioni, allora sarà il momento di smettere. Può succedere domani, l’anno prossimo, tra due-tre anni oppure chissà quando. Il giorno che succederà, lo annuncerò”, ha rivelato.

“Quando ho vinto la Coppa del Mondo nel 2020 non me la sono goduta, eravamo chiusi per tre mesi e non ho festeggiato davvero. Quest’anno avevo prenotato il mio viaggio dei sogni andando a surfare e tutto, invece mi sono ritrovata nel letto della Clinica “La Madonnina””, ha aggiunto raccontando le emozioni vissute dopo le due Sfere di Cristallo vinte. “Questa impossibilità di festeggiare è stata la cosa più tosta, ma la controparte è poter raccontare di aver vinto due Coppe del Mondo. Dall’altra parte ovviamente mi dispiace perché avevo trovato un equilibrio e mi esprimevo al 100% tutti i weekend, vivendo una stagione di altissimo livello, e ora riparto da zero. Non sono stata sempre di buonissimo umore durante lo stop, ho patito tanto la non indipendenza quando mi sono resa conto che non potevo abbandonare le stampelle. Lo stesso è successo quando mi sono operata la seconda volta, è stata quasi una sconfitta personale il fatto di non essere riuscita a guarire senza un secondo intervento”. Le due stagioni durante la pandemia sono state molto difficili per la valdostana che, svela il fratello Davide, ha pensato anche di ritirarsi nel 2021: “Il periodo durante il Covid è stato molto difficile, ero chiusa nell’hotel e non riuscivo a frequentare nessuno. Potevo vedere solo mio fratello o il mio team, vivevo solo per il risultato e non è stato semplice”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Sisto “Lavorariamo per migliorare la vita delle comunità isolane”

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LIPARI (MESSINA) (ITALPRESS) – “Una riflessione importante agli Stati Generali delle Isole Minori. Stiamo facendo tante cose, stiamo cercando di aiutare la comunità isolana a riunirsi al continente in maniera sempre più efficace e costante. Certo, ci sono dei problemi, inutile nasconderlo, dobbiamo lavorare insieme. Non è solo un discorso trasportistico, ma di vivere l’isola come un cittadino del continente”. Così Luca Sisto, direttore generale Confitarma, a margine degli Stati Generali delle Isole Minori Marine a Lipari.

xa9/fsc/mca1

Crosetto “L’Europa sia unita perché possiamo costruire ancora un futuro di pace”

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ROMA (ITALPRESS) – “Un piacere poter parlare non di emergenze, non di guerre ma, finalmente, anche di speranza. Perché la speranza non nasce da sola: va coltivata, difesa, curata ogni giorno. Ogni volta che si prospetta una tregua alla violenza e si apre un varco umanitario, come quello di Rafah, si riaccende una possibilità di vita, di dialogo, di pace. E in questo percorso l’Italia c’è. Con i suoi Carabinieri, con le sue Forze Armate, con la sua umanità in divisa. Siamo richiesti nel mondo non solo per la nostra professionalità, ma per la nostra umanità: perché dove altri impongono la forza, noi tendiamo la mano. È un patrimonio che non appartiene a un governo, ma a un popolo. Viviamo tempi in cui la sicurezza, la tecnologia, la difesa tornano centrali. Non per paura, ma per responsabilità: perché la pace si protegge solo se si è capaci di difenderla. E allora serve un’Europa che superi i propri egoismi, che torni a essere comunità, che unisca le forze nella ricerca, nella difesa, nella visione. Perché da soli siamo piccoli. Insieme, possiamo ancora costruire il futuro di pace”. Così il Ministro della Difesa Guido Crosetto a Modena in occasione dell’evento S.E.M.I.2025 sul tema “Intelligenza Culturale. Eccellenza italiana e umanesimo tecnologico”.

-Foto account X Ministero Difesa-
(ITALPRESS).

Orsini “Occorre evitare che i giovani e le loro imprese vadano all’estero”

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CAPRI (NAPOLI) (ITALPRESS) – “Abbiamo bisogno di dare forza e merito e forza al merito dei giovani, per evitare che i giovani e le imprese dei giovani vadano all’estero. Credo sia tema da trattare anche in legge di bilancio”. Lo ha detto Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, sul palco del 40° convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria. “È un dato drammatico”, ha aggiunto in merito alle 153mila imprese guidate da giovani che negli ultimi dieci anni si sono spostate all’estero o hanno chiuso. Secondo Orsini “è necessario rendere attrattivo il Paese”.

“La ricchezza del Paese non la fai con l’Irpef e le pensioni ma generando lavoro e rendendo il Paese competitivo, quindi mi auguro che siano al centro gli investimenti per l’industria”. Lo ha detto Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, sul palco del 40° convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in riferimento alla manovra.

E sugli scioperi: “Quando vedo tutti questi scioperi, dico: ‘guardate, attenzione’, in un Paese dove c’è poca produttività, non è che facciamo male alle imprese, ma al Paese, alle famiglie. Quindi, attenzione. Penso che oggi serva un atto di responsabilità da parte di tutti. Giusto il diritto alla manifestazione, ma quando alcuni pezzi sfociano in violenza, credo che… Noi non vogliamo il dialogo con la violenza. Siamo quelli del dialogo, per sederci attorno a un tavolo e risolvere il problema. Quando vediamo violenze, credo siano strumentalizzate”.

– foto IPA Agency –

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Novant’anni fa nasceva Pavarotti: la leggenda della lirica

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ROMA (ITALPRESS) – Novanta anni fa (12 ottobre) nasceva a Modena il grande tenore Luciano Pavarotti, leggenda della lirica. Fin da bambino, si innamora della musica e del canto grazie al padre Fernando, fornaio dell’esercito e cantante amatoriale, che gli aveva trasmesso questa passione. Inizialmente non pensa di trasformarla in una professione, tanto da decidere di studiare per diventare insegnante di educazione fisica.

Non lascia, però, lo studio del canto con i maestri Arrigo Pola ed Ettore Campogalliani e, nel 1961, interpreta per la prima volta Rodolfo ne “La Bohème” di Puccini (personaggio che lo porterà a essere conosciuto in tutto il mondo): è un successo straordinario. Basti citare l’esibizione del 1972 (dopo il debutto alla Scala del 1965 e quello a Miami, negli Usa, nella “Lucia di Lammermoor”) alla Metropolitan Opera House di New York con l’opera “La Fille du Régiment”: Pavarotti esegue nove difficilissimi “do” acuti e il pubblico va in delirio, richiamandolo sul palco per ben 17 volte, record tuttora imbattuto. Nel 1990 dà vita, insieme a Josè Carreras e Placido Domingo, a “I Tre Tenori” che si esibiscono alle Terme di Caracalla, con la direzione di Zubin Mehta, in occasione della finale del Campionato del Mondo di calcio a Roma.

Le interpretazioni di “O Sole Mio”, “La vie en rose” e “Memory” sono ancora nell’immaginario collettivo di tutti noi. L’anno dopo, sempre per citare alcuni dei suoi straordinari successi, si esibisce all’Hyde Park di Londra davanti a 250mila persone e, nel 1993, al Central Park di New York, applaudito da mezzo milione di persone, e a Parigi, sotto la Torre Eiffel, davanti a 300mila persone.

Pavarotti ha messo anche il suo talento e la sua fama al servizio della solidarietà: dal 1992 al 2003 si sono svolti a Modena i concerti del “Pavarotti & Friends” che ha visto sul palco i più famosi artisti della scena musicale pop e rock italiana e internazionale impegnati in straordinari duetti con il tenore: da Andrea Bocelli ad Anastacia, da Barry White a Jon Bon Jovi, da Eric Clapton e Bono Vox, da Céline Dion ad Elton John e Sting e, per rimanere nei confini nazionali, da Jovanotti a Lucio Dalla, da Eros Ramazzotti a Laura Pausini, da Renato Zero a Zucchero.

Nel 2007 Pavarotti si ritira nella sua villa di Modena per curare il cancro al pancreas che lo ha colpito e, il 6 settembre di quell’anno, muore. Lascia la moglie Nicoletta Mantovani e la loro figlia Alice (sopravvissuta, nel parto, al gemello Riccardo), e le figlie Lorenza, Cristina e Giuliana nate dal matrimonio con la prima moglie Adua Veroni.

-Foto IPA Agency-
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Festa dell’ottimismo, Funaro “Firenze ha nel dna pace e confronto”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “La festa dell’ottimismo è un momento di confronto importante tra visioni anche contrapposte. Firenze ha nel suo dna l’incontro, anche nei momenti più complessi, lo abbiamo dimostrato in diverse occasioni. Firenze ha la pace, il confronto, l’incontro nelle sue tradizioni”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Sara Funaro, a margine della Festa dell’ottimismo de “Il Foglio”, organizzata nel capoluogo toscano.

eb/fsc/mca1

Zelensky “Con Trump telefonata produttiva, può fermare la guerra”

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – “Ho avuto una telefonata molto positiva e produttiva con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Mi sono congratulato con lui per il suo successo e per l’accordo in Medio Oriente che è riuscito a raggiungere, un risultato straordinario. Se una guerra può essere fermata in una regione, allora sicuramente anche altre guerre possono essere fermate, inclusa quella russa”. Così su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Ho informato il Presidente Trump degli attacchi della Russia al nostro sistema energetico e apprezzo la sua disponibilità a sostenerci – ha aggiunto Zelensky -. Abbiamo discusso delle opportunità per rafforzare la nostra difesa aerea, nonchè degli accordi concreti su cui stiamo lavorando per garantirlo. Ci sono buone opzioni e idee concrete su come rafforzarci davvero”.
“La parte russa deve essere pronta a impegnarsi in una vera diplomazia: questo si può ottenere con la forza. Grazie, Signor Presidente!”, ha concluso Zelensky.

– foto Ipa Agency –
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Bernini “Ho scritto ai rettori, le occupazioni sono troppe e così si viola il diritto allo studio” / Video

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FIRENZE (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando sulla programmazione triennale dei fondi dell’Università, dell’enti di Ricerca e dell’Alta formazione, per evitare che ci siano degli andamenti sinusoidali, vogliamo dare una continuità al finanziamento dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione”. Lo ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a margine della Festa dell’ottimismo de “Il Foglio” a Firenze.

“Le nostre parole chiave sono semplificazione, fondi e inclusività“, ha aggiunto. “Le occupazioni sono troppe: ho scritto una lettera a tutti i rettori dicendo che dobbiamo provvedere a tutto questo, un eccesso di occupazione significa privazione di un diritto fondamentale, che è il diritto allo studio – ha osservato Bernini -. Stiamo ricevendo lettere dagli studenti, dai ricercatori e dai dottorandi richieste di aiuto perchè non riescono più, non potendo accedere alle segreterie, ad avere pagate le loro borse di studio. Siamo al paradosso. All’Università, e ci mancherebbe, si può manifestare liberamente. Ma si deve lavorare, si deve studiare”. 

IL VIDEO

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).