Come per la famiglia Thiene, anche la famiglia Trissino ha una sua leggenda, dalla quale far risalire il nome. Nel 535 Achille, figlio di Alcastro, dalla città greca di Trezene, si unì all’esercito del generale Belisario nella guerra contro i Goti in Italia. Al termine della guerra, Achille si stabilì nella valle dell’Agno, fondando un villaggio che chiamò Trezene, come la sua città d’origine. Da subito gli abitanti locali, per assonanza, chiamarono il villaggio Trissino. Più realisticamente il villaggio fu fondato dai Cimbri, circa nell’anno 1000. Il primo, storicamente accertato, fu Olderico, figlio di Uguccione che nel 1175, tra i nobili vicentini, ricevette il giuramento di fedeltà dalla città di Bassano.
Nel 1208, Grifolino, figlio di Olderico, costruì palazzo Trissino ora sede della banca Unicredit in contrà Battisti. I 4 figli di Olderico diedero origine ad altrettanti rami della famiglia. Dal ramo Panisacco derivano due rami. Trissino di Riale e Trissino Baston ora estinti. I Trissino Baston fecero costruire il palazzo nella via principale, ora sede del nostro municipio. Gaspare Trissino, nel 1468, sposò Cecilia Bevilacqua, nobile veronese ed ebbe 5 figli. Girolamo, prematuramente scomparso, tre sorelle e Gian Giorgio.
Cecilia Bevilacqua indirizzò il figlio verso gli studi umanistici, sotto la guida del dotto bizantino Demetrio Calcondila. Con lui imparò l’amore per i classici e per la lingua greca. Gian Giorgio fu poeta, letterato e gran conoscitore della letteratura greca; amante di poesia, di metrica, di numismatica e di poliorcetica.
Nel 1515, venne autorizzato dall’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, per i suoi notevoli meriti letterari, ad aggiungere al suo cognome il predicato “del vello d’oro”. Visse la sua epoca e conobbe personaggi famosi, quali Niccolò Machiavelli, Pietro Bembo, Pietro Aretino. il poeta Rucellai, Ludovico Ariosto e molti altri.
Scrittore notevole, compose la tragedia Sofonisba e il primo poema epico regolare L’italia liberata dai Goti scrisse I Simillimi e molto altro. A Gian Giorgio Trissino si deve anche l’invenzione dell’endecasillabo sciolto.
Oggi il Trissino è conosciuto principalmente per aver reso noto al mondo un oscuro capomastro che stava ristrutturando la sua villa ai Cricoli. Era Andrea di Pietro della Gondola che lo stesso Gian Giorgio volle chiamare Palladio, come l’angelo liberatore e vincitore del suo poema L’Italia liberata dai Goti. Gli fu mecenate e protettore. Lo portò con sé nei suoi innumerevoli viaggi, iniziandolo alla bellezza della cultura greca e romana.
Molto più recentemente un discendente, anche lui di nome Gian Giorgio Trissino del vello d’oro, conte di Trissino e Valdagno Castelvecchio, portò gloria all’Italia, vincendo, primo italiano, una medaglia d’oro ed una d’argento nella olimpiade del 1900, negli sport equestri.
di Adriano Bevilacqua da VicenzaInCentro