(Articolo di Francesca Sanson da Vicenza In Centro n. 8, periodico dell’associazione Vicenza in Centro aps).
Dalmata, ma naturalizzato “vicentino” Mario Mirko Vucetich, di professione architetto ci regala, grazie alla donazione di Maurizio Breganze e nipoti, un’ecclettica profusione delle sue creazioni e ideazioni realizzate nell’epoca del Liberty, del Modernismo e del Futurismo.
Provetto architetto ha lasciato in eredità ville magnifiche, disegni magistrali e si badi bene che ogni progetto tecnico ed esecutivo è realizzato a mano libera.
Disegni per gli sviluppi delle sue concezioni, sculture in gesso, in terracotta e in bronzo ci accompagnano nella visita. L’esposizione, aperta sino a settembre 2024 nelle sale ipogee di Palazzo Chiericati, non può essere ignorata! Di lui Bolzano Vicentino detiene il “Monumento ai caduti di tutte le guerre”, esemplare sintesi, densa di pathos, che ben si discosta dalle tematiche consuete adottate per realizzare monumenti “ai caduti”: l’abbraccio di due persone, che, sopravvissute, si ritrovano, dopo il disastro bellico, è intenso e coinvolgente.

Prevale e comunica il senso di conforto nel ritrovare un essere umano scampato al disastro, nessun’arma, nessun elmetto, come siamo soliti a vedere in tali manufatti. “Il Primo sonno”, scultura in pietra di Vicenza, presentata alla Biennale del 1942 e tutt’ora presente nei Giardini della Biennale, resta pure essa un’evocazione sottile e affascinante sul significato emotivo che l’artista ha sintetizzato nella Pietra. “Il Cristo di Buchenwald” e la “Pietà del perdono” sculture anch’ esse che coinvolgono e commuovono, per i tratti dei volti, per la sinuosità delle forme. Nulla di queste sculture rimanda a quanto lo spettatore potrebbe supporre di vedere, leggendo i titoli delle opere: tutto è vita e liricità.
Mario Mirko Vucetich, più grande dei “ragazzi” che formarono “Gli amici della gaia gioventù”, resta un virtuale proseguo a quanto questi giovani ragazzi negli anni ’30 e ’50 del secolo scorso hanno proferito in cultura, passione ed entusiasmo con le proprie opere. Vucetich, dotato di perizia tecnica e incessante curiosità sperimentale, è difficilmente circoscrivibile nelle categorie artistiche del secolo scorso e proprio questo suo tratto lo rende “vivo” ancora oggi. A lui si deve la” Partita a scacchi con i personaggi viventi”, ideata nel 1954 e messa in scena nel 1955 a Marostica, evento che ancora oggi si realizza secondo la concezione di Vucetich. Vicenza non può che essere orgogliosa di accogliere l’abilità e il sapere di questo poliedrico artista del ‘900.