giovedì, Dicembre 25, 2025
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Israele e Hamas firmano l’accordo per la pace a Gaza. Trump “Ostaggi liberi lunedì o martedì. Giornata storica, grande lavoro”

ROMA (ITALPRESS) – Il documento finale della fase uno del piano per porre fine alla guerra a Gaza è stato elaborato e firmato questa mattina in Egitto. Lo ha detto una portavoce del governo israeliana citata dai media. La portavoce ha inoltre affermato che entro 24 ore dalla riunione del governo per l’approvazione dell’accordo, l’accordo entrerà in vigore e inizierà il periodo di 72 ore per il rilascio degli ostaggi, dopodiché Israele controllerà il 53% del territorio della Striscia di Gaza.

Una portavoce del governo israeliano citata dai media ha dichiarato che Marwan Barghouti, leader palestinese che sconta 5 ergastoli in Israele, “non verrà rilasciato nell’ambito dell’accordo” raggiunto nella notte a Sharm el-Sheikh tra Israele e Hamas, con la mediazione di Egitto, Qatar, Turchia e Usa.

TRUMP “OSTAGGI A CASA TRA LUNEDI’ E MARTEDI’”

“Abbiamo messo fine alla guerra nella Striscia di Gaza. Con il punto di svolta di ieri abbiamo messo fine alla guerra e creato una pace che spero possa essere duratura”. Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aprendo una riunione di gabinetto alla Casa Bianca. Quello di Gaza , ha pi spiegato, “sarà un teritorio nuovo, abbiamo contribuito a questo miracolo. Il Paese si rimetterà in piedi e sarà tutto nuovo. E’ stata una giornata storica e siamo riusciti a trattare la cosa con la dovuta cautela. C’era scetticismo, sapevamo che non era facile, ma tutte le cose sono state messe insieme nel modo giusto. Voglio espirme la mia più grande gratitudine a tutti quanti si sono spesi per l’incredile lavoro fatto”.

Secondo Trump “sul rilascio degli ostaggi nessuno credeva che poetessero tornare a casa. Lunedì o martedì avranno la possibilità di tornare a casa”. Il presidente americano ha quindi ribadito di essere intenzionato a recarsi in Egitto per la firma ufficiale dell’accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. “Proverò ad andare, stiamo lavorando sulle tempistiche”.

IN CORSO IL GABINETTO DI SICUREZZA ISRAELIANO

Al via la riunione del gabinetto di sicurezza israeliano per votare l’intesa firmata oggi a Sharm el-Sheikh per il cessate il fuoco a Gaza. Lo riportano i media israeliani. La riunione del governo slitta alle 20 (le 19 in Italia).

L’UFFICIO DI NETANYAHU “DATE IL NOBEL A TRUMP”

“Assegnate il Premio Nobel per la pace a Donald Trump: se lo merita”. È questo il messaggio pubblicato su X dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accompagnato da una foto generata con l’IA in cui il premier di Israele consegna l’onorificenza a Trump.

TAJANI A PARIGI PER RIUNIONE E5

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è atterrato a Parigi per partecipare alla riunione ministeriale sull’attuazione del piano di pace Usa. L’incontro parigino si svolgerà in concomitanza della riunione del governo israeliano per vagliare formalmente l’accordo raggiunto ieri notte a Sharm el-Sheikh. Tajani, insieme ai colleghi E4 (Italia, Francia, Germania e Regno Unito), del Quintetto Arabo (Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar) ed altri partner internazionali, discuterà oggi i prossimi passi per attuare il piano di pace del presidente Trump. Cinque saranno i punti cardine della discussione: 1) governance di Gaza; 2) disarmo di Hamas; 3) stabilizzazione della Striscia; 4) ricostruzione; 5) ruolo dell’Onu.

SARR “ISRAELE NON VUOLE RIPRENDERE LA GUERRA”

Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha dichiarato in un’intervista alla rete americana Fox News che Israele è fedele al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. “Non abbiamo intenzione di riprendere la guerra e speriamo che tutte le parti del piano vengano attuate”, ha detto. Sa’ar ha aggiunto che Hamas si è impegnata a restituire tutti gli ostaggi previsti dall’accordo, sia vivi che deceduti. Secondo Sa’ar, “il presidente Trump ha colto la risposta di Hamas e ha creato un’opportunità, affermando che è positiva e che dobbiamo farla funzionare”.

MEDIA “TRUMP IN ISRAELE TRA SABATO E DOMENICA”

Il presidente statunitense Donald Trump dovrebbe arrivare nella notte tra sabato e domenica in Israele. Lo scrive su X il giornalista israeliano Amichai Stein. “È una visita breve”, ha detto una fonte israeliana. “Attualmente è in programma una cerimonia all’aeroporto Ben Gurion e il discorso (di Trump) alla Knesset”, aggiunge.

MEDIA ISRAELE “HAMAS NON SA DOVE SIANO 9 CORPI, POSSIBILE TASK FORCE”

Il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, non saprebbe con certezza dove si trovino nove dei 28 corpi di ostaggi. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Calcalist, “verrà istituita una task force per localizzare, ricercare e riportare indietro gli ostaggi dispersi che non sono stati restituiti entro le prime 72 ore. La task force includerà Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar e collaborerà con le forze sul campo nella Striscia di Gaza per raccogliere tutte le informazioni e le capacità necessarie per completarne la localizzazione”. La creazione della task force internazionale “è stata concordato nei colloqui a Sharm el-Sheikh, e, se necessario, sarà supportata dalla Croce rossa”.

I media israeliani riferiscono che il cronoprogramma dell’accordo prevede oggi alle 15 la riunione del gabinetto di governo israeliano per l’approvazione e a cui seguirà alle 16 il via libera da parte dell’esecutivo. Entro 24 ore dall’approvazione del governo, inizierà il parziale ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf), che continueranno a controllare il 53% di Gaza, ma andranno via da Gaza City. Entro 72 ore dall’ok del governo di Israele al piano, Hamas dovrà rilasciare tutti i 20 ostaggi vivi insieme e senza cerimonie, proseguono i media. “E’ probabile che gli ostaggi vengano rilasciati sabato, in modo che possano essere già in Israele durante la visita di Trump, ma lo stesso presidente Usa ha detto che torneranno tutti lunedì”, evidenzia Calcalist, secondo cui Trump potrebbe giungere in Israele domenica. In cambio, Israele rilascerà circa duemila detenuti palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

ABBAS PLAUDE AD ACCORDO SU GAZA

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accolto con favore l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, far ritirare l’esercito israeliano, consentire l’ingresso di aiuti umanitari e facilitare uno scambio di prigionieri. Abbas ha auspicato che questi sforzi “costituiscano il preludio al raggiungimento di una soluzione politica permanente, come annunciato dal presidente Trump, che porti alla fine dell’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. Il capo dell’Anp ha inoltre elogiato Trump e tutti i mediatori per i loro significativi sforzi nel raggiungimento dell’accordo, affermando la disponibilità dello Stato di Palestina a collaborare con i mediatori e con i partner internazionali per garantirne il successo, al fine di raggiungere la stabilità e una pace duratura e giusta, nel rispetto del diritto internazionale.

Il presidente palestinese ha sottolineato la necessità che tutte le parti si impegnino per l’immediata attuazione dell’accordo, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi e i detenuti, l’invio di aiuti umanitari urgenti attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, la prevenzione di sfollamenti o annessioni e l’avvio del processo di ricostruzione di Gaza. Infine, Abbas ha ribadito che la sovranità sulla Striscia di Gaza appartiene allo Stato di Palestina e che il collegamento tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza deve essere realizzato attraverso leggi e istituzioni governative palestinesi, attraverso un comitato amministrativo palestinese unificato e forze di sicurezza palestinesi, nel quadro di un unico sistema con il sostegno arabo e internazionale.

SMOTRICH “VOTEREMO CONTRO ACCORDO SU GAZA”

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha parlato della firma della prima fase dell’accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza, affermando che i membri del suo partito messianico, Sionismo religioso, voteranno contro durante la riunione del governo israeliano per approvare l’intesa prevista alle 17. “I sentimenti sono contrastanti: enorme gioia per il ritorno dei nostri fratelli rapiti e preoccupazione per le implicazioni dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristici. Per questo motivo, non possiamo unirci ai festeggiamenti miopi e votare a favore dell’accordo”, ha detto.

Lunedì, primo giorno dei negoziati indiretti tra Hamas e Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di astenersi dal rilasciare dichiarazioni pubbliche o parlare con i media in merito ai colloqui in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e da allora a Gaza. Non è la prima volta che Netanyahu chiede ai suoi ministri di astenersi dal fare commenti in situazioni delicate. Soprattutto i ministri della destra religiosa, in particolare Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno rilasciato in più occasione dichiarazioni forti e poco diplomatiche.

MEDIA “WITKOFF E KUSHNER OGGI IN ISRAELE”

L’inviato del presidente statunitense Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero, Jared Kushner, giungeranno oggi in Israele. Lo riportano i media israeliani. Witkoff e Kushner hanno partecipato ieri alla terza giornata di negoziati indiretti fra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh, culminati nella notte con l’annuncio di un accordo sulla prima fase del piano per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza proposto da Trump. Fonti citate dal quotidiano israeliano Haaretz riportano che Stati Uniti e Qatar avrebbero assicurato ad Hamas che Israele non riprenderà le operazioni militari dopo la prima fase.

MILIZIA ABU SHABAB “BENE ACCORDO, MA NON LASCEREMO GAZA”

Fonti della milizia palestinese Abu Shabab, sostenuta da Israele per creare un’alternativa ad Hamas nella Striscia di Gaza, ha dichiarato al sito israeliano Ynet di accogliere con favore l’accordo raggiunto e la fine della guerra. Tuttavia, la milizia beduina ha chiarito che i suoi membri rimarranno nel loro territorio nell’area di Rafah, nel sud di Gaza, e continueranno a difendere le loro terre, senza alcuna intenzione di lasciare la Striscia. Inoltre, i membri della milizia hanno presentato la loro visione per il futuro di Gaza: “Un luogo sicuro con un futuro e una speranza per le nuove generazioni, senza organizzazioni terroristiche, senza armi inutili e senza guerre”. Dalla Striscia di Gaza sono arrivati video diffusi dai media palestinesi e internazionali che mostrano la popolazione festeggiare per l’accordo che dovrebbe porre fine a due anni di conflitto.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Israele e Hamas firmano l’accordo per la pace a Gaza, siglata l’intesa per la prima fase. Ufficio Netanyahu “Date il Nobel a Trump”

ROMA (ITALPRESS) – Il documento finale della fase uno del piano per porre fine alla guerra a Gaza è stato elaborato e firmato questa mattina in Egitto. Lo ha detto una portavoce del governo israeliana citata dai media. La portavoce ha inoltre affermato che entro 24 ore dalla riunione del governo per l’approvazione dell’accordo, l’accordo entrerà in vigore e inizierà il periodo di 72 ore per il rilascio degli ostaggi, dopodiché Israele controllerà il 53% del territorio della Striscia di Gaza.

Una portavoce del governo israeliano citata dai media ha dichiarato che Marwan Barghouti, leader palestinese che sconta 5 ergastoli in Israele, “non verrà rilasciato nell’ambito dell’accordo” raggiunto nella notte a Sharm el-Sheikh tra Israele e Hamas, con la mediazione di Egitto, Qatar, Turchia e Usa.

L’UFFICIO DI NETANYAHU “DATE IL NOBEL A TRUMP”

“Assegnate il Premio Nobel per la pace a Donald Trump: se lo merita”. È questo il messaggio pubblicato su X dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accompagnato da una foto generata con l’IA in cui il premier di Israele consegna l’onorificenza a Trump.

IL RACCONTO DELLA GIORNATA DELLA POSSIBILE SVOLTA

Dopo tre giorni di negoziati indiretti fra Israele e Hamas, alla presenza dei mediatori di Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti, è stata approvata la “prima fase” del piano del presidente statunitense, Donald Trump, per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. L’annuncio è arrivato nella notte proprio da Trump con un messaggio su Truth, in cui ha annunciato che gli ostaggi israeliani saranno rilasciati presto e l’esercito israeliano si ritirerà sulle linee stabilite, come primo passo per la pace. “Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, durevole e duratura”, ha scritto Trump su Truth. Il presidente Usa ha aggiunto: “Tutte le parti saranno trattate equamente. Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America; e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti”, ha proseguito.

MEDIA “TRUMP IN ISRAELE TRA SABATO E DOMENICA”

Il presidente statunitense Donald Trump dovrebbe arrivare nella notte tra sabato e domenica in Israele. Lo scrive su X il giornalista israeliano Amichai Stein. “È una visita breve”, ha detto una fonte israeliana. “Attualmente è in programma una cerimonia all’aeroporto Ben Gurion e il discorso (di Trump) alla Knesset”, aggiunge.

NETANYAHU “OSTAGGI SARANNO LIBERATI, OGGI RIUNIONE”

“Con l’approvazione della prima fase del piano, tutti i nostri ostaggi saranno riportati a casa. Questo è un successo diplomatico e una vittoria nazionale e morale per lo Stato di Israele”. Lo ha annunciato nella notte il primo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in contemporanea con il post del presidente Usa Donald Trump sul raggiungimento della prima fase dell’accordo per porre fine alla guerra a Gaza tra Israele e Hamas. “Un grande giorno per Israele. Convocherò il governo per approvare l’accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi”, ha aggiunto Netanyahu nei quattro comunicati stampa diffusi dal suo ufficio stampa per annunciare la svolta a due anni dal 7 ottobre 2023. Il premier israeliano ha affermato: “Ringrazio gli eroici soldati delle Forze di difesa israeliane e l’intero apparato di sicurezza, il cui coraggio e sacrificio ci hanno portato fino a questo giorno. Ringrazio, dal profondo del cuore, il presidente Trump e la sua squadra per la loro mobilitazione per il sacro compito di liberare i nostri ostaggi. Se Dio vuole, continueremo insieme per raggiungere tutti i nostri obiettivi e ampliare la pace con i nostri vicini”.

“Grazie alla nostra ferma determinazione, alla potente azione militare e ai grandi sforzi del nostro grande amico e alleato, il presidente Trump, abbiamo raggiunto questo punto di svolta cruciale”, ha aggiunto. Nel corso della notte, Netanyahu ha parlato al telefono con Trump. “I due hanno avuto una conversazione molto emozionante e calorosa, congratulandosi a vicenda per il risultato storico della firma dell’accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi. Il primo ministro ha ringraziato il presidente Trump per tutti i suoi sforzi e per la sua leadership globale, e il presidente Trump si è congratulato con il primo ministro per la sua leadership determinata e per le azioni da lui intraprese. I due hanno concordato di continuare la loro stretta collaborazione”, fa sapere l’ufficio di Netanyahu, che ha invitato Trump a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano.

LA CONFERMA DI HAMAS

Il gruppo terroristico palestinese al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma l’accordo di cessate il fuoco con Israele e il rilascio degli ostaggi che, secondo il gruppo armato, “prevede la fine della guerra a Gaza, il ritiro delle forze di occupazione (israeliane), l’ingresso di aiuti umanitari e uno scambio di prigionieri”. Hamas ringrazia i mediatori e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver mediato la fine della guerra scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, esortandoli al contempo a “costringere il governo di occupazione a implementare pienamente gli obblighi dell’accordo e a impedirgli di eludere o ritardare l’attuazione di quanto concordato”.

“Rendiamo omaggio al nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania, in patria e all’estero, che ha dimostrato onore, coraggio e fermezza senza pari, affrontando i piani fascisti dell’occupazione che hanno preso di mira loro e i loro diritti nazionali”, aggiunge la dichiarazione. “Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani e ci impegniamo a rimanere fedeli alla nostra causa e a non abbandonare mai i nostri diritti nazionali finché non saranno raggiunte la libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione”.

MEDIA “RILASCIO 20 OSTAGGI VIVI TRA DOMENICA E LUNEDÌ”

Il rilascio dei 20 ostaggi vivi rapiti e portati nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023 potrebbe avvenire entro 72 ore dall’approvazione da parte del governo israeliano della prima fase del piano per porre fine alla guerra a Gaza tra Hamas e Israele. Lo riporta il quotidiano israeliano Globes, secondo cui alle 11 di oggi è prevista la firma dell’accordo – frutto di tre giorni di negoziati a Sharm el-Sheikh – e la conseguente entrata in vigore del cessate il fuoco. Alle 14 è attesa l’approvazione dell’intesa da parte del gabinetto di governo israeliano e alle 15 da parte dell’esecutivo. Successivamente, entro 24 ore dal via libera del governo, l’esercito israeliano inizierà il parziale ritiro da Gaza. In un’intervista a Fox News, il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che “gli ostaggi saranno rilasciati probabilmente lunedì, compresi i corpi dei morti”. Nell’enclave palestinese si trovano 48 ostaggi e le autorità israeliane ritengono che 20 siano in vita. Secondo indiscrezioni stampa, nel corso dei negoziati in Egitto Hamas avrebbe fornito prove dell’esistenza in vita di 20 ostaggi.

MEDIA ISRAELE “HAMAS NON SA DOVE SIANO 9 CORPI, POSSIBILE TASK FORCE”

Il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, non saprebbe con certezza dove si trovino nove dei 28 corpi di ostaggi. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Calcalist, “verrà istituita una task force per localizzare, ricercare e riportare indietro gli ostaggi dispersi che non sono stati restituiti entro le prime 72 ore. La task force includerà Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar e collaborerà con le forze sul campo nella Striscia di Gaza per raccogliere tutte le informazioni e le capacità necessarie per completarne la localizzazione”. La creazione della task force internazionale “è stata concordato nei colloqui a Sharm el-Sheikh, e, se necessario, sarà supportata dalla Croce rossa”.

I media israeliani riferiscono che il cronoprogramma dell’accordo prevede oggi alle 15 la riunione del gabinetto di governo israeliano per l’approvazione e a cui seguirà alle 16 il via libera da parte dell’esecutivo. Entro 24 ore dall’approvazione del governo, inizierà il parziale ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf), che continueranno a controllare il 53% di Gaza, ma andranno via da Gaza City. Entro 72 ore dall’ok del governo di Israele al piano, Hamas dovrà rilasciare tutti i 20 ostaggi vivi insieme e senza cerimonie, proseguono i media. “E’ probabile che gli ostaggi vengano rilasciati sabato, in modo che possano essere già in Israele durante la visita di Trump, ma lo stesso presidente Usa ha detto che torneranno tutti lunedì”, evidenzia Calcalist, secondo cui Trump potrebbe giungere in Israele domenica. In cambio, Israele rilascerà circa duemila detenuti palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

ABBAS PLAUDE AD ACCORDO SU GAZA

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accolto con favore l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, far ritirare l’esercito israeliano, consentire l’ingresso di aiuti umanitari e facilitare uno scambio di prigionieri. Abbas ha auspicato che questi sforzi “costituiscano il preludio al raggiungimento di una soluzione politica permanente, come annunciato dal presidente Trump, che porti alla fine dell’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. Il capo dell’Anp ha inoltre elogiato Trump e tutti i mediatori per i loro significativi sforzi nel raggiungimento dell’accordo, affermando la disponibilità dello Stato di Palestina a collaborare con i mediatori e con i partner internazionali per garantirne il successo, al fine di raggiungere la stabilità e una pace duratura e giusta, nel rispetto del diritto internazionale.

Il presidente palestinese ha sottolineato la necessità che tutte le parti si impegnino per l’immediata attuazione dell’accordo, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi e i detenuti, l’invio di aiuti umanitari urgenti attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, la prevenzione di sfollamenti o annessioni e l’avvio del processo di ricostruzione di Gaza. Infine, Abbas ha ribadito che la sovranità sulla Striscia di Gaza appartiene allo Stato di Palestina e che il collegamento tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza deve essere realizzato attraverso leggi e istituzioni governative palestinesi, attraverso un comitato amministrativo palestinese unificato e forze di sicurezza palestinesi, nel quadro di un unico sistema con il sostegno arabo e internazionale.

SMOTRICH “VOTEREMO CONTRO ACCORDO SU GAZA”

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha parlato della firma della prima fase dell’accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza, affermando che i membri del suo partito messianico, Sionismo religioso, voteranno contro durante la riunione del governo israeliano per approvare l’intesa prevista alle 17. “I sentimenti sono contrastanti: enorme gioia per il ritorno dei nostri fratelli rapiti e preoccupazione per le implicazioni dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristici. Per questo motivo, non possiamo unirci ai festeggiamenti miopi e votare a favore dell’accordo”, ha detto.

Lunedì, primo giorno dei negoziati indiretti tra Hamas e Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di astenersi dal rilasciare dichiarazioni pubbliche o parlare con i media in merito ai colloqui in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e da allora a Gaza. Non è la prima volta che Netanyahu chiede ai suoi ministri di astenersi dal fare commenti in situazioni delicate. Soprattutto i ministri della destra religiosa, in particolare Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno rilasciato in più occasione dichiarazioni forti e poco diplomatiche.

MEDIA “WITKOFF E KUSHNER OGGI IN ISRAELE”

L’inviato del presidente statunitense Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero, Jared Kushner, giungeranno oggi in Israele. Lo riportano i media israeliani. Witkoff e Kushner hanno partecipato ieri alla terza giornata di negoziati indiretti fra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh, culminati nella notte con l’annuncio di un accordo sulla prima fase del piano per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza proposto da Trump. Fonti citate dal quotidiano israeliano Haaretz riportano che Stati Uniti e Qatar avrebbero assicurato ad Hamas che Israele non riprenderà le operazioni militari dopo la prima fase.

MILIZIA ABU SHABAB “BENE ACCORDO, MA NON LASCEREMO GAZA”

Fonti della milizia palestinese Abu Shabab, sostenuta da Israele per creare un’alternativa ad Hamas nella Striscia di Gaza, ha dichiarato al sito israeliano Ynet di accogliere con favore l’accordo raggiunto e la fine della guerra. Tuttavia, la milizia beduina ha chiarito che i suoi membri rimarranno nel loro territorio nell’area di Rafah, nel sud di Gaza, e continueranno a difendere le loro terre, senza alcuna intenzione di lasciare la Striscia. Inoltre, i membri della milizia hanno presentato la loro visione per il futuro di Gaza: “Un luogo sicuro con un futuro e una speranza per le nuove generazioni, senza organizzazioni terroristiche, senza armi inutili e senza guerre”. Dalla Striscia di Gaza sono arrivati video diffusi dai media palestinesi e internazionali che mostrano la popolazione festeggiare per l’accordo che dovrebbe porre fine a due anni di conflitto.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Accordo per la pace a Gaza, l’annuncio di Trump “Un grande giorno”. Israele “Cessate il fuoco solo dopo l’ok del governo”

ROMA (ITALPRESS) – Dopo tre giorni di negoziati indiretti fra Israele e Hamas, alla presenza dei mediatori di Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti, è stata approvata la “prima fase” del piano del presidente statunitense, Donald Trump, per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. L’annuncio è arrivato nella notte proprio da Trump con un messaggio su Truth, in cui ha annunciato che gli ostaggi israeliani saranno rilasciati presto e l’esercito israeliano si ritirerà sulle linee stabilite, come primo passo per la pace. “Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, durevole e duratura”, ha scritto Trump su Truth. Il presidente Usa ha aggiunto: “Tutte le parti saranno trattate equamente. Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America; e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti”, ha proseguito.

“Contrariamente a quanto riportato dai media arabi, la tregua entrerà in vigore solo dopo l’approvazione del governo” dell’accordo raggiunto tra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh. Così l’ufficio del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo che i media arabi hanno annunciato l’entrata in vigore del cessate il fuoco a partire dalle 11. “Le 72 ore inizieranno a decorrere dopo l’approvazione dell’accordo nella riunione del governo. Previsto per le ore serali”, precisa il governo, come riportano i media israeliani.

MEDIA “TRUMP IN ISRAELE TRA SABATO E DOMENICA”

Il presidente statunitense Donald Trump dovrebbe arrivare nella notte tra sabato e domenica in Israele. Lo scrive su X il giornalista israeliano Amichai Stein. “È una visita breve”, ha detto una fonte israeliana. “Attualmente è in programma una cerimonia all’aeroporto Ben Gurion e il discorso (di Trump) alla Knesset”, aggiunge.

NETANYAHU “OSTAGGI SARANNO LIBERATI, OGGI RIUNIONE”

“Con l’approvazione della prima fase del piano, tutti i nostri ostaggi saranno riportati a casa. Questo è un successo diplomatico e una vittoria nazionale e morale per lo Stato di Israele”. Lo ha annunciato nella notte il primo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in contemporanea con il post del presidente Usa Donald Trump sul raggiungimento della prima fase dell’accordo per porre fine alla guerra a Gaza tra Israele e Hamas. “Un grande giorno per Israele. Convocherò il governo per approvare l’accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi”, ha aggiunto Netanyahu nei quattro comunicati stampa diffusi dal suo ufficio stampa per annunciare la svolta a due anni dal 7 ottobre 2023. Il premier israeliano ha affermato: “Ringrazio gli eroici soldati delle Forze di difesa israeliane e l’intero apparato di sicurezza, il cui coraggio e sacrificio ci hanno portato fino a questo giorno. Ringrazio, dal profondo del cuore, il presidente Trump e la sua squadra per la loro mobilitazione per il sacro compito di liberare i nostri ostaggi. Se Dio vuole, continueremo insieme per raggiungere tutti i nostri obiettivi e ampliare la pace con i nostri vicini”.

“Grazie alla nostra ferma determinazione, alla potente azione militare e ai grandi sforzi del nostro grande amico e alleato, il presidente Trump, abbiamo raggiunto questo punto di svolta cruciale”, ha aggiunto. Nel corso della notte, Netanyahu ha parlato al telefono con Trump. “I due hanno avuto una conversazione molto emozionante e calorosa, congratulandosi a vicenda per il risultato storico della firma dell’accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi. Il primo ministro ha ringraziato il presidente Trump per tutti i suoi sforzi e per la sua leadership globale, e il presidente Trump si è congratulato con il primo ministro per la sua leadership determinata e per le azioni da lui intraprese. I due hanno concordato di continuare la loro stretta collaborazione”, fa sapere l’ufficio di Netanyahu, che ha invitato Trump a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano.

LA CONFERMA DI HAMAS

Il gruppo terroristico palestinese al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma l’accordo di cessate il fuoco con Israele e il rilascio degli ostaggi che, secondo il gruppo armato, “prevede la fine della guerra a Gaza, il ritiro delle forze di occupazione (israeliane), l’ingresso di aiuti umanitari e uno scambio di prigionieri”. Hamas ringrazia i mediatori e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver mediato la fine della guerra scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, esortandoli al contempo a “costringere il governo di occupazione a implementare pienamente gli obblighi dell’accordo e a impedirgli di eludere o ritardare l’attuazione di quanto concordato”.

“Rendiamo omaggio al nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania, in patria e all’estero, che ha dimostrato onore, coraggio e fermezza senza pari, affrontando i piani fascisti dell’occupazione che hanno preso di mira loro e i loro diritti nazionali”, aggiunge la dichiarazione. “Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani e ci impegniamo a rimanere fedeli alla nostra causa e a non abbandonare mai i nostri diritti nazionali finché non saranno raggiunte la libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione”.

MEDIA “RILASCIO 20 OSTAGGI VIVI TRA DOMENICA E LUNEDÌ”

Il rilascio dei 20 ostaggi vivi rapiti e portati nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023 potrebbe avvenire entro 72 ore dall’approvazione da parte del governo israeliano della prima fase del piano per porre fine alla guerra a Gaza tra Hamas e Israele. Lo riporta il quotidiano israeliano Globes, secondo cui alle 11 di oggi è prevista la firma dell’accordo – frutto di tre giorni di negoziati a Sharm el-Sheikh – e la conseguente entrata in vigore del cessate il fuoco. Alle 14 è attesa l’approvazione dell’intesa da parte del gabinetto di governo israeliano e alle 15 da parte dell’esecutivo. Successivamente, entro 24 ore dal via libera del governo, l’esercito israeliano inizierà il parziale ritiro da Gaza. In un’intervista a Fox News, il presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che “gli ostaggi saranno rilasciati probabilmente lunedì, compresi i corpi dei morti”. Nell’enclave palestinese si trovano 48 ostaggi e le autorità israeliane ritengono che 20 siano in vita. Secondo indiscrezioni stampa, nel corso dei negoziati in Egitto Hamas avrebbe fornito prove dell’esistenza in vita di 20 ostaggi.

MEDIA ISRAELE “HAMAS NON SA DOVE SIANO 9 CORPI, POSSIBILE TASK FORCE”

Il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, non saprebbe con certezza dove si trovino nove dei 28 corpi di ostaggi. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Calcalist, “verrà istituita una task force per localizzare, ricercare e riportare indietro gli ostaggi dispersi che non sono stati restituiti entro le prime 72 ore. La task force includerà Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar e collaborerà con le forze sul campo nella Striscia di Gaza per raccogliere tutte le informazioni e le capacità necessarie per completarne la localizzazione”. La creazione della task force internazionale “è stata concordato nei colloqui a Sharm el-Sheikh, e, se necessario, sarà supportata dalla Croce rossa”.

I media israeliani riferiscono che il cronoprogramma dell’accordo prevede oggi alle 15 la riunione del gabinetto di governo israeliano per l’approvazione e a cui seguirà alle 16 il via libera da parte dell’esecutivo. Entro 24 ore dall’approvazione del governo, inizierà il parziale ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf), che continueranno a controllare il 53% di Gaza, ma andranno via da Gaza City. Entro 72 ore dall’ok del governo di Israele al piano, Hamas dovrà rilasciare tutti i 20 ostaggi vivi insieme e senza cerimonie, proseguono i media. “E’ probabile che gli ostaggi vengano rilasciati sabato, in modo che possano essere già in Israele durante la visita di Trump, ma lo stesso presidente Usa ha detto che torneranno tutti lunedì”, evidenzia Calcalist, secondo cui Trump potrebbe giungere in Israele domenica. In cambio, Israele rilascerà circa duemila detenuti palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.

ABBAS PLAUDE AD ACCORDO SU GAZA

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accolto con favore l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di un accordo per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, far ritirare l’esercito israeliano, consentire l’ingresso di aiuti umanitari e facilitare uno scambio di prigionieri. Abbas ha auspicato che questi sforzi “costituiscano il preludio al raggiungimento di una soluzione politica permanente, come annunciato dal presidente Trump, che porti alla fine dell’occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. Il capo dell’Anp ha inoltre elogiato Trump e tutti i mediatori per i loro significativi sforzi nel raggiungimento dell’accordo, affermando la disponibilità dello Stato di Palestina a collaborare con i mediatori e con i partner internazionali per garantirne il successo, al fine di raggiungere la stabilità e una pace duratura e giusta, nel rispetto del diritto internazionale.

Il presidente palestinese ha sottolineato la necessità che tutte le parti si impegnino per l’immediata attuazione dell’accordo, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi e i detenuti, l’invio di aiuti umanitari urgenti attraverso le organizzazioni delle Nazioni Unite, la prevenzione di sfollamenti o annessioni e l’avvio del processo di ricostruzione di Gaza. Infine, Abbas ha ribadito che la sovranità sulla Striscia di Gaza appartiene allo Stato di Palestina e che il collegamento tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza deve essere realizzato attraverso leggi e istituzioni governative palestinesi, attraverso un comitato amministrativo palestinese unificato e forze di sicurezza palestinesi, nel quadro di un unico sistema con il sostegno arabo e internazionale.

SMOTRICH “VOTEREMO CONTRO ACCORDO SU GAZA”

Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha parlato della firma della prima fase dell’accordo per il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza, affermando che i membri del suo partito messianico, Sionismo religioso, voteranno contro durante la riunione del governo israeliano per approvare l’intesa prevista alle 17. “I sentimenti sono contrastanti: enorme gioia per il ritorno dei nostri fratelli rapiti e preoccupazione per le implicazioni dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristici. Per questo motivo, non possiamo unirci ai festeggiamenti miopi e votare a favore dell’accordo”, ha detto.

Lunedì, primo giorno dei negoziati indiretti tra Hamas e Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di astenersi dal rilasciare dichiarazioni pubbliche o parlare con i media in merito ai colloqui in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e da allora a Gaza. Non è la prima volta che Netanyahu chiede ai suoi ministri di astenersi dal fare commenti in situazioni delicate. Soprattutto i ministri della destra religiosa, in particolare Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno rilasciato in più occasione dichiarazioni forti e poco diplomatiche.

MEDIA “WITKOFF E KUSHNER OGGI IN ISRAELE”

L’inviato del presidente statunitense Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero, Jared Kushner, giungeranno oggi in Israele. Lo riportano i media israeliani. Witkoff e Kushner hanno partecipato ieri alla terza giornata di negoziati indiretti fra Israele e Hamas a Sharm el-Sheikh, culminati nella notte con l’annuncio di un accordo sulla prima fase del piano per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza proposto da Trump. Fonti citate dal quotidiano israeliano Haaretz riportano che Stati Uniti e Qatar avrebbero assicurato ad Hamas che Israele non riprenderà le operazioni militari dopo la prima fase.

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Accordo tra Israele e Hamas per la pace a Gaza, l’annuncio di Trump “Un grande giorno”. Netanyahu “Ostaggi presto liberi”

ROMA (ITALPRESS) – Dopo tre giorni di negoziati indiretti fra Israele e Hamas, alla presenza dei mediatori di Egitto, Qatar, Turchia e Stati Uniti, è stata approvata la “prima fase” del piano del presidente statunitense, Donald Trump, per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. L’annuncio è arrivato nella notte proprio da Trump con un messaggio su Truth, in cui ha annunciato che gli ostaggi israeliani saranno rilasciati presto e l’esercito israeliano si ritirerà sulle linee stabilite, come primo passo per la pace.

“Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, durevole e duratura”, ha scritto Trump su Truth. Il presidente Usa ha aggiunto: “Tutte le parti saranno trattate equamente. Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America; e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti”, ha proseguito. Secondo le informazioni riportate dai media israeliani, la firma dell’accordo è prevista oggi in Egitto alle 11.

NETANYAHU “OSTAGGI SARANNO LIBERATI, OGGI RIUNIONE”

“Con l’approvazione della prima fase del piano, tutti i nostri ostaggi saranno riportati a casa. Questo è un successo diplomatico e una vittoria nazionale e morale per lo Stato di Israele”. Lo ha annunciato nella notte il primo primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in contemporanea con il post del presidente Usa Donald Trump sul raggiungimento della prima fase dell’accordo per porre fine alla guerra a Gaza tra Israele e Hamas. “Un grande giorno per Israele. Convocherò il governo per approvare l’accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi”, ha aggiunto Netanyahu nei quattro comunicati stampa diffusi dal suo ufficio stampa per annunciare la svolta a due anni dal 7 ottobre 2023. Il premier israeliano ha affermato: “Ringrazio gli eroici soldati delle Forze di difesa israeliane e l’intero apparato di sicurezza, il cui coraggio e sacrificio ci hanno portato fino a questo giorno. Ringrazio, dal profondo del cuore, il presidente Trump e la sua squadra per la loro mobilitazione per il sacro compito di liberare i nostri ostaggi. Se Dio vuole, continueremo insieme per raggiungere tutti i nostri obiettivi e ampliare la pace con i nostri vicini”.

“Grazie alla nostra ferma determinazione, alla potente azione militare e ai grandi sforzi del nostro grande amico e alleato, il presidente Trump, abbiamo raggiunto questo punto di svolta cruciale”, ha aggiunto. Nel corso della notte, Netanyahu ha parlato al telefono con Trump. “I due hanno avuto una conversazione molto emozionante e calorosa, congratulandosi a vicenda per il risultato storico della firma dell’accordo per il rilascio di tutti gli ostaggi. Il primo ministro ha ringraziato il presidente Trump per tutti i suoi sforzi e per la sua leadership globale, e il presidente Trump si è congratulato con il primo ministro per la sua leadership determinata e per le azioni da lui intraprese. I due hanno concordato di continuare la loro stretta collaborazione”, fa sapere l’ufficio di Netanyahu, che ha invitato Trump a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano.

LA CONFERMA DI HAMAS

Il gruppo terroristico palestinese al potere nella Striscia di Gaza, Hamas, ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma l’accordo di cessate il fuoco con Israele e il rilascio degli ostaggi che, secondo il gruppo armato, “prevede la fine della guerra a Gaza, il ritiro delle forze di occupazione (israeliane), l’ingresso di aiuti umanitari e uno scambio di prigionieri”. Hamas ringrazia i mediatori e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver mediato la fine della guerra scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, esortandoli al contempo a “costringere il governo di occupazione a implementare pienamente gli obblighi dell’accordo e a impedirgli di eludere o ritardare l’attuazione di quanto concordato”.

“Rendiamo omaggio al nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania, in patria e all’estero, che ha dimostrato onore, coraggio e fermezza senza pari, affrontando i piani fascisti dell’occupazione che hanno preso di mira loro e i loro diritti nazionali”, aggiunge la dichiarazione. “Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani e ci impegniamo a rimanere fedeli alla nostra causa e a non abbandonare mai i nostri diritti nazionali finché non saranno raggiunte la libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione”.

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Giorgetti “Uso accorto delle risorse per fronteggiare shock negativi”

ROMA (ITALPRESS) – “La sostenibilità della finanza pubblica regola la condotta di questo esecutivo, nella convinzione che sia necessaria ancor di più in presenza di grande incertezza sulle prospettive macroeconomiche future”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “In tale frangente, solo un uso accorto delle risorse disponibili può consentire di fronteggiare eventuali shock negativi – ha aggiunto Giorgetti – e al contempo proseguire nell’attuazione degli obiettivi prioritari del programma di governo”.

“Il documento programmatico di finanza pubblica ha già indicato l’ammontare della manovra lorda per un ammontare medio di circa lo 0,7 per cento del Pil e le indicazioni contenute nel documento mostrano la volontà di rispettare il sentiero obiettivo di spesa netta autorizzato dal Consiglio dell’Ue e di uscire rapidamente dalla procedura per disavanzi eccessivi cui siamo attualmente sottoposti”, ha aggiunto il ministro.

“Il terzo trimestre 2025 ha mostrato segnali incoraggianti: la produzione industriale in ripresa, il fatturato dei servizi in lento recupero, la fiducia stabilizzata e l’occupazione continua a crescere, seppure a un ritmo inferiore. Per la seconda metà dell’anno, le previsioni più aggiornate indicano una lieve accelerazione della crescita congiunturale del Pil – ha sottolineato Giorgetti -. Tuttavia, tenendo conto dell’andamento delle variabili esogene internazionali, la stima di crescita annuale è stata prudenzialmente rivista al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto a quella di aprile, attestandosi ora allo 0,5% (0,6% nella media dei dati trimestrali). D’altra parte, l’esperienza ci ha mostrato che le stime iniziali sono spesso soggette a revisioni e negli ultimi anni sono state sistematicamente riviste al rialzo”.

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E’ morto all’età di 77 anni il meteorologo Paolo Sottocorona, volto di La7

ROMA (ITALPRESS) – Il meteorologo di La7 Paolo Sottocorona è morto oggi 8 ottobre, all’età di 77 anni. Ne dà notizia la stessa emittente sul suo sito web. “Per anni è stato il volto delle previsioni su La7, apprezzato soprattutto per le sue analisi equilibrate e il garbo con il quale era capace di entrare nella quotidianità delle famiglie. In un’epoca di allarmismo legato al clima, Sottocorona aveva la capacità di spiegare i fenomeni meteorologici in modo chiaro, rigoroso e con toni mai eccessivi”, spiega La7.

Era nato a Firenze il 17 dicembre 1947. Dopo gli studi classici e quattro anni di Ingegneria, nel 1972 è entrato come ufficiale nel Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. Fino al 1986 è stato addetto dell’Ufficio Meteorologico dell’aeroporto di Guidonia, poi al Centro Nazionale di Meteorologia. Dopo l’esperienza all’Aeronautica, con il grado di capitano, si è dedicato alla divulgazione televisiva, prima in Rai, poi a Telemontecarlo, quindi La7. Nel 1989 aveva partecipato alla spedizione italiana in Antartide come meteorologo.

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Valditara “Un miliardo per la scuola primaria, studente al centro”

NAPOLI (ITALPRESS) – “Dalla Campania parte un’iniziativa molto importante”. Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a Napoli a margine di Next Gen Ai, summit internazionale sull’intelligenza artificiale che coinvolge le scuole di diversi Paesi del mondo. “Voglio ringraziare – ha proseguito Valditara -, fra l’altro, la Fondazione San Paolo che ha messo a disposizione delle risorse, d’intesa con il Ministero, per avviare percorsi di personalizzazione della didattica di utilizzo dell’Ai, di questi assistenti virtuali che, come avete visto, stanno dando degli ottimi risultati nelle 15 scuole dove è partita la sperimentazione”. Riflettori puntati sulla personalizzazione della didattica in diverse scuole della Campania. “Coinvolgeremo – ha aggiunto – oltre 10 mila studenti. Non è da escludere che arriveremo addirittura a 15 mila studenti, nelle scuole più fragili e, in particolare, studenti che hanno ritardi nell’apprendimento e che, quindi, devono recuperare”. Prosegue l’intervento notevole “che abbiamo deciso di potenziare quest’anno su Agenda Sud e Agenda Nord per un investimento complessivo di oltre un miliardo di euro, un miliardo e 40 milioni di euro”.

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Confindustria Energia, Brusco “Autonomia strategica Ue tema prioritario”

ROMA (ITALPRESS) – “Un contesto globale sempre più instabile. Oggi più che mai, il sistema energetico italiano – ed europeo – si trova ad affrontare un momento di straordinaria complessità”. Con queste parole Guido Brusco, presidente di Confindustria Energia, ha dato il via ai lavori della Terza Conferenza Annuale della Federazione. “In questo scenario – ha sottolineato il presidente di Confindustria Energia – il tema dell’autonomia strategica europea – energetica, industriale e tecnologica – non è più una questione astratta, ma una priorità concreta. Allo stesso tempo, siamo chiamati a rispettare obiettivi climatici ambiziosi, che impongono una profonda trasformazione del nostro sistema produttivo ed energetico”.
La decarbonizzazione non è più un orizzonte lontano: è una sfida già in corso, che coinvolge ogni anello della filiera – dalla produzione alla distribuzione, dal consumo al riuso e riciclo. Ma non può essere affrontata con un approccio ideologico o, peggio, scollegato dalla realtà industriale ed economica degli Stati membri. E’ fondamentale pensare ad una transizione giusta, graduale e sostenibile. Una transizione che riconosca il ruolo dell’industria come parte della soluzione, e che rispetti il principio della neutralità tecnologica, evitando scelte calate dall’alto che rischiano di penalizzare segmenti chiave della nostra manifattura e della filiera energetica.
Decarbonizzare, sì, quindi, ma con realismo, con strumenti efficaci, e con l’intelligenza di valorizzare tutte le tecnologie disponibili – dal gas naturale all’idrogeno, dai biocarburanti al nucleare di nuova generazione, dalle rinnovabili alla CCS – senza esclusioni ideologiche, prevedendo misure che possano rispondere opportunamente al fabbisogno e alle opportunità di investimento al fine di affrontare le ricadute sociali, economiche e ambientali della transizione.
L’Italia, secondo quanto emerso, ha le competenze, le imprese, le tecnologie e le professionalità per giocare un ruolo da protagonista. “Ma servono regole chiare, tempi certi e processi decisionali snelli. Non possiamo più ignorare la farraginosità dell’attuale sistema autorizzativo, che oggi rappresenta il vero collo di bottiglia per gli investimenti nel settore energia”.
Progetti strategici per il futuro del Paese – nelle rinnovabili, nel gas, nelle reti e infrastrutture – restano bloccati per mesi, talvolta per anni, in un labirinto burocratico che scoraggia gli investitori, rallenta la transizione e indebolisce la nostra sicurezza energetica.
“Non chiediamo scorciatoie – indica Guido Brusco – ma certezza del diritto e responsabilità nelle decisioni. Chiediamo che il sistema Paese sappia premiare chi investe in innovazione, sostenibilità e lavoro, piuttosto che penalizzarlo con inefficienze che non possiamo più permetterci”.
Una recente ricerca realizzata dal CENSIS per Confindustria Energia nasce da una riflessione condivisa sulla natura e sui tempi della transizione energetica. Una transizione che non può più essere considerata solo un obiettivo ambientale, ma che va letta nella sua piena dimensione industriale, economica e sociale.
“In questo senso, la proposta di una legge quadro sull’energia, fondata sui principi di neutralità tecnologica e neutralità sociale, rappresenta un passaggio chiave – spiegano da Confindustria Energia -. Serve uno strumento in grado di superare la frammentazione normativa, favorire la chiarezza delle regole, e consentire una pianificazione solida e flessibile, in linea con l’evoluzione tecnologica”.
Nel primo semestre del 2025, secondo i dati pubblicati dal Servizio Studi del Dipartimento Attività produttive della Camera dei Deputati, la durata media di una Valutazione di Impatto Ambientale è stata di circa 1.000 giorni; per un Provvedimento Autorizzatorio Unico, oltre 1.200 giorni. Numeri incompatibili con l’urgenza del cambiamento richiesto.
Ma perchè la transizione sia davvero efficace, dovrà essere compresa, condivisa e sostenuta dalle comunità. “La ricerca evidenzia con chiarezza come la dimensione sociale sia oggi un fattore determinante – si legge ancora -. I cittadini si dichiarano disponibili a cambiare abitudini nei consumi, nella mobilità, nell’uso dell’energia. Ma questa disponibilità va alimentata con trasparenza, ascolto e coinvolgimento. E poi ci sono le persone. Non ci sarà transizione energetica senza una transizione delle competenze. Dobbiamo investire in formazione, attrarre giovani, aggiornare i profili professionali, e rafforzare la collaborazione tra imprese, università e istituzioni scolastiche”.
“In questo quadro – ha chiosato Brusco – voglio rivolgere un ringraziamento particolare al sindacato, con cui abbiamo recentemente concluso il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore energia e petrolio. Un risultato importante, frutto di un confronto serio, trasparente e orientato al futuro. Abbiamo dimostrato, insieme, che è possibile trovare soluzioni equilibrate, capaci di valorizzare il lavoro, migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e, al tempo stesso, sostenere la competitività delle imprese. Questo è il modello di relazioni industriali che ci guida e che vogliamo rafforzare: basato sul dialogo, sulla corresponsabilità e su una visione di lungo periodo”.

– foto Confindustria Energia –

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