sabato, Dicembre 27, 2025
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“Camera del futuro”, Albanese “Burocrazia zero per le nostre imprese”

PALERMO (ITALPRESS) – Con il progetto di trasformazione digitale “Camera del futuro” della CCIAA di Palermo ed Enna “significa essere nel futuro, perchè eviteremo le code agli sportelli, ci si potrà prenotare 7 giorni su 7, 24 ore su 24,
e soprattutto lanceremo il progetto definito di digitalizzazione di tutti i servizi camerali”. Lo ha detto il presidente della Camera di Commercio di Palermo ed Enna, Alessandro Albanese. “Tutto questo si traduce in ‘burocrazia zero’ per le nostre imprese”, ha aggiunto durante la presentazione del progetto a Palermo.

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Un lavoratore italiano su cinque è a rischio burnout, lo studio dell’Università Cattolica

MILANO (ITALPRESS) – Il 31% dei lavoratori italiani si sente sempre (o spesso) stanco fin dal mattino all’idea di dover affrontare un altro giorno di lavoro, di nuovo il 31% è “emotivamente esaurito” a causa del suo impiego, il 28% vive in uno stato di stress o ansia eccessiva. Uno su cinque ha tutti questi sintomi insieme, rivelando un alto rischio di burnout. In aggiunta, emergono problemi di coinvolgimento e difficoltà a far sentire la propria voce in azienda: pochi (il 25%) si sentono parte di un gruppo di lavoro aperto, ancora meno (20%) si sentono capiti e accettati e sempre solo il 20% pensa di avere controllo sul suo futuro nell’organizzazione. Tra i lavoratori italiani il livello di malessere aumenta ancora e supera il livello di guardia: oggi ben 7 su 10 chiedono che le aziende si preoccupino del loro benessere mentale, non solo in ambito lavorativo, ma anche personale. Il tema è sotto la lente degli HR: il 77% delle aziende ci presta almeno in parte attenzione, ma concretamente solo meno della metà (il 45% del totale) ha attivato qualche progetto o strumento per il benessere mentale dei dipendenti. Eppure, chi ha realizzato interventi ha riscontrato effetti positivi, soprattutto sul senso di appartenenza all’azienda (nell’88% dei casi), la qualità del lavoro (85%), la motivazione e produttività (85%), ma anche sulla fidelizzazione delle persone (81%) e l’immagine aziendale (81%).

I programmi sono i più diversi: iniziative di welfare, supporto psicologico, informazione e sensibilizzazione, consulenze con esperti e specialisti, palestre aziendali, menù salutari. Ma anche orari flessibili e smart working, riconoscimenti economici, attività di team building, eventi di aggregazione, perché per gli HR oggi è chiaro che per avere effetti concreti il benessere organizzativo deve essere la premessa di quello mentale. Sono alcuni risultati dell’HR Trends 2025 “Il benessere mentale come priorità per il lavoro del futuro”, la ricerca che esplora i trend in ambito risorse umane di Randstad Professional Leaders Search & Selection, linea di business specializzata nella ricerca e selezione di middle & senior management, realizzata in collaborazione con l’Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli (ASAG) dell’Università Cattolica. Un’indagine quali-quantitativa condotta su un campione di oltre 355 responsabili risorse umane di imprese italiane e 563 lavoratori, che quest’anno ha messo a confronto le loro opinioni sul tema del benessere mentale. In aiuto del benessere mentale – evidenzia la ricerca – oggi è arrivata l’intelligenza artificiale. Nelle aziende in cui è stata introdotta ha avuto un impatto positivo in 6 casi su 10, soprattutto riducendo attività ripetitive e poco gratificanti, fornendo un aiuto immediato con assistenti virtuali, limitando carichi di lavoro e stress. Anche se un terzo dei lavoratori denuncia invece un impatto negativo, in particolare per un calo del “senso di utilità”, per l’incertezza lavorativa e la riduzione della qualità della formazione.

A questo proposito, i lavoratori si mostrano molto interessati a ottenere formazione sul benessere mentale (la vorrebbe l’86%), un interesse ampiamente sottostimato dagli HR. I direttori del personale stanno aumentando gli investimenti formativi nel 64% delle aziende e progettano sempre più attività anche con finalità ‘sociali’ per i dipendenti, come favorire la conoscenza tra le persone, rafforzare la motivazione, creare ambienti positivi e stimolanti.

“Il benessere mentale oggi è un tema centrale per ogni azienda, che non può più essere sottovalutato – afferma Pia Sgualdino, Head of Randstad Professional Leaders Search & Selection Italia -. Attivare progetti in questo ambito ha ricadute positive sulla qualità del lavoro, la motivazione dei lavoratori e la loro fidelizzazione. Che si tratti di iniziative di welfare, flessibilità, incentivi, spazi per il relax, in ogni caso nessuno strumento, anche il più innovativo, è sufficiente da solo: serve un’organizzazione che favorisca il wellbeing in senso complessivo. La sfida per gli HR è progettare interventi a 360 gradi, supportando le persone senza risultare invadenti in un ambito delicato: bisogna mantenere il giusto equilibrio tra sostegno e rispetto dell’autonomia e della riservatezza, cogliendo i segnali di malessere senza invadere la sfera privata e far percepire l’opportunità di supporto come un’imposizione”.

“Nelle organizzazioni il benessere mentale, le relazioni tra colleghi e la formazione sono ormai riconosciuti come elementi cruciali – afferma Caterina Gozzoli, professoressa di Psicologia della convivenza socio-organizzativa dell’Università Cattolica -. Eppure, la ricerca evidenzia uno scollamento tra quanto le funzioni HR delle aziende dichiarano di aver messo in atto per la qualità della vita organizzativa e quanto i professionisti percepiscono (ansia, senso di esclusione, mancanza di pratiche strutturate a sostegno della collaborazione tra colleghi). Inoltre, l’intelligenza artificiale, che per gli HR è ormai un passaggio obbligato, da molti lavoratori è vista con curiosità e timore perchè può alleggerire i carichi e ridurre lo stress, ma rischia di minare il senso di utilità se non accompagnata da percorsi formativi. L’organizzazione si gioca dunque la propria credibilità nella capacità di proporre e monitorare politiche e azioni entro una strategia chiara e condivisa in cui il benessere, la colleganza e la crescita non restino slogan o pezzi sconnessi ma diventino ingredienti tangibili per il miglioramento professionale ed organizzativo”.

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Gaza, proseguono i negoziati. Trump “Accordo molto vicino, si farà. Nel fine settimana potrei essere in Medio Oriente”

ROMA (ITALPRESS) –  I colloqui per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in corso da lunedì a Sharm el-Sheikh “stanno procedendo molto bene. Un accordo è molto vicino. Ci sono ottimi negoziatori anche dall’altra parte e, secondo me, l’accordo si farà”. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump, annunciando che “forse” si recherà in Medio Oriente “nel fine settimana, forse domenica”. Nelle ultime ore sta trapelando attraverso i media un ottimismo diffuso sull’esito positivo dei negoziati. Secondo alcune fonti l’accordo potrebbe essere raggiunto già domani, mentre per altre fonti venerdì.

TERZO ROUND DI COLLOQUI

Mentre a Sharm el-Sheikh ha preso il via il terzo round di colloqui per attuare il piano proposto dal presidente americano Donald Trump per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, il gruppo terroristico palestinese Hamas fa sapere in una nota di aver “agito in modo positivo e responsabile per concludere l’accordo” e che prevale l’ottimismo. “La nostra delegazione a Sharm el-Sheikh ha dimostrato la positività e la responsabilità necessarie per raggiungere i progressi richiesti e concludere l’accordo. I mediatori stanno compiendo grandi sforzi per rimuovere qualsiasi ostacolo all’attuazione del cessate il fuoco e uno spirito di ottimismo è prevalente tra tutti”, sostiene Hamas. Il gruppo aggiunge che “i negoziati si sono concentrati sui meccanismi per attuare la fine della guerra, il ritiro delle forze di occupazione – l’esercito israeliano – dalla Striscia di Gaza e lo scambio di prigionieri” e ostaggi. Hamas conclude annunciando che “oggi vengono scambiate le liste dei detenuti e degli ostaggi da rilasciare, secondo i criteri e il numero concordati”.

L’esponente di Hamas Taher Nunu ribadisce in una dichiarazione che durante i negoziati odierni in Egitto, a Sharm el-Sheikh, le parti hanno scambiato liste di “prigionieri” da rilasciare, sulla base di criteri e numeri concordati. Non è chiaro se si tratti sia della lista dei detenuti palestinesi di cui Hamas chiede il rilascio che degli ostaggi israeliani, che Hamas definisce “prigionieri”. Nunu, in questi giorni a Sharm el-Sheikh, aggiunge che i colloqui si concentrano sui meccanismi per porre fine alla guerra e sul ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, osservando: “I mediatori stanno compiendo grandi sforzi per rimuovere ogni ostacolo all’attuazione di un cessate il fuoco, e c’è uno spirito ottimista tra tutti”. Il presidente Recep Tayyip Erdogan esorta i curdi siriani a “completare la loro integrazione” con il nuovo governo siriano dopo l’annuncio di un cessate il fuoco globale.

MEDIA “DA HAMAS PROVE SU 20 OSTAGGI IN VITA”

Il gruppo islamista palestinese Hamas avrebbe fornito informazioni su “circa 20 ostaggi ancora in vita”, rapiti il 7 ottobre 2023. Lo hanno dichiarato funzionari israeliani alla tv israeliana Channel 12, secondo cui Hamas sostiene di essere ancora alla ricerca di alcuni degli ostaggi uccisi. Secondo le stime dell’intelligence israeliana, solo 20 dei 48 ostaggi ancora trattenuti a Gaza sono vivi. Rimane il nodo del luogo della loro localizzazione, soprattutto dopo l’offensiva israeliana lanciata a Gaza City nelle ultime settimane. Inoltre, in passato il gruppo terroristico ha dichiarato ai mediatori di non sapere dove si trovino alcuni dei corpi degli ostaggi uccisi.

FONTI ISRAELE “OTTIMISMO PER IL CESSATE IL FUOCO”

Fonti israeliane e diplomatiche sono “ottimiste sulle prospettive di raggiungere un accordo” durante i negoziati in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per il cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce il Jerusalem Post. “Stiamo entrando nelle ore critiche”, hanno aggiunto le fonti. “Ci stiamo avvicinando cautamente al completamento della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco”, ha detto oggi un alto funzionario israeliano ai media internazionali. Lo stesso funzionario ha detto a Walla che “Israele ha accettato il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Hamas ha accettato la prima fase del piano e ci aspettiamo una conclusione”. Inoltre, un alto funzionario della Casa Bianca ha detto a Sky News Arabia che “i negoziati tecnici a Sharm el-Sheikh hanno raggiunto una fase decisiva”.

UFFICIO DI NETANYAHU “FAKE NEWS DI POLITICO SULLE SCUSE AL QATAR”

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu respinge un articolo di Politico secondo cui la Casa Bianca, con il contributo di un interlocutore qatariota, avrebbe scritto le scuse del premier la scorsa settimana alla sua controparte qatariota per l’attacco israeliano contro i leader di Hamas a Doha il 9 settembre, definendole “fake news”. “Si tratta di una fake news. Le parole del primo ministro Netanyahu nella sua conversazione con il primo ministro del Qatar sono state selezionate dal premier stesso, previa consultazione con il suo team di professionisti. Per quanto riguarda il rappresentante qatariota, quest’ultimo era presente solo durante la conversazione, su invito del team statunitense, e non ha avuto alcun contatto con quello israeliano”, si legge in una nota stampa diffusa dall’ufficio di Netanyahu.

HERZOG “DAVANTI A NOI OPPORTUNITA’ DA NON PERDERE”

In Israele “c’è la chiara consapevolezza che ci troviamo di fronte a opportunità storiche che non dobbiamo perdere”. Lo ha detto il presidente di Israele, Isaac Herzog, durante una cerimonia commemorativa per le vittime del 7 ottobre 2023 che si trovavano al Festival musicale a Reim, nel sud di Israele. Il riferimento delle dichiarazioni di Herzog è ai colloqui in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per attuare il piano del presidente americano Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza e rilasciare gli ostaggi. “In questi giorni, quando i nostri nemici cercano di dimenticare la verità e le atrocità, noi gridiamo la semplice e chiara verità: continueremo a suonare insieme con grande amore e non li dimenticheremo mai”, ha concluso.

ISRAELE SI PREPARA ALLA VISITA DI TRUMP IN CASO DI ACCORDO

In Israele sarebbero in corso i preparativi per una visita del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel caso fosse raggiunto un accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani durante i colloqui in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Lo riferisce il sito di notizie israeliano Ynet, chiarendo che la Casa Bianca si era preparata alla possibilità che Trump visitasse Israele a ridosso della visita nel Regno Unito a metà del mese scorso, a condizione che ci fosse un accordo, ma l’evento non si è concretizzato e la visita è stata cancellata dall’agenda. I funzionari adesso ritengono, prosegue Ynet, che Trump voglia visitare la regione per “celebrare” l’importante risultato della fine della guerra e del rilascio degli ostaggi. Attualmente, tutto dipende dall’esito dei colloqui di Sharm el-Sheikh, in Egitto, ma le indicazioni sono positive.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI TURCO “POSSIBILE ANNUNCIO ENTRO OGGI”

“In questo preciso momento sono in corso negoziati su quattro punti della proposta del presidente Trump. Se si raggiungerà un accordo, un cessate il fuoco sarà annunciato entro oggi”. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante la conferenza stampa con l’omologo siriano Asaad al-Shaibani, parlando dei colloqui in corso a Sharm el-Sheikh tra i mediatori di Egitto, Qatar, Stati Uniti con i rappresentanti di Israele e Hamas per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza e liberare gli ostaggi in cambio del rilascio dei detenuti palestinesi e del ritiro dell’esercito israeliano.

LE PAROLE DI TAJANI

“Non abbiamo mai cambiato strategia. Continuiamo a sostenere il progetto americano che ha avuto il consenso del parlamento”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dulla possibilità di operare uno sforzo internazionale per convincere tutti gli attori a fare un passo rispetto alla questione della Striscia di Gaza tra Hamas e Israele. “Mi auguro che si possano realizzare il maggior numero possibile dei punti della proposta dell’amministrazione di Washington e che si raggiunga un accordo. Giovedì saremo a Parigi, riuniti paesi europei , paesi arabi con il Canada e l’Indonesia per cercare di dare un contributo alla costruzione della pace e alla ricostruzione e messa in sicurezza dell’intera area“, ha aggiunto.

DIECI MORTI A GAZA NELLE ULTIME 24 ORE

Negli ospedali della Striscia di Gaza sono giunti dieci morti e 61 feriti nelle ultime 24 ore. Lo riferisce il ministero della Salute di Gaza, controllato dal gruppo terroristico palestinese Hamas. Il conteggio non tiene conto della differenza fra civili e miliziani appartenenti ai gruppi armati.

UNICEF “IN DUE ANNI 64MILA BAMBINI UCCISI O MUTILATI A GAZA”

“Negli ultimi due anni, la cifra impressionante di 64.000 bambini sarebbe stata uccisa o mutilata in tutta la Striscia di Gaza, inclusi almeno 1.000 neonati. Non sappiamo quanti altri siano morti a causa di malattie prevenibili o siano sepolti sotto le macerie”. Lo dichiara in una nota la direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell, aggiungendo che “gli attacchi israeliani su Gaza City e altre parti della Striscia di Gaza continuano. Il mondo non può e non deve permettere che questo continui”. “La carestia persiste a Gaza City e si sta diffondendo verso sud, dove i bambini vivono già in condizioni disastrose. La crisi della malnutrizione, soprattutto tra i neonati, rimane scioccante. Mesi senza cibo adeguato hanno causato danni duraturi alla crescita e allo sviluppo dei bambini”, aggiunge Russell, per questo “è necessario urgentemente un cessate il fuoco”. “L’Unicef accoglie con favore tutti gli sforzi per porre fine alla guerra e tracciare un percorso verso la pace a Gaza e nella regione. Qualsiasi piano deve portare a un cessate il fuoco, al rilascio degli ostaggi e al passaggio sicuro, rapido e senza ostacoli degli aiuti umanitari – attraverso tutti i valichi e le rotte disponibili – nella misura disperatamente necessaria a tutti gli abitanti di Gaza, in particolare ai bambini. Il diritto internazionale umanitario è chiaro: chiediamo a Israele di garantire la piena protezione delle vite di tutti i civili”, conclude la nota.

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(ITALPRESS).

Gaza, Witkoff e Kushner a Sharm el-Sheikh per accelerare sui negoziati

MILANO (ITALPRESS) – L’inviato del presidente Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero del presidente, Jared Kushner, sono arrivati in Egitto per partecipare ai negoziati sul rilascio degli ostaggi e sulla fine della guerra a Gaza. Lo riportano i media israeliani.

La delegazione Usa, insieme al capo dell’intelligence turca Ibrahim Kalin e al ministro degli Affari strategici israeliano, Ron Dermer, braccio destro del premier Benjamin Netanyahu parteciperanno oggi alla terza giornata dei colloqui indiretti nella località egiziana sul Mar Rosso. Secondo l’emittente del Qatar Al-Arabi, anche il premier e ministro degli Esteri di Doha, Mohammed al-Thani sarà in Egitto questa mattina per unirsi ai colloqui.

L’emittente pubblica israeliana Kan ha annunciato ieri sera che l’arrivo di Witkoff e Kushner a Sharm el-Sheikh dovrebbe accelerare i contatti tra Hamas e Israele per arrivare a una svolta. Si prevede che i colloqui vengano incentrati sulle mappe di ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf) da Gaza e sul veto al rilascio dei prigionieri. Una fonte israeliana vicina ai colloqui ha dichiarato al quotidiano israeliano Haaretz: “Non sappiamo ancora come andranno le cose. Gli Stati Uniti stanno agendo in questo modo per chiudere la questione rapidamente, ma finché ciò non accadrà, non accadrà”.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che esiste una “reale possibilità” di un accordo di pace a Gaza.

“C’è una reale possibilità che possiamo fare qualcosa”, ha detto Trump ieri ai giornalisti nello Studio Ovale parlando insieme al primo ministro canadese Mark Carney. “Abbiamo molto potere, faremo tutto il possibile per garantire che tutti aderiscano a questo accordo”, ha aggiunto Trump.

Kan aggiunge che la presenza del capo dell’intelligence turca sarebbe legata alla questione della vendita degli F-35 degli Stati Uniti alla Turchia.

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Cna Sicilia presenta i siciliani eletti alla guida nazionale dei mestieri

PALERMO (ITALPRESS) – Una centralità sempre più forte a livello nazionale, con nuove figure di riferimento per garantire un’interfaccia più diretta tra la Sicilia e il resto d’Italia: Cna Sicilia presenta i nove imprenditori dell’isola eletti alla guida nazionale dei mestieri e dei raggruppamenti di interesse. A ognuno di loro è assegnato un settore economico strategico, all’interno del quale si punta a valorizzare le competenze espresse dal territorio e approfondire le sfide del mondo artigianale in un’epoca complessa: la spinta dei dazi americani richiede capacità imprenditoriali ancora più solide e prospettive a lungo termine per garantire stabilità alle piccole e medie imprese.

I neo eletti sono Costantino Di Nicolò alla guida nazionale di Cna Editoria, Maria Triolo a Cna Impresa Donna, Angelo Scalzo a Cna Lavorazioni Artistiche Legno, Vetri e Marmo, Rosario Ferreri a Cna Produttori Bevande, Carmelo Basile a Cna Termoidraulici, Alberto Santoro a Cna Lapidei e altri Materiali da costruzione, Laura Buzzerta a Cna Ceramisti, Vincenzo Di Stefano a Cna Dolciari e Panificatori e Francesco Annino a Cna Agricoltori.

“Oggi è una giornata importante, perché finalmente diamo tangibilità a ciò che abbiamo fatto – sottolinea il presidente di Cna Sicilia Filippo Scivoli,Esprimiamo tutto il nostro valore e finalmente possiamo mostrare al pubblico quello che il sistema Cna Sicilia mette in campo con le proprie eccellenze: ufficializziamo un risultato storico, ovvero la presenza di nove presidenti nazionali di cui il nostro sistema potrà godere”.

Per Piero Giglione, segretario regionale dell’associazione, “finalmente Cna Sicilia ha avuto la possibilità di far emergere le sue professionalità, nonché gli imprenditori che in questi anni hanno dato un contributo alla nostra organizzazione: ci stiamo posizionando, e di riflesso candidando, per rilanciare l’organizzazione a livello nazionale. In questo caso il nostro contributo arriva attraverso la presenza di nove presidenti nazionali dei mestieri e dei raggruppamenti di interesse: in questi anni Cna Sicilia ha fatto un grande lavoro e ha avuto la possibilità di confrontarsi con le istituzioni, cosa che continueremo a fare con l’obiettivo da un lato di tutelare le imprese del territorio, dall’altro di confrontarci attraverso questi presidenti con altre realtà d’Italia”.

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Friuli Venezia Giulia, Fedriga: “Sin quando ci sarà Hamas in Palestina la pace non potrà esserci”

GORIZIA (ITALPRESS) – “Penso che un’iniziativa come il Festival del Cambiamento sia utile alla riflessione per approfondire temi e costruire una discussione che non sia preordinata e che non sfoci nemmeno nelle banalità o nei luoghi comuni: la situazione che il mondo sta vivendo è drammaticamente peggiorata; è preoccupante e mi auguro che il piano presentato dal presidente degli Stati Uniti possa trovare una via effettiva che conduca alla fine delle ostilità”. Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga aprendo il suo intervento al Festival del Cambiamento, forum speciale GO!2025 dedicato a “Gorizia città della pace giusta” in svolgimento al polo didattico goriziano dell’Università di Trieste.

Fedriga ha ringraziato per la presenza ai lavori del forum l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, Abdulla Alsubousi, auspicando che “gli Eau possano trovare sempre più spazio perché hanno dimostrato responsabilità, capacità di dialogo e di leadership in quell’area geografica per ricercare la pace”. Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha poi espresso una serie di affermazioni che ha definito “scomode” ma necessarie, visto che “chi rappresenta le istituzioni deve sapere dire anche cose scomode e non semplicemente quelle che creano compiacimento nella platea”. 

“Sono preoccupato di come il conflitto si stia infiltrando all’interno delle nostre comunità e della nostra società e di come – ha rimarcato Fedriga – una parte, mi auguro sempre minoritaria, e lo abbiamo visto a Bologna ieri, a Torino e a Roma, inizi a guardare con occhi di favore organizzazioni terroristiche che hanno cercato civili inermi per massacrarli. Ho guardato ogni singolo fotogramma del video su Saturday-October-seven.com e da lì si capisce bene cosa significhi terrorismo: Hamas è entrato nelle case per ammazzare consapevolmente cittadini, bambini, e non militari israeliani”.

Fedriga ha invitato a distinguere. “So bene che oggi sarebbe molto più comodo parlare di pace, ma serve procedere senza ipocrisie e per questo dobbiamo distinguere ciò che è terrorismo da uno Stato: fino a quando ci sarà Hamas in Palestina la pace non potrà esserci. Dobbiamo – ha indicato Fedriga – difendere le democrazie, supportare tutti i Paesi arabi che stanno procedendo con determinazione verso il processo di pace e di dialogo in quell’area geografica”.

Il festival, aperto dagli interventi del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, del presidente della Camera di commercio Venezia Giulia Antonio Paoletti, del presidente di Unioncamere Andrea Prete e della rettrice dell’Università di Trieste Donata Vianelli, continua per tutto il giorno attraverso approfondimenti con rappresentanti diplomatici, docenti ed esponenti del mondo economico.

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“Camera del futuro”. Barcellona “Miglioreremo efficienza servizi”

PALERMO (ITALPRESS) – “Siamo le prime Pubbliche amministrazioni nell’introduzione dell’Intelligenza artificiale nello svolgimento di prodotti e processi, quindi miglioreremo l’efficacia e l’efficienza dei nostri servizi, tutto a vantaggio delle imprese”: lo ha detto Guido Barcellona, segretario generale della Camera di Commercio di Palermo ed Enna, in occasione della presentazione di “Camera del futuro”, progetto pluriennale di trasformazione digitale della CCIAA di Palermo ed Enna.
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I contratti di noleggio a lungo termine di autovetture e fuoristrada nei primi nove mesi di quest’anno segnano un incremento del 13,3%

ROMA (ITALPRESS) – I contratti di noleggio a lungo termine (NLT) di autovetture e fuoristrada nei primi nove mesi di quest’anno segnano un incremento del 13,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un totale di 830.068 contratti stipulati. Secondo l’analisi elaborata da UNRAE sulla base dei dati forniti dal MIT, nel periodo gennaio-settembre 2025 i contratti di noleggio a lungo termine di durata superiore a 30 giorni confermano la prevalenza delle Società (712.353), pari all’85,8% del totale, rispetto a quelli sottoscritti da soggetti Privati (117.715), al 14,2% di quota.

Nell’ambito delle Società, le Aziende non-automotive rappresentano il 66,6% del totale dei contratti (in calo di 5,8 p.p. e volumi in crescita del 4,2%), seguite dalle Società di noleggio a breve termine che passano dall’8,0% al 12,3% di quota (con un incremento dei volumi del 73,4%), dai Dealer e Costruttori con il 4,6% di share (+0,3 p.p. e +20,7% in volume) e infine dalle Società di Noleggio a lungo termine con il 2,3% del totale (+0,5 punti percentuali e +49,7% in volume). I contratti stipulati dai Privati crescono del 19,1% e guadagnano 0,7 punti di quota.

La durata media dei contratti complessivi nei primi nove mesi del 2025 si attesta a 22 mesi, in calo rispetto ai 23 dell’analogo periodo 2024, con andamenti differenziati per i vari utilizzatori: le Aziende non automotive scendono a 24 mesi, i Privati rimangono stabili a 23, Dealer e Costruttori scendono a 15, stessa durata per il Noleggio a lungo termine che si mantiene stabile. La durata media dei contratti per le società di Noleggio a breve termine scende a 9 mesi dai 13 dell’anno precedente. Il diesel, che nel complesso copre il 33,4% del totale (-6,4 p.p.), è la scelta preferita dal Noleggio a lungo termine (al 40,2%) e dalle Aziende non automotive (al 38,2%), mentre il motore a benzina (al 19,6% di share, +0,6 p.p.) ha il primato fra le aziende del Noleggio a breve termine (al 50,4%) e i Dealer e Costruttori (al 28,6%).

I veicoli ibridi sono la scelta preferita dai Privati (al 32,7%) e nel totale contratti coprono il 31,3% di quota (+3,1 p.p.). Fra le elettriche pure (BEV) – in crescita di 1 punto al 4,7% di share complessiva – detengono il primato Dealer e Costruttori, con una quota del 23,6%, mentre tra le PHEV (al 9,1%, +1,8 p.p.) il primato spetta ai Privati con l’11,1%. Quote residuali per le motorizzazioni a metano e GPL in ogni tipologia di fruitore.

In merito ai segmenti, i Suv detengono la leadership con il 59,1% di contratti nei primi 9 mesi, le Berline si fermano al 28,6%, seguite al terzo posto dalle Station Wagon con il 10,1% (con quote maggiori e paritetiche del 12,5% tra NLT e Aziende non automotive). Per quanto riguarda i SUV, quelli del segmento C raggiungono da soli oltre un quarto delle preferenze (27,1%), grazie principalmente alla scelta dei Privati (30,8%), Aziende non-automotive (29%) e NLT (24,0%). Fra le Berline prevalgono quelle del segmento B (10,6%), favorite da NBT (17,8%) e NLT (15,2%). A livello geografico, la Lombardia conferma la leadership con il 30,5% di contratti, seguita da Lazio (14,9%), Trentino-Alto Adige (9,8%), Emilia-Romagna (8,0%), Piemonte (7,1%) e Veneto (6,2%). Calabria, Molise e Puglia presentano la quota più alta di contratti stipulati da Privati (rispettivamente 34,8%, 32,7% e 28,8%), Valle d’Aosta e Lombardia quella di contratti stipulati da Aziende non-automotive (85,1% e 85,0%). Dealer e Costruttori raccolgono le percentuali maggiori di contratti nel Centro Italia: Marche (15,5%), Abruzzo (14,6%) e Umbria (13,8%). Il Trentino-Alto Adige si distingue per la quota maggioritaria di contratti a NBT (76,1%), infine in Emilia-Romagna prevalgono i contratti di NLT (18,1%).

L’Osservatorio UNRAE ha anche analizzato i contratti stipulati al 30 settembre 2025 relativi ad autovetture immatricolate nel corso dei primi 6 mesi dell’anno. Complessivamente 218.247 unità (il numero può includere più contratti relativi alla stessa autovettura), con la quota maggiore appannaggio delle Aziende non automotive (51,2%), seguite dal Noleggio a breve termine (26,5%) e dai Privati (14,2%). In base all’alimentazione, al primo posto troviamo le vetture ibride (36,2%) seguite da quelle a benzina (23,7%) e dal diesel (22,4%). Le elettriche pure (BEV) si attestano a quota 6,6%, mentre le plug-in al 10,4%. Quote residuali per il GPL (0,7%).

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