sabato, Dicembre 6, 2025
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Massimo Parolin, lo scrittore dell’amicizia

(Articolo su Massimo Parolin da VicenzaPiù Viva n. 302, sul web per gli abbonati)

Dopo i suoi primi due libri arriva il terzo a chiudere la trilogia tra Vicenza, Torino e Praga e i loro e suoi demoni.

È sempre un piacere incontrare Massimo Parolin, comandante della Polizia Locale di Vicenza ma, in questo caso, scrittore per passione che ha già dato alle stampe due romanzi brevi, Quella strada per il lago e Demoni a Vicenza, parte di una trilogia che parla di avventura, mistero ma soprattutto di amicizia.

Ma andiamo per ordine. Scrittore appassionato, dallo stile svelto e coinvolgente, abituato per la sua professione a parlare con gli altri, quanto si tratta di raccontare di sé mostra una sorta di divertito imbarazzo che non impedisce una conversazione vivace e ricca di spunti di riflessione.

In sala Stucchi gli amici ora boomer del bocia Massimo Parolin, comandante della Polizia locale e scrittore
In sala Stucchi gli amici ora boomer del bocia Massimo Parolin, comandante della Polizia locale e scrittore

La prima domanda, d’obbligo, è da dove nasce la passione per la scrittura.

«Scrivere per me è uno sfogo, un rifugio per allontanarmi dalla realtà quotidiana. Un momento solo per me dopo le giornate di lavoro. Non facendo attività sportiva (sorride), cercavo qualcosa che mi facesse evadere dalla quotidianità dandomi nello stesso tempo un impegno continuo e una gratificazione personale, e l’ho trovato nella scrittura. Quando scrivo mi rendo conto che sto già immaginando e vedendo quello che racconto, in un certo senso non devo “pensare”, è già tutto nei polpastrelli…».

Nel senso che scrivi direttamente al computer? Non usi la penna?

«No, uso la penna se mi viene un’idea e voglio appuntarmela, ma per scrivere uso il computer. È decisamente più comodo.»

E c’è sempre stata anche l’idea di pubblicare?

«In realtà ho cominciato a scrivere per regalare qualcosa a me stesso, per regalare qualcosa agli amici di sempre e per rendere omaggio ad un grande amore adolescenziale, un amore vero. Io che sono un romantico, legato più al passato che al futuro, ho voluto fare qualcosa per ricordare a me stesso e per rivivere quel sentimento, per tornare all’effervescenza – perché passione forse è un termine troppo forte – degli anni giovanili.»

Un amore vero, dunque, non frutto della fantasia? Che però nel libro finisce in modo drammatico…

«Sì, un amore vero, che ho anche ritrovato in età matura. Ma per rispondere alla tua domanda, nel libro doveva andare così perché nella storia deve aleggiare l’ideale romantico dell’amore, quello dell’adolescenza, che è totale, non ha mezze misure e che per di più in questo caso viene idealizzato proprio perché assente.»

Alberto Galla introduce la presentazione di “Demoni a Vicenza. Amicizia oltre il tempo” con Stefano Ferrio che dialoga con Massimo Parolin
Alberto Galla introduce la presentazione di “Demoni a Vicenza. Amicizia oltre il tempo” con Stefano Ferrio che dialoga con Massimo Parolin

A proposito di realtà che si sovrappone alla fantasia, anche gli amici di cui parli nei tuoi libri sono persone vere. Come hanno reagito nel vedersi protagonisti del tuo libro, pensando poi che soprattutto in Demoni a Vicenza si tratta di avventure belle toste?

«In realtà sono rimasti piacevolmente colpiti, tanto che ogni volta che c’è una presentazione sono sempre presenti. Si sono riconosciuti nelle connotazioni che ho dato a ciascuno di loro e sono contenti di essere personaggi attivi delle storie. E poi io ribadisco sempre il concetto dell’amicizia nel senso greco della φιλία, che è il sentimento più forte di tutti: l’amore può finire, l’amicizia invece è per sempre.»

Pure l’amico al quale succede di tutto l’ha presa bene?

«In effetti quando ha letto il libro mi ha chiesto “perché proprio a me?”, poi però ha compreso che la storia richiedeva il tipo di personaggio incarnato da lui. E comunque la storia ancora non è finita…»

A proposito, sappiamo che dopo i Demoni a Vicenza arriverà l’ultimo capitolo della trilogia. Dopo Torino e Praga, ci sarà ancora una città magica al centro dell’azione?

«No, stavolta torna ad esserci Vicenza al centro dell’attenzione, come punto di partenza per un ulteriore viaggio all’origine del male. Non voglio anticipare troppo, ma sarà una bella avventura. Del resto, il viaggio con gli amici, che torna in tutti e tre i miei libri, è un tema che mi intriga. Il mio autore di riferimento è sempre Stephen King. Nessun paragone, intendiamoci, lui è immenso, non mi sogno nemmeno di accostarmici. Però in quasi tutte le sue storie il cuore pulsante è l’amicizia e ricorre il tema del viaggio.»

Tornando ai tuoi libri, ho notato che, soprattutto nel secondo, si oltrepassa quasi subito il confine tra realtà e mistero e parli apertamente di viaggi nel tempo e figure maligne. Da dove arriva questa passione per horror e sci-fi?

«Sono sempre stato un amante del genere gotico e horror, sia come lettura sia al cinema. Negli anni Ottanta poi c’era un’ampia scelta letteraria e cinematografica del genere, non so se ricordi i vari Nightmare. Film in un certo senso semplici ma coinvolgenti, dove la storia conta più degli effetti speciali. Non è sempre necessaria la quantità, anche in letteratura. Penso a Poe, che con racconti brevissimi riusciva a creare brivido e suspense incredibili. O a quella serie tv di fine anni Cinquanta, The Twilight zone, in italiano Ai confini della realtà, episodi brevi che mettevano i brividi addosso. Ancora una volta la storia predominava sull’effetto speciale. Nel mio piccolo è quello che cerco di fare io quando scrivo.»

Sala Stucchi per la presentazione di Quella strada per il lago 1980-2023, uno spaccato di vita vicentina e... del pubblico in sala Stucchi
Sala Stucchi per la presentazione di Quella strada per il lago 1980-2023, uno spaccato di vita vicentina e… del pubblico

Parliamo di Praga, dov’è ambientata parte del secondo libro. Una città che conosci?

«Certo. Un’altra cosa che mi accomuna a King (ride) è ambientare le storie in luoghi che conosco. Praga ho avuto modo di visitarla più volte. Una città moderna e vivace, che pullula di umanità, ma che sa davvero regalare un’atmosfera particolare, oserei dire angosciante. Se si va a Palazzo Reale e si osserva la città dall’alto, si notano le guglie annerite dal tempo o dall’inquinamento o da entrambi, e una certa inquietudine la trasmette, ancora di più se pioviggina. Se poi si ha modo di documentarsi sulle leggende intorno alla città, al Ponte Carlo e alla Moldava, fiume citato persino da Dante nell’inferno, il senso del mistero si percepisce realmente.»

A proposito di Praga, la città è improvvisamente al centro dell’attenzione generale grazie anche al nuovo libro di Dan Brown “L’ultimo segreto”, la cui trama oltretutto ha anche qualche punto di contatto con i suoi Demoni…

«Non lo sapevo, me l’hanno fatto notare e la cosa mi incuriosisce. Il libro non l’ho ancora letto, perché in Italia è appena uscito, ma sono interessato e sicuramente lo leggerò. Ovviamente è una coincidenza, anzi, è “colpa” di Praga, una città che si presta ad essere teatro di storie in bilico tra scienza e mistero. Come l’ho avvertita io, anche Dan Brown deve aver colto l’atmosfera speciale della città. Ma le somiglianze finiscono qui, non sono certo uno scrittore dello spessore di Dan Brown».

Spessore anche in senso concreto: i libri di Dan Brown viaggiano sempre sulle 7-800 pagine, i tuoi stanno intorno alle 150…

«È una scelta, per raggiungere più facilmente il lettore. Credo sia più facile leggere un libro se hai la prospettiva di riuscire a finirlo in un paio di giorni. In un certo senso la mia trilogia poteva essere un unico libro da 600 pagine. Ma se il lettore dopo venti pagine non era convinto e lo metteva giù? Scomponendolo in tre parti, l’ho reso più leggibile. Almeno spero.»

Il primo libro ha un’appendice di racconti sui cosiddetti boomer, sulla Vicenza che era e che forse per certi versi è ancora ma in modo diverso. In realtà è la stessa Vicenza che fa da sfondo alle vicende dei romanzi, ma in chiave semplicemente amarcord. È un tipo di tematica che potrebbe tornare in opere successive?

«Non lo so, sicuramente non lo escludo. Quei racconti sono omaggi alla memoria, agli amici, alla città. Magari potrebbero essere lo spunto per altre storie ambientate negli anni Ottanta, piccole storie di amicizia. O forse d’amore… Ma intanto devo chiudere la trilogia dei demoni e preferisco concentrarmi su quella.”

Per quando sarà pronto il terzo libro?

“Penso per primavera 2026. E prometto che sarà l’ultimo, intendo chiudere la storia.” Sempre sincero il “comandante-scrittore”. Ma lo sarà anche questa volta visto che la penna o la tastiera è il suo demone.

Focus Salute – Fibromi uterini, che cosa sono e quando preoccuparsi

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MILANO (ITALPRESS) – Vi hanno diagnosticato fibromi all’utero, con l’ecografia ginecologica? Il vostro ciclo è diventato molto abbondante da un anno a causa di un piccolo fibroma? Avete fibromi uterini in crescita rapida e siete preoccupate? Nel centoundicesimo numero di Focus Salute, format tv dell’Italpress, la professoressa Alessandra Graziottin, ginecologa e oncologa, approfondisce le caratteristiche principali dei fibromi uterini che causano poi i diversi sintomi, tra cui cicli abbondanti, anemia da carenza di ferro, dolore pelvico, dolore ai rapporti, infertilità. Grande attenzione viene dedicata ai fattori di rischio, spesso modificabili, che ne accelerano comparsa e gravità, e ai fattori protettivi, che ne riducono la velocità di crescita e le conseguenze per la salute della donna. Merita saperne di più perché i fibromi colpiscono l’80% delle donne in età fertile.

sat/gsl

Cina: Grimaldi (ICS) “Porto Hong Kong può rafforzare navigazione green”

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La combinazione di punti di forza di Hong Kong le conferisce un vantaggio raro nella navigazione green, ha dichiarato a Xinhua Emanuele Grimaldi, presidente della International Chamber of Shipping, auspicando che la città rafforzi il proprio ruolo in questa transizione globale cruciale. (XINHUA/ITALPRESS)
mec/lcr/azn
(Fonte video: Xinhua)

Cina: maestria di ceramista nello Xinjiang incanta curiosi

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Chi dice che solo i bambini amino giocare con il fango? Guardate il nostro presentatore locale Subatjan Elam mentre si rimbocca le maniche e si sporca le mani sotto la guida di un maestro ceramista nella contea di Yengisar, nello Xinjiang. (XINHUA/ITALPRESS)
mec/lcr/azn
(Fonte video: Xinhua)

Nasce la partnership tra Webuild e Confartigianato per valorizzare la filiera delle infrastrutture e le PMI italiane

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ROMA (ITALPRESS) – Un ponte tra grandi infrastrutture e piccole imprese italiane: è questo il cuore dell’accordo siglato oggi tra Webuild, leader globale nella costruzione di opere complesse, e Confartigianato Imprese, la maggiore organizzazione di rappresentanza dell’artigianato e della piccola e micro-impresa. L’intesa strategica mira a favorire l’inclusione delle PMI nella catena di fornitura del Gruppo, che solo in Italia conta oltre 14.200 fornitori diretti, contribuendo a promuovere sviluppo economico e sociale. L’accordo nasce con l’obiettivo di creare un ecosistema condiviso più competitivo, basato su qualità, innovazione e sostenibilità nelle attività di manutenzione e gestione degli asset infrastrutturali.

“Questo accordo non è solo una collaborazione tra due realtà, ma un investimento nel Sistema Paese”, ha commentato Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild. “Le infrastrutture sono il motore dello sviluppo e per funzionare al meglio devono coinvolgere tutte le energie produttive italiane, dalle grandi imprese alle piccole realtà locali che rendono unico il Made in Italy nel mondo. Crediamo che la forza dell’Italia stia nella capacità di fare squadra: integrare competenze, innovare e creare lavoro e opportunità diffuse. Con Confartigianato vogliamo costruire una filiera più solida e inclusiva, capace di generare valore per le comunità e per l’economia nazionale”.

“Le nostre imprese, con il loro radicamento nei territori e l’eccellenza delle competenze artigiane – ha sottolineato Marco Granelli, Presidente di Confartigianato sono un patrimonio unico di qualità, flessibilità e capacità innovativa. Mettere queste energie al servizio delle sfide infrastrutturali significa rafforzare la competitività dell’Italia e creare nuove opportunità di crescita diffusa. Con Webuild condividiamo la volontà di costruire una filiera più aperta, inclusiva e affidabile, nella quale le PMI possano esprimere appieno il proprio valore. È un impegno comune per sostenere lo sviluppo dei territori, migliorare la qualità delle opere pubbliche e contribuire a un Sistema Paese più moderno, dinamico e coeso”.

La partnership prevede la definizione di iniziative comuni e strumenti operativi per garantire innovazione, affidabilità e copertura capillare sul territorio nazionale. In questo contesto, Confartigianato metterà a disposizione la propria rete di consorzi 4CNetwork, mentre Webuild offrirà alle imprese opportunità di formazione e qualificazione su legalità, trasparenza e sicurezza sul lavoro, attraverso i propri sistemi e programmi dedicati.

Webuild è leader globale nella costruzione di grandi infrastrutture complesse. Con 120 anni di storia, opera in circa 50 Paesi e conta circa 95.000 persone. Il Gruppo è attivo in quattro aree strategiche: mobilità sostenibile, gestione delle risorse idriche, energia rinnovabile e edifici green. Webuild è impegnato a promuovere innovazione, sicurezza e sostenibilità, contribuendo agli obiettivi di sviluppo globale. Con una rete di associazioni territoriali e federazioni regionali, Confartigianato rappresenta oltre 1 milione di imprese in tutti i settori produttivi. Ogni giorno, nelle sue 1.088 sedi operative in tutta Italia, 9.820 persone lavorano al servizio di oltre 1 milione e mezzo di imprenditori artigiani con 3 milioni di addetti.

– Foto ufficio stampa Webuild –

(ITALPRESS).

L’ex direttrice UNESCO elogia sforzi Cina nella tutela del patrimonio culturale

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PECHINO (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – Mentre avanza nel suo processo di modernizzazione, la Cina ha compiuto enormi sforzi per proteggere il proprio patrimonio e ha ottenuto progressi significativi nella sua conservazione, ha dichiarato a Xinhua Irina Bokova, ex direttrice generale dell’UNESCO, in una recente intervista.

Quest’anno segna il 40esimo anniversario dell’adesione della Cina alla Convenzione per la Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale. Bokova ha affermato che, nel corso degli anni, la Cina ha accolto con entusiasmo l’idea centrale della Convenzione.

Dal 1987, quando la Grande Muraglia e altri siti cinesi furono iscritti per la prima volta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, la Cina ha raggiunto un totale di 60 siti riconosciuti.

“Oggi la Cina è tra i Paesi al vertice della lista”, ha sottolineato Bokova.

Sono trascorsi oltre 30 anni dalla sua prima visita in Cina. Bokova ha raccontato che, partecipando a numerose conferenze e attività di scambio culturale, percepisce chiaramente come la Cina sia uno di quei Paesi in cui progresso sociale ed economico procedono di pari passo con l’avanzamento culturale.

“Quando parliamo di competenze globali, credo che una parte fondamentale sia l’alfabetizzazione culturale”, ha affermato l’ex direttrice generale dell’UNESCO.

Rilevando che la Cina ha “ottenuto grandi successi” nella tutela del suo patrimonio, Bokova ha detto di essere rimasta particolarmente colpita dall’approccio innovativo del Paese alla protezione dei beni culturali. Pochi mesi fa ha ricordato che è stata invitata a visitare un centro di restauro in Cina, dove ha potuto osservare “competenze di altissimo livello” nel restauro di manoscritti e nella conservazione di monumenti.

“Per proteggere il patrimonio comune dell’umanità, credo sia importante formare esperti”, ha affermato, aggiungendo che gli specialisti cinesi hanno investito grandi sforzi in questo campo.

Bokova ha elogiato la Cina per aver condiviso attivamente la propria esperienza con altri Paesi, anche attraverso programmi per lo sviluppo delle competenze in materia di tutela del patrimonio con nazioni africane e dell’ASEAN.

Quest’anno ricorre anche il centenario della fondazione del Museo del Palazzo di Pechino. Bokova ha sottolineato il ruolo attivo del museo nello scambio culturale globale – dalla condivisione delle collezioni all’organizzazione di conferenze e seminari, fino alla promozione dello scambio di competenze e studiosi.

Bokova si è inoltre detta colpita dall’integrazione di creatività e design nei prodotti culturali, citando come esempio la sua visita ai siti lungo l’Asse Centrale di Pechino, iscritti lo scorso anno nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Ha poi osservato che la Cina è una delle economie creative in più rapida crescita, con un numero crescente di città cinesi che aderiscono alla Rete delle Città Creative dell’UNESCO.

Bokova ha espresso ammirazione per la capacità della Cina di coniugare modernità e tradizione. Ha descritto il Paese come un esempio straordinario di nazione che resta profondamente radicata nella propria storia e cultura, pur abbracciando modernità e creatività.

Ha inoltre elogiato l’orgoglio che il popolo cinese nutre per la propria cultura, sottolineando l’importanza di conoscere la propria storia. Bokova ha affermato che, conoscendo e valorizzando il proprio passato, le persone possono diventare più aperte e tolleranti verso le storie degli altri, un messaggio che spera possa essere accolto anche da altri Paesi.

In linea con i principi della Convenzione sul Patrimonio Mondiale, Bokova ha ribadito che tutte le culture sono sullo stesso piano.

“Tutte le culture devono essere rispettate, e si permeano e si influenzano a vicenda. È da questa interazione che deriva l’incredibile diversità culturale dell’umanità” ha concluso.

(ITALPRESS).

Cina: passione per Wushu travolge Budapest a Campionati ungheresi

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Di età compresa tra gli 8 e i 78 anni, in totale 152 partecipanti hanno messo in mostra la loro passione per il Wushu (arti marziali cinesi) ai Campionati ungheresi di Wushu 2025, a Budapest. (XINHUA/ITALPRESS)
mec/lcr/azn
(Fonte video: Xinhua)

Presentate le iniziative per l’Anno Culturale Romania-Italia 2026

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ROMA (ITALPRESS) – Celebrare il profondo legame storico tra Romania e Italia, mirando a rafforzare la cooperazione strategica bilaterale nel campo delle arti, della scienza e dell’istruzione: è l’obiettivo dell’Anno Culturale Romania – Italia 2026, promosso dalla Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e dall’Ambasciata di Romania in Italia e che si svolgerà sotto l’Alto Patronato del Presidente della Romania, Nicuşor Dan, e del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.

Il semestre inaugurale, dedicato alla promozione della cultura romena in Italia, si aprirà il 1 dicembre 2025, in occasione della Festa Nazionale della Romania, con un prestigioso concerto di gala dell’Opera Nazionale di Bucarest al Teatro dell’Opera di Roma, che vedrà l’esibizione di oltre ottanta musicisti e solisti di fama internazionale. L’omaggio alla lirica proseguirà a pochi giorni di distanza con un recital di solisti dell’Opera di Bucarest presso il Ridotto della Scala di Milano. Il programma è stato concepito in due semestri complementari che restituiscono la reciprocità come valore fondante del dialogo culturale: il primo, da dicembre 2025 a luglio 2026, sarà dedicato alla promozione della cultura romena in Italia; il secondo, da luglio a dicembre 2026, alla promozione della cultura italiana in Romania.

“Ogni nome, ogni luogo, ogni data delinea un itinerario che non è meramente programmatico, bensi rappresenta una narrazione identitaria reciproca, riaffermando che la vicinanza tra Romania e Italia non è una coincidenza della storia, ma una scelta consapevole, reiterata e profondamente europea. La cultura non è semplice strumento di rappresentanza: è un atto politico nel senso più alto del termine”, ha detto l’Ambasciatrice della Romania Gabriela Dancau, che ha descritto l’Anno Culturale 2026 come una manifestazione tangibile di amicizia, continuità storica e della vocazione europea che lega indissolubilmente i due Paesi, sottolineandi che “la cultura non è un accessorio del politico: essa è, in senso pieno, politica nella sua forma più nobile, poiché costruisce comunità di destino, orizzonti comuni, fiducia reciproca”.

A sottolineare il sostegno del governo italiano, è la sottosegretaria agli Esteri, Maria Tripodi, secondo cui iniziative come questa sono cruciali per valorizzare la ricchezza delle rispettive identità culturali e per tessere nuove opportunità di dialogo e scambio. “L’obiettivo è promuovere la consapevolezza delle nostre radici condivise affinché la cultura divenga sempre più uno strumento di pace, di dialogo e di reciproco arricchimento. Vogliamo dimostrare che la cultura non è soltanto una eredità del passato ma anche ricerca, innovazione e un punto per il futuro. Guardiamo a questo anno culturale come un ponte verso un’Europa unita nella cultura e, quindi, più forte, più consapevole e più libera. Ribadisco il sostegno del Ministero degli Affari Esteri per le attività che ci accompagneranno comunemente nel prossimo anno“, ha sottolineato.

Per Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera, l’Anno Culturale “riconosce il ruolo della Romania come partner fondamentale della nostra comune visione europea. Questo palinsesto costruito, necessariamente, attraverso l’arte e la cultura nell’Anno Culturale Romania – Italia 2026 si configura, inoltre, come un momento fondamentale per celebrare e potenziare la cooperazione tra le nostre nazioni, ponendo le basi per un dialogo più duraturo in un contesto geopolitico di crisi nel quale riscoprire le stesse radici e gli stessi valori rafforza la nostra identità comune”, ha concluso.

– foto xi2/Italpress –

(ITALPRESS)

Al via la tre giorni di formazione per l’aggiornamento e la digitalizzazione dei Piani comunali di Protezione Civile

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CATANZARO (ITALPRESS) – Digitalizzare i Piani comunali di Protezione Civile significa rendere più rapido, coordinato e sicuro l’intero sistema di prevenzione e risposta alle emergenze sul territorio: è un passaggio decisivo per garantire strumenti aggiornati e accessibili in tempo reale tra Comuni, Regione e strutture operative. Con questo obiettivo, il Dipartimento regionale di Protezione Civile ha avviato, questa mattina, presso la Sala Verde della Cittadella, un percorso formativo, suddiviso in tre giorni, dedicato ai Comuni calabresi per accompagnarli nell’attuazione del processo di digitalizzazione dei Piani comunali di Protezione Civile, per il quale sono stati stanziati dalla Regione Calabria 7,5 milioni di euro a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e Fondo Sociale Europeo Plus (PR Calabria FESR FSE+) 2021-2027.

“Queste giornate di formazione – ha dichiarato Domenico Costarella, direttore generale della Protezione civile regionale – sono dedicate alle nuove linee guida di protezione civile, che sono state semplificate, e alle specifiche tecniche della nuova piattaforma digitale sui cui dovranno essere caricati i piani comunali di protezione civile. Il Dipartimento regionale della Protezione Civile – ha proseguito Costarella – ha attivato un intervento importante, destinato a sostenere tutti i comuni calabresi nell’adeguamento dei propri piani di protezione civile e nella loro completa digitalizzazione. Si tratta di un investimento che permette non solo di aggiornare i piani secondo le linee guida approvate pochi mesi fa, ma soprattutto di renderli accessibili ai cittadini, affinché possano conoscerli e consultarne facilmente i contenuti”.

La formazione, infatti, rivolta principalmente ai Comuni beneficiari del finanziamento, è stata comunque estesa a tutti gli Enti del territorio, considerato che l’aggiornamento delle procedure riguarda l’intero sistema regionale di protezione civile. La tre giorni formativa si avvale della collaborazione scientifica della Fondazione CIMA (Centro internazionale in monitoraggio ambientale), ente di ricerca che ha fornito supporto alla stesura delle nuove linee guida e che fa parte del coordinamento di questo delicato processo di digitalizzazione.

“In Calabria – ha evidenziato il Direttore Costarella – la pianificazione di protezione civile è uno strumento fondamentale sia per i comuni sia per la cittadinanza: consente alla popolazione di sapere quali rischi interessano il proprio territorio e quali comportamenti adottare per prevenirli e fronteggiarli. È un intervento molto importante – ha concluso – che si inserisce in un quadro più ampio di azioni di prevenzione non strutturale che il Dipartimento sta portando avanti a tutti i livelli”. L’iniziativa rappresenta, quindi, un’opportunità strategica per migliorare la capacità di programmazione, gestione e risposta del sistema calabrese di protezione civile in situazioni di rischio ed emergenza, facilitando l’interoperabilità tra i Comuni e la Regione, nel segno dell’innovazione e della sicurezza delle comunità.

– Foto Regione Calabria –

(ITALPRESS).

Marocco, a Marrakech la 93esima Assemblea generale dell’Interpol

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MARRAKECH (MAROCCO) (ITALPRESS) – I lavori della 93ma sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale (Oipc-Interpol) si sono aperti lunedì a Marrakech, con la partecipazione di alti responsabili e capi di polizia dei 196 Paesi membri dell’Organizzazione. La cerimonia di apertura è stata segnata dagli interventi del Direttore Generale della Sicurezza Nazionale e della Sorveglianza del Territorio, Abdellatif Hammouchi, e del Presidente dell’Interpol, il Generale Maggiore Ahmed Naser Al-Raisi. La sessione inaugurale si è svolta alla presenza, in particolare, del Ministro dell’Interno, Abdelouafi Laftit; del Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini Residenti all’Estero, Nasser Bourita; del Ministro Delegato al Bilancio, Fouzi Lekjaa; del Segretario Generale dell’Interpol, Valdecy Urquiza; e del Segretario Generale del Consiglio dei Ministri Arabi dell’Interno, Mohamed Ben Ali Koman. Hanno preso parte alla cerimonia anche il Primo Presidente della Corte di Cassazione e Presidente Delegato del Consiglio Superiore del Potere Giudiziario, Mohamed Abdennabaoui; il Procuratore Generale del Re presso la Corte di Cassazione e Presidente del Ministero Pubblico, Hicham Balaoui; e il Delegato Generale all’Amministrazione Penitenziaria e alla Reinserzione, Mohamed Salah Tamek. La sessione è stata inoltre scandita dalla proiezione di un video che ripercorreva l’evoluzione dell’istituzione di polizia marocchina e dei suoi servizi nel corso degli anni. In quanto massimo organo direttivo dell’Interpol, l’Assemblea Generale rappresenta il più grande raduno mondiale dei dirigenti dei servizi incaricati dell’applicazione della legge. Essa offre ai Paesi membri un’importante opportunità per instaurare relazioni e condividere le proprie esperienze.

La scelta del Marocco come Paese ospitante di questo evento di portata globale riflette l’autorevolezza e l’immagine di cui gode il Regno nel suo ambiente regionale e internazionale, sotto la guida di Sua Maestà il Re Mohammed VI, oltre alla credibilità e alla grande fiducia riposta nelle istituzioni di sicurezza marocchine, riconosciute per la loro esperienza e competenza nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata transfrontaliera. Ogni anno, l’Assemblea Generale esamina le principali tendenze in materia di criminalità e le minacce alla sicurezza su scala mondiale. In questa sessione saranno affrontati diversi temi, tra cui l’identificazione e lo smantellamento della criminalità organizzata transnazionale, lo smantellamento dei centri di frode transnazionali, il rafforzamento delle capacità di polizia globali dell’Interpol e la promozione del ruolo delle donne nelle forze di polizia. All’ordine del giorno figurano anche l’esame dei risultati del progetto pilota “Notice d’argent” e la promozione della ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica. Inoltre, durante questa 93ma sessione, che proseguirà fino al 27 novembre, saranno eletti i nuovi membri del Comitato Esecutivo – l’organo direttivo incaricato di definire l’orientamento dell’Organizzazione tra una sessione e l’altra – compreso il Presidente, alla scadenza dei rispettivi mandati. L’Assemblea adotta tutte le decisioni importanti relative alla politica generale, alle risorse necessarie alla cooperazione internazionale, ai metodi di lavoro, alle finanze e ai programmi di attività, che assumono la forma di risoluzioni.

– foto MAP –

(ITALPRESS).