LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – La spesa turistica a Malta ha continuato a crescere nel mese di maggio. I dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica (NSO) mostrano un aumento del 17% nella spesa pro capite rispetto a maggio 2024. Oltre 347.000 turisti hanno visitato Malta durante il mese, con un incremento del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La spesa totale ha superato i 363 milioni di euro, in aumento del 16,9%, segnando il quinto mese consecutivo di crescita sia negli arrivi che nella spesa. La permanenza media è stata di sei notti, contribuendo a oltre 2,2 milioni di pernottamenti—un aumento dell’8,6% su base annua.
I turisti hanno speso in media 165 euro a notte. Il Regno Unito si è confermato il principale mercato di provenienza con oltre 93.000 visitatori, sebbene si siano registrate diminuzioni da Germania, Francia e Italia. Al contrario, sono aumentati gli arrivi dalla Polonia. L’attività turistica si è estesa anche oltre Malta, con oltre 222.000 visitatori che hanno fatto tappa a Gozo e Comino, pari al 60% del totale degli arrivi.
Guardando al quadro generale, gli arrivi turistici nei primi cinque mesi del 2025 hanno superato quota 1,4 milioni, con un incremento del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. La spesa nello stesso arco di tempo è cresciuta del 21,9%, superando 1,16 miliardi di euro, con una spesa pro capite salita a 823 euro.
BARI (ITALPRESS) – “Uniti per la fratellanza”. I bambini, ma anche i rappresentanti delle istituzioni, i cittadini e i turisti che questa mattina hanno popolato il sagrato della basilica di San Nicola di Bari per unire simbolicamente il capoluogo pugliese e l’Ucraina nel nome del vescovo di Myra, tanto venerato in città ma anche nel Paese che ormai da tre anni e mezzo è alle prese con l’invasione russa nei propri territori.
L’iniziativa, promossa dall’Ambasciata d’Ucraina presso la Santa Sede e presso il Sovrano Militare Ordine di Malta e il Consolato Generale dell’Ucraina in Italia e dal delegato Alessandro De Biase, è stata segnata dapprima da un momento di benedizione comunitario. Successivamente c’è quindi stato prima il saluto da parte del sindaco di Bari Vito Leccese (che nei giorni scorsi aveva organizzato a Roma un gemellaggio con i sindaci delle città ucraine), poi una festa con protagonisti più di cento bambini baresi e ucraini, accompagnati dalle loro famiglie, che hanno sventolato le bandierine dell’Ucraina, ballato, cantato, recitato preghiere, fatto e ricevuto doni.
I piccoli hanno anche seminato delle piantine, grazie al supporto di Coldiretti Puglia. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Mykolaiv Oleksandr Syenkevych, il sindaco di Sarny Ruslan Serpeninov, il sindaco di Dniprorudne Anton Kozyriev e l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede e presso il Sovrano Militare Ordine di Malta Andrii Yurash.
L’iniziativa proseguirà domani ad Altamura dove alle ore 11 presso il comune, è stata organizzata una visita istituzionale tra il sindaco Vitantonio Petronella, una delegazione del Consolato Generale dell’Ucraina in Italia a Napoli, il consigliere dell’Ambasciata d’Ucraina nella Repubblica Italiana Oleksandr Bakhmachyk e il sindaco di Sarny Ruslan Serpeninov.
“Ben quattro comuni ucraini – ha sottolineato Leccese – hanno scelto Bari: è stata loro la richiesta di gemellaggio con la città di San Nicola, la devozione al quale ci accomuna con queste città ucraine. A partire da questi accordi di gemellaggio, potremo sviluppare momenti di solidarietà e condivisione, ma anche momenti di scambio di buone pratiche finalizzate alla ricostruzione dell’Ucraina. L’auspicio è che si arrivi in tempi brevi a una pace giusta e duratura. Intanto il fatto che Bari abbia partecipato a pieno titolo alla Conferenza internazionale per la ricostruzione è un fatto che ci onora”.
“Siamo grati – ha affermato l’ambasciatore Yurash – per queste iniziative della città di Bari e di molte aziende che supportano questo evento. La fratellanza è sempre un segno di vicinanza e pace. Per noi è una grande opportunità per esprimere la nostra gratitudine per tutto quello che gli italiani, specialmente i cittadini di Bari, fanno in questa situazione per supportare gli ucraini, supportare i nostri bambini”.
GENOVA (ITALPRESS) – “Per celebrare la Liguria ‘Regione Europea dello Sport 2025’ il Giro della Lunigiana partirà da Genova per la prima volta nella sua storia, abbracciando il territorio ligure dal capoluogo fino al suo estremo levante”. L’ha annunciato questa mattina l’assessora regionale allo Sport Simona Ferro, intervenuta a Roma, nella Sala Conferenze della Camera dei Deputati, per la presentazione del 49º Giro della Lunigiana e del 4° Giro della Lunigiana Donne, le gare ciclistiche riservate ai migliori corridori juniores del panorama internazionale.
“Il ‘Giro’ è un vero e proprio laboratorio di giovani talenti: da qui sono passati alcuni dei migliori ciclisti di sempre come Vincenzo Nibali e Tadej Pogacar. Vedere gli atleti partire da Genova alla volta della Lunigiana sarà un’emozione unica che renderà indimenticabile l’edizione 2025. Tengo a ringraziare per la collaborazione e il grande impegno gli organizzatori della società Casano, che si sono detti fin da subito disponibili a introdurre questa storica novità in occasione di un anno così significativo per lo sport ligure”, ha concluso.
ROMA (ITALPRESS) – “È difficile essere ottimisti nel momento in cui in mezzo a un negoziato, che sosteniamo fortemente, per sventare la guerra commerciale arriva una lettera che minaccia dazi al 30% dal 1 agosto. Sarebbero devastanti per la nostra economia, sarebbe un disastro. La strategia troppo arrendevole di Giorgia Meloni si è rivelata fallimentare”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine di una conferenza stampa.
ROMA (ITALPRESS) – Anas apre al traffico il nuovo Collegamento Autostrada A1 – Compendio Tor Vergata. L’intervento, del valore di 28,4 milioni di euro, si legge in una nota dell’Anas, riqualifica l’area della Città dello Sport di Tor Vergata, risolve criticità viarie storiche e migliora l’accessibilità a un polo strategico della Capitale.
Alla cerimonia di apertura hanno partecipato, tra gli altri, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, l’Arcivescovo e Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, S.E. Monsignor Rino Fisichella, il Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo e Sindaco del Comune di Roma, Roberto Gualtieri, il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonio Aurigemma, l’Amministratore Delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme. Un’opera infrastrutturale di fondamentale importanza per la viabilità della Città Metropolitana di Roma in vista del Giubileo dei Giovani 2025 in programma dal 28 luglio al 3 agosto.
“Questa nostra opera rappresenta un significativo passo avanti nella modernizzazione delle infrastrutture viarie di Roma – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme – contribuisce a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a preparare la Capitale ad accogliere al meglio i milioni di pellegrini attesi per il Giubileo dei Giovani.
Anas conferma il suo impegno per lo sviluppo di una rete stradale efficiente, sicura e funzionale a supporto delle esigenze del Paese”. “Tutto il quadrante est della Capitale godrà della grande trasformazione che sta interessando Tor Vergata” ha spiegato il Sindaco di Roma e Commissario straordinario del Governo per il Giubileo, Roberto Gualtieri, che ha proseguito: “Solo una settimana fa la conclusione nei tempi previsti dello straordinario lavoro di rigenerazione urbana sull’area della Vela di Calatrava, che ospiterà il Giubileo dei Giovani. Oggi, a due passi da lì, l’inaugurazione con Anas dei tanti interventi realizzati a servizio della nuova viabilità legata all’A1, a partire dal magnifico ponte che sostituisce i due vecchi cavalcavia. Ancora una volta funziona il “metodo Giubileo”, che ci sta aiutando a cambiare il volto di questa città e a portare avanti il nostro progetto di costruire nuove centralità, proprio come in questa area del territorio capitolino, dal rilancio di Tor Vergata ai grandi piani di rigenerazione che interessano Tor Bella Monaca”. L’area interessata dai lavori si trova a Roma Est, nel VI Municipio, tra Via Casilina a Nord e Via Tuscolana a Sud, intersecata dalla diramazione Roma-Napoli dell’Autostrada A1. Prima di questo intervento la zona era caratterizzata da una carenza di collegamenti infrastrutturali efficaci, che costringevano gli utenti a percorsi lunghi e tortuosi e a un accesso diretto sull’A1 da una viabilità di quartiere, con conseguenti disagi e congestioni.
Il progetto di Anas ha trasformato la configurazione viaria, rende ora funzionale il collegamento con l’area di Tor Vergata e migliora l’accesso all’Ateneo e al Policlinico Universitario. L’opera si inserisce nel contesto dei lavori per il Giubileo 2025 e mira a valorizzare il potenziale di accoglienza di grandi flussi di visitatori in un’area vicina a zone urbanizzate e strategica per eventi di grande portata come il Giubileo stesso, così come il complesso delle “Vele di Calatrava”. I lavori Anas hanno incluso una serie di interventi complessi e innovativi, pensati per rivoluzionare la viabilità della zona. Sorge una nuova viabilità di svincolo sull’Autostrada A1, essenziale per garantire un accesso più diretto e fluido. In parallelo è stata sistemata e razionalizzata la viabilità laterale all’A1 con la costruzione di due nuove rotatorie: la rotatoria “A” prende il posto dell’intersezione tra via di Passo Lombardo e via Flaminio Bertoni; la rotatoria “B” sostituisce l’incrocio semaforico tra via di Passo Lombardo e viale Jean Paul Sartre. L’intervento ha visto il prolungamento di circa un chilometro per lato delle due complanari preesistenti lungo l’A1 per migliorare lo scorrimento del traffico locale. Sono state realizzate sette rampe di collegamento alle complanari. Un elemento chiave dell’opera è stata la demolizione di due cavalcavia e la successiva realizzazione di un nuovo ponte ad arco, l’opera d’arte principale, progettata da Marco Petrangeli.
Questo ponte, con una luce di 83 metri, scavalca l’autostrada e le complanari; assicura così maggiore sicurezza e fluidità al traffico. Il suo varo a spinta, con l’impalcato assemblato in cantiere, ha permesso di minimizzare l’impatto sulla viabilità durante le fasi di costruzione. E’ stato creato un nuovo asse in variante plano-altimetrica rispetto all’attuale configurazione di via di Passo Lombardo; sono stati eseguiti tutti gli impianti necessari per le nuove infrastrutture. Completato anche l’intervento di sistemazione e riqualificazione dell’area situata tra la rotatoria di via dell’Archiginnasio, via Guido Carli e l’autostrada Roma-Napoli. L’area, adiacente al complesso delle Vele e al cantiere per il collegamento autostradale A1-Compendio Tor Vergata, era caratterizzata da cumuli di terreno, avvallamenti e dislivelli, utilizzata in modalità impropria per la pratica del motocross. L’intervento ha previsto lavori di movimentazione terra per eliminare i dislivelli e mettere in sicurezza l’intera zona. Con operazioni di scavo, rinterro e rimodellazione del terreno, è sorta così un’area sicura di circa 216.000 mq, per accogliere i pellegrini del Giubileo dei Giovani 2025. Per incrementare la sicurezza e ottimizzare la fruibilità delle strade è stata realizzata una viabilità perimetrale di circa 2 km, con l’aggiunta di rampe di accesso e collegamento. L’investimento complessivo ammonta a 28,4 milioni di euro. Per realizzare l’opera sono stati scavati 28.213,74 metri cubi di terreno e impiegati 350 metri cubi di pali di fondazione.
Sono state posate barriere per 2.789,6 metri cubi e la superficie totale del nuovo asfalto si estende per 32.264,29 metri cubi. La struttura ha richiesto l’utilizzo di 470 tonnellate di carpenteria metallica e ha portato alla creazione di 7 chilometri di nuovi tracciati stradali.
-foto ufficio stampa Anas-
(ITALPRESS).
ROMA (ITALPRESS) – Anas, in qualità di soggetto attuatore per conto del Commissario Straordinario del Governo per il Giubileo, Roberto Gualtieri, apre al traffico il nuovo Collegamento Autostrada A1 – Compendio Tor Vergata. Alla cerimonia di apertura hanno partecipato, tra gli altri, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, l’Arcivescovo e Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, S.E. Mons. Rino Fisichella, il Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo e Sindaco del Comune di Roma, Roberto Gualtieri, il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonio Aurigemma, l’Amministratore Delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme. Un’opera infrastrutturale di fondamentale importanza per la viabilità della Città Metropolitana di Roma in vista del Giubileo dei Giovani 2025 in programma dal 28 luglio al 3 agosto. L’intervento, del valore di 28,4 milioni di euro, riqualifica l’area della Città dello Sport di Tor Vergata, risolve criticità viarie storiche e migliora l’accessibilità a un polo strategico della Capitale. “Questa nostra opera rappresenta un significativo passo avanti nella modernizzazione delle infrastrutture viarie di Roma – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme – contribuisce a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a preparare la Capitale ad accogliere al meglio i milioni di pellegrini attesi per il Giubileo dei Giovani.
ROMA (ITALPRESS) – “Se sono soddisfatta del rinvio? Mi soddisfa quando le cose vengono fatte bene. Ipotesi prescrizione? Preferirei l’assoluzione piena, ma questo non dipende certo da me”. Così la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, a margine della conferenza di presentazione dei Mondiali Open di sci nautico ha commentato la decisione dei giudici di Milano di rinviare al prossimo 16 settembre il processo per falso in bilancio a carico suo e di altri per il caso Visibilia.
CATANZARO (ITALPRESS) – Giffoni Film Festival rafforza il proprio ruolo di piattaforma internazionale dedicata all’incontro tra giovani, istituzioni, industria culturale e territori. In questo contesto si inserisce la significativa partecipazione della Regione Calabria e della Calabria Film Commission, che sarà protagonista di un articolato programma di iniziative pensate per valorizzare il patrimonio paesaggistico, culturale e produttivo del proprio territorio in occasione di #Giffoni55, in programma dal 17 al 26 luglio 2025 prossimi.
Nell’ambito della sinergia, Calabria Film Commission sarà cultural partner della cinquantacinquesima edizione del Giffoni Film Festival. Partecipare al Giffoni Film Festival significa per la Calabria promuoversi come destinazione cinematografica e culturale, ma anche costruire connessioni solide con il mondo dell’audiovisivo, con autori, produttori, istituzioni e pubblico, all’interno dell’evento dedicato al cinema per ragazzi più conosciuto ed apprezzato nel mondo.
Nel corso delle intense giornate di festival ci saranno occasioni di promozione territoriale con la diffusione nelle sale del festival di prodotti audiovisivi utili a veicolare le bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche della destinazione Calabria, location ideale per produzioni televisive e cinematografiche, territorio straordinario per turisti e visitatori. Ed inoltre la promozione delle attività sarà affidata ad un video di 1 minuto dove scorrono una selezione di immagini con alcune delle recenti produzioni realizzate in Calabria. L’assessore alla Cultura della Regione Calabria Caterina Capponi evidenzia il senso culturale e sociale della presenza a Giffoni con il corto “Alla scoperta del volto di Polsi”.
“Il futuro è nella coralità d’intenti – dichiara Capponi – Ancora una volta, si conferma un principio sacrosanto: se l’intento è comune, si possono ottenere i risultati che la nostra terra merita. È fondamentale riappropriarsi di quel senso di appartenenza che ci permetta di non considerare più la partenza come l’unica soluzione. Corrado Alvaro scriveva ‘àtutti vogliono partire, pensano di partire e lasciare quello che chiamano il loro maledetto paese. E se un giorno hanno detto che partono è finitaà’.
“Alla scoperta del volto di Polsi – conclude Caterina Capponi – è il frutto di una sinergia magica che ha coinvolto famiglie, scuole, il Santuario di Polsi, le forze dell’ordine e diverse associazioni e professionisti del territorio. Tutti insieme hanno realizzato una narrazione semplice, diretta e convincente. È il caso di partire, sì, ma è anche il caso di tornare”.
“Accogliere la Calabria a Giffoni – dichiara Claudio Gubitosi, fondatore e direttore di GIffoni – significa dare spazio a una Regione ed un territorio che sentiamo da tempo parte della nostra identità. Il rapporto, negli anni, non è stato soltanto di carattere professionale, ma è allo stesso tempo umano e culturale, una relazione profonda, costruita negli anni grazie a numerose iniziative che abbiamo promosso, sostenuto e condiviso sul territorio. La collaborazione con la Regione Calabria e con Calabria Film Commission ci onora e rafforza il nostro impegno per raccontare l’Italia più autentica, quella fatta di storie che partono dai giovani e sanno parlare al mondo. Il progetto che presentiamo in questi giorni ne è un esempio straordinario: un racconto di riscatto e consapevolezza, nato nelle scuole e capace di accendere luce su luoghi, persone e valori troppo spesso dimenticati per dare una lettura di un territorio che esca dalle sabbie mobile dello stereotipo e del pregiudizio”.
Anton Giulio Grande, presidente della Calabria Film Commission puntualizza il senso dell’accordo con il Giffoni: “Siamo qui – dichiara – per dare continuità al nostro percorso di promozione del territorio attraverso l’audiovisivo. Due anni fa è stata l’occasione della serie “Summer limited edition”,stavolta torniamo nel programma di un partenariato culturale con il festival, un laboratorio di grande prestigio per l’Italia. Realizziamo diverse azioni di promozione, in collaborazione con il Dipartimento Cultura della Regione Calabria, iniziative che guardano anche al mondo della scuola, al particolare sguardo delle nuove generazioni. Anche di natura artistica. Riteniamo Giffoni, con il suo lungo percorso nel campo dei Festival internazionali, un approdo naturale, dove i ragazzi possono cimentarsi e confrontarsi. Un bel momento di crescita, in ottima compagnia; visto che il road movie Caravan di Zuzana Kirchnerovß, (già presentato a Cannes) sostenuto dalla Fondazione e girato anche nei nostri territori sarà nel concorso ufficiale il 21 luglio”.
(Articolo intervista al dr Lorenzo Trombetta da VicenzaPiù Viva n. 299, , sul web per gli abbonati).
La storia, le esperienze e l’appello del medico di base nella Medicina di Gruppo Integrata Riviera Berica-Arcugnano, punto di riferimento per il territorio: “Le Case di Comunità? Non distruggiamo quello che funziona”.
Il dottor Lorenzo Trombetta ci accoglie con un sorriso cordiale e rassicurante e già ci piace immaginarlo alle prese con i suoi pazienti. È uno dei dottori della Medicina di Gruppo Integrata Riviera Berica – Arcugnano.
La struttura, in via Salvemini a Santa Croce Bigolina, accoglie 7 medici che a turno sono presenti in modo da garantire che tutti i giorni dalle 8 alle 20 sia sempre a disposizione almeno un dottore, un’infermiera e una persona in segreteria. Ogni medico di base ha i suoi pazienti che segue regolarmente, ma in caso di assenza c’è sempre un collega che può sostituirlo, e la vicinanza di ambulatori permette rapporti diretti e di grande collaborazione. Una struttura che funziona bene, che razionalizza le risorse ma sempre con la cura del paziente come prima finalità, senza trasformare la medicina in una pura questione di numeri e conti da far quadrare.
Nato a Catania, classe 66, sposato e con due figlie, il dottor Trombetta si è laureato nel 1993. Specializzato in otorinolaringoiatria, fino al 2019 ha lavorato in ospedale. Dopo esperienze a Verona e a Sirmione, è stato per un anno all’ospedale civile di Merano Franz Tappeiner, poi all’ospedale San Giovanni e Paolo a Venezia e quindi all’ospedale dell’Angelo a Mestre dov’è stato vice primario di ORL. “Esperienze importanti – ricorda il dottore – accanto a grandi medici dai quali ho imparato molto. A Mestre avevo come primario il prof. Roberto Spinato, un luminare nel campo dell’otorinolaringoiatria e un grande maestro. Gli sono grato per tutto quello che mi ha insegnato.”
Benché stimolante e piacevole, il lavoro in ospedale a Mestre non si combinava proprio
al meglio con il fatto che la famiglia invece vivesse nel Vicentino. Alla gestione di turni e reperibilità si aggiungeva infatti la logistica degli spostamenti, che non sempre era facile da gestire. “Da giovane ci facevo meno caso, ma dopo i 50 anni ha cominciato a pesarmi”. Così nel settembre del 2019 il dott. Trombetta ha deciso di diventare medico di base ad Arcugnano.
La famiglia Trombetta: da sx figlie Mila e Marinella, dottor Trombetta e moglie Kety
Dottore, è passato dall’ospedale alla medicina sul territorio proprio giusto in tempo per affrontare il Covid… Che ricordo ha di quei mesi?
“In realtà non ho mai smesso di visitare i pazienti, nonostante – sorride – qualche rimprovero di mia moglie che si preoccupava. Del resto, provenendo dall’esperienza ospedaliera, ero anche abituato a gestire situazioni complesse con pazienti a rischio e ho sempre preferito l’approccio diretto con i malati. Ma devo dire che tutti i colleghi non si sono tirati indietro. La cosa più difficile è che effettivamente all’inizio della malattia non si sapeva nulla, letteralmente non avevamo indicazioni su come gestire la situazione se non linee guida poco specifiche. C’era preoccupazione ma nessuno di noi ha mollato.
E quando è stato il momento, la nostra Medicina di gruppo ha partecipato a tutte le incombenze per la gestione della malattia.
Al piano terra avevamo allestito un punto per i tamponi, poi ogni mercoledì lo dedicavamo ai vaccini. Insomma, la sanità sul territorio in quella occasione ha funzionato bene”.
Che eredità ha lasciato il Covid?
“Ha un po’ cambiato il rapporto tra medico e paziente. Ho constatato che prima del Coivid c’era più fiducia, più pazienza, più voglia di ascoltare il medico, più comprensione dei tempi di attesa. Adesso noto più tensione, oserei dire quasi più aggressività, prima se dicevo a un paziente di aspettare un po’ a fare una certa indagine perché il sintomo non la richiedeva, mi ascoltava. Adesso no, se vogliono la radiografia o la risonanza non c’è verso di far loro cambiare idea…”
Crede sia il Covid o forse sono anche i social che diffondono troppe notizie non ben controllate?
“Non saprei, i social c’erano anche prima del Covid. Certo, soprattutto certe notizie che girano sembrano fatte apposta per far perdere la fiducia nei dottori…”
Tornando un attimo alla sua esperienza precedente, che differenza c’è tra essere medico in ospedale e essere medico di base?
“Cambia molto. In ospedale sei in un reparto ben preciso e
dai il massimo su un settore che conosci, segui il paziente solo per quello che riguarda la tua specializzazione. Come medico di base il lavoro è più empirico e sicuramente più variegato. Devi conoscere il paziente a 360 gradi, devi dedicargli più tempo dal punto di vista umano, devi conoscere la sua storia, devi farti raccontare i sintomi e la casistica è davvero molto varia. Certo, la specializzazione e l’esperienza ospedaliera, per chi le ha, possono essere molto utili. Nel mio caso sono riuscito a diagnosticare alcune patologie serie proprio grazie alla mia preparazione. Ho ancora la lettera di ringraziamento di un paziente cui ho consigliato un esame per un sintomo generico come un fischio all’orecchio. Aveva un aneurisma. È stato operato e ora sta bene. La sua mail di ringraziamento la tengo come promemoria del perché faccio il dottore.”
Trombetta a destra durante un intervento
Le capita di dare consigli anche ai colleghi della medicina di Gruppo?
“Diciamo che c’è molta collaborazione tra noi, siamo un gruppo affiatato. Devo dire che per quel che riguarda la mia esperienza, la Medicina di Gruppo integrata funziona bene”.
Il futuro della medicina territoriale sembrano essere le Case di Comunità. Lei che cosa ne pensa?
“Non so, sono un po’ perplesso. Nel senso che, come le dicevo, proprio il periodo Covid ha mostrato che in Veneto il lavoro sul territorio è efficace e puntuale. Se non ricordo male il Veneto era preso come esempio di efficienza nella gestione della malattia. Non vedo la necessità di cambiare una cosa che già funziona. Oltretutto razionalizzare va bene, ma già la medicina di gruppo integrata è una razionalizzazione. Vicenza è grande, avere un solo presidio, una sola casa di Comunità, per tutta la città più che razionale mi sembra caotico. Però staremo a vedere, in realtà non abbiamo ancora avuto comunicazioni ufficiali e nel frattempo noi continuiamo a funzionare. Spero sinceramente che la nostra Medicina di gruppo rimanga così com’è.”
Cosa pensa della sanità italiana?
“Che è la migliore del mondo. Da quando esiste il Servizio Sanitario nel nostro paese è un sistema perfetto che ci invidia tutto il mondo. Non è solo il discorso della gratuità, è che in nessun altro Paese è così radicata e così capillare sul territorio. Certo, ultimamente c’è qualche problema, devo dire che pur restando di alto livello, ha cominciato a perdere qualche colpo, soprattutto dagli anni Novanta in poi, da quando gli ospedali sono diventati aziende. Ovviamente capisco che mantenere certi livelli di servizio costa e i conti alla fine bisogna sempre farli, ma la medicina non può essere vista come una pura risorsa economica. Semmai si può rivedere qualcosa sulla gratuità, ma non certo andando a gravare sulle tasche delle persone, piuttosto pensando a qualcosa a livello assicurativo… Ma non voglio addentrarmi su cose troppo complicate. Però insisto, la sanità italiana è ottima e qui in Veneto funziona bene. Proprio per questo dico di andarci piano con i cambiamenti e di non smantellare le cose che funzionano…”
Il prof Roberto Spinato con il dott. Trombetta
Ma lei a un giovane che volesse studiare medicina che cosa consiglierebbe?
“Di farlo solo se ha tanta passione e con un’idea ben chiara di che cosa vuole diventare, perché gli studi sono lunghi e il lavoro è lungo e difficile. Però è un lavoro bellissimo. Dà immense soddisfazioni, fa conoscere tanta umanità. Certo, non sarebbe male se i compensi fossero adeguati alla fatica che si fa. Perché so di dire una cosa che suonerà impopolare, ma gli stipendi dei medici in Italia sono decisamente lontani dalla media europea e i compensi che si prospettano per le nuove organizzazioni future non promettono molto bene…”.
E per il futuro della sanità che cosa ci vorrebbe?
“Bisogna tenere presente che la popolazione invecchia. Quindi credo sia verso quella fascia
di popolazione che bisogna concentrare l’attenzione ma non solo sotto l’aspetto sanitario, sotto tutti gli aspetti, quello sociale, quello economico. Ci vogliono più posti nelle case di riposo, più strutture per il decadimento cognitivo, più centri riabilitativi, più sostegno per i familiari. Quanto alla sanità in generale, ci vogliono ovviamente le strutture, ma anche meno burocrazia e lasciare che i medici facciano i medici. Le faccio un esempio. Nel 2000 ero a Merano. Un ospedale stupendo, attrezzature all’avanguardia, compensi mai più avuti. Non eravamo super controllati, non c’era da rendicontare ogni singola prescrizione né da giustificare ogni richiesta. Vi ho lavorato benissimo. Perché si parla sempre del giuramento di Ippocrate e del fatto di dover lavorare con scienza e coscienza. Ma io aggiungo anche con libertà”.
Ma lei sceglierebbe ancora di fare il medico?
“Certo, è ancora un lavoro bellissimo. Però, bisogna essere messi in condizione di dare il meglio.”