mercoledì, Settembre 10, 2025
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“Di qua e di là del fiume Guà”, domenica 8 ottobre a Montecchio Maggiore

La Pro Loco Alte Montecchio APS continua a promuovere  la conoscenza del  territorio organizzando  una passeggiata lungo l’argine del fiume Guà.

La passeggiata si terrà Domenica 8 ottobre con partenza alle ore 9.00 da Via dei Trozi n.2, presso la sede della Pro Loco (ritrovo ore 8:30)

Sarà una passeggiata guidata e animata lungo l’argine del fiume che segna i confini del nostro territorio. Racconteremo il lavoro del custode delle chiuse dell’acqua  che, dalla sua casa lungo l’argine, gestiva i tempi di chiusura dell’acqua del fiume, per evitare che le alluvioni che scendevano da Recoaro e Valdagno creassero danni ai raccolti della valle.

L’attore e regista Pino Costalunga rappresenterà  a suo modo la rabbia e la disperazione dei contadini che, nel secolo scorso, risiedevano nelle campagne della Gualda, del Molinetto e della Paglierina, zone in cui, con l’arrivo di forti temporali, arrivavano da Recoaro e Valdagno le furiose “Brentane“  che con la loro irruenza distruggevano case e stalle, creando disperazione e morte tra la nostra gente.

L’evento è inserito nel progetto finanziato da Camera di Commercio Vicenza dal titolo: L’A.B.C. dell’Accoglienza e il turismo x tutti: A. Come Accogliere. B . Come Benessere, C. Come Condividere.  La passeggiata gode del patrocinio del comune di Montecchio Maggiore e il sostegno  di Acque del Chiampo. Durante tutto il percorso è garantito il servizio di LIS (lingua italiana dei segni).

Il fondo strada del percorso  di circa 4 km è tutto asfaltato, adatto a passeggini e carrozzine.  Cani ammessi se tenuti al guinzaglio. Parcheggio consigliato in piazza Marconi a Montecchio Maggiore. A fine percorso seguirà una degustazione di prodotti locali.

Costo partecipazione: euro 5,00 soci Pro Loco, euro 7,00 non soci. Gratuito sotto i 12 anni. Biglietto comprensivo di passeggiata animata e degustazione.

Si ringraziano per la collaborazione:

  • Antonio Fabris, docente e scrittore naturalista.

  • Silvio Parise, Presidente del Consorzio di bonifica  Alta  Pianura Veneta.

  • Roberto Borghero, dirigente ufficio Cultura città di Montecchio Maggiore.

  • Luciano Chilese, professore e storico del territorio.

Le iscrizioni alla passeggiata si possono fare passando in Pro Loco da lunedì a venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00.  Oppure domenica prima della partenza dalle ore 8.30 alle ore 9.00. Per info si può chiamare al n.340 0796224 o scrivere a: [email protected]

F@Mu 2023, “Apriti museo”: a Vicenza caccia al tesoro sabato 7 ottobre

Vicenza aderisce alla Giornata nazionale delle famiglie al museo promossa da F@Mu con il patrocinio del Ministero della Cultura e lo farà offrendo sabato 7 ottobre una Caccia al tesoro gratuita alle famiglie e ai bambini per dare loro l’opportunità di conoscere i beni culturali all’interno dei musei e dei monumenti.

Apriti museo è il tema di F@Mu 2023 il cui testimonial sarà “Diario di una schiappa”, serie editoriale di successo che ha come protagonista il “mitico” Greg.

L’iniziativa è organizzate dall’assessorato alla cultura, al turismo e all’attrattività della città assieme ai partner del circuito museale cittadino, Intesa Sanpaolo con le Gallerie d’Italia – Vicenza, CISA Andrea Palladio per Palladio Museum, Museo Diocesano di Vicenza, Museo del Gioiello e il Museo del Santuario di Monte Berico, Biblioteca civica Bertoliana con la collaborazione della cooperativa Scatola Cultura e del Consorzio Vicenza è.

I gruppi, composti da famiglie con al massimo due adulti per ogni bambino dai 6 ai fino ai 12 anni, potranno partecipare gratuitamente alla caccia al tesoro alla scoperta delle bellezze culturali della città, scegliendo tra due diversi itinerari in centro storico o a Monte Berico, e partecipando alle numerose attività didattiche proposte via via nei musei del circuito cittadino. Per tutti i partecipanti è previsto un kit con una shopper e omaggi a chi arriverà alla fine del gioco.

Per partecipare alla caccia tesoro e alle attività didattiche organizzate nei musei, le famiglie con bambini devono innanzitutto iscriversi a uno dei due itinerari proposti, contattando entro il 5 ottobre i servizi educativi del Palladio Museum: [email protected], 0444323014.

Il percorso a Monte Berico si svolgerà tra il Santuario e il Museo del Risorgimento e della Resistenza.
La partenza sarà alle 10, 11, 14.30 e 15.30 dal Santuario di Monte Berico dove verrà consegnato il kit. Ogni turno prevede la partecipazione di 7, 8 nuclei familiari al massimo. L’arrivo è previsto entro le 16.30 al Museo del Risorgimento e della Resistenza dove i bambini riceveranno un premio finale a sorpresa.

L’itinerario in centro storico prevede la partenza dalle 10 fino al massimo alle 15.30. I luoghi di partenza, assegnati al momento della prenotazione, sono differenti e da ognuno partiranno fino ad un massimo di 30 nuclei familiari: Ufficio Informazione e accoglienza turistica di piazza Matteotti, Gallerie d’Italia – Vicenza, Palladio Museum, Museo del Gioiello, Museo Diocesano. L’arrivo è previsto a Palazzo Thiene (entro le 17.30) con la consegna di un premio finale a sorpresa.

Saranno coinvolti il Museo civico di Palazzo Chiericati, la sede della Biblioteca civica Bertoliana di Palazzo Costantini, il Museo del Gioiello, il Museo Diocesano e l’area archeologica della Cattedrale, le Gallerie d’Italia – Vicenza, il Palladio Museum, il Museo del Risorgimento e della Resistenza, il Santuario di Monte Berico.

Attività nei musei

Museo civico di Palazzo Chiericati
Spazio al 3D!

Una storia dell’arte tutta da toccare grazie alle copie tattili 3D realizzate al Museo di Palazzo Chiericati. I bambini saranno bendati e attraverso delle semplici indicazioni lette dai genitori potranno “vedere con le mani”. In aula didattica si procederà alla creazione di un piccolo manufatto in argilla.

Biblioteca civica Bertoliana – Palazzo Costantini
Ascolta la storia della schiappa e il tuo l… acchiappa

Letture ad alta voce condotte da volontari in due fasce orarie, dalle 10.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 17, saranno tratte da “Il Diario di una schiappa” che è il testimonial di FAMU quest’anno unitamente ad una presentazione dei servizi della biblioteca per poter prendere a prestito i libri che incuriosiranno.
Le letture saranno organizzate in turni ogni 15 minuti: 10.30,10.45, 11, 11.15, 11.30, 11.45 e dalle 15.30 alle 17 (15.30, 15.45, 16, 16.15, 16.30, 16.45).

Museo del Gioiello
Non solo oro

L’attività al Museo del Gioiello durante la giornata F@MU – rivolta ai piccoli e con il supporto dei grandi – consiste in un percorso sensoriale alla scoperta dei materiali che compongono i gioielli esposti. I ragazzi saranno invitati a pescare un oggetto da una scatola e scoprire in quale sala e in quale teca del museo è presente il gioiello realizzato con quel materiale specifico. In questo modo scopriranno che il gioiello non è solo in oro, ma anche in materiali insoliti come tessuto, plastica, legno, pietre.
Durante il laboratorio i partecipanti dovranno realizzare un proprio gioiello con lo stesso materiale pescato durante il gioco.
Questa breve attività vuole portare i ragazzi a interrogarsi sul tatto, quel senso potente che a volte dimentichiamo di avere poiché l’occhio risponde prima alle nostre curiosità. Non solo la vista, ma anche il toccare diventa fonte di meraviglia e scoperta per tutti.

Museo Diocesano e area archeologica della Cattedrale

Schiappe” al museo!

Guidate dal testimonial di F@Mu 2023, Greg Heffley, le famiglie si troveranno ad affrontare –in Museo Diocesano- un percorso irto di ostacoli, prove di coraggio, burle divertenti e troveranno qualcosa di inatteso. Genitori e figli potranno così conoscere le opere ivi conservate attraverso attività scherzose, a tratti “paurose”, cercando di utilizzare un solo senso alla volta per avvicinarsi tutti assieme al tema dell’accessibilità museale e dell’inclusione. Come il protagonista del libro “Il diario di una schiappa”, i partecipanti vivranno mille e più avventure… all’insegna di un museo dove tutto può accadere.
L’attività si svolgerà in autonomia con un operatore del museo a supporto.

Gallerie d’Italia – Vicenza
Apriti, palazzo!

Attraverso una serie di tappe svelate da formule magiche, i partecipanti riusciranno a scoprire segreti e tesori nascosti nelle sale dell’antica dimora di Palazzo Leoni Montanari. Un viaggio all’insegna del divertimento, che parlerà a bambini e ragazzi in chiave accessibile e inclusiva, per rendere il museo un luogo accogliente per tutti. Il percorso, da svolgere in autonomia, prevede la consegna di un kit di schede con giochi e racconti guidati dal mitico protagonista di “Diario di una schiappa”. Attività gratuita per famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni, con partenza dalle 10 fino alle 15.30. L’iniziativa, proposta in occasione di F@MU, è inserita anche nell’ambito del nuovo programma nazionale “è cultura!”, aperto a tutti, inclusivo e intergenerazionale, promosso dall’Associazione Bancaria Italiana per valorizzare il ruolo chiave dei protagonisti del mondo bancario e finanziario nel promuovere lo sviluppo socioculturale del paese.

Palladio Museum
Art for Peace

Obiettivo di questa Giornata è “trasmettere i valori dell’accoglienza a tutti i bambini”. Per farlo, il Palladio Museum presenterà loro una donna davvero speciale, di certo la più indicata a raccontare di luoghi bellissimi perché aperti a tutti, dove chiunque possa sentirsi accolto. Questa figura straordinaria è modellata dallo scultore Lorenzo Rubini, su uno dei camini palladiani del museo.

Museo del Risorgimento e della Resistenza
LItalia del Risorgimento a piccoli grandi dettagli

Al Museo del Risorgimento e della Resistenza viene proposta una caccia all’indizio guidata da micro dettagli che diventano macro: i ragazzi dovranno riconoscere un particolare ingrandito. Sarà una visita speciale, adatta anche a persone ipovedenti, per conoscere la storia risorgimentale della città di Vicenza, che per l’occasione si guadagnò la medaglia d’oro al valor militare. Inoltre si lavorerà poi con i macro dettagli per creare un collage con la creazione simbolica di un’Italia unita.

Santuario di Monte Berico
Un diario di viaggio fuori tempo”

La proposta del museo d’arte sacra di Monte Berico, in occasione della Giornata Nazionale F@Mu, si ispira ai valori dell’ospitalità, dell’accoglienza e dell’incontro tra persone di culture, abilità, visioni e interessi diversi. Il filo rosso è il viaggio nei suoi vari significati: si può viaggiare camminando, desiderando, cantando, sognando. La protagonista del racconto sarà una grande conchiglia a ventaglio, pronta a svelare alcune storie profumate, golose e persino prodigiose. Ai partecipanti verrà proposta un’esperienza creativa, in cui avranno modo di realizzare un medaglione “porta-ricordi”, impreziosito con elementi tattili e olfativi. La manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo.

Per informazioni: Palladio Museum [email protected], 0444323014.

 

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Fonte: F@Mu 2023, “Apriti museo”: a Vicenza caccia al tesoro sabato 7 ottobre , Comune di Vicenza

“Vicenza e la montagna”, ritorna il festival dedicato alla cultura delle terre alte

Ritorna “Vicenza e la montagna”, il festival dedicato alla cultura delle terre alte.
La manifestazione, giunta alla XIV edizione grazie alla collaborazione tra la sezione CAI di Vicenza, la sezione Giovane Montagna di Vicenza, la Società Alpinisti Vicentini, l’associazione MontagnaViva di Costabissara, si terrà a Vicenza dal 3 ottobre al 12 novembre.
L’edizione di quest’anno, sostenuta dal Comune di Vicenza, è caratterizzata dalla collaborazione con la Biblioteca Bertoliana, che ospiterà la mostra “Illustrazioni in alta quota – Flora e fauna delle nostre montagne” di Annalisa e Marina Durante.
Novità della rassegna sarà la realizzazione di un Laboratorio di disegno per bambini e di un Workshop di acquarello per adulti, tenuti dalle illustratrici della mostra, durante i quali i partecipanti verranno guidati alla realizzazione di un disegno naturalistico.
Oltre alle proiezioni di film di montagna al Cinema Patronato Leone XIII, il festival propone inoltre tre serate di incontri con presentazione di libri e filmati, tutti ad ingresso libero.

Il programma è stato presentato questa mattina a Palazzo Trissino dall’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin e dal responsabile del festival Franco Pavan. Erano presenti il vicepresidente del Club alpino italiano sezione di Vicenza Claudio Baccarin, il presidente della Società alpinisti vicentini Enrico Priante e il presidente della Giovane Montagna Giorgio Bolcato.
«Il Comune di Vicenza e la Biblioteca Bertoliana – ha dichiarato l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin – hanno accolto con grande interesse la proposta dei promotori del festival che ogni anno accende per un intero mese i riflettori sulla montagna. Quest’anno, in particolare, ospitiamo nella prestigiosa sede di Palazzo Cordellina la raffinata esposizione dedicata all’illustrazione naturalistica, con la bella appendice dei laboratori in cui adulti e bambini potranno sperimentare questo particolare modo di avvicinarsi alla natura».

La mostra “Illustrazioni in alta quota”
La mostra di illustrazioni naturalistiche “Illustrazioni in alta quota” sarà visitabile dal 14 ottobre al 12 novembre ad ingresso libero nella “Sala Caffetteria” al piano terra di Palazzo Cordellina, sede della Biblioteca Civica Bertoliana (contra’ Riale 12).
Aquila, volpe, cince, cervo, civetta…le opere a colori ad acquerello e matite e quelle a grafite delle illustratrici Annalisa e Marina Durante, vincitrici di numerosi premi internazionali, porteranno a Vicenza la flora e fauna delle nostre montagne, osservate con sguardo attendo ed illustrate con grande tecnica e maestria.
L’inaugurazione della mostra, venerdì 13 ottobre alle 20.30 , sarà accompagnata da una dimostrazione di tecnica di disegno naturalistico e dalla presentazione del libro delle illustratrici “Disegniamo gli animali. Guida al disegno naturalistico con le matite colorate” (Il Castello editore) nel “Salone Centrale Dalla Pozza” al piano nobile di Palazzo Cordellina.
La mostra sarà aperta con ingresso libero dal 14 ottobre al 12 novembre tutti i giorni , escluso il lunedì, dalle 10 alle 18.
Le opere installate saranno messe in vendita a partire dal 13 novembre. Una parte del ricavato sarà devoluto per gli eventi di Vicenza e la Montagna 2024.

Le illustratrici
Annalisa e Marina Durante, sorelle gemelle, sono illustratrici e artiste naturalistiche. Attratte fin da bambine dal mondo degli animali e dal disegno, hanno fatto delle loro passioni la propria professione. Marina ama il trekking, le immersioni e la fotografia e viaggia raggiungendo luoghi inesplorati dove la natura regna incontrastata, alla ricerca d’immagini fotografiche che sono ispirazione per i suoi disegni.
La curiosità per gli animali di Annalisa è sottile e delicata, la sua natura è fatta di sussurri e lieto ascolto. Ama stare nei giardini e nei boschi in silenzio e in meditazione per osservare e ascoltare la vita nascosta.
Le loro illustrazioni sono state pubblicate su libri di molti paesi del mondo dalla Cina all’America. Sono state ospiti del Parco nazionale delle Galapagos per illustrare l’avifauna locale. Hanno lavorato per la FAO illustrando diverse specie di pesci.
Specializzate nell’insegnamento del disegno naturalistico tengono corsi dal vivo e on line e workshop rivolti a bambini, ragazzi e adulti e sono docenti di disegno naturalistico presso la storica Scuola del Castello di Milano.
Vantano diversi premi in concorsi nazionali e internazionali di wildlife art.
Per informazioni: www.duranteillustrations.com

I due laboratori
Sabato 14 ottobre nella sede Giovane Montagna di Vicenza, in via Borgo Scroffa 18, è possibile frequentare il workshop di acquarello naturalistico per adulti “Disegna la natura”, con le illustratrici della mostra Annalisa e Marina Durante.
In questo incontro Annalisa e Marina insegneranno una tecnica di disegno semplice ma efficace. Attraverso vari passaggi guideranno i partecipanti alla realizzazione di un disegno di quattro giovani civette.
I posti a disposizione sono limitati, l’iscrizione è obbligatoria. Costo 30 euro.
Domenica 15 ottobre nella “Sala Berty” di Palazzo Costantini, in Biblioteca Civica Bertoliana le due illustratrici propongono il Laboratorio di disegno naturalistico per bambini dai 7 ai 14 anni 2Disegniamo lo scoiattolo”.
In questo incontro Annalisa e Marina guideranno i partecipanti alla realizzazione di un disegno di uno scoiattolo. Si procederà poi alla colorazione del piccolo roditore utilizzando le matite colorate con la tecnica del chiaroscuro, creando le sfumature.
I posti a disposizione sono limitati, l’iscrizione è obbligatoria. Il laboratorio è gratuito.

Per informazioni e iscrizioni

Lisa 328.2061637 – email: [email protected]

Le proiezioni e gli incontri

La XIV edizione di “Vicenza e la montagna” prende il via martedì 3 ottobre alle 20.45 con la proiezione nella sala cinematografica Patronato Leone XIII del film Custodi, di Marco Rossitti.
Il film presenta una carrellata di esperienze in località diverse e dai caratteri fortemente identitari (Valle friulana di Resia, Appennino reggiano, lagune da pesca, Val Venosta, Magredi, Dolomiti di Brenta, Dolomiti feltrine, Lessinia veronese).
Si tratta di brevi ritratti che sottolineano l’importanza del prendersi cura del territorio, del valore di tradizioni rivitalizzate nel rispetto della memoria, degli equilibri fra uomo e natura. Anche i testi musicali accompagnano, senza prevaricare, i silenzi dei luoghi. Marco Rossitti, il regista, ha scandagliato il Friuli Venezia Giulia e molte altre regioni del Nord Italia alla ricerca di storie di sconosciuti, ma fondamentali, custodi dei loro territori.
Il film ha vinto il Premio Speciale Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, perché documenta la consapevolezza delle comunità rispetto agli eccezionali valori universali riconosciuti da Unesco e la capacità di una conservazione attiva del territorio.
Sarà presente in sala il regista.

Giovedì 5 ottobre la sala polifunzionale Patronato Leone XIII ospita alle 20.45 la serata Dalla Laguna alle Dolomiti, con le fotografie scattate da Stefano Maruzzo dal parapendio con cui sorvola le montagne.
Stefano Maruzzo, classe 1965, vicentino. È cameraman e fotografo professionista di paesaggio e architettura. Ha lavorato per anni con diversi network locali e nazionali, oltre che per varie case editrici. Appassionato di montagna e sport estremi, si dedica da sempre a questo tipo di fotografia. Pratica fin da giovanissimo il volo libero con deltaplano e parapendio. Da una quindicina di anni si dedica alla fotografia aerea usando un parapendio a motore. Per anni ha volato nelle sue amate Dolomiti, e oltre a varie mostre fotografiche dedicate, ha collaborato alla stesura di un importante volume “Montagne del Veneto”. Gli anni trascorsi come cameraman, professione che ha fatto fin dai primi anni 90, gli danno anche l’opportunità di conoscere profondamente il territorio veneto.

Martedì 10 ottobre, nel 90° anniversario della fondazione della sezione di Vicenza della Giovane Montagna di cui è stato presidente dal 1935 al 1938, Toni Gobbi sarà il protagonista della serata a lui dedicata dalla rassegna e da Grivel con la proiezione nella Sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45 del film La traccia di Toni – Toni Gobbi da cittadino a guida alpina.
Il film del regista Antonio Bocola racconta la vita di Toni Gobbi (1914-1970), famoso alpinista e guida alpina, cresciuto a Vicenza ma trasferitosi a Courmayeur nel 1940. Gobbi ha partecipato alle spedizioni nelle Ande Patagoniche (1957/1958) e al Gasherbrum 4 (1958) ed è stato probabilmente la prima guida cittadina italiana, nonché un grande innovatore della professione a tutti i livelli. E’ stato presidente delle Comitato Valdostano Guide (dal 1957 al 1966) e anche Presidente del Consorzio Nazionale Guide e Portatori del CAI dal 1965. Fin dagli anni ’40 è stato un attivo divulgatore delle sue attività attraverso numerosi scritti e conferenze. Nel 1965 è stato uno dei fondatori della UIAGM (unione internazionale delle guide alpine), nata proprio da una sua idea sviluppata a partire dagli anni ’50.Il film è costruito su una grande varietà di materiali: una quindicina di interviste a famigliari, conoscenti, amici e collaboratori di Toni, ormai anziani ma con ricordi vivi e intensi, e molti filmati d’epoca, alcuni dei quali digitalizzati per l’occasione e mai diffusi prima.

Martedì 17 ottobre nella sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45 è in programma la proiezione dei film Altavia 4000, di Luca Matassoni e Marco Tonolli.
Il film racconta la storia di un’amicizia che ha come sfondo i giganti delle Alpi. Gabriel Perenzoni e Nicola Castagna si conoscono durante i corsi per diventare guide alpine e scoprono di avere un sogno in comune: scalare tutti gli 82 Quattromila delle Alpi in una sola stagione. Il film racconta l’esperienza della scalata soffermandosi sul lato umano della storia, sui rapporti e sulle relazioni tra i protagonisti e dei protagonisti. Altavia 4000 è un viaggio attraverso le Alpi, un’avventura alla scoperta di se stessi e dei legami profondi che nascono lassù.
Il film ha vinto il premio “Città di Imola” al 71° Trento Film Festival.
Saranno presenti in sala i registi.
Nella stessa serata sarà proiettato Ice Merchants, film d’animazione del portoghese João Gonzalez.
Ogni giorno, padre e figlio si lanciano con un paracadute dalla loro vertiginosa casa appesa a una montagna, per recarsi al villaggio, molto lontano sotto di loro, dove vendono il ghiaccio che producono.
Vincitore di numerosi premi, nel 2022 Gonzales è diventato il primo regista di animazione portoghese ad essere premiato al Festival di Cannes con Ice Merchants, che è diventato anche il primo film portoghese ad essere nominato per un Oscar.
João Gonzalez, regista, animatore, illustratore e musicista portoghese, è interessato a unire la sua formazione musicale e la pratica dell’animazione d’autore, rivestendo il ruolo di compositore e talvolta anche di strumentista nei film che dirige, accompagnandoli a volte con performance dal vivo.

Giovedì 19 ottobre il festival prosegue nella sala polifunzionale Patronato Leone XIII con la proiezione alle 20.45 del film La lunga scala verso l’Annapurna di Ennio Savio e Rosanna Bassan.
La proiezione descrive l’esperienza di un gruppo di amici appassionati di montagna, nel cammino lungo le valli del Nepal per raggiungere il campo base dell’Annapurna, uno degli Ottomila più affascinanti della catena himalayana, tra inaspettate piogge monsoniche che rischiano di vanificare lo scopo del viaggio e incontri straordinari con gli infaticabili abitanti dei villaggi.

Martedì 24 ottobre alle 20.45, infine, in collaborazione con il Trento Film festival 365 nella la sala cinematografica Patronato Leone XIII viene proiettato il film Ephemeral del regista Alastair Lee che mostra da vicino l’arrampicata scozzese in inverno, una stagione effimera che offre uno spettacolo senza precedenti.
La macchina da presa segue gli esperti scalatori Guy Robertson e Greg Boswell nella loro ricerca di nuove vie invernali nelle Highlands scozzesi. Greg e Guy riescono a completare prime ascese straordinarie in alcuni dei più impressionanti scenari di arrampicata.
Nel film sono intervistati anche Simon Richardson e Helen Rennard, due importanti alpinisti scozzesi.
La pellicola ha vinto il premio Ritter Sport per aver messo in scena la passione e lo spirito di avventura e condivisione che guidano i due alpinisti alla ricerca di nuove vie invernali nella severa Scozia.

La mostra, le proiezioni e gli incontri sono ad ingresso libero.

Per informazioni
www.vicenzaelamontagna.it

 

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Fonte: “Vicenza e la montagna”, ritorna il festival dedicato alla cultura delle terre alte , Comune di Vicenza

Hangar Palooza Festival: il 13, 14 e 15 ottobre il primo grande evento al Parco della Pace

Per la prima volta il Parco della Pace ospiterà un grande evento. Per tre giorni, venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 ottobre il più grande spazio verde della città sarà aperto in via straordinaria ininterrottamente dalle 7 di mattina alle 4 di notte per l’arrivo di Hangar Palooza, il Festival dei Festival.

Saranno 55 le ore dedicate agli eventi, 30 le ore di musica, 5 i dibattiti e le conferenze programmate. Più di 24 ore di mercati alimentari e artigianali.

Hangar Palooza è organizzato dal Comune di Vicenza e dal Coordinamento Festival di Vicenza che riunisce le sei feste rock che per tradizione animano l’estate in città: Jamrock, Lumen, Riviera Folk, Ferrock, From Disco To Disco e Spiorock.

Musica live e dj set, dibattiti, cineforum, workshop, jam session, concerti all’alba, spettacoli busker, writer, mercatino artigianale e biologico, truck food si svolgeranno nei due hangar all’ingresso del parco e nella vicina area esterna dove verrà allestito un grande palco coperto per continuare la festa anche in caso di pioggia.

L’iniziativa è stata presentata oggi dall’assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai e dall’assessore all’istruzione Giovanni Selmo, con i rappresentanti del Coordinamento Festival di Vicenza. Erano presenti anche l’assessore alla cultura, al turismo e alle attrattività della città Ilaria Fantin e l’assessore ai grandi eventi Leone Zilio.

«Quanto accaduto negli ultimi due mesi è qualcosa di dirompente – ha annunciato l‘assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai -. Da anni avevo un sogno: organizzare il Festival dei festival e farlo coinvolgendo le feste rock cittadine. E oggi ce l’abbiamo fatta dimostrando che con il lavoro di squadra possiamo riuscire ad attirare a Vicenza importanti artisti. Il nostro obiettivo è fare in modo che Vicenza diventi “la città dei festival” – non più la “città delle feste rock” – e questa prima edizione di Hangar Palooza sarà l’incipit di una rassegna che vorremmo far durare negli anni. Ci siamo rimboccati le maniche è, nonostante il poco tempo, siamo riusciti ad organizzare un simile evento mettendo in campo professionalità, competenze e capacità considerevoli che vanno ben oltre a quanto è necessario per coordinare un evento giovanile, tipologia a cui spesso le feste rock sono state ricondotte. È un messaggio importante – prosegue Nicolai – per una città spesso inconsapevole delle risorse e del dinamismo che la caratterizza. E lo è soprattutto per il Parco della Pace, a dimostrazione che quando si uniscono le forze si può dar vita a qualcosa di completamente inaspettato e inatteso. Decine di associazioni e realtà hanno organizzato un festival di livello europeo, con una programmazione quasi ininterrotta 24 ore su 24, rivolta ad un pubblico assolutamente eterogeneo. Con Hangar Palooza l’ambizione è di far sognare un futuro diverso alla città, sia per il Parco della Pace, per cui i modi di scoprirlo saranno tantissimi e variegati, sia per i festival estivi, che oggi si arricchiscono di una nuova offerta che speriamo diventi un riferimento anche oltre i confini della nostra provincia.»

«È importante che il Festival inizi coi bambini, perché saranno coloro che vivranno il parco e lo vedranno crescere nel tempo, accompagnando lo sviluppo dei suoi alberi e della sua biodiversità – ha spiegato l’assessore all’istruzione Giovanni Selmo -. Abbiamo invitato a partecipare un gruppo di alunni delle classi quarta e quinta della scuola primaria di ogni istituto comprensivo della città che non hanno mai visto il Parco “com’era prima”, non hanno vissuto il percorso che ha portato alla sua realizzazione e vorremmo che si facessero interrogare dalle sue possibilità. Vivranno una visita alla scoperta della flora e della fauna, conosceranno la storia del luogo e del suo nome, con un momento conviviale e di scambio. L’obiettivo, poi, è che questi ambasciatori possano raccontare e riaccompagnare al parco genitori e amici durante il Festival: consegneremo, infatti, a ciascuno di loro un buono per una corsa nel trenino che percorrerà una parte del parco.»

In concomitanza con Hangar Palooza Festival domenica 15 ottobre è organizzata anche la Domenica ecologica, a cura dell’assessorato all’ambiente che prevede eventi che collegheranno il quartiere Italia con il Parco della Pace.

Il Festival prenderà il via ufficialmente venerdì 13 ottobre a partire dalle 18 dopo l’inaugurazione.
La prima ad entrare al Parco della Pace, nella mattinata di venerdì, sarà però una rappresentanza degli alunni delle scuole primarie della città a cui l’amministrazione vuole dare la possibilità di visitare e conoscere il grande spazio verde, di partecipare ad attività di animazione e di assistere alle proiezioni del CineClub a cura del Cinema Odeon.
Saranno tre le aree dedicate alla musica: il palco principale all’esterno dell’hangar 1, il secondo palco sotto l’hangar 2 e il terzo all’interno dell’hangar 1 il”volo stage” dedicato ai dj set.
Alle 2 di notte le porte del parco chiuderanno, ma le iniziative proseguiranno in orario notturno per chi ha prenotato, sia venerdì che sabato, con la possibilità di assistere alla visione di pellicole cinematografiche fino alle 4.
La mattinata di sabato 14 ottobre si aprirà con i concerti all’alba, jam session, lezioni di yoga, e poi dibattiti, visite guidate al parco che nel pomeriggio si potrà percorrere anche con il trenino. Non mancheranno animazione per bambini ed esibizioni di writer.
Anche lo sport sarà un’ingrediente importante della manifestazione: ci si potrà cimentare nel tiro con l’arco, navigare in canoa e partecipare ad attività con la collaborazione della società di atletica e di rugby.
Ci sarà la possibilità di fermarsi a pranzo e cena grazie alla presenza dei truck food con prelibati piatti da assaporare in compagnia. E poi degustazioni di prodotti locali, naturali e biologici.
All’ingresso al Parco della Pace durante i tre giorni, a partire dalle 18, sarà richiesto 1 euro a copertura delle spese. Sarà a disposizione un parcheggio e anche in questo caso verrà richiesto un piccolo contributo, sempre per sostenere le spese di organizzazione. L’intenzione è comunque quella di incentivare l’arrivo al parco a piedi o in bicicletta o con l’autobus (è disponibile la corsa numero 9, orari al link https://www.svt.vi.it/sites/default/files/2023-09/invernale-2023-2024-9.pdf).

I tre giorni di festival vedranno il coinvolgimento di oltre 100 volontari. Decine di associazioni, cooperative e gruppi sono coinvolti per la buona riuscita dell’iniziativa tra cui Cinema Odeon che cura il CineClub, Casa di cultura popolare Vicenza, Coldiretti Vicenza, Cooperativa insieme, Legambiente Vicenza, Lipu Vicenza, WWF Vicenza, Working Title Film Festival- Festival del Cinema del Lavoro , Non dalla guerra e numerose società sportive e realtà commerciali del territorio tra cui Birrone – Birrificio Artigianale Agricolo Vicenza, Blunt Skateshop, Zebra – Multimedia Immersive Solutions, Develon.

Le attività a numero chiuso richiedono la prenotazione (gestita dal Gruppo Develon) che sarà attivata sul sito del Festival http://www.hangarpalooza.it/ dove verrà messo a disposizione il programma completo.

Nei prossimi giorni saranno svelati i nomi dei musicisti che si esibiranno.

Per informazioni

http://www.hangarpalooza.it/

https://www.facebook.com/hangarpalooza.vicenza

https://www.instagram.com/hangarpalooza/

 

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Fonte: Hangar Palooza Festival: il 13, 14 e 15 ottobre il primo grande evento al Parco della Pace , Comune di Vicenza

Il lapidarium del Conte Giovanni da Schio

Storie Vicentine ci racconta un conte illustre dell’Ottocento: Giovanni Da Schio. Nella foto di apertura: Giovanni da Schio, nato a Vicenza nel 1798 dal conte Lodovico e da Maria Anguissola e morto a Schio nel 1868, fu il rampollo di una famiglia vicentina di antica nobiltà e una figura poliedrica di erudito. In gioventù, dopo aver interrotto gli studi, viaggiò in Italia, Francia e Germania: “scopo di questi suoi viaggi, condotti con l’intendimento di perfezionare la sua educazione, fu la conoscenza dei diversi costumi dei popoli, lo studio degli antichi monumenti e la brama soprattutto di trarre dagli archivi e dalle biblioteche nostrali e straniere quanto potesse concernere la storia di Vicenza”, così lo ritrae Bernardo
Morsolin nella sua necrologia.

ca d'oro
La Ca’ d’Oro in Corso Palladio

Il conte Giovanni Da Schio si dedicò a interessi eterogenei: dalla pedagogia all’archeologia, alla letteratura. L’illustre vicentino fu autore di saggi, di poesie, di novelle, di sermoni e di zibaldoni di viaggio, di scritti di archeologia. Pubblicò numerose opere, la più famosa e importante delle quali è le “Persone Memorabili di Vicenza”, ventidue volumi, che qualcuno definì una vera “enciclopedia vicentina”. Il Morsolin gli attribuisce una “Cronaca di Vicenza dal 900 al 1860”, in sei volumi, corredata di tavole genealogiche, di stemmi, di ritratti, di vedute e di rare notizie intorno ai principî e alle origini”. Ma in maniera particolare egli era appassionato di archeologia, di storia del territorio vicentino, del dialetto e dei costumi vicentini. Non ometteva di pubblicare ciò che giovasse alla storia o alle belle arti in generale in modo particolare se riguardava Vicenza “anche se non ci entrasse che di straforo”, come afferma il figlio Almerico in un ricordo postumo.

giovanni da schio
Il lapidarium collocato nell’atrio

Nel 1836 il conte Giovanni si accasò sposando Maria Calvi dalla quale ebbe due figli: Almerigo e Alvise. Si stabilì in territorio vicentino dove, oltre al palazzo in città, chiamato per il suo stile architettonico Ca’ d’Oro, visse nei possedimenti di famiglia tra Schio e Costozza. Nel paese di Costozza “lo Schio godeva tranquilla dimora e frequenti compiacenze”, possedeva le tre splendide ville adagiate a livelli diversi sulle propaggini del monte e comunicanti direttamente con le vicine grotte. Una di queste dimore, il villino che era appartenuto in origine ai conti Garzadori, in parte scavato nella viva roccia, aveva ospitato nel 1600 lo studio di Orazio Marinali, uno degli scultori più celebri del nostro territorio; la sua bottega fu tra le più importanti del secolo.

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Il lapidarium collocato nell’atrio

A Costozza l’attività lapidea rimase molto attiva per tutto l’Ottocento; in paese venivano trasportati i massi provenienti anche dalle cave dislocate nella parte più alta dei colli, fino a Villabalzana, e confluivano nella piazza di Costozza su carri trainati dai buoi con le ruote legate da catene, per percorrere la pericolosissima discesa della Brutta Riva di Lumignano. Il conte Giovanni ebbe senz’altro stretti contatti con le botteghe degli scalpellini e poté ammirare il frutto del loro lavoro manuale. Allo stesso tempo, con la passione dell’archeologo, dedicava il suo interesse alle pietre dell’antichità, a quelle lapidi incise nella notte dei tempi, alcune in lingua paleoveneta, che vennero reperite proprio a Costozza e nei dintorni. Si dedicò allo studio di quei reperti di straordinaria importanza, che rappresentavano, come affermava egli stesso, ciò che è conservato “a dispetto del tempo e dell’ignoranza, che molto distrusse e seppellì, seppellisce e distrugge”. Nel 1825 il da Schio comperò dalla famiglia Leoni di Padova l’Eremo di San Cassiano a Lumignano, altro sito nei Colli Berici impregnato di memorie storiche, la cui antichità era testimoniata dalla presenza di tombe e iscrizioni rupestri che il da Schio ascriveva alla civiltà etrusca. Nel corso dell’Ottocento fu vivo l’interesse degli eruditi per le lapidi antiche. Parecchi studiosi vicentini si erano cimentati prima di allora nello studio e nella catalogazione dei reperti lapidei (tra i quali il Castellini, il Marzari, il Barbarano). Anche Gaetano Maccà nella sua monumentale Storia del territorio vicentino in 14 tomi, riportò la trascrizione di numerose reliquie lapidee, connesse per lo più con i luoghi di culto, ed inoltre pubblicò nel 1811 una “Raccolta delle iscrizioni Sacre gentilesche della città e del Territorio di Vicenza spiegate e con note illustrate”. Altro valente collezionista di testimonianze epigrafiche lapidee e studioso della storia di Vicenza fu il conte Arnaldo Arnaldi Tornieri, letterato e poeta vicentino vissuto nel secondo Settecento. Secondo l’opinione del da Schio, che era tenuta in grande considerazione, il Tornieri sarebbe stato l’autore della “migliore opera di tutti i suoi predecessori concittadini in cotal genere di studi”.

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La quadrifora del palazzo: Giovanni da Schio è il quinto da sinistra a fianco di Fedele Lampertico

Egli ebbe il merito di aver raccolto un buon numero di lapidi della città e del territorio di Vicenza, formando un lapidarium che fu un importante punto di riferimento per gli storici; compose un trattato corredato da fac-simili e disegni che dovevano confluire in un’opera sull’argomento, rimasta tuttavia incompiuta a causa della sopravvenuta sua cecità. “Il manoscritto autografo portante il titolo: Raccolta di lapidi antiche possedute e spiegate dal Co. Arnaldo I Tornieri negli anni 1796-97-98 pervenne in eredità al nobile Co. Marco Orgian, nella cui casa furono innalzate le lapidi” e successivamente passò nelle raccolte della Biblioteca Bertoliana. Il da Schio, che godeva di ottima reputazione negli ambienti culturali, ebbe modo di confrontarsi con altri eruditi del suo tempo dediti allo studio delle lapidi antiche. In particolare con il professore prussiano Theodor Mommsen, celebre autorità in materia, che stimò opportuno venire ben due volte a Vicenza da Berlino per esaminare le iscrizioni vicentine e consultare i manoscritti in Bertoliana. “Dopo le romane, rarissime sono in Vicenza e nella provincia le iscrizioni conservate sulle lapidi o per iscritto, che contino un’epoca anteriore al secolo XIII” così si esprimeva al riguardo l’Accademia Olimpica nei suoi Atti nel 1872. All’inizio dell’Ottocento le soppressioni napoleoniche coinvolsero tante chiese e monasteri, parecchi dei quali furono poi distrutti o convertiti a uso diverso, e così ebbe luogo la conseguente dispersione di tante lapidi, lastre tombali o monumenti che sarebbero risultati preziosi per la storia. Il conte Giovanni nella prima metà dell’Ottocento andò raccogliendo, studiando e catalogando una parte del patrimonio lapideo che era stato rinvenuto in Vicenza e nel suo circondario e che egli intendeva salvare dall’incuria e dalla dispersione. Mise insieme una collezione archeologica ed epigrafica comprendente, tra l’altro, anfore vinarie e olearie, epigrafi, pietre miliari ed un sarcofago. Questo straordinario esempio di Lapidarium, venne collocato nell’atrio e nel cortile del Palazzo di famiglia in Vicenza. Altre lapidi da lui raccolte furono sistemate nella vicina chiesa di Santa Corona. Nel 1850 il conte dette alle stampe il frutto del suo lavoro: una pubblicazione intitolata Le antiche iscrizioni che furono trovate in Vicenza e che vi sono illustrate per opera di Giovanni da Schio corredato da erudite disquisizione e da disegni particolareggiati. In tale opera, che gli procurò le lodi di insigni archeologi, trascrisse e commentò alcune iscrizioni paleovenete, oltre che latine e cristiane. Il trattato prendeva in esame 93 monumenti, corredati da 21 litografie. Di particolare importanza sono le rare scritte in paleoveneto, che il da Schio definiva “le iscrizioni etrusche fino ad ora comparse in quel lato di territorio che chiamasi della Riviera” (ovvero quelle incise o reperite nell’area berica: negli scogli di San Cassiano, a Lumignano, e presso le grotte di Costozza). Proprio in quegli anni era stato dato alle stampe un corposo trattato relativo all’area patavina ed euganea: “Le antiche lapidi patavine illustrate” di Giuseppe Furlanetto – Padova 1847, i cui rinvenimenti più arcaici denotavano caratteristiche in comune con l’area berica. In tale opera viene menzionata, per la sua importanza, anche un’iscrizione rupestre presso il Covolo della Guerra a Costozza in questi termini: “iscrizione trovata nel 1837 all’ingresso di una cava dei Monti Berici a Costozza, a sinistra di chi entra, incisa nel vivo sasso, che poi segata fu trasferita in Vicenza presso il sig. co. Gio. da Schio proprietario di quella cava”. In effetti il conte aveva fatto segare il masso recante quell’antichissima iscrizione per trasportarlo in città ed esporlo nel suo lapidarium. Al giorno d’oggi quell’atto di snaturamento ambientale può sembrare brutale, ma fu provvidenziale per la salvaguardia del reperto, considerato il successivo e indiscriminato sfruttamento industriale delle cave e le vicissitudini che infierirono sulla grotta in epoca moderna, specialmente durante la seconda guerra mondiale, con lo smantellamento del suo contesto originario.

Un dipinto di Gino Frattini (primi Novecento)
Un dipinto di Gino Frattini (primi Novecento)

Questa scritta paleoveneta, un tempo posta a suggellare l’ingresso della più grande grotta di Costozza, è certamente uno degli esemplari più importanti del lapidarium e comprova che l’utilizzo del Covoli risale alla notte dei tempi, con la sicura frequentazione del luogo già in epoca pre-romana. Il conte Giovanni, proprietario della grotta, così la descrive: “Dietro la chiesa di Costozza havvi il tra noi celebre Covalo detto della Guerra, che si interna cinquecento metri entro la collina. Questo ha due bocche di fronte che convergono in un solo speco. Sulla bocca sinistra a chi guarda, e sull’imposta pure sinistra di chi entra, fu trovata la presente iscrizione la quale, segata fuori dallo scoglio, è nelle porte di Casa Schio in Vicenza”. Quindi cercò di interpretare il significato della scritta azzardando ipotesi piuttosto fantasiose, peraltro ammettendo il largo margine di dubbio nel dichiarare: “io non dirò cosa sicura”. L’iscrizione, a suo parere, poteva leggersi “HAPRETUSO” ovvero, con inversione di lettura, “OS APRETU” ossia “OS APERTUM”. Il conte afferma: “mi aiutava in ciò una tradizione popolare che sostiene il Covalo su cui essa leggevasi avere un dì trapassato la collina fuori fuori”. Come a dire che il monte fosse aperto in quel foro e trapassato dalle gallerie che da esso si dipartivano, proseguendo la traiettoria nel ventre dei Colli che contornano il bacino lacustre di Fimon, fino a sbucare nel versante dei Berici a ovest, nel territorio di Brendola. Altra ipotesi formulata dal conte era che nella lingua etrusca il frumento fosse chiamato “Pure” e che l’incisione fosse da intendere “HA PURE TUSO”, ovvero che indicasse che lì si custodivano le granaglie (traendo Costozza il proprio nome da “custodiae”). Egli ammette peraltro che le sue supposizioni sono senza riferimenti certi e, pertanto, non definitive, concludendo: “io abbandono alle indagini future”. Sempre nello stesso volume, per quanto riguarda la città di Vicenza il da Schio ipotizzava che traesse origini dagli etruschi, a loro volta cacciati dai Galli, e che il suo nome derivasse da “Vico”, con il significato di piccolo paese, o da “Vica” dea della Vittoria”. A distanza di oltre centosettanta anni dalla pubblicazione del libro del conte da Schio il mistero dell’iscrizione di Costozza resta irrisolto. Di certo la scritta va letta da destra verso sinistra. Qualche studioso dei giorni nostri ritiene che non tutti i caratteri siano etruschi, ma potrebbe trattarsi di alfabeto retico. La scritta potrebbe essere stata riportata in maniera inesatta nel volume. Assumendo che la lettera poco leggibile sia una A, qualcuno si sbilancia ad azzardare VAPREVUMTH, oppure in venetico VOPRE- TUMO. Ma potrebbe trattarsi anche non di un’unica parola, bensì di un nome abbreviato come si usava in un’epigrafe. Nel suo libro il da Schio pubblica una pianta del celebre Covolo della Guerra, ma l’area che illustra è solo parziale perché, se confrontata con una mappa redatta nel 1759 per il conte Ottavio Trento, che ne fu il precedente proprietario, si evince chiaramente che le gallerie proseguivano dopo un largo bacino d’acqua, che veniva chiamato “lago” o “stagno”.

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L’iscrizione di Costozza

In effetti, dopo essere stata sfruttata in epoca romana e nei secoli successivi con la continua estrazione della pietra tenera, la grotta si era progressivamente ampliata fino a diventare un labirinto talmente esteso di gallerie, anche su più livelli, da reputarsi fra i più grandiosi in Italia. Parecchi scrittori antichi hanno scritto sul Covolo di Costozza, facendo le ipotesi più variegate sulla sua grandezza (da Marzari a Giangiorgio Trissino, allo Scamozzi e altri) ipotizzando taluni una lunghezza di parecchie miglia, arrivando ad attraversare i Colli Berici fino a Brendola (notizia riportata dallo Scamozzi) come voleva una tradizione popolare. La convinzione che il Covolo si estendesse fino a Brendola, come tramandava un’antica tradizione, era radicata nei Conti da Schio al punto che Almerico, figlio di Giovanni, volle provare a verificarne di persona il percorso. Egli riteneva, come diceva la credenza popolare, che la galleria sbucasse in una grotta comunicante con la cantina di Villa de Cita- Valmarana a San Vito di Brendola (Villa conosciuta anche col nome di Corte Grande Benedettina, in quanto già monastero e antica possessione dei Benedettini di San Felice a Vicenza). Cosicché, proprio da lì, tentò di imboccare il percorso inverso che doveva attraversare le viscere dei colli fino a Costozza. Lo storico Morsolin riporta la singolare impresa nelle sue memorie storiche del 1879: “Antica è senza dubbio la Corte, un tempo de’ Cita, situata a mattina della chiesa di Brendola e propriamente a’ piè del colle di San Vito, e vuolsi ammirare più per l’ampiezza dell’edifizio, che per l’ordine e l’euritmia delle forme. In un sotterraneo, o cantina, si inoltra una grotta, tuttora inesplorata, cui la tradizione vuole in comunicazione col Covolo di Costozza. Corre nel popolo la fama che una scroffa, smarritosi in questo, mettesse capo, dopo qualche tempo, all’imboccatura della grotta. Esplorata nel 1878 da una mano di valorosi alpinisti vicentini, guidati dal Conte Almerico da Schio, non lasciò, umida, scoscesa e angusta, qual è, a breve tratto dall’ingresso, che si potesse argomentare quanto v’abbia di vero in quell’antica tradizione”. In aggiunta alle “Iscrizioni antiche” Giovanni da Schio aveva in animo di pubblicare un libro intitolato “Dei monumenti anepigrafici” i quali, come si esprime il nobile autore non sono nè pochi nè di lieve importanza”; parecchie altre opere rimasero inedite. Giovanni da Schio fu veramente un benemerito cultore delle antichità patrie e cittadine. “Intese sempre a salvare dalla distruzione e dalla dimenticanza ciò che fa onore a Vicen- za”. Oltre che genealogista, fu archeologo, letterato e collezionista (non solo per la raccolta epigrafica museale ma anche per quella di stampe antiche che possedeva). Il Conte Giovanni è una figura di erudito di vecchio stampo, a tutto tondo, i cui suoi numerosi scritti, in parte anche inediti, meriterebbero maggiore approfondimento e divulgazione. Il palazzo da Schio in Corso Palladio fu purtroppo ridotto parzialmente in macerie durante il bombardamento aereo del 1944; tuttavia, fortunatamente, la zona che ospita la preziosa raccolta rimase indenne. Nell’atrio d’ingresso della splendida Cà d’Oro, fedelmente ricostruita nel dopoguerra, sono tuttora presenti i reperti di vario genere raccolti dal conte Giovanni durante la prima metà del XIX secolo. Sono una parte preziosa del patrimonio culturale della città di Vicenza che possiamo tuttora ammirare; reliquie che affondano le loro radici nei millenni passati. A fare bella mostra di sé, imponente per la sua mole massiccia e oscura, è l’iscrizione un tempo incisa all’entrata del Covolo di Costozza, con quella scritta che conserva intatto il suo mistero, come pure resta sepolta nella notte dei tempi gran parte della storia della grotta e la sua planimetria, che forse solo una scrofa aveva conosciuto.

Di Luciano Cestonaro da Storie Vicentine n. 12- 2023.

Teatro Comunale di Vicenza, tributo ai Pink Floyd dei Wit Matrix per il progetto “Pennellate d’Autismo”

I Wit Matrix, con il loro spettacolare tributo ai Pink Floyd, curato in ogni dettaglio, dalle musiche alle scenografie, agli effetti laser, saliranno sul palco del Teatro Comunale di Vicenza sabato 30 settembre alle 20.45 dopo il successo al Teatro Romano di Verona dello scorso 26 agosto.

Ad impreziosire la serata ci sarà un’ospite d’eccezione: Machan Taylor direttamente da New York, la corista dei Pink Floyd nel tour mondiale di “A Momentary Lapse Of Reason” (1987-1988), una delle voci soliste in The Great Gig in The Sky. Machan Taylor ha presenziato ad oltre 120 concerti in tutto il mondo con i Pink Floyd. Un’artista di grande personalità che vanta ad oggi notevoli collaborazioni con cantanti del calibro di Foreigner, Sting, George Benson, Aretha Franklin e tanti altri, oltre ad un’ottima carriera solista.

Il concerto con finalità benefiche è organizzato dal Lions Club Vicenza La Rotonda con il supporto della Fondazione Lions Distretto 108 TA1 che da tre anni porta avanti con successo il progetto “Pennellate d’Autismo”, a sostegno dei bambini affetti da tale patologia e le loro famiglie.

L’intero incasso sarà devoluto a favore della Fondazione Cuore Blu di Verona che si occupa di bambini e ragazzi affetti da autismo. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi da devolvere alle case di accoglienza dedicate a questi ragazzi a Verona, DomusAut, e a Vicenza, Ca’ Trentin.

La serata sarà presentata dalla nota modella, presentatrice e conduttrice televisiva Elisa d’Ospina che sarà affiancata da Stefano Andrea Macchi, attore e doppiatore.

«Prosegue il percorso promosso da Lions Club Vicenza La Rotonda a sostegno dei bambini e dei ragazzi affetti da autismo e delle loro famiglie che quotidianamente si trovano a dover affrontare e gestire una problematica che richiede particolare sensibilità e attenzione – dichiara l’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto -. Le immortali melodie dei Pink Floyd che si potranno ascoltare al Teatro Comunale andranno ad alimentare il progetto solidale avviato da “Pennellate d’autismo”. La somma raccolta con la vendita dei biglietti servirà per la realizzazione di due centri di accoglienza a Verona e Vicenza. Le due strutture avranno un centro di valutazione e formazione specializzata, un centro diurno e un luogo di accoglienza e sollievo per il fine settimana per i bimbi autistici e le loro famiglie. Ringrazio tutti coloro che si sono spesi per questo evento che aiuterà a raggiungere un risultato ambizioso».

Il concerto sarà un viaggio nel mondo dei Pink Floyd con le loro melodie senza tempo che hanno fatto da colonna sonora ad intere generazioni, interpretate dalla nota band veneta dei Wit Matrix formata da 10 elementi con un seguito di tecnici ed ingegneri professionisti tra i migliori in circolazione. I loro show di caratura internazionale, dispongono di allestimenti audio/luci imponenti. Oltre che dalla critica sono molto apprezzati dalle star internazionali e nazionali della musica.

Le loro innumerevoli collaborazioni sono riportate nel sito ufficiale www.witmatrix.com: nomi illustri da Cesareo degli Elio e Le Storie Tese, Dodi Battaglia dei Pooh a Jennifer Batten chitarrista di Michael Jackson alle Coriste Originali dei Pink Floyd e Harry Waters figlio di Roger Waters fondatore dei Pink Floyd, insomma una vera garanzia di qualità che li rendono unici nel panorama Italiano delle Tribute Band.

Ad aprire la serata sarà Corally (opening tour di Elisa) cantante emergente e successo consolidato sia in Italia che all’estero, insieme al talentuoso musicista Giovanni Signorato.

Nel foyer del Teatro Comunale saranno esposte alcune delle opere degli artisti acquerellisti che hanno partecipato al service internazionale “Pennellate d’Autismo” e in diretta durante il concerto, sarà eseguito un ritratto di Richard Wright da parte del Maestro Gianfranco Barco, project leader del progetto.

I biglietti al prezzo di 25 euro più diritti di prevendita si possono acquistare online nel sito del Teatro Comunale

L’intero incasso verrà devoluto al progetto “Pennellate d’Autismo”.

 

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Fonte: Il tributo ai Pink Floyd dei Wit Matrix per il progetto “Pennellate d’Autismo” , Comune di Vicenza

Biennale del Cortometraggio internazionale e video, dal 2 al 7 ottobre la quarta edizione a Vicenza

La quarta edizione della Biennale del Cortometraggio internazionale e video di Vicenza, che si terrà dal 2 al 7 ottobre, al Teatro Astra e anche al Palazzo del Monte di Pietà, è stata presentata all’Odeo del Teatro Olimpico dall’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin e dal direttore artistico Luca Dal Molin.

Organizzata da Is Art e diretta da Luca Dal Molin, la mostra propone la conoscenza e la diffusione del cortometraggio internazionale attraverso la visione delle opere e con incontri e focus con registi italiani e stranieri.

«Siamo felici di ospitare nella nostra città la Biennale del Cortometraggio, un’occasione importante per far conoscere sempre di più questa forma espressiva – sottolinea l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin -. Vicenza si conferma una città dei festival con eccellenze in tanti campi della cultura: dalla musica al teatro fino all’illustrazione e al cinema. Giunta alla quarta edizione, la Biennale offreinoltre la possibilità di partecipare ad incontri con registi e attori e ad eventi sulla storia del cinema. Ringrazio quindi gli organizzatori e il direttore artistico per questa importante rassegna».

«In un territorio come quello di Vicenza – continua il direttore artistico Luca Dal Molin – che ha visto passare importanti registi e attori, come Ermanno Olmi, Virgilio Scapin , Vitaliano Trevisan, Matteo Garrone, Ettore Scola, oggi siamo qui per continuare a far scoprire il mondo del cortometraggio. Il paragone più diffuso prende le mosse dalla letteratura: il corto sta al racconto come il lungometraggio sta al romanzo; questa distinzione che definisce la sua misura ci dà conto, però, soltanto della sua accezione più logica di “forma breve” e poco ci dice sulla forma espressiva. La storia del cinema inizia con il cortometraggio. Se la durata delle prime pellicole è necessariamente determinata dai limiti tecnici dell’epoca, è però vero che posseggono le caratteristiche più peculiari del corto: la sperimentazione e la libertà. E allora, nella realtà contemporanea, il corto si configura come esperienza “espansa e illimitata”»

Programma

La Biennale verrà inaugurata il 2 ottobre alle 19 al Teatro Astra, dove si terranno le proiezioni, con una serie di cortometraggi e tanti ospiti, tra i quali il regista Sandro Baldoni e gli attori Flavio Bonacci e Donatella Finocchiaro.

Martedì 3 ottobre alle 9.30 ci sarà una master class per le scuole con l’attrice Donatella Finocchiaro condotta dalla giornalista Barbara Taricone di Sky Cinema. Seguirà la proiezione del film “Le sorelle Macaluso”. Dalle 18 alle 20 cortometraggi internazionali e italiani.

Mercoledì 4 ottobre ci sarà alle 9.30 una master class per le scuole con Mario Sesti, regista e scrittore, che presenterà il film “Altri padri”. Alle 18 spazio alla retrospettiva sul grande regista Jaques Tatì e ai suoi cortometraggi. Sempre alle 18, da “& Art Gallery” in contra’ Frasche del Gambero 17, si terrà l’incontro tra cinema e letteratura condotto e creato da Mario Sesti e Luca Dal Molin.

Giovedì 5 ottobre alle 17 al Teatro Astra focus sul paese straniero scelto per questa edizione, ovvero l’Albania: in scena 13 cortometraggi in collaborazione con il Tirana film office.

Venerdì 6 ottobre alle 17 ci sarà una sezione speciale di 12 cortometraggi prodotti da Rai Cinema – Rai Channel. Sabato 7 ottobre dalle 16 alle 18 cortometraggi internazionali e italiani.

Dal 2 al 7 ottobre, inoltre, a Palazzo del Monte di Pietà ci sarà una mostra dedicata all’artista Mircea Cantor con cinque video.

Ingresso libero.

 

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Fonte: Biennale del Cortometraggio, dal 2 al 7 ottobre la quarta edizione , Comune di Vicenza

Hangar Palooza al Parco della Pace di Vicenza: arriva il “Festival dei festival”

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L’Hangar Palooza è stato presentato come il “Festival dei festival” e si terrà al Parco della Pace di Vicenza. L’area verde ospiterà il primo grande evento dopo anni di lavori e sarà aperto in via straordinaria ininterrottamente dalle 7 alle 4 del mattino, dal 13 al 15 ottobre 2023.

L’Hangar Palooza è organizzato dal Comune di Vicenza e dal Coordinamento Festival di Vicenza che riunisce le sei feste rock della città. Sarà possibile trovare nello stesso luogo musica e dibattiti, per un totale di 55 ore di intrattenimento. Di queste saranno 30 ore di musica, 5 dibattiti e conferenze, con l’aggiunta di 24 ore di mercati alimentari e artigianali.

Tra le iniziative del festival ci sono: musica live, dj set, dibattiti, cineforum, workshop, jam session, concerti all’alba, spettacoli busker, writer, mercatino artigianale e biologico. Il tutto si svolgerà nei due hangar, mentre nell’area esterna verrà allestito un grande palco coperto per non dover interrompere in caso di pioggia. Durante il Festival, ci saranno anche opportunità per praticare sport come il tiro con l’arco, la canoa e partecipare ad attività organizzate in collaborazione con la società atletica e di rugby.

Gli interventi degli assessori

I primi a scoprire il Festival saranno i bambini. Di fatto, sono state invitate tutte le quarte e quinte delle scuole primarie della città. L’assessore all’istruzione Giovanni Selmo spiega: “È importante che il Festival inizi coi bambini, perché saranno coloro che vivranno il parco e lo vedranno crescere nel tempo, accompagnando lo sviluppo dei suoi alberi e della sua biodiversità”. Aggiunge inoltre: “L’obiettivo, poi, è che questi ambasciatori possano raccontare e riaccompagnare al parco genitori e amici durante il Festival: consegneremo, infatti, a ciascuno di loro un buono per una corsa nel trenino che percorrerà una parte del parco”. Gli alunni avranno la possibilità di entrare la mattina, nonostante l’inaugurazione sia fissata alle 17 con l’apertura ufficiale alle 18 con dj set. Inoltre parteciperanno ad attività di animazione e assisteranno alle proiezioni del CineClub a cura del Cinema Odeon.

Leonardo Nicolai, assessore alle politiche giovanili, sottolinea: “Con Hangar Palooza l’ambizione è di far sognare un futuro diverso alla città, sia per il Parco della Pace, per cui i modi di scoprirlo saranno tantissimi e variegati, sia per i festival estivi, che oggi si arricchiscono di una nuova offerta che speriamo diventi un riferimento anche oltre i confini della nostra provincia”.

Quota d’ingresso e parcheggio

Per accedere al Festival si dovrà versare 1 euro a copertura delle spese, oltre al parcheggio se si arriva in macchina. Una prima stima è di 300 posti auto, ma si vuole incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici e delle biciclette, fornendo ad esse un parcheggio gratuito. Alle 2 di notte i cancelli verranno chiusi, ma su prenotazione si potrà assistere alla proiezione di pellicole cinematografiche fino alle 4. Per partecipare alle attività con numero chiuso si potrà prenotare sul sito del Festival dove verrà messo a disposizione il programma completo.

Gli Sponsor

I tre giorni di festival vedranno il coinvolgimento di oltre 100 volontari. Decine di associazioni, cooperative e gruppi sono coinvolti per la buona riuscita dell’iniziativa tra cui Cinema Odeon che cura il CineClub, Casa di cultura popolare Vicenza, Coldiretti Vicenza, Cooperativa insieme, Legambiente Vicenza, Lipu Vicenza, WWF Vicenza, Working Title Film Festival- Festival del Cinema del Lavoro, Non dalla guerra e numerose società sportive e realtà commerciali del territorio tra cui Birrone – Birrificio Artigianale Agricolo Vicenza, Blunt Skateshop, Zebra – Multimedia Immersive Solutions, Develon.

Lo scrigno della pietà. Museo di arte sacra di Monte Berico

Presso il Santuario di Monte Berico si trova il Museo d’arte sacra, che ha aperto da quest’anno l’ingresso ai visitatori. Ecco la sua storia raccontata da Storie Vicentine.

Fondato negli anni Novanta del secolo scorso e riallestito integralmente nell’ultimo triennio, il Museo d’arte sacra di Monte Berico ha aperto da gennaio le sue porte ai visitatori con un’apertura settimanale fissa. Diretto da padre Roberto Maria Cocco, frate Servo di Maria, con la curatela scientifica di Agata Keran, storica dell’arte ed esperta del patrimonio culturale dello stesso ordine religioso, lo spazio museale può essere visitato ogni sabato dalle ore 10 alle 18 (l’ultimo ingresso alle 17.30), con un accompagnamento degli “Amici del Museo di Monte Berico”, un gruppo di mediatori volontari a disposizione dei visitatori per offrire una panoramica su varie raccolte d’arte e di oggetti devozionali confluiti nei secoli a Monte Berico, provenienti in parte anche da altre comunità legate all’Ordine dei Servi di Maria, in particolare da Venezia e Verona.

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Andreas Pavias (attribuito a), Pietà, fine XV sec. – inizi XVI sec., Museo d’arte sacra di Monte Berico, Vicenza

La sede museale è situata nella parte antica del convento, sopra la sala del Quadro in cui si conserva la celebre Cena di san Gregorio Magno, restaurata lo scorso anno. Suddiviso in sei sezioni tematiche (la storia del santuario, il corredo liturgico, il culto dell’Addolorata, gli ex voto e altre donazioni, l’iconografia dell’Ordine dei Servi di Maria, il corpus di icone postbizantine), il percorso espositivo valorizza migliaia di testimonianze non solo della pietà popolare vicentina, ma anche dei territori veneti e lombardi, dal Trecento ai giorni nostri.

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Jacopo Bellini (attribuito a), Madonna col Bambino e angeli, 1435 ca., Museo d’arte sacra di Monte Berico, Vicenza

Tra più di 300 cimeli esposti nel suggestivo spazio museale, spicca in particolare una magnifica Pietà su tavola lignea attribuita all’iconografo cretese Andreas Pavias, datata tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, frutto di una raffinata commistione tra stilemi tardo-bizantini e un’iconografia di matrice occidentale. Particolarmente incisivo è anche un corpus di opere pittoriche e scultoree dell’ambito veneziano, databili tra il XV e il XVIII secolo, provenienti dal monastero di Carpenedo. Di interesse fondamentale per la storia del Santuario è il deposito storico di ex voto, circa 130, prodotti continuamente nel corso dei sei secoli della devozione mariana a Monte Berico. Esempio di rara bellezza è il ritratto votivo del nobile Francesco Tiepolo, capitanio di Vicenza, realizzato attorno al 1597-1599 e attribuito agli “Haeredes Pauli Caliari Veronensis” (foto in apertura). Il dipinto rappresenta il gesto simbolico della devozione di un uomo di governo alla Madonna, con sullo sfondo uno scorcio della città berica immersa nella cornice dei colli.

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Museo d’arte sacra di Monte Berico: ambiente interno

Da Storie Vicentine n. 12-2023

 

 

Verso un ecomuseo dei Colli Berici, convegno al Museo naturalistico archeologico di Vicenza

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Sabato 30 settembre, dalle 9 alle 12.30, ai Chiostri di Santa Corona, all’interno del Museo naturalistico archeologico di Vicenza, è in programma il convegno “Verso un ecomuseo per i Colli Berici”.

L’iniziativa è promossa da Equistiamo e Vaghe Stelle, con il patrocinio del Comune di Vicenza e la collaborazione del Museo naturalistico archeologico.

Sarà un’occasione di confronto tra esperti sulle potenzialità di un approccio ecomuseale allo studio e alla promozione del territorio anche grazie alla presentazione diesperienze virtuose, come quelle del Trentino e del museo digitale Dolom.it.

«Il Museo naturalistico archeologico di Vicenza – dichiara l’assessore alla cultura, al turismo e alla attrattività della città Ilaria Fantin – svolge un importante lavoro di ricerca, conservazione e valorizzazione del territorio. In particolare, il settore naturalistico e preistorico ha come focus i Colli Berici. È dunque con grande piacere che abbiamo scelto di collaborare nell’organizzazione di questo convegno, perché, come ci dice l’ICOM (International Council of Museums), i musei non competono, fanno rete».

La prospettiva è infatti quella di riuscire a fare rete e sinergia tra gli enti locali, i gruppi e le associazioni, per coordinare e rilanciare percorsi, attività didattiche e di ricerca che si avvalgano del coinvolgimento delle comunità locali, rendendole protagoniste nel processo di riscoperta, attribuzione di significati, valorizzazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale dei Colli Berici.

Interverranno Mauro Varotto (Geografo, DiSSGeA – Università di Padova), Adriana Stefani (Rete Ecomusei del Trentino), Giuseppe Gorfer (Ecomuseo Argentario), Carmela Bresciani (Ecomuseo della Judicaria) e Giacomo Pompanin (Museo digitale Dolom.it).

Il convegno conclude il festival Terre emerse, che dal 7 al 10 settembre ha visto persone con sensibilità e competenze differenti attraversare per quattro giorni i Colli Berici in un percorso di esplorazione territoriale con tantissimi appuntamenti culturali, artistici, performativi e conviviali.

Per proseguire il racconto e il processo legato alle progettualità di Terre Emerse nel corso del convegno è prevista la presentazione di un video a cura di Walter Ronzani e un blog che verrà ospitato sul giornale online VEZ – Veneto Ecologia Z Generation.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

Per informazioni
www.equistiamo.org
[email protected]

 

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Fonte: Verso un ecomuseo dei Colli Berici , Comune di Vicenza