venerdì, Marzo 29, 2024
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Michel Godard & Danilo Rea live al Teatro Olimpico di Vicenza

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Mercoledì 17 maggio 2023 il festival New Conversations – Vicenza Jazz torna nella suggestiva cornice del Teatro Olimpico: alle 21 il duo Michel Godard (bassotuba, serpentone) e Danilo Rea (pianoforte), impegnati in un omaggio a Puccini dai toni contemporaneamente lirici e jazzistici, e il futuristico Tiger Trio, con le libere improvvisazioni di Nicole Mitchell (flauto, voce), Joëlle Léandre (contrabbasso, voce) e Myra Melford (pianoforte), che si esibiranno in esclusiva nazionale.

In seconda serata il Jazz Café Trivellato nel Giardino del Teatro Astra ospiterà alle ore 22:15 l’omaggio alle canzoni di Billie Holiday e Nina Simone dell’Indaco Trio, ovvero Silvia Donati (voce), Francesca Bertazzo Hart (chitarra) e Camilla Missio (contrabbasso).

Nel pomeriggio, negli spazi ipogei di Palazzo Thiene (alle ore 18) si terrà un nuovo appuntamento di “Proxima”, la sezione del festival dedicata ai giovani talenti: la cantante Martina Ghibellini proporrà il suo progetto “Ndovu”, un quartetto con Luca Scardovelli (chitarra), Dario Ponara (vibrafono) e Silvano Martinelli (batteria).

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2023 è promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, con AGSM AIM come sponsor principale e Acqua Recoaro come sponsor tecnico.

Michel Godard & Danilo Rea
Michel Godard & Danilo Rea

Danilo Rea e Michel Godard condividono una passione per Giacomo Puccini. Non nuova a riletture in chiave jazzistica, la musica del celeberrimo operista viene però qui sfrondata di qualunque manierismo. Rea e Godard non rinunciano ad alcune delle più celebri arie, ma pescano anche tra le melodie meno note del compositore lucchese e aggiungono loro brani originali ideati ‘alla maniera di’.

Nato a Vicenza nel 1957, Danilo Rea è cresciuto a Roma, sulla cui scena jazzistica ha esordito assai presto, creando nel 1975 il Trio di Roma (con Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto). Con questa formazione e, successivamente, con i Doctor 3 (con Pietropaoli e Fabrizio Sferra), Rea ha stabilito la norma del piano trio jazzistico all’italiana. Nella carriera di Rea risaltano anche notevoli collaborazioni internazionali (con Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Bob Berg, Phil Woods, Michael Brecker, Joe Lovano, Gato Barbieri…), nonché un’attività d’alto livello nel pop italiano. Pianista prediletto da Mina, Claudio Baglioni e Pino Daniele, Rea ha collaborato anche con Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Ha contribuito anche alla ‘svolta jazz’ di Gino Paoli.

Michel Godard è un musicista che si identifica nei suoi strumenti e nel modo alquanto personale di suonarli. Ha trasformato la tuba in un ottone solista, facendola emergere dallo sfondo delle linee di basso. Si è poi progressivamente allontanato da questo suo primo strumento, preferendogli già dalla fine degli anni Settanta il serpentone. Godard è uno dei pochissimi suonatori di questo strumento antico e desueto (è il basso della famiglia dei cornetti), di certo l’unico a usarlo, anche questa volta, come una voce solista. Per permettersi simili originalità si deve possedere un enorme bagaglio tecnico e una mente libera da pregiudizi. Ecco, questo è Godard, col suo repertorio che spazia dalla musica del Cinquecento a quella improvvisata.

Nato vicino a Belfort (Francia), vanta una significativa carriera in ambito classico: ha suonato con l’Orchestre Philharmonique de Radio France, l’Orchestre National de France, gli ensemble Musique Vivante, La Fenice di Parigi, XVIII-21 Musique des Lumières. In ambito cameristico ha fatto parte del quintetto di ottoni Concert Arban.

Dalla fine degli anni Ottanta la sua attività si rivolge però sempre più alla musica d’avanguardia e all’improvvisazione, con numerosi contatti ravvicinati con il mondo del jazz. Vanta una collaborazione discograficamente prolifica con Rabih Abou-Khalil e tra i suoi partner musicali si trovano anche Michel Portal, Louis Sclavis, Henri Texier, Michael Riessler, Kenny Wheeler, Ray Anderson, Sylvie Courvoisier, Misha Mengelberg, Willem Breuker, Steve Swallow, Ernst Reijseger…

Numerosi i contatti di Godard con la scena musicale italiana: lo si è ascoltato assieme a Enrico Rava, Maria Pia De Vito, Luciano Biondini, Gabriele Mirabassi, Gianluigi Trovesi, Cristina Zavalloni, Tiziano Tononi, Gavino Murgia, Lucilla Galeazzi… In Italia ha anche realizzato alcuni dei suoi più notevoli progetti discografici, grazie al sostegno dell’etichetta CAM Jazz.

Il Tiger Trio è l’apoteosi della ‘composizione spontanea’. Assieme dal 2015 (l’esordio su disco è del 2016: Unleashed) Nicole Mitchell, Joëlle Léandre e Myra Melford sono pioniere di un jazz futuribile e dall’alta gradazione improvvisativa. Ma perché la loro musica possa esprimere un tale senso di libertà, le tre musiciste interagiscono con estrema disciplina e un interplay dalla spiccata messa a fuoco.

Nicole Mitchell (nata nel 1967 a Syracuse, NY) è stata la prima donna a diventare presidente della storica Associazione per l’Avanzamento dei Musicisti Creativi (AACM), il che la dice lunga sul ruolo di rilievo che ha raggiunto tra gli artisti che ruotano attorno alla storica scena del jazz di Chicago. Più volte vincitrice come flautista emergente del referendum indetto da DownBeat tra i critici statunitensi, la Mitchell ha lavorato a stretto contatto con le più notevoli personalità dell’avanguardia americana: George Lewis, Leroy Jenkins, Malachi Favors… Come il suo curriculum lascia immaginare, la Mitchell ha una vocazione particolare per l’esplorazione al di là dei confini conosciuti della musica improvvisata, sia attraverso l’utilizzo di una tecnica strumentale particolarmente creativa che grazie all’adozione di sonorità inedite per il suo strumento, il flauto. Nella sua musica si ritrovano poi spesso espressioni visionarie e spirituali.

La contrabbassista francese Joëlle Léandre è una delle figure di spicco della scena creativa europea. L’originale attitudine performativa che la contraddistingue l’ha portata a esibirsi con artisti del calibro di Morton Feldman, John Cage, Steve Lacy, Anthony Braxton e John Zorn, occasioni nelle quali ha saputo evidenziare la sua attitudine per l’improvvisazione a briglie sciolte.

Myra Melford, nata nel 1957, è cresciuta alle porte di Chicago in una dimora progettata dal celebre architetto Frank Lloyd Wright. Il suo rapporto con l’arte e la cultura in genere è stato profondo e multidisciplinare sin dall’infanzia, per poi confluire, spontaneamente, nei suoi lavori musicali. Allieva di Henry Threadgill, Jaki Byard e Don Pullen, ha partecipato ai gruppi di Threadgill, Leroy Jenkins, e Butch Morris. Nel corso di oltre quarant’anni di carriera, la Melford ha dato vita a numerose formazioni, attraendo nella sua sfera d’azione musicisti come Marty Ehrlich, Erik Friedlander, Chris Speed, Han Bennink, Joseph Jarman, Mark Dresser, Matt Wilson… Importante anche la sua attività in piano solo. Tra i numerosi premi conseguiti spicca quello come “pianista dell’anno” (2008 e 2009) conferitole dalla Jazz Journalists Association.

La carriera della cantante bolognese Silvia Donati è stata segnata da un’intensa passione per la musica ‘nera’. Le sue prime esperienze avvengono infatti con gruppi funky e rhythm & blues, finché gli studi con Barry Harris, Art Taylor, Rachel Gould e Horace Parlan le fanno imboccare la strada del jazz. Da allora sono state numerose le sue collaborazioni con importanti jazzisti italiani: soprattutto Marcello Tonolo ma anche Sandro Gibellini, Pietro Tonolo, Renato Chicco, Ares Tavolazzi, Danilo Rea, Nicola Stilo, Carlo Atti, Fabrizio Bosso. Alla sua passione per la musica afroamericana si è poi affiancata quella per la musica brasiliana. Nel corso degli anni ha dato vita a diversi gruppi (Siluet, Arcoiris, StandHard 3io) che sono apparsi dal vivo in tutta Italia e sono stati ospitati in importanti trasmissioni radiofoniche e televisive. La Donati è protagonista anche del progetto “Encresciadum”, il primo caso di jazz cantato in ladino, a dimostrazione dell’incredibile versatilità linguistica della vocalist emiliana.

In “D’amore e d’orgoglio”, la Donati si confronta con due personalità forti del canto afroamericano: la più strettamente jazzistica Billie Holiday e Nina Simone, attiva anche in altri generi black, dal blues al gospel. Cantanti che, appunto, hanno fortemente rimarcato l’orgoglio di essere donna e afroamericana in un paese e in un’epoca in cui i più ovvi diritti civili non si potevano ancora dare per scontati. Il trio ripercorre i momenti più significativi della carriera delle due artiste, con suono scarno e avvolgente.

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