sabato, Marzo 15, 2025
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Santanchè “Rifletterò sulle dimissioni”. La Camera respinge la mozione di sfiducia

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ROMA (ITALPRESS) – L’Aula della Camera ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè. I voti contrari sono stati 206, quelli favorevoli 134 e un astenuto.

La mozione “ha per oggetto fatti che, se saranno evidenziati, sono antecedenti al mio giuramento da ministro”, aveva detto Santanchè durante il dibattito.

La ministra ha poi aggiunto in aula: “Nelle mie borse non c’è paura. E lo dico senza problemi: ho una collezione di borse – ha spiegato – Mio padre che era ottavo figlio di contadini mi ha insegnato una cosa: si ruba solo quello che si nasconde e io non ho nulla da nascondere. Io sono l’emblema di quello che detestate: lo rappresento plasticamente. Sono una donna libera, porto i tacchi alti e vesto bene – ha rivendicato – Voi non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza”.

“A breve ci sarà un’altra udienza preliminare: aspettiamo perché fino adesso abbiamo solo sentito l’accusa. In quell’occasione farò una riflessione, perché è giusto che io la faccia per poter anche valutare delle mie dimissioni. Ma la farò da sola, con me stessa: non avrò nessun tipo di pressione, di costrizione o di paventati ricatti – ha detto ancora la ministra -. Questa riflessione sarà guidata solo dal rispetto per il mio presidente del Consiglio, per l’intero governo, per la maggioranza, ma soprattutto per l’amore che ho per il mio partito, Fratelli d’Italia, dove non vorrò mai diventare un problema, ma vorrei continuare ad essere una risorsa”.

– foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

Biocarburanti, certificazione ISCC per un progetto di Eni in Kenya

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ROMA (ITALPRESS) – Janari Farms, contractor di Eni in Kenya, ha ottenuto la prima certificazione in assoluto “low ILUC” di ISCC-International Sustainability & Carbon Certification per progetti agri-feedstock. Janari Farms è un aggregatore in ambito agricolo per la produzione nel Paese africano di semi di ricino da utilizzare come materia prima agricola nella produzione di biocarburanti.
“In Eni perseguiamo l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra legate ai trasporti attraverso un modello unico e verticalmente integrato che assicura una fornitura sempre più sostenibile di materie prime per le nostre bioraffinerie, puntando al contempo a portare benefici sociali ed economici alle comunità locali – ha commentato Luigi Ciarrocchi, direttore CCUSFA di Eni -. La prima certificazione in assoluto low ILUC rilasciata da ICSS a uno dei nostri partner dimostra che la crescente domanda di materie prime per biocarburanti può essere soddisfatta migliorando le rese agricole attraverso pratiche come colture di copertura e intercalari, coltivando su terreni precedentemente inutilizzati, abbandonati o severamente degradati”.
A Janari Farms, spiega l’ISSC, “gli agricoltori hanno coltivato il ricino su terreni severamente gravemente degradati, senza il rischio di sostituzione diretta e indiretta di colture alimentari e foraggere”. E ancora. La certificazione a basso rischio ILUC documenta che “la crescente domanda di materie prime per biocarburanti può essere soddisfatta in due modi principali: migliorando le rese agricole tramite pratiche quali le rotazioni colturali, una migliore gestione del suolo, pratiche agricole e meccanizzazione ottimizzate, oppure coltivando colture su terreni precedentemente inutilizzati, abbandonati o severamente degradati”. Pertanto, la produzione di materie prime a basso rischio ILUC “evita di spostare ecosistemi naturali non gestiti, come foreste, zone umide o praterie, per produrre alimenti, mangimi o biocarburanti”.
In Kenya, “i terreni severamente degradati sono caratterizzati da scarsa fertilità del suolo, erosione e produttività agricola limitata, pertanto spesso sono marginalmente adatti o economicamente non attraenti per le colture alimentari. La produzione di colture energetiche tramite pratiche agricole rigenerative, secondo standard a basso rischio ILUC, può aumentare il carbonio organico al del suolo e migliorare la vocazione agricola complessiva delle aree rurali, aprendo la strada alla rigenerazione del suolo, che può potrà quindi essere riutilizzato per la produzione alimentare in futuro. Le filiere sostenibili dei biocarburanti – evidenzia infine l’ISSC – offrono l’opportunità di uno sviluppo socioeconomico locale, garantendo redditi aggiuntivi e diversificati agli agricoltori delle zone rurali”.
L’attività Agri-Feedstock di Eni in Kenya ha avuto origine nel 2021, con la firma di un accordo con il Governo locale. Dall’anno successivo sono state avviate le attività di sviluppo della filiera agricola che hanno portato all’avvio di una prima produzione di olio vegetale a luglio 2022.
Ad oggi, sono stati avviati due agri-hub con una capacità complessiva di 70 mila tonnellate di olio vegetale all’anno.
Il progetto crea importanti e positive ricadute sul territorio in termini economici e sociali coinvolgendo oltre 100.000 agricoltori. Gli agricoltori coinvolti coltivano il ricino nelle aree degradate che il Ministero per lo Sviluppo Agricolo e dell’Allevamento del Kenya ha classificato come ASAL (Arid and Semi-Arid Lands, corrispondenti a circa l’80% del territorio), contribuendo così ad ottenere un reddito addizionale e una prospettiva concreta di diversificazione agricola legata anche alla rigenerazione dei terreni.
Il progetto prevede inoltre la valorizzazione di residui forestali, scarti e residui provenienti da processi di lavorazione agro-industriale e altri residui come l’olio da cucina esausto (Used Cooking Oil – UCO).
La produzione di olio vegetale avviene nei due impianti di estrazione (agri-hub) di Eni, uno nella Contea di Makueni in produzione da luglio 2022 e l’altro a Bonje nella Contea di Kwale, entrato in attività da agosto 2023, dove ad oggi lavorano stabilmente circa 350 persone, tutte locali.
Il progetto agri-feedstock promuove la creazione di valore anche attraverso il trasferimento di know-how e iniziative finalizzate al capacity building degli agricoltori, grazie alla realizzazione di fattorie modello (le cosiddette model farms) che permetteranno di adottare le migliori pratiche agronomiche e le tipologie di semi più adatte a essere coltivate nelle aree identificate. Il progetto favorisce inoltre la promozione di pratiche di economia circolare, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione dell’olio vegetale per la produzione di mangimi e fertilizzanti ed il recupero di scarti provenienti da filiere agro-industriali.
Il Kenya ha un’importante tradizione agricola, basti pensare che il 33% del PIL del paese è rappresentato dalle attività agricole. Inoltre, più dell’80% delle aree del Paese sono identificate come aride e semi aride e questo crea un enorme disponibilità di terra dove poter sviluppare il progetto. Lo sviluppo di questo progetto ha portato al Paese vantaggi economici e occupazionali, permettendo al tempo stesso di contribuire al recupero di aree agricole svantaggiate, offrendo l’opportunità di potenziali entrate economiche aggiuntive per gli agricoltori.

– foto ufficio stampa Eni –
(ITALPRESS).

Biocarburanti, certificazione ISCC per un progetto di Eni in Kenya

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ROMA (ITALPRESS) – Janari Farms, contractor di Eni in Kenya, ha ottenuto la prima certificazione in assoluto “low ILUC” di ISCC-International Sustainability & Carbon Certification per progetti agri-feedstock. Janari Farms è un aggregatore in ambito agricolo per la produzione nel Paese africano di semi di ricino da utilizzare come materia prima agricola nella produzione di biocarburanti.
“In Eni perseguiamo l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra legate ai trasporti attraverso un modello unico e verticalmente integrato che assicura una fornitura sempre più sostenibile di materie prime per le nostre bioraffinerie, puntando al contempo a portare benefici sociali ed economici alle comunità locali – ha commentato Luigi Ciarrocchi, direttore CCUSFA di Eni -. La prima certificazione in assoluto low ILUC rilasciata da ICSS a uno dei nostri partner dimostra che la crescente domanda di materie prime per biocarburanti può essere soddisfatta migliorando le rese agricole attraverso pratiche come colture di copertura e intercalari, coltivando su terreni precedentemente inutilizzati, abbandonati o severamente degradati”.
A Janari Farms, spiega l’ISSC, “gli agricoltori hanno coltivato il ricino su terreni severamente gravemente degradati, senza il rischio di sostituzione diretta e indiretta di colture alimentari e foraggere”. E ancora. La certificazione a basso rischio ILUC documenta che “la crescente domanda di materie prime per biocarburanti può essere soddisfatta in due modi principali: migliorando le rese agricole tramite pratiche quali le rotazioni colturali, una migliore gestione del suolo, pratiche agricole e meccanizzazione ottimizzate, oppure coltivando colture su terreni precedentemente inutilizzati, abbandonati o severamente degradati”. Pertanto, la produzione di materie prime a basso rischio ILUC “evita di spostare ecosistemi naturali non gestiti, come foreste, zone umide o praterie, per produrre alimenti, mangimi o biocarburanti”.
In Kenya, “i terreni severamente degradati sono caratterizzati da scarsa fertilità del suolo, erosione e produttività agricola limitata, pertanto spesso sono marginalmente adatti o economicamente non attraenti per le colture alimentari. La produzione di colture energetiche tramite pratiche agricole rigenerative, secondo standard a basso rischio ILUC, può aumentare il carbonio organico al del suolo e migliorare la vocazione agricola complessiva delle aree rurali, aprendo la strada alla rigenerazione del suolo, che può potrà quindi essere riutilizzato per la produzione alimentare in futuro. Le filiere sostenibili dei biocarburanti – evidenzia infine l’ISSC – offrono l’opportunità di uno sviluppo socioeconomico locale, garantendo redditi aggiuntivi e diversificati agli agricoltori delle zone rurali”.
L’attività Agri-Feedstock di Eni in Kenya ha avuto origine nel 2021, con la firma di un accordo con il Governo locale. Dall’anno successivo sono state avviate le attività di sviluppo della filiera agricola che hanno portato all’avvio di una prima produzione di olio vegetale a luglio 2022.
Ad oggi, sono stati avviati due agri-hub con una capacità complessiva di 70 mila tonnellate di olio vegetale all’anno.
Il progetto crea importanti e positive ricadute sul territorio in termini economici e sociali coinvolgendo oltre 100.000 agricoltori. Gli agricoltori coinvolti coltivano il ricino nelle aree degradate che il Ministero per lo Sviluppo Agricolo e dell’Allevamento del Kenya ha classificato come ASAL (Arid and Semi-Arid Lands, corrispondenti a circa l’80% del territorio), contribuendo così ad ottenere un reddito addizionale e una prospettiva concreta di diversificazione agricola legata anche alla rigenerazione dei terreni.
Il progetto prevede inoltre la valorizzazione di residui forestali, scarti e residui provenienti da processi di lavorazione agro-industriale e altri residui come l’olio da cucina esausto (Used Cooking Oil – UCO).
La produzione di olio vegetale avviene nei due impianti di estrazione (agri-hub) di Eni, uno nella Contea di Makueni in produzione da luglio 2022 e l’altro a Bonje nella Contea di Kwale, entrato in attività da agosto 2023, dove ad oggi lavorano stabilmente circa 350 persone, tutte locali.
Il progetto agri-feedstock promuove la creazione di valore anche attraverso il trasferimento di know-how e iniziative finalizzate al capacity building degli agricoltori, grazie alla realizzazione di fattorie modello (le cosiddette model farms) che permetteranno di adottare le migliori pratiche agronomiche e le tipologie di semi più adatte a essere coltivate nelle aree identificate. Il progetto favorisce inoltre la promozione di pratiche di economia circolare, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione dell’olio vegetale per la produzione di mangimi e fertilizzanti ed il recupero di scarti provenienti da filiere agro-industriali.
Il Kenya ha un’importante tradizione agricola, basti pensare che il 33% del PIL del paese è rappresentato dalle attività agricole. Inoltre, più dell’80% delle aree del Paese sono identificate come aride e semi aride e questo crea un enorme disponibilità di terra dove poter sviluppare il progetto. Lo sviluppo di questo progetto ha portato al Paese vantaggi economici e occupazionali, permettendo al tempo stesso di contribuire al recupero di aree agricole svantaggiate, offrendo l’opportunità di potenziali entrate economiche aggiuntive per gli agricoltori.

– foto ufficio stampa Eni –
(ITALPRESS).

1 italiano su 2 sogna di evadere dagli stress quotidiani

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MILANO (ITALPRESS) – Ogni giorno, milioni di italiani sentono il bisogno di staccare da situazioni fastidiose. Dal commento inopportuno di un parente allo spoiler sulla serie preferita, fino alle interminabili video-call, ci sono momenti in cui l’unica via di salvezza sembra essere una pausa tutta per sè.
La ricerca “Le evasioni quotidiane degli italiani”, realizzata da AstraRicerche per conto di McDonald’s, indaga le interferenze più diffuse e le modalità di evasione più curiose.
L’occasione è il lancio di McCrunchy Chicken, il panino che entra a far parte stabilmente dell’offerta di McDonald’s Italia.
Quattro italiani su dieci desiderano ogni giorno, o quasi, evadere dalle situazioni fastidiose: sono, in particolare, gli uomini più giovani (47% Millennials e 46% GenZ), le donne di diverse età (43% GenZ e 43% GenX) e i single (45%).
Quasi sempre, le situazioni in cui emerge il desiderio di evasione avvengono di persona (95,3%).
Certo, anche WhatsApp e le chat social possono essere fonte di disagio (80%), specialmente per i giovani della GenZ. Segue anche la modalità video-call (Teams, Google Meet…) per il 64,9% degli intervistati.
Cosa si fa quando ci si trova in queste circostanze? C’è chi prova a cambiare la situazione, chi sopporta in silenzio, chi chiede di smettere, ma un quarto degli italiani sceglie, invece, di “evadere”. E sono soprattutto le donne più giovani Gen Z (33%) e le Baby Boomers (33%) a farlo.
Le situazioni più ricorrenti da cui si vuole “fuggire”: ecco la classifica. L’intramontabile “ti trovo ingrassato/dimagrito, sicuro di star bene?” detto dal parente inopportuno (31,2%); il vicino di casa pedante e verboso che ti “prende in ostaggio” per analizzare la posizione delle fioriere del terzo piano (28%); il capo o il collega che propone video-call che durano più di un colossal (20,3%); dover cercare la risposta giusta ad un “quando ti laurei?” (19,0%) o, peggio ancora, ad un “quando ti sposi?” (17,6%); gli spoiler micidiali sul finale della serie tv preferita (15,9%); le domande accendi-ansia: “come va con il tuo partner?” (13,5%) o “ti sei preparato bene per l’esame?” (13,2%).
C’è chi evade pensando ad altro (38,2%), chi inizia a fare altro (27,3%) e chi si allontana dall’interferenza (23,4%) rilassandosi sul divano guardando una serie tv oppure facendo una passeggiata. Ma la grande maggioranza degli italiani trova un momento di piccola evasione mangiando qualcosa di buono, che rilassa, dà gioia: il 62,6% sceglie questa modalità di evasione almeno 1-2 volte alla settimana.
Oltre la metà degli intervistati (69,5%) concorda nell’affermare che “mangiare un panino” rappresenta una piccola e appagante evasione. Il primo aspetto che regala un momento di evasione è, senza dubbio, il gusto (72,4%). Ma un quarto del campione dichiara che la sensazione di croccantezza e il suo profumo sono fondamentali per rendere questa esperienza di evasione più soddisfacente. E’, infatti, noto che la texture di un alimento influisce significativamente sul suo gradimento, in particolare, la croccantezza, essendo associata ad un suono che si amplifica nel momento dell’assaggio stimolando tutti i sensi.

– foto ufficio stampa McDonald’s –
L’evento di lancio di McCrunchy Chicken è stato moderato da Marco Cartasegna, founder di Torcha, con gli interventi di Valeria Casani, Chief Marketing Officer di McDonald’s Italia, Simona Mastrantuono, ricercatrice AstraRicerche, Vincenzo Russo, Fondatore e Coordinatore del Centro di Ricerca di Neuromarketing dell’Università IULM.
(ITALPRESS).

Hi-Tech & Innovazione Magazine – 25/2/2025

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ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Smart home, il mercato italiano vale 900 milioni
– Ricerca, investimenti per 2,5 miliardi nel 2022
– L’Intelligenza artficiale per la medicina di precisione
fsc/abr/gtr

Trofeo Pirelli Accademia 2025 più ricco e appassionante

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ROMA (ITALPRESS) – Il Trofeo Pirelli Accademia CRZ 2025 aumenta notevolmente il montepremi e concentra le Zone ACI Sport limitrofe per dar vita a 6 Regioni in cui sarà più agevole scegliere il proprio calendario e più facile andare a premio, visto che nelle categorie principali (Rally2, Rally4 e Rally5) verranno premiati i primi tre classificati. Tutti i premi saranno cumulabili e senza un numero minimo di iscritti per essere assegnati. Confermato il sodalizio con Sparco, che fornirà su richiesta le tute specifiche Pirelli Sparco in varie versioni. Invariate le cinque categorie delle vetture rispetto allo scorso anno, e cioè: Classifica 4RM RC2 (solo R5/Rally2); Classifica 2RM RC4 (classifica riunita delle classifiche delle singole classi con vetture 2RM RC4 con omologazione FIA in corso di validità: Rally4, Rally4/R2, R3); Classifica 2RM RC5 (classifica riunita delle classifiche delle classi delle vetture 2RM RC5 con omologazione FIA in corso di validità: tutte le Rally5 dal 01/01/2019); Classifica 2RM CLASSIC (classifica riunita delle classifiche delle classi delle altre vetture 2RM, es. S1600, Fuori Omologazione, Racing Start, RGT.); Classifica 4RM BASE (classifica riunita di tutte le classi con 4×4, tranne R5/Rally2). Queste le 6 Regioni designate: Nord Ovest (Zona 1 + Zona 2 ACI Sport), Lombardia (Zona 3), Nord Est (Zona 4 + Zona 5), Centro (Zona 6 + Zona 7), Sud (Zona 8), Isole (Zona 9 + Zona 10). In ogni Regione verrà assegnato un premio specifico ai primi 3 delle categorie RC2, RC4 e RC5 (ai vincitori rispettivamente 7.000, 4.000 e 3.500 euro), e inoltre premi ai vincitori di 2RM Classic e 4RM e al primo classificato fra le vetture R2B. Queste ultime concorreranno anche ai premi cumulabili per le RC4. In ogni Regione, per ciascun pilota verranno considerati i migliori 4 risultati utili fra quelli conseguiti fra tutte le gare previste per quella Regione, senza limite di numero massimo di partecipazioni e con il limite minimo di aver preso il via in 4 rally della Regione per aver diritto ai premi. Per la finale in gara unica della Coppa Italia (Rally del Tirreno) è previsto un premio in denaro per ciascuno dei vincitori delle categorie 4RM, 2RM, Rally5, R2B e al primo classificato fra Rally3 e R1T 4×4. A fine stagione premiazione-evento per i vincitori dei Trofei Pirelli Sparco: nel 2024 è stata al Monza Rally Show con anche i piloti del WRC a premiare i trofeisti.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
(ITALPRESS).

Cracolici “Giornalisti considerati una minaccia, più dei magistrati”

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PALERMO (ITALPRESS) – “I giornalisti sono considerati nemici della criminalità molto più degli stessi magistrati e delle forze dell’Ordine: loro fanno parte delle regole del gioco nella guerra tra guardie e ladri, mentre i giornalisti sono considerati una minaccia perché attraverso la cronaca e la diffusione dei dati di cui vengono a conoscenza minacciano la reputazione”. A dirlo è il presidente della commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici a margine di un incontro con i giornalisti nella sede dell’Ordine, in via Bernini a Palermo. “La lotta alla mafia si fa sul piano repressivo e su questo vediamo che oggi qualcosa non funziona – prosegue Cracolici – I magistrati stessi hanno denunciato quello che succede dentro le carceri: oggi la cupola, più che essere un luogo fisico, rischia di diventare la chat di un telefonino. In alcuni casi il carcere costituisce un salto di carriera, ma quando attraverso l’informazione viene messa a fuoco l’attività della criminalità nei territori questo viene considerato ancora più pericoloso. È giusto che io oggi sia qui a sostenere il lavoro dei giornalisti, sia di coloro che lo fanno per professione sia di quei ragazzi che si stanno avviando alla professione e provano a fare del giornalismo un atto di libertà“. xd8/vbo/gtr
xd8/vbo/gtr

Nasce il primo progetto regionale in Italia dedicato al turismo Lgtbq+

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BOLOGNA (ITALPRESS) – La vocazione all’ospitalità dell’Emilia-Romagna compie un importante passo avanti nel segno del turismo LGBTQ+: nasce il primo progetto in Italia che coinvolge un’intera regione, realizzato in collaborazione con Sonders and Beach Group, operatore specializzato nel mercato LGBTQ+ con sede a San Francisco e Milano. Un progetto che si avvale della certificazione internazionale Queer Vadis, un documento che definisce le linee guida essenziali, i comportamenti e le buone pratiche da adottare per marketing, vendita, customer-care e accoglienza rivolta alla comunità arcobaleno, e sarà realizzata con il supporto di Aitgl (Ente Italiano Turismo LGBTQ+), attivo da 9 anni nel promuovere questa branca del turismo e nel patrocinare progetti formativi rivolti a operatori di settore e alle istituzioni.
Si prevedono attività di formazione attraverso incontri in presenza e webinar che coinvolgeranno gli operatori turistici per sensibilizzarli sull’argomento, seguite dalla diffusione e adozione di politiche di D&I (Diversity & Inclusion: protocolli e certificazioni riconosciuti dalla comunità del Turismo LGBTQ+ a livello nazionale e internazionale).
Una volta consolidata la strutturazione del prodotto turistico orientato LGBTQ+, si passerà alla fase di promo-commercializzazione su canali specializzati. In programma anche l’ospitalità di un evento di carattere internazionale dedicato alla comunità arcobaleno.
“L’Emilia-Romagna è da sempre una terra attenta ai diritti- commenta l’assessora regionale al Turismo, Roberta Frisoni-. Abbiamo una grande e riconosciuta tradizione dell’accoglienza che vogliamo ora rafforzare per rendere gli operatori turistici e i territori ancora più pronti a offrire vacanze per tutte e tutti. Questo progetto, che prenderà il via a breve, sarà un importante momento di confronto con chi già da tempo lavora su questo tema e anche con chi invece potrà così sviluppare nuove forme di turismo. Un percorso, iniziato nella precedente legislatura, che vogliamo portare avanti con spirito di grande condivisione con le Destinazioni e gli operatori per arricchirlo e migliorarlo e farlo diventare un importante segmento dell’industria della vacanza in tutta l’Emilia-Romagna”.
“Siamo onorati di vedere l’Emilia Romagna attivarsi in questo progetto di promozione- dichiara Alessio Virgili, amministratore delegato di Sonders and Beach Group e presidente europeo di Elta – European lgbtq+ travel alliance-. Queervadis, primo e unico protocollo dedicato all’accoglienza del turista LGBTQ+, si è affermato come label di respiro internazionale garantendo il rispetto di standard elevati di inclusività per sviluppare un’offerta dedicata non solo alla community LGBTQ+, ma al turista odierno. Il progetto dell’Emilia Romagna rappresenterà un faro per tutti i territori italiani”.
Il Turismo LGBTQ+ si contraddistingue per l’alto potere d’acquisto (+38% di reddito) e anche per l’alta propensione al viaggio (4 viaggi lunghi annui). A livello mondiale il segmento vale 218 miliardi di dollari, mentre in Italia il valore dei viaggi in ingresso si avvicina ai 9 miliardi di euro. Il 78% dei viaggiatori acquista viaggi da aziende specializzate che si rivolgono all’universo LGBTQ+ e il 52% preferisce soggiornare in strutture ricettive LGBTQ+ friendly che accolgono apertamente questi viaggiatori. Il segmento si posiziona inoltre perfettamente all’interno dei criteri Esg (Environmental, Social e Governance) e negli obiettivi 2030 dell’Onu in quanto attento alla sostenibilità sociale.

– Foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna –

(ITALPRESS).

Università, nasce l’Economics and Management Research Lab di Unibg

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BERGAMO (ITALPRESS) – E’ stato inaugurato questa mattina presso la sede di via L. Querena a Bergamo, l’Economics and Management Research Lab dell’Università degli studi di Bergamo. Il laboratorio, frutto della collaborazione tra i Dipartimenti di Scienze Aziendali e di Scienze Economiche, rappresenta un polo innovativo dedicato alla ricerca di frontiera e all’attività accademica di giovani ricercatori e dottorandi. Il Research Lab è uno spazio moderno e dinamico, progettato per favorire la collaborazione interdisciplinare tra giovani studiosi e ricercatori esperti. L’openspace, riservato e accessibile senza vincoli di orario, consente un’interazione continua, stimolando il confronto tra diverse discipline dell’Economia e del Management e favorendo l’attivazione di sinergie per il miglioramento della qualità della ricerca. Oltre ai giovani ricercatori che hanno da poco conseguito il dottorato di ricerca e ai dottorandi, il Research Lab ospita anche i ricercatori che collaborano al progetto GRINS (Growing Resilient, INclusive and Sustainable), finanziato nell’ambito del PNRR e sostenuto dall’Unione Europea – NextGenerationEU, che mira allo sviluppo di modelli e azioni per supportare famiglie, imprese e decisori politici nelle scelte economico-finanziarie. Il progetto prevede anche l’implementazione di tecnologie abilitanti e la fornitura di una piattaforma dati (Amelia) destinata ai decisori politici. All’inaugurazione sono intervenuti il Rettore, Sergio Cavalieri, la Direttrice del Dipartimento di Scienze Aziendali, Daniela Andreini, e il Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Gianmaria Martini. Con loro anche il Direttore del Dottorato in Management Accounting and Finance, Sergio Ortobelli Lozza, e il Direttore del Dottorato in Economics, Francesco Cinnirella. Intervenuti anche un rappresentante dei dottorandi in Management Accounting and Finance e in Business & Law e uno dei dottorandi in Economics; oltre ai post-doc che hanno condiviso le loro esperienze e aspirazioni accademiche e al rappresentante dei ricercatori del progetto Grins. “Con questa inaugurazione – spiega il Rettore, Sergio Cavalieri -, l’Università degli studi di Bergamo conferma il proprio impegno nella promozione della ricerca avanzata e nella valorizzazione dei giovani talenti accademici, offrendo loro un ambiente stimolante e altamente collaborativo, dove poter sviluppare appieno il proprio potenziale”. “Il Research Lab – spiega il Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, prof. Gianmaria Martini – è un’opportunità rilevante per l’attività di ricerca nell’area economica di giovani all’inizio della carriera accademica. Possono in questo modo mettere a terra sinergie nelle tecniche di analisi, database disponibili, nuovi contributi rilevanti in letteratura, stimolando in tal modo la ricerca di tutti i membri del DSE”. “In momenti di grande accelerazione e di virtualità – aggiunge la Direttrice del Dipartimento di Scienze Aziendali, Daniela Andreini -, avere uno spazio fisico dove prendersi il tempo per sperimentare, discutere e cogliere i significati dei risultati è un’attività fondamentale per i nostri giovani ricercatori. Come diceva Maria Sklodowska, meglio conosciuta come Marie Curie, ‘Non si può sperare di costruire un mondo migliore senza migliorare gli individui. Ciascuno di noi deve lavorare al proprio perfezionamento, accettando nel contempo la responsabilità generale per tutta l’umanità’. Questo spazio è dedicato proprio a questo: al miglioramento individuale e alla crescita collettiva”. Attualmente, nel Research Lab operano 4 ricercatori dedicati al progetto Grins, 38 ricercatori junior post-dottorato (22 afferenti al Dipartimento di Scienze Economiche e 16 al Dipartimento di Scienze Aziendali) e 25 dottorandi (9 in Economics, 8 in Management Accounting and Finance e 8 in Business & Law).(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Università di Bergamo

Università, nasce l’Economics and Management Research Lab di Unibg

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BERGAMO (ITALPRESS) – E’ stato inaugurato questa mattina presso la sede di via L. Querena a Bergamo, l’Economics and Management Research Lab dell’Università degli studi di Bergamo. Il laboratorio, frutto della collaborazione tra i Dipartimenti di Scienze Aziendali e di Scienze Economiche, rappresenta un polo innovativo dedicato alla ricerca di frontiera e all’attività accademica di giovani ricercatori e dottorandi. Il Research Lab è uno spazio moderno e dinamico, progettato per favorire la collaborazione interdisciplinare tra giovani studiosi e ricercatori esperti. L’openspace, riservato e accessibile senza vincoli di orario, consente un’interazione continua, stimolando il confronto tra diverse discipline dell’Economia e del Management e favorendo l’attivazione di sinergie per il miglioramento della qualità della ricerca. Oltre ai giovani ricercatori che hanno da poco conseguito il dottorato di ricerca e ai dottorandi, il Research Lab ospita anche i ricercatori che collaborano al progetto GRINS (Growing Resilient, INclusive and Sustainable), finanziato nell’ambito del PNRR e sostenuto dall’Unione Europea – NextGenerationEU, che mira allo sviluppo di modelli e azioni per supportare famiglie, imprese e decisori politici nelle scelte economico-finanziarie. Il progetto prevede anche l’implementazione di tecnologie abilitanti e la fornitura di una piattaforma dati (Amelia) destinata ai decisori politici. All’inaugurazione sono intervenuti il Rettore, Sergio Cavalieri, la Direttrice del Dipartimento di Scienze Aziendali, Daniela Andreini, e il Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Gianmaria Martini. Con loro anche il Direttore del Dottorato in Management Accounting and Finance, Sergio Ortobelli Lozza, e il Direttore del Dottorato in Economics, Francesco Cinnirella. Intervenuti anche un rappresentante dei dottorandi in Management Accounting and Finance e in Business & Law e uno dei dottorandi in Economics; oltre ai post-doc che hanno condiviso le loro esperienze e aspirazioni accademiche e al rappresentante dei ricercatori del progetto Grins. “Con questa inaugurazione – spiega il Rettore, Sergio Cavalieri -, l’Università degli studi di Bergamo conferma il proprio impegno nella promozione della ricerca avanzata e nella valorizzazione dei giovani talenti accademici, offrendo loro un ambiente stimolante e altamente collaborativo, dove poter sviluppare appieno il proprio potenziale”. “Il Research Lab – spiega il Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, prof. Gianmaria Martini – è un’opportunità rilevante per l’attività di ricerca nell’area economica di giovani all’inizio della carriera accademica. Possono in questo modo mettere a terra sinergie nelle tecniche di analisi, database disponibili, nuovi contributi rilevanti in letteratura, stimolando in tal modo la ricerca di tutti i membri del DSE”. “In momenti di grande accelerazione e di virtualità – aggiunge la Direttrice del Dipartimento di Scienze Aziendali, Daniela Andreini -, avere uno spazio fisico dove prendersi il tempo per sperimentare, discutere e cogliere i significati dei risultati è un’attività fondamentale per i nostri giovani ricercatori. Come diceva Maria Sklodowska, meglio conosciuta come Marie Curie, ‘Non si può sperare di costruire un mondo migliore senza migliorare gli individui. Ciascuno di noi deve lavorare al proprio perfezionamento, accettando nel contempo la responsabilità generale per tutta l’umanità’. Questo spazio è dedicato proprio a questo: al miglioramento individuale e alla crescita collettiva”. Attualmente, nel Research Lab operano 4 ricercatori dedicati al progetto Grins, 38 ricercatori junior post-dottorato (22 afferenti al Dipartimento di Scienze Economiche e 16 al Dipartimento di Scienze Aziendali) e 25 dottorandi (9 in Economics, 8 in Management Accounting and Finance e 8 in Business & Law).(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Università di Bergamo