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La Nazionale di sciabola maschile in collegiale a Bologna con tanti giovani

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Un super campione come chioccia, il quattro volte medagliato olimpico Gigi Samele, in prima linea per mettere tutta la sua esperienza al servizio della Nazionale. Il “nuovo veterano”, capitano della squadra campione del mondo in carica, Luca Curatoli. E poi un gruppo giovanissimo, dall’età media di circa 21 anni, che simboleggia un ricambio generazionale all’insegna della qualità e della prospettiva futura che è già presente, su cui si sta lavorando con forza. È un dato molto significativo quello che emerge dalla convocazione del ct Andrea Terenzio per il ritiro collegiale della sciabola maschile azzurra svolto a Bologna in questa settimana, per concludersi nella giornata di oggi.

Presso le strutture del CUS Bologna, infatti, si è ritrovata per un intenso allenamento collegiale la meglio gioventù della specialità, pronta a rappresentare l’Italia sui palcoscenici più importanti. C’erano Michele Gallo (2001), Pietro Torre (2002) e Matteo Neri (1999), protagonisti – insieme a Luca Curatoli – dello storico titolo iridato del team azzurro conquistato lo scorso luglio a Tbilisi, e con loro Dario Cavaliere (1997), che ha preso parte alla prova individuale dell’ultimo Europeo di Genova.

Poi tre sciabolatori ancora in età Under 23: Edoardo Cantini (2004), Marco Mastrullo (2003) e Cosimo Bertini (2005), quest’ultimo campione del mondo uscente della categoria Under 20. Infine, una pattuglia di cinque atleti tuttora appartenenti alla categoria Giovani: i tre fratelli Edoardo (2006), Valerio (2007) e Leonardo Reale (2008) – laureatosi campione italiano lo scorso giugno a Piacenza con il record d’essere il più giovane “scudettato” della storia della scherma agli Assoluti – insieme a Massimo Sibillo (2007) e Andrea Tribuno (2008).

Una svolta non soltanto dal punto di vista anagrafico, che ha l’obiettivo – dichiarato dal ct Terenzio – di accompagnare i più talentuosi e promettenti profili della sciabola maschile azzurra, già impostisi all’attenzione e pronti ad affermarsi nella stagione che sta per cominciare, lungo un percorso di crescita volto al salto di qualità. Per questo all’allenamento del CUSB hanno preso parte, autorizzati dal ct, anche gli atleti Mattia Rea (2001), Giacomo Mignuzzi (1999), Lupo Veccia Scavalli (2003), Marco Stigliano (2005), Leonardo Dreossi (1997) e Daniele Franciosa (2001).

Nel ritiro di Bologna è arrivata la visita del consigliere federale Marcello Scisciolo, che ha portato i saluti del presidente federale Luigi Mazzone e il ringraziamento al Centro Universitario Sportivo di Bologna per l’efficienza delle strutture, l’ospitalità e per aver messo a disposizione della Nazionale non solo gli impianti, ma anche le proprie professionalità. La sciabola azzurra prosegue così il suo percorso di lavoro in vista del debutto nel circuito di Coppa del Mondo 2025/2026, previsto – sia per il settore maschile che per quello femminile – dal 6 al 9 novembre nella tappa di Algeri.

-Foto ufficio stampa Federscherma-
(ITALPRESS).

Banca del Fucino entra nella Fondazione Bioparco di Roma

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ROMA (ITALPRESS) – Banca del Fucino entra come Fondatore Successivo nella Fondazione Bioparco di Roma, lo storico giardino zoologico della Capitale.
Con la sottoscrizione di quest’accordo Banca del Fucino si unisce al Comune di Roma nella compagine dei fondatori.
La collaborazione nasce con l’obiettivo di sostenere la Fondazione nelle attività di sviluppo e valorizzazione del Bioparco, promuovendo una visione condivisa di tutela ambientale, benessere degli animali ospitati e sensibilizzazione del pubblico.
Banca del Fucino è, in particolare, sostenitore ufficiale della nuova “Area dei Leopardi”, un intervento che prevede il completo rinnovamento dell’attuale spazio per offrire un habitat più naturale e condizioni di maggiore benessere per la specie ospitata.
Sono inoltre in programma giornate speciali promosse con il patrocinio della Banca e dedicate alla conservazione della biodiversità e all’educazione ambientale, oltre a un progetto di adozione simbolica degli animali rivolto ai clienti dell’istituto. Chi aderirà riceverà un certificato digitale personalizzato e aggiornamenti periodici sulle specie adottate, contribuendo in modo concreto alla tutela della fauna.
Con oltre un secolo di storia, il Bioparco di Roma – divenuto Fondazione dotata di personalità giuridica senza scopo di lucro nel 2004 – è oggi un punto di riferimento per la conservazione della biodiversità, impegnato nella protezione delle specie minacciate di estinzione, nella ricerca scientifica e nell’educazione ambientale.
Inaugurato nel 1911 con una visione architettonica innovativa, volta a sostituire le tradizionali recinzioni con fossati e soluzioni paesaggistiche di minore impatto, il Bioparco ospita oggi oltre 150 specie diverse tra mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, su una superficie di circa 17 ettari. Il Bioparco rappresenta anche uno dei contesti botanici più suggestivi della città, con alberi esotici risalenti alla sua apertura originaria.
Di particolare rilievo il rettilario, che si estende su 4.000 metri quadrati distribuiti su tre livelli e che offre un percorso educativo coinvolgente sul tema del commercio illegale di fauna e flora, promuovendo una cultura di rispetto e responsabilità verso la natura.
Il Bioparco di Roma è membro della WAZA (Unione Mondiale Zoo e Acquari), dell’EAZA (Unione Europea Zoo e Acquari) e aderisce all’UIZA (Unione Italiana Giardini Zoologici e Acquari). Inoltre, collabora con istituzioni scientifiche e naturalistiche di tutto il mondo per la salvaguardia delle specie a rischio.
“Con il nostro ingresso nella Fondazione Bioparco di Roma intendiamo sostenere un luogo simbolo per intere generazioni di famiglie romane e rafforzare il nostro impegno e il nostro ruolo attivo nelle iniziative di educazione ambientale e scientifica. Il Bioparco da oltre un secolo avvicina i cittadini alla conoscenza e al rispetto della natura e siamo orgogliosi di farne parte”, ha dichiarato Francesco Maiolini, Amministratore Delegato di Banca del Fucino.
“L’unione fa la forza e siamo onorati di accogliere Banca del Fucino, istituzione di prestigio con una spiccata sensibilità alle tematiche ambientali, come Fondatore Successivo, a sostegno dell’azione del Bioparco come polo di conoscenza e tutela della biodiversità”, ha sottolineato Paola Palanza, Presidente della Fondazione Bioparco di Roma.
– foto credit di Massimo Di Giovanni, archivio Bioparco-
(ITALPRESS).

All’Onu la sfida delle mafie nell’era dei social media

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 di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, mercoledì si è discusso di mafia, social media e intelligenza artificiale. Un tema che sembra uscito da un film distopico e che invece riguarda, come ha ricordato più di un relatore, “la realtà di oggi”. La conferenza internazionale “Crimine organizzato nell’era dei social media”, promossa dalla Fondazione Magna Grecia in collaborazione con la Missione Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, ha riunito magistrati, parlamentari e studiosi italiani per riflettere su come la cultura mafiosa si sia trasformata nell’ecosistema digitale.

La delegazione è stata accolta alla Missione dal Rappresentante Permanente d’Italia all’ONU, Ambasciatore Maurizio Massari, che ha ricordato come “la lotta alle mafie faccia parte del DNA repubblicano italiano” e ha sottolineato che il 15 novembre prossimo, a venticinque anni dalla Convenzione di Palermo, si celebrerà la Giornata internazionale contro la criminalità organizzata transnazionale. Ad aprire i lavori al Palazzo di Vetro è stato il Deputy Permanent Representative d’Italia all’ONU, Ambasciatore Gianluca Greco, che ha definito la digitalizzazione del crimine “una sfida globale che nessun Paese può affrontare da solo”.

Dopo l’introduzione del presidente della Fondazione Nino Foti, che ha insistito sul valore educativo e internazionale della missione, ha preso la parola il professor Marcello Ravveduto dell’Università di Salerno, autore della ricerca presentata nel convegno. Ravveduto ha illustrato la mappa della cosiddetta “mafiosfera”, l’ecosistema digitale dove la mentalità mafiosa si diffonde e si trasforma: “Le mafie usano i social per creare modelli di potere e seduzione. Attraverso musiche, emoji e simboli costruiscono un linguaggio che normalizza la violenza e la rende popolare“.

Il professore ha poi confermato a Italpress che la sua ricerca continuerà in collaborazione con la Fondazione Magna Grecia per sviluppare linee guida di digital intelligence antimafia, “perché serve una risposta culturale e tecnologica insieme”. La presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha portato a New York il suo allarme: “Abbiamo trovato decine di profili TikTok riconducibili a boss detenuti o ai loro familiari. Questi video raccolgono migliaia di like, normalizzano il male e fanno apparire i criminali come eroi”. Colosimo ha spiegato all’Italpress che sta lavorando con la Polizia Penitenziaria per introdurre tecnologie in grado di bloccare i telefoni cellulari nei penitenziari: “Dobbiamo interrompere subito la comunicazione tra i boss e l’esterno. Ogni like è un messaggio di consenso, ogni visualizzazione è ossigeno per le mafie”. Ma la presidente ha anche sottolineato la necessità della contronarrazione digitale: “Quando si cerca ‘antimafia’ su TikTok, i video più visti sono quelli del procuratore Gratteri. Questo dimostra che i giovani vogliono capire, non solo imitare”.

Il momento più atteso è arrivato con l’intervento del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che ha collegato la lotta alle mafie al tema della sovranità tecnologica. “L’intelligenza artificiale oggi è nelle mani di due soggetti americani, Elon Musk e Sam Altman,” ha spiegato. “Gli Stati Uniti hanno il monopolio e possono accedere ai nostri dati per motivi di sicurezza. E se un giorno non fossimo più alleati come oggi, chi avrebbe in mano le nostre comunicazioni, le nostre indagini, la nostra sicurezza?” Intervistato da Italpress dopo il dibattito, Gratteri ha ribadito: “Bisogna far capire al mondo quanto le mafie siano diventate pervasive. Sono ricche, connesse e condizionano la cultura e l’economia. Non possiamo più restare indietro. L’Europa deve costruire la propria intelligenza artificiale e difendersi dal rischio di dipendenza tecnologica”. Ha poi lanciato un messaggio diretto al governo: “È ora di comprare i jammer per impedire l’uso dei cellulari nei penitenziari. Ci penso da dieci anni. Non bastano più le parole”.

Francesco Saverio Romano, presidente della Commissione per la Semplificazione, ha spiegato che “una pubblica amministrazione inefficiente è terreno fertile per l’illegalità”. Romano ha anticipato che la sua Commissione proporrà misure per semplificare i procedimenti e ridurre le aree d’opacità che permettono alle organizzazioni criminali di infiltrarsi “anche nel web e nella gestione dei dati pubblici”.

Il docente Antonio Nicaso, esperto di criminalità organizzata e professore alla Queen’s University del Canada, ha sottolineato che “le mafie non conoscono confini” e ha invitato a “passare dal follow the money al follow the flow: oggi bisogna seguire i flussi digitali oltre a quelli finanziari”. L’appello di Nicaso è stato chiaro: “Alla globalizzazione delle mafie bisogna contrapporre la globalizzazione dell’antimafia”.

Il presidente della Corte dei conti dell’Umbria, Antonello Colosimo, ha invece posto l’accento sull’impatto economico del fenomeno: “L’illegalità digitale corrompe anche la percezione della legalità economica. Quando un impiegato pubblico guadagna mille euro e compra una Mercedes da duecentomila, si radica l’idea che la corruzione non faccia male a nessuno”.

Durante il convegno è intervenuto anche Ronald J. Clark (CEO di Spartan Strategy & Risk Management ed ex Deputy Under Secretary for National Protection al Dipartimento della Sicurezza interna USA), che ha parlato in inglese e ha sottolineato i pericoli legati all’evoluzione delle mafie nel mondo digitale. Clark ha avvertito che le organizzazioni terroristiche apprendono tecniche criminali attraverso i network del crimine e che il web rende assai più difficile la scoperta di reati finanziari: “Rubare in banca con una pistola comporta circa il 60% di rischio di arresto, mentre frodi e furti online hanno solo il 2% di probabilità di essere scoperti”. 

-Foto ufficio stampa Fondazione Magna Grecia-
(ITALPRESS).

Mafie nell’era digitale, all’Onu Rapporto Fondazione Magna Grecia

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NEW YORK (ITALPRESS) – Il volto della criminalità organizzata è in continua evoluzione e le mafie contemporanee hanno abbracciato l’era digitale trasformando radicalmente le proprie strategie comunicative e di reclutamento grazie alle piattaforme social. Per questo motivo la Fondazione Magna Grecia ha sentito l’urgenza di proseguire la sua indagine scientifica in questo campo tramite un secondo Studio che, a due anni dal primo, prevede un focus specifico sull’uso di TikTok da parte delle mafie. Il Rapporto è stato presentato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite.
xo9/mgg/azn (video e interviste di Stefano Vaccara)