giovedì, Novembre 21, 2024
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Chiesetta Revese: perla preziosa nel cuore dei Colli Berici

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Lungo la strada principale di Brendola che conduce alla famosa chiesa, conosciuta come l’Incompiuta, si trova un gioiello rinascimentale: la chiesetta Revese. Dedicata a S. Maria Annunciata, venne fatta costruire tra il 1486 e il 1499 dalla nobile famiglia di cui porta il nome, che aveva varie proprietà in paese e appartiene all’architettura sacra vicentina rinascimentale. 

Osservando il prospetto si notano somiglianze con la chiesa di Santa Maria dei Miracoli di Lonigo e con la Chiesa ortodossa di S. Michele nel Cremlino di Mosca. La prima, famosa per gli ex voto portati dai fedeli devoti alla Madonna, fu il luogo di un miracolo nel 1400, quando essa si manifestò attraverso gocce di sangue che sgorgarono da un’ opera a lei dedicata. La seconda, custode di meravigliosi affreschi e dipinti, venne costruita nel 1500 sotto la supervisione dell’architetto italiano Alvise Lamberti da Montagnana, il cui intervento è, quindi, ipotizzato anche per la chiesetta di Brendola.

Interni della Chiesetta Revese con focus sull’altare

Internamente la navata è decorata da conchiglie dipinte nelle lunette superiori e nell’area della pareti laterali e che si alternano a riquadri con angeli musicanti. La figura della conchiglia è un tema molto interessante e ricorrente nella storia dell’arte. Simbolo legato all’acqua e, nel mondo cristiano, alla nascita/rinascita come purificazione dello spirito, ispira la forma degli oggetti legati ai riti cristiani di purificazione.

Oltre a ciò la conchiglia è collegata anche al fatto di custodire qualcosa di prezioso, come si evince nella Pala di Montefeltro di Piero della Francesca. Sopra la Vergine, che sorregge Gesù addormentato sulle sue ginocchia, è, infatti, raffigurata una grande conchiglia. In questo caso è un simbolo riferito a Maria che custodisce suo figlio, il dono più prezioso, al pari della conchiglia con la perla. Tornando agli interni della chiesetta brendolana, nella parte inferiore si possono ammirare le allegorie del Bene e del Male: da una parte sono raffigurati, infatti, dei vasi classici affiancati da angeli e dall’altra le arpie. 

La chiesa rimase della famiglia Revese fino all’ultimo discendente e poi passò agli Scola e successivamente agli Scola-Camerini. Dal 1989 è proprietà del comune ed è stata in seguito nuovamente restaurata. Prezioso gioiello nel cuore dei colli Berici, viene aperta solo in alcune occasioni, quando è possibile visitarla e scoprirla in tutta la sua bellezza.

Vista della facciata al tramonto

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