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Bertoliana, l’11 ottobre a Laghetto la presentazione del libro “Terre avvelenate S.p.A.”

Mercoledì 11 ottobre alle 18 la Biblioteca Bertoliana presenta il nuovo libro di Beatrice Peruffo “Terre avvelenate S.p.A.”, edito da Linea (2023), nella sede di Laghetto (via Lago di Pusiano 3).

La presentazione del libro di Beatrice Peruffo – che sarà presente per l’occasione, in dialogo con lo scrittore vicentino Paolo Stella – è inserita in Quartieri letterari”, l’iniziativa della Biblioteca Bertoliana che porta gli autori nei quartieri cittadini in un’opera di disseminazione della cultura, e rientra nel progetto Bill (Biblioteca della legalità), che mira a diffondere la cultura della legalità e della giustizia tra le giovani generazioni attraverso la promozione della lettura.

Il romanzo per ragazzi racconta la storia del piccolo Mamadou, raccoglitore nell’immensa discarica di Mbeubeuss (Senegal), che verrà adottato da una coppia di giovani veneti. Diventato studente di agraria, viene scelto come componente della task force costituita a seguito di casi di avvelenamento di api, per indagare su un intricato traffico di pesticidi illegali; il frutto delle loro indagini porterà a scoperchiare una complessa rete di traffici di rifiuti tossici e di tanto altro ancora.

Beatrice Peruffo è dottore di ricerca in biologia evoluzionistica, con una seconda laurea in psicologia. Insegna scienze naturali in un liceo scientifico e si interessa di questioni legate alla didattica delle scienze e all’apprendimento del sapere scientifico. Oltre a “Terre Avvelenate S.p.A.”, ha pubblicato i romanzi per ragazzi “Oceani di plastica” (Raffaello, 2019), “Raffa e Margot nella villetta degli orrori” (Terra Nuova Edizioni, 2021), “Le Anite. Profumo di miele e propoli” (Linea Edizioni, 2023) e il libro rivolto ai docenti “Leggere e scrivere la scienza” (Zanichelli, 2010).

L’ingresso all’evento è libero fino ad esaurimento dei posti. Per informazioni: [email protected], 0444 578265.

 

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Fonte: Bertoliana, l’11 ottobre a Laghetto la presentazione del libro “Terre avvelenate S.p.A.” , Comune di Vicenza

Malo, visita alla fattoria didattica “La Greppia” fra natura, animali e genuinità dei prodotti finiti

Le fattorie didattiche sono una realtà ancora poco conosciuta nel nostro territorio, ma in fase di espansione. Sono aziende agricole che organizzano esperienze e laboratori per adulti e bambini. C’è chi fa raccogliere frutta e verdura, chi fa avvicinare agli animali da allevamento e chi fa creare veri e propri prodotti, dalla natura al confezionato. Esperienze originali come fare l’agricoltore per un giorno sono molto apprezzate da scuole e famiglie.

Noi siamo andati a visitare la fattoria didattica “La Greppia” di S. Tomio di Malo, un’azienda agricola a conduzione familiare che produce per lo più latte, formaggi, yogurt, e dessert di panna cotta o frutta mescolata allo yogurt. Qui infatti è presente una grande stalla con circa 140 mucche, compresi i vitellini. E’ gestita dai coniugi Fabio e Denise Scorzato. “La Greppia significa la mangiatoia- spiegano i coniugi Scorzato-. Siamo iscritti come fattoria didattica dal 2012, anche se gestiamo la fattoria dal 2001”.

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L’inizio della stalla della fattoria La Greppia. Foto: m.c.

Fabio, qual è la storia della vostra azienda?

“Alla fine degli anni ’60, i miei genitori scesero dalle colline che circondano S. Tomio per instaurare la propria azienda agricola in pianura. Da quel momento parte quella che, di generazione in generazione, è l’attuale fattoria. Dal 2001 l’azienda è condotta da me e mia moglie Denise. I miei genitori Gaetano ed Odilla fanno parte dello staff aziendale, assieme a quattro dipendenti. Si tratta di un allevamento di vacche per la produzione di Latte di Alta Qualità con trasformazione di parte del latte, vendita e fattoria didattica.
Vengono prodotti circa 7 mila quintali di latte annui che sono destinati alla cooperativa Latterie Vicentine per le varie trasformazioni (ad esempio Asiago DOP, Grana Padano DOP, Latte alimentare, burro) e al laboratorio aziendale.

Dal 2004 le vacche vivono in una nuova stalla attrezzata per il loro benessere e per la qualità del lavoro degli operatori. L’azienda si è quindi costituita di 3 aree. C’è la stalla che ospita 130 animali, con i locali per la mungitura e lo stoccaggio del latte. C’è poi un’area dedicata all’immagazzinamento degli alimenti per la mandria e al ricovero delle attrezzature per le lavorazioni aziendali. E’ presente poi un’area in cui si trasforma il proprio latte, vendendo agri-yogurt e agri-dessert nell’incluso punto vendita.

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Un paio di vitellini in fattoria. Foto: m.c.

Vengono coltivati mais, sorgo zuccherino, erbaio, erba medica e prato stabile su una superficie di circa 50 ettari, in comune di Malo e Isola Vicentina. Tutto il prodotto finale delle coltivazioni è destinato all’alimentazione delle bovine. L’azienda acquista sul mercato la quantità di alimenti mancante a soddisfare il fabbisogno della mandria.

E’ Fattoria Didattica della Regione Veneto dal 2012 con operatori formati e qualificati. Può accogliere scuole, anziani, famiglie, diversamente abili, gruppi di amici, presentando loro varie proposte : gite, visite guidate, feste di fine anno, laboratori, percorsi, passeggiate, centri estivi, animazione e pacchetti regalo.

Dal 2017 La Greppia diventa “AgriYogurteria”: trasforma parte del proprio latte in agri-yogurt e agri-dessert. Inizia così un mercato iper specializzato nel panorama dell’agricoltura, facendo scoprire un mondo dello yogurt molto più vasto di ciò che normalmente si conosce (yogurt classici, salati, drink, kefir, compatto, ecc). Vende i propri prodotti nel punto vendita aziendale, nel distributore H24 e presso i negozi di fiducia”.

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Alcune mucche della fattoria La Greppia. Foto: m.c.

Quali esperienze si possono provare come fattoria didattica?

“Organizziamo visite, laboratori, percorsi  e feste negli ambienti del latte alla scoperta degli alimenti per gli animali, delle coltivazioni di mais, sorgo, erba medica e prato stabile e del laboratorio dove trasformiamo il nostro latte in agri-yogurt e altre delicatezze.

Le esperienze in fattoria si suddividono in due momenti. Uno comprende la visita guidata alla stalla, conoscendo le mucche, la loro alimentazione e il loro ciclo di vita, la mungitura e la trasformazione del latte. Un secondo momento sarà, invece, dedicato a dei laboratori a scelta. Ad esempio, si può effettuare un percorso sensoriale per scoprire la composizione della razione data agli animali. Si possono classificare i foraggi utilizzando delle griglie descrittive e provare a creare un mix di foraggi da portare alle mucche.

Oppure ci si può cimentare con la trasformazione dello yogurt, scoprendone i gusti e i profumi con l’utilizzo dei cinque sensi. Si possono poi degustare le proprie creazioni.

Oppure è possibile esplorare il prato vicino l’azienda, per riconoscerne erbe, foraggi e fiori, parlando così di stagionalità e di biodiversità. Infine, è possibile creare un pupazzo con il fieno da portare a casa.

Oppure si può fare un’esperienza pomeridiana concreta di mungitura (per scoprire le tante attenzioni nascoste dietro ad un litro di latte) e allattamento dei vitellini, per poi concludere con una degustazione dei prodotti della fattoria”.

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Gli yogurt e gli agri dessert ovvero i prodotti finiti de la Greppia. Foto: m.c.

Quali sono i prodotti finiti?

“Oltre a latte e formaggi e miele, abbiamo tutto il settore della yogurteria con agri dessert, agri yogurt, yogurt drink, cremini, panna cotta al pistacchio, agri kefir, yogurt salato, yogurt ai vari tipi di miele e tante altre golosità che si possono degustare qui da noi”.

Il valore aggiunto della fattoria “La Greppia” è anche quello di far conoscere e sperimentare al visitatore tutti i passaggi dalla mungitura al prodotto confezionato. Ogni cosa fatta dall’inizio alla fine con le proprie mani e con la propria fatica, sembra poi ancora più buona, genuina e gustosa.

 

Porta Santa Croce a Vicenza, la storia

La storia di Porta Santa Croce raccontata da Storie Vicentine.

La costruzione delle mura su disegno di Bartolomeo D’Alviano partiva da Porta Santa Croce e raggiungeva Porta San Bortolo ed erano munite di torri rotonde per offrire minor presa ai cannoni delle prime neonate artiglierie. Una prima cinta muraria a Vicenza risale al secolo X0 dopo l’invasione degli Ungheri anno 899 sconfitti da Ottone I0 di Sassonia, dopo questi eventi si torna ad una relativa calma. Ma i Vicentini memori dei pericoli corsi e dei danni sofferti, cominciarono a pensare ad un sistema difensivo che un po’ alla volta si estese a tutta la città. In antichi documenti si ricorda la Torre Coxina detta anche dell’Osservatorio o del Territorio a Ponte degli Angeli e parte del campanile di San Felice.

La prima cinta partiva da San Felice, Mure Pallamano, Ponte Furo, Porton del Luzzo, Piazzola Gualdi, Contrà del Guanto, Ponte delle Barche, Ponte degli Angeli, Canove, Motton Posterla, cingeva l’area dell’antica città Romana Le mura erano circondate da fosse profonde nelle quali scorrevano le acque del Bacchiglione e della Seriola (detta anche Bacchiglioncello).

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Il Torrione di parco Uccelli oltre il Bacchiglione

Delle torri che proteggevano le porte oggi non rimangono che i nomi tra- mandati dalle cronache o documenti. Il Decreto Edilizio del 1208 presenta una situazione di vie e case piuttosto caotica. La torre di Piazza o Torre dell’orologio, acquistata dal Comune nel 1220 era di proprietà dei fratelli Vito e Gualdiniello de’ Bissari. La vicina torre del Tormento o del Girone o delle Prigioni era circondata da mura merlate. Lo Statuto del 1264 faceva obbligo ad ogni nuovo podestà di erigere 100 pertiche di mura dove era necessario, 1 pertica circa 3 metri.

L’Astico, attorno all’anno 1000, provenendo dalla Chiesa dell’Aracoeli e passando per il Borgo di Santa Lucia, passava sotto al Ponte degli Angeli e andava ad incontrarsi con il Retrone arrivando a Pusterla, l’Astichello girava in un fossato toccando le Canove Vecchie e sfociava nel Retrone, dell’ Astichello e della sua derivazione si ha notizia dal 1237.

L’area attualmente occupata dal Teatro Olimpico e dal Palazzo del Territorio era circondata da mura merlate e la Torre chiamata Coxina o di Arpolino o del Territorio era il centro difensivo, più tardi trasformata in campanile. Mastino II° della Scala (1329-1351) nel 1343 diede il via ad una massiccia fortificazione della città, continuata dai suoi successori, allo scopo di salvare la Signoria Scaligera. Gli Scaligeri volevano inoltre proteggere la via per Verona con altre fortificazioni come La Rocchetta, che era un castello incernierato tra Porta Nova e San Rocco, aveva quattro torri agli angoli, ampio fossato e ponti levatoi, era il posto centrale del sistema difensivo sulla strada per Verona.

1381- Si comincia a costruire la cinta del Borgo di Porta Nova per arrivare a Santa Croce.

Giugno 1435

I Vicentini chiesero al Governo Veneto che il Borgo Posterla, fosse messo in sicurezza con mura e porte sino al “monasterium Sancti Bartholomei” il Doge Francesco Foscari approvava il disegno dell’architetto militare vicentino Bartolomeo D’Alviano.

La costruzione delle mura partiva da Porta Santa Croce, raggiungeva Porta San Bortolo, le mura erano munite di torri rotonde, per offrire minor presa ai cannoni delle prime neonate artiglierie. Luigi da Porto scrive che Bartolomeo d’Alviano, capitano della Serenissima, voleva ampliare il sistema difensivo, scavando una fossa attorno alle mura molto profonda. I lavori durarono due anni sino al 1509 provocando gravi danni alle culture e pertanto i lavori furono sospesi anche a seguito della sconfitta di Agnadello.

La Porta

Porta Santa Croce datata 1385, si presenta con due passaggi uno carraio l’altro pedonale. Nel frontale sono ben visibili le grosse scanalature dove scorrevano le travi dei due ponti levatoi. Due grandi portoni in legno con borchie metalliche proteggevano l’ingresso. La fortificazione era completata da un torrione di avvistamento. Come si vede nella foto, la fortificazione possedeva una torre di avvistamento, piuttosto alta era scoperta e presentava le usuali merlature.

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Porta Santa Croce

Nei secoli la torre perse la sua funzione difensiva e di avvistamento per assumere quella di abitazione, tale modifica d’uso comportò apertura di finestre, scanalature per camini, la costruzione del tetto.

Il tutto ha provocato nel tempo ampie lesioni, cancellando le tracce di un’arciera che sicuramente era presente nella torre. Nei sistemi difensivi d’epoca la costruzione delle arcerie nelle cinte murarie e nei castelli era a tholos. Da Porta Santa Croce lungo Viale Mazzini, si estendono le mura sino alla Rocchetta (datata 1365) con torri pentagonali a sperone valide per la difesa dall’artiglieria. La Rocchetta è un notevole fortilizio, verso Verona, caserma e polveriera per i soldati e punto di osservazione militare, la sua importanza difensiva dura sino al 1848 nella difesa di Vicenza. (Nel prossimo numero).

Di Luciano Parolin da Storie Vicentine n.13- 2023

IPAB, il patrimonio artistico dell’istituzione

Storie Vicentine ci racconta il patrimonio artistico dell’IPAB di Vicenza.

A Vicenza, dal XII secolo, si svilupparono diverse esperienze assistenziali ed ospitali per iniziativa prima di benemeriti cittadini poi, di confraternite religiose, fraglie professionali, le quali in data 1852 confluirono tutte nelle Congregazione della Carità divenuta nel XX secolo IPAB Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, alle quali la legge affidò la gestione dei patrimoni immobiliari e lasciti artistici ricevute nei secoli da generosi benefattori.

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Francesco Maffei, la Sepoltura di Cristo

In città si moltiplicarono, spinti dalle regole benedettine gruppi di laici addetti all’assistenza dei pellegrini e dei poveri “per amor di Dio e del prossimo”. È documentato che il 4 gennaio 1123, tal Beltrame riceve dal Vescovo Enrico l’investitura di privilegi per la missione di ospitalità ai bisognosi di assistenza, istituendo un ospitale che si trovava a Ponte Alto, fuori Vicenza. Nel 1134, a Lisiera sulla strada consolare Postumia i benedettini fondarono l’ospedale di San Salvatore e ancora nel 1176 a Porta Santa Croce il Vescovo Ariberto concedeva ai Crociferi un insediamento per la cura delle anime e dei pellegrini nel Borgo di Santa Croce lungo la riva destra del Bacchiglione. Vicenza, durante la dominazione imperiale subì pesanti repressioni dagli Ezzelini di Romano i quali rasero al suolo diversi palazzi e torri dei suoi oppositori, alla morte di Ezzelino III il territorio vicentino trovò un po’ di pace, arrivarono in città gli ordini religiosi dei Francescani e Domenicani (mendicanti) i quali con l’esempio promossero una religiosità conforme allo spirito del Vangelo.

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Francesco Maffei: Ressurezione di Lazzaro

Costruirono chiese, templi come San Lorenzo, Santa Corona, San Rocco opere meravigliose, in cui trovarono dimora funeraria le ricche famiglie. Nel 1260 per curare i lebbrosi si costruì il Lazzaretto. La città cresceva, acquistando fascino antico entro le mura cittadine. I nobili letterati fondarono l’Accademia Olimpica, nacque il Teatro Olimpico i promotori furono Gian Giorgio Trissino, Luigi da Porto, Francesco Chiericati, Bartolomeo Montagna, Gallio Ghellini. La religione ritorna alle origini, nei monasteri e conventi alla preghiera e devozione si affianca la carità e solidarietà, i fanciulli abbandonati (gli esposti) vengono ospitati a San Marcello. Il 17 gennaio 1350, il cavaliere tedesco Alberto di Belant inaugurava in Piazza Duomo l’Ospedale di San Antonio Abate. Le istituzioni si arricchiscono di un enorme patrimonio immobiliare, agricolo e di opere d’arte grazie a donazioni e lasciti della nobiltà.

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Antonio Canova: stele funeraria per Ottavio Trento

Nel 1412, muore Zampero dè Proti (Gianpietro) che lascia un testamento documentato per istituire l’Ospizio dei Proti e ancora nel 1815 il nobile Ottavio Trento l’uomo più ricco della città, senza eredi, lascia tutto il suo patrimonio a Vicenza. Nel Monastero delle Abbadesse di San Pietro uno dei più antichi del paese sorgerà l’Istituto Trento, ancora attivo nell’assistenza ai bisognosi.

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Francesco Maffei: La strage degli innocenti

Di Luciano Parolin da Storie Vicentine n.12-2023

Concorso organistico internazionale Fiorella Benetti Brazzale-Città di Vicenza

La terza edizione del Concorso organistico internazionale Fiorella Benetti Brazzale Città di Vicenza, in corso in questi giorni, ricordare la prima direttrice del Conservatorio Pedrollo, organista di fama internazionale prematuramente scomparsa nel 1992 e valorizza il repertorio e l’eccezionale patrimonio strumentale italiano.

La premiazione, su invito, è in programma venerdì 6 ottobre alle 19 nella sala di San Bartolomeo del Museo civico di Palazzo Chiericati. Seguirà, alle 21, il concerto finale dei vincitori nella cattedrale, aperto al pubblico.

Il concorso si rivolge ai giovani organisti di qualsiasi nazionalità, fino a 38 anni d’età, ed è organizzato dall’associazione musicale Ensemble l’Archicembalo in collaborazione con l’associazione Amici della musica di Asiago-Fiorella Benetti Brazzale, con il patrocino del Comune e della Diocesi di Vicenza.

Il ricco patrimonio organario e culturale (44 strumenti solo nella città di Vicenza e 260 in tutta la provincia) diventa un opportunità culturale per la promozione di talenti musicali provenienti da tutto il mondo (quest’anno da Ungheria, Giappone, Francia, Germania e Italia) che si confontano con una giuria formata da personalità d’eccezione nell’ambito culturale europeo.

Il concorso si svolge nella chiesa di San Giuliano, nella Cattedrale e nella chiesa di San Domenico annessa al Conservatorio di Vicenza.

La competizione si articolerà in due fasi. La prima fase consiste nella prova eliminatoria sullo storico organo De Lorenzi del 1843 della chiesa di San Giuliano e sull’organo Zeni in stile barocco della chiesa di San Domenico. La seconda fase, quella finale, alla quale saranno ammessi cinque candidati, si terrà nella Cattedrale il 6 ottobre.

Grazie ad uno sponsor unico, Brazzale S.p.a., che sostiene l’iniziativa, convergeranno a Vicenza le migliori abilità musicali con l’opportunità di esibirsi davanti ad una giuria internazionale con nomi diventati dei riferimenti culturali internazionali: Andrea Macinanti presidente di giuria (docente di organo al Conservatorio di Bologna), Pier Damiano Peretti (professore presso l’Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna), Martin Neu (organista titolare della chiesa di S. Pietro e Paolo di Reutlingen, Germania), Javier Artigas Pina (professore di organo e clavicembalo presso il conservatorio superiore di Murcia, Spagna), Enrico Zanovello (docente al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza).

Il concorso vicentino si svolge nel capoluogo della provincia che oltre a possedere un patrimonio organario d’eccellenza, vanta una significativa presenza di organisti diplomati al Conservatorio Arrigo Pedrollo. La competizione si distingue, inoltre, in ambito nazionale per la peculiarità di proporre ai candidati un repertorio totalmente italiano dal ‘700 ad oggi. Accanto alle grandi Toccate in Do e Fa maggiore di J. S. Bach, i brani in programma si muovono fra compositori dell’800, quali Gaetano Valeri, Vincenzo Petrali, Giovanni Morandi e, per la prova finale, pagine significative di Marco Enrico Bossi, Oreste Ravanello e Terenzio Zardini. Pezzo d’obbligo per questa fase anche un brano scritto dal compositore Eugenio Maria Fagiani: la Fantasia sulla antifona gregoriana “Ave Maria” che vuole essere un omaggio alla memoria della professoressa Benetti-Brazzale e alla sua passione per il canto gregoriano.

L’Associazione Musicale Ensemble l’Archicembalo con il suo direttore artistico Enrico Zanovello, a cui fa capo l’intera organizzazione del concorso, è anche l’ente che da 26 anni programma il Festival Concertistico Internazionale “Organi storici del vicentino un patrimonio da ascoltare” che con lo svolgimento di più di 700 esibizioni organistiche ha portato la provincia di Vicenza ad un primato nazionale per i concerti per organo. Per i primi tre classificati al concorso sono in palio premi in denaro per un valore totale di 5mila euro oltre all’organizzazione di concerti (3 per il primo classificato, 2 per il secondo e 1 per il terzo), a cura della giuria, in occasione di alcuni dei più importanti festival organistici italiani, tra cui il Festival Concertistico Internazionale “Organi storici del vicentino”, l’Asiagofestival, il Festival Organistico Internazionale “Città di Treviso e della Marca Trevigiana”, gli Organi Storici in Cadore, Asolo Musica – Veneto Musica, la Rassegna Concerti d’organo a Bressanone e Badia Musica, la Rassegna Organistica dell’Associazione Amici della Musica “Walter De Angelis” di Campobasso.

Fiorella Benetti Brazzale e la città di Vicenza

Fiorella Benetti Brazzale (1934 – 1992), compositrice, pianista, organista e musicologa, fondatrice dell’Istituto Musicale Città di Thiene, molto si è spesa, nel corso della sua vita, per la salvaguardia ed il rispetto degli organi. Ha fondato l’Asiagofestival, rassegna musicale internazionale dell’estate asiaghese, giunta quest’anno alla 57esima edizione Con il marito Valentino Brazzale detto Tino, ha avuto tre figli – Gian Battista, Roberto e Piercristiano – oggi alla guida della Brazzale spa. Importantissimo il legame di Fiorella Benetti con Vicenza: è lei, da prima direttrice del neonato Conservatorio statale “Arrigo Pedrollo”, a scegliere quella che ancora oggi è la sede del Conservatorio di Vicenza, l’ex convento di San Domenico. Questo legame di Fiorella Benetti con il Conservatorio viene valorizzato ancor più dal concorso in quanto la prima prova si terrà nella chiesetta annessa all’ex convento e nella quale si trova l’organo di Andrea Zeni, realizzato nel 2010 secondo lo stile proprio degli organi barocchi, particolarmente adatto al repertorio di quel periodo. L’organo è stato protagonista di tutto il percorso umano e musicale di Fiorella Benetti Brazzale che, nel 1992, si è spenta a causa di un malore, che l’ha colpita proprio accanto alla “consolle” dell’organo di Asiago.

 

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Fonte: Concorso organistico internazionale Fiorella Benetti Brazzale-Città di Vicenza , Comune di Vicenza

Fondazione THE BANK, nasce a Bassano del Grappa l’Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea

Nasce a Bassano del Grappa (VI) un’istituzione nazionale dedicata esclusivamente alla pittura contemporanea con l’obiettivo di avvicinare il pubblico all’arte, in un’ottica di apertura e accessibilità.

Oltre 1.000 dipinti come base per il costituendo Museo della Pittura Contemporanea, una biblioteca specializzata, un centro di ricerca, di formazione specialistica e di produzione di mostre, cataloghi e libri d’arte per sostenere gli artisti del presente, italiani e internazionali.
I vertici della Fondazione sono costituiti da Antonio Menon, Cesare Biasini Selvaggi e Paolo Zanatta.

Tra le attività del 2023: un roadshow di presentazione della Fondazione in varie città italiane, un Premio dedicato alla pittura contemporanea, la pubblicazione della “Storia della Pittura italiana contemporanea 1980-2020” edita da SKIRA e le mostre di Federico Guida, Michele Moro e Sergio Padovani.

Fondazione THE BANK - Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea, Bassano 
del Grappa. Ph. Tommy ilai & Camilla M

La Fondazione THE BANK – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea è un’istituzione nazionale dedicata esclusivamente alla pittura contemporanea. Un centro di ricerca e di formazione specialistica con l’obiettivo di avvicinare all’arte italiana e internazionale un pubblico sempre più vasto.

Istituita nel mese di agosto 2023 dal collezionista Antonio Menon, suo Presidente, la Fondazione è un’istituzione no-profit che ha le proprie radici nella raccolta d’arte conosciuta come The Bank, in quanto allestita all’interno di un’ex filiale della Banca Commerciale Italiana. Gli spazi di Bassano del Grappa (VI), trasformati nel 2019 in museo privato a seguito di un accurato intervento di archeologia industriale, sono oggi sede della Fondazione THE BANK.

La Collezione The Bank, avviata nel 2001 e costituita attraverso il dialogo con artisti, galleristi, curatori e critici, è in comodato permanente alla Fondazione. Oltre 1.000 dipinti che riflettono la pluralità delle ricerche pittoriche dagli anni Ottanta del Novecento a oggi, in Italia e in alcune parti del mondo, con opere di Giovanni Frangi, Luca Pignatelli, Andrea Martinelli, Nicola Verlato, Marco Petrus, Alessandro Papetti, Giovanni Iudice, Agostino Arrivabene, Sergio Padovani, Giovanni Gasparro, Federico Guida, Ariel Cabrera Montejo, Santiago Ydanez, Alfio Giurato, Chiara Sorgato, Romina Bassu, Greta Frau, Nicola Caredda, Federico Lombardo, Cristiano Tassinari, Enrico Robusti, Daniele Galliano, Maurizio Bottoni e Marco Fantini tra gli oltre 150 autori presenti. La scelta di dar vita alla Fondazione segna il passaggio dal collezionismo privato a una produzione culturale organizzata, luogo di conservazione ed esposizione di un patrimonio aperto alla dimensione pubblica e alla collettività.

Partendo da questo patrimonio, che si arricchisce periodicamente attraverso la committenza e la produzione di nuove opere, la Fondazione ha individuato specifici campi di interesse, nei quali lavorare per diventare nel tempo un punto di riferimento: pittura contemporanea italiana e internazionale (con una sezione dedicata anche alla scultura di figura contemporanea); archivi fotografici e banche dati documentarie di pittori contemporanei, storici dell’arte e galleristi; biblioteca specializzata in pittura contemporanea; tutela e conservazione delle opere, sostegno alle diverse generazioni di pittori e pittrici attraverso la realizzazione di mostre e di produzioni editoriali specializzate (cataloghi, monografie, cataloghi ragionati).
La Fondazione persegue la propria missione anche attraverso la gestione, la promozione e la valorizzazione del costituendo Museo della Pittura Contemporanea, delle opere d’arte della Collezione The Bank ricevute in comodato, di quelle acquisite a qualsiasi titolo e delle attività culturali connesse.

Il Museo della Pittura Contemporanea avrà sede presso la Fondazione, in attesa dell’individuazione di una destinazione permanente anche in una struttura di proprietà pubblica, nell’ambito di un progetto museale da sviluppare in partenariato speciale e con gli strumenti vigenti di cooperazione pubblico-privato in ambito culturale. Tra i primi musei europei dedicati esclusivamente alla pittura contemporanea, è una struttura attiva nel campo della conservazione, catalogazione, studio e divulgazione della pittura, con un’attenzione rivolta anche alla scultura di figura contemporanea. È previsto che il Museo operi in un contesto nazionale e internazionale, mantenendo tuttavia un forte radicamento nel territorio veneto.

Per rendere disponibili alla comunità scientifica e al grande pubblico le proprie raccolte, anche attraverso prestiti museali, la Fondazione ha intrapreso un progetto per la catalogazione informatizzata. Questo porterà alla creazione di banche dati digitali ricchissime, con immagini di grande qualità e documenti preziosi, accessibili gratuitamente online attraverso un sito web dedicato.

A questi impegni si intende affiancare un’intensa attività di formazione, di ricerca e di sperimentazione, con l’obiettivo di trasferire i contenuti propri della pittura contemporanea a pubblici diversi (scuole, famiglie, adulti) e di creare con loro esperienze di educazione, di riflessione e di gioco.

La Fondazione si propone anche di organizzare occasioni di specializzazione, arricchimento e confronto, complementari alla didattica accademica e universitaria, attraverso summer school e seminari di formazione specialistica su temi legati alla pratica e alla storia della pittura contemporanea, alla cura e gestione degli archivi d’artista (ma anche di gallerie, storici e critici d’arte specializzati nella pittura contemporanea), rivolti a studiosi, studenti ed esperti del settore.

La Fondazione promuove, inoltre, premi, borse di studio, convegni e pubblicazioni scientifiche, conferenze e incontri di alta divulgazione aperti al pubblico.

La Fondazione privilegia un approccio interdisciplinare e “policy-oriented”, reso possibile da un team di ricerca che conterà anche su un network nazionale e internazionale di istituzioni, musei, università e centri di ricerca. Si propone infine di partecipare attivamente al sistema dell’arte e della cultura veneta, suo ambito territoriale d’origine, nell’attivazione e condivisione di reti, in dialogo con gli enti pubblici, il terzo settore culturale, le comunità locali, le aziende.

I vertici della Fondazione sono costituiti da: Antonio Menon, Presidente; Cesare Biasini Selvaggi, Segretario generale; Paolo Zanatta, Conservatore delle collezioni.

La Fondazione THE BANK – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea sarà presentata nell’ambito di un roadshow in varie città italiane (Verona, Torino, Bassano del Grappa, Roma, Milano, ecc.), così da contribuire al processo di diffusione e valorizzazione della pittura contemporanea. Primo appuntamento, sabato 14 ottobre alle ore 16.45 nell’Area Talk di ArtVerona, Padiglione 12, dove sarà proclamato il vincitore della prima edizione del “Premio Fondazione THE BANK per la pittura contemporanea” e sarà presentato il progetto editoriale “Storia della Pittura italiana contemporanea 1980-2020” di Cesare Biasini Selvaggi, edito da Skira Editore.

La Fondazione è inoltre promotrice di due mostre di Federico Guida: “Arbor”, a cura di Mimmo di Marzio, Marco Violi e Federico Deana, Museo e Pinacoteca diocesani di Imola, Oratorio di San Rocco, Imola, fino al 7 gennaio 2024; “Mary’s finger”, a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei, Il Pomo da DaMo | Arte Contemporanea, Imola, fino al 7 gennaio 2024. Sono inoltre in programma esposizioni personali dedicate a Michele Moro e Sergio Padovani.

Per maggiori informazioni sull’attività della Fondazione THE BANK-Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea: T. +39 335 718 0804, [email protected], www.fondazionethebank.org, www.facebook.com/thebankcontemporaryartcollection, www.instagram.com/fondazione_the_bank.

Il Liberty a Vicenza

Storie Vicentine ci racconta lo stile liberty a Vicenza, sia nei villini, nei castelletti, nei  prospetti finemente decorati, sia nelle case popolari, che erano arricchite con raffinate
lavorazioni di intonaci e finiture colorate.

Nell’ultimo decennio dell’Ottocento, in architettura nacque lo stile Liberty. Si sviluppò durante la famosa “Belle Epoque” e si caratterizzò principalmente per l’ornamento e la decorazione. Si diffuse in vari paesi d’Europa, con nomi diversi. In Italia fu chiamato Liberty o stile floreale, in Spagna il termine fu arte Modernista, in Germania diventò di Jugendstil, in Austria Secessione Viennese, mentre in Francia fu adottata l’espressione Art Nouveau. Questa fu la denominazione che maggiormente si utilizzò per descrivere il Liberty.

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Un villino della Belle Epoque

Ogni nazione però aggiunse qualcosa proveniente dalla propria cultura, ma nonostante questo i caratteri distintivi erano univoci: uso di materiali colorati, il ferro, il vetro, forme asimmetriche, ornamenti ispirati ad elementi della natura come fiori, alberi e uccelli, linee sinuose. Su tutto si applicò il nuovo stile a partire dalle abitazioni fino a tessuti, mobili, abiti, gioielli, oggetti decorativi, arti applicate in genere.

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Un villino in stile liberty

La creazione di gioielli raggiunse un livello molto alto, la figura sinuosa della donna ricorreva spesso, oltre a motivi geometrici o floreali. Numerosi furono gli artisti che adottarono il Liberty, tra questi: Alphonse Mucha, con i suoi manifesti pubblicitari e la carta da parati, molto attivo a Parigi. Le sue opere sono con colori molto leggeri, figure femminili e fantasie ispirate ai fiori. Gustave Klimt, il pittore che maggiormente rappresentò questo stile in Austria. Usò figure geometriche molto stilizzate e reinterpretò il mosaico.

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I prospetti sono finemente decorati

Emile Gallé, artista del vetro, fu una figura di spicco nelle arti decorative, elaborando motivi con animali e piante, prediligendo l’iris. Molto noti i suoi vasi slanciati e sinuosi, si dedicò anche alla progettazione di mobili. In Italia, secondo il giornalista torinese Emilio Thovez, la nuova corrente si affermò come “arte floreale” perché era molto decorativa e naturalistica. Nel 1902 vi fu a Torino l’esposizione internazionale d’arte decorativa moderna, importante evento espositivo internazionale e primo su questa tematica.

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Un altro villino in stile liberty

In seguito a ciò vi fu un proliferare del nuovo stile. Il liberty ebbe il suo maggior successo nell’architettura, grazie ad alcuni dei maggiori progettisti dell’epoca come gli architetti Raimondo D’Aronco e Pietro Fenoglio. Questo stile si affermò inizialmente a Palermo e Torino, città dove si possono trovare alcune tra le più famose opere, per poi svilupparsi in molte altre città italiane, tra queste anche Vicenza.

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E i colori…spiccano

Ho sempre ammirato questo tipo di architettura, forse anche con una leggera invidia di chi ha la possibilità di vivere all’interno di una simile bellezza. Con questa mia ricerca fotografica ho voluto raccoglierne alcuni esempi presenti in vari punti della città. In molti casi un attento restauro li ha riportati agli splendori di cento anni fa, lasciando ai posteri la possibilità di ammirarne ancora per molto tempo la bellezza.

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Bellezza senza tempo

Di Tiziano Casanova (foto dell’autore) da Storie Vicentine n.12-2023

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Il liberty in città
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Un balcone caratteristico

Terrestri torna all’Astra di Vicenza con il grande teatro contemporaneo italiano

Il teatro è un’esplosione, un incantesimo di storie e arte, una sinfonia di emozioni. All’Astra di Vicenza tornaTerrestri?, la rassegna serale di teatro contemporaneo curata dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno del Ministero della cultura e della Regione del Veneto e la collaborazione tecnica di Nardi Out Door. E quest’anno torna con un punto di domanda in più e un’immagine creata dalla macchina, che sottende il pensiero dell’uomo, a rappresentarla. Siamo ancora solo terrestri o stiamo diventando anche altro?

Dal 3 novembre al 21 maggio, il cartellone propone appuntamenti di qualità con spettacoli e artisti pluripremiati. Protagonisti della stagione serale vicentina i grandi nomi Antonio Rezza, Mario Perrotta e Roberto Castello, le compagnie sempre innovative Sotterraneo, Kepler-452, Fanny & Alexander e Muta Imago, i giovani affermati Matilde Vigna e Lorenzo Maragoni e i nuovi artisti Baladam B-side, Alberto Boubakar Malanchino e Fieno/Di Chio.

A presentare la rassegna ci sono oggi a Palazzo Cordellina, in Biblioteca Bertoliana, l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin e i direttori de La Piccinaia, Nina Zanotelli e Sergio Meggiolan, ideatori e curatori della stagione.

«Il ritorno della rassegna serale “Terrestri?”, curata dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza, è un’occasione straordinaria per tutti i cittadini di esplorare il valore del teatro contemporaneo di innovazione e i nuovi linguaggi artistici dello spettacolo dal vivo-, ha commentato Ilaria Fantin, assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città -. Lo spettacolo della compagnia Fanny&Alexander dedicato a Primo Levi, in particolare, che si terrà nella sala consiliare per la Giornata della Memoria, è un contributo ad una riflessione collettiva sul nostro essere umani. Un’iniziativa per ricordare quant’è importante preservare la testimonianza di eventi passati e stimolare il dibattito critico all’interno della nostra comunità».

«La storia è l’elemento comune che unisce le diverse proposte in programma in questa nuova rassegna – hanno spiegato Nina Zanotelli e Sergio Meggiolan, ideatori e curatori della stagione di La Piccionaia – che offre ai cittadini momenti preziosi di riflessione, dialogo e condivisione: spicca soprattutto l’impegno di voler affrontare tematiche centrali del nostro vivere presente, attuali, che riguardano l’ambiente, le relazioni sociali, l’economia e la storia, appunto, per mezzo di scritture originali e classici attualizzati. È un’occasione importante per incontrare artisti di alta levatura nazionale e internazionale, vivere l’arte teatrale contemporanea, coinvolgere la comunità in momenti di condivisione e promuovere il dialogo culturale».

La rassegna

L’angelo della storia di Sotterraneo inaugura la rassegna venerdì 3 novembre. La compagnia di Firenze torna a Vicenza, a distanza di due anni, con il lavoro vincitore del Premio Ubu come miglior spettacolo dell’anno 2022, una coproduzione con Marche Teatro, ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional D. Maria II. “Nella raffinata drammaturgia che prende le mosse da Walter Benjamin, da Yual Noah Harari e da altri pensatori per procedere poi del tutto autonoma – spiega Maddalena Giovannelli nella recensione pubblicata su Il Sole 24 ore – Sotterraneo dispiega davanti agli occhi della platea una costellazione di eventi storici senza reciproca connessione […]. Ma a legare come un filo invisibile tutte le vicende rievocate ne L’Angelo della Storia, cucite in una composizione scenica rigorosa e calligrafica, è soprattutto una riflessione sulla potenza del racconto per l’essere umano. Convinzioni personali, modelli di realtà, auto-convincimenti […]”. Gli artisti hanno portato a Vicenza quasi tutta la loro produzione negli anni, creando un rapporto privilegiato con il Teatro Astra.

In scena sabato 18 novembre lo spettacolo di teatro documentario From Syria: is this a child? di Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio, realizzato in collaborazione con Mishwar Ong, vincitore del Vincitore premio Young&Kids 2022 miglior spettacolo al FIT – Festival Internazionale del Teatro e della Scena Contemporanea di Lugano e Menzione della giuria al Premio Scenario infanzia 2020. Uno spettacolo che intreccia ai codici del teatro, i codici del cinema del reale e in cui la narrazione dal vivo, che parte da fonti autentiche e dalle storie vere dei soggetti protagonisti, si avvale di dispositivi tecnologici come camere in diretta, cellulari, proiettori, schermi, per dialogare con il video documentario. Uno spettacolo che non racconta solo di una guerra specifica, ma affronta il problema dell’effetto delle guerre sulle persone e lascia in sospeso, per tutti, una domanda: che adulto vuoi diventare? Siamo ancora tutti in tempo per rispondere.

In programma venerdì 1 dicembre l’ultima proposta del regista e coreografo tre volte Premio Ubu Roberto Castello, compagnia Aldes, dal titolo In girum imus nocte et consumimur ingni (Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco). Lo spettacolo, il cui titolo è un enigmatico detto latino, palindromo e dalle origini incerte, fonde cinema, danza e teatro. Sulla scena illuminata dalla fredda luce di un videoproiettore che scandisce spazi, tempi e geometrie, i personaggi diafani si dibattono con una gestualità brusca, emotiva e scomposta che arriva al limite della trance, mentre il ritmo martellante della musica e del movimento ipnotizza lo spettatore e crea un’empatia quasi fisica con la fatica degli interpreti. Sul palco Mariano Nieddu, Stefano Questorio, Giselda Ranieri, Ilenia Romano e Roberto Castello portano in scena l’opera che ha ricevuto la menzione speciale al BeFestival a Birmingham nel 2016, dopo il debutto nel 2015.

Matilde Vigna, dopo il successo della scorsa stagione, torna all’Astra venerdì 15 dicembre con L’ultima figlia. In scena con Daniela Piperno, l’attrice veneta, che oltre a scrivere il testo ha curato la regia con Anna Zanetti, offre una riflessione su ciò che accade dopo la morte. Su chi resta e chi “va in cielo” come ci dicevano da piccoli, e compie quel viaggio misterioso e incomprensibile per chi resta solo sulla terra.

Un’indagine intorno alle opere di Italo Calvino, con in mente una parola: libertà. Come una specie di vertigine il nano, Calvino, la libertà è lo struggente monologo fatto di parole e musica scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta, quattro volte Premio Ubu, prodotto da Pemàr, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro all’Astra venerdì 19 gennaio. In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. Una mirabile lezione di libertà e autodeterminazione.

Venerdì 2 febbraio spazio al giovane talento Alberto Boubakar Malanchino. L’attore nato a Cernusco sul Naviglio (MI) da padre italiano e madre del Burkina Faso è il protagonista di Sid. Fin qui tutto bene, lo spettacolo con la regia e la drammaturgia di Girolamo Lucania e la produzione Cubo Teatro vincitore del Premio In-Box 2023. Un torrenziale monologo che è un concerto hip hop suonato dal vivo. Scorrono schegge di vita, di bullismo, di consumo, di ragazzi annoiati, dei “fuck you”, di canne, droga, desolazione, di vagabondaggi nei “templi del consumo”.

Antonio Rezza torna sul palco vicentino sabato 24 febbraio con Pitecus, lo spettacolo scritto con Flavia Mastrella. RezzaMastrella, un combinato artistico inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo, Leoni d’Oro alla carriera per il Teatro alla Biennale di Venezia 2018 tornano al Teatro Astra presentando una delle loro prime creazioni. Un racconto delle storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici e aggressivi anche argomenti delicati.

Un ritorno atteso venerdì 1 marzo anche quello di Kepler-452. La compagnia di Bologna propone Il Capitale Un libro che ancora non abbiamo letto la storia di un incontro tra una compagnia di teatro e un gruppo di operai metalmeccanici in una fabbrica occupata. Al centro della scena la narrazione di vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha mai fatto, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di una fabbrica tra tante, di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato. Di come il Capitale, prima o poi torni a presentare il conto.

Muta Imago porta in scena venerdì 15 marzo Tre sorelle di Anton Cechov: sul palco Federica Dordei, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli con la regia di Claudia Sorace, la drammaturgia e il suono a cura di Riccardo Fazi e le musiche originali di Lorenzo Tomio eseguite dal vivo. La compagnia nata a Roma nel 2006 nel 2022 ha ottenuto il Premio Ubu come miglior progetto sonoro per Ashes. Tre sorelle apre un orizzonte ampio di ricerca dedicato alla drammaturgia sonora e al rapporto tra tempo e drammaturgia. Ogni cosa è già successa, o forse deve ancora accadere, tra le pareti di un edificio sospeso nello spazio-tempo, ultimo rifugio nel cuore di un buco nero, sospeso in un eterno presente bloccato tra un passato da ricordare con nostalgia e un futuro che si fa fatica a immaginare.

Un altro atteso ritorno è quello di Lorenzo Maragoni (Amor Vacui): l’attore, regista, autore teatrale e poeta con il suo Grandi Numeri, co-produzione di TrentoSpettacoli e Teatro Metastasio Prato, sabato 6 aprile ci parla di come ci stiamo conoscendo tramite gli algoritmi e i big data. La comprensione dei nostri comportamenti, delle nostre scelte e dei nostri gusti non è mai stata così profonda. In quello che è stato già chiamato il Secolo della solitudine, ci sentiamo visti, e capiti. Prima funzione dell’arte, poi funzione della terapia, oggi la conoscenza è diventata questione di avere abbastanza dati. Ma quando ci saremo conosciuti del tutto, ci sentiremo ancora liberi? Ci innamoreremo ancora? Saremo ancora capaci di scrivere una poesia?

Chiude il programma in abbonamento, venerdì 19 aprile, Pigiama Party del Collettivo Baladam B-side. una ricerca sul rapporto tra finzione e realtà nel nostro mondo ipermediato e racconta, parlando apparentemente d’altro, alcune derive malsane della comunicazione contemporanea, in cui la massiccia presenza di informazioni contraddittorie ha trasformato l’era dell’informazione alla portata di tutti in un inferno di sovrastrutture identitarie e verità fittizie, in cui diventa sempre più difficile attivare una propria interpretazione personale priva di bias, pregiudizi, modelli e narrazioni altrui.

Tre, infine, gli appuntamenti speciali fuori abbonamento realizzati in rete con i soggetti del territorio. In occasione della Giornata della Memoria, sabato 27 gennaio appuntamento nella Sala del Consiglio Comunale di Vicenza con Fanny&Alexander e il loro Se questo è Levi con Andrea Argentieri, regia Luigi De Angelis e la drammaturgia di Chiara Lagani. Uno spettacolo interattivo dove il pubblico è chiamato e invitato a una sorta di question time, ponendo al personaggio Primo Levi alcune domande a partire da un elenco di quesiti realmente posti allo scrittore nel corso della sua vita, intorno all’esperienza nei lager, ma non solo. Lo spettacolo si svolge nel luogo istituzionale della città per far incontrare gli spettatori con i pensieri lucidi del grande autore sull’Olocausto e la sua eredità, che hanno avuto il peso di un’udienza ufficiale, per chi è venuto dopo di lui. Un lavoro che è valso il Premio Speciale Ubu 2019 a Fanny & Alexander per il progetto e il Premio Ubu 2019 come miglior attore o performer under 35 ad Andrea Argentieri.

Per il Festival Danza in rete 2024 venerdì 8 marzo all’Astra è in calendario Insel, l’evento organizzato da Fondazione Teatro Comunale di Vicenza in collaborazione con La Piccionaia: concept, coreografia e voci a cura di Panzetti Ticconi; interpreti Sissj Bassani, Efthimios Moschopoulos, Aleksandra Petrushevska e Julia Plawgo; composizione musicale di Demetrio Castellucci; musica e voce di Gavino Murgia; disegno luci a cura di Annegret Schalke; costumi di Werkstattkollektiv. In italiano, inglese e tedesco la connessione linguistica e storica tra le parole Isola/Island/Insel e isolamento sottolinea il legame simbolico tra l’isolamento imposto o interiore e un volontario distacco dal mondo. Da Robinson Crusoe a Shakespeare passando per le ricerche del geografo e storico Jared Diamond, lo spettacolo costruisce uno spazio fittizio di isola deserta ed esplora il personaggio del naufrago o dell’esiliato, il senso di un’isola, la sua geografia emotiva, spirituale e fisica.

Chiude il cartellone martedì 21 maggio La stanza di Agnese, lo spettacolo di e con Sara Bevilacqua e la produzione di Meridiani Perduti teatro in scena in occasione della Giornata della Legalità 2024. L’evento organizzato in collaborazione con Associazione Libera contro le mafie e Biblioteca della Legalità narra di come sono trascorsi i trent’anni dalla strage di Via D’Amelio. Di una ferita ancora aperta nel cuore dell’Italia. Tante le indagini, i processi, i depistaggi e le sentenze per una verità, forse, troppo dura da accettare.

Tutti gli spettacoli inizieranno alle 21. Gli abbonamenti sono in vendita in due formule: il completo per l’intera rassegna (intero a 110 euro, ridotto a 100 euro e 65 euro per studenti delle scuole superiori e Vicenza University Card), il carnet cinque spettacoli a scelta libera (intero a 65 euro, ridotto a 55 euro) e Card studenti con cinque spettacoli a scelta a 30 euro (utilizzabile anche da più studenti per lo stesso spettacolo).

Gli abbonamenti sono acquistabili all’Ufficio del Teatro Astra (Contrà Barche 55) dal mercoledì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17.45, sabato dalle 10 alle 13.

I biglietti per i singoli spettacoli saranno in vendita dal 28 ottobre.

Informazioni per il pubblico: Ufficio Teatro Astra, Contrà Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, [email protected], www.teatroastra.it

A disposizione del pubblico il parcheggio del Circolo Tennis Palladio 98. Il parcheggio ha capienza limitata: si consiglia di arrivare in anticipo. Per altri parcheggi limitrofi, consultare il sito https://vicenzaparcheggi.it/

 

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Fonte: Terrestri torna all’Astra di Vicenza con il grande teatro contemporaneo italiano , Comune di Vicenza

Non solo musica all’Hangar Palooza Festival al Parco della Pace

Il primo grande evento a Parco della Pace, l’Hangar Palooza Festival, il Festival dei festival, dal 13 al 15 ottobre propone un ricco programma di iniziative per tutte le età.

Sono infatti previste conferenze, dibattiti, workshop, cineforum, un mercatino artigianale e biologico, spettacoli, animazione per bambini, visite guidate, writer, oltre ai già annunciati dj set e musica live dei Derozer, Casino Royale e Populous e di tanti altri. La gran parte delle attività sarà a partecipazione libera, per alcune invece sarà richiesta la prenotazione sul sito www.hangarpalooza.it, attiva nei prossimi giorni. Sarà inoltre a disposizione un’area truck food.

Hangar Palooza è promosso dal Coordinamento Festival di Vicenza (Jamrock, Lumen, Riviera Folk, Ferrock, From Disco To Disco, Spiorock) con il sostegno del Comune di Vicenza.

Il festival si aprirà ufficialmente venerdì 13 ottobre alle 18, mentre la mattinata sarà dedicata alle scuole.

«Hangar Palooza sarà un vero e proprio festival, con attività adatte a un pubblico assolutamente eterogeneo previste a quasi tutte le ore della giornata – commenta l’assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai -. È un’importante novità per Vicenza, che può sempre più essere chiamata “La città dei festival”».

I bambini si potranno divertire con l’animazione a cura del La Ludo sabato 14 e domenica 15 dalle 10 alle 12 e poi sabato alle 17 con Arciragazzi e lo spettacolo busker “Ti racconto, storie con oggetti prendono vita” con Giulia Rossi e “I 4 elementi”. Altri due spettacoli busker sono in programma domenica alle 18 con la magia comica e kamishibai (antico metodo giapponese di raccontare storie) di Mr. Coso e le marionette e i pupazzi di El Bechin.

Conferenze, dibattiti, workshop sono previsti durante tutte e tre le giornate. Sabato alle 9.30 si potrà partecipare al laboratorio di introduzione alla comunicazione non violenta di M. B. Rosenberg a cura di Angela Attianese, formatrice e facilitatrice CNV certificata dal CNVC (su prenotazione). Alle 10 l’incontro “Viaggio nell’universo dei sistemi famigliari” a cura di Laboratorio idee per il Sociale della Casa di Cultura Popolare. Alle 12, su prenotazione, proiezione del documentario “Junk” a cura di Cooperativa Insieme mentre alle 14 conferenza dal titolo “Il concetto del tempo diverso, libero, speciale, giusto per ogni bambino” con Zennaro Donatella a cura di Faiberica S.C.S.

Domenica alle 9.30 Legambiente propone una conferenza dedicata all’inquinamento atmosferico, mentre alle 11.30 nell’ambito del Progetto Sulla Soglia le cooperative sociali Tangram e Insieme e l’associazione Rete Famiglie Aperte si terrà il talk sulla giustizia riparativa “Come oro tra le crepe”, l’arte gentile di riparare le relazioni. Alle 14.30, su prenotazione, saranno proposti il workshop di decorazione di oggetti con Stella Tasca e il workshop di ricamo creativo con Eleonora Zerbetto a cura di Insieme Cooperativa Sociale x Fact!.

Sabato e domenica alle 9 la scuola Shri Yoga Vicenza sarà a disposizione con Yasmine Sinno per una lezione di yoga aperta a tutti.

Il Cinema Odeon propone il Cine club in due fasce orarie, alle 18 il sabato e la domenica, e alle 2 di notte venerdì e sabato. Sabato alle 18 al Cine Club si potrà vedere “Short Time” in collaborazione con Working Title Film Festival- Festival del Cinema del Lavoro, domenica invece toccherà a “Doc Time: Jordan Rise Rided” da un progetto di Non Dalla Guerra, Caritas Jordan, La Mente Comune Ciclofficina, Collettivo Orkestrada Circus. Le proiezioni delle due di notte sono su prenotazione: venerdì, Cine Club si trasforma in Horror Club con il film “Cannibal Holocaust” di Ruggero Deodato, sabato per Cult Night in arrivo “The Warriors – I guerrieri della notte di Walter Hill”.

A conclusione del programma musicale della prima e della seconda serata di Festival, venerdì e sabato a mezzanotte, si potrà assistere a Geo Fire Show” uno scenografico spettacolo di giocoleria per grandi e bambini.

Sabato 14 e domenica 15 ottobre, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 18, si possono prenotare visite al Parco della Pace, in piccoli gruppi che saranno accompagnati dai volontari dell’organizzazione, dai volontari delle associazioni Lipu e WWF, dai tecnici del servizio ambiente, energia e territorio del Comune di Vicenza. Sarà, così, possibile iniziare a conoscere il parco assieme alla sua flora e alla sua fauna.

Durante le tre giornate di Festival saranno allestiti il mercato alimentare di Coldiretti con produttori locali, dalle 9 di sabato e domenica; Tacate el Mercatin, mercatino itinerante di arte, artigianato e vintage dalle 11 di sabato e domenica.

Mentre Silene propone un brunch alle 12 di sabato e di domenica, su prenotazione. La domenica è prevista anche la degustazione di vini naturali.

Informazioni

Ingresso gratuito fino alle 18, a seguire 1 euro per sostenere le spese di organizzazione.

Sarà a disposizione un parcheggio con un piccolo contributo per sostenere le spese di organizzazione. L’intenzione è comunque quella di incentivare l’arrivo al parco con altri mezzi a piedi con l’autobus (è disponibile la corsa numero 9) oppure in bicilcetta.

Sarà a disposizione una postazione per il bike-sharing: si potranno utilizzare e-bike e biciclette muscolari per raggiungere il Parco della Pace e per spostarsi dal parco verso altre zone della città. RIDEMOVI Spa, l’azienda che gestisce il servizio per il Comune di Vicenza, proporrà sconti dedicati alla tre giorni di festival.

Per informazioni:
www.hangarpalooza.it
www.facebook.com/hangarpalooza.vicenza
https://instagram.com/hangarpalooza 

 

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Fonte: Non solo musica all’Hangar Palooza Festival al Parco della Pace , Comune di Vicenza

Inaugurata la mostra in Basilica palladiana “La proporzione aurea”

Domenica 1 ottobre, è stata inaugurata in Basilica palladiana la mostra “La proporzione aurea”.

«Siamo orgogliosi – dichiara il sindaco Giacomo Possamai – di ospitare un progetto che segna un’alleanza di successo tra iniziativa privata e promozione pubblica. È una sfida ambiziosa che accogliamo nella splendida cornice della Basilica palladiana, simbolo di un’epoca, il Rinascimento, in cui l’uomo cercò di realizzare l’equilibrio armonico tra città e natura».

Non si tratta di una semplice esposizione, infatti, ma di uno spettacolare percorso immersivo tra passato, presente e futuro, tra arte, scienza e tecnologia, in un luogo, la Basilica palladiana, che simboleggia l’eternità di una riflessione matematica e razionale sulla bellezza ma anche la capacità di trasformazione dell’arte.

La mostra prosegue a Palazzo Cordellina (sede della Biblioteca Civica Bertoliana), dove il tema della proporzione aurea viene affrontato seguendo un percorso bibliografico e documentario condotto metaforicamente dal matematico Luca Pacioli.
Prodotta da Relazionésimo e accolta dall’amministrazione comunale di Vicenza, l’esposizione si potrà visitate fino al 10 dicembre, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17.30).

Informazioni e biglietti: www.relazionesimo.com

 

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Fonte: Inaugurata la mostra in Basilica palladiana “La proporzione aurea” , Comune di Vicenza