martedì, Dicembre 9, 2025
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Zelensky è a Roma: “Oggi condivideremo un piano di pace rivisto con gli Usa”

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ROMA (ITALPRESS) – L’Ucraina condividerà oggi con gli Stati Uniti un piano di pace rivisto dopo i colloqui a Londra tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader di Francia, Germania e Gran Bretagna. E’ quanto riportano i media internazionali.

Il leader ucraino ha aggiunto che il piano di pace iniziale del presidente Usa, Donald Trump, composto da 28 punti, criticato perchè favoriva la Russia, è stato ridotto a 20 punti. “I punti anti-ucraini sono stati rimossi”, ha precisato Zelensky.

ZELENSKY INCONTRA PAPA LEONE XIV E GIORGIA MELONI

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è a Castel Gandolfo per incontrare nella residenza pontificia Papa Leone XIV. Zelensky nel primo pomeriggio incontrerà la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Zelensky “Oggi condivideremo piano di pace rivisto con Usa”

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ROMA (ITALPRESS) – L’Ucraina condividerà oggi con gli Stati Uniti un piano di pace rivisto dopo i colloqui a Londra tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader di Francia, Germania e Gran Bretagna. E’ quanto riportano i media internazionali.
Il leader ucraino ha aggiunto che il piano di pace iniziale del presidente Usa, Donald Trump, composto da 28 punti, criticato perchè favoriva la Russia, è stato ridotto a 20 punti. “I punti anti-ucraini sono stati rimossi”, ha precisato Zelensky.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Nel 2025 sono stati uccisi 67 giornalisti, quasi la metà sono morti a Gaza

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ROMA (ITALPRESS) – Il giornalismo continua a pagare un prezzo altissimo per il diritto all’informazione: è quanto emerge dal rapporto appena pubblicato da Reporters Without Borders (RSF) che fotografa una situazione drammatica per la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti nel 2025.

Su 67 professionisti dei media uccisi in tutto il mondo, quasi la metà — il 43% — ha trovato la morte in Gaza, colpita dalle azioni dell’esercito israeliano. La denuncia dell’organizzazione internazionale, con sede a Parigi, evidenzia come la guerra in corso nella Striscia stia producendo un bilancio umano devastante anche per chi documenta con il proprio lavoro le conseguenze del conflitto.

Secondo il rapporto, almeno 53 delle vittime appartengono a quelle che RSF definisce “pratiche criminali da parte di gruppi militari e organizzazioni criminali”. A ciò si aggiunge un dato agghiacciante: circa 220 giornalisti sarebbero stati uccisi dalle forze israeliane dal 2023, 65 dei quali presi di mira direttamente per il loro mestiere o mentre svolgevano il loro lavoro. Numeri che confermano come l’esposizione al pericolo sia diventata sistematica per i professionisti dell’informazione nella zona.

Il rapporto non si limita alla dimensione tragica degli omicidi: secondo RSF, Israele figura anche come la seconda nazione al mondo per numero di detenuti fra i giornalisti stranieri, con 20 reporter incarcerati nel 2025, oltre ai 16 già arrestati negli anni precedenti nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata.

Fuori dal contesto mediorientale, il report denuncia l’estrema pericolosità del lavoro di cronista anche in paesi apparentemente distanti dal teatro di guerra. Il Messico è indicato come il secondo Stato più pericoloso al mondo per la stampa libera, con 9 giornalisti uccisi nel 2025; la Cina, invece, ospiterebbe la più grande prigione di giornalisti al mondo, con 121 reporter dietro le sbarre. RSF sottolinea come, in generale, i giornalisti corrono i maggiori rischi nei loro paesi d’origine: quasi tutti coloro che sono stati uccisi lo sono stati mentre svolgevano il loro lavoro a casa, tranne due casi.

Il rapporto denuncia inoltre casi egiziani di gravi violazioni dei diritti umani in corso di conflitto: in Sudan, ad esempio, le forze paramilitari hanno ucciso 4 giornalisti nel 2025, di cui due rapiti.

In Siria, rimangono ancora 37 cronisti dispersi fra prigionia del regime e sequestri da parte di gruppi come lo Stato Islamico. L’analisi di RSF offre un quadro preoccupante, che mette in allarme le istituzioni internazionali, le ong per la libertà di stampa e i governi nazionali: la protezione dei giornalisti in zone di guerra o in Paesi con forte repressione resta una priorità urgente.

Il rapporto giunge in un contesto di crescente conflittualità globale, che vede la guerra in Medio Oriente, lo scontro tra forze militari e milizie, e la repressione dei diritti civili come fenomeni interconnessi.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

Urso “Governo italiano ha garantito stabilità e credibilità, siamo un modello”

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MILANO (ITALPRESS) – Tra guerre vere e commerciali, dazi, crisi industriali e caccia alle materie prime, il mondo è un mare in tempesta. Ma l’Italia ha la forza per affrontare le onde della fine della globalizzazione. Ne è convinto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato da MF-Milano Finanza e Class Cnbc in occasione dell’evento Expert Talk.

“Siamo stati tra i protagonisti del regolamento europeo sulle materie prime critiche e abbiamo approvato un decreto legge che crea in Italia un contesto favorevole all’estrazione, alla lavorazione e al riciclo – dichiara Urso -. Con il Ministero dell’Ambiente abbiamo aggiornato la mappa: disponiamo di 16 delle 34 materie prime critiche individuate dall’Ue. Abbiamo assistito le imprese nei bandi europei: quattro progetti italiani sono stati riconosciuti strategici, tutti sul riciclo. E abbiamo già detto alla Commissione che l’Italia si candida a ospitare un deposito europeo di stoccaggio, grazie alla nostra collocazione geografica che ci consente di rifornire con facilità l’intero continente”.

Urso ritiene che ci sia la possibilità che l’Italia ottenga questo deposito, “perchè sarebbe nell’interesse dell’intera Europa”. Per quanto riguarda la candidatura italiana per la gigafactory europea sull’intelligenza artificiale “La Commissione – spiega – ha ricevuto 77 proposte, ma noi, a differenza degli altri Paesi, abbiamo saputo fare sistema e presentare un unico consorzio. E’ composto dalle grandi imprese a controllo pubblico, Leonardo ed Eni, ed è molto competitivo. Sono convinto che nella prossima primavera una delle cinque gigafactory sarà assegnata all’Italia”.

“Abbiamo già data center, un piano sul calcolo quantistico, tre dei più grandi supercalcolatori d’Europa e università all’avanguardia, anche al Sud. Tutto questo mostra che stiamo costruendo un’Italia assertiva, a vantaggio delle imprese, dei cittadini e dell’Europa”, aggiunge Urso, che alla domanda se sono state individuate le zone dove realizzare la gigafactory e questo hub per le materie prime risponde: “Sì, il gruppo di imprese ha individuato alcune aree. E’ un progetto polivalente e policentrico. Ma non posso dire altro perchè è in corso il confronto con la Commissione”.

Per quanto riguarda i dazi americani l’Italia sta reagendo “meglio del previsto e meglio di altri. Perchè i consumatori americani non vogliono rinunciare alla qualità del made in Italy e perchè le nostre imprese sono resilienti. Bisognerà vedere i dati definitivi a fine anno, però il pericolo vero non sono i dazi diretti, che in media valgono il 15%”.

“Il problema – aggiunge – è l’effetto indiretto: se i prodotti asiatici non entrano negli Stati Uniti per via dei dazi più alti, la sovrapproduzione si dirige verso il mercato europeo, il più aperto e il più ricco. E’ come un maremoto: la scossa avviene altrove, ma l’onda arriva da noi. Per questo abbiamo chiesto che il raddoppio dei dazi e il dimezzamento delle quote sull’acciaio cinese, già annunciate dal commissario Sèjournè, entrino in vigore subito”.

Noi, intanto “stiamo contrastando fenomeni di contraffazione e concorrenza sleale. Pensiamo all’ultra fast fashion che ha portato lo scorso anno 12 milioni di pacchi al giorno in Europa senza alcun controllo, perchè sotto la soglia dei 150 euro. Spesso contengono prodotti spacciati come italiani e non sostenibili dal punto di vista ambientale. Abbiamo chiesto che il dazio su questi pacchi entri subito in vigore, non tra tre anni, perchè permetterebbe almeno il controllo alle dogane”.

“Se Bruxelles non anticipasse la misura “interverremo con una legislazione nazionale, sul tema c’è un dibattito anche in Francia. Potremmo mettere una tassa alla consegna dei pacchi provenienti da fuori Europa. E abbiamo già previsto la responsabilizzazione delle piattaforme digitali: se il prodotto non corrisponde alla realtà, i costi non possono ricadere sulle nostre imprese”.

“Oggi l’Italia – sottolinea Urso – ha un ruolo da protagonista. Lo spread è passato da 242 a meno di 70 e la nostra credibilità ci permette di essere decisivi nelle riforme europee. Con la Germania siamo riusciti a far anticipare la revisione delle norme sull’automotive. Ora chiediamo una revisione radicale: neutralità tecnologica, riconoscimento pieno dell’ibrido, utilizzo dei biocarburanti e superamento della soglia del 2035, pur mantenendo fermo l’obiettivo finale. Dobbiamo arrivare al futuro, che sarà prevalentemente elettrico, con le fabbriche europee ancora in funzione”.

Alla domanda se il rapporto con Stellantis è migliorato, risponde: “Sì. C’è una nuova governance, più consapevole della realtà italiana. Stellantis oggi esprime posizioni pragmatiche e responsabili, in linea con quelle italiane e con Acea. La presentazione della 500 ibrida a Mirafiori, con nuove assunzioni, è un segnale importante”.

In merito all‘ex Ilva, alla domanda se la nazionalizzazione è un’ipotesi sul tavolo, risponde: “Dal punto di vista costituzionale no. Lo Stato può intervenire solo in casi molto precisi che qui non ricorrono. Ma può entrare nella gara, ove necessario, per garantire continuità produttiva, occupazione e decarbonizzazione”. “L’eredità è pesante: i commissari hanno stimato in quasi 5 miliardi il danno arrecato da ArcelorMittal. Però, come abbiamo fatto a Terni e a Piombino, sono convinto che, con la collaborazione di tutti, si possa trovare una soluzione che garantisca produzione e occupazione”.

“L’economia italiana – ricorda Urso – è legata alla Germania, che è in recessione da quasi tre anni. Nonostante questo l’Italia è andata avanti. E ci sono segnali positivi: investimenti fissi lordi in crescita, fatturato industriale in aumento, indice delle Pmi tornato sopra la soglia espansiva. Ma dobbiamo completare le riforme della politica industriale europea”. Ed il fattore demografico “pesa molto. L’Italia è un Paese sempre più anziano e con una popolazione che non cresce. Serve tempo per invertire la rotta, ma il governo ha già avviato politiche per sostenere la natalità”.

Guardando al settore della difesa, “Leonardo opera su terra, aria, spazio e cyber, Fincantieri sulla parte navale e nei sommergibili. Questo produce ottimi frutti e consente una regia efficace tra i ministeri”. Ed alla domanda su qual è lo stato di salute dell’industria italiana, risponde: “Abbiamo fatto trasparenza sui tavoli di crisi: erano 55, oggi sono 38. Ne abbiamo risolti molti mantenendo attivi gli stabilimenti. La linea è realismo, responsabilità, lavoro di squadra. Il mondo è in tempesta, ma il governo italiano ha garantito stabilità, affidabilità e credibilità. Ed è per questo che stiamo diventando un modello per gli altri”.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Urso “Governo italiano ha garantito stabilità e credibilità, siamo un modello”

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MILANO (ITALPRESS) – Tra guerre vere e commerciali, dazi, crisi industriali e caccia alle materie prime, il mondo è un mare in tempesta. Ma l’Italia ha la forza per affrontare le onde della fine della globalizzazione. Ne è convinto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato da MF-Milano Finanza e Class Cnbc in occasione dell’evento Expert Talk.
“Siamo stati tra i protagonisti del regolamento europeo sulle materie prime critiche e abbiamo approvato un decreto legge che crea in Italia un contesto favorevole all’estrazione, alla lavorazione e al riciclo – dichiara Urso -. Con il Ministero dell’Ambiente abbiamo aggiornato la mappa: disponiamo di 16 delle 34 materie prime critiche individuate dall’Ue. Abbiamo assistito le imprese nei bandi europei: quattro progetti italiani sono stati riconosciuti strategici, tutti sul riciclo. E abbiamo già detto alla Commissione che l’Italia si candida a ospitare un deposito europeo di stoccaggio, grazie alla nostra collocazione geografica che ci consente di rifornire con facilità l’intero continente”. Urso ritiene che ci sia la possibilità che l’Italia ottenga questo deposito, “perchè sarebbe nell’interesse dell’intera Europa”. Per quanto riguarda la candidatura italiana per la gigafactory europea sull’intelligenza artificiale “La Commissione – spiega – ha ricevuto 77 proposte, ma noi, a differenza degli altri Paesi, abbiamo saputo fare sistema e presentare un unico consorzio. E’ composto dalle grandi imprese a controllo pubblico, Leonardo ed Eni, ed è molto competitivo. Sono convinto che nella prossima primavera una delle cinque gigafactory sarà assegnata all’Italia”. “Abbiamo già data center, un piano sul calcolo quantistico, tre dei più grandi supercalcolatori d’Europa e università all’avanguardia, anche al Sud. Tutto questo mostra che stiamo costruendo un’Italia assertiva, a vantaggio delle imprese, dei cittadini e dell’Europa”, aggiunge Urso, che alla domanda se sono state individuate le zone dove realizzare la gigafactory e questo hub per le materie prime risponde: “Sì, il gruppo di imprese ha individuato alcune aree. E’ un progetto polivalente e policentrico. Ma non posso dire altro perchè è in corso il confronto con la Commissione”.
Per quanto riguarda i dazi americani l’Italia sta reagendo “meglio del previsto e meglio di altri. Perchè i consumatori americani non vogliono rinunciare alla qualità del made in Italy e perchè le nostre imprese sono resilienti. Bisognerà vedere i dati definitivi a fine anno, però il pericolo vero non sono i dazi diretti, che in media valgono il 15%”. “Il problema – aggiunge – è l’effetto indiretto: se i prodotti asiatici non entrano negli Stati Uniti per via dei dazi più alti, la sovrapproduzione si dirige verso il mercato europeo, il più aperto e il più ricco. E’ come un maremoto: la scossa avviene altrove, ma l’onda arriva da noi. Per questo abbiamo chiesto che il raddoppio dei dazi e il dimezzamento delle quote sull’acciaio cinese, già annunciate dal commissario Sèjournè, entrino in vigore subito”. Noi, intanto “stiamo contrastando fenomeni di contraffazione e concorrenza sleale. Pensiamo all’ultra fast fashion che ha portato lo scorso anno 12 milioni di pacchi al giorno in Europa senza alcun controllo, perchè sotto la soglia dei 150 euro. Spesso contengono prodotti spacciati come italiani e non sostenibili dal punto di vista ambientale. Abbiamo chiesto che il dazio su questi pacchi entri subito in vigore, non tra tre anni, perchè permetterebbe almeno il controllo alle dogane”. “Se Bruxelles non anticipasse la misura “interverremo con una legislazione nazionale, sul tema c’è un dibattito anche in Francia. Potremmo mettere una tassa alla consegna dei pacchi provenienti da fuori Europa. E abbiamo già previsto la responsabilizzazione delle piattaforme digitali: se il prodotto non corrisponde alla realtà, i costi non possono ricadere sulle nostre imprese”.
“Oggi l’Italia – sottolinea Urso – ha un ruolo da protagonista. Lo spread è passato da 242 a meno di 70 e la nostra credibilità ci permette di essere decisivi nelle riforme europee. Con la Germania siamo riusciti a far anticipare la revisione delle norme sull’automotive. Ora chiediamo una revisione radicale: neutralità tecnologica, riconoscimento pieno dell’ibrido, utilizzo dei biocarburanti e superamento della soglia del 2035, pur mantenendo fermo l’obiettivo finale. Dobbiamo arrivare al futuro, che sarà prevalentemente elettrico, con le fabbriche europee ancora in funzione”. Alla domanda se il rapporto con Stellantis è migliorato, risponde: “Sì. C’è una nuova governance, più consapevole della realtà italiana. Stellantis oggi esprime posizioni pragmatiche e responsabili, in linea con quelle italiane e con Acea. La presentazione della 500 ibrida a Mirafiori, con nuove assunzioni, è un segnale importante”.
In merito all’ex Ilva, alla domanda se la nazionalizzazione è un’ipotesi sul tavolo, risponde: “Dal punto di vista costituzionale no. Lo Stato può intervenire solo in casi molto precisi che qui non ricorrono. Ma può entrare nella gara, ove necessario, per garantire continuità produttiva, occupazione e decarbonizzazione”. “L’eredità è pesante: i commissari hanno stimato in quasi 5 miliardi il danno arrecato da ArcelorMittal. Però, come abbiamo fatto a Terni e a Piombino, sono convinto che, con la collaborazione di tutti, si possa trovare una soluzione che garantisca produzione e occupazione”.
“L’economia italiana – ricorda Urso – è legata alla Germania, che è in recessione da quasi tre anni. Nonostante questo l’Italia è andata avanti. E ci sono segnali positivi: investimenti fissi lordi in crescita, fatturato industriale in aumento, indice delle Pmi tornato sopra la soglia espansiva. Ma dobbiamo completare le riforme della politica industriale europea”. Ed il fattore demografico “pesa molto. L’Italia è un Paese sempre più anziano e con una popolazione che non cresce. Serve tempo per invertire la rotta, ma il governo ha già avviato politiche per sostenere la natalità”.
Guardando al settore della difesa, “Leonardo opera su terra, aria, spazio e cyber, Fincantieri sulla parte navale e nei sommergibili. Questo produce ottimi frutti e consente una regia efficace tra i ministeri”. Ed alla domanda su qual è lo stato di salute dell’industria italiana, risponde: “Abbiamo fatto trasparenza sui tavoli di crisi: erano 55, oggi sono 38. Ne abbiamo risolti molti mantenendo attivi gli stabilimenti. La linea è realismo, responsabilità, lavoro di squadra. Il mondo è in tempesta, ma il governo italiano ha garantito stabilità, affidabilità e credibilità. Ed è per questo che stiamo diventando un modello per gli altri”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Resta alta la tensione tra Cambogia e Thailandia, scontri e morti al confine

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ROMA (ITALPRESS) – Ancora alta la tensione tra Cambogia e Thailandia, dove da due giorni sono riprese le ostilità lungo i confini.
Uccisi sei civili cambogiani in una provincia di confine e tre soldati tailandesi, con scambi di accuse su quali dei due paesi abbia violato il cessate il fuoco mediato dal presidente Usa Donald Trump e siglato a ottobre.
Cambogia e Thailandia confinano per 800 chilometri. Lungo il confine, diversi templi nelle aree contese.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

In uscita film su percorso di sviluppo della contea più elevata della Cina

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LHASA (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – Un film che racconta il percorso di sviluppo di Tsonyi, la contea ad altitudine più elevata della Cina nella regione autonoma dello Xizang, uscirà nelle sale di tutto il Paese il 16 dicembre.

Prodotto quest’anno per celebrare il 60esimo anniversario della regione autonoma, il film, intitolato “Puruo Gangri”, è presentato congiuntamente dai dipartimenti dell’Informazione dello Xizang, della provincia dello Zhejiang e della città di Nagqu, sotto la cui giurisdizione si trova la contea di Tsonyi. Il titolo si riferisce al ghiacciaio Purog Kangri della contea, il più spesso dell’altopiano Qinghai-Tibet.

Con un’altitudine media superiore ai 5.000 metri, la contea copre quasi 120.000 chilometri quadrati all’interno della Riserva Naturale Nazionale di Changtang. L’area dispone di appena il 40% dell’ossigeno presente al livello del mare. L’inverno può durare fino a 10 mesi, con temperature che scendono fino a -40°C.

Attraverso la storia della giovane studentessa universitaria Tong Xiaofan e dei pastori locali, il film ripercorre la trasformazione della contea dalla sua fondazione fino a un recente programma di ricollocazione ecologica, un’iniziativa mirata a migliorare le condizioni di vita delle persone e a proteggere il fragile ecosistema locale.

La troupe ha girato per 62 giorni a quote superiori ai 5.000 metri, raggiungendo un punto massimo di ripresa a 5.800 metri.

“Abbiamo superato enormi difficoltà. Questa ripresa è stata una sfida estrema”, ha dichiarato Cai Yu, co-regista del film, aggiungendo che molti membri della squadra hanno sofferto di mal di montagna durante la produzione.

Una scena notevole mostra l’attore Ngawang Rinqen tuffarsi in un fiume ghiacciato per salvare uno yak dall’annegamento. Con temperature che scendevano a -27 °C a 5.300 metri di altitudine, i capelli si congelavano in pochi secondi dopo l’emersione dall’acqua.

“Per quella scena, ho trascorso in totale oltre 40 minuti immerso nel fiume gelido”, ha raccontato l’attore tibetano. “Come attore professionista, volevo rappresentare lo stato reale dei personaggi originali”.

Il film si basa sulle esperienze di funzionari e pastori locali. Una delle figure originali, l’ufficiale di base Sangda Tsomo, ha espresso gratitudine alla troupe per aver portato la storia di Tsonyi sul grande schermo.

“La contea di Tsonyi è stata la mia casa per 15 anni. Quei bagliori di speranza provenienti dalla ‘terra di nessuno’ meritano di essere ricordati”, ha affermato l’uomo.

(ITALPRESS).

Pirelli svela le gomme del 2026: nuovo design e mescole per il nuovo regolamento tecnico

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MILANO (ITALPRESS) – La nuova gamma di pneumatici Pirelli, che verrà utilizzata nella stagione 2026 di Formula 1, è stata presentata questa mattina al Yas Marina Circuit di Abu Dhabi, dove è in corso una giornata di test collettivi organizzata dall’azienda milanese.

La grafica dei fianchi delle gomme è stata rinnovata. Le classiche parentesi che, dal rientro di Pirelli nella massima categoria come fornitore esclusivo nel 2011, hanno accompagnato le passate quattordici stagioni, sono state rivisitate incorporando il motivo della bandiera a scacchi.

I prodotti Formula 1 sono ora graficamente distinti da qualsiasi altro pneumatico stradale o da competizione di Pirelli, pur mantenendo il richiamo a una storica rappresentazione visiva che è ormai un segno distintivo dell’azienda dalla P lunga. Rimangono invariati i colori che identificano la durezza delle mescole utilizzate nel fine settimana di gara.

Bianco, giallo e rosso continueranno a essere i riferimenti visivi rispettivamente per Hard, Medium e Soft, mentre verde e blu contraddistingueranno le gomme da bagnato Intermedie e Full Wet.La gamma da asciutto P Zero del 2026 è composta da cinque mescole, dalla C1 (la più dura) alla C5 (la più morbida), e mantiene un posizionamento in termini di prestazioni simile a quello attuale, ma con differenze più ampie e omogenee tra le varie opzioni per favorire le strategie di gara. Il disegno del battistrada di Intermediate e Full Wet resta identico.

Le dimensioni dei pneumatici sono minori per adattarsi alle vetture progettate secondo il nuovo regolamento tecnico. Il diametro del cerchio è di 18 pollici ma la larghezza del battistrada è ridotta di 25 mm per le anteriori e di 30 mm per le posteriori. Il diametro totale della gomma è inferiore di 15 mm per le anteriori e di 10 mm per le posteriori.

Le gomme 2026 vengono testate oggi in pista con mule car guidate da uno o entrambi i piloti ufficiali di ciascuna scuderia. La gamma di mescole sarà ufficialmente omologata il prossimo 15 dicembre, come previsto dal regolamento tecnico.

La prima sessione in cui verrà impiegata con le nuove monoposto sarà nei test di Barcellona, dal 26 al 30 gennaio, ma i nuovi pneumatici saranno anche visibili in tutte le presentazioni delle vetture 2026 che le squadre annunceranno nelle prossime settimane.

-Foto ufficio stampa Pirelli-
(ITALPRESS).

Cina: MOC, accolti con favore più investimenti automobilistici europei

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PECHINO (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – La Cina accoglie con favore i produttori europei di auto affinché continuino a investire nel Paese e a collaborare con i partner cinesi per promuovere la transizione verde e intelligente dell’industria automobilistica, ha dichiarato il vice ministro cinese del Commercio Ling Ji.

Ling ha formulato queste osservazioni durante due recenti video-incontri, il primo con Hildegard Müller, presidente dell’Associazione dell’Industria Automobilistica Tedesca (VDA), e il secondo con Ola Källenius, presidente dell’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili (ACEA) e presidente del consiglio di amministrazione del Mercedes-Benz Group AG, ha riferito il ministero in una dichiarazione online lunedì.

Sottolineando che le industrie automobilistiche cinese ed europea sono profondamente integrate, Ling ha espresso la speranza che le associazioni automobilistiche tedesche ed europee sfruttino la loro influenza per incoraggiare la Commissione europea a collaborare con la Cina per trovare il prima possibile una soluzione adeguata all’indagine anti-sovvenzioni dell’Unione Europea sui veicoli elettrici.

Müller ha affermato che la cooperazione automobilistica tra Germania e Cina ha portato risultati fruttuosi, secondo la dichiarazione.

Le case automobilistiche tedesche stanno aumentando continuamente i loro investimenti in Cina e approfondendo la cooperazione strategica con partner cinesi, ha aggiunto la presidente, aggiungendo che l’associazione si oppone all’imposizione da parte dell’UE di dazi compensativi sui veicoli elettrici cinesi.

Källenius ha osservato che i produttori europei di auto, tra cui Mercedes-Benz, hanno costantemente intensificato i loro sforzi di localizzazione negli ultimi anni e si sono integrati profondamente nello sviluppo della produzione automobilistica e delle catene di approvvigionamento cinesi.

Il presidente ha espresso la speranza che entrambe le parti adottino un approccio pragmatico per trovare una soluzione nel caso anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici e che rafforzino la cooperazione nelle catene industriali e di approvvigionamento.

(ITALPRESS).

Resta alta la tensione tra Cambogia e Thailandia, scontri e morti al confine

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ROMA (ITALPRESS) – Ancora alta la tensione tra Cambogia e Thailandia, dove da due giorni sono riprese le ostilità lungo i confini. Uccisi sei civili cambogiani in una provincia di confine e tre soldati tailandesi, con scambi di accuse su quali dei due paesi abbia violato il cessate il fuoco mediato dal presidente Usa Donald Trump e siglato a ottobre. Cambogia e Thailandia confinano per 800 chilometri. Lungo il confine, diversi templi nelle aree contese.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).