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Crosetto “Le infrastrutture spaziali vanno difese, sono la spina dorsale di servizi essenziali”

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ROMA (ITALPRESS) – “Stiamo vivendo un momento difficile, una situazione storica, probabilmente, senza precedenti : a oggi, in questo momento, ci sono 50 conflitti aperti nel mondo. In questo contesto il dominio spaziale, insieme a quello cibernetico, è diventato un nuovo terreno di scontro, tutti i giorni a rischio di spionaggio, di sabotaggio, lo spazio si è trasformato da ambiente privilegiato, da cui erogare servizi, a dominio critico, caratterizzato, ogni giorno, più da minacce”. Lo ha detto Guido Crosetto, ministro della Difesa, intervenendo al convegno “La governance dello spazio – Giornata nazionale dello spazio 2025”. “Le infrastrutture spaziali, come ogni altra infrastruttura, vanno difese perché sono diventate ormai la spina dorsale di servizi essenziali” ha aggiunto Crosetto” che se a rischio ci metterebbero in crisi, metteremo in crisi la nostra economia, la nostra società, il nostro modo di vivere. Il dramma è che già oggi, in questo momento, mentre vi parlo, esistono e navigano i satelliti ostili, realizzati non per dare servizi, ma per spiare, acquisire dati o colpire altri satelliti”.

Per il ministro Crosetto questo “ci obbliga a cambiare approccio rispetto a quello che abbiamo avuto fino adesso, dobbiamo cercare un approccio più intelligente, strategico, flessibile pensando alla complessità e ai costi, di cosa significa accedere allo spazio ed è un discorso che ho sentito prima di cui ho sentito prima a parlare perché bisognerebbe avere l’approccio allo spazio, approccio che parta necessariamente dai temi della difesa”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Nasce l’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro, Calderone: “Luogo aperto e di confronto”

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ROMA (ITALPRESS) – Nasce l’Osservatorio sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro. Con la firma, oggi, del decreto ministeriale previsto dalla legge n. 132 del 2025, che recepisce l’AI Act europeo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali istituisce ufficialmente l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, la prima cabina di regia pubblico-sociale dedicata a monitorare e governare l’impatto dell’IA su occupazione, competenze, diritti e condizioni di lavoro.

L’Osservatorio rappresenta la risposta italiana all’AI Act nel contesto lavorativo e traduce in strumenti concreti i principi affermati dal G7 Lavoro di Cagliari e confermati dal G7 di Kananaskis, puntando su una governance pubblica e partecipata della trasformazione tecnologica.

“Abbiamo scelto di costruire l’Osservatorio come una cabina di regia, un luogo aperto e stabile di confronto in cui istituzioni, parti sociali ed esperti lavorano insieme per governare il cambiamento e supportare le decisioni pubbliche – dichiara il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone Non vogliamo che siano gli algoritmi a decidere il destino delle persone. Le decisioni sul lavoro devono restare umane, responsabili e verificabili”.

Presieduto dal Ministro, l’Osservatorio riunisce istituzioni, autorità, parti sociali ed esperti ed è articolato in un Comitato di indirizzo, una Commissione Etica, una Consulta delle parti sociali e quattro Comitati tecnico-scientifici tematici.

Tra le sue funzioni principali figurano la definizione della strategia nazionale sull’IA nel lavoro, il monitoraggio degli impatti su produttività, occupazione e condizioni lavorative, l’individuazione dei settori e delle professioni più esposte all’adozione di sistemi di intelligenza artificiale e l’aggiornamento continuo delle Linee Guida nazionali.

L’Osservatorio opererà come strumento stabile di indirizzo pubblico, con l’obiettivo di accompagnare l’innovazione tecnologica tutelando dignità, diritti e qualità del lavoro e supportando le politiche di formazione e di occupazione. L’avvio operativo dell’Osservatorio è previsto all’inizio del 2026, con la nomina di tutti i componenti e la pubblicazione dei primi documenti strategici e di analisi.

Già individuato, invece, il Presidente della Commissione etica, annunciato oggi durante la presentazione pubblica dell’Osservatorio e delle Linee Guida sull’adozione dell’IA nel mondo del lavoro.

A guidare l’organismo che fornirà all’Osservatorio un orientamento etico generale per l’utilizzo dell’IA nel mondo del lavoro sarà p. Paolo Benanti, professore all’Università Luiss Guido Carli e Presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale per l’informazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. “L‘etica non deve essere percepita come un freno all’innovazione, ma come la bussola necessaria per orientare la trasformazione digitale verso il bene comune – afferma Benanti – In seno all’Osservatorio, il nostro compito sarà garantire che l’efficienza degli algoritmi non calpesti mai la dignità della persona: l’intelligenza artificiale deve restare uno strumento per potenziare il lavoro umano, non per disumanizzarlo”.

-Foto IPA Agency-
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Disturbo cognitivo lieve, il 10% evolve in demenza nell’arco di due anni

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ROMA (ITALPRESS) – Circa il 10% dei soggetti con disturbo cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI) arruolati nello studio europeo AI-MIND è progredito verso una forma di demenza nell’arco di 24 mesi, mentre circa il 20% ha mostrato un declino cognitivo consistente rispetto al tempo 0, pur permanendo ancora in una condizione di MCI. Si tratta dei primi risultati emersi dall’analisi di una coorte di 1.022 soggetti seguiti in quattro centri clinici europei (Madrid, Oslo, Helsinki e Roma), presentati oggi a Roma in occasione dell‘XI ed ultima Assemblea Generale del progetto europeo Artificial Intelligence MIND (AI-MIND) organizzata da IRCCS San Raffaele Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore (Prof.ssa Rossella Di Bidino), IRCCS Fondazione Policlinico A. Gemelli (Prof. Camillo Marra) e dalla start-up/spin-off accademico Neuroconnect (Prof. Fabrizio Vecchio).

“Il disturbo cognitivo lieve rappresenta uno stadio intermedio tra un normale e fisiologico invecchiamento del cervello e una degenerazione patologica come quella osservata nelle demenze”, spiega il Prof. Paolo Maria Rossini, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’IRCCS San Raffaele di Roma, “questa condizione configura un rischio nettamente aumentato di sviluppare demenza, ma solo in una parte dei soggetti, che nei vari studi fluttua tra il 30 e il 50%, si osserva una reale progressione negli anni successivi”.

Il progetto AI-MIND, avviato nel 2021 e finanziato dalla Commissione Europea con circa 14 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, coinvolge 15 partner provenienti da 8 Paesi europei e oltre 100 ricercatori, tra neurologi, geriatri, bioingegneri, statistici, informatici ed esperti di Health Technology Assessment, con la partecipazione di Alzheimer Europe. Nel nostro Paese la condizione di MCI riguarda oltre 950.000 persone, mentre in Europa si stimano circa 10 milioni di soggetti. “Poiché il quadro di MCI di per sé non implica una perdita di autonomia o deficit clinicamente rilevanti, sarebbe estremamente importante poter identificare il prima possibile chi, all’interno di questa popolazione, ha un rischio elevato di sviluppare demenza e chi no” sottolinea Rossini. Al tempo 0, tra il 2021 e il 2023, i soggetti arruolati, oltre 275 dei quali in Italia, il contingente più ampio dello studio, sono stati sottoposti a valutazioni neuropsicologiche, genetiche e strumentali, inclusi i biomarcatori plasmatici dell’amiloide ed un elettroencefalogramma ad alta densità, ripetuti poi ogni 8 mesi durante il follow-up.

“Un dato di particolare interesse è rappresentato dalle evidenti differenze osservate tra le popolazioni del Nord Europa e quelle dell’area mediterranea”, evidenzia il neurologo “differenze che riguardano i profili di rischio geneticamente determinati, la presenza di amiloide nel plasma, ma anche la definizione e la stadiazione clinica del MCI e l’organizzazione dei sistemi sanitari, con importanti ricadute sulla capacità di diagnosi precoce”. In particolare, nei Paesi del Nord Europa è più frequente la presenza di una variante genetica, chiamata APOE e4, nota per aumentare il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. In queste stesse popolazioni si riscontrano anche livelli più elevati nel sangue di alcuni biomarcatori associati ai processi neurodegenerativi (p-tau181 e p-tau217), indipendentemente dall’età, dal sesso e dal livello di istruzione. Sia la predisposizione genetica sia questi marcatori biologici sono oggi considerati indicatori di un rischio più alto di evoluzione verso l’Alzheimer. Queste differenze geografiche persistono anche dopo il controllo per i principali fattori demografici e suggeriscono che, oltre al background genetico, entrino in gioco variabili legate al livello educativo, alle strategie diagnostiche e ai percorsi di pratica clinica propri dei diversi sistemi sanitari.

Osservazioni che “rimarcano con forza l’importanza di armonizzare le procedure e i percorsi dei cittadini europei – aggiunge Rossini – per arrivare a una diagnosi precoce e accurata di una delle principali malattie del terzo millennio”. La vasta mole di dati socio-demografici, clinici, genetici, biologici, neuropsicologici e neurofisiologici raccolti nell’ambito del progetto sarà ora sottoposta ad analisi mediante algoritmi avanzati di intelligenza artificiale. “Ci aspettiamo”, conclude lo scienziato, “l’identificazione di caratteristiche in grado di individuare con precisione i soggetti ad alto rischio di sviluppare demenza in generale e malattia di Alzheimer in particolare”. possibilità di intervento e migliore gestione della malattia.

– foto ufficio stampa IRCCS San Raffaele –

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La Regione stanzia 14 milioni per gli impianti dei rifiuti urbani, Laconi: “Infrastrutture concrete”

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CAGLIARI (ITALPRESS) – “Stiamo investendo su infrastrutture concrete, indispensabili per superare fragilità storiche del sistema e garantire continuità del servizio ai cittadini. La gestione dei rifiuti è una questione ambientale, ma anche di equità territoriale e di responsabilità istituzionale”. Così l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, commenta l’approvazione da parte della Giunta regionale della programmazione delle risorse destinate al completamento e al rafforzamento della rete impiantistica regionale per la gestione dei rifiuti urbani, stanziando oltre 14 milioni di euro nel triennio 2025-2027.

Il provvedimento dà attuazione all’assestamento di bilancio 2025 e si inserisce nel quadro del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, con l’obiettivo di rendere il sistema sardo sempre più efficiente, autosufficiente e capace di sostenere gli obiettivi di economia circolare, in particolare il 70% di recupero di materia, che passa in larga parte da una corretta gestione della frazione organica, la più rilevante per quantità in Sardegna.

9 milioni di euro vanno al Consorzio industriale Nord Est Sardegna-Gallura per la realizzazione della digestione anaerobica nell’impianto di Olbia, fondamentale per il trattamento dell’organico; 1,46 milioni di euro al Consorzio industriale di Cagliari per la realizzazione di platee coperte nell’impianto di compostaggio di Carbonia; 267 mila euro al Consorzio di Macomer per il ripristino funzionale dell’impianto di compostaggio; 4,12 milioni di euro al Consorzio industriale di Cagliari per la riconversione a biostabilizzazione dell’impianto di Capoterra, così da garantire la continuità del servizio anche durante le fermate programmate del termovalorizzatore.

“Questi interventi – conclude l’assessora – servono a chiudere il ciclo dei rifiuti in Sardegna, riducendo le emergenze, migliorando la qualità ambientale e rafforzando la fiducia dei cittadini in un sistema pubblico che deve funzionare sempre, anche nei momenti più delicati”.

-Foto Regione Sardegna-
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Firmato un decreto da 35 milioni per potenziare i laboratori dei Licei musicali e coreutici

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ROMA (ITALPRESS) – “Ho firmato oggi un importante decreto da 35 milioni per potenziare i laboratori di tutti i Licei musicali e coreutici”, dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “La musica rappresenta un patrimonio di emozioni capace di stimolare le sensibilità individuali e di valorizzare i talenti degli studenti, favorisce l’inclusione, contribuisce a contrastare la dispersione scolastica”.

Questo decreto si pone in continuità con le tante iniziative avviate in questi mesi: la previsione dello studio della storia della musica sin dalla Scuola primaria nelle Nuove Indicazioni nazionali, l’istituzione dell’Orchestra nazionale dei Licei musicali, che ha debuttato il 30 ottobre 2025 durante il Giubileo del mondo educativo nell’Aula Paolo VI in Vaticano, il Protocollo d’intesa firmato pochi giorni fa con il Coro dell’Antoniano e la previsione di un’edizione di Scuola Futura a Sanremo dedicata alla musica nelle scuole. “Un impegno che continua nella convinzione che la musica possa contribuire in modo importante alla crescita dei nostri giovani”, conclude il Ministro Valditara

-Foto IPA Agency-
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