Tg Economia – 29/10/2025
Al via la prima Conferenza Nazionale sull’Artico, Rauti: “La nostra sfida è proteggerlo”
ROMA (ITALPRESS) – Un’occasione di dialogo e di confronto tra le amministrazioni, gli enti di ricerca e gli stakeholder nazionali che si occupano della regione artica sempre più centrale e strategica negli equilibri globali. È la prima Conferenza Nazionale “L’Artico, la Difesa e il Sistema Paese nelle nuove sfide della competizione globale” promossa dal Ministero Difesa ed organizzato dal Sottosegretario con delega all’Artico, sub-artico ed Antartide, Isabella Rauti, con esperti e specialisti di settore che hanno tracciato un quadro d’insieme dell’impegno italiano per la regione artica sotto i vari aspetti: scientifico, militare, economico, geopolitico e securitario.
“L’Italia guarda all’Artico e lo considera come la frontiera delle frontiere, questo ci obbliga ad assumere un impegno e una responsabilità perché l’Artico è potenzialità e opportunità, è cruciale per l’autonomia strategica, ma è anche un concentrato di rischi globali per la sicurezza”, Afferma il sottosegretario di Stato alla Difesa, Isabella Rauti. “La nostra sfida è quella di proteggere l’Artico contribuendo al mantenerlo pacifico e sicuro, un’area di dialogo internazionale senza monopoli da parte dei grandi player globali perchè questa è la minaccia e il rischio. Oggi è un’occasione di confronto tra le nostre esperienze e competenze – prosegue – con l’obiettivo di declinare tutto in un modello che a noi piace chiamare ‘sistema Paese Italia’. E’ necessario lavorare insieme con tutte le amministrazioni, gli enti di ricerca e tutti coloro che hanno titolo per una riflessione strategica comune perché ci sono nuove sfide che ci attendono e che stanno trasformando la regione artica in un punto nevralgico per gli equilibri globali”, conclude.
Secondo la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, “sull’Artico si giocherà il futuro”. Per questo c’è la necessità di “garantire l’uso civile della ricerca. Non c’è libertà senza sicurezza e se la ricerca è libera è grazie alla sicurezza. Abbiamo un progetto che stiamo sviluppando da anni in ambito polare e vogliamo alimentare questa collaborazione per formare nuove professionalità e fare della cooperazione, della sicurezza e della ricerca il percorso per affrontare il futuro geopolitico – prosegue -. La novità di oggi è che nel comitato scientifico per l’Artico è stato inserito il Ministero della Difesa, proprio per dare una rappresentazione plastica della collaborazione che deve esistere tra ricerca e Difesa”.
Il Generale Corpo d’Armata Fabrizio Parrulli, Comandante Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari CC, ricorda che “l’Artico è un territorio dalle enormi potenzialità economiche, scientifiche e internazionali. Le nuove lotte aprono fronti di vulnerabilità alle infiltrazioni militari dove la carenza di governance favorisce i traffici illeciti, lo sfruttamento delle comunità indigene, il riciclaggio di denaro. L’Arma, coniugando competenze militari, ambientali oltre che investigative, può a rappresentare un attore chiave e offrire un contributo concreto”, assicura.
L’Amm. Sq. Giuseppe Berutti Bergotto, capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ricorda come “tutte le risorse presenti stiano diventando sempre di più disponibili agli attori regionali. Inoltre, il parziale scioglimento dei ghiacciai ha aperto una opportunità commerciale: la rotta è più corta del 40% di tutte le altre aree del mondo di interesse commerciale e tecnologico. E’ importante preparare il nostro personale ad operare in questi ambienti e testare i nostri sistemi”, spiega.
Il Generale Corpo d’Armata Salvatore Cuoci, Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, evidenza che “l’Artico è lontano ma è sempre più vicino ed è in questo quadro che” si inserisce “l’esercito sfruttando l’esperienza delle truppe alpine già addestrate ad operare nei terreni innevati come quelli montani. Uno sviluppo che avviene in sinergia con i paesi dell’Alleanza. L’esercito, inoltre, vanta una esperienza decennale avendo svolto importanti esercitazioni in Norvegia. L’esercito italiano è determinato a contribuire alla sicurezza di questa regione strategica. Siamo pronti a fare la nostra parte”, aggiunge.
Il Generale Luciano Portolano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, parla di “un ambiente estremo ma che non è ne remoto e ne’ tantomeno marginale. Negli ultimi decenni la regione ha subito trasformazioni profonde riconducibili al surriscaldamento globale e ad altri fattori di carattere geopolitico. La geografia artica è più accessibile ma anche particolarmente appetibile e contesa. A quella estrema latitudine la Russia ha rafforzato la sua presenza militare, occupa il 52% delle coste artiche e dal 2007 Mosca investe nella militarizzazione dell’area. Sarebbe quindi un grave errore considerare l’Artico come una periferia perché che si tratta un crocevia strategico”, avverte.
Infine, il Generale Antonio Conserva, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, ricorda che si tratta di “un ambiente estremo dove nulla può essere dato per scontato. C’è la necessità di avere un lungo raggio di azione con i nostri velivoli e i nostri droni per contribuire, con le altre componenti, a dare capacità di sorveglianza che è un elemento necessario per assicurare sia la difesa che la deterrenza. Siamo presenti e lo saremo perché da quell’area può arrivare una minaccia che ormai è multidimensionale”, conclude.
-Foto xb1/Italpress-
(ITALPRESS).
Mattarella visita la Fondazione Spadolini Nuova Antologia a Firenze
FIRENZE (ITALPRESS) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato la Fondazione Spadolini Nuova Antologia a Firenze.
tvi/mca2
Fonte video: Quirinale
“Prendersi cura di chi cura”, Fondazione Cariplo al fianco del Terzo Settore
MILANO (ITALPRESS) – Il lavoro di cura è al centro di una crisi silenziosa, ma sempre più urgente. A rilanciare una questione cruciale per il Paese è stato l’evento “Prendersi cura di chi cura”, promosso a Milano da Fondazione Cariplo in collaborazione con Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore per discutere le difficoltà nel reperire e trattenere professionisti qualificati nei servizi del Terzo Settore.
Il Quaderno di ricerca n.52, curato dall’Evaluation Lab di FSVGDA, fotografa infatti un mercato del lavoro in forte tensione: da un lato, la domanda di psicologi, educatori e assistenti sociali è in costante crescita; dall’altro, l’offerta fatica a tenere il passo, complici il fabbisogno di personale del settore pubblico e condizioni contrattuali spesso poco attrattive.
Nonostante un aumento del 30% delle iscrizioni universitarie nei corsi di laurea legati alle professioni di cura negli ultimi dieci anni (fa eccezione il settore socio-assistenziale che registra, a partire dal 2020, una diminuzione di circa il 10%), il Terzo Settore fronteggia grosse difficoltà. I dati evidenziano chiaramente le problematicità: stipendi più bassi, carichi di lavoro elevati, limitate prospettive di crescita e una percezione sociale ancora debole del “valore della cura” rendono complesso attrarre giovani professionisti e trattenere personale con esperienza.
Durante l’evento, articolato in tre panel, sono stati discussi i dati raccolti nella ricerca e sono emerse proposte concrete: al di là del nodo di fondo dell’aumento delle retribuzioni, si possono migliorare le condizioni contrattuali, investire in campagne di sensibilizzazione e i programmi di formazione continua, costruire alleanze tra università, enti del Terzo Settore e istituzioni. L’obiettivo? Ridare dignità e attrattività a un insieme di professioni che sono il pilastro del welfare e specchio della nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri.
Tre panel hanno scandito il ritmo dell’incontro, offrendo uno sguardo plurale e approfondito sulle sfide del lavoro di cura. Il primo, “Un valore (s)conosciuto”, ha affrontato le dimensioni culturali, economiche e di genere del lavoro sociale, con interventi di Barbara Da Roit (Università Cà Foscari Venezia), Stefano Granata (Confcooperative Federsolidarietà), Paolo Dell’Oca (Fondazione Archè) e Matilde Zanni (Consorzio dei Servizi Sociali del Verbano). Il secondo, “Dal sapere al saper fare”, ha ragionato sullo sviluppo di competenze specialistiche e trasversali tra formazione accademica e mondo del lavoro, con contributi di Elena Luciano (Università di Milano-Bicocca), Eleonora Cortesi (Consorzio Consolida), Salvatore Semeraro (Consorzio SiR) e Ilaria Botta (Consorzio Il Filo da Tessere). Il terzo, “Utili in tempo utile”, ha messo al centro il protagonismo giovanile e la necessità di transizioni generazionali nelle organizzazioni, con Francesca Gennai (Consorzio Nazionale CGM), Paolo Tartaglione (CNCA Lombardia), Rossana Aceti (Cooperativa Il Pugno Aperto) e Simone Buzzella (Cooperativa Sineresi).
“Il welfare sociale presenta, da tempo, diverse fragilità dovute ad una pluralità di fattori, tra cui l’insufficiente finanziamento, la presenza di forti diseguaglianze territoriali in termini di servizi, il forte squilibrio nell’uso delle risorse destinate più a favore dei trasferimenti monetari piuttosto che al finanziamento dei servizi, un’impostazione che risale a decenni fa e non in grado di rispondere ai cambiamenti demografici e sociali del Paese – afferma Valeria Negrini, Vice Presidente Fondazione Cariplo -. Contemporaneamente questa fragilità mette sempre in maggior evidenza la funzione ed il senso del welfare, come presidio di diritti fondamentali quali la salute e il benessere collettivo della comunità. La necessità di ripensare il nostro modello di welfare intreccia profondamente anche la necessità di ripensare il lavoro educativo e di cura; una sfida che è sia culturale che professionale. Richiede infatti competenze trasversali, in grado di tenere insieme sapere tecnico, sensibilità sociale e visione comunitaria. Nonostante ciò, una percentuale molto alta dei laureati in queste professioni – in gran parte donne – continua a operare in contesti poco valorizzati e mal retribuiti”.
“Nel Terzo Settore – aggiunge – il turnover giovanile raggiunge il 35,8%, segno di una crescente frustrazione. Fondazione Cariplo mira a diffondere una nuova visione del lavoro, che metta al centro il valore umano e sociale del prendersi cura. Riconoscere la portata trasformativa di queste professioni è il primo passo per restituire dignità, riconoscimento e prospettive a chi costruisce quotidianamente coesione e benessere collettivo”.
Fondazione Cariplo ha annunciato l’intenzione di proseguire il lavoro avviato con il Quaderno, continuando il suo impegno sul capacity building e sviluppo organizzativo grazie al Bando Riprogettiamo il futuro, promuovendo una nuova narrazione sul lavoro sociale e sostenendo azioni sperimentali per rafforzare la sostenibilità organizzativa delle realtà non profit.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
Focus Lavoro & Welfare – Puntata del 29 ottobre 2025
ROMA (ITALPRESS) – L’impatto della crisi demografica sul welfare e le possibili misure per affrontarlo, le difficoltà nell’incontro tra domanda e offerta di occupazione, le conseguenze dell’innovazione tecnologica sul mercato del lavoro. Sono questi alcuni dei temi affrontati nella diciannovesima puntata del Focus Lavoro&Welfare, format tv dell’agenzia Italpress a cura di Cesare Damiano, che intervista Natale Forlani, presidente dell’Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche).
sat/azn


