Un patto per la promozione congiunta di cultura e turismo . È con questo obiettivo che stamane il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e il sindaco di Mantova Mattia Palazzi si sono incontrati a Palazzo Trissino, nella città berica, per cominciare a studiare sinergie e scambi di competenze tra le rispettive realtà allo scopo di rafforzarne l’attrattività. Della partita anche la città di Verona, con cui Mantova ha già avviato una proficua collaborazione in questo campo.
«Negli scorsi mesi – ha detto al termine dell’incontro GiacomoPossamai – con il sindaco di Mantova ci siamo confrontati tanto sul tema della riduzione delle rette degli asili nidi, riuscendo a introdurre questa grande innovazione già quest’anno anche a Vicenza . Abbiamo infatti adottato il “modello Mantova”, abbinando alla richiesta del Bonus Inps il rimborso da parte del Comune del 20% della restante parte della retta. Per noi è fondamentale investire sulle famiglie dando loro la possibilità di fare figli e di vivere qui a Vicenza. Ora abbiamo iniziato a confrontarci sulla collaborazione tra le città nel campo della cultura e del turismo. Vicenza ha bisogno di crescere su questi fronti e Mantova ha già fatto tanto, avviando anche una collaborazione con Verona. Da oggi quindi inizia un percorso per lavorare insieme».
«Ringrazio il sindaco Possamai – ha aggiunto Mattia Palazzi – per l’invito e gli faccio i complimenti per aver già realizzato quanto promesso in campagna elettorale in relazione alle rette degli asili nido. Adesso l’obiettivo comune è quello di produrre e rafforzarne l’accesso alla cultura, di far partecipare più persone possibili, di aumentare il turismo, una ricchezza per i nostri territori. Abbiamo quindi ragionato sullo scambio di competenze, sul potenziare il rapporto turistico tra Mantova, Vicenza e Verona, e abbiamo discusso di festival e politiche museali e bibliotecarie. Sono tutti fattori identitari delle nostre che sono tutte città Unesco, d’arte, con tanti tratti in comune e con la voglia di crescere».
Il sindaco di Mantova era accompagnato dal vicesindaco Giovanni Buvoli e da Giulia Pecchini, dirigente settore Cultura turismo e promozione della città, mentre per Vicenza hanno partecipato all’incontro l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin e la direttrice del servizio Attività culturali e museali Mattea Gazzola.t
Il “Teatro Bartender” ritorna all’AB23 di Vicenza con l’evento “Faccia a faccia” che si terrà dal 6 ottobre al 29 giugno 2024. Questo spazio dedicato al teatro contemporaneo è gestito e organizzato da Theama Teatro di Vicenza e dal Teatro Scientifico di Verona, con il supporto del Comune di Vicenza. Il programma, ricco e variegato, comprende nuove produzioni, residenze artistiche, incontri comunitari e corsi di formazione. Inoltre, sarà allestita una mostra d’arte dell’artista Andrea Marchesini, che aggiungerà un tocco di arte visiva a questo prezioso spazio cittadino.
È stato organizzato anche un evento speciale: “VajontS 23 – narrazione per coro popolare,” un progetto di Marco Paolini che commemora il sessantesimo anniversario della tragedia che ha causato la morte di duemila persone.
Anna Zago di Theama Teatro e Isabella Caserta di Teatro Scientifico sottolineano che “TYeatro Bartender” non è solo una serie di spettacoli teatrali, ma un luogo di comunità e di connessione tra persone desiderose di confrontarsi, ispirate dall’arte e dalla cultura. È un posto dove ascoltare e soprattutto dialogare, poiché c’è una crescente necessità di comunicare “faccia a faccia,” esprimersi, confrontarsi, riscoprire se stessi e creare relazioni significative.
I tre percorsi
La stagione si sviluppa su tre percorsi, ciascuno associato a un colore: l’azzurro del mare per le produzioni che esplorano il pensiero e la coscienza introspettiva; il bianco soprannaturale per le residenze artistiche e un progetto speciale che esplorano le emozioni approfonditamente; il rosso, simboleggiante il calore e la fisicità per tutte le altre proposte che promuovono la condivisione. In alcune occasioni è previsto anche un “momento aperitivo” per enfatizzare il piacere di stare insieme.
Lista degli eventi:
Venerd’ 6 e Sabato 7 ottobre: “La mia amica Terra – Principessa Malusina”. Spettacolo teatrale per bambini e famiglie; prodotto da Teatro Scientifico.
Lunedì 9 ottobre: “VajontS 23- narrazione per coro popolare”. Una versione corale del celebre lavoro di Marco Paolini con Marco Martinelli (Teatro delle Albe) che andrà in scena in oltre cento luoghi in Italia.
Venerdì 17 novembre: “La dieta del poeta”. Incontro e pratica di comunità con il poeta, scrittore e giornalista Ennio Cavalli e Piergiorgio Piccoli di Theama.
Venerdì 1 dicembre: “Antonio e Cleopatra”. Una revisione tragicomica dell’opera shakesperiana da parte della produzione Casa Shakespeare con Sabrina Modenini e Solimano Pontarollo, proposta nell’adattamento di Andrea De Manincor.
Venerdì 16 febbraio: “Sommersi”. Incontro e pratica di comunità con Sandro Frizziero, finalista al Premio Campiello 2020 con il romanzo “Sommersione”.
Sabato 17 febbraio: “Sommersione” sarà rappresentato a teatro grazie alla produzione Theama firmata da Aristide Genovese.
Domenica 3 marzo: seminario “Eredi”. Si tratta di un laboratorio dedicato alla lingua del territorio e alla ricerca filologica in materia, realizzato in collaborazione con l’Università di Padova, che approfondirà gli “eredi” di Ruzante, con Aristide Genovese e Ivano Paccagnella.
Dal 26 aprile al 5 maggio: “Somewhere nowhere”. Mostra di Andrea Marchesini che si terrà all’AB23.
“Endgame – Laboratori postatomici con restituzioni”: si dividerà in due date. La prima il 29 aprile con un focus su Jean-Paul Sartre e il suo “A porte chiuse”; mentre sabato 4 e domenica 5 maggio su Samuel Beckett e al suo “Finale di partita”.
Qui la nota ufficiale del Comune di Vicenza
AB23, torna “Teatro Bartender”: dal 6 ottobre è tempo di ritrovarsi “Faccia a faccia”
Ricco e originale il cartellone, tra nuove produzioni, residenze artistiche, incontri di comunità e di formazione, con in più la mostra d’arte del pittore Andrea Marchesini, per mantenere viva la natura di spazio espositivo di questo suggestivo gioiello della città, e la partecipazione a un evento speciale: “VajontS 23 – narrazione per coro popolare”, progetto di Marco Paolini a sessant’anni dalla tragedia che costò la vita a duemila persone.
«Il teatro e l’arte contemporanea – commenta l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin – ci offrono occasioni preziose per riflettere sulla complessità del nostro tempo. Per questo motivo sono molto soddisfatta del ritorno della rassegna “Teatro Bartender” all’AB23, uno spazio ricco di suggestioni che contribuirà a rendere uniche le proposte di questa nuova stagione».
«Teatro Bartender – commentano Anna Zago per Theama Teatro e Isabella Caserta di Teatro Scientifico – non è solo una rassegna teatrale, ma uno spazio di comunità, un luogo di relazione tra esseri umani che hanno voglia di confrontarsi, ispirati dall’arte e dalla cultura. Non solo un luogo di ascolto, quindi, ma soprattutto di dialogo, perché abbiamo sempre più bisogno di trovarci “faccia a faccia” per esprimerci, confrontarci, riscoprire noi stessi e creare relazioni di qualità».
Tre i percorsi di questa stagione, ciascuno caratterizzato da un colore: l’azzurro del mare, per le produzioni dedicate al pensiero e alla coscienza introspettiva; il bianco soprannaturale, per le residenze artistiche e il progetto speciale, che spingeranno con forza sul pedale delle emozioni; e il rosso, simbolo del calore e della fisicità, per tutte le altre proposte che, nel segno della condivisione, completeranno il cartellone, che prevede anche, in alcune occasioni, un momento-aperitivo, a suggellare la piacevolezza dello stare insieme.
Avvio di stagione venerdì 6 e sabato 7 ottobre con “La mia amica Terra – Principessa Melusina”, spettacolo di teatro canzone per bambini e famiglie volto a stimolare la coscienza ambientale, l’amore per il nostro pianeta e per tutti coloro che lo abitano. Prodotto da Teatro Scientifico, è interpretato da Elisa Lombardi e Valerio Mauro, per la regia di Isabella Caserta.
Lunedì 9 ottobre, chiamata pubblica per il progetto “VajontS 23 – narrazione per coro popolare”: a sessant’anni dalla tragedia, una versione corale del celebre lavoro di Marco Paolini curata con Marco Martinelli (Teatro delle Albe), che andrà in scena in oltre cento luoghi in Italia e in Europa grazie all’impegno di artisti, teatri, centri di produzione, compagnie, associazioni e amministrazioni. Un’occasione di riflessione individuale e comunitaria, a tutti i livelli e con il teatro come strumento di attivazione civile, intorno al tema dell’emergenza idrica, della crisi climatica e della responsabilità dell’uomo, in un’ottica di rispetto e di sostenibilità. Per dare vita a tale progetto – firmato da Paolini per La Fabbrica del Mondo e realizzato da Jolefilm in collaborazione con Fondazione Vajont – Theama Teatro e Teatro Scientifico Laboratorio realizzeranno all’AB23 una residenza artistica gratuita, aperta a chiunque voglia aderire alla serata come interprete, con restituzione pubblica lunedì 9 ottobre alle 21, con ingresso gratuito.
Venerdì 17 novembre “La dieta del poeta”, incontro e pratica di comunità con il poeta, scrittore e giornalista Ennio Cavalli e Piergiorgio Piccoli di Theama. Vincitore di numerosi riconoscimenti, tra i quali il premio Viareggio 2009, e quest’anno di nuovo in libreria con “Qualcosa #Altre 100”, Cavalli è stato apprezzato fin dal suo esordio poetico da Federico Fellini. Di lui, di recente, ha scritto anche Dacia Maraini: «Nella poesia di Cavalli c’è un umorismo alla Ionesco, assieme a una continua e latente corrente riflessiva, quasi uno sguardo filosofico sul circostante».
Per la sezione Residenze/Ospitalità, venerdì 1 dicembre “Antonio e Cleopatra”, produzione Casa Shakespeare con Sabrina Modenini e Solimano Pontarollo: la comicità insita nel protagonismo amoroso, con qualche incursione nella musica pop, fa da chiave di lettura di questa revisione tragicomica dell’opera shakespeariana, proposta nell’adattamento di Andrea De Manincor.
Venerdì 16 febbraio toccherà invece a “Sommersi”, incontro e pratica di comunità con Sandro Frizziero, finalista al Premio Campiello 2020 con il romanzo “Sommersione”. Da quelle pagine prenderà spunto l’incontro, che guiderà i partecipanti in un viaggio nelle profondità dell’essere umano, là dove –per dirla con Tiziano Scarpa – «Sandro Frizziero ha trovato il suo tesoro. Non un forziere di zecchini d’oro, ma uno scrigno di passioni brutali e primarie, di ipocrisia, maldicenza, invidia, avidità». La sera seguente, sabato 17 febbraio, quello stesso romanzo si farà teatro, nella produzione di Theama firmata da Aristide Genovese: ecco allora affiorare la figura del vecchio pescatore, protagonista del racconto, intento a fare i conti con i fantasmi della sua esistenza, marchiata da una cattiveria consapevole e distaccata.
Domenica 3 marzo di scena il seminario “Eredi”, seguito da una restituzione pubblica. Si tratta del secondo laboratorio (dopo quello della passata stagione) dedicato alla lingua del territorio e alla ricerca filologica in materia, realizzato in collaborazione con l’Università di Padova: al centro dell’approfondimento, per l’occasione, gli “eredi” di Ruzante, con Aristide Genovese, esperto del teatro ruzantiano, e lo studioso Ivano Paccagnella.
Spazio alla pittura dal 26 aprile al 5 maggio, con il sempre gradito ritorno all’AB23 dell’arte figurativa: Andrea Marchesini, artista veronese formatosi a Londra, presenterà “Somewhere nowhere”, un viaggio emozionale “da qualche parte, da nessuna parte” dentro di noi. Premiato nel 2017 ad Hong Kong con il riconoscimento internazionale della critica d’arte, Marchesini si esprime attraverso grandi tele e arazzi, in una commistione, forte e decisa, di linguaggi contemporanei e del passato. In interazione con la mostra di Andrea Marchesini appuntamento anche con “Endgame – Laboratori postatomici con restituzioni”, con il coinvolgimento di numerosi artisti: lunedì 29 aprile focus su Jean-Paul Sartre e il suo “A porte chiuse”; sabato 4 domenica 5 maggio toccherà invece a Samuel Beckett e al suo “Finale di partita”.
Due opere di Jean Cocteau, a seguire, per il ritorno all’AB23 di Giorgio Fabbris, regista, attore e verbigeratore, legato al Teatro Out Off di Milano, che ritrova l’attrice Anna Zago dopo il successo, nella passata stagione, di “Psycosis 4:48” di Sarah Kane. I due artisti lavoreranno in residenza dal 13 giugno su “La voce umana” e “Il bell’indifferente”, per debuttare da giovedì 27 a sabato 29 giugno in uno spettacolo prodotto da Gruppo 4:48 e Theama Teatro.
Inizio degli spettacoli alle 19.30; inizio alle 18 il 6 e 7 ottobre; inizio alle 20 per la tre giorni dedicata a Cocteau. Per gli appuntamenti del 17 novembre, dell’1 dicembre, del 16 e 7 febbraio e del 17,28 e 29 giugno, biglietti a 15 euro. Biglietti a 5 euro per gli eventi del 6 e 7 ottobre, per le restituzioni del 3 marzo, del 29 aprile e del 4 e 5 maggio. Ingresso gratuito per la chiamata pubblica di VajontS 23 del 9 ottobre e per la mostra di Andrea Marchesini. L’AB23 si trova nell’ex chiesetta dei SS.Ambrogio e Bellino in Contrà S. Ambrogio, 23 a Vicenza. Per informazioni e prenotazioni [email protected] e 0444 322525. Programma completo su www.teatrospaziobixio.com.
Sabato 23 settembre, dalle 15.30 e fino alle 18 al parco di Villa Tacchi in viale della Pace 89, torna la manifestazione “Associazioni in Festa”, proposta dalle realtà che offrono attività culturali, sociali e sportive neicentri civici di Villa Tacchi, via Calvi e via Maurisio, in collaborazione con l’assessorato alla partecipazione del Comune di Vicenza.
Sarà un’occasione per conoscere le associazioni e i servizi offerti alla cittadinanza. Durante la manifestazione si potranno visitare le sedi delle associazioni a Villa Tacchi e partecipare a laboratori per bambini a cura di AsterTre Onlus, alle iniziativeper adulti proposte dalGruppo Pensionati La Rondine e alle attività sportive con gli istruttori diAsd A.sa.be.
Alle 17 è previsto il saluto del sindaco Giacomo Possamai e dell’assessore alla partecipazione Matteo Tosetto.
Le associazioni che parteciperanno alla manifestazione sono: Afasici Vicenza Onlus, Alcolisti Anonimi, Al-Anon Gruppi Familiari, A.MA.R.V., APS Associazione Giovani Diabetici Vicenza, APS Associazione ARES, APS Assogevi, APS Serba Sloga, Arte del filo, ASC Attività Sportive Confederate Vicenza, ASD A.SA.BE Attività per la Salute e il Benessere, Associazione Il Faro Comitato Vicentino Antidroga, Associazione Nazionale Nastro Verde, Associazione San Vincenzo, AsterTre Onlus, Centro Culturale Italo Tedesco
Familiari Anonimi gruppo di Vicenza, F.I.D.A.S. Associazione Donatori di Sangue S. Pio X, Fondazione Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta, Gruppo Alpini G. Reolon, Gruppo Pensionati La Rondine, Narcotici Anonimi – NA gruppo Crederci.
Prosegue con un progetto di forte impatto, il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, “Stella Meravigliosa”, Direzione Artistica di Giancarlo Marinelli; si tratta di “Di là dal fiume e tra gli alberi”, un reading itinerante con brani tratti dall’omonimo romanzo di Ernest Hemingway, in programma domenica 24 settembre alle 19.30 e alle 20.30, interpretati a Vicenza da Primo Reggiani, Lella Costa e Sebastiano Somma.
Il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico è promosso dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il contributo del Ministero della Cultura, con la Media partnership di Rai Radio3; è realizzato in collaborazione con D-Air Lab come main partner, AGSM AIM SpA come sponsor e Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo e Burgo Group come sostenitori.
“Di là dal fiume e tra gli alberi” è il nuovo capitolo del Progetto Milk Wood, i reading poetici itineranti nei luoghi storici e monumentali dei paesaggi e delle Città, inaugurati con i versi di Dylan Thomas lo scorso anno, ideati da Giancarlo Marinelli e Pierluca Donin. La Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico e il suo Giardino saranno le tre tappe della performance a Vicenza (partenza e ritrovo in Basilica Palladiana un quarto d’ora prima dell’inizio all’entrata delle mostre), un reading in cui gli attori andranno a cedersi il testimone in un ideale percorso letterario e teatrale, di forte immanenza performativa, possibile solo lì e in quel momento, per un’idea di teatro in cui lo spettatore vede “nascere e tramontare” il testo attraverso la voce narrante, come se facesse parte integrante della natura, attraverso la scena urbana e paesaggistica in cui si manifesta. Anche in questa edizione, le pennellate di luce del progetto multivisivo che illumineranno il Giardino del Teatro Olimpico all’imbrunire sono di Francesco Lopergolo, mentre la regia è di Giancarlo Marinelli.
Il progetto, sostenuto dalla Regione del Veneto e dai Comuni di Caorle, Pieve di Soligo e Vicenza, è realizzato in collaborazione con Arteven – Circuito Multidisciplinare Regionale e con l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ha utilizzato le Città del Veneto come luoghi della rappresentazione per rievocare le ambientazioni del romanzo di Hemingway, i luoghi della storia d’amore tra il colonnello Cantwell e la giovane Renata con sullo sfondo la caccia in Laguna, la Grande Guerra, l’amore vissuto tra le calli di una Venezia lontana nel tempo. Il reading “Di là dal fiume e tra gli alberi” è stato presentato in anteprima a Taormina in luglio, con grande successo, a Caorle in agosto e a Pieve di Soligo il 16 e il 17 settembre, registrando ovunque il tutto esaurito. Uno degli obiettivi del progetto è stato quello di rivelare ad occhi nuovi, ma anche allo sguardo di chi questi luoghi li abita da sempre, nuove prospettive e diversi punti di vista, celebrando, attraverso il teatro, la bellezza architettonica e paesaggistica di scenari che entrano a pieno titolo nella narrazione.
“Hemingway è stato un grande architetto della lingua ed è un’architettura straziante anche questa sua ultima storia d’amore – ci dice Giancarlo Marinelli. – Grandi protagonisti del teatro, città meravigliose, il Veneto come l’abbiamo visto ma come non l’abbiamo mai guardato, ‘Di là dal fiume e tra gli alberi’ vi aspetta nel confine sottile che separa la guerra di un uomo dall’amore per una donna”.
E alla grande storia d’amore narrata nel romanzo di Hemingway è dedicato il secondo appuntamento del L’Olimpico incontra il pubblico in programma sabato 23 settembre alle 18.00 nel Giardino del Teatro Olimpico, dal titolo “Hemingway, di là dal testo nell’amore”, una conversazione condotta da Marco Ghiotto, ideatore e anima del sito vicenzacult.net e Irina Ivancich Marchesi, nipote di Adriana Ivancich, la nobile veneziana a cui si ispira il personaggio di Adriana, che illustrò l’edizione statunitense del romanzo e pubblicò nel suo libro di memorie “La Torre bianca” la storia della sua relazione con lo scrittore statunitense.
Gli incontri di approfondimento che accompagnano gli spettacoli al Teatro Olimpico, aperti al pubblico e gratuiti, sono organizzati dal Ciclo dei Classici in collaborazione con l’Accademia Olimpica con la Biblioteca civica Bertoliana.
Per le due repliche del reading “Di là dal fiume e tra gli alberi” restano pochi biglietti; il biglietto unico, comprensivo dell’aperitivo finale, costa 20 euro.
Informazioni spettacoli e prevendita biglietti
I biglietti sono in vendita online su www.classiciolimpicovicenza.it e alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini 39 – tel. 0444 324442); per giorni e orari di apertura consultare il sito www.tcvi.it. Al Teatro Olimpico e nelle altre sedi degli spettacoli e delle performance, la biglietteria sarà aperta un’ora prima dell’inizio degli eventi.
Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza
Sono stati cinquanta i cittadini e gli enti che quest’anno hanno partecipato a “Vicenza fiorita”, decorando giardini, terrazze, balconi, locali, chiostri, luoghi pubblici della città, come prevede l’iniziativa del Fai a cui il Comune di Vicenza collabora.
La premiazione dei partecipanti è in programma mercoledì 20 settembre alle 16 alla Biblioteca internazionale La Vigna, in contrà Porta S. Croce 3.
Alla cerimonia prenderanno parte la vice sindaca del Comune di Vicenza Isabella Sala, la capo delegazione del Fai di Vicenza Alessandra Ronchi, la presidente degli Amici dei Parchi Marialuisa Manfredini e i rappresentanti di Fondazione Roi, Comune di Nove e Fai Giovani.
Da Storie Vicentine, ecco un’interessante ricerca storica sui lavatoi di Vicenza. Il termine lavatoio deriva dal latino medievale lavatorium, recipiente in cui si immerge il bucato da lavare e si distingue da lavandaro (dal verbo lavare, con il suffisso in -aro) che indica chi per mestiere lava indumenti di altre persone, entrambi in uso già dal XIV secolo.
Nell’età moderna la professione viene declinata al femminile nella nota figura della lavandara, spesso denigrata nello stereotipo della donna volgare e rozza, altre volte contemplata dai poeti come Giovanni Pascoli, nella nota poesia Lavandare, quasi mai osservata nella sua condizione sociale subalterna e disagiata. I lavatoi, nati in area prealpina, originariamente erano in pietra, dotati di due vasche, una detta “labo” che raccoglieva l’acqua dello zampillo, ed una seconda utilizzata per raccogliere quella che traboccava, munita di lastra laterale inclinata, che fungeva da lavatoio. La tecnologia dei lavatoi si è perfezionata nel tempo, in età industriale vengono prodotte vasche prefabbricate di graniglia di cemento.
Un lavatoio di Vicenza nel Novecento
I lavatoi sono prodotti standard per l’edilizia composti da più vasche in cui immergere i panni e di lastre su cui venivano battuti. Durante la prima industrializzazione e la conseguente crescita demografica della prima metà del Novecento, a causa dell’intensa migrazione dalla campagna alla città, la popolazione urbana di Vicenza aumenta notevolmente e , nel primo decennio del secolo scorso, del 21,52 %. Forte è l’industria manifatturiera cittadina, il Lanificio Rossi, con le sue controllate, assorbe 1/6 della filatura cardata italiana e 1/4 dei telai meccanici operanti in Italia, nel pettinato, gli stabilimenti occupano 160.000 mq. alta è l’occupazione che comporta la costruzione di nuovi, insediamenti urbani, con la conseguente espansione a raggiera della città.
Lavatoio di via X Martiri (1920) spogliato della copertura in eternit-amianto foto 2004
L’Amministrazione Comunale concede premi per incoraggiare i capitalisti a costruire nel territorio e si rifiutano licenze edilizie che non abbiano razionale disposizione; con questo impulso vengono aperte nuove strade nei quartieri di S. Bortolo, S. Felice, Cattane, S. Croce e S. Agostino, dove, tramite accordi diretti con i singoli proprietari, vengono costruiti nuovi nuclei insediativi, si menzionano le case popolari di Via Bartolomeo d’Alviano, esempio urbano della realizzazione dell’idea città-giardino. In seguito all’immigrazione, l’Amministrazione cittadina costruisce nuove strade e nascono nuovi quartieri, dove la densità demografica è alta le cattive condizioni igieniche sono la causa di malattie infettive come il colera e il tifo, i cui batteri sono notoriamente veicolati dall’acqua insalubre. Elevato è il tasso di mortalità infantile. I fanciulli e i neonati muoiono sia per la scarsa alimentazione e sia per l’insufficienza dell’igiene domestica.
Lavatoio di Via X Martiri (1920) in un’immagine del 1997
Vicenza nel 1911 ha 53.107 abitanti, 9.404 in più del censimento precedente e l’aumento demografico comporta gli adeguamenti delle strutture edilizie, risultate insufficienti e della struttura fognaria. L’Amministrazione cittadina intravvede la necessità di offrire ai nuovi inurbati luoghi pubblici per l’approvvigionamento idrico in funzione dell’igiene collettiva; è per questo che dal 1915 al 1969 sono stati infissati nel Comune di Vicenza 60 lavatoi, come risulta dal censimento del 12 maggio del 1971 (Archivio di Palazzo Trissino, Vicenza). Il primo lavatoio, oggi scomparso, è di via dei Mille ed apre la prima fase delle costruzioni negli anni ‘20 con i lavatoi di Capitello, S. Antonino, Saviabona (strada in curva), Anconetta centro, viale Trieste, via Fossetta, via X Martiri, via E. di Velo e viale Verona.
Lavatoi di Vicenza: quello al Borghetto in via Saviabona (1930), foto 1997
Fra le principali cause che giustificano la costruzione dei lavatoi, da parte dell’Amministrazione comunale, sono le cattive condizioni igieniche, che, insieme allo scarso controllo delle acque e all’alimentazione povera, sono la causa di malattie endemiche di questo periodo: il colera, il vaiolo, il tifo, la tubercolosi. L’immigrazione continua nei primi anni ‘30 ed è progressiva, nonostante la forte emigrazione, toccando un saldo attivo nel 1933 (+1.066 abitanti); solo in coincidenza della promulgazione delle leggi razziali si verifica in Vicenza il saldo sociale negativo più rilevante con meno 436 unità.
Lavatoio a San Bortolo tra via Boffalora e via Lamarmora – part. delle vasche(1940) foto 1994
La crescente industrializzazione, allontana la popolazione dalla campagna e una volta inurbata vive in case dove è assente l’acqua e scarseggiano i servizi igienici. Il maggiore affollamento comporta la necessità di mettere a disposizione dei cittadini i lavatoi per provvedere all’igiene pubblica e alle necessità idriche dei nuovi nuclei in espansione. È in questo periodo che l’Amministrazione si pone il problema di risanare alcuni quartieri della città, SS. Apostoli, Cornoleo, Borghetto di S.Croce. In contrà Santi Apostoli, ad esempio, vivono 148 famiglie numerose, che abitano in 21 case e molte in un solo locale.
Lavatoi di Vicenza: quello a San Bortolo – Via Durando(1949) foto 1997
Nel 1933 Vicenza non ha ancora raggiunto i 70.000 mila abitanti e viene incaricato il Comitato degli Ingegneri, per la formulazione dei preliminari del piano regolatore generale, al fine di indicare soluzioni per lo sviluppo radiale della città. Sono segnalati nuovi edifici a Borgo Scrofa, ed episodici interventi lungo viale Trieste e Viale Astichello, con insediamenti esterni al Centro storico e il contestuale decentramento di attività ed attrezzature tra cui i lavatoi; infatti, nello stesso anno vengono costruiti due lavatoi in viale Astichello. Nel 1938, dopo 5 anni viene bandito un concorso per il piano regolatore generale, fra i migliori risulta il “Progetto Pallade”, per l’attenzione posta alla mancanza dei servizi igienici. Infatti, la preoccupazione più importante dell’Amministrazione cittadina è quella di costruire servizi igienici collettivi per prevenire le malattie molto diffuse.
Lavatoio a San Bortolo – tra via Boffalora e via Lamarmora (1940) foto 1994
Negli anni ’30, inoltre sono stati costruiti i lavatoi di via Moracchino, Saviabona-Borghetto, Cul de Ola, viale Fiume (case ECA), Bertesina, Polegge (case comunali). Dopo la 2^ Guerra mondiale, nella seconda metà degli anni ‘40 vengono costruiti tre lavatoi in Viale Trento, via Saviabona vicino Enal e via Durando, la città si va progressivamente espandendo e la popolazione è in costante aumento, raggiungendo 79.862 abitanti nel 1951. Negli anni ’50 il boom economico porta ad un consistente sviluppo edilizio quindi, si rende necessario un adeguamento dei servizi, compresi quelli igienici e la costruzione capillare di lavatoi che sono infissi a Polegge Centro, Maddalene Chiesa e Piana, Laghetto, Scuole Anconetta, Ospedaletto centro, via Marsala, via Imperiali, via Cattane, Borgo Casale, Stanga, Cà Balbi, Settecà, strada comunale del Paradiso, Gogna, viale Verona, Campedello, Longara, Foro Boario, Scuola elementare Laghetto, viale Ferrarin. Gli ultimi lavatoi sono stati costruiti negli anni ‘60 vengono costruiti in via Grappa; strada della Paglia, strada comunale Balbi, Settecà Chiesa, Olmo, Tormeno, via dei ‘Mille (nuovi), strada Nicolosi, S. Croce Bigolina, S. Benedetto, Bertesina, giardino Salvi, scuola Materna Polegge. A seguito dell’introduzione di bagni individuali negli edifici privati e della diffusione degli elettrodomestici, i servizi igienici pubblici decadono e i lavatoi sarebbero destinati a scomparire se la società civile non ne valorizzasse il ruolo che hanno rappresentato nel momento di intensa espansione edilizia cittadina e in quello odierno come reperti di archeologia industriale. Sono segni evidenti dell’espansione urbana della prima metà del Novecento, diventati parte della memoria collettiva e come aree urbane pubbliche, dotate di acqua corrente, possono rinnovare oggi la loro funzione di bene comune.
Di Anna Maria Ronchin da Storie Vicentine n. 12 del 2023.
Riprende al Palladio Museum – Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio “Letture in corso”, la serie di presentazioni di monografie, studi e approfondimenti sui temi dell’architettura, della storia dell’arte e della civiltà, promossa in occasione del decennale del museo. Nel corso degli incontri, storici dell’arte, studiosi, critici presentano al pubblico i loro studi e le pubblicazioni recenti.
Il prossimo appuntamento è in programma martedì 19 settembre alle 18:00 al Palladio Museum, in contra’ Porti 11 a Vicenza, per presentare il volume “La bottega di un «chaxolin» nel Rinascimento veneto” (2023) di Francesco Bianchi, frutto di uno studio vincitore della seconda edizione della borsa di ricerca Aldo Businaro.
A presentare la storia avvincente di un imprenditore rinascimentale, titolare di un mestiere che esiste ancora ai giorni nostri – il “casolino” Ambrogio da Bellano che dalle sponde del lago di Como si trasferisce a Vicenza per gestire una fiorente attività di commercio di formaggi – sarà l’autore Francesco Bianchi, dottore di ricerca in Storia e docente a contratto di Storia medievale all’Università degli Studi di Verona. Ad introdurre lo studioso e la sua originale ricerca saranno Edoardo Demo, Presidente del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Guido Beltramini, direttore del CISA e Aldo Rozzi Marin, “gestore” dei gioielli immobiliari della Regione del Veneto.
La borsa di ricerca Aldo Businaro è stata istituita dalla società Veneto Edifici Monumentali a socio unico Regione del Veneto (già Immobiliare Marco Polo srl), con il patrocinio dell’Istituto Regionale Ville Venete, del Comune di Monselice (PD), del Comune di Piazzola sul Brenta (PD), dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, dell’Associazione per le Ville Venete e dell’Associazione Nobiliare Regionale Veneta, con la collaborazione scientifica del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e della Biblioteca civica Bertoliana e con il sostegno finanziario di Ferdinando Businaro.
Lo studio e il volume raccontano di Bellano, un piccolo e grazioso borgo adagiato sulla sponda orientale del lago di Como. Nonostante le modeste dimensioni, alla fine del medioevo era centro di vivaci attività economiche e inserito in reti commerciali di una certa estensione, tant’è che già nel Quattrocento non era raro incontrare in area veneta uomini d’affari originari di quelle parti. Fra questi personaggi c’è anche un certo Ambrogio da Bellano, il cui profilo imprenditoriale emerge chiaramente dalla lettura di una “vacchetta”, cioè un libro contabile stretto e di forma allungato, composto da 120 carte, conservato all’interno dell’Archivio Velo presso la Biblioteca Bertoliana di Vicenza. Lo studio di questo documento consente di ripercorrere il giro d’affari di Ambrogio, che evidentemente si era trasferito dal distretto di Como a Vicenza, dove è attivo come “caxolin” (nel senso di formaggiaio) ‒ così si autodefinisce ‒ tra il 1496 e il 1506. Ambrogio, che opera insieme ad alcuni familiari, risulta tenere casa e bottega proprio a Vicenza, in borgo Portanova, da dove gestisce la compravendita di varie merci, ma in particolare di formaggi, per quantitativi misurabili in tonnellate. I suoi clienti e i suoi fornitori sono perlopiù vicentini, appartenenti sia ai ceti popolari sia a quelli aristocratici della città e del contado, mentre i prodotti caseari trattati rispondono a svariate tipologie. Si trovano formaggi a pasta dura o molle; formaggi di latte vaccino o pecorino; formaggi di monte e di pianura, provenienti dal Vicentino, dal Veronese, ma anche dalla Sicilia, dalla Grecia e da Creta, questi ultimi forniti da grossisti veneziani.
L’ ingresso alla presentazione di martedì 19 settembre è libero, fino ad esaurimento posti disponibili.
La storia del Castello di Thiene è documentata dalla cartografia trovata nella dimora storica. Ecco di seguito la ricerca di Storie Vicentine. Il complesso archivistico, composto dai fondi delle famiglie Porto, Colleoni, Capra e Thiene, oltre a una ricca collezione di disegni e a numerosi frammenti di archivi diversi pervenuti per dote o per lascito testamentario, conserva materiali di diversa tipologia, tra cui pergamene, bolle papali e ducali, privilegi imperiali, lettere, registri, mappe, ecc. (originali e in copia), prodotti dalla prima metà del secolo XI fino alla metà del XX.
Grazie al sostegno della Fondazione Cariverona nel quadriennio 2018-2021 (Progetto Archiporto) e della Regione del Veneto nel 2021 (Progetto Disegni), è stato possibile intraprendere un nuovo lavoro di censimento, ordinamento e descrizione inventariale dell’archivio della famiglia Porto (sec. XI-XIX), cardine dell’intera documentazione, e della ricca collezione di Disegni (sec. XVI-XX), al fine di rendere accessibili gli inventari – pensati per essere caricati in rete – nel Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
Restauro effettuato in occasione del Progetto Archiporto su una mappa del sec.XVIII
I due progetti hanno permesso di individuare nella documentazione alcune tematiche ricorrenti, tra cui molteplici aspetti legati alla gestione e al controllo delle acque nel territorio vicentino, nonché allo sviluppo e affermazione delle antiche attività artigianali, elementi talvolta intrecciati con i principali contesti palladiani e con l’amministrazione dei palazzi e delle ville dominicali di proprietà delle più illustri famiglie vicentine.
Questi argomenti, identificati con la consultazione dei catastici di corredo del fondo Porto (interamente digitalizzati nel corso del Progetto Archiporto) e con il controllo dei materiali in archivio, si riscontrano con più evidenza – data la loro particolare tipologia – nella cospicua cartografia storica raccolta nel fondo Disegni, costituito per lo più da materiali estrapolati dallo stesso archivio Porto.
Una rappresentazione di mulini tratte dalla cartografia storica dell’Archivio privato Porto Colleoni Thiene
Tra la fine del Settecento e la seconda metà dell’Ottocento, infatti, secondo una metodologia applicata al tempo in altri archivi pubblici e privati del territorio italiano, anche l’archivio del Castello è stato partecipe di un’incauta estrazione dei materiali grafici dai rispettivi fondi di appartenenza, allo scopo di costituire un fondo tematico (o collezione) di disegni, con la conseguente perdita dei vincoli archivistici tra le carte. A questo proposito i lavori svolti con il Progetto Archiporto e con il Progetto Disegni, hanno permesso di identificare quasi nella totalità dei casi il fondo di provenienza dei singoli disegni e, talvolta, la loro collocazione originaria, consentendo altresì di rintracciare 110 mappe e disegni in precedenza non indicati nei catastici di corredo (e per questo motivo esclusi dall’operazione di estrapolazione).
Una rappresentazione di mulini tratte dalla cartografia storica dell’Archivio privato Porto Colleoni Thiene
Questi ultimi si aggiungono idealmente ai molteplici altri disegni e mappe del Castello, a oggi oltre 545 dei secoli XVI-XX, tra cui si registrano oltre 450 cartografie storiche e rappresentazioni manoscritte anteriori al 1866 di particolare interesse paesaggistico, geografico e vedutistico. Durante il Progetto Archiporto, proprio ai fini di una maggiore tutela e conservazione delle cartografie dell’Archivio, è stato possibile avviare una Summer School di aggiornamento in conservazione del patrimonio archivistico, destinata a giovani e specialisti del settore del restauro: l’attività di laboratorio svolta dai partecipanti, articolata in lezioni teoriche e pratiche, ha permesso di effettuare le analisi e gli interventi, oltre che su alcuni documenti pergamenacei, anche su sette mappe del fondo Disegni.
Le colture di morari (gelsi) testimoniano la produzione e il commercio della seta nel territorio vicentino. Particolare tratto da una mappa del sec. XVII
La cartografia storica, per lo più prodotta in occasione di liti, processi, contenziosi o divisioni di beni tra i da Porto, i Capra, i Colleoni, i Thiene e le varie altre parti in causa, costituisce una testimonianza imprescindibile non solo per l’analisi e lo studio del territorio vicentino e dei suoi principali cambiamenti nel corso dei secoli, ma anche per l’approfondimento di alcuni fattori legati all’imprenditoria dell’aristocrazia vicentina, capace di emergere nella gestione di imprese agricole, commerciali e proto- industriali.
La verifica dei materiali in archivio, necessaria per la compilazione degli inventari digitali, oltre a consentire l’individuazione di errori di datazione o di numerazione, documenti mancanti, redatti in copia o danneggiati, ha permesso infatti di accertare la presenza di numerosi elementi prettamente legati allo svolgimento delle attività economiche del passato. Tra questi si registrano in particolare i numerosi mulini situati in tutto il territorio, i magli da ferro e da rame per la lavorazione dei metalli, le pile da riso (la cui coltura è attestata nella cartografia del Castello fin dal Seicento), i filatoi e i folli per la manifattura dei tessuti. In merito a questo ultimo aspetto, non mancano accenni alla produzione della seta, il cui commercio è testimoniato nei documenti del fondo Porto a partire dalla prima metà del Cinquecento: alcuni disegni rappresentano infatti colture di morari (gelsi), molto probabilmente adibiti all’allevamento dei bachi da seta.
Beni Capra e Vigodarzere nelle pertinenze di Sarcedo e Breganze, particolare della cartiera nei pressi della Roggia Verlata (1749)
Inoltre, anche se limitatamente, vi è accenno alla fabbricazione della carta attraverso la raffigurazione di alcune cartiere. Le mappe dell’archivio risultano di particolare importanza anche per la rappresentazione delle numerose proprietà terriere appartenute alle principali famiglie vicentine (o tuttora possedute), tra cui i Chiericati, i Valmarana, i Bissari, i Godi, i Ferramosca, i Nievo e molte altre. Di queste si delineano in particolar modo gli aspetti pertinenti con i contesti palladiani, direttamente connessi con le vicende agricole e con l’amministrazione e gestione dei beni situati nelle adiacenze delle dimore di campagna. Ne è un esempio Villa Chiericati a Vancimuglio, acquisita dai da Porto nel 1574, la cui rappresentazione si attesta fino al XIX secolo nei disegni relativi alle località a essa circostanti (Grumolo delle Abbadesse, Sarmego, Lerino, Marola, Barbano, ecc.), per lo più legate alla gestione delle acque adibite al funzionamento dei mulini e delle pile da riso, nonché all’irrigazione delle molteplici risaie ancora oggi presenti in questa specifica zona.
Non mancano tuttavia anche rappresentazioni di palazzi e ville dominicali postume, appartenenti cioè ai secoli XVII-XVIII, alcune delle quali ancora bisognose di studi e approfondimenti, come villa Capra a Santa Maria di Camisano Vicentino, il cui fasto e splendore nel Seicento è testimoniato nella documentazione in gran parte conservata nell’omonimo fondo del Castello. Vi sono poi accenni sulla gestione dei boschi e sul controllo delle acque dei fiumi e dei torrenti, questi ultimi spesso oggetto di vere e proprie opere idrauliche realizzate nel corso dei secoli.
Alla cartografia storica e ai disegni di tipo paesaggistico-geografico, si aggiungono infine, anche se in minor numero, alcuni schizzi, disegni decorativi e studi di tipo architettonico, testimonianze della costante collaborazione delle famiglie Porto, Colleoni, Capra e Thiene con architetti, pittori, scultori e artigiani, coinvolti soprattutto nella progettazione e decorazione degli edifici, ma anche dei giardini a essi annessi, arricchiti di peschiere, labirinti, giochi d’acqua, roseti, cedraie e altri alberi da frutto. I dati inseriti negli inventari digitali del fondo Porto e del fondo Disegni, entrambi realizzati grazie all’adozione del software archivistico xDams Open Source7, in linea con gli standard descrittivi di riferimento, sono stati scelti per rilevanza ed efficacia nel campo della ricerca.
Nello specifico l’attività di inventariazione ha previsto lo studio analitico dei regesti riportati nei catastici di corredo, permettendo, per la gran parte, la descrizione di ogni singola unità documentaria attraverso l’inserimento degli estremi cronologici, delle segnature (comprese quelle originarie o antiche), della tipologia e del supporto (cartaceo, pergamenaceo, ecc.), dei nomi di persona e di luogo, oltre alla descrizione sintetica dei contenuti. Relativamente alla cartografia storica e ai disegni, invece, si è aggiunta la consistenza (dimensioni, cromatismo, scala), mentre per specifici atti e documenti del fondo Porto, sono stati inseriti i nomi dei notai, delle parti e controparti (nel caso, ad esempio, dei processi), dei personaggi illustri e degli avvenimenti e fatti storici di particolare interesse. Entrambi gli inventari sono liberamente accessibili nel Portale de- gli archivi della Biblioteca Bertoliana, all’interno della sezione dedicata agli archivi di altri enti e istituzioni.
Beni Porto in Vancimuglio, particolare della villa dominicale e della possessione investita a uso di risaia (1809)
La Bertoliana ha infatti scelto di attuare progetti di inventariazione per conto di altri enti del territorio vicentino detentori di archivi, in collaborazione con gli istituti stessi e con la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e Trentino Alto Adige. Oltre al fondo Porto e al fondo Disegni dell’Archivio privato Porto Colleoni Thiene, la sezione comprende a oggi anche l’Archivio Istrevi S(Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Vicenza) e l’Archivio dei Musei Civici di Vicenza. Il Portale offre differenti chiavi di lettura e di ricerca, permettendo di ‘navigare’ attraverso i vari fondi archivistici ed esplorare così nel dettaglio la descrizione delle carte che vi sono conservate, garantendo inoltre la possibilità di effettuare ricerche all’interno di un singolo archivio o di più archivi tramite l’inserimento di termini chiave. A questo proposito, gli inventari dell’archivio del Castello di Thiene, descritti a livello di unità documentaria, possono costituire senz’altro un punto di partenza per studiosi o semplici appassionati. La loro consultazione consente infatti di ricavare molteplici informazioni relative a documenti di specifici luoghi, notai, famiglie o personalità di spicco del territorio vicentino, diminuendo i tempi di ricerca e favorendo gli studi interdisciplinari, in previsione di una collaborazione sempre più partecipativa tra i vari enti aderenti al Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana.
Di Sofia Stefani da Storie Vicentine n. 12 del 2023.
Il presente contributo contiene dati estratti dagli inventari del fondo Disegni e del fondo Porto, liberamente accessibili nel Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana nella sezione dedicata all’Archivio privato Porto Colleoni Thiene: <https://archivio.bibliotecabertoliana.it> (alla data 30/12/22). Il lavoro di descrizione inventariale informatizzata e di controllo dei materiali presenti in archivio è a cura della scrivente con il coordinamento scientifico della Biblioteca civica Bertoliana (Mattea Gazzola).
La 47^ edizione di “Incontro sulla Tastiera”, con il patrocinio del Comune di Vicenza, porta a teatro una nuova stagione, intensa e sbalorditiva, ricca di proposte nuove e coinvolgenti.
I riflettori saranno puntati anche quest’anno sulle giovani promesse, ribadendo l’impegno dell’associazione vicentina a sostenere la vita artistica dei musicisti nel difficile cammino professionale che hanno scelto per la vita. Attenzione verrà data anche alle realtà musicali di qualità del territorio, per dimostrare che non è necessario andare oltre confine per trovare proposte interessanti, ma bisogna, invece, tenere lo sguardo ben saldo intorno a sé.
Si ricomincia al Teatro Olimpico, il 30 ottobre 2023, proseguendo per otto appuntamenti fino al 28 maggio 2024, con la serata conclusiva, ambientata sempre nel teatro palladiano. I sei appuntamenti intermedi si svolgeranno, invece, tutti al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza, ad eccezione del concerto di Natale che verrà eseguito nella chiesa di San Gaetano.
La rassegna è stata presentata oggi all’Odeo del Teatro Olimpico, alla presenza dall’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, della direttrice artistica di Incontro sulla Tastiera, Maria Antonietta Righetto Sgueglia, dal presidente dell’associazione, Enrico Hüllweck e da Cesare Benedetti, presidente di Zeta Farmaceutici, sponsor del concerto del 28 maggio 2024.
“Essere qui oggi con voi ad annunciare la nuova stagione di Incontro sulla tastiera ha un preciso significato: manifesta l’intenzione di questa amministrazione di portare avanti una tradizione che si protrae da ben 47 anni e che porta con se un pubblico affezionato che ad ogni concerto partecipa entusiasta – ha affermato l’assessore alla culturaal turismo e all’attrattività della cittàIlaria Fantin -. Con entusiasmo, se possibile, pari a quello profuso dal direttore artistico, Mariantonietta Sgueglia che sia è lasciata trasportare dall’amore per la musica ed in particolare per il pianoforte per approntare ogni anno un calendario di date attrattive. E l’attenzione profusa verso i giovani musicisti è un filo conduttore della rassegna che se da un lato è un invito a proseguire sulla strada della musica, dall’altro consente al pubblico vicentino di apprezzare virtuosismo e talento”.
“Non posso che essere orgogliosa dei risultati raggiunti – ha detto con energia Mariantonietta Righetto Sgueglia, direttore artistico dell’associazione -. Siamo partiti tanti anni fa, con un grande sogno, ma pochissime possibilità. Abbiamo scalato le montagne, superando difficoltà, diffidenza, incredulità…e oggi possiamo affermare di essere una delle grandi realtà culturali del nostro territorio. Andiamo molto fieri di ciò che abbiamo fatto e di aver tenuto ben presente in tutti questi anni il nostro primario e unico obiettivo: sostenere la carriera dei giovani, dare spazi di esibizione ai nuovi volti e proporre progetti nuovi che soddisfino il più ampio pubblico possibile. E la Stagione che abbiamo messo in piedi è lo specchio di tutto ciò”.
“Mescoleremo ancora una volta le Muse, come facciamo spesso, certi che l’arte abbia tante sfaccettature e più anime che vivono nei vari mondi in cui si esprime: fare incontrare questi mondi -musica, recitazione, canto, danza – non può che portare a meravigliose esperienze – ha commentanto il presidentedi Incontro sulla Tastiera,Enrico Hüllweck –. E’ vero che il Cartellone 2023-24 trova ancora una volta nel pianoforte il suo protagonista principale, ma è altresì un caleidoscopio di espressioni. Ci accompagna sempre l’intento artistico e formativo di incontrare e forgiare il gusto per l’arte, attraverso percorsi e sfaccettature diversi, presentando occasioni di musica a 360° gradi, con programmi che abbraccino più generi e più periodi. E ciò avviene anche grazie alla preziosa sinergia con associazioni affini, guidate dallo stesso obiettivo mecenatistico, come la Keyboard Trust di Londra, diretta da Noretta Conci, e l’Associazione PianoFriends di Milano, diretta da Catia Iglesias”.
La prima – di lunedì 30 ottobre – sarà una Prima Mondiale assoluta. Vedrà un grande ritorno: Enrico Balboni, alla viola, accompagnato dal flautista Tommaso Benciolini e l’Orchestra da camera “L’appassionata”, diretta dal Maestro Lorenzo Gugole in un concerto che va sotto il titolo di “Meravigliose Rarità italiane”. Dove sta la sorpresa a cinque stelle? Dopo i brani di Paganini, Boccherini, Respighi e Sollima, il clou della serata, è rappresentato dalla esecuzione de “L’Elegia” per Viola e Orchestra del compositore vicentino Pierangelo Valtinoni, docente al nostro Conservatorio, una celebrità ormai a livello mondiale, che vede le sue opere eseguite non solo alla Scala di Milano o alla Fenice di Venezia, ma nei maggiori teatri di tutto il mondo. L’Elegia è dedicata al maestro Balboni, docente come Valtinoni allo stesso Conservatorio di Vicenza, e sarà eseguita per la prima volta al Teatro Olimpico.
Il cartellone prosegue, poi, con il Concerto di Natale, nelle mani di un recentissimo ensemble vicentino di fiati “Philia Ensemble”, coadiuvato dalla soprano Vittoria Bettanin, e scivolerà nel 2024 con un serie di concerti pianistici, che vedrà susseguirsi Nikita Lukinov, Flavio Tozzi, Giacomo Corbetta e Carlo Prampolini.
Si tornerà, infine, per i due concerti conclusivi al Teatro Olimpico con due altre chicche di assoluta originalità. Il 6 maggio sarà la vota di “Cantami o Musa…Miti, eroi, amori olimpici nel tempio di Andrea Palladio”, dove lirica, recitazione e pianoforte daranno vita una sorta di inno al Palladio e al suo Teatro Olimpico, tanto amato dai vicentini e meta irrinunciabile dei turisti di tutto il mondo. Il Palladio, attratto, come era tipico per gli autori umanisti e gli artisti rinascimentali, dalla perfezione degli antichi greci e dalla statuaria romana, vedrà la musica volgere lo sguardo ai testi dei classici per portare in scena un inedito percorso ideale, di tema strettamente amoroso, tra le opere liriche degli autori del Seicento barocco, del Settecento veneziano e dell’Ottocento romantico.
E da ultimo il concerto del 28 maggio SUR – Tra Argentina e Spagna, con violoncello e fisarmonica-bandoneon accompagnati dalla voce recitante, dove la musica di matrice iberica e latino-americana si mescolerà alle parole di poeti argentini e spagnoli per cantare l’amore universale.
La prevendita è attiva da martedì 3 ottobre 2023 alla biglietteria del Teatro Comunale Città di Vicenza dal martedì al sabato dalle 15 alle 18.15, oppure online www.tcvi.it
I biglietti saranno in vendita anche il giorno del concerto presso la biglietteria della sede indicata da un’ora prima dell’inizio.
Per Teatro Olimpico: Intero 30,00 euro, Ridotto (insegnanti e over 65) 25,00 euro, Ridotto giovani (under 30) 15,00 euro.
Per TCVI e Chiesa di San Gaetano: intero 25,00 euro, ridotto (insegnanti e over 65) 20,00 euro, Ridotto giovani (under 30) 12,00 euro.
Abbonamenti
Sostenitori 250,00 euro Intero 170,00 euro, Ridotto (insegnanti e over 65) 135,00 ero, Ridotto giovani (under 30) 70,00 euro.
Altre promozioni
Studenti delle scuole (fino terza media) euro 5,00, accompagnatori euro 12,00, studenti del conservatorio, liceo musicale e altri istituti superiori euro 12,00, insegnanti: euro 12,00.
Con artisti come Pistoletto e Tamborini, e poi video, installazioni, eventi e incontri
“La proporzione aurea”: non una semplice mostra ma uno spettacolare percorso immersivotra passato, presente e futuro, tra arte, scienza e tecnologia, tra voci lontane nel tempo e i grandi protagonisti della riflessione contemporanea.
Prodotta da Relazionésimo e accolta dall’amministrazione comunale di Vicenza, l’esposizione sarà dal 1° ottobre al 10 dicembre nella Basilica Palladiana di Vicenza, monumento che simboleggia l’eternità di una riflessione matematica e razionale sulla bellezza – ma anche la capacità di trasformazione dell’arte. Alla ricerca della “regola segreta” che determina l’armonia della natura e il rapporto tra noi e il mondo.
«In dialogo con la Basilica, la mostra – spiega il curatore, Rolando Bellini, docente di Storia dell’arte, Museologia ed Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera – mette in relazione artisti di diverse scuole e generazioni, da Michelangelo Pistoletto a Erica Tamborini, da Fibonacci a Leonardo, da Fidia a Luca Pacioli, tutti chiamati a confrontarsi con un tema al tempo stesso antico e attuale: quale rapporto c’è tra arte e scienza, tra etica e forme del bello? La risposta è nel percorso della mostra che, toccando temi e spunti classici – dalla sezione aurea alle proporzioni – li rende attuali nella forma dell’esperienza estetica».
«Siamo particolarmente orgogliosi – commenta il sindaco Giacomo Possamai – di ospitare un progetto che va ben oltre gli intenti didattici di una mostra tradizionale e che ci interroga, attraverso i molti e diversi linguaggi delle opere esposte, sulla ricerca di armonia insita nel genere umano. È una sfida ambiziosa che accogliamo nella splendida cornice della Basilica Palladiana, simbolo di un’epoca, il Rinascimento, in cui l’uomo cercò di realizzare l’equilibrio armonico tra città e natura».
Un’esposizione innovativa e coraggiosa, che traduce concretamente l’ambizione filosofica del progetto Relazionésimo: cambiare la nostra coscienza di noi stessi e del mondo, per diventare promotori del cambiamento nell’economia, nella società, nella scuola, nella cultura. «Gettando un ponte tra passato e futuro, nel segno della proporzione aurea, la mostra – sottolinea Ombretta Zulian, ideatrice del progetto e Ceo di Relazionésimo – si presenta come un invito al viaggio attraverso l’armonia e la conoscenza. L’arte è un sentiero che unisce sogno ed emozione, stupore e consapevolezza».
Il temadella proporzione aureaviene indagato in un vertiginoso viaggio tra passato e futuro: dalla classicità, attraverso la grande mediazione rinascimentale (con al centro la figura di Luca Pacioli, amico di Leonardo e Piero della Francesca e “guida” di una parte della mostra, sia in Basilica che in un’esposizione complementare a palazzo Cordellina), fino alla riflessione contemporanea. Quella di artisti ormai “storicizzati” come Michelangelo Pistoletto, con la sua inesausta ricerca di senso, dalla rilettura dell’uomo vitruviano al Terzo Paradiso realizzato appositamente per Relazionésimo. Una riflessione che la giovane Erica Tamborini, con il suo lavoro sulle trasformazioni dalla materia alla luce, riprende esplicitamente, a partire proprio dal focus vitruviano. In un gioco profondo di richiami e rimandi tra esponenti di primissimo piano delle diverse generazioni artistiche italiane.
Fino alle nuove frontiere dell’arte. Angelo Bonello, artista eclettico e direttore del Festival delle Luci di Brescia e Bergamo, lavorerà sui colori e sulla loro scala di proporzione. Jacopo Gonzato presenterà una serie di solidi platonici, realizzati in modo da far risuonare la materia nel momento in cui il visitatore entra in relazione con l’opera. Il pluripremiato videomapper Dies_ (Fabio Volpi) con una videoinstallazione interattiva e immersiva darà vita alla scomposizione delle proporzioni di un’opera iconica come il Partenone. La straordinaria figura del matematico Luca Pacioli verrà raccontata dal regista Duccio Forzano e dal graphic designer Matteo Riva.
Artisti diversi, accomunati dalla sfida agli stessi antichi ed eterni concetti: cos’è l’uomo, cosa definisce la sua esperienza del mondo. Cosa dà senso alla sua vita.
«Un’iniziativa dagli obiettivi così innovativi – preannuncia l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin – si declinerà per tutto il periodo dell’esposizione anche in azioni collaterali che coinvolgeranno la città in eventi, approfondimenti, conferenze, esperienze didattiche e laboratori. Il percorso di ricerca della bellezza uscirà dunque dalle due prestigiose sedi della mostra per interessare altri luoghi, tra cui le sei vetrate di palazzo Chiericati che si affacciano su corso Palladio, già allestite nel segno dell’evento».
Così, “La proporzione aurea” è più di una semplice mostra, e in particolare di una mostra didattica in senso tradizionale: rievoca piuttosto un cantiere d’arte, una bottega rinascimentale portata al nostro tempo, un’opera d’arte vivente. Un progetto allestitivo, firmato da Marcella Gabbiani, che produce percorsi nel tempo e nella storia, costruendo un gioco di rimandi e riflessi.
Dalla mostra in Basilica ai preziosi volumi d’epoca esposti in Biblioteca Bertoliana, a Palazzo Cordellina, da Albrecht Dürer a quelli “riscoperti” di Pacioli, passando per laboratori didattici, conferenze, eventi, incontri pubblici che offriranno nei mesi della mostra numerose e qualificate occasioni di approfondimento.
Un percorso esperienziale, capace di offrire insieme elementi storici, contemporanei, spettacolari, filosofici, sociali, antropologici in senso forte.
Ridotto Giovani da 19 a 25 anni € 10,00 Ridotto Ragazzi fino a 18 anni € 5,00 Ridotto Scuole € 5,00 Disabili e accompagnatore gratuito (ogni persona dovrà essere in possesso del proprio biglietto) Open € 15,00 (Questa tipologia di biglietto dà diritto all’ingresso alla mostra in un giorno a propria scelta, senza indicare una data)
Bambini fino ai 4 anni entrano gratuitamente
Per i biglietti acquistati in modalità Open si precisa che, nel rispetto dei limiti di capienza massima consentita all’interno della Basilica Palladiana, saranno possibili attese per consentire il normale deflusso dei visitatori presenti
Per organizzare visite di gruppo e visite guidate [email protected] – Infoline: 0444 560246