giovedì, Novembre 21, 2024
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Simone Cristicchi torna a Vicenza con lo spettacolo “Paradiso”

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Simone Cristicchi, outsider della scena musicale e d’autore italiana – attore, musicista e scrittore eclettico – amatissimo da pubblico vicentino, torna a presentare il suo ultimo spettacolo, tratto dalla Divina Commedia di Dante: è Simone Cristicchi che sarà in scena al Teatro Comunale di Vicenza con “Paradiso. Dalle tenebre alla luce”, venerdì 28 aprile alle 20.45, uno spettacolo inserito nella programmazione dei fuori abbonamento del Tcvi. Scritto da Simone Cristicchi in collaborazione con Manfredi Rutelli, musiche di Valter Sivilotti e Simone Cristicchi, canzoni e regia di Simone Cristicchi, videoproiezioni di Andrea Cocchi, disegno luci di Rossano Siragusano, una produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Accademia Perduta Romagna Teatri, Arca Azzurra, Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato con il sostegno di Regione Toscana, lo spettacolo ha avuto il patrocinio del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

In occasione della ricorrenza della morte del sommo poeta, Simone Cristicchi  si è cimentato con quest’opera teatrale per voce e orchestra sinfonica, attualmente in tournée nei teatri italiani dopo il debutto in Toscana del dicembre 2021, uno spettacolo musicale e di parola che racconta un viaggio interiore che dall’oscurità conduce alla luce, attraverso e grazie le voci potenti dei mistici di ogni tempo, i cui insegnamenti, come un fiume sotterraneo, attraversano i secoli per arrivare fino a noi con l’attualità del loro messaggio. Il lavoro teatrale di Cristicchi sul Paradiso dantesco è dunque un viaggio tra musica, teatro e poesia che nasce da una rilettura della celebre cantica.

“Non può esistere un paradiso celeste se prima non ci prendiamo cura del nostro paradiso terrestre – ha affermato Cristicchi in occasione del debutto del lavoro -. Per me il paradiso è strettamente legato al concetto di responsabilità individuale e di cura, una triplice cura: di noi stessi, dell’altro e della casa comune che ci ospita”.

In ogni uomo abita infatti una nostalgia dell’infinito, un senso di separazione, un desiderio di completezza che lo spinge a cercare un senso alla propria esistenza. Il compito dell’essere umano è dare alla luce se stesso, cercando dentro all’Inferno, che molto spesso è edificato dall’uomo, barlumi di Paradiso: nel respiro leggero della poesia, nella magnificenza dell’arte, nelle scoperte della scienza, nel sapientissimo libro della Natura.

E la tensione verso il Paradiso è la metafora dell’evoluzione umana, slancio vitale verso vette più alte, spesso inaccessibili: elevazione ed evoluzione sono le due parole chiave. E il viaggio di Dante dall’Inferno al Paradiso, per Cristicchi è un cammino iniziatico, dove la poesia diventa strumento di trasformazione da materia a puro spirito, e l’incontro con l’immagine di Dio è rivelazione di un messaggio universale, che attraversa il tempo e lo vince.

“La nostra vita è un grande mistero, che un giorno ci sarà rivelato. Questo sembra dirci Dante Alighieri, con la forza immutata delle sue parole, ancora oggi a distanza di settecento anni. In questo mistero mi sono calato, cercando di raccontare – tra monologhi e canzoni – l’inconsueto e rendere testimonianza di ciò che di “misterioso” è accaduto nella mia vita. La parola – nella sua nudità e potenza – è al centro dell’intero spettacolo, e affronta tutte le declinazioni possibili: parola recitata, parola narrata, parola cantata. (…) Proprio grazie ai versi memorabili e alle universali intuizioni del sommo poeta, il mio “Paradiso” diventa un viaggio iniziatico nella parte più sottile e profonda dell’essere, un tentativo di riconnessione con la parte più autentica che ci abita” scrive Cristicchi nelle intense note di regia.

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