Nella prima parte di stagione 2022-2023 la Civitus Allianz Vicenza risulta in vetta nel girone B della serie B nella classifica di impiego dei giocatori Under 21 che verrà premiata a fine stagione dalla Lega Nazionale Pallacanestro con un contributo economico Fip. Contribuiscono al conteggio i giocatori classe 2001 e annate successive, eleggibili per la nazionale italiana, almeno tre nella lista impiegati per ogni partita calcolando il minutaggio attraverso l’elaborazione dei dati statistici delle giornate della stagione regolare. Alla tredicesima giornata in Serie B, ultima prima della sosta di fine anno, Vicenza è in testa con 1324 minuti, tallonata dal Brianza-Bernareggio a quota 1285.
I minuti dei giocatori di proprietà delle società, cresciuti nel vivaio, a fine stagione verranno raddoppiati, nell’ottica di indirizzare gli incentivi verso le società che si impegnano nell’attività giovanile, valorizzando il minutaggio di atleti tesserati a titolo definitivo (cioè non in prestito). Altro requisito per il riconoscimento del premio sarà l’utilizzo di tre atleti Under 21 anche nelle fasi dei playoff e dei playout. Saranno escluse dalla premialità le società retrocesse direttamente al torneo inferiore al termine della prima fase.
Infortunio Cernivani
Accertata la rottura del legamento
crociato del ginocchio per Stefano Cernivani che si dovrà operare e
tornerà in campo la prossima stagione. Il capitano chiude con 14.6
punti per gara, 5 rimbalzi e 3 assist.
Amichevole
In attesa della ripresa del campionato con la partita Vicenza-Mestre in programma domenica 8 gennaio alle ore 18, si è disputata durante la sosta natalizia un’amichevole ufficiosa al palaGoldoni, con punteggi resettati ad ogni quarto, contro i “cugini” della Virtus Antenore Padova. Parziali dell’incontro: 1° quarto 25-18 – 2° quarto 21-18 – 3° quarto 12-16 – 4° quarto 25-16 (Risultato finale 83-68, nella foto Zocca).
Vicenda tifoso durante il derby
In seguito alla sanzione dal giudice
sportivo per le offese del pubblico al palaRubano contro un atleta
della squadra avversaria, Nicolò Ianuale, durante il derby
Virtus-Civitus dello scorso 7 dicembre, lo spettatore protagonista
degli spiacevoli fatti alla vigilia di Natale si è fatto avanti
assumendosi ogni responsabilità e chiedendo di risarcire la società
padovana con il pagamento della multa federale.
Grazie alla collaborazione con
Pallacanestro Vicenza 2012, si è inoltre potuto scusare direttamente
con il giocatore coinvolto, nel corso di una bella telefonata di
chiarimento.
In precedenza erano già arrivate
pubbliche scuse alla società berica dal dg patavino Nicola Bernardi.
La locandina di “Arte culi ‘n aria” di Umberto Riva
Prefazione e glossario di “arte culi ‘n aria“, una serie di.. articuli così come li ha scritti il “nostro” Umberto Riva per te che nel piacere della tavola, vedi qualcosa di più (ora quegli articoli sono raccolti insieme alla “biografia” tutta particolare del “maestro” vicentino Umberto Riva nel libro “Arte culi ‘n aria” acquistabile comodamente nel nostro shop di e-commerce).
Le ricette e la buona cucina. Sedersi a tavola, aprire il menù o prestare attenzione al maestro di tavola, al cameriere, alla “parona” o al “paron” che carta e matita in mano suggeriscono i piatti del giorno. Piatti storici di cucina locale, regionale, piatti della cucina internazionale.
Tutto in nome della gola.
Le ricette esistono (qui quelle di Umberto Riva, ndr), si possono scrivere nero sul bianco. Tre etti di…, una presa di…, una cucchiaiata di…, cinquanta grammi di.., aggiustare con…, ecc…. Ma la cipolla in questa stagione sa più da cipolla, lo stoccafisso in ammollo……, il vialone è a fine annata……….
Ed ecco che le ricette vengono aggiustate. Ecco la sensibilità di chi sui fornelli, compie ogni giorno un miracolo, “’n miracolo par la panza”. E’ bellissimo scrivere ricette, è cultura, una insostituibile cultura per chi ci vuole imitare, per chi nel tempo vuole conoscere.
La storia “del magnar ben”.
Per mangiare raffinato, ci vuole un gran cuoco, grandi prodotti, grandi cucine.
“Par magnare ben, basta voja de far ben, tanta fantasia, tanta fame”.
Se escludiamo per i signori, quelli ricchi (magari solo ricchi), la cucina, quella con la “C” maiuscola, non ha mai occupato in un passato anche sufficientemente recente, un posto importante nella quotidianità.
La gente, quella che con un termine antipatico si definisce comune, era interessata alla cucina soprattutto per fattori di sopravvivenza.
“O te magni, o te mori”.
Se da questa necessità non è nata una cucina da prima pagina, non è detto che in compenso, non ne siano risultati piatti gustosi, remuneranti oltre che per lo stomaco anche per il palato.
C’era poco a disposizione, ma quel poco e povero, usato con fantasia e dedizione, a volte risultava insaporito da quel modo di cucinare che, ben condito da un sano appetito, faceva, delle cose più semplici, piatti “quasi d’alta cucina”.
Ricordi, episodi, personaggi di quel mondo potrebbero essere piccola cosa se non fosse per il piacere di confrontarsi con il presente ove tutto, perché troppo, viene a noia. È rivivere costumi e costumanze di un altro tempo, di un tempo che se non di ieri era solo dell’altro ieri, ma che al presente, nel mondo di Bengodi, sembra annegato nel più remoto e profondo dei passati.
Storie. La memoria dei disagi e del malessere è la più corta. Di racconti ce ne sarebbero a migliaia. Ma, qui, ne sono stati scritti pochi soprattutto per evitare la noia.
In questo narrare, i personaggi si mescolano al cuocere e al gustare con infinito piacere e profonda sensualità, ed è particolarmente dedicato a coloro che ne hanno vissuto, anche se in giovanissima età.
Il paradigma era: quando la pancia è piena, la vita è in discesa. Allora le piccole cose diventavano grandi e quelle che si stimavano grandi diventavano immense.
Si godeva, si godeva di ciò che si poteva avere e si ringraziava Dio ed il prossimo perché ciò che si otteneva, era felicità.
Una cosa era fondamentale. Servire con l’antipasto, col primo, coi secondi e col “companadego”, col dolce e col caffè, sempre, proprio sempre, “un piato de bona siera”.
Ciò che troverete assieme alle vere ricette, non sono ricette. Usando tanta fantasia e una sterminata buona volontà, si potrebbero definire tentativi di ricette. Invitiamo coloro che oseranno leggere (sappiate che chi non lo farà, sarà a lungo fustigato), a credere alla buona volontà non tanto alle ricette, perché si tratta di ricordi più o meno sbiaditi da tempo, spesso anche imprecisi e filtrati dalla arteriosclerosi.
La cucina é arte. Esiste arte povera ed arte ricca. Importante é che trionfi l’arte.
L’arte é vita.
La cultura è libertà. Il più importante elemento della cultura è il rispetto, rispetto delle persone, delle idee, delle religioni, degli usi, dei costumi, delle tradizioni, di tutto ciò che è proprio dell’umanità.
La cultura è la spina dorsale della civiltà, è la spina dorsale di una nazione sicché una nazione senza cultura è una nazione debosciata.
Chi non ha rispetto non ha cultura e chi non ha cultura potrà avere ricchezza ma non ha e mai avrà civiltà.
Sperando di avervi incuriositi e prima di proporvi la prima ricetta di “Dentro e fora per a’ cusina“, cioè quelle Verze.profumo di paradiso, vi lasciamo al glossario, indispensabile come una… dispensa.
GLOSSARIO – PAROLE ED ESPRESSIONI
La lingua veneta, e vicentina, è onomatopeica. Certe espressioni, anche se a volte letteralmente traducibili, non rendono, né foneticamente né immaginativamente, il contenuto.
Il glossario non é in ordine alfabetico, ma vede l’uso di parole ed espressioni, racconto per racconto, anche se in ordine diverso. Cercate e troverete, altrimenti che ci divertiamo a fare! Alcune espressioni dialettali, trovano la traduzione direttamente nel racconto.
Ci saranno delle ripetizione e delle manchevolezze, non chiediamo scusa, ché a noi sta bene cosi’.
– par pan tenero e biscoto per cuocere pane fresco e biscottato
– ‘n miracolo par la panza un miracolo per il piacere della pancia
– un camin pa ‘e brasoe un camino per cuocere alle brace
– aque acque curative
– caenon de oro catena d’orologio d’oro
– voja de far ben voglia di impegnarsi e lavorare
– o te magni o te mori o mangi o muori
– companadego contorno
– un piato de bona siera un sorriso per augurare buon appetito
– ‘e verse in tecia ‘e spusa le verze cotte in tegame puzzano
– ‘e xe tanto bone sono tanto buone
– verse sofega’ co ‘l coesin verze stracotte con cotechino
– ga ciapa’ ‘a brosema coperte di brina
– de far su el mascio insaccare il maiale
– osi ossa
– cren rafano
– poenta polenta di mais
– brustola’ abbrustolita
– vin fato co ‘l mescola vino casareccio
– cafe fato co ‘l bacheto caffe’ fatto nella cuccuma
– graspa grappa
– ‘a sena del mascio cena di solo maiale
– radeseo rete che contiene gli intestini
– sparagagna parte anteriore della cassa toracica
– poceta piccolissima pozzanghera
– peara’ salsa piccante a base di pane grattugiato midollo d’ossa e pepe (tipica veronese)
– tacaiso appiccicoso
– ‘l ocio l’occhio
– no ‘l se rompese non si rompa
– spusare de suore puzzare di sudore
– culo sedere, per il Ruzzante “preterito”
– sae groso sale grosso da cucina
– fete de mascio e figa’ fette di maiale e fegato
– vin roso da tajare co ‘l corteo vino rosso intenso (clinton o baco’)
– graspa de contrabando grappa fatta in casa
– cote in antian cucinate in tegame
– cosa see? cosa sono?
– lumeghe lumache
– suga’ co ‘l canavaso asciugate col canovaccio
– steco stuzzicadenti o stecco di legno
– ‘a so morte il meglio
– tuto ne ‘l steso antian tutto cotto nello stesso tegame
– pipare bollire lentamente (blup, blup)
– supa de tripe zuppa di trippe
– bon goto de vin buon bicchiere di vino (il “goto”, bicchiere povero di forma particolare)
– vache mucche in generale (con 4 zampe)
– mesogiorno e meso ore dodici e trenta
– sentarse co ‘n pie soto la carega e que ‘altro in vanti sedersi con un piede sotto la sedia e l’altro in avanti
– ‘na canavasa par no sporcarse ‘e braghe un canovaccio per non ungere i pantaloni
– ‘na crose de ojo una croce (un po’) d’olio
– ‘na scianta de peare una presa di pepe
– magnare e pociare mangiare ed intingere pane nella bagna
– pa ‘l bacan co ‘a caena de oro da kilo taca’ al gile’ per il mediatore di bestiame che aveva una catena d’oro pesante un chilo attaccata al gilet (segno di ricchezza)
– carta oleata pergamino (carta impermeabile inventata da Edison)
– pignata pentola
– ‘neta ‘a casa, spasa in tera, lava i veri, fa la lisia, vage drio al mario, tendege ai tusi, fa da magnare e lava i piati, taca i botoni, stira e cusisi, e dopo ge xe i feri de ‘a lana e rogne sempre nove
spolvera, pulisci la casa, spazza i pavimenti, va a far la spesa, spolvera, lava i vetri, fa il bucato, fa va fare la spesa, accudisci al marito, sta attenta ai figli, fa da mangiare e rigoverna le stoviglie, attacca i bottoni, stira e cuci, e dopo fa la maglia e problemi sempre nuovi
– solo ‘na sciata pochissimo
– ‘na broca de garofano spezia di garofano secca
– ‘na ciopa de pan un pezzo di pane (“ciopa” e’ un pane bitorzoluto e piuttosto secco)
– se podea far de manco de lavarlo era gia’ pulito, non serviva lavarlo
– ‘a cortea de ‘e tajadee e’ un coltello da cucina ideologicamente e morfologicamente particolare
– moscarola pensile con telaio in legno e rete anti mosche ed insetti in generale
– tola pa ‘e tajadee tavola su cui si impastava e si spianava la pasta
– mescoa mattarello
– no ‘e fasea in tempo a secarse masa non facevano a tempo a seccarsi troppo
– curava puliva e preparava
– inscartosava avvolgeva in carta
– regaje regalie
– ratateuille interiora dei polli
– va da ‘a siora Catina se par piasere ‘a te da’ mezo bicere de vin bianco
va dalla signora Caterina se per piacere ti da’ mezzo bicchiere di vino bianco
– ‘e tajadee co i figadini tagliatelle coi i fegatelli
– un quartin de gaina, un tocheto de manzo e tanti osi da rosegare
un quanto di gallina, un pezzetto di manzo e tante ossa da rosicchiare
– do sculieri de vin togo due cucchiai di vino rosso buono (Togo famoso ammiraglio giapponese della guerra russo nipponica)
– no le xera robe da siori, ma gnanca da pori cani
non erano cose da ricchi, ma neanche da morti di fame
– ‘na sbranca de grani de ua frambua pasia in granaro
una manciata di chicchi d’uva fragola passita nel granaio
– onta e bisonta unta e due volte unta
– cuketa piccolo contenitore in vetro povero che a volte assume forme fantasiose,
ad esempio quella di uno stivale.
– radeci in tecia radicchio cotto in tegame
– bon goto de nero bicchiere di vino rosso
– sconta nascosta
– da puareti fat pai siori roba da poveri apprezzata dai ricchi
– cosi’ i se cusina gualivi così cuociono uniformemente
– peàre pelare (pèare è pepe)
– spiumoti penne piccole non sviluppate
– ‘e ardee fettine di lardo
– poenta onta polenta fredda ricucinata nell’olio bollente, nello spiedo si fa nella leccarda
– el sfritegase sciansando la cusina
il friggere dell’olio quando cadono gocce d’acqua, che provocano strolli che schizzano le pareti della cucina
– sora i serci
sopra la piastra in ghisa della cucina economica fatta a cerchi
– varda ‘a se gonfia come un grostolo guarda si gonfia come un crostolo
– beki e durei ciucia’ becchi e durelli ben succhiati
– ciuciare i osi succhiare le ossa
– no ‘a xe creansa non è educazione
– tacaiso colloso, appiccicaticcio
– megola midollo delle ossa
– dame i osi pa ‘l can dammi le ossa per il cane
– cosi’ disea me pare cosi diceva mio padre
– minestron minestra di verdure in varie versioni
– pesto de lardo pesto fatto con lardo
– spigeto de ajo spicco d’aglio
– rameto de rosmarin un rametto di rosmarino
– fasoi apena scaola fagioli freschi appena estratti dal baccello
– mesi in moja co ‘na punta de bicarbonato messi in ammollo con un po’ di bicarbonato
– poke patate e ‘n poca de seoa poche patate e poca cipolla
– voendo, anca ‘na gamba de sejno volendo anche un po’ di sedano
– beo, bon e fiso bello, buono e denso
– ‘l cuciaro staga in pie da solo il cucchiaio deve rimanere piantato diritto in piedi
– pignaton pentolone
– ‘l panaro il tagliere
– queo ke non strangoa, ingrassa ciò che non ti va di traverso, nutre
– ben lavà pulitissimo
– co ‘na foieta de salvia, ‘n gioso de ojo e ‘na sculiera’ de aseo
con una foglia di salvia, un goccio d’olio e una cucchiaiata di aceto
– coesa cotenna del maiale prelevata dal lardo
– dagene un toco anca a to sorea da un pezzo anche a tua sorella
– el spunciava, ma el xera bon e po’ dixe, magna ke xe tuto bon, te fa ben e te deventi grando
pungeva, ma era buono e poi, come si dice, mangia che è tutto buono, ti fa bene e crescerai
– quando ‘l xe fiso, ‘l xe coto quando diventa consistente, sarà cotto
– ‘l sa da brusin gusto del bruciato quando si attacca al fondo
– ‘na goduria un godimento
– un paro de aciuge, ‘na sculiera’ de conserva, quatro sinque foiete de salvia e desfrito
un paio di acciughe, una cucchiaiata di conserva, quattro cinque foglioline di salvia e un soffritto di cipolla, tanta cipolla
– i fasoi i scomisiava a desfarse i fagioli cominciavano a sfarinare
– garibaldini pasta secca, piccoli sedanini (come Barilla numero 47)
– va ben anca su ‘l armaro in camara ricordandose de meterge soto ‘na strasa se no se vede ‘l stampo de ‘l culo de ‘e scuee su ‘a vernisa
va bene anche sull’armadio della camera ricordandosi di appoggiarle su uno straccio altrimenti si vedrà lo stampo del fondo delle scodelle sulla vernice
– fare ‘a grosta fare la crosta
– ‘na crose de ojo una croce d’olio
– da lecarsi i mostaci e da ciuciare ‘a scoeaa da leccarsi i baffi ed anche la scodella
– da mastegare, se te voi ke i sia boni buoni solo se si possono masticare
– tola de ‘e tajadee tavola su cui si preparano le tagliatelle
– skisapatate schiacciapatate
– formaio grata formaggio grattugiato
– botega da casolin negozio di generi alimentari
– de magnare i gnochi degustare gli gnocchi
– pociare intingere il pane
– gnochi anco oggi si mangia gli gnocchi
– i ge ciamava el singano lo chiamavano lo zingaro
– el conoseva l’arte de cusinar el gato sapeva come si cucinava il gatto
– mejo se quindese meglio se quindici
– i foresti i non vicentini
– el nono Toni disea il nonno Antonio diceva
– ‘l formaio xe bon se ‘l camina da solo il formaggio e’ buono solo se cammina
– teceta de fero smalta’ tegamino in ferro smaltato
– col covercio con coperchi
– ’l magnare par mesogiorno il pranzo
– xera formaio verde era gorgonzola
– bai vermetti
– quei che se ne intende gli intenditori
– Nani strase deto anca verniseta soprannomi intraducibili
– frutarola fruttivendola
– ‘l vezena vecio, queo co ‘a lgrima formaggio vezzena vecchio, con il grasso
– gnanca ‘ndavo a scola prima delle elementari
– sfritegava il rumore dell’acqua sulla piastra bollente
– giosa goccia
– la se irusinise diventa preda della ruggine
– ‘a fasa faccia
– speremo che i ‘a frisa speriamo la friggano
– farsora pentola per fritti
– goloseti cose golose (termine veneziano)
– movete che deventa tuto fredo e no xe pi’ bon muoviti che si raffredda e non sarà piu’buono
– scaolare i bisi togliere i piselli dal baccello
– no magnarli crui che te vien ‘l mal panza non mangiarli crudi che ti provocano male alla pancia
– da ‘a tecia de i bisi in antian dal tegame dei piselli cotti in umido
– meterge metterci
– lecare anca ‘l piato leccare anche il piatto
– toco de storia un pezzo di storia
– suda’ bollito
– co ‘a giosa con la goccia
– i sparasi co i ovi asparagi con uova
– i xera cosi’ boni che se magna’ tuto anca el manego
erano talmente buoni che si e’ mangiato tutto, anche il manico
– pociando la feta intiera intingendo la fetta non tagliata a bocconi
Al termine di una partita di alto livello, combattuta punto su punto al Palaferroli di San Bonifacio, LPM BAM Mondovì riesce a spuntarla al tie-break con Montecchio, passando il turno agli ottavi di Coppa Italia serie A2 Frecciarossa.
Le castellane riescono a portarsi in vantaggio per due set a uno, ma le ospiti conquistano il quarto set per un soffio e in quello decisivo riescono a piazzare la zampata vincente. I parziali: 21-25; 25-23; 25-17; 23-25; 12-15.
Il primo set parte con un sostanziale equilibrio. Mondovì scappa via con attacchi di Populini e Decortes, ma Montecchio si fa sotto e riesce a colmare il gap. Nel finale le pumine allungano mentre Uvmm fatica e chiude in svantaggio. Nel secondo set si gioca punto a punto fino al 8-8, quando Mondovì tenta di nuovo la fuga con ace e bordata di Decortes. Sul 10-13 Sinibaldi ferma il gioco, ma le monregalesi proseguono la cavalcata, complice qualche errore al servizio delle castellane. Un ace di Mazzon e un muro di Cometti su Populini riportano la parità. Bartolucci di prima intenzione e due attacchi di Mazzon chiudono a vantaggio per le padrone di casa. Terzo set con Montecchio che mantiene il comando dall’inizio alla fine, scavando un divario di sette punti. Una fast di Cometti e un finale targato Mazzon sigillano il 25-17. Quarto set molto combattuto, con Mondovì che prova ad andare avanti con ottime giocate di Decortes, portandosi su 6-9. Chiede il time-out Sinibaldi e a rispondere è Cometti con un primo tempo e Angelina con una palla smorzata. Poi è botta e risposta fino a 23-23, con Grigolo che nel finale fa la differenza e riapre il match. Al tie break partono subito avanti le ospiti con ace di Colzi e pipe di Decortes. Sul 5-8 chiama il time-out Sinibaldi e le biancorosse vanno a segno con due muri di Brandi e palla spinta di Tanase. Solforati chiama le sue ragazze a raccolta, che mettono palla a terra con Pizzolato e Longobardi. Angelina accorcia le distanze, ma Grigolo regala alle biancoblu il passaggio ai quarti.
“È stata una battaglia, come ci aspettavamo, e hanno avuto la meglio loro – commenta il coach Marco Sinibaldi -. Sono stati sicuramente più cinici e più bravi nelle scelte sfruttando quelli che erano e che sono i nostri punti deboli. Rispetto alle altre gare è stata una partita un po’ più fallosa. Abbiamo avuto poca pazienza nelle scelte. Dopo il terzo set siamo andati un pochino fuori giri. Il quarto set ce lo siamo giocati punto a punto. Hanno vinto loro per tre punti al tie-break, che sappiamo essere una partita a sé. Lì abbiamo giocato con un po’ di paura sulle spalle, avendo perso il quarto set in quel modo. Avevamo recuperato, portandoci su 9-10, ma poi è andata come è andata. Adesso testa al campionato e ci vediamo con Perugia nell’anno nuovo”.
Gli fa eco l’opposto di Uvmm, Giorgia Mazzon: “È stata una bella partita, combattuta e abbastanza sofferta. Abbiamo imposto il nostro gioco soprattutto nel terzo set. Purtroppo nel quinto eravamo un po’ scariche. Ho visto tante cose che mi sono piaciute e tante su cui lavorare ancora. Questa Coppa Italia è già il quarto anno di fila che non va per me, speriamo che in futuro vada meglio. Ma adesso la testa torna sul campionato”.
Sul fronte Mondovì il commento del coach Matteo Solforati: “Una partita combattuta. Le due squadre hanno giocato al massimo delle loro possibilità. È stato un match altalenante ma interessante, con due squadre che hanno giocato con grinta e carattere. Per noi era importante venire fuori da un momento di difficoltà, portando a casa una prestazione convincente, al di là del risultato. Ma l’importante è stare in campo in un certo modo e lottare, dopo due brutte prestazioni non solo dal punto di vista del risultato, ma anche per l’atteggiamento in campo. Sono contento di aver rivisto una squadra viva, che anche nel momento di difficoltà ha tirato fuori il carattere, invece di demoralizzarsi. Finiamo l’anno con un sorriso”.
La centrale Valeria Pizzolato: “Incontro molto difficile e lo sapevamo. Venivamo da due partite che non sono andate come volevamo. Questo doveva essere il match del riscatto. Abbiamo dimostrato che non siamo quello che si è visto nelle due sconfitte, ma siamo queste, che lottano in tutto e per tutto. Siamo felici di aver conquistato il passaggio ai quarti di Coppa Italia e avanti così”.
Sarà il Palaferroli di San Bonifacio, venerdì 30 dicembre alle 19.30, a ospitare il primo match di volley valido per gli ottavi di finale della Coppa Italia serie A2 Frecciarossa.
A giocarsi il passaggio ai quarti saranno Unione Volley Montecchio Maggiore – Ipag Sorelle Ramonda e LPM BAM Mondovì, squadra che gioca nel girone A e occupa attualmente la quinta posizione. Chi vincerà dovrà vedersela al turno successivo con Valsabbina Millennium Brescia, capolista del girone A.
UVMM guarda all’incontro con fiducia, forte della bella vittoria ottenuta sul campo di Anthea Vicenza e del quarto posto in classifica nel girone B, con 22 punti, alle spalle di Roma, San Giovanni in Marignano e Talmassons. “Quella di venerdì sarà una gara secca, ma giocare in casa è sempre un fattore molto positivo e credo che questa sarà la nostra arma in più – sottolinea Annalisa Zanellati, dg di Montecchio -. I nostri punti di forza sono nel gruppo che sta crescendo insieme, allenamento dopo allenamento e questo si vede ogni volta che per necessità le atlete sono subentrate in capo ricoprendo ruoli anche diversi. Vedi Rachele Nardelli nel match con Sant’Elia”.
Che avversario troverete in Mondovì?
“Mondovì è una squadra ben costruita. Sono quattro anni che lavora per essere sempre tra le società che puntano a salire di categoria, scegliendo atlete di spessore come Decortes, lo scorso anno a Roma in A1, o giocatori che in A2 arrivano sempre ai play off per salire come Pizzolato, Grigolo e Bisconti. LPM BAM arriva da due gare dove non è riuscita ad esprimersi al meglio. Per cui mi aspetto una gara diversa, anche perché è una partita secca: chi vince passa”.
Facciamo una panoramica sui contendenti della Coppa Italia? Chi vince ai quarti dovrà affrontare le squadre più forti del campionato.
“In questa prima parte della stagione si sono confermate le squadre che durante il mercato hanno espresso il desiderio di puntare alla promozione: Roma, San Giovanni in Marignano, Trento e Brescia. Sicuramente anche Busto e Mondovì hanno tutte le componenti per dare molto a questo campionato. Ogni settimana ci sono risultati sbalorditivi e questo significa che il livello è buono e che anche le neopromosse non vanno sottovalutate. La Coppa Italia è impegnativa, visti gli impegni ravvicinati e le gare infrasettimanali di campionato, ma sono sicura che le quattro finaliste saranno quelle che meglio gestiranno la parte fisica, oltre che quella tecnico-tattica. Noi ci proveremo, come sempre. Oggi tutto fa esperienza e crea le condizioni per migliorare per il futuro. Arrivare a certi obiettivi è frutto di un lavoro di gruppo: società, staff e atlete”.
Questi gli accoppiamenti degli Ottavi di finale: a) Futura Giovani Busto Arsizio – Volley Soveratob) BSC Materials Sassuolo – Itas Ceccarelli Martignaccoc) Cda Talmassons – Volley Hermaea Olbiad) Ipag S.Lle Ramonda Montecchio – LPM BAM Mondovì
Le quattro vincenti degli ottavi accedono ai quarti, da disputarsi sempre in gara unica sul campo delle migliori classificate e rispettando i seguenti accoppiamenti: 1) Valsabbina Millenium Brescia – d2) Omag-MT San Giovanni in M.no – a3) Roma Volley Club – b4) Itas Trentino – c
Così anche le semifinali, sempre in gara unica sul campo delle migliori classificate. La finale si disputerà il 29 gennaio all’Unipol Arena di Bologna.
Nulla da fare per le biancorosse di Ivan Iosi, che cadono anche al ritorno contro l’Ipag Sorelle Ramonda
VICENZA, 27 dicembre 2022
Santo Stefano amaro per Anthea Vicenza Volley, che come dodici mesi fa (seppur a campi invertiti) cede nel derby provinciale di A2 femminile contro l’Ipag Sorelle Ramonda Montecchio, che oggi ha espugnato in tre set il campo del palazzetto dello sport cittadino.
Un derby pressoché a senso unico, con Montecchio a segno con un risultato rotondo come all’andata al PalaFerroli di San Bonifacio. Due set, i primi due, monopolizzati dalla squadra di Sinibaldi, più combattuto il terzo, vinto ugualmente dall’Ipag. Per Anthea Vicenza Volley, oltre a un avversario di valore, anche la difficoltà di reggere il passo in una situazione di emergenza, con diverse giocatrici a mezzo servizio in quanto reduci da più giorni di febbre. Galazzo, Kavalenka, Legros e Panucci (quest’ultima in sestetto solamente nel terzo set) le più colpite dall’influenza.
Così, Montecchio è stata trascinata dal duo Mazzon (mvp e 20 punti) – Angelina (19), scavando il solco soprattutto in battuta (6 ace a 0) e in attacco (57% di positività contro il 32 della squadra di Iosi). Per l’Ipag, si tratta del quarto derby vinto in due stagioni contro le biancorosse beriche.
“Abbiamo dovuto fare i conti – commenta coach Ivan Iosi, tecnico di Anthea Vicenza Volley – con una serie di giocatrici influenzate che ci hanno costretto a trovare soluzioni diverse per questo importante derby. Chiaro che quando ti confronti con realtà come quella del Montecchio e da una parte non sei performante al cento per cento, dall’altro non riesci ad uscire da un gioco veloce che mette in difficoltà, il risultato è quello che si è visto. Non resta che rimboccarci le maniche e trovare gli aspetti positivi. Per esempio ho detto alle ragazze che ogni volta che c’è stata un’azione un po’ più lunga, l’abbiamo vinta. Questo è un dato significativo”.
Il derby odierno ha chiuso il 2022 di Anthea Vicenza Volley, che resta al settimo posto a quota 13 punti; all’orizzonte, la trasferta dell’8 gennaio a Latisana a domicilio di Talmassons nella seconda giornata di ritorno del girone B di A2 femminile.
LA PARTITA – Anthea Vicenza Volley schiera Ottino al posto di Panucci in banda, mentre per il resto ha lo schieramento-base. Montecchio scappa subito con l’ace di Mazzon (1-6, time out Iosi), con l’opposta ospite sempre protagonista (parallela del 5-13) dopo un guizzo di Kavalenka. Altro time out berico sul 10-19, ma il set è a senso unico: chiude l’ace di Bartolucci per il 13-25.
Il copione non cambia nel secondo parziale, con le ospiti subito avanti (2-8). Kavalenka fa poi disfa (4-10), l’Anthea ha un guizzo con un tris ravvicinato, ma l’ace di Barbazeni ristabilisce il gap (7-13). Dentro Panucci per Legros, Vicenza ci prova ancora (12-17), poi dopo il time out di Sinibaldi Montecchio vola: 12-21 e filotto allungato fino al 12-25 che vale il 2-0.
Il terzo set inizia con schermaglie equilibrate (3-4); Mazzon prova l’allungo (5-11), Farina dice no (10-14), tenendo in carreggiata la squadra di Ivan Iosi. La ritrovata verve delle locali permette di arrivare al -2, ma Angelina ristabilisce le distanze (14-19). A far chiudere il sipario, l’ace di Mazzon e l’attacco in rete di Kavalenka: 18-25 e 0-3.
Montecchio Maggiore – San Bonifacio, 26 dicembre 2022 – Unione Volley Montecchio Maggiore – Ipag Sorelle Ramonda fa suo anche il derby di ritorno con Anthea Vicenza, vincendo di nuovo 3-0 come all’andata. Una vittoria senza storia (13-25; 12-25; 18-25) che dimostra la grande superiorità delle ospiti su tutti i fondamentali. Uvmm, che mantiene la quarta posizione in classifica nel girone B, ora si concentrerà sugli ottavi di Coppa Italia, che la vedranno in campo venerdì 30 dicembre alle 19.30 al Palaferroli contro LPM BAM Mondovì.
Uvmm s’invola subito su 1-6, con una scatenata Mazzon che mette a segno tre punti a raffica con mani out, attacco dalla seconda parallela e pipe. Chiede il primo time out coach Iosi: Kavalenka e un servizio out di Tanase permettono di accorciare le distanze. Poi Mazzon con ace su salto spin, Marconato con una fast e Angelina in salto allungano di nuovo fino a scavare un baratro di sette punti. Nonostante cinque errori in battuta, Uvmm sfrutta le debolezze a muro dell’avversario e va in fuga su 10-19 con mani out di Tanase, costringendo Iosi a chiedere di nuovo il tempo, ma una gran diagonale di Angelina e un ace di Bartolucci chiudono 13-25.
Nel secondo set è di nuovo Mazzon a perforare la ricezione imprecisa di Anthea, che poi compie fallo con Galazzo e va sotto 0-2. Ace di Mazzon, Legros out e attacco veloce di Marconato portano le castellane avanti di cinque punti. Le padrone di casa interrompono la corsa con un buon colpo tattico di Farina, ma i muri di Bartolucci-Barbazeni e un pallonetto di Marconato spingono su 2-8. Iosi chiede il tempo e Kavalenka risponde con una diagonale potente, un attacco di Ottino e un gran muro di Legros, riducendo le distanze a quattro punti. Poi è quasi solo monologo di Uvmm, con Marconato che affonda la difesa di Formaggio. Seguono una papera di Cheli e un fallo di Panucci e infine Angelina, che chiude 12-25.
Nel terzo set Vicenza prova a spingere di più, anche se il gioco veloce della squadra di Sinibaldi mette in difficoltà il muro avversario con il duo Angelina-Mazzon che non perdona. Iosi striglia le padrone di casa, che stringono i cordoni della difesa e vanno a segno con Farina, Legros e Kavalenka. Su 9-13 è Sinibaldi a chiamare il time-out per frenare la risalita avversaria, che si porta a tre punti di distanza dopo l’entrata di Vigonzelli. Tre colpi di Angelina e un mani out cercato di prepotenza da Mazzon riportano Uvmm avanti su 15-20, con il coach berico costretto a chiamare ancora il tempo. Non bastano però un bel punto di Ottino dopo una lunga giocata e un primo tempo di Farina. Una girata in grande elevazione e un ace di Mazzon, oltre a un attacco di Farina che finisce a rete, chiudono il match 18-25.
Sottolinea l’attaccante Alice Tanase: “Siamo entrate molto concentrate in campo e con la voglia di far bene. Siamo state ancora più brave rispetto al solito, perché vincendo così un primo set era già successo altre volte di entrare nel secondo abbassando l’attenzione e quindi di non riuscire a portare la partita a casa o comunque di abbassare il livello del gioco. Invece oggi siamo state molto brave a mantenere lo stesso livello per tutti e tre i set. Verso la fine del terzo loro hanno trovato qualche soluzione in più e hanno iniziato a usare un po’ di più le centrali, però siamo state comunque brave e a muro abbiamo fatto un ottimo lavoro, perché avevamo studiato bene la partita. Siamo state ordinate e grazie a questo abbiamo racimolato molti punti. Abbiamo spinto in battuta e contenuto dove dovevamo farlo. Un risultato molto importante anche in vista della partita di Coppa Italia del 30 dicembre”
Esprime soddisfazione anche coach Marco Sinibaldi: “Sono contento perché abbiamo ritrovato un po’ più di continuità sul side out, che ci era mancata a Sant’Elia, e siamo stati bravi al servizio, che è stato l’arma in più, contando il fatto che a loro è mancata una giocatrice di grande equilibrio come Jessica Panucci, la cui assenza si è un pochino fatta sentire. Abbiamo preso le misure più o meno come all’andata. La squadra ha continuato a lavorare bene nel sistema di break point, soprattutto sul muro difesa, portando a casa dei buoni muri punto e dei buoni tocchi. È stata una bella gara: ora la testa al Mondovì, test molto importante contro una squadra di alta fascia. Cercheremo di sfruttare l’arma in più, che è la partita in casa al Palaferroli di San Bonifacio”.
Unione Volley Montecchio Maggiore – Ipag Sorelle Ramonda, forte della quarta posizione in classifica nel girone B della serie A2, guarda con fiducia al derby di Santo Stefano con Anthea Vicenza, che si svolgerà alle 17 nel palasport della città palladiana.
A fare il punto è la presidente Carla Burato: “È un bilancio positivo per la prima fase di campionato di Unione Volley Montecchio Maggiore, che ci vede chiudere il girone di andata al quarto posto. Per il secondo anno consecutivo ci avviamo a disputare gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un calendario fitto che ci vedrà impegnati contemporaneamente anche nella seconda fase di campionato. Ora servono concentrazione e lucidità in tutti i reparti per affrontare al meglio le prossime sfide. Il 26 dicembre si riparte con il derby casalingo, sempre sentito ovviamente per entrambe le formazioni. Contiamo di fare il nostro e di farlo bene, poi il risultato si vedrà”.
Quali sono le aspettative per la seconda parte della stagione?
“Gli obiettivi che ci eravamo dati ad oggi sono stati rispettati, ma resta il rammarico per qualche punto lasciato per strada. Siamo convinti che per quanto riguarda qualche giocatrice deve ancora uscire il vero carattere in campo, come sono certa che il gruppo ha tutte le credenziali in regola per agguantare il migliore dei risultati”.
Vogliamo spendere qualche parola per le giocatrici e lo staff?
“Devo registrare la positiva affermazione in attacco di Giulia Angelina, una conferma da Giorgia Mazzon, un ottimo lavoro al centro a muro e una crescita nel reparto difesa attacco con Alice Tanase e Rachele Nardelli. La regia di Valentina Bartolucci può sicuramente trovare spunti di crescita ulteriore, legati più all’esperienza che alla tecnica, mentre una solida garanzia resta Marianna Maggipinto. Il resto del roster è in ottima forma, dimostrando sempre di saper cogliere e trovare i propri spazi ogni volta chiamato in campo. Con coach Marco Sinibaldi e lo staff tecnico e medico la società ha trovato intesa funzionale alla crescita e un programma di lavoro fitto, sotto l’attenta sorveglianza del dg Annalisa Zanellati”.
È l’uomo dei numeri di Unione Volley Montecchio Maggiore, che durante la partita valuta le prestazioni e fornisce all’allenatore importanti informazioni anche sulla squadra avversaria.
Filippo Marchioro, 33 anni, padovano di Saonara, è lo scoutman in forza alla squadra berica da questa stagione, in possesso di una lunga esperienza che lo vede alla quindicesima annata come membro di staff in una squadra di pallavolo.
“Come scoutman ho iniziato quasi per caso nel 2008 , non sapevo che ruolo avesse questa figura – racconta -. Ho iniziato in serie C a Strà, specializzandomi per quattro stagioni dopo la promozione in B2. Nel frattempo, ho conseguito il cartellino di allenatore e sono passato a Padova, come sponda al coach Alberto Leali in serie B1. Quindi ho partecipato nel 2013 come secondo scoutman al Mondiale juniores in Repubblica Ceca con la Colombia e successivamente ho collaborato ad alcune manifestazioni internazionali, tra cui la fase a gironi del mondiale femminile 2014 a Verona. Poi sono passato dalla B1 all’Aduna Padova in A3 maschile a Prata, dove ho provato una diversa esperienza sia per l’alto livello, sia perché le sinergie di squadra nel maschile sono molto diverse. Ho potuto lavorare con Jacopo Cuttini, attuale coach della Pallavolo Padova. La stagione non si è conclusa a causa del blocco campionati per il Covid: perciò ho provato l’esperienza di primo allenatore in una seconda divisione e in una U19 per due stagioni, fino ad approdare a Montecchio”.
Quali sono le abilità che deve avere uno scoutman e come interagisce con l’allenatore?
“Ho sempre pensato che per fare lo scoutman si debba essere pazzi. Bisogna sapersi adattare, ci vuole un qualcosa in più dal punto di vista caratteriale e non tutti possono essere idonei. Il lavoro durante la partita è il più facile, anche se può sembrare complicato guardare la serie di codici. Il rapporto con l’allenatore è prioritario: non a caso molti scoutmen seguono i propri allenatori nelle varie esperienze. Ci si deve capire in tempi rapidi per poter lavorare al meglio per la squadra. Sono fortunato ad avere Marco Sinibaldi, perché anche lui aveva iniziato in questo ruolo ed è esperto della materia. Sicuramente sono meno in palestra di lui (ride, ndr), ma nelle giornate di gara sono spesso l’ultimo a finire sia per la preparazione del materiale prepartita, sia per la sistemazione dei dati nel post”.
Qual è stata la partita che ti ha dato più soddisfazione, numericamente parlando?
“Per uno scoutman, o meglio per me, le partite sono molto simili quando non ci si fa prendere dalle emozioni. Il restare concentrati su quello che si sta facendo non permette di accorgersi delle grandi prestazioni o delle brutte partite: quindi non credo ci sia una partita in particolare che abbia dei numeri che caratterizzano la nostra prestazione”.
A Santo Stefano vi aspetta il derby a Vicenza come prima gara di ritorno. Qualche valutazione?
“Vicenza è una squadra in crescita. Sarà una partita diversa da quella di ottobre: sia per come le due formazioni stanno affrontando il campionato, sia perché quella era la prima giornata, che è sempre una gara particolare. Un derby è una partita a sé. Noi dovremo essere bravi a sfruttare i loro punti deboli, esprimendo il gioco e il carattere mostrato nel girone d’andata”.
I Diavoli espugnano anche la pista di Ferrara con il risultato finale di 6-1, anche se non è stata affatto una gara semplice e soprattutto nel primo tempo i padroni di casa sono riusciti a mettere il bastone fra le ruote ai biancorossi, colpendoli subito dopo una manciata di secondi con la rete dell’ex capitano Andrea Ustignani. I vicentini hanno faticato ad entrare in partita, a trovare equilibri e spazi, a impostare il loro gioco, a creare occasioni e soprattutto ad andare in rete, potendo poi gestire la gara e il gioco come è capitato nelle precedenti partite. Ci sono voluti quasi 11 minuti per raggiungere il pari, grazie alla rete di Vendrame che ha raddoppiato dopo un paio di minuti e portato i suoi alla chiusura del primo tempo in vantaggio per 2-1. I biancorossi sono però stati bravi a mantenere calma, concentrazione e ad attendere il momento buono per colpire, senza scomporsi o perdere la testa, sostenuti anche da un attento Michele Frigo. Nella seconda frazione di gioco i Diavoli sono stati più incisivi, hanno realizzato la terza rete dopo quasi cinque minuti dalla ripresa con bomber Delfino, hanno allungato con Hodge e di nuovo con bomber Delfino, doppietta per lui e bottino di 302 reti con i Diavoli. In chiusura gol a porta vuota di Pace che ha messo la parola fine alla gara con il risultato di 6-1. E’ stata quindi una partita estremamente corretta, a tratti equilibrata e con un bottino di reti forse troppo pesante per quanto visto, anche se i vicentini hanno avuto occasioni e hanno colpito anche un palo. Una vittoria quindi pesante e importante che fa chiudere questa prima fase di stagione a punteggio pieno per i biancorossi e fa raggiungere al suo bomber e capitano, Andrea Delfino, la quota di 302 gol segnati con la maglia dei Diavoli, da quando, nell’estate del 2018, è stato messo a segno il colpo di mercato che ha portato l’attaccante torinese, dopo quattro anni di successi con Milano Quanta, a Vicenza. “Sicuramente è stata una partita difficile e sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata – ha dichiarato a fine gara Delfino. – Loro hanno giocato una partita molto chiusi, hanno giocato in box e di conseguenza ci siamo trovati in difficoltò su molte situazioni di gioco in cui non riusciamo a trovare il pertugio giusto. Siamo stati bravi a non andare giù di testa ma a rimanere sempre concentrati mantenendo il nostro stile di gioco, finchè non siamo riusciti a pareggiare, passare in vantaggio e poi, nel secondotempo, allungare fino al 6-1”. – Quale bilancio per questa prima fase di stagione? “Direi buono, siamo contenti di come stiamo andando. Adesso ci sarà una pausa in cui dovremo lavorare tanto per andare a migliorare quelle che sono le nostre lacune e per essere pronti per gli obiettivi stagionali che abbiamo davanti. Ci dobbiamo rimboccare ancora le maniche, lavorare ancora tanto e continuare sempre con lo stesso spirito”. – Questa sera hai superato quota 300 reti con la maglia dei Diavoli, che significato ha per un attaccante? “Per i gol sono molto contento a livello personale, sono contento di aver avut tanti compagni che mi hanno aiutato a raggiungere questo obiettivo anche per la società di Vicenza e spero di continuare a segnare ancora tanti gol aiutando la squadra a vincere partite, ma anche trofei che fanno sempre bene”.
Tabellino Warriors Ferrara Hockey – Mc Control Diavoli Vicenza Vicenza (1-2) 1-6 Warriors Ferrara Hockey: Peruzzi, Cipriano, Fabbri, Holding, Ballarin, Crivellari, Veronese, Ustignani, Bolognesi, Carboncini, Dell’Antico, Guandalini, Lettera, Zabbari, Wakefield. All. Crivellari A.
Mc Contro Diavoli: Frigo M., Olando, Cantele, Chiamenti, Campulla L., Delfino, Hodge, Sigmund, Centofante, Trevisan, Campulla F., Vendrame, Pace, Frigo N., Dal Sasso. All. Corso A.