ROMA (ITALPRESS) – Qualcosa di grosso si sta muovendo sui mercati finanziari internazionali. Il 2025 ha visto turbolenze senza precedenti negli ultimi decenni per quanto riguarda due asset in particolare, il dollaro e l’oro: nei primi sei mesi del 2025 la divisa Usa ha perso circa il 10% del suo valore rispetto alle maggiori valute internazionali; contemporaneamente il prezzo dell’oro ha registrato una crescita vertiginosa, rompendo ogni precedente record storico. Che sta succedendo? Diversi analisti stanno iniziando ad usare un’espressione impegnativa – dedollarizzazione – ma quanto c’è di vero? E’ questo l’oggetto del nuovo Focus dell’Ufficio Studi della Banca del Fucino, intitolato Dedollarizzazione: Mito o Realtà?
Lo studio, diviso in tre capitoli, parte considerando le mutevoli fondamenta dell’ordine dollaro-centrico, identificando nel mercato finanziario il suo principale pilastro odierno. Sono i flussi di portafoglio diretti verso l’azionario statunitense in particolare a reggere la domanda internazionale di dollari. Ma i rischi su questo fronte si stanno moltiplicando: – gli utili per azione sull’S&P500 – il maggiore indice azionario Usa – sono vicini ai massimi storici, raggiunti durante la bolla delle Dot-com di inizio 2000; – il rapporto tra capitalizzazione del mercato finanziario Usa e il Pil del Paese ha superato per la prima volta il 200%; – anche la concentrazione è ai massimi storici, con la quota delle top 10 compagnie dell’S&P500 arrivate a costituire il 39% dell’intero indice.
A questi fattori di rischio si vanno poi ad aggiungere i crescenti dubbi circa i progetti di investimento in IA delle grandi compagnie tech Usa e i loro stessi profitti, all’apparenza sempre più circolari.
Infine, le politiche controverse varate dall’amministrazione Trump hanno anch’esse contribuito ad esacerbare tensioni già presenti nella congiuntura macroeconomica statunitense. Il risultato è visibile nella fortissima crescita delle quotazioni dell’oro, e il motivo è presto detto: la capacità degli asset denominati in dollari – in primis i titoli di Stato Usa – di costituire un riparo contro il rischio è sempre più messa in dubbio. Al contempo, ben poche classi di asset sono in grado di svolgere la funzione di safe asset prima riconosciuta al dollaro. L’oro, tra queste, è la principale.
Ma la questione non riguarda solamente gli investitori privati. Sono infatti anche e soprattutto le banche centrali ad aver dato inizio, con i propri acquisti, al rally dell’oro. Gli acquisti hanno registrato una forte accelerazione a partire dal 2022, con l’invasione russa dell’Ucraina e l’imposizione di sanzioni senza precedenti nei confronti della Russia. Il legame con la weaponization del dollaro è dunque chiaro, ancora di più alla luce dei Paesi che hanno aumentato maggiormente le proprie riserve auree: Cina, Russia e Turchia, per citarne tre. Ma non spiega tutto: infatti massicci acquisti d’oro sono stati effettuati anche dalle banche centrali di molti paesi alleati degli USA.
I primi due capitoli della ricerca targata Banca del Fucino restituiscono dunque l’immagine di un sistema monetario internazionale alle prese con una possibile transizione. La crescita del prezzo dell’oro è cioè la manifestazione di un crescente sfiducia nel sistema dollaro-centrico, in assenza però di un’alternativa in grado di sostituire interamente il dollaro e il suo ruolo.
L’ultimo capitolo dello studio è così dedicato a rispondere a una domanda: ci sono – al di là dell’oro – ulteriori evidenze di una dedollarizzazione in corso? Secondo lo studio, la risposta è affermativa, in quanto: – la quota delle riserve valutarie delle banche centrali detenuta in valute diverse dal dollaro o dall’euro è passata dal circa 9% del 2009 all’oltre 22% del 2024;
– cresce il peso delle altre valute anche per quanto riguarda la denominazione dei commerci internazionali. La Cina, in particolare, sta attivamente favorendo l’utilizzo del Renmimbi a questo fine, con risultati che – per quanto ancora modesti nel dato aggregato – stupiscono per la rapidità con cui il processo si sta realizzando; – infine, sul fronte dei flussi finanziari (Debiti transfrontalieri, bond, pagamenti internazionali ecc.) l’egemonia del dollaro rimane marcata. Al contempo, si vanno moltiplicando le iniziative per nuove infrastrutture di pagamento e di finanziamento indipendenti dalle istituzioni Usa e dal dollaro.
I processi menzionati indicano una tendenza al ridimensionamento del ruolo del dollaro. Ben altra cosa è riuscire a fornire previsioni su quale sarà il futuro assetto del sistema monetario internazionale. In merito, conclude la ricerca, è possibile solamente mettere in luce alcune linee di tendenza: – lo status del dollaro come unica moneta egemone del sistema monetario internazionale appare messo in discussione; – nè l’oro nè alcuna valuta è però in grado di sostituire il dollaro come nuovo egemone globale; – di conseguenza, è lecito attendersi l’avvento di una qualche forma di multipolarismo monetario, dove più valute egemoni a livello regionale coesistono sulla scena globale;
– nondimeno, le tensioni generate dall’accumulo di deficit o surplus commerciali da parte di alcuni Paesi rimarranno. Per questo, la ricerca conclude che solo nuovi accordi internazionali – sul modello di quelli di Bretton Woods del 1944 – potranno portare ad una durevole stabilità.
In effetti, l’intero processo potrebbe subire una rilevante accelerazione in conseguenza di una forte correzione al ribasso dei mercati finanziari Usa, al momento solo potenziale ma tutt’altro che una possibilità remota. L’eventualità di una nuova crisi finanziaria troverebbe infatti un mondo molto diverso da quello all’indomani della crisi del 2008, un mondo più propenso a ricercare nuovi equilibri monetari.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Focus Banca del Fucino, la geopolitica delle valute sta cambiando volto
Il Sole 24 Ore celebra 160 anni con un’edizione speciale
MILANO (ITALPRESS) – Una copertina da collezione che racconta, attraverso il linguaggio dell’arte visiva, oltre un secolo e mezzo di storia italiana e di innovazione editoriale. È l’omaggio che Il Sole 24 Ore dedica ai lettori per i suoi 160 anni, con una sovraccoperta speciale che avvolgerà l’edizione del quotidiano in edicola domani, anticipazione delle celebrazioni che avranno il loro fulcro nella giornata aperta al pubblico domenica 9 novembre al Mudec – Museo delle Culture di Milano. Un’opera visiva che interpreta 160 anni di storia. La sovraccoperta è firmata da Adriano Attus, direttore creativo del Sole 24 Ore: un’opera originale che traduce in una trama visiva la memoria, l’evoluzione e la proiezione futura del quotidiano. L’artwork è costruito su una matrice di moduli geometrici colorati, ognuno con un valore simbolico e temporale: 70 quadratini neri evocano altrettanti anni segnati da eventi epocali nella storia italiana e internazionale; 8 rettangoli blu rappresentano otto lustri di transizione e trasformazione.
Cinque quadrati rossi raccontano cinque decadi fondative, sintesi di cambiamento e visione. L’insieme compone un racconto simbolico, un “logo-matrice” in cui il numero 160 diventa mappa del tempo e, insieme, dispositivo narrativo: una griglia che riflette le origini tipografiche del giornale, la sua trasformazione digitale e la crescita come gruppo editoriale multimediale. In questa architettura modulare si riflettono anche tre momenti chiave della storia evolutiva del Sole 24 Ore. I quadratini neri rimandano alla nascita cartacea del giornale: rappresentano l’origine tipografica, il rigore della parola stampata e la forza della carta come primo veicolo di informazione e cultura economica. I rettangoli blu, dinamici e verticali, evocano invece la stagione della trasformazione digitale, quando il giornale si apre al web, ai dati e alla velocità del tempo reale, rafforzando la propria missione informativa.
Infine, i quadrati rossi raccontano l’affermazione dell’ecosistema multimediale contemporaneo – stampa, piattaforme digitali, radio, agenzia di stampa, libri, podcast, eventi e formazione – che oggi unisce linguaggi e strumenti in una realtà editoriale modulare e integrata, che rappresenta le fondamenta del futuro. Un sistema visivo che sintetizza passato e futuro, mostrando un giornale capace di trasformarsi restando fedele alla propria vocazione: illuminare i fatti, interpretare i cambiamenti, accompagnare le scelte.
All’interno della sovraccoperta sarà pubblicato il programma completo della giornata-evento di domenica 9 novembre, “160 ANNI insieme: formare, partecipare, crescere”, che si terrà negli spazi del Mudec – Museo delle Culture e presso Talent House by The Adecco Group in via Tortona, dalle 10 alle 19:30. La giornata sarà aperta dalla cerimonia inaugurale con la presidente del Gruppo 24 ORE Maria Carmela Colaiacovo e il direttore Fabio Tamburini, in cui verrà presentato il francobollo celebrativo dei 160 anni del Sole 24 Ore. La chiusura della giornata sarà affidata all’Ad del Gruppo 24 ORE Federico Silvestri.
– Foto Il Sole 24 Ore –
(ITALPRESS).
Sudan, l’appello dell’ambasciatore “Fermare i massacri commessi dai ribelli”
ROMA (ITALPRESS) – L’ambasciatore sudanese in Italia, Imad al-Din al-Mirghani, ha tenuto a Roma una conferenza stampa, alla presenza di media italiani e arabi, per denunciare i crimini commessi dalle Forze di Supporto Rapido, in Darfur, a Gezira, Kordofan e numerose città, con il sostegno esterno da 17 Paesi. Prima dell’incontro, l’ambasciata ha proiettato immagini che documentano l’atrocità di omicidi e torture perpetrati dalle forze ribelli.
Rispondendo a una domanda sul ruolo arabo e internazionale, al-Mirghani ha affermato che la Lega Araba e i Paesi arabi sostengono il Sudan, ma le organizzazioni internazionali “sono rimaste silenti per oltre 30 mesi di fronte ai massacri di innocenti”.
xn8/sat/azn
Cina: l’industria dei liquori tradizionali abbraccia la trasformazione digitale
GUIYANG (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – Nella provincia sud-occidentale cinese di Guizhou, famosa per il suo liquore dal caratteristico sauce-aroma, un mestiere storico sta conoscendo un nuovo alleato: l’intelligenza artificiale (IA).
I mastri distillatori si affidano a dati e algoritmi per decifrare le complessità della produzione tradizionale, con l’obiettivo di controllare con precisione le sottili variabili che definiscono una bottiglia perfetta di baijiu, il celebre distillato di cereali cinese.
La Kweichow Moutai, principale produttrice di liquori in Cina, è in prima linea in questa trasformazione. La sua tecnica tradizionale di produzione sauce-aroma, riconosciuta come patrimonio culturale immateriale nazionale, sta vivendo una rivoluzione basata sui dati.
Nel 2021, l’azienda ha avviato un progetto di apprendimento automatico (machine learning) per digitalizzare il processo di produzione, creando una catena di dati a ciclo chiuso che copre raccolta, archiviazione, analisi e applicazione dei dati nei laboratori pilota.
L’iniziativa ha fatto seguito al precedente programma “Smart Moutai”, che aveva introdotto tecnologie come l’Internet of Things (IoT), i big data e l’intelligenza artificiale per il monitoraggio e l’analisi in tempo reale lungo le linee di produzione.
“I dati hanno trasformato l’esperienza dei nostri mastri distillatori in numeri visibili”, ha spiegato Tian Shaorun, tecnico di un laboratorio pilota. “Ci aiutano a controllare con maggiore precisione la temperatura e la miscelazione delle materie prime, migliorando sia la resa che la qualità del liquore base”.
Il successo di Moutai ha innescato un’ondata di trasformazione digitale nel settore cinese dei liquori.
La King’s Luck, azienda produttrice di liquori con sede nella provincia di Jiangsu, ha iniziato già nel 2015 a gestire un laboratorio di produzione intelligente. “La digitalizzazione nell’industria dei liquori non serve a sovvertire la tradizione, ma a tutelare l’artigianalità attraverso la tecnologia”, ha dichiarato Hu Yuewu, vice direttore generale dell’azienda.
Secondo Hu, il laboratorio intelligente ha aumentato l’efficienza produttiva di 2,75 volte, incrementato la produzione annuale pro capite del 390%, e ridotto i consumi energetici del 40% rispetto ai metodi tradizionali.
La trasformazione digitale sta anche ridefinendo l’esperienza dei consumatori. La 1919 Wines & Spirits Platform Technology Co., Ltd., piattaforma di fornitura diretta con sede nel Sichuan, prevede di lanciare un’interfaccia basata su IA per offrire raccomandazioni personalizzate e servizi di consegna rapida.
Nel frattempo, la King’s Luck ha realizzato spazi espositivi immersivi con tecnologie XR e VR, che permettono ai visitatori di esplorare virtualmente i panorami e i processi della distilleria.
Numerose aziende in tutta la Cina stanno accelerando i propri sforzi di trasformazione digitale. Secondo il China Internet Development Report 2024, il Paese conta oggi quasi 10.000 laboratori digitalizzati e fabbriche intelligenti, di cui oltre 400 riconosciute a livello nazionale come modelli di riferimento per la manifattura intelligente, grazie all’uso di IA e gemelli digitali.
L’enfasi del governo cinese sull’integrazione tra economia reale e digitale ha fornito un forte impulso alla trasformazione del settore dei liquori.
Nel mese di ottobre, il ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione ha pubblicato una bozza di linee guida per promuovere lo sviluppo di alta qualità delle industrie storiche tradizionali (2026-2030), tra cui quella della produzione di liquori, incoraggiando la tutela del patrimonio, l’innovazione e l’aggiornamento industriale.
“L’innovazione tecnologica è diventata il motore principale della trasformazione e dell’evoluzione del settore”, ha dichiarato He Yong, segretario generale della China Alcoholic Drinks Association.
Secondo He, la digitalizzazione ha infuso nuova vita nell’antica arte della produzione di liquori, passando dalla produzione intelligente alla tracciabilità basata su blockchain e al marketing potenziato dall’IA, trasformando l’esperienza in scienza.
(ITALPRESS).
Tavolo al Mimit sulle Acciaierie Valbruna
VENEZIA (ITALPRESS) – Come programmato in esito al precedente incontro del 16 settembre, si è tenuto oggi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo dedicato alla situazione dello stabilimento bolzanino di Acciaierie Valbruna Spa le cui aree sono state oggetto di un bando di gara per la concessione del diritto di superficie da parte della Provincia Autonoma di Bolzano. All’incontro, coordinato dal Ministro Adolfo Urso, hanno preso parte: l’azienda con i suoi consulenti, la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione del Veneto con l’Unità di Crisi aziendali, il Comune di Vicenza e le organizzazioni sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.
Il tavolo odierno ha richiamato il riconoscimento, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della strategicità delle produzioni in essere e della loro continuità ai sensi della disciplina Golden Power. Una presa d’atto importante perché, di fatto, pur non prevedendo interventi in via preventiva, pone un vincolo alle aree che, in caso di aggiudicazioni incoerenti con tale presupposto, porterebbero all’esercizio di poteri speciali da parte dello Stato. La Regione del Veneto ha sottolineato la strategicità territoriale di Acciaierie Valbruna, un punto di riferimento per l’occupazione (nell’impianto Veneto lavorano circa 1.150 addetti), per l’indotto (che ne raddoppia i numeri in termini di occupati) e per l’industria metalmeccanica regionale.
L’azienda, di respiro internazionale e di matrice familiare, ha assicurato negli anni la sua sostenibilità ed eccellenza tecnologica continuando ad autofinanziarsi, investendo negli ultimi 20 anni tutti gli utili realizzati e nel contempo mantenendo una forte responsabilità sociale e ambientale. In caso di espulsione dagli impianti bolzanini, l’azienda sarebbe portata ad abbandonare le produzioni in Italia dato l’inscindibile legame funzionale tra gli stabilimenti di Bolzano e Vicenza. Una soluzione inaccettabile per le Istituzioni venete presenti al tavolo e per le Parti sociali. Tutte le Parti presenti al tavolo, a fronte del Bando con non appare adeguato a disciplinare la situazione in essere, hanno sottolineato la necessità che la Provincia Autonoma di Bolzano provveda, responsabilmente, a definire soluzioni coerenti con gli sviluppi emersi, sottolineando la necessità strategica di assicurare la continuità e la stabilità delle produzioni in essere. Il tavolo nazionale sarà riconvocato in esito alle evoluzioni che interverranno nelle prossime settimane.
– Foto Mimit –
(ITALPRESS)
Tg Economia – 4/11/2025
L’ambasciatore del Sudan in Italia lancia un appello al mondo per fermare i massacri
ROMA (ITALPRESS) – L’ambasciatore sudanese in Italia, Imad al-Din al-Mirghani, ha tenuto oggi a Roma una conferenza stampa, alla presenza di media italiani e arabi, per denunciare i crimini commessi dalle Forze di Supporto Rapido (RSF) in Darfur, Gezira, Kordofan e numerose città, con sostegno esterno da 17 Paesi. Prima dell’incontro, l’ambasciata ha proiettato immagini esclusive che documentano l’atrocità di omicidi e torture perpetrati dalle forze ribelli.
Rispondendo a una domanda sul ruolo arabo e internazionale, al-Mirghani ha affermato che la Lega Araba e i Paesi arabi sostengono il Sudan, ma le organizzazioni internazionali “sono rimaste silenti per oltre 30 mesi di fronte ai massacri di innocenti”. “Alzo la voce per chiamare a raccolta la coscienza mondiale, le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti umani affinché stiano al fianco del Sudan, vittima delle più violente stragi, e facciano pressione sui Paesi che finanziano il terrorismo per fermare il sostegno ai criminali”, ha concluso l’ambasciatore.
– Foto fonte ambasciata del Sudan in Italia –
(ITALPRESS).
Plures Alia multiutility “investment grade”: rating ‘BBB’ da Standard & Poor’s
FIRENZE (ITALPRESS) – Standard & Poor’s Global Ratings ha assegnato a Plures Alia il rating “BBB” con outlook stabile. Il giudizio, reso pubblico oggi, colloca Plures Alia nella fascia investment grade e conferma la solidità patrimoniale e la resilienza del suo modello di business. L’assegnazione del rating avviene al termine di un processo di valutazione condotto sulla base di un’analisi approfondita dei principali indicatori economici, industriali e di governance, secondo i criteri di business risk e financial risk adottati da S&P. Il rating ottenuto è il più alto tra le società toscane con rating pubblico e risulta in linea con i valori assegnati alle principali multiutility nazionali del settore ambientale e dei servizi pubblici locali. Secondo Standard & Poor’s, la valutazione riflette la forza del profilo di business di Alia, sostenuto da un sistema regolatorio stabile e prevedibile e da una solida capacità di generare flussi di cassa operativi ricorrenti. L’agenzia sottolinea inoltre la prudenza della politica finanziaria e l’adeguatezza del profilo di liquidità, elementi che contribuiscono a mantenere un outlook stabile nel medio periodo. Il posizionamento di Plures Alia nella categoria “investment grade” consentirà alla multiutility di ampliare le proprie fonti di finanziamento, ridurre significativamente il costo del debito, con un risparmio che sull’attuale esposizione finanziaria è stimabile nell’ordine di euro 7-8 milioni, e agevolare l’esecuzione del proprio piano industriale 2025-2029, che prevede un rilevante programma di investimenti.
Lorenzo Perra, presidente di Plures, commenta: “Il giudizio assegnato si fonda largamente sulla diversificazione dei business che compongono la multiutility. La varietà dei settori, e non la singola forza di uno in particolare, riduce la volatilità dei rischi e consente il riconoscimento BBB. E’ un riconoscimento che appartiene a tutta la comunità dei territori serviti e ai nostri soci, che hanno creduto in un disegno di sviluppo condiviso”.
Alberto Irace, amministratore delegato di Plures, aggiunge: “La valutazione di Standard & Poor’s conferma che la strategia industriale e finanziaria adottata dal gruppo è solida e coerente con le migliori pratiche del settore. Avere un rating “investment grade” significa poter accedere ai mercati con maggiore efficienza e flessibilità, garantendo condizioni migliori per gli investimenti in impianti, innovazione e servizi ai cittadini. E’ un passo fondamentale nel percorso di crescita di Plures, che rafforza la fiducia dei nostri partner e del sistema finanziario nel progetto multiutility”.
Il processo di valutazione del credit rating si è svolto con l’assistenza di IntesaSanpaolo (Divisione IMI CIB) in qualità di “credit rating advisor” a partire dalla primavera 2025, per concludersi con l’emissione in data 24 ottobre 2025 del rating, oggi reso pubblico, da parte di Standard & Poor’s.
-foto ufficio stampa Plures-
(ITALPRESS).


