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Nissan, Marco Toro tra i migliori 100 Ceo in Italia nel 2025

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MILANO (ITALPRESS) – Marco Toro, Presidente e Amministratore Delegato di Nissan Italia, è stato premiato da Forbes Italia tra i migliori 100 CEO in Italia nel 2025. Tra i suoi requisiti ritenuti fondamentali per il riconoscimento: innovazione, sostenibilità e fattore umano.

“Ho avuto il piacere di partecipare agli Italian CEO Awards 2025 e di essere premiato come uno dei 100 Top Manager dell’anno da Forbes Italia. Questo premio rappresenta più di un semplice trofeo perchè, oltre a dare valore alla linea manageriale adottata in questi anni da me e il mio team, certifica l’impegno e i risultati raggiunti dall’intera squadra di Nissan Italia in un contesto di mercato in costante cambiamento. Il mio grazie va a tutte le persone che mi accompagnano ogni giorno in azienda, dai collaboratori più stretti alle risorse più giovani: solo grazie al loro impegno e partecipazione è possibile affrontare le sfide di ogni giorno e raggiungere grandi traguardi come questo. Un ringraziamento speciale va a Forbes Italia per avermi attribuito questo importante riconoscimento” ha commentato Marco Toro.

– Foto: ufficio stampa Nissan Italia –

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Tentato omicidio nel Ragusano, arrestato un latitante

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COMISO (ITALPRESS) – La Squadra Mobile di Ragusa ha arrestato, assieme ai colleghi del Sisco di Catania, un latitante ricercato per un tentato omicidio avvenuto a Vittoria il 25 aprile 2024.

L’agguato sembra rientrasse in un piano più ampio per eliminare tutti i collaboratori di giustizia presenti in città. Gli agenti lo hanno fermato in un appartamento a Comiso, nel Ragusano. Aveva con sé due pistole. Gli investigatori sospettano che sia coinvolto anche nel sequestro lampo di un ragazzo avvenuto nelle scorse settimane a Vittoria.

IL COMUNICATO DEGLI INQUIRENTI

L’arrestato deve rispondere di associazione mafiosa, tentato omicidio aggravato in concorso, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, in riferimento al tentato omicidio dell’ex collaboratore di giustizia Roberto Di Martino, verificatosi il 25 aprile 2024 a Vittoria. Le indagini condotte dagli investigatori hanno fatto emergere il ruolo predominante dell’indagato nell’attuazione del disegno criminoso, ovvero l’eliminazione fisica dell’ex collaboratore di giustizia Di Martino, già organico al clan Carbonaro Dominante, e la ferma volontà di Stracquadaini di costituire un nuovo gruppo criminale armato riconducibile all’associazione di stampo mafioso denominata Stidda. Obiettivo del gruppo criminale, capeggiato da Stracquadaini, sarebbe stato quello dell’eliminazione fisica degli ex collaboratori di giustizia presenti nel comune di Vittoria, riconducibili al clan Carbonaro – Dominante, ritenuti un ostacolo al predominio della nuova organizzazione criminale nella gestione e controllo delle. attività illecite a Vittoria e in tutta la provincia di Ragusa. Dopo i fatti delittuosi del 25 aprile 2024 Stracquadaini era sfuggito alla cattura e all’esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto e della successiva ordinanza di custodia cautelare, rendendosi irreperibile per oltre un anno e mezzo e dichiarato latitante, inserito nella lista del Ministero dell’Interno dei ricercati di massima pericolosità. Stracquadaini è stato rintracciato all’interno di un’abitazione in un quartiere popolare del Comune di Comiso. Il latitante era armato. All’interno dell’immobile, nel corso di una perquisizione, gli investigatori hanno trovato due pistole semiautomatiche calibro 7,65, illegalmente detenute e complete del relativo munizionamento, una carta di identità falsa rilasciata dal Comune di Comiso e la somma di 6.500 euro in banconote di vario taglio.

– foto d’archivio IPA Agency –

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Scoperti 19 lavoratori in nero o irregolari in provincia di Potenza

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POTENZA (ITALPRESS) – Le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Potenza hanno individuato 19 lavoratori “in nero” o “irregolari”, nel corso di controlli che hanno interessato i Comuni di Lauria, Melfi e Pignola.

L’impiego irregolare di manodopera ha interessato varie tipologie di attività commerciali, tra le quali ristoranti, impianti sportivi e negozi di abbigliamento e calzature. Inoltre, nell’ambito di ulteriori e autonomi interventi condotti a contrasto all’evasione fiscale, i finanzieri lucani hanno riscontrato numerose violazioni agli obblighi di memorizzazione e di invio dei corrispettivi telematici nonché di revisione periodica dei misuratori fiscali. Tra gli esercizi commerciali interessati dalle irregolarità figurano imprese presenti nell’intera provincia esercenti, tra le altre, le attività di bar, panificio e barberia. In un caso specifico le Fiamme Gialle della Compagnia di Rionero hanno individuato una rivendita di generi alimentari che provvedeva a rettificare parte degli scontrini emessi azzerando l’importo in essi registrato.

– foto d’archivio Guardia di Finanza –

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“Il sultano. La vita di Recep Tayyip Erdogan”, uscito il nuovo libro di Gennaro Sangiuliano

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ROMA (ITALPRESS) – Disponibile da oggi in tutte le librerie e store online “Il sultano. La vita di Recep Tayyip Erdogan”, il nuovo libro di Gennaro Sangiuliano (Le Scie Mondadori). A quasi vent’anni dalla sua ascesa al potere, Recep Tayyip Erdogan è oggi il leader più longevo della Repubblica turca. Nato a Istanbul nel 1954 da una famiglia di umili origini, la sua scalata politica è stata vertiginosa: sindaco della sua città nel 1994, nel 2001 fonda l’AKP, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo, con cui l’anno dopo vince le elezioni parlamentari. Primo ministro dal 2003, presidente dal 2014, ha ridisegnato il volto della Turchia.

Agli esordi, Erdogan si presenta come il volto di un islam moderato, interessato alla crescita economica, ai grandi cantieri infrastrutturali, al dialogo con l’Europa. Ma col tempo abbandona la prospettiva europeista per imboccare la via dell’accentramento: reprime il dissenso, limita la libertà di stampa, promuove un vasto progetto culturale che mette in discussione l’eredità laica e democratica di Mustafa Kemal Atatürk. Al suo posto tornano i fasti dell’Impero ottomano, i miti dei sultani, la conquista di Costantinopoli, fino alla controversa riconversione di Santa Sofia in moschea. La svolta arriva con il fallito golpe del luglio 2016, episodio dai contorni mai chiariti, che gli consente di epurare decine di migliaia di funzionari rimasti fedeli alla vecchia visione e consolidare definitivamente il proprio potere.

Da allora Erdogan è insieme alleato indispensabile della NATO e interlocutore scomodo per l’Occidente, come ha dimostrato durante la guerra in Siria, trasformando la massa dei profughi in una formidabile arma di pressione politica verso l’Europa. Oggi gode di una solida base di consenso, soprattutto nelle aree rurali, ma l’opposizione si sta riorganizzando. Attore fondamentale della scena internazionale, Erdogan ha indubbiamente cambiato i connotati alla sua nazione, sempre meno europea, sempre più islamica e proiettata in una nuova dimensione imperiale. In questo saggio Gennaro Sangiuliano ne traccia il ritratto: una figura ingombrante e ineludibile, uno dei grandi autocrati del nostro tempo.

– foto Sangiuliano –

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4 arresti a Roma per rapine a tabaccherie, sale slot e bar

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4 arresti a Roma per rapine a tabaccherie, sale slot e bar

ROMA (ITALPRESS) – Colpivano come un’orchestra criminale, seguendo uno spartito della rapina “da manuale” in tabaccherie, sale slot e bar. L’ultima nota del loro schema è stata però “stonata” dall’intervento della Polizia di Stato, quando il “quartetto” di rapinatori esperti è stato individuato dagli agenti della Squadra Mobile a Talenti, all’esito di un’indagine coordinata dal Dipartimento della Procura della Repubblica di Roma competente per la criminalità diffusa e grave. I quattro, tutti italiani e di età compresa tra i 25 ed i 36 anni, sono ora gravemente indiziati dei reati di rapina aggravata e porto abusivo di armi da fuoco.

tvi/mca1

(Fonte video: Polizia di Stato)

Rapinavano tabaccherie, sale slot e bar a Roma: arrestata una banda, in 4 in manette

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ROMA (ITALPRESS) – Colpivano come un’orchestra criminale, seguendo uno spartito della rapina “da manuale” in tabaccherie, sale slot e bar. L’ultima nota del loro schema è stata però “stonata” dall’intervento della Polizia di Stato, quando il “quartetto” di rapinatori esperti è stato individuato dagli agenti della Squadra Mobile a Talenti, all’esito di un’indagine coordinata dal Dipartimento della Procura della Repubblica di Roma competente per la criminalità diffusa e grave. I quattro, tutti italiani e di età compresa tra i 25 ed i 36 anni, sono ora gravemente indiziati dei reati di rapina aggravata e porto abusivo di armi da fuoco.

Avevano messo a segno diversi colpi nel quadrante nord-est della Capitale, seguendo un manuale ben preciso. Due di loro, armati e col volto travisato da caschi, facevano irruzione nei locali intimando ai presenti di consegnare il denaro, per poi fuggire col bottino in tasca a bordo di uno scooter rubato, di cui si disfacevano ogni volta in luoghi distinti, dove li attendeva un terzo complice. Da lì, insieme si dirigevano verso una base logistica, allestita nell’abitazione del quarto complice, in zona San Basilio. Ieri sera il quartetto è tornato in scena in un bar tabacchi di via Ugo Ojetti, nel quartiere Talenti. Mentre uno dei malviventi ha puntato la pistola contro un cliente, il complice svuotava le casse, saccheggiando anche biglietti della lotteria e valori bollati.

Lo schema “da manuale” ha incontrato, però, una imprevista battuta d’arresto quando gli uomini della Squadra Mobile hanno anticipato il terzo step e li hanno sorpresi nel loro luogo di ritrovo. A quel punto, il loro disperato tentativo di fuga dal terrazzo è stato reso vano dall’irruzione degli agenti, che li hanno bloccati ed arrestati. La successiva perquisizione domiciliare ha poi svelato il “kit da manuale”, con tanto di caschi ed armi presumibilmente utilizzate per mettere a segno i loro colpi. Nelle loro tasche, oltre al bottino “conquistato” poco prima, sono stati rinvenuti anche circa 1000 euro in contanti. A completare e cristallizzare la ricostruzione degli investigatori sono stati i frame estrapolati dal sistema di videosorveglianza dell’esercizio commerciale ed il rinvenimento dello scooter utilizzato per la fuga e dei capi di abbigliamento indossati al momento del colpo. Tutti gli arresti sono stati convalidati dall’Autorità giudiziaria che ha disposto nei loro confronti la misura cautelare della custodia in carcere.

– foto screenshot video Polizia di Stato –

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Femminicidio a Milano, 29enne uccisa dal compagno che tenta il suicidio

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MILANO (ITALPRESS) – Una donna di 29 anni è stata uccisa dal compagno di 52 anni in un appartamento in Via Iglesias nel quartiere Gorla di Milano nella tarda serata di ieri. Dalle ricostruzioni, i vicini si sarebbero allarmati a causa di una violenta lite dopo la decisione della donna di interrompere la relazione. Vista l’aggressività del compagno, la donna ha cercato di contattare un suo ex partner in cerca di aiuto ma è stato inutile. Il 52enne l’ha trascinata sul balcone e si è accanito su di lei colpendola ripetutamente con un coltello, sotto lo sguardo dei vicini che hanno immediatamente allertato il 112.

L’uomo ha continuato ad infierire sulla donna fino all’arrivo della Polizia che ha dovuto forzare la porta di ingresso e, alla vista degli agenti, ha tentato di uccidersi colpendosi con il coltello alla gola. Il 52enne è stato portato in gravi condizioni all’ospedale Niguarda.

– foto: ufficio stampa Polizia di Stato –

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Israele riapre il valico di Rafah, consegnati i corpi di tre ostaggi. Netanyahu “Hamas rispetti i patti”, Ben Gvir “Cancellarli dalla faccia della terra”

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ROMA (ITALPRESS) – Gli altri quattro corpi consegnati nella notte da Hamas alla Croce Rossa e poi riportati in Israele appartengono a tre ostaggi israeliani e probabilmente a un miliziano di Hamas. Lo riporta la tv pubblica israeliana Kan. Mancano ancora all’appello 21 corpi di ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 e portati a Gaza. I tre ostaggi identificati ieri si chiamavano Uriel Baruch, Tamir Nimrod ed Eitan Levi. Un portavoce dell’esercito ha dichiarato: “Secondo le informazioni e l’intelligence a nostra disposizione, il sergente Tamir Nimrod, che al momento della sua morte aveva 18 anni, è stato rapito mentre era ancora vivo dalla base del Coordinamento e collegamento nella divisione di Gaza da Hamas e stimiamo che sia stato ucciso in cattività all’inizio della guerra; Uriel Baruch, che al momento della sua morte aveva 35 anni, è stato assassinato il 7 ottobre e il suo corpo è stato rapito e portato nella Striscia di Gaza, dopo essere fuggito dal festival musicale; Eitan Levy, che al momento della sua morte aveva 53 anni, è stato assassinato il 7 ottobre e il suo corpo è stato rapito e portato nella Striscia di Gaza”.

I vertici politici israeliani hanno deciso di annullare le misure restrittive previste per oggi a causa della mancata restituzione di tutti i corpi degli ostaggi da parte di Hamas. Secondo la decisione del vertice politico, il valico di Rafah verrà aperto come previsto e verranno consegnati anche gli aiuti umanitari. L’annullamento delle misure è scaturito dalla restituzione degli ostaggi. Oggi 600 camion di aiuti umanitari saranno inviati nella Striscia di Gaza dalle Nazioni Unite, da organizzazioni internazionali autorizzate, dal settore privato e dai paesi donatori. I camion conterranno principalmente cibo, attrezzature mediche, attrezzature per rifugi, nonché carburante per il funzionamento di impianti essenziali e gas per cucinare. Sarà consentito l’ingresso di attrezzature essenziali per la riparazione di infrastrutture essenziali, come condotte idriche, fognature e panetterie. Inoltre, sarà consentita la libera circolazione dei camion di aiuti tra nord e sud di Gaza attraverso l’asse Al-Rashid e la via Salah Eddin. Hamas avrebbe dovuto consegnare i corpi di 28 ostaggi il 13 ottobre, secondo quanto previsto dall’accordo di Sharm el-Sheikh, ma finora ne ha consegnati sette.

NETANYAHU “PRONTI A SCATENARE L’INFERNO”

Se Hamas non rinuncerà alle armi “si scatenerà l’inferno”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista alla Cbs News, all’indomani della visita di Donald Trump a Tel Aviv per celebrare l’accordo sulla prima fase del suo piano in 20 punti per Gaza. “In primo luogo, Hamas deve consegnare le armi”, ha aggiunto Netanyahu. “In secondo luogo, bisogna assicurarsi che non ci siano fabbriche di armi all’interno di Gaza. Non ci deve essere contrabbando di armi a Gaza. Questa è la smilitarizzazione”.

“L’organizzazione terroristica Hamas è tenuta a rispettare i suoi impegni con i mediatori e a restituire i corpi degli ostaggi come previsto dall’attuazione dell’accordo. Non scenderemo a compromessi su questo punto e non risparmieremo alcuno sforzo finché non restituiremo tutti gli ostaggi caduti, fino all’ultimo”, ha affemrato il premier l’identificazione da parte del Centro nazionale di medicina legale degli ostaggi Uriel Baruch, Sergente Maggiore Tamir Nimrodi ed Eitan Levy. “Il Governo di Israele condivide il profondo dolore delle famiglie Baruch, Nimrodi e Levy, e di tutte le famiglie degli ostaggi caduti. Il governo e l’intera organizzazione per i dispersi e i prigionieri dello Stato di Israele sono determinati, impegnati e lavorano instancabilmente per restituire tutti i nostri ostaggi caduti affinché ricevano degna sepoltura nel loro Paese”, conclude.

BEN GVIR “CANCELLARE DALLA FACCIA DELLA TERRA”

Hamas comprende solo la forza, e l’unico modo per risolvere i problemi con il gruppo armato “è cancellarlo dalla faccia della terra”. Lo scrive su X il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, dopo che le analisi dell’istituto di medicina legale ha confermato che uno dei quattro corpi consegnati ieri non appartiene a un ostaggio israeliano. “Basta con l’umiliazione. Un attimo dopo aver aperto le porte a centinaia di camion, Hamas è rapidamente tornato ai suoi metodi ben noti: mentire, calunniare e abusare di famiglie e corpi”.

HAMAS “STIAMO RISPETTANDO GLI IMPEGNI”

Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, afferma che il gruppo armato palestinese sta rispettando i suoi impegni di restituire i corpi dei soldati presi in ostaggio. Le dichiarazioni citate dai media affiliati ad Hamas sono arrivate dopo che il gruppo terroristico ha restituito a Israele un corpo che non appartiene a un ostaggio. Hamas detiene ancora i corpi di 21 ostaggi nella Striscia di Gaza. Qassem aggiunge che Israele “ha commesso una grave violazione dell’accordo uccidendo civili a Shejaiya e Rafah, e chiediamo ai mediatori di costringere Israele a rispettare i suoi impegni”.

MEDIA “HAMAS E ISRAELE TRATTANO SU SECONDA FASE ACCORDO”

Secondo fonti citate dal quotidiano israeliano Haaretz, Israele e Hamas hanno avviato i negoziati preliminari sulla seconda fase del piano di cessate il fuoco per Gaza promosso dal presidente statunitense Donald Trump. Le discussioni, ancora agli inizi e “a rilento” secondo il giornale, mirano a colmare il vuoto di potere nella Striscia dopo il parziale ritiro delle Forze di difesa israeliane (Idf) e l’assenza di un governo operativo. La prima fase dell’accordo, firmata a Sharm el-Sheikh, prevedeva la fine della guerra, il ritiro israeliano fino alla Linea gialla, il ritorno degli ostaggi vivi e deceduti e il rilascio dei detenuti palestinesi. La seconda fase affronterà temi più complessi: la gestione della Gaza postbellica, il ruolo di Hamas, il disarmo dei gruppi armati e la smilitarizzazione della Striscia. Sebbene Hamas abbia dichiarato di non voler far parte del futuro governo di Gaza, le sue milizie si stanno ridistribuendo nelle aree evacuate da Israele, e sono emerse notizie di violenze contro presunti collaboratori.

Nei prossimi giorni, prosegue Haaretz, le parti discuteranno come mantenere il cessate il fuoco e come istituire un’amministrazione palestinese tecnocratica per i servizi civili, insieme a un “Consiglio di pace” guidato da Trump e Tony Blair, incaricato della ricostruzione di Gaza. Il piano prevede inoltre la creazione di una Forza internazionale di stabilizzazione, con compiti di sicurezza e supporto alla polizia palestinese lungo i confini con Israele ed Egitto. Gli Stati Uniti spingono affinché l’Autorità nazionale palestinese assuma gradualmente il controllo di Gaza, solo dopo riforme interne e verifiche di affidabilità – una prospettiva che il premier israeliano Benjamin Netanyahu osteggia. Anche in caso di nuovo conflitto, il piano di Trump obbligherebbe Israele a trasferire progressivamente i territori liberati da Hamas a una futura amministrazione internazionale, mantenendo aperta la via diplomatica per una soluzione duratura, conclude Haaretz.

– foto IPA Agency –

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Netanyahu “Hamas consegni le armi o si scatenerà l’inferno”

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ROMA (ITALPRESS) – Se Hamas non rinuncerà alle armi “si scatenerà l’inferno”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista alla Cbs News, all’indomani della visita di Donald Trump a Tel Aviv per celebrare l’accordo sulla prima fase del suo piano in 20 punti per Gaza. “In primo luogo, Hamas deve consegnare le armi”, ha aggiunto Netanyahu. “In secondo luogo, bisogna assicurarsi che non ci siano fabbriche di armi all’interno di Gaza. Non ci deve essere contrabbando di armi a Gaza. Questa è la smilitarizzazione”.

– foto IPA Agency –

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Italia-Israele 3-0, azzurri certi dei play-off mondiali

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UDINE (ITALPRESS) – E’ un’Italia che sa segnare e fare un piccolo passo avanti verso i Mondiali americani. Ma è anche l’Italia che dà l’idea di non essere ancora solida come Gennaro Gattuso vorrebbe. La sicurezza aritmetica del secondo posto del girone che vale i playoff è accompagnata dalla doppietta di Retegui, dal primo gol azzurro di Mancini e da qualche fragilità: finisce 3-0 contro Israele davanti ai 9.965 spettatori di Udine in un ‘Friulì blindato per le proteste dei movimenti pro-pal, che si sono parzialmente manifestate anche sugli spalti con i fischi al momento dell’inno degli ospiti. E’ la quarta vittoria consecutiva da ct per Gattuso, sicuramente la più importante finora, anche se il primo posto sembra essere saldo nelle mani di una Norvegia dominatrice del girone I con 18 punti e una differenza reti di +26. L’Italia ha tre lunghezze in meno e sa bene che lo scontro diretto del 16 novembre a San Siro difficilmente metterà in palio il primo posto utile per la qualificazione diretta. Per ora il Ct si gode i pregi dei suoi azzurri: la manovra, la riaggressione e la produzione offensiva (16 gol segnati in 4 gare). Non sempre però la distanza tra i reparti è giusta, anzi al 28′ serve il miglior Donnarumma per negare il gol a Solomon dopo una rapida ripartenza israeliana. La pressione azzurra non è sfilacciata come quella che produsse il rocambolesco 4-5 di Debrecen, ma le occasioni di Israele sono tante. Anche i tifosi se ne accorgono. La partita – iniziata con il minuto di silenzio in memoria dei tre carabinieri rimasti uccisi nell’esplosione a Castel d’Azzano – si chiude con gli applausi che sanno anche di sospiro di sollievo per il risultato. Gattuso non ama la retroguardia a 3, ma senza Bastoni (squalificato) non esita a schierarla, affidandosi alle marcature preventive di Mancini contro i dribblomani israeliani. In attacco, senza Kean infortunato, spazio a Raspadori e Retegui. E’ l’ex Atalanta a sbloccare il risultato nel recupero del primo tempo, guadagnandosi e trasformando il rigore che cancella l’errore con l’Estonia. E’ il decimo gol azzurro del bomber dell’Al-Qadisiyya, che nella ripresa fa coppia con Pio Esposito, entrato al posto di uno spento Raspadori. Al 59′ serve il solito Donnarumma per salvare l’Italia con un gran intervento d’istinto sul diagonale di Gloukh. L’estremo difensore non si prende la copertina solo perchè Retegui decide di chiudere la gara in grande stile al 74′: scippa il pallone a Toriel, si coordina e lascia partire un tiro che si infila all’incrocio dei pali. Nel finale si aprono gli spazi, ma Pio Esposito spreca l’occasione a due passi dalla porta su assist del solito Retegui. Ci pensa Mancini a firmare il tris nel recupero: colpo di testa e palla in rete. Festa anche per Piccoli e Cambiaghi, che si godono l’esordio. Forze fresche in più per un’Italia che tornerà in campo a novembre contro Moldavia e Norvegia.
– Foto Ipa Agency –
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