ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio Atlantico della NATO ha dato via libera al “Common Funding Resource Plan” 2026-2030, un piano finanziario quinquennale che stabilisce le risorse comuni necessarie per rafforzare la deterrenza e le capacità operative dell’Alleanza, riflettendo un livello di ambizione in crescita.
Le previsioni per il 2026 destinate al bilancio militare, civile e al programma di investimenti per la sicurezza ammontano complessivamente a 5,3 miliardi di euro. Questo stanziamento punta a garantire le capacità militari centrali della NATO, a sostenere le operazioni e le missioni dell’Alleanza, nonché a finanziare i processi di consultazione, comando e controllo.
Allo stesso tempo, una parte significativa delle risorse è destinata ad attività prioritariamente rivolte all’Ucraina: assistenza per la sicurezza, formazione e sostegno tramite il Centro Congiunto di Analisi, Formazione e Educazione NATO-Ucraina . In sostanza, si punta a consolidare una piattaforma collettiva in grado di rispondere con efficacia alle crisi ibride e convenzionali.
L’approvazione arriva a circa un mese dal vertice NATO de L’Aia, svoltosi il 24-25 giugno scorsi, dove gli Alleati si sono impegnati ad aumentare la spesa collettiva per la difesa fino al 5% del PIL entro il 2035. La decisione rappresenta un vero salto di qualità strategico, dopo che dal 2014 la soglia di riferimento era stata il 2 % del PIL.
Parallelamente, l’Unione Europea ha lanciato il piano “ReArm Europe / Readiness 2030”, concepito per mobilitare fino a 800 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati, strumenti finanziari e strategie bancarie, inclusi prestiti per 150 miliardi con l’iniziativa SAFE, e rafforzamento del ruolo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) . L’obiettivo è rafforzare la competitività dell’industria della difesa europea, contrastare la frammentazione dei mercati e garantire autonomia strategica.
Il piano di finanziamento comune NATO 2026-2030, se considerato nel quadro del vertice de L’Aia e delle iniziative europee, segnala una nuova era di cooperazione – e di responsabilità condivisa – nella gestione della difesa collettiva. Con un’attenzione particolare alla minaccia ibrida proveniente dalla Russia, al sostegno all’Ucraina, e al rafforzamento dei legami transatlantici, la strategia punta a garantire una difesa integrata, robusta e interoperabile.
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