Da Storie Vicentine, la storia della chiesa longobarda di San Martino fino a dopo il restauro.
Le chiese longobarde a Vicenza furono costruite nei punti strategici dove i guerrieri longobardi avevano i posti di guardia per il controllo del territorio. Anche se hanno subito trasformazioni nel corso dei secoli, sono una suggestiva testimonianza dell’architettura e dello spirito religioso dell’Alto Medio Evo.
La chiesa di S. Martino costituisce uno dei più rilevanti esempi di architettura religiosa altomedievale del territorio di Vicenza. Benché ristrutturata nel XV e ancora nel XVII secolo, la chiesa venne probabilmente eretta in epoca longobarda, tra il VII e l’VIII secolo d. C., sfruttando preesistenze di epoca romana, come documentato da elementi lapidei e laterizi inglobati nelle murature e affioranti anche nei campi circostanti. L’edificio è situato nella parte settentrionale della città di Vicenza, immediatamente a sud di un ramo del fiume Bacchiglione. La chiesa di San Martino si trovava quindi in un punto strategico; la vicinanza allo stesso ponte la portava a essere al centro di un importante traffico, non solo viario, ma anche fluviale.
La presenza di un insediamento è suffragata dal ritrovamento di significative testimonianze archeologiche affioranti nel terreno circostante la chiesa, quali resti fittili e ossei, frammenti di coppi ed embrici di epoca romana derivanti anche da sepolture del tipo ‘alla cappuccina’, nonché numerose schegge di pasta vetrosa di colore nero, identificabili come scarti di una lavorazione del ferro eseguita secondo tecniche arcaiche. Il fabbricato si compone di due parti, una adibita ad abitazione e l’altra a luogo di culto; quest’ultima è di forma rettangolare e misura 9,3 metri di lunghezza per 4,8 metri di larghezza.
Nel corso dei secoli ha subìto parecchie manomissioni e per tale motivo molte parti non sono appartenenti all’impianto originario. La costruzione addossata al fianco meridionale, ricordata come casa dell’eremita, si sviluppa su due piani, e potrebbe essere la dimora voluta dalla famiglia possidente per garantire un ministro del culto (forse un monaco) sempre presente per le celebrazioni private; l’epoca della sua erezione è ignota. (Arch. Gabriele Zorzetto)
RESTAURO DELLA CHIESA: L’opera diretta dagli architetti Blandini e Zorzetto ha avuto la menzione d’onore alla sesta edizione del Premio Internazionale Domus Restauro e Conservazione ideato da Fassa Bortolo e dall’Università di Ferrara.
Progettisti: Studio Vetere, arch. Angela Blandini, arch. Gabriele Zorzetto, Vicenza Opere edili: Zambello Impresa Costruzioni srl, Vicenza
Opere di restauro: Arcart srl, Montecchio Maggiore, Vicenza
Opere in ferro: Zospa sas di E. Spagnolo & M. De Zorzi, Costabissara, Vicenza Pavimenti in legno: Trevisan Luigino & Figli snc, Vicenza
Serramenti: Falegnameria Novello, Vicenza
Di Gabriele Zorzetto da Storie Vicentine n. 13-2023
Il quinto appuntamento de L’Olimpico incontra il pubblico, la serie di incontri di approfondimento che accompagnano gli spettacoli del 76° Ciclo dei Classici al Teatro Olimpico di Vicenza “Stella Meravigliosa”, Direzione Artistica di Giancarlo Marinelli, incontri promossi e organizzati dal Ciclo dei Classici, aperti al pubblico e gratuiti, è in programma sabato 14 ottobre alle 10.00 in Basilica Palladiana.
L’incontro prevede interventi diversi, una riflessione a più voci dedicata ad un tema importante come il “Teatro. La Porta del Tempo. Il tempo della tragedia, il tempo dell’azione, il tempo degli dèi”, un invito a riflettere sulla potenza dei classici e sulla capacità delle arti sceniche e performative di trasformare una sequenza lineare di momenti (il “Chronos” degli antichi) in un unico “istante opportuno”, in grado di fissare per sempre emozioni e valori, sottraendoli all’usura data dallo scorrere degli anni.
Per fare questo saranno chiamati a confrontarsi artisti e studiosi di diversa estrazione, accomunati dalla passione per la ricerca e dal desiderio di percorrere il confine che da ciò che è noto ci porta a scoprire ciò che non conosciamo. Si tratti di letteratura, archeologia, arti sceniche o bellezza. Perché i Classici sono sempre fonte d’ispirazione per leggere l’attualità, tesi al futuro “un passo innanzi a noi”.
Si avvicenderanno in Basilica Palladiana per portare la loro visione di tempo, bellezza, rappresentazione: Christian Greco, egittologo e direttore del Museo Egizio di Torino; Caterina Barone, critico teatrale e studiosa di storia del teatro antico greco e latino; Ferdinando Ceriani, regista; Diego Dalla Palma, imprenditore e icona del mondo dello stile e dell’immagine Made in Italy, Maria Elisa Avagnina, storica dell’arte e vicepresidente dell’Accademia Olimpica. Dialogherà con loro, a distanza, Sergio Perosa, linguista, critico letterario, traduttore, professore emerito dell’Università ca’ Foscari e accademico olimpico, mentre a moderare gli interventi sarà il giornalista Lorenzo Parolin (Il Giornale di Vicenza).
L’incontro viene costruito come un dialogo a più modulazioni, per restituire al pubblico la pluralità e la ricchezza del mondo che, nel tempo, si è costruito attorno all’esperienza teatrale. E per riprodurre, in un luogo simbolico per la Città di Vicenza come la Basilica Palladiana, la dimensione polifonica di un Ciclo dei Classici che più che in altre occasioni ha voluto intrecciare linguaggi, storie ed esperienze diverse, da Eschilo a Parise con i suoi Americani a Vicenza, passando per due figure del mito come Odisseo e Circe, il tutto guidato dalla “Stella Meravigliosa” evocata nel titolo che si rifà al romanzo del 1962 di Yukio Mishima.
L’Olimpico incontra il pubblico è parte del 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, promosso dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il contributo del Ministero della Cultura, con la Media partnership di Rai Radio3; è realizzato in collaborazione con D-Air Lab come main partner, AGSM AIM SpA come sponsor e Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo e Burgo Group come sostenitori.
L’incontro “Teatro. La Porta del Tempo. Il tempo della tragedia, il tempo dell’azione, il tempo degli dèi”, in programma in Basilica Palladiana sabato 14 ottobre alle 10.00, è aperto al pubblico ma è richiesta la prenotazione, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Sarà un Concerto di Beneficenza –lunedì 16 Ottobre 2023 alle 20.45 presso il Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza – a celebrare i vincitori del Premio Nazionale delle Arti PNA Sezione Strumenti a Fiato, Sottosezione Ottoni, organizzato dal Conservatorio di Musica di Vicenza “Arrigo Pedrollo”in collaborazione con la Fondazione San Bortolo e il Comune di Vicenza, con il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca, della Regione del Veneto e della Provincia di Vicenza.
Il concorso della sottosezione Ottoni del PNA 2023 sarà, infatti, ospitata a Vicenza presso il Conservatorio e l’evento vedrà esibirsi, oltre a formazioni musicali del Conservatorio Pedrollo, i cinque Vincitori delle cinque categorie. Oltre 30 i partecipanti da tutta la penisola selezionati dai tanti conservatori, eccellenze tra i giovani studenti. Da Vicenza parteciperanno 3 candidati e la giuria sarà assegnata direttamente dal Ministero.
Ad oggi il Conservatorio segue la formazione di oltre 700 studenti nelle varie specializzazioni.
La finalità del Concerto dal titolo “Quel che solo tu puoi fare, è straordinario” sarà quella di contribuire a migliorare gli ospedali vicentini a favore di tutti i pazienti, un dono come vero valore distintivo di una Comunità, attraverso l’impegno della Fondazione San Bortolo in tutta la provincia.
La serata sarà anche l’occasione per esprimere ancora una volta, come Comunità Cittadina, un forte NO alla violenza e riconoscere il valore unificante ed inclusivo dell’Arte e in particolare della Musica.
Il Concerto di beneficenza infatti sarà dedicato alla memoria del giovane cornista Giovanbattista Cutolo, barbaramente assassinato per futili motivi all’alba del 31 Agosto 2023, a Napoli, e vedrà la presenza della madre dello stesso, Dott.ssa Daniela Di Maggio. A lui verrà dedicata anche una Borsa di Studio messa a disposizione dal Conservatorio Pedrollo.
Il Direttore del Conservatorio, Stefano Lorenzetti ha così presentato l’evento: “Siamo onorati di avere il Premio Nazionale delle Arti a Vicenza per la sottosezione Ottoni e siamo ancora più orgogliosi di aver istituito la Borsa di Studio a nome del cornista Giovanbattista Cutolo e di poter sostenere il lavoro della Fondazione San Bortolo. Invitiamo tutti a partecipare”.
“Vogliamo che la musica e il Conservatorio rappresentino il valore dell’inclusività – ha sottolineato l’assessore alla cultura del Comune di Vicenza Ilaria Fantin – per questo il Conservatorio si apre anche agli eventi e Vicenza diventa città universitaria con nuove opportunità per i giovani musicisti”.
“La Fondazione San Bortolo opera in tutti gli ospedali della provincia per poter intervenire ed essere di supporto nelle situazioni di emergenza rispetto alla gestione quotidiana – spiega il presidente Franco Scanagatta – Gli ospedali sono di tutti e vorremmo che il nostro simbolo del cuore crociato fosse un punto di riferimento a favore di tutti i pazienti”.
Ha concluso gli interventi il Presidente del Conservatorio, Francesco Passadore: “Solo lavorando insieme come fanno i musicisti di un’orchestra, è possibile realizzare grandi obiettivi. Questa è una regola nella musica ma anche nella vita, per questo promuoviamo valori come il rispetto, la stima reciproca e la collaborazione con gli enti e le realtà del territorio”.
Il concerto di beneficenza è aperto a tutto il pubblico, si richiede la prenotazione al link https://bit.ly/FSB161023 o direttamente dal sito o dai social della Fondazione San Bortolo, la partecipazione è consigliata con una donazione consapevole di 10€ e il ricavato sarà destinato a sostenere i progetti della Fondazione San Bortolo, in specifico alla Terapia Intensiva Neonatale.
Anche quest’anno il Gruppo archeologico CRT propone un ciclo di conferenze organizzate in collaborazione con l’assessorato alla cultura e i Musei civici di Vicenza. Sede privilegiata sarà il Museo Naturalistico Archeologico che ospiterà gli incontri, a cadenza mensile, nella giornata di domenica alle 17. Con il titolo generale “L’archeologia e la scienza raccontano” saranno affrontati temi eterogenei su cui relazioneranno alcuni prestigiosi studiosi in ambito archeologico.
Il ciclo di conferenze organizzate dal Gruppo archeologico CRT si apre quest’anno il 29 ottobre con l’intervento del direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, è dedicata al suo nuovo libro “Alla scoperta di Tutankhamun” e per l’occasione si svolgerà nel salone della Basilica palladiana alle 18. La conferenza è organizzata grazie anche alla collaborazione con il progetto Relazionésimo che ha allestito nel salone della Basilica, dove si svolgerà la conferenza la mostra, aperta fino al 10 dicembre, “La proporzione aurea. Un viaggio tra emozioni, armonia e conoscenza”.
Durante la conferenza di Greco sarà illustrato l’evento deflagrante del ritrovamento della sepoltura del giovane faraone. Ancor oggi lo studio della tomba continua a fornire nuove informazioni, svelando le tessere di un mosaico di storie intrecciate risalenti a 3.370 anni fa.
I posti sono tutti esauriti. Nel caso in cui alle 18 ci fossero posti rimasti liberi verranno assegnati a chi si presenterà.
La rassegna proseguirà domenica26 novembre conAnnalisa Pedrotti, professore associato all’Università di Trento, che prenderà in considerazione “Ötzi l’uomo dei ghiacci, eccezionale esempio del rapido evolversi dei metodi scientifici in archeologia”. Questa mummia naturale, grazie al suo ottimo stato di conservazione, ha consentito di ricostruire le condizioni di vita di un uomo all’inizio dell’età del Rame.
Domenica 28 gennaioAlessia Fassone, curatore del Museo Egizio, intratterrà il pubblico su “Gli Egizi a tavola. Cibo per il corpo e per lo spirito”. Grazie alle raffigurazioni sui monumenti e al ritrovamento eccezionale di alimenti nella tomba di Kha e Merit, è oggi possibile ricostruire la dieta degli antichi Egizi. Analisi sulle mummie e sperimentazioni di produzione alimentare gettano nuova luce su vari aspetti della quotidianità antica.
Domenica 25 febbraio sarà la volta di Flavia Frisone, professore ordinario all’Università del Salento, che si occuperà di “Antiche epigrafi e nuove tecnologie. Da Scipione Maffei al digitale”. L’epigrafia è una disciplina di straordinaria importanza perché permette di leggere le antiche fonti scritte esattamente come erano state redatte all’epoca, così da indagare e conoscere, non solo la storia ufficiale, ma anche quella di gente comune nella sua quotidianità.
Domenica 21 aprile Marisa Rigoni, già direttore della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, esaminerà “Il campo romano di Schio-Santorso. Dati di scavo e problemi aperti”. Si tratta di un’area archeologica che continua a riservare sorprese, come testimonia anche la mostra permanente sugli accampamenti romani ispirata alle attestazioni in loco.
Domenica 26 maggio Andrea Russo, Maresciallo dei Carabinieri TPC, affronterà “La tutela del patrimonio archeologico” dalla prospettiva della polizia giudiziaria, considerando lo status giuridico del bene archeologico in maniera esauriente ed esaustiva. Il suo percorso abbraccia la problematica a tutto tondo: dal danno causato dagli scavi clandestini e dal loro contrasto, alla preziosa attività del Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri (TPA).
L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento dei posti
Per informazioni e modalità di prenotazione: inviare una email a [email protected] oppure un messaggio al 3515409028
Luglio, agosto e settembre confermano il trend in crescita del dei visitatori nei musei e monumenti civici della città di Palladio.
Il mese con un afflusso più consistente si è dimostrato essere agosto, con 41.848 visitatori, seguito da settembre con 38.341 e luglio con 32.345.
Il maggior polo di attrazione rimane il Teatro Olimpico con 15.316 visitatori in agosto e 40.960nel trimestre estivo. Segue la Basilica Palladiana con 13.873 in agosto e 37.425 nel trimestre.
Comparando i dati di luglio, agosto, settembre 2023 con gli stessi mesi del 2018 e 2019 (precovid) e 2022, Vicenza vede un importante aumento degli ingressi. Nel 2018 si riscontravano 102.614 visitatori, il 2019 aveva evidenziato un calo (95.906), il 2022 vedeva la ripresa con 105.229 visitatori, che nel 2023 sono arrivati a essere 112.534.
«La città ospita anche nei prossimi mesi eventi culturali di altissimo livello, iniziative di valorizzazione del Museo civico di Palazzo Chiericati con ospiti illustri, attività dedicate ai più piccoli all’interno dei siti museali, un progetto espositivo in Basilica e tante altre iniziative in grado di attrarre il turista ed invogliarlo a restare in città. I numeri in crescita ci portano ad incrementare un piano di promozione turistica e nuove idee e strategie di progettazione» spiega l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin.
Vicenza e i musei civici sono apprezzati dai Paesi oltre frontiera. Oltre la metà, il 53%, arriva dall’estero, mentre il 47% dall’Italia. I turisti stranieri provengono da Francia 18,80%, Germania 16,52%, Stati Uniti 10,18%, Spagna 9,45%, Regno Unito 5,72%
Nel centenario della nascita di Italo Calvino, anche Vicenza celebra l’autore de “Il barone rampante”, “Il sentiero dei nidi di ragno” e “Le città invisibili”, nato il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas (Cuba) e morto il 19 settembre 1985 a Siena.
L’assessorato alla cultura, turismo e attrattività della città e la Biblioteca civica Bertoliana, in collaborazione con Accademia Olimpica, assessorato all’istruzione, Gallerie d’Italia – Vicenza, Il Giornale di Vicenza, Bill Territoriale Vicentina, Alessandra Vignato, organizzano a partire dall’11 ottobre la rassegna “Italo Calvino 100. Le idee, vivendole liricamente”.
Il titolo trae spunto da una frase di una lettera di Calvino allo scrittore vicentino Guido Piovene, conservata in Biblioteca Bertoliana, che sintetizza l’obiettivo della ricca proposta culturale: declinare le suggestive “idee” di Italo Calvino attraverso varie espressioni liriche, concerti, presentazione di libri, letture e laboratori per bambini e ragazzi, conferenze e spettacoli teatrali, per tornare a scoprire l’universo di parole e pensieri, ma anche di impegno politico e sociale di uno degli scrittori italiani più importanti del secondo Novecento.
L’assessore alla cultura, turismo e attrattività della cittàIlaria Fantin spiega il senso della rassegna: «Italo Calvino scriveva nel suo saggio Mondo scritto e mondo non scritto che “la lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre”: con questa rassegna, che abbiamo voluto ideare insieme alla Biblioteca Bertoliana e che nuovamente ci ha permesso di fare “comunità” con le importanti realtà culturali della città con le quali condividiamo e promuoviamo anche questo progetto, abbiamo voluto proporre iniziative di promozione alla lettura per tutti, per piccoli e grandi, per stimolare il desiderio di tornare a leggere e meditare il ricco mondo di Calvino, che continua a trasmettere valori di profonda leggerezza che ci aiutano a capire anche il nostro mondo interiore».
«L’iniziativa ci ha visto da subito presenti a sostenerla – precisa l’assessore all’istruzione Giovanni Selmo – perché Italo Calvino è annoverato tra gli autori BILL, la “biblioteca della legalità”, un progetto che questo assessorato promuove insieme a BILL Territoriale Vicentina e che nasce per diffondere la cultura della legalità e della giustizia tra le giovani generazioni attraverso la promozione della lettura: con i suoi libri Calvino educa sempre alla giustizia, al rispetto della natura, alla pacifica e costruttiva convivenza civile, valori che dobbiamo essere in grado, con la nostra azione politica quotidiana, di condividere e trasmettere”.
L’occhio del possibile. Italo Calvino tra pittura e fotografia
a cura dei Servizi educativi delle Gallerie d’Italia – Vicenza
prenotazione obbligatoria: Numero Verde 800.167619 | [email protected]
CONVEGNO
martedì 17 ottobre – ore 17 | Biblioteca civica Bertoliana, sede di Palazzo Cordellina
Tra le parole di Calvino: giornata di studi su Italo Calvino a 100 anni dalla nascita
saluto di Giovanni Luigi Fontana; con Marcello Ghilardi, Paolo Lanaro, Valeria Mancini, Francesco Mezzalira, Paolo Vidali; coordinamento di Luciano Zampese
a cura di Accademia Olimpica
LETTURA TEATRALE CON LABORATORIO per bambine/i 5-8 anni
mercoledì 18 ottobre – ore 16.30 | Biblioteca di Riviera Berica
mercoledì 25 ottobre – ore 16.45 | Biblioteca di Biblioteca Villaggio del Sole
mercoledì 8 novembre – ore 17.30 | Biblioteca di Biblioteca Anconetta
sabato 28 ottobre – ore 17 | Biblioteca civica Bertoliana, sede di Palazzo Cordellina
E le stelle ci stanno a guardare. Dialogo e suggestioni musicali tra noi e il cielo nei personaggi di Italo Calvino e nelle immagini delle alte quote dolomitiche
con Alessandra Vignato, Giorgio Agazzi, Antonio Riva Barbaran, Beatrice Niero, Andrea Picco
a cura di Biblioteca civica Bertoliana
READING
giovedì 9 novembre – ore 18 | Biblioteca civica Bertoliana, sede di Palazzo Cordellina
Noi e la leggerezza: da Calvino a Whatsapp
con Massimiano Bucchi e la partecipzione di Enea DJ
a cura di Biblioteca civica Bertoliana
AVVENTURE TRA LE PAGINE – LEGGIAMO AL MUSEO per le scuole secondarie di primo grado
venerdì 10 novembre – ore 9 e 11.30 | Gallerie d’Italia – Vicenza
Laboratorio didattico di Sara Colaone sul libro a fumetti Il barone rampante (Mondadori 2023)
a cura dei Servizi educativi delle Gallerie d’Italia – Vicenza, in collaborazione con Biblioteca civica Bertoliana, Assessorato all’istruzione – Progetto Leggere Insieme, BILL Territoriale Vicentina
prenotazione obbligatoria: Numero Verde 800.167619 | [email protected]
LIBRI DA LEGGERE per ragazze/i 9-13 anni e famiglie
venerdì 10 novembre – ore 17 | Biblioteca civica Bertoliana, sede di Palazzo Cordellina
Sara Colaone presenta il libro a fumetti Il barone rampante (Mondadori 2023); in dialogo con Alberto Ostini; modera Paola Cortiana.
a cura di Biblioteca civica Bertoliana, in collaborazione con Gallerie d’Italia – Vicenza, Assessorato all’Istruzione – Progetto Leggere Insieme, BILL Territoriale Vicentina
CONFERENZA
venerdì 24 novembre – ore 18 | Biblioteca civica Bertoliana, sede di Palazzo Cordellina
Eterotopie del desiderio. Italo Calvino e Le città invisibili
con Andrea Tagliapietra e Valentina Sperotto
a cura di Biblioteca civica Bertoliana
LETTURA SCENICA
sabato 25 novembre – ore 18 | Odeo Teatro Olimpico
Un re in ascolto
con Matteo Cremon, sound design di Andrea Santini, collaborazione artistica e regia di Valentina Brusaferro
a cura dell’Assessorato alla cultura, al turismo e all’attrattività della città
CONFERENZA
giovedì 7 dicembre – ore 17 | Museo civico di Palazzo Chiericati
La città dell’abisso. I “sogni di pietra” di Piranesi e l’influenza delle Carceri d’Invenzione nell’Otto e nel Novecento: divagazioni calviniane
con Alessandro Martoni
a cura dei Musei civici di Vicenza
VETRINA ESPOSITIVA
11 ottobre – 23 dicembre | Biblioteca civica Bertoliana, sede di Palazzo Cordellina
“le idee, vivendole liricamente”: lettere autografe di Italo Calvino a Guido Piovene
a cura di Biblioteca civica Bertoliana; visitabile durante gli eventi a nel Palazzo
RASSEGNA CONCERTISTICA
15 ottobre – 24 marzo | Gallerie d’Italia – Vicenza
Pomeriggio tra le Muse 2023-2024. Leggerezza
con Ensemble Musagète
a cura delle Gallerie d’Italia – Vicenza
prenotazione obbligatoria: numero verde 800.167619 | [email protected]
A SCUOLA DI CALVINO
venerdì 22 marzo | Aula Magna Liceo “Quadri”
Giornata conclusiva per illustrare le migliori attività svolte nelle classi sulla scrittura di Calvino
Mercoledì 11 ottobre alle 18 la Biblioteca Bertoliana presenta il nuovo libro di Beatrice Peruffo “Terre avvelenate S.p.A.”, edito da Linea (2023), nella sede di Laghetto (via Lago di Pusiano 3).
La presentazione del libro di Beatrice Peruffo – che sarà presente per l’occasione, in dialogo con lo scrittore vicentino Paolo Stella – è inserita in “Quartieri letterari”, l’iniziativa della Biblioteca Bertoliana che porta gli autori nei quartieri cittadini in un’opera di disseminazione della cultura, e rientra nel progetto Bill (Biblioteca della legalità), che mira a diffondere la cultura della legalità e della giustizia tra le giovani generazioni attraverso la promozione della lettura.
Il romanzo per ragazzi racconta la storia del piccolo Mamadou, raccoglitore nell’immensa discarica di Mbeubeuss (Senegal), che verrà adottato da una coppia di giovani veneti. Diventato studente di agraria, viene scelto come componente della task force costituita a seguito di casi di avvelenamento di api, per indagare su un intricato traffico di pesticidi illegali; il frutto delle loro indagini porterà a scoperchiare una complessa rete di traffici di rifiuti tossici e di tanto altro ancora.
Beatrice Peruffo è dottore di ricerca in biologia evoluzionistica, con una seconda laurea in psicologia. Insegna scienze naturali in un liceo scientifico e si interessa di questioni legate alla didattica delle scienze e all’apprendimento del sapere scientifico. Oltre a “Terre Avvelenate S.p.A.”, ha pubblicato i romanzi per ragazzi “Oceani di plastica” (Raffaello, 2019), “Raffa e Margot nella villetta degli orrori” (Terra Nuova Edizioni, 2021), “Le Anite. Profumo di miele e propoli” (Linea Edizioni, 2023) e il libro rivolto ai docenti “Leggere e scrivere la scienza” (Zanichelli, 2010).
L’ingresso all’evento è libero fino ad esaurimento dei posti. Per informazioni: [email protected], 0444 578265.
Le fattorie didattiche sono una realtà ancora poco conosciuta nel nostro territorio, ma in fase di espansione. Sono aziende agricole che organizzano esperienze e laboratori per adulti e bambini. C’è chi fa raccogliere frutta e verdura, chi fa avvicinare agli animali da allevamento e chi fa creare veri e propri prodotti, dalla natura al confezionato. Esperienze originali come fare l’agricoltore per un giorno sono molto apprezzate da scuole e famiglie.
Noi siamo andati a visitare la fattoria didattica “La Greppia” di S. Tomio di Malo, un’azienda agricola a conduzione familiare che produce per lo più latte, formaggi, yogurt, e dessert di panna cotta o frutta mescolata allo yogurt. Qui infatti è presente una grande stalla con circa 140 mucche, compresi i vitellini. E’ gestita dai coniugi Fabio e Denise Scorzato. “La Greppia significa la mangiatoia- spiegano i coniugi Scorzato-. Siamo iscritti come fattoria didattica dal 2012, anche se gestiamo la fattoria dal 2001”.
Fabio, qual è la storia della vostra azienda?
“Alla fine degli anni ’60, i miei genitori scesero dalle colline che circondano S. Tomio per instaurare la propria azienda agricola in pianura. Da quel momento parte quella che, di generazione in generazione, è l’attuale fattoria. Dal 2001 l’azienda è condotta da me e mia moglie Denise. I miei genitori Gaetano ed Odilla fanno parte dello staff aziendale, assieme a quattro dipendenti. Si tratta di un allevamento di vacche per la produzione di Latte di Alta Qualità con trasformazione di parte del latte, vendita e fattoria didattica.
Vengono prodotti circa 7 mila quintali di latte annui che sono destinati alla cooperativa Latterie Vicentine per le varie trasformazioni (ad esempio Asiago DOP, Grana Padano DOP, Latte alimentare, burro) e al laboratorio aziendale.
Dal 2004 le vacche vivono in una nuova stalla attrezzata per il loro benessere e per la qualità del lavoro degli operatori. L’azienda si è quindi costituita di 3 aree. C’è la stalla che ospita 130 animali, con i locali per la mungitura e lo stoccaggio del latte. C’è poi un’area dedicata all’immagazzinamento degli alimenti per la mandria e al ricovero delle attrezzature per le lavorazioni aziendali. E’ presente poi un’area in cui si trasforma il proprio latte, vendendo agri-yogurt e agri-dessert nell’incluso punto vendita.
Vengono coltivati mais, sorgo zuccherino, erbaio, erba medica e prato stabile su una superficie di circa 50 ettari, in comune di Malo e Isola Vicentina. Tutto il prodotto finale delle coltivazioni è destinato all’alimentazione delle bovine. L’azienda acquista sul mercato la quantità di alimenti mancante a soddisfare il fabbisogno della mandria.
E’ Fattoria Didattica della Regione Veneto dal 2012 con operatori formati e qualificati. Può accogliere scuole, anziani, famiglie, diversamente abili, gruppi di amici, presentando loro varie proposte : gite, visite guidate, feste di fine anno, laboratori, percorsi, passeggiate, centri estivi, animazione e pacchetti regalo.
Dal 2017 La Greppia diventa “AgriYogurteria”: trasforma parte del proprio latte in agri-yogurt e agri-dessert. Inizia così un mercato iper specializzato nel panorama dell’agricoltura, facendo scoprire un mondo dello yogurt molto più vasto di ciò che normalmente si conosce (yogurt classici, salati, drink, kefir, compatto, ecc). Vende i propri prodotti nel punto vendita aziendale, nel distributore H24 e presso i negozi di fiducia”.
Quali esperienze si possono provare come fattoria didattica?
“Organizziamo visite, laboratori, percorsi e feste negli ambienti del latte alla scoperta degli alimenti per gli animali, delle coltivazioni di mais, sorgo, erba medica e prato stabile e del laboratorio dove trasformiamo il nostro latte in agri-yogurt e altre delicatezze.
Le esperienze in fattoria si suddividono in due momenti. Uno comprende la visita guidata alla stalla, conoscendo le mucche, la loro alimentazione e il loro ciclo di vita, la mungitura e la trasformazione del latte. Un secondo momento sarà, invece, dedicato a dei laboratori a scelta. Ad esempio, si può effettuare un percorso sensoriale per scoprire la composizione della razione data agli animali. Si possono classificare i foraggi utilizzando delle griglie descrittive e provare a creare un mix di foraggi da portare alle mucche.
Oppure ci si può cimentare con la trasformazione dello yogurt, scoprendone i gusti e i profumi con l’utilizzo dei cinque sensi. Si possono poi degustare le proprie creazioni.
Oppure è possibile esplorare il prato vicino l’azienda, per riconoscerne erbe, foraggi e fiori, parlando così di stagionalità e di biodiversità. Infine, è possibile creare un pupazzo con il fieno da portare a casa.
Oppure si può fare un’esperienza pomeridiana concreta di mungitura (per scoprire le tante attenzioni nascoste dietro ad un litro di latte) e allattamento dei vitellini, per poi concludere con una degustazione dei prodotti della fattoria”.
Quali sono i prodotti finiti?
“Oltre a latte e formaggi e miele, abbiamo tutto il settore della yogurteria con agri dessert, agri yogurt, yogurt drink, cremini, panna cotta al pistacchio, agri kefir, yogurt salato, yogurt ai vari tipi di miele e tante altre golosità che si possono degustare qui da noi”.
Il valore aggiunto della fattoria “La Greppia” è anche quello di far conoscere e sperimentare al visitatore tutti i passaggi dalla mungitura al prodotto confezionato. Ogni cosa fatta dall’inizio alla fine con le proprie mani e con la propria fatica, sembra poi ancora più buona, genuina e gustosa.
La storia di Porta Santa Croce raccontata da Storie Vicentine.
La costruzione delle mura su disegno di Bartolomeo D’Alviano partiva da Porta Santa Croce e raggiungeva Porta San Bortolo ed erano munite di torri rotonde per offrire minor presa ai cannoni delle prime neonate artiglierie. Una prima cinta muraria a Vicenza risale al secolo X0 dopo l’invasione degli Ungheri anno 899 sconfitti da Ottone I0 di Sassonia, dopo questi eventi si torna ad una relativa calma. Ma i Vicentini memori dei pericoli corsi e dei danni sofferti, cominciarono a pensare ad un sistema difensivo che un po’ alla volta si estese a tutta la città. In antichi documenti si ricorda la Torre Coxina detta anche dell’Osservatorio o del Territorio a Ponte degli Angeli e parte del campanile di San Felice.
La prima cinta partiva da San Felice, Mure Pallamano, Ponte Furo, Porton del Luzzo, Piazzola Gualdi, Contrà del Guanto, Ponte delle Barche, Ponte degli Angeli, Canove, Motton Posterla, cingeva l’area dell’antica città Romana Le mura erano circondate da fosse profonde nelle quali scorrevano le acque del Bacchiglione e della Seriola (detta anche Bacchiglioncello).
Delle torri che proteggevano le porte oggi non rimangono che i nomi tra- mandati dalle cronache o documenti. Il Decreto Edilizio del 1208 presenta una situazione di vie e case piuttosto caotica. La torre di Piazza o Torre dell’orologio, acquistata dal Comune nel 1220 era di proprietà dei fratelli Vito e Gualdiniello de’ Bissari. La vicina torre del Tormento o del Girone o delle Prigioni era circondata da mura merlate. Lo Statuto del 1264 faceva obbligo ad ogni nuovo podestà di erigere 100 pertiche di mura dove era necessario, 1 pertica circa 3 metri.
L’Astico, attorno all’anno 1000, provenendo dalla Chiesa dell’Aracoeli e passando per il Borgo di Santa Lucia, passava sotto al Ponte degli Angeli e andava ad incontrarsi con il Retrone arrivando a Pusterla, l’Astichello girava in un fossato toccando le Canove Vecchie e sfociava nel Retrone, dell’ Astichello e della sua derivazione si ha notizia dal 1237.
L’area attualmente occupata dal Teatro Olimpico e dal Palazzo del Territorio era circondata da mura merlate e la Torre chiamata Coxina o di Arpolino o del Territorio era il centro difensivo, più tardi trasformata in campanile. Mastino II° della Scala (1329-1351) nel 1343 diede il via ad una massiccia fortificazione della città, continuata dai suoi successori, allo scopo di salvare la Signoria Scaligera. Gli Scaligeri volevano inoltre proteggere la via per Verona con altre fortificazioni come La Rocchetta, che era un castello incernierato tra Porta Nova e San Rocco, aveva quattro torri agli angoli, ampio fossato e ponti levatoi, era il posto centrale del sistema difensivo sulla strada per Verona.
1381- Si comincia a costruire la cinta del Borgo di Porta Nova per arrivare a Santa Croce.
Giugno 1435
I Vicentini chiesero al Governo Veneto che il Borgo Posterla, fosse messo in sicurezza con mura e porte sino al “monasterium Sancti Bartholomei” il Doge Francesco Foscari approvava il disegno dell’architetto militare vicentino Bartolomeo D’Alviano.
La costruzione delle mura partiva da Porta Santa Croce, raggiungeva Porta San Bortolo, le mura erano munite di torri rotonde, per offrire minor presa ai cannoni delle prime neonate artiglierie. Luigi da Porto scrive che Bartolomeo d’Alviano, capitano della Serenissima, voleva ampliare il sistema difensivo, scavando una fossa attorno alle mura molto profonda. I lavori durarono due anni sino al 1509 provocando gravi danni alle culture e pertanto i lavori furono sospesi anche a seguito della sconfitta di Agnadello.
La Porta
Porta Santa Croce datata 1385, si presenta con due passaggi uno carraio l’altro pedonale. Nel frontale sono ben visibili le grosse scanalature dove scorrevano le travi dei due ponti levatoi. Due grandi portoni in legno con borchie metalliche proteggevano l’ingresso. La fortificazione era completata da un torrione di avvistamento. Come si vede nella foto, la fortificazione possedeva una torre di avvistamento, piuttosto alta era scoperta e presentava le usuali merlature.
Nei secoli la torre perse la sua funzione difensiva e di avvistamento per assumere quella di abitazione, tale modifica d’uso comportò apertura di finestre, scanalature per camini, la costruzione del tetto.
Il tutto ha provocato nel tempo ampie lesioni, cancellando le tracce di un’arciera che sicuramente era presente nella torre. Nei sistemi difensivi d’epoca la costruzione delle arcerie nelle cinte murarie e nei castelli era a tholos. Da Porta Santa Croce lungo Viale Mazzini, si estendono le mura sino alla Rocchetta (datata 1365) con torri pentagonali a sperone valide per la difesa dall’artiglieria. La Rocchetta è un notevole fortilizio, verso Verona, caserma e polveriera per i soldati e punto di osservazione militare, la sua importanza difensiva dura sino al 1848 nella difesa di Vicenza. (Nel prossimo numero).
Storie Vicentine ci racconta il patrimonio artistico dell’IPAB di Vicenza.
A Vicenza, dal XII secolo, si svilupparono diverse esperienze assistenziali ed ospitali per iniziativa prima di benemeriti cittadini poi, di confraternite religiose, fraglie professionali, le quali in data 1852 confluirono tutte nelle Congregazione della Carità divenuta nel XX secolo IPAB Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, alle quali la legge affidò la gestione dei patrimoni immobiliari e lasciti artistici ricevute nei secoli da generosi benefattori.
In città si moltiplicarono, spinti dalle regole benedettine gruppi di laici addetti all’assistenza dei pellegrini e dei poveri “per amor di Dio e del prossimo”. È documentato che il 4 gennaio 1123, tal Beltrame riceve dal Vescovo Enrico l’investitura di privilegi per la missione di ospitalità ai bisognosi di assistenza, istituendo un ospitale che si trovava a Ponte Alto, fuori Vicenza. Nel 1134, a Lisiera sulla strada consolare Postumia i benedettini fondarono l’ospedale di San Salvatore e ancora nel 1176 a Porta Santa Croce il Vescovo Ariberto concedeva ai Crociferi un insediamento per la cura delle anime e dei pellegrini nel Borgo di Santa Croce lungo la riva destra del Bacchiglione. Vicenza, durante la dominazione imperiale subì pesanti repressioni dagli Ezzelini di Romano i quali rasero al suolo diversi palazzi e torri dei suoi oppositori, alla morte di Ezzelino III il territorio vicentino trovò un po’ di pace, arrivarono in città gli ordini religiosi dei Francescani e Domenicani (mendicanti) i quali con l’esempio promossero una religiosità conforme allo spirito del Vangelo.
Costruirono chiese, templi come San Lorenzo, Santa Corona, San Rocco opere meravigliose, in cui trovarono dimora funeraria le ricche famiglie. Nel 1260 per curare i lebbrosi si costruì il Lazzaretto. La città cresceva, acquistando fascino antico entro le mura cittadine. I nobili letterati fondarono l’Accademia Olimpica, nacque il Teatro Olimpico i promotori furono Gian Giorgio Trissino, Luigi da Porto, Francesco Chiericati, Bartolomeo Montagna, Gallio Ghellini. La religione ritorna alle origini, nei monasteri e conventi alla preghiera e devozione si affianca la carità e solidarietà, i fanciulli abbandonati (gli esposti) vengono ospitati a San Marcello. Il 17 gennaio 1350, il cavaliere tedesco Alberto di Belant inaugurava in Piazza Duomo l’Ospedale di San Antonio Abate. Le istituzioni si arricchiscono di un enorme patrimonio immobiliare, agricolo e di opere d’arte grazie a donazioni e lasciti della nobiltà.
Nel 1412, muore Zampero dè Proti (Gianpietro) che lascia un testamento documentato per istituire l’Ospizio dei Proti e ancora nel 1815 il nobile Ottavio Trento l’uomo più ricco della città, senza eredi, lascia tutto il suo patrimonio a Vicenza. Nel Monastero delle Abbadesse di San Pietro uno dei più antichi del paese sorgerà l’Istituto Trento, ancora attivo nell’assistenza ai bisognosi.