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Street Art Revolution – da Warhol a Banksy”: dal 28 settembre al 2 marzo 2025 a Parma in corso un viaggio nel cuore dell’arte urbana

Palazzo Tarasconi a Parma si trasforma in una vera e propria galleria a cielo aperto, ospitando 28 settembre 2024 – 2 marzo 2025 la mostra “Street Art Revolution – da Warhol a Banksy: la (vera) storia dell’Arte Urbana”. Un’esposizione imperdibile che ripercorre l’evoluzione della Street Art, dalla sua nascita nelle strade di New York fino a diventare un fenomeno globale che ha rivoluzionato il mondo dell’arte.

Mr.Brainwash, Work Well Together 2023
Mr.Brainwash, Work Well Together 2023

Curata da Giuseppe Pizzuto e con la direzione artistica di Luca Bravo, la mostra offre un’immersione totale nel vibrante mondo della Street Art. Attraverso le opere di maestri come Banksy, Keith Haring, Blek Le Rat, Shepard Fairey (Obey) e Andy Warhol, lo spettatore è invitato a scoprire le radici e l’evoluzione di un movimento artistico che ha sfidato le convenzioni e portato l’arte fuori dai musei, direttamente nelle strade.

L’elenco degli artisti presenti in mostra è un vero e proprio “who’s who” della Street Art: da Alexandre Farto aka Vhils a Invader, da JonOne a PichiAvo, passando per Mr. Brainwash e The London Police. Ognuno di loro, con il proprio stile inconfondibile, ha contribuito a definire i tratti distintivi di questo movimento artistico. Il percorso espositivo è un viaggio emozionante attraverso la storia della Street Art. Dalle prime opere di Warhol, che anticipano molti dei temi cari agli street artist, fino alle opere più recenti di Banksy, che continuano a far discutere e a provocare.
Cosa rende questa mostra così speciale?

La varietà degli stili: Dalla Pop Art di Warhol alle opere più astratte e concettuali, la mostra offre una panoramica completa della diversità di espressioni artistiche che caratterizza la Street Art.

L’impatto sociale: La Street Art non è solo arte, ma anche un modo per esprimere un’opinione, denunciare le ingiustizie e creare un dialogo con la comunità. La mostra esplora questo aspetto, mostrando come gli artisti abbiano utilizzato l’arte urbana per affrontare temi importanti come la politica, la società e l’ambiente.

L’interazione con il pubblico: La Street Art è un’arte che nasce dalla strada e che si rivolge a tutti. La mostra invita il pubblico a partecipare attivamente, a riflettere sulle opere e a creare un proprio percorso interpretativo.

Perché non perdersi questa mostra?
Se sei appassionato d’arte contemporanea, se sei curioso di scoprire le origini e l’evoluzione della Street Art, o se semplicemente cerchi un’esperienza culturale coinvolgente, “Street Art Revolution” è la mostra che fa per te. Un’occasione unica per ammirare da vicino le opere di alcuni dei più grandi artisti urbani di sempre e per riflettere sul ruolo dell’arte nella società contemporanea.

“Street Art Revolution” è molto più di una semplice mostra. È un’esperienza che ti farà riflettere, emozionare e, soprattutto, apprezzare ancora di più l’arte che ci circonda ogni giorno, anche nelle strade della nostra città.

Non perdere l’occasione di vivere questa straordinaria avventura artistica! Acquista subito il tuo biglietto e vieni a scoprire la storia della Street Art a Palazzo Tarasconi.

Per maggiori informazioni ti invitiamo cliccare sul sito ufficiale

Realtà Alterata: un dialogo artistico tra antico e contemporaneo sabato 7 dicembre all’Atrio di Palazzo da Schio

Sabato 7 dicembre 2024, alle ore 17:30, l’Atrio di Palazzo da Schio, noto come la “Ca’ d’Oro” di Vicenza, ospiterà l’inaugurazione della mostra-evento “Realtà Alterata”, primo appuntamento di un percorso artistico che interroga la relazione tra antico e contemporaneo. L’iniziativa nasce dall’incontro tra Clara da Schio, Gianna Sartori e Corrado Marangoni, un sodalizio creativo che unisce tradizione e innovazione.

L’evento, accompagnato da un brindisi con i vini offerti dall’Azienda Agricola da Schio, segna l’inizio di un percorso espositivo che si svilupperà nei fine settimana del 7-8, 14-15 e 21-22 dicembre 2024. La mostra è incorniciata dalla suggestiva collezione archeologica di Giovanni da Schio (1798-1868), le cui pietre storiche aggiungono un fascino unico all’atmosfera dell’atrio.

Il progetto artistico di Realtà Alterata

“Realtà Alterata” rappresenta un dialogo tra passato e presente, in cui i dettagli architettonici di Palazzo da Schio, catturati dall’obiettivo fotografico di Corrado Marangoni, street photographer, vengono trasformati dalla creatività digitale di Gianna Sartori, grafica. Questo processo, che alterna luci e colori, dona nuova vita ai particolari storici del palazzo, restituendo una visione inedita e moderna degli elementi classici.

“Questa mostra-evento – spiega Clara da Schio – è il primo appuntamento di un percorso artistico nato grazie all’importante incontro con gli autori, Gianna e Corrado, e che interroga la relazione tra l’antico e il contemporaneo. La loro capacità di reinterpretare la realtà storica attraverso un linguaggio visivo innovativo rende questa esposizione un’esperienza unica per i visitatori.”

Un contesto ricco di storia

La mostra si inserisce nella cornice storica di Palazzo da Schio, un gioiello del XIV secolo che è stato testimone di epoche e vicende storiche significative. I visitatori potranno immergersi in un percorso visivo che combina arte, storia e tecnologia, in un luogo che da secoli rappresenta un punto di incontro per la cultura vicentina.

Informazioni utili

Da non perdere, quindi, è l’occasione di vivere un’esperienza che unisce il fascino del passato con l’energia creativa del presente tanto più che l’ingresso alla mostra è gratuito e aperto al pubblico nei fine settimana indicati. Per ulteriori informazioni sull’evento e sul percorso artistico, è possibile visitare il sito ufficiale www.palazzodaschiocadoro.com.

Perché scegliere il CBD in cucina?

Il CBD, o cannabidiolo, è un composto della pianta di cannabis noto per le sue proprietà rilassanti e antinfiammatorie. Utilizzarlo in cucina è un modo discreto ed efficace per integrare i suoi benefici nella vita quotidiana.

  • Riduce lo stress e l’ansia. Aggiungere il CBD a un piatto serale o a una bevanda pomeridiana può aiutarti a ritrovare la calma in una giornata frenetica.
  • Sostiene la digestione. Il CBD è utile per alleviare disturbi digestivi e favorire una migliore assimilazione dei nutrienti.
  • Promuove il benessere fisico. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, il CBD può aiutare a ridurre dolori muscolari o articolari, rendendolo ideale per chi pratica sport o cerca sollievo da fastidi cronici.
  • Facilita il sonno. Una ricetta a base di CBD prima di andare a letto può aiutarti a rilassarti e migliorare la qualità del riposo.

Consigli per cucinare con il CBD

Cucinare con il CBD non è complicato, ma è importante seguire alcune regole per ottenere il massimo dai tuoi piatti.

  • Non esagerare con il calore. Il CBD perde parte delle sue proprietà terapeutiche se esposto a temperature troppo alte. È meglio aggiungerlo a fine cottura o utilizzarlo in piatti che non richiedono cottura diretta.
  • Usa una base grassa. Il CBD si lega bene ai grassi come burro, olio o panna. Questo ne facilita l’assorbimento e migliora la distribuzione nei piatti.
  • Inizia con dosi basse. Se sei alle prime armi, comincia con piccole quantità, come 5-10 mg per porzione, e aumenta gradualmente per trovare la dose più adatta alle tue esigenze.
  • Scegli prodotti di qualità. Affidarsi a un olio CBD di alta qualità è essenziale per garantire sicurezza ed efficacia, preservando al meglio le sue proprietà naturali.

Ricette semplici per iniziare

Cucinare con il CBD può essere un’esperienza divertente e creativa.

Ecco alcune ricette facili per sperimentare:

1. Pesto al CBD
Ingredienti:

  • 50 g di foglie di basilico fresco
  • 20 g di pinoli
  • 30 g di parmigiano grattugiato
  • 2 spicchi d’aglio
  • 50 ml di olio extravergine d’oliva
  • 5 mg di CBD
    Preparazione: Frulla tutti gli ingredienti in un mixer fino a ottenere una crema omogenea. Aggiungi il CBD alla fine per preservarne le proprietà. Usalo per condire pasta o verdure grigliate.

2. Yogurt con frutta e CBD
Ingredienti:

  • 150 g di yogurt bianco naturale
  • 1 cucchiaio di miele
  • Frutta fresca a piacere (ad esempio fragole o mirtilli)
  • 5 mg di CBD
    Preparazione: Mescola lo yogurt con il miele e aggiungi il CBD. Completa con la frutta fresca per una colazione leggera e rilassante.

3. Zuppa di carote e zenzero al CBD
Ingredienti:

  • 500 g di carote
  • 1 cipolla
  • 500 ml di brodo vegetale
  • 1 cucchiaio di zenzero grattugiato
  • 5 mg di CBD
    Preparazione: Cuoci le carote e la cipolla nel brodo fino a quando saranno morbide. Frulla il tutto, aggiungi lo zenzero e, una volta raffreddato leggermente, il CBD. Servi caldo con un filo di olio d’oliva.

4. Cioccolata calda al CBD
Ingredienti:

  • 200 ml di latte intero o vegetale
  • 30 g di cioccolato fondente
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna
  • 5 mg di CBD
    Preparazione: Riscalda il latte con il cioccolato e lo zucchero fino a quando saranno ben amalgamati. Aggiungi il CBD prima di servire per una bevanda calda e rilassante.

Conclusioni

Cucinare con il CBD rappresenta un approccio innovativo e salutare per integrare questo ingrediente naturale nella tua routine quotidiana. Grazie alla sua versatilità, puoi sperimentare ricette originali e beneficiare delle sue proprietà rilassanti e antinfiammatorie.

Che tu stia preparando in cucina un piatto semplice o una ricetta elaborata, il CBD può trasformare ogni pasto in un momento di benessere e piacere. Sperimenta con nuove idee, dosa con attenzione e scopri come il CBD può diventare un alleato prezioso nella tua cucina!

AGSM AIM: le novità da gennaio 2024 per chi ha contratti ancora in regime di tutela gas e da luglio 2024 per i clienti di energia elettrica

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Dal 1° gennaio 2024 è definitivamente cessato il servizio di tutela gas per i clienti domestici non vulnerabili (famiglie e condomini). Per quanto riguarda, invece, la fornitura di energia elettrica, la fine del servizio di maggior tutela per i clienti non vulnerabili avverrà a partire dal 1° luglio 2024. I clienti domestici vulnerabili con fornitura di gas ed energia elettrica potranno continuare a essere invece serviti a condizioni contrattuali ed economiche definite e aggiornate dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA).

Di seguito e in copertina la campagna informativa di AGSM AIM, che trovi anche cliccando qui.

AGSM AIM, modifiche per contratti di tutela gas dal 1° gennaio 2024 e del contratti energia elettrica dal 1° luglio
AGSM AIM, modifiche per contratti di tutela gas dal 1° gennaio 2024 e del contratti energia elettrica dal 1° luglio
  • A cosa si fa riferimento quando si parla del mercato di tutela? Il mercato di tutela fa riferimento al servizio di fornitura di energia elettrica e di gas le cui condizioni contrattuali ed economiche sono stabilite da ARERA. Il termine “tutela” sta a indicare che le tariffe vengono definite da ARERA e sono, di conseguenza, le stesse per tutti i clienti a livello nazionale. Il termine non si traduce in una certezza di maggiore convenienza economica rispetto a un’offerta nel mercato libero.
  • Come posso verificare la mia tipologia contrattuale? Per verificare la tipologia contrattuale, ovvero se si ha un contratto sul mercato di maggior tutela o sul mercato libero, è sufficiente verificare nella prima pagina della propria bolletta.

Per i clienti con fornitura gas

Cosa è successo dal 1° gennaio 2024?                                                                  

Dal 1° gennaio 2024 è definitivamente cessato il servizio di tutela gas. Tutti i clienti che a fine 2023 avevano ancora un contratto attivo nel servizio di tutela gas, a seguito di specifica comunicazione ricevuta dal proprio fornitore, da gennaio sono serviti alternativamente:

  • Alle condizioni del Servizio di Tutela della vulnerabilità se rientranti nella categoria “Vulnerabili”;
  • Alle condizioni di libero mercato se hanno aderito a una delle offerte di libero mercato;
  •  Alle condizioni dell’offerta PLACET (Prezzo Libero a Condizioni Equiparate di Tutela) ossia un’offerta con caratteristiche stabilite dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, nel caso in cui il cliente, rientrante nella categoria “non vulnerabile”, non abbia fatto alcuna scelta.

Se non l’ho fatto posso ancora aderire a una delle offerte del mercato libero?

È sempre possibile aderire a una nuova offerta del mercato libero di AGSM AIM Energia indipendentemente dalle condizioni economiche in vigore a gennaio 2024; per l’attivazione sono necessari almeno 30 giorni dalla richiesta.

Qual è il contratto AGSM AIM con le migliori condizioni a cui posso aderire?

Al momento, come è possibile verificare dal Portale Offerte Luce e Gas messo a disposizione dall’Autorità (www.ilportaleofferte.it), l’offerta di AGSM AIM con le condizioni più vantaggiose è “SPECIAL CASA GAS”.

Cosa devo fare per sottoscrivere un nuovo contratto?

Per poter attivare un nuovo contratto basterà contattare AGSM AIM Energia al numero verde indicato in bolletta, oppure recarsi agli sportelli attivi sul territorio.

Quali sono le prerogative per rientrare tra i clienti vulnerabili?

Per rientrare nella categoria dei clienti vulnerabili è necessario possedere almeno una delle seguenti caratteristiche: trovarsi in condizioni economicamente svantaggiate ai sensi dell’articolo 1, comma 75, della legge 124/17; essere soggetti con disabilità ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104; avere le utenze in strutture abitative di emergenza a seguito di eventi calamitosi; aver compiuto 75 anni.

Come posso autocertificare la vulnerabilità, così da richiedere la fornitura nel servizio di tutela della vulnerabilità?

Il cliente che non sia stato ancora identificato come vulnerabile, pur avendone i requisiti, dovrà compilare l’apposito modulo disponibile sul sito www.agsmaimenergia.it e restituirlo firmato per poter essere servito a condizioni contrattuali ed economiche definite e aggiornate dall’Autorità.

 

Per i clienti con fornitura di energia elettrica nel servizio di maggior tutela 

Cosa succederà a luglio 2024 con il mercato di maggior tutela per l’energia elettrica?

Tutti i clienti non vulnerabili che hanno una fornitura di energia elettrica in regime di maggior tutela e che non scelgono in tempo utile un fornitore sul mercato libero passeranno automaticamente, senza alcuna interruzione di fornitura, al Servizio a Tutele Graduali (STG) con l’esercente di riferimento identificato in fase d’asta. Le condizioni contrattuali ed economiche del Servizio a Tutele Graduali sono definite dall’ARERA anche sulla base degli esiti delle procedure concorsuali.

Cosa devo fare per passare a un nuovo contratto nel mercato libero?

I clienti che sceglieranno, come fornitore di libero mercato, AGSM AIM Energia dovranno sottoscrivere un nuovo contratto entro maggio 2024. Per attivarlo basterà visitare il sito www.agsmaimenergia.it, oppure recarsi presso gli sportelli attivi su tutto il territorio.

Qual è il contratto AGSM AIM con le migliori condizioni a cui posso aderire?

Al momento, come è possibile verificare dal PortaleOfferte Luce e Gas messo a disposizione dall’Autorità (www.ilportaleofferte.it), l’offerta di AGSM AIM con le condizioni più vantaggiose è “PROMO LUCE”.

Posso rimanere all’interno del servizio di maggior tutela?

No, non è possibile rimanere nel servizio di maggior tutela, a meno che non si rientri nella categoria dei clienti vulnerabili.

Quali sono le prerogative per rientrare tra i clienti vulnerabili?

Sono considerati clienti vulnerabili di energia elettrica i clienti domestici che, alternativamente si trovano in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio percettori di bonus); versano in gravi condizioni di salute tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall’energia elettrica (oppure presso i quali sono presenti persone in tali condizioni); sono soggetti con disabilità ai sensi dell’articolo 3 legge 104/92; hanno un’utenza in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi; hanno un’utenza in un’isola minore non interconnessa; hanno compiuto 75 anni.

Come posso autocertificare la vulnerabilità, così da rimanere nel mercato di maggior tutela?

Il cliente servito in maggior tutela che non sia stato ancora identificato come vulnerabile, pur avendone i requisiti, dovrà compilare l’apposito modulo messo a disposizione dell’attuale fornitore del Servizio di Maggior Tutela, per poter continuare a essere servito a condizioni contrattuali ed economiche definite e aggiornate dall’Autorità.

Mercatini e iniziative in centro storico

Proseguono le iniziative in particolare nel fine settimana che conduce al Natale Vicenza.

Mercatini

Un fitto calendario di mercatini con attività di intrattenimento vivacizza tutti i fine settimana delle festività natalizie fino al 7 gennaio, in centro storico.

Le tradizionali casette di legno del “Villaggio di Natale” in piazza Biade, corso Palladio e in piazza Matteotti saranno a disposizione fino al 26 dicembre con musica e spettacoli per grandi e bambini a cura di Studioventisette (venerdì, sabato e prefestivi 11-22, domenica e Natale 11-20).

Inoltre per il terzo weekend consecutivo, e ultimo, venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 dicembre “La magia del Natale” sarà in piazza Duomo con l’associazione il Tritone e bancarelle a tema natalizio (ore 9-20).

“Il Villaggio di Natale di Coldiretti” porta in città le tradizioni del territorio anche in questo caso per il terzo fine settimana, e ultimo, sabato 23 e domenica 24 dicembre in piazza San Lorenzo con un programma di attività tra cui i laboratori di cucina creativa per bambini con Il Mondo di Bu. E’ previsto anche un programma di attività.
Sabato 23 dicembre dalle 10 alle 12.30 “Guuta Bainacht – il Natale dei Cimbri” e “Natale in trincea”: storie, canzoni, ballate a cura di Moreno Corà e Ilaria Vellar; dalle 15 alle 16.30: Laboratorio creativo Natalizio con Fattoria Didattica Le Lazarele; dalle 15 Contame de “la Montagna, del formaggio, le antiche tradizioni” con azienda El Tabaro e Giochi antichi in Piazza con il Gruppo Attività Manuali.
Domenica 24 dicembre alle 10.30 in piazzetta Garofolino (accanto al Mercato Coperto Campagna Amica) concerto natalizio dei piccolissimi del coro Pueri Cantores del Veneto diretti dal Maestro Roberto Fioretto; dalle 15 alle 16.30 Laboratorio creativo Natalizio con Fattoria Didattica Le Lazarele; dalle 15 alle 18 La merenda di Natale a cura di Silene Bottega & Cucina.

Secondo e ultimo fine settimana per Handmerry Christmas . Venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 dicembre, dalle 10 alle 19 in corte dei Bissari e piazza dei Signori sono a disposizione bancarelle con prodotti artigianali.

Fondazione Città della Speranza è in loggia del Capitaniato da giovedì 21 a martedì 26 dicembre con un’esposizione di opere d’arte, quadri, sculture, oggetti di antiquariato e articoli vintage, finalizzata alla raccolta fondi a sostegno della ricerca pediatrica. Orari di apertura: dal 21 al 24 ore 10-12.30, 16-19; lunedì 25 e martedì 26 dicembre ore 16-19).

Martedì 26 dicembre il consueto mercato del centro storico (in piazza dei Signori e conta’ Garibaldi non si svolgerà).

Parcheggi

Nel prossimo fine settimana, sabato 23 e domenica 24 dicembre, dalle 10 alle 20, le aree di sosta aperte al pubblico in via eccezionale sono quelle all’ex scuola Giusti, accanto al Giardino Salvi (35 posti auto), dell‘ex Gil con entrata da contra’ della Piarda (30 posti auto), dell‘ex campo di allenamento dello Stadio Menti con 200 posti auto, della scuola Zanella in conta’ Porta Padova (45 posti auto) e del cortile del Conservatorio Pedrollo, in contra’ San Domenico 35 B, con 50 posti auto.

Nei cartelli esposti all’ingresso di ogni parcheggio sono indicate le modalità della sosta che si paga utilizzando il parchimetro più vicino. Informazioni: https://vicenzaparcheggi.it/

Inoltre, i tre parcheggi di interscambio della città, Stadio (mattina e pomeriggio), Mercato Nuovo (pomeriggio) e Cricoli (pomeriggio) comprensivi del servizio di Centrobus sono gratuiti sabato 23 e domenica 24 dicembre e funzioneranno con corse aggiuntive.

Consulta il programma dei mercatini

Il programma completo del Natale:

per aree tematiche

per data

 

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Fonte: Mercatini e iniziative in centro storico , Comune di Vicenza

Max Gazzè a Vicenza per il concerto dell’ultimo dell’anno: lo annunciano Franceschetto e Zilio

La serata di San Silvestro in città si prospetta memorabile con Max Gazzè: dalle 18 in viale Roma si aprirà un Villaggio di Capodanno con area food, beer, hot drink, intrattenimento della pista di pattinaggio sul ghiaccio, speaker, dj’s e performer di Radio WOW che accompagneranno i presenti fino alla Mezzanotte. La sicurezza sarà garantita grazie all’azione congiunta di polizia locale, questura e organizzatori.

L’evento è frutto della collaborazione tra il Comune di Vicenza e OFF Events, che offriranno alla città non solo una festa all’aperto per accogliere il nuovo anno, ma anche un primo grande evento con il concerto gratuito di un noto artista nazionale, Max Gazzè.

L’assessore ai grandi eventi, Leone Zilio, insieme a Luigi Franceschetto di OFF Events, ha sottolineato l’emozionante novità della location in viale Roma, la grande via di accesso al centro immersa nel verde. Si prevede che il luogo sia frequentato da famiglie e giovani sin dalle 18, all’apertura dei festeggiamenti per il nuovo anno.

La scelta della nuova sede è stata accolta positivamente dall’amministrazione comunale, che mira a valorizzare uno spazio a lungo trascurato e avviare un percorso di attrattività della città anche in termini di capacità di ospitare grandi eventi in spazi sicuri.

L’evento assume un significato speciale per Vicenza, poiché Max Gazzè, artista simbolo della musica italiana, ha scelto la città dimostrando la sua idoneità a ospitare grandi eventi musicali, in questo caso completamente gratuiti per tutti. L’amministrazione affronta questa sfida come un primo passo verso una città più attraente, capace di sfruttare i grandi eventi come strumenti per promuovere lo sviluppo economico e culturale.

L’evento è realizzato grazie a una significativa sinergia con sponsor pubblici e privati, tra cui il main partner Frecciarossa Treno Ufficiale del Capodanno di Vicenza. Altri sponsor includono Agsm Aim e Banca delle Terre Venete Gruppo Bcc Iccrea, collaborazioni che, insieme a quella di Confcommercio Vicenza nell’ambito delle manifestazioni natalizie, contribuiscono a rendere Vicenza più attrattiva e competitiva a livello nazionale.

Il concerto di Max Gazzè sarà preceduto da musica e intrattenimento dalla prima serata a cura di Radio WOW, con il presentatore Stefano Mattara, il Dj Marco Cavax e speaker e performer d’eccezione dell’emittente.

 

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Fonte: Max Gazzè a Vicenza per il concerto dell’ultimo dell’anno , Comune di Vicenza

Pallanuoto Vicenza Rangers oggi a Palazzo Trissino, pronta a ripartire dalla serie B

Grazie a un buon campionato e alla solidità di crescita della società, con un focus sulle attività giovanili, la Pallanuoto Vicenza Rangers ha ottenuto nuovamente la possibilità di competere in serie B, nonostante la rinuncia di un’altra squadra.
La Federazione Italiana Nuoto ha comunicato questa decisione che è stata celebrata stamattina presso Palazzo Trissino, alla presenza dell’assessore allo sport Leone Zilio, che ha accolto la squadra e i dirigenti nella prestigiosa Sala degli Stucchi.

Durante l’evento è intervenuto anche lo sponsor Luigi Battistolli, presidente del Gruppo Battistolli, da sempre molto attivo nel mondo dello sport, che ha incoraggiato gli atleti a tornare in acqua con la giusta determinazione.

Dopo aver disputato un’ottima stagione di pallanuoto in serie B lo scorso anno, segnata purtroppo da una retrocessione decisa da una lotteria di rigori al termine dei playout, la Pallanuoto Vicenza Rangers inizia nuovamente sabato con un mix di giovani promesse e giocatori più esperti.

L’assessore ha espresso i migliori auguri a tutti loro per un campionato di pallanuoto ricco di soddisfazioni, ribadendo la vicinanza dell’amministrazione comunale a tutti gli sport.

Tra il Ponte della Pusterla e il Prà dell’Asenello le pietre parlano

Storie Vicentine ci racconta come le pietre tra il Ponte della Pusterla e il Prà dell’Asenello diventino oggetto di ricerca storica.

Ogni angolo delle nostre città conserva ricordi visibili, ma soprattutto invisibili, per effetto
del sollevamento del suolo lungo i secoli, causato dal trasporto a valle di detriti sassosi, terrosi e sabbiosi ad opera dei torrenti e dei fiumi. E se il livello del suolo si alza, capita a volte che interi palazzi o case o parte di essi come le fondamenta, rimangano nel sottosuolo a conservarsi per i posteri (ci sono città che conservano più “piani” o livelli sotto terra. Vedi Roma, che in certi punti conserva otto livelli.)
Quello che noi umani moderni abbiamo trovato nel sottosuolo, lo dobbiamo esclusivamente ai lavori di scavo che abbiano un’utilità, poche volte si è scavato esclusivamente per la ricerca di queste reliquie1.
Bisognerebbe farlo invece, chissà cosa potremmo scoprire: pietre e mattoni non si consumano, sono là sotto che ci aspettano. I ricordi storici e la storia tramandata costituirebbero una sicura traccia per le nostre ricerche. E se qualcuno affermasse che questi lavori sono costosi e non servono a nulla, sappiano che la conoscenza del nostro passato è preziosa per il nostro presente e anche per il nostro futuro. In quanto ai costi, sarebbero ampiamente compensati dai proventi del turismo. Vogliamo fare un solo esempio? Contrà del Brotton ha questo nome perché lì sorgeva il tempio al dio romano
Brotonto. Il tempio, a detta di molti, è ancora lì sotto, intero o a pezzi, e aspetta il piccone e il badile degli uomini di buona volontà. Potrebbe rivelarsi una balla? Potrebbe, ma anche no. Sarebbe inutile la ricerca? La ricerca non è mai inutile, neanche dal punto di vista economico, perché crea posti di lavoro.

Lapide fotografata in loco, con le gambe in acqua (scatto di Paolo Olinto Panozzo)
Lapide fotografata in loco, con le gambe in acqua (scatto di Paolo Olinto Panozzo)

Ma veniamo al nostro programma: zona S. Biagio, Pusterla e limitrofi. E’ importante l’osservazione, può sempre capitare la scoperta. Un giorno di molti anni fa, guardando dal parapetto del ponte della Pusterla, mi accorsi che una lastra di pietra di quelle che formano lo scivolo a monte per regimare un accentuato dislivello del fiume (ce n’è un altro a valle), forse a causa della giusta posizione della luce solare, presentava dei graffiti o addirittura lettere. Non ho mai goduto di una vista perfetta, quindi ricorsi agli ausili che facilmente oggi sono a nostra disposizione.
Ripassai con un binocolo, che confermò i miei sospetti; in seguito mi avvalsi dell’aiuto di un amico munito di macchina fotografica con teleobbiettivo. Il risultato fu l’idea che potesse trattarsi di un’antica lapide riutilizzata. Ai nostri tempi noi non riutilizziamo niente, buttiamo via quello che non serve, siamo diventati troppo ricchi e spreconi, ma ci furono tempi (migliori) in cui non si buttava via niente, e tutto veniva riutilizzato, mattoni o pietre che fossero.

Interpretazione della lapide (i puntini stanno a significare l’impossibilità di lettura; qualche lettera è interpretata): OTTONE GIOVANNI INGIENIERE PROGETTO’ E DIRESSE —— UTINTI PE, CRISTOFORI GAETANO CIBELE FRANCESCO RINALDI ANTONIO RUDENA GIOVANNI ZAMPIERI FRANCESCO OTTOBRE 18(5)4 (il cinque non è chiaro).
In questo caso la lapide può non essere di riutilizzo, ma posizionata apposta. Può essere testimonianza di lavori effettuati, i lavori di regimazione; i nomi dei partecipanti al progetto, forse finanziatori (sono quasi tutti cognomi appartenenti alla creme vicentina).
Ora passiamo ad altro: le due foto che presento qui ci narrano qualcosa di molto più importante. Si tratta di due colonne che si trovano all’interno del piccolo negozio di giornali di fronte al Patronato. Siccome mi meravigliavo che le colonne riportassero il capitello ma non il piede, mi è stato detto dai proprietari che il piede si trova a un metro sotto il livello del pavimento. Così vicino al fiume il fenomeno dell’interramento è molto più accentuato che altrove. Immaginiamoci l’attuale livello del terreno in zona abbassarsi di uno o due metri per raggiungere il livello di mille o duemila anni prima. Quanti tesori architettonici divenuti archeologia potremmo vedere?

Interno negozio di giornali (scatti dii Paolo Olinto Panozzo)
Interno negozio di giornali (scatti dii Paolo Olinto Panozzo)

Ma non finisce qui con le colonne. I proprietari dell’edicola assicurano che all’interno della ormai definitivamente chiusa osteria al di là della strada, che fa angolo con via Veneto, ci sono altre due colonne uguali a queste, distanti l’una dall’altra quanto queste due fotografate. Allora è facile pensare che qualche parola pronunciata in merito ad un porticato adiacente alla porta fortificata non siano solo chiacchiere: porticato colonnato, ovviamente. Non ho potuto fotografarle perché mi manca l’indirizzo del proprietario e così non ho potuto
contattarlo. Se in seguito riuscirò a entrare nella vecchia osteria, certamente ne darò testimonianza con una foto. Ora spostiamoci sul declivio verso il Bacchiglione, lasciandoci a sinistra il fabbricato corrispondente alla chiesa del convento di S. Biagio Nuovo (ora parcheggio coperto).
Questo declivio un tempo era molto più spazioso e veniva chiamato “il Pra’ dell’Asenello o dello Spurgo”. L’odonimo attuale di questo spazio è Piazza San Biagio, ed è laterale della Contrada Pedemuro San Biagio. Attualmente è parzialmente occupato dal (orrore!) bar con dehors e dalla cosiddetta spiaggetta con gli ombrelloni (orrore!).
Guardando verso il fianco della chiesa, dovrebbe essere possibile individuare (se non è nascosto dalle baracchette che fanno parte di questo bar sui generis) una bifora in pietra incorporata nel muro: pietra riutilizzata o ex finestra di un’ipotetica cripta della chiesa (nessuno sa se ci sia effettivamente la cripta)? Ma in quanto a pietre che parlano, gli interni del convento e della chiesa presentano, soprattutto sui manufatti in pietra, la curiosa particolarità di poter essere retrodatati di un paio di secoli dall’epoca della costruzione.
Infatti il tutto si chiama S. Biagio Nuovo perché prima di essere lì si trovava in un sito che potrebbe corrispondere allo spazio ora occupato dalle ex Missioni Estere, poi Istituto card. Baronio, fondato da don Paolo Zanutel, dell’ordine di S. Filippo Neri.
Si narra che il convento francescano venne demolito con cura, in modo da recuperare
tutto il possibile, e che il materiale venne trasportato con le barche fino al sito del nuovo insediamento. Così accade che all’occhio esperto si presentino colonnine e altri elementi dell’apparato lapideo che ci arrivano da un altro tempo (due secoli prima). Gli affreschi invece, sono cinquecenteschi, anche se dubito che siano recuperabili. Ma perché i frati avevano deciso di spostarsi in città? Questioni economiche, perché nel posto dov’era prima il convento, decisamente fuori città, rendeva poco dal punto di vista delle offerte e della “caccia alle tombe” da parte delle famiglie nobiliari. Di qui l’importante decisione di entrare in città (non proprio all’interno della città, perché il convento risulta adiacente alle mura, ma all’esterno, verso il fiume).
Un ultimo particolare su S. Biagio. Tutti possiamo facilmente constatare che la stradina tra la proprietà dell’ex convento e la sede delle ex AIM (ora per nostra disgrazia AGSM-AIM) , che è quella percorsa da chi vuole raggiungere il parcheggio Fogazzaro, costituisce il confine tra i due siti. Prima che cominciassero le visite pubbliche al convento2 fortemente volute da Italia Nostra congiuntamente col responsabile di allora dell’Archivio di Stato, dott. Marcadella3, correvano i primi anni 2000, io mi divertivo a visitare per conto mio il sito, entrando dalla parte vicina al fiume, dove c’era l’accesso sia dell’Associazione Scoutistica, sia del falegname che aveva trovato la sua sede lavorativa in alcune stanze cadenti prospicienti ad uno dei due chiostri, cadenti anch’essi. In una di queste mie visite, ebbi l’intuizione che uno dei percorsi claustrali potesse continuare al di là del muro di confine
verso AIM. Siccome non mi fermo di fronte a nulla, chiesi un colloquio al direttore di allora, e mi fu subito concesso di poter visitare un antico magazzino che, lo si vede chiaramente, fa parte del complesso del convento e nulla ha a che vedere con l’AIM. Appena entrato, capii subito che la mia intuizione era stata corretta.

pilastri aquedotto romano in corso fogazzaro
Pilastri acquedotto romano in Corso Fogazzaro

Tra il disordine e la sporcizia, mi apparvero soffitti a vela di antica fattura, colonne e lunette
affrescate appartenenti all’antico percorso claustrale. Lo stato di conservazione era a dir poco fatiscente, ma si riconoscevano ancora la sbiadite figure rappresentanti la vita di S. Francesco. Vidi addirittura una trave in ferro piantata al centro di una delle lunette affrescate: insomma, una rovina.
Scrivevo allora per Realtà Vicentina, mensile dell’ Editrice Veneta di Sandro Mazzarol. Subito preparai un articolo con foto e una minuziosa descrizione (settembre 1999). Poco tempo prima, un libro edito dall’Accademia Olimpica, scritto da Maria Teresa Dirani Mistrorigo, che descriveva l’antico convento (l’avevo letto qualche mese prima di questi fatti), non riportava notizia di quanto avevo scoperto (scoperta da poco, era ufficialmente conosciuto e non altro dal Comune e da AIM, nonché dall’altro proprietario, che è il Demanio Militare).
Auspicavo un “ricongiungimento” di proprietà, per poter riunire tutte le parti di quella memoria vicentina sotto un unico “padrone”, anche in vista dei restauri e soprattutto della valorizzazione che a tutt’oggi non è diventata realtà. Nel frattempo il tempo, autore massimo del degrado, ha continuato la sua opera a danno del monumento e della città tutta. Soprattutto sfarinando gli affreschi.
A quando una possibile soluzione? Un dubbio: quel piccolo sito misterioso, stante il cambiamento di proprietà di AIM, sarà rimasto al Comune o avrà seguito il nuovo proprietario a Rimini? Che guaio sarebbe! Sempre in quella zona, ma nel lato opposto di contrada Pedemuro S. Biagio, sorge la casa degli Ezzelini. Nel lato interno, in cortile, la proprietà confina con quella di Palazzo Festa, Iseppo Porto, opera del Palladio.
In occasione dei lavori di ampliamento nel lato casa Ezzelini, durante uno scavo emerse una villa romana con tanto di piscina. Casa di lusso, mosaici dappertutto. La sovrintendenza pretese di secretare i lavori, e nessuno poté vedere qualcosa. I mosaici furono smontati, trasformando un’opera d’arte antica in un cumulo di sassi e furono portati a Padova. Gli scavi portarono alla luce circa la metà della villa, per trovare l’altra metà si dovrebbero demolire costruzioni moderne circostanti: impossibile. Fortuna che una persona, tenace conoscitrice delle antichità di Vicenza e sostenitrice della loro sopravvivenza, gabbò il sovrintendente e fece un centinaio di foto dal quinto piano di una casa privata adiacente. Verrà il giorno che le foto salteranno fuori, e chi ha creato il danno sarà punito.
Tra le pietre che parlano vorrei citare anche, poco lontano da via Pedemuro S. Biagio, l’acquedotto romano proveniente da Lobia, del quale alcuni resti poderosi sono conservati al n. 220 di corso Fogazzaro (visibili all’interno, nel vano garage-cantine)e ai n. 214 – 212 – 196 – 194, visibili sotto al marciapiedi, coperto da pavimentazione in vetro. Vicetia diventa municipium romano tra il 49 e il 42 a.e.v., l’acquedotto viene costruito mezzo secolo più tardi. Duemila anni ci dividono dall’importante avvenimento.
Se uno poi vuole vedere le arcate rimaste, per quanto messe maluccio, ma almeno rendono l’idea, non fa altro che inforcare la bicicletta e recarsi a Lobia, dove potrà ammirare quanto rimasto.
Altro caso: si tratta di alcune pietre di recupero inserite nel muro di cinta che divide la proprietà (in quel punto il brolo) della parrocchia dei Carmini e la stradella del Gas (rectius Beccariette), adiacente dall’altra parte col muro che la separa dal parcheggio Fogazzaro, ma che fu in passato il muro divisorio dell’opificio Schröder (dai Vicentini chiamato Scroider). Tornando al muro del brolo, si può scorgere qualche pietra con sculture che di solito adornano le parti laterali di sostegno dei portoni d’ingresso ai palazzi o anche a quegli elementi in pietra che in qualche caso fanno da cornice all’entrata degli altari laterali delle chiese (rappresentano quasi sempre delle candelabre o delle grottesche o motivi a foglie, nel mio caso candelabre). Confrontati con gli stessi elementi che adornano ora la chiesa, appaiono scolpiti in modo diverso, cioè quelli presenti in chiesa sono incisi molto più in profondità.

Vespasiani Art Deco all’esterno del cimitero monumentale; piccolo gioiello da mantenere per il futuro.Sulla sinistra si intravede la piastra tombale della famiglia Benezzato (foto di Paolo Olinto Panozzo).
Vespasiani Art Deco all’esterno del cimitero monumentale; piccolo gioiello da mantenere per il futuro. Sulla sinistra si intravede la piastra tombale della famiglia Benezzato (foto di Paolo Olinto Panozzo).

Tutto l’apparato scultoreo presente in chiesa altro non è che un massiccio recupero da parte dell’architetto Friedrich Schmidt architetto imperiale inviato in città per alcuni lavori tanto per far guadagnare consensi all’imperatore qualche decennio prima della fine del suo impero4) delle pietre appartenute alla trecentesca chiesa di S. Bortolo (Ospedale), tenute provvidenzialmente da parte durante la parziale demolizione e conservate per usi futuri.
Non credo che quelle semplici pietre di cui parlo, che probabilmente facevano parte della chiesa medievale prima del restauro, sfigurerebbero al civico museo. Il mio archivio ha in serbo ancora un ritrovamento, però lontano dalla zona citata nel titolo circa cinquecento metri, quindi lo inserisco anche se non dovrei. Guardando la chiesa del cimitero monumentale e girando a sinistra, si raggiunge dopo cinquanta metri un datato gabinetto pubblico Art Deco (accostato al piccolo obelisco con le lapidi e i nomi dei caduti che fa pendant con l’altro, all’estremità opposta). La particolarità di questo servizio pubblico è quella di essere sempre “chiuso per manutenzione”, con grave incomodo per i prostatici
come me, che hanno in ogni angolo della città un posto in cui tranquillamente liberarsi del disagio che ogni tanto li assale.
Devo confessare che, trattandosi di un sito al di fuori dei normali percorsi e defilato alla vista, non ho disdegnato a volte di fare le mie cose en plain air, come i pittori, alla faccia del gabinetto chiuso per manutenzione. Proprio lì a sinistra del pubblico pisciatoio, giace una lapide dal non indifferente peso, dove anche altri prima di me hanno sostato, ma per ben altre incombenze, molto più abbondanti e solide.
Osservando, notai che la pietra era stata spostata dimodoché ci si potesse accucciare in un angolo dove con lo spostamento si era formato un vuoto sottostante, atto a raccogliere le deiezioni. Lodevole provvedimento, potessimo farlo anche per i cani…
La pietra tombale, grossa e pesante come detto, porta inciso il nome della famiglia che alloggiò forse per secoli sotto di essa: la Famiglia Benezzato. Con queste mie righe non ho voluto mancare al dovuto rispetto nei confronti della famiglia e del luogo del suo riposo.
In finale auspico (e chiamo in causa il Comune) un poco costoso recupero del vecchio vespasiano Art Deco. Va conservato gelosamente come si conviene ad una importante e rara testimonianza architettonica.
L’impianto poi va riparato e tenuto funzionante mediante manutenzione periodica, perché utile alla cittadinanza.

Di Lucio Panozzo Camparo da Storie Vicentine n.15-2023.

Note:
1) E qui devo lodare quelle iniziative di enti statali (in special modo sovrintendenze) che inviano squadre di archeologi in occasione di grandi lavori di scavo (autostrade, posa di tubazioni, scavo di canali, realizzazione di metropolitane, ecc. ). Rari esempi di pubblica utilità. Poco o tanto, salta fuori sempre qualche cosa.
2) Proposi io il programma, in sede di consiglio di presidenza, di cui ho fatto parte per un paio di mandati.
3) In quei momenti era quasi deciso da parte delle due proprietà, Demanio Militare e Comune di Vicenza, di affidare all’Archivio di Stato la conduzione
del restauro e la gestione di quello che a tutti gli effetti sarebbe diventato il polo archivistico della città. Mi sembra di ricordare che anche la Biblioteca Bertoliana avrebbe potuto trovare lì la sua nuova sede. Purtroppo, nonostante gli sforzi del responsabile dell’Archivio di Stato, dott. Marcadella, il progetto naufragò, rendendo vani tutti i progetti e le speranze. Vorrei citare qui anche la competente opera dell’architetto Emilio Alberti, che si prodigò con entusiasmo ai progetti di restauro.
4) Intendo parlare della fine dell’Impero Austroungarico, non certo del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica al quale era succeduto, avvenuto con la restituzione delle insegne al papato, da parte di Francesco II d’Asburgo- Lorena il 6 agosto 1806 (decisione del Trattato di Presburgo), 1006 anni dopo l’incoronazione di Carlo Magno a S. Pietro in Roma.

Seamus Heaney, la Bertoliana di Vicenza omaggia il premio Nobel a 10 anni dalla sua scomparsa

Ricorre quest’anno il decennale della morte del poeta nordirlandese Seamus Heaney (1930-2013), vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1995. Per celebrare l’occasione, la Biblioteca Civica Bertoliana, insieme a Rossella Pretto e Monica Centanni, propone un evento il 30 novembre alle 18 nella sala Dalla Pozza di Palazzo Cordellina, per presentare il libro “Speranza e storia. Le quattro versioni sofoclee” di Heaney, curato da Sonzogni, Guzzo, Pretto, Zanetti (Il Convivio Editore, 2022).

La Bertoliana, in collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge.it, il Centro Culturale di Milano e l’Università di Catania, partecipa al progetto “Le pietre parlano – Heaney e l’Italia”, ideato e curato da Francesco Napoli e Rossella Pretto, al fine di ripercorrere e riflettere sull’attualità della poesia di Heaney e sul suo pensiero letterario e linguistico, tenendo conto del profondo legame che il poeta irlandese aveva con l’Italia, in particolare attraverso lo studio di Dante, Virgilio e Giovanni Pascoli.

Il libro “Speranza e storia” raccoglie per la prima volta in traduzione italiana tutte le versioni di Sofocle scritte da Seamus Heaney. Le riscritture complete di “Filottete. La cura a Troia” (1990) e di “Antigone. La sepoltura a Tebe” (2004) sono accompagnate da un estratto di “Edipo a Colono. Quanto accadde a Colono” (2004) e di “Aiace. Testimonianza: il caso di Aiace” (2004). Queste versioni rappresentano due elementi fondamentali della poetica del premio Nobel: la traduzione letteraria come spazio “originale” per arricchire la propria scrittura e la rilettura dei classici come spazio “ideale” per riflettere e far riflettere sulla natura umana nel passato, presente e futuro.

Rossella Pretto è una poetessa, traduttrice e redattrice di riviste letterarie. Nel 2020 è uscito il suo primo poemetto, “Nerotonia”, ispirato a Macbeth (Samuele Editore). Ha curato, insieme a Marco Sonzogni, “Memorial di Alice Oswald” (Archinto, 2020) e “Speranza e Storia. Le quattro versioni sofoclee di Seamus Heaney” (Il Convivio Editore, 2022). Inoltre, ha curato la riedizione della traduzione di “La Terra desolata” di T.S. Eliot di Elio Chinol (InternoPoesia, 2022). I suoi articoli sono stati pubblicati su “Alias-Il Manifesto”, “Poesia”, “L’Ottavo”, “Journal of Italian Translation”, “Studi Cattolici” e “L’Estroverso”.

Monica Centanni è una filologa classica, esperta di greco antico e accademica olimpica. Insegna Lingua e letteratura greca all’Università Iuav di Venezia. Si occupa di teatro antico (drammaturgia, strutture, funzione politica della tragedia greca; riprese del dramma classico nel Novecento), civiltà tardo-antica (il romanzo ellenistico e il passaggio tra paganesimo e cristianesimo) e storia della tradizione classica nella cultura artistica e letteraria, dall’antico al contemporaneo. Ha curato mostre ed eventi teatrali, ed è autrice di studi e monografie su questi temi.

L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Per informazioni: [email protected]

 

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Fonte: La Bertoliana omaggia il premio Nobel Seamus Heaney a 10 anni dalla sua scomparsa , Comune di Vicenza

Vicenza e i suoi fiumi: una convivenza in precario equilibrio

Vicenza e i suoi fiumi sono legati da una lunga convivenza in precario equilibrio. Hanno infatti sempre rappresentato un’importante risorsa sia in ambito domestico che commerciale. D’altro canto però in occasione di abbondanti piogge, sono stati e sono tuttora, un flagello per la città. 

Vicenza nasce nel VI secolo a.C. circa nell’intersezione tra l’Astico e il Retrone, due tra i principali cosi d’acqua che la attraversano. Sin dalle origini, quindi, c’è stato un forte nesso tra natura e civiltà. A quel tempo molte aree erano paludose ma vennero bonificate durante il Medioevo in modo da rendere più confortevole ed abitabile il territorio. Si è quindi innescata una fragile convivenza tra la città e i corsi d’acqua, che sono anche vere bellezze naturali e fonte d’ispirazione per grandi autori. Giacomo Zanella per esempio aveva una villa sulla riva dell’Astichello e scrisse dei sonetti legati al tema della natura intitolati appunto Astichello. Un’altra piccola oasi naturale nel mezzo del centro città sono i Giardini Salvi. Qui scorre il Seriola che era una risorsa sia per le abitazioni che per le attività nei dintorni.

Veduta sul Seriola, uno dei fiumi di Vicenza, in particolare sulla Loggia Valmarana
Veduta sul Seriola, uno dei fiumi di Vicenza, in particolare sulla Loggia Valmarana – fonte

Queste meraviglie naturali condividono quindi una lunga storia intrecciata con quella della città.

Il Bacchiglione, primo tra tutti, ha rappresentato un’importante via di comunicazione per Vicenza e le zone circostanti, come anche un’ottima risorsa per le attività commerciali. È un fiume che si può definire misto, ovvero alterna momenti di calma ad imprevedibili piene. Questo suo lato emerge dalle testimonianze che ci giungono dall’800 e dal ‘900 ma anche più recenti, basti pensare all’alluvione del 2010. 

Esondazione del Bacchiglione, uno dei fiumi di Vicenza, durante all'Alluvione del 2010
Esondazione del Bacchiglione, uno dei fiumi di Vicenza, durante all’Alluvione del 2010 – fonte

Inizialmente in città arrivava l’Astico, finché nel secolo XI il suo corso venne deviato. Da quel momento a Vicenza arrivò solo una parte della sua portata e diventò quindi l’Astichello. A Dueville, nel letto asciutto dell’Astico iniziarono a giungere acque di risorgiva e dei torrenti Igna, Timonchio e Orolo. Questi, uniti tutti insieme, diedero vita ad un nuovo fiume: il Bacchiglione. 

Veduta sul Bacchiglione a Ponte Pusterla
Veduta sul Bacchiglione, uno dei fiumi di Vicenza, in particolare Ponte Pusterla – fonte

Oltre a questo indiscusso protagonista fluviale, ci sono però altri corsi d’acqua strettamente legati al territorio, che attraversano Vicenza e le zone limitrofe. In passato era il Retrone ad essere il fiume principale della città e non il Bacchiglione di cui, a causa di cambiamenti idrografici, è diventato solo un affluente. 

L’Agno cambia nome durante il suo corso, mentre il Brendola ha incentivato la nascita di attività storiche come il Molino del Vo’. Il Ceresone in passato era il fiume Brenta, mentre le acque del Chiampo fino al XVI secolo si riversavano nel Guà, fiume il cui nome ha origini incerte. Importante per gli impianti idroelettrici è il Cismon come anche il Leogra, mentre il Longhella fu importante per la fondazione di Marostica. Il fiume Oliero è uno dei più corti d’Europa e nasce nelle omonime grotte, mentre il Tesina esisteva sicuramente in tempi antichi, attraversato da un ponte probabilmente progettato da Palladio.

Vista sul Brendola presso Madonna dei Prati, zona di Brendola in provincia di Vicenza
Vista sul Brendola, uno dei fiumi minori presso Madonna dei Prati, zona di Brendola in provincia di Vicenza – fonte