Enrico Dindo dirigerà l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza lunedì 6 marzo 2023 al Teatro Comunale per un nuovo appuntamento della stagione sinfonica.
Enrico Dindo, impegnato anche nel ruolo di solista al violoncello, e la OTO esploreranno le suadenti melodie dell’Est con Dvořák e Čajkovskij, per poi immergersi nella vitale energia della seconda Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Assente da qualche tempo dalle scene vicentine, lunedì 6 marzo Enrico Dindo torna al Teatro Comunale di Vicenza con il suo splendido violoncello – un Pietro Giacomo Rogeri del 1717 – per un concerto inserito nella stagione sinfonica della OTO. Nato nel 1965 a Torino in una famiglia di musicisti, Dindo ha seguito gli insegnamenti di Antonio Janigro e nel 1997 si è imposto all’attenzione internazionale vincendo il Concorso Rostropovich di Parigi con la giuria presieduta dal mitico violoncellista russo.
Da allora il suo nome compare nei cartelloni dei più importanti teatri e festival del mondo sia in recital, sia come solista a fianco di prestigiose compagini orchestrali come la Leipziger Gewandhaus Orchester e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia con la quale si è instaurato un rapporto di strettissima collaborazione. Con la fondazione dell’ensemble I Solisti di Pavia, nel 2001, il violoncellista piemontese ha iniziato un percorso di avvicinamento alla direzione d’orchestra che lo ha portato a lavorare con l’Orchestra Giovanile Italiana, l’Orchestra della Svizzera Italiana, la Filarmonica della Scala e con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Dal 2012 al 2020 ha ricoperto il ruolo di direttore musicale e principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Zagabria.
Dindo è anche uno stimato docente. Accademico di Santa Cecilia dal 2012, insegna al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, alla Pavia Cello Academy e ai corsi dell’Accademia Tibor Varga di Sion.
Per il suo esordio con la OTO nel doppio ruolo di solista e direttore Enrico Dindo ha scelto un impaginato pieno di energia che metterà alla prova le sue riconosciute doti di virtuoso.
Il concerto inizia sulle note del Rondò in Sol minore che Antonín Dvořák compose nella versione originale per violoncello e pianoforte in soli due giorni nel dicembre del 1891, l’anno del suo cinquantesimo genetliaco. Considerato una gloria nazionale nella natia Boemia e forte di una solida fama internazionale, di lì a poco Dvořák accetterà l’invito a dirigere il Conservatorio di New York. Nasce appunto negli Stati Uniti, nel 1893, la trascrizione per violoncello e orchestra del Rondò, splendido esempio di brano d’intrattenimento che strizza l’occhio ai temi della musica popolare boema.
Enrico Dindo sarà di nuovo impegnato come solista nel secondo brano in programma: le Variazioni su un tema rococò che Čajkovskij compose nel 1877 ispirandosi alla poetica del Settecento e avvalendosi della collaborazione di Wilhelm Fitzenhagen, uno dei più osannati violoncellisti e docenti della scena moscovita dell’epoca.
In chiusura, messo da parte il violoncello, Dindo salirà sul podio della OTO per dirigere la seconda Sinfonia di Beethoven, quella in Re maggiore che esordì al Theater an der Wien nella primavera del 1803. Capolavoro imbevuto di vitale energia, nonostante venuto alla luce in uno dei frangenti più drammatici della vita di Beethoven, la cangiante Sinfonia n. 2 si pone al confine fra le opere giovanili – che in qualche modo risentono degli influssi della tradizione di Haydn e Mozart – e quelle della raggiunta maturità nelle quali emergerà l’inconfondibile marchio di fabbrica beethoveniano.