(Articolo di Federica Zanini sul Teatro San Marco di Vicenza da VicenzaPiù Viva n. 302, sul web per gli abbonati).
La caccia al tesoro implica di uscire dalla comfort zone per esplorare mappe e luoghi estranei. Eppure a volte il vero gioiello lo abbiamo in casa, nascosto o dimenticato. Il Teatro San Marco di Vicenza è in effetti nascosto in un cortile di contra’ San Francesco, ma negli ultimi anni è tutto fuorché dimenticato. Almeno da chi apprezza la sua essenza sospesa tra passato e futuro e soprattutto la sua programmazione, vivace e variegata. Sicuramente però c’è chi non ne ha mai varcato la soglia.

Una soglia che è già stupore. Ad accogliermi, un foyer elegante nel suo stile originale di inizio ‘900 ma non pomposo e la giovialità del direttore artistico, Manuel Bendoni. L’incontro mi regala il lusso di esplorare anche angoli, forse i più intensi, del teatro più “privati”. Come l’avvolgente sala riservata agli artisti e i camerini, mantenuti nello stile originario, tra specchi dorati, seggioline antiche e poster liberty. Le compagnie apprezzano molto quest’aria un po’ retrò ma ancora vibrante e si sentono a casa. Che alla fine è l’intento del Teatro San Marco. Uno spazio parrocchiale che ha sempre voluto essere un riferimento per le famiglie e per chi ama la cultura e la condivisione.
Non per niente, quando, nei primi anni Trenta, il parroco, intenzionato a creare uno spazio per l’incontro e le feste, puntò agli ex orti, lì dietro la canonica, e ne acquistò dei lotti grazie al sostegno economico del Marchese Roi, finì col chiamarla Casa della dottrina cristiana. Era il 1934 e lo scorso anno sono stati festeggiati 90 anni di questa bolla di storia vicentina.
Oggi il TSM è ancora della parrocchia -cui la società Keylink, che lo gestisce, paga l’affitto- ma senza una particolare connotazione religiosa e soprattutto senza nessuna ingerenza. Per quanto riguarda la programmazione, fatta di teatro ma anche danza e concerti (l’acustica è ottima), Manuel Bendoni è lasciato totalmente libero di applicare il suo non-metodo. Sì, perché nelle scelte, oltre a professionalità, esperienza e sensibilità, per lui gioca molto anche la curiosità. Qualcosa di visto o sentito in giro e parte il pungolo… improvviso.

Come quello che lo ha portato, senza preavviso, a dirigere il San Marco. Dopo una carriera da ballerino prima e da responsabile dell’animazione nei grandi villaggi turistici poi, Manuel -di origini toscane, ma approdato a Vicenza a soli 30 giorni di vita- lo vedeva dalla finestra di casa. Una presenza quasi scontata nel suo panorama, poi la lampadina: perché non vedere se posso dare il mio contributo? E da circa due anni sta facendo molto di più, firmando il nuovo corso di un teatro delizioso, dal grande potenziale nonostante le vicende alterne.
Un anno dopo l’inaugurazione della sala, nel 1935, il San Marco diventa infatti cinema, fino agli anni 2000. La cabina di proiezione è intatta, con i due proiettori ancora lì, in attesa dei visitatori dei tour su richiesta. L’attività teatrale vive i suoi anni migliori tra i 60 e i 70, con grandi nomi in locandina. Segue un periodo meno brillante, in cui lo spazio si limita ad accogliere compagnie amatoriali e scuole. Dopo l’era Covid, con Venturini (presidente di Keylink) e Bendoni ecco la rinascita dell’araba fenice. Dalle fertili ceneri, un “nuovo” San Marco, custode della propria storia, ma pronto a scrivere un futuro di spettacoli scelti tra performance sperimentali, concerti cult, spunti di riflessione, occasioni di svago e omaggi alla propria terra. Il San Marco è oggi un teatro territoriale per il territorio, ma dalle visioni senza confini e dal forte impegno sociale.

Appena svelata non con la solita conferenza stampa ma con una serata “in famiglia” a teatro, la stagione 2025-2026 promette ancora una volta emozioni per tutti i gusti e le età. Tra gli spettacoli più attesi, diversi concerti -Vicenza suona Buena Vista Social Club del 18 ottobre e Caro Lucio (Dalla) del 14 novembre stanno galoppando verso il sold out- , cabaret nostrano (Marco e Pippo, 7 e 8 novembre) e non (Paolino Boffi, 27 ottobre), stand up comedy (Pota Boyz e Antonio Ornano, rispettivamente il 24 e 30 gennaio), teatro impegnato -con grandi interpreti come Giorgia Trasselli e Giorgio Marchesi- e commedie brillanti, performance di danza introspettiva e omaggi al mondo delle fiabe, ma anche ai Queen, a Giorgio Gaber, a Micheal Jordan e tanti altri.
Insomma, il consiglio è di riavvolgere la mappa di tesori lontani e aprire lo scrigno che avete sotto casa: www.tsmvicenza.it.


