Oggi viaggiamo fino in Australia per incontrare il primo protagonista di questo viaggio alla ricerca dei vicentini sparsi per il mondo, si tratta di Steven Pesavento, originario di Caldogno.
Suo zio, Dino Pesavento, era il presidente dell’associazione vicentini nel mondo di Sidney ed era riuscito a far costruire una cappellina alla periferia della città, dedicata alla Madonna di Monte Berico.
Ci troviamo a Woolongong, città costiera nell’Australia sud-orientale, nello Stato del Nuovo Galles del Sud, la terza città più popolosa dello Stato dopo Sidney e New Castle. Ora è estate e ci sono 30 gradi ed infatti Steven indossa una t-shirt.
– Steven quando sei arrivato in Australia?
– “Ho lasciato Vicenza quando avevo trent’anni, nel 1998. In realtà dovevo partire con mio padre, ma morì poco dopo ed io decisi comunque di intraprendere questo viaggio. Appena arrivato, mi ospitò mio zio, ma poi, insieme ad altri giovani, affittai una casa che era sempre piena di gente. Ho fatto anche parte dell’associazione alpini di Sidney per dieci anni”.
– Cosa ti ha più colpito dell’Australia?
– “Le distanze che ogni giorno bisogna percorrere per andare al lavoro, per andare a scuola. Io mi alzo alle 4 del mattino e percorro 50 chilometri in auto fino alla stazione dei treni a Sutherland, per prendere un treno che mi porta dopo 40 minuti al centro di Sidney, dove lavoro nella costruzione di un palazzo di 50 piani. Ritorno a casa alle 18. Quando lavoravo più distante partivo la domenica e tornavo il venerdì sera, oppure rientravo a casa ogni 15 giorni in aereo. Fisicamente è stata molto dura”.
– Come sono gli australiani?
– “I veri australiani sono gli aborigeni, una civiltà antica decimata anche dalle malattie europee, ma oggi per australiani si intendono le persone di origine anglosassone, una volta detti Pom, Prisoner Of Her Majesty (l’Australia infatti era una colonia punitiva dell’Inghilterra). Oppure, secondo altri è l’abbreviazione di pomegranate, il melograno, in riferimento al colore rosso degli anglosassoni dopo una breve esposizione al sole. Gli australiani sono molto casalinghi, infatti, proprio a causa delle larghe distanze, non escono durante la settimana e non hanno l’usanza di andare al bar, ma vanno a casa di amici o parenti per bere una birra, un caffè. Si fanno anche grigliate dove le donne e gli uomini sono in gruppi separati, una cosa a cui non ero abituato nella vecchia compagnia a Vicenza, dove invece eravamo tutti insieme. Altrimenti si frequentano i club, per i vicentini c’era il club Marconi e una volta si poteva andare solo in quelli italiani“.
– Ci racconti una curiosità sulla fauna australiana?
– “Ogni giorno devo uscire nel patio a pulire le sedie, dove si nascondono i pericolosi ragnetti redback, per il resto è tutto affascinante”.
– Quando hai le prossime vacanze?
– “Qui si fa vacanza solo a Natale, oppure si fanno dei weekend lunghi”.
– In cosa senti che sia rimasta la tua vicentinità?
– “Nella lingua, quando parlo dialetto con altri vicentini, anche se in casa parlo inglese, nell’abbigliamento, mentre gli australiani escono anche in ciabatte, nel cibo, il caffè, il vino, il prosciutto, il formaggio, nella cristianità, festeggiamo insieme l’8 settembre, nella musica”.
– Steven, hai anche trovato l’amore in Australia, dove hai conosciuto infatti tua moglie Paulina, croata, e hai 2 splendide figlie.
– “Le mie figlie si possono definire australiane, o Aussie, come si chiamano gli stessi australiani nati in Australia, ma ognuno con le loro origini, oggi viste in un’accezione più positiva, non come in passato, quando gli europei del Mediterraneo venivano chiamati dispregiativamente Wog”.
– Ti manca Vicenza?
– “Sì, molto. Mi manca la Vicenza della mia memoria, quella della mia giovinezza ed è per questo che cerco di rimanere distaccato emozionalmente, perché quella nostalgia te copa“!