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Massimo Giletti torna su Rai 3 con la seconda stagione de “Lo Stato delle Cose”

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ROMA (ITALPRESS) – Un racconto contemporaneo, immerso nella complessità dei tempi, che mescola destra e sinistra, il centro e la periferia del mondo, riuscendo a conquistare il pubblico più rigoroso ed esigente. La seconda stagione de “Lo Stato delle Cose”, il programma condotto da Massimo Giletti torna in onda da lunedì 22 settembre in prima serata, alle 21.20, su Rai 3.

“Lo Stato delle Cose” è in continuo cambiamento e, per questo, non si lega ad un format scritto o ad una ritualità televisiva precisa, ma si presenta fluido come la realtà, in costante divenire. L’attualità, la cronaca, la politica, saranno cucite insieme dall’unico filo che da sempre caratterizza i programmi di Massimo Giletti: la ricerca, l’analisi e il racconto dei fatti, dai quali partire per “sapere” e ai quali tornare per “capire”. Le notizie e le storie al centro del dibattito pubblico saranno affrontate con ospiti e linguaggi sempre diversi: testimonianze in studio, servizi, ricostruzioni. Con l’abilità del conduttore che accompagnerà lo spettatore in un racconto che farà da bussola per coinvolgere e mettere ordine agli eventi. Tornano, poi, i “faccia a faccia” di Massimo Giletti con i nomi più prestigiosi del mondo del giornalismo e della cultura italiana e i confronti tra i protagonisti della scena politica che saranno chiamati a “sfidarsi” sui temi più urgenti: ciascuno difendendo il proprio punto di vista, ma accettando le regole di un confronto dialettico con l’avversario. E tornano anche le inchieste, per indagare in profondità e fornire al pubblico tutti gli elementi per informarsi al meglio. Protagonisti saranno anche i cittadini, con le loro denunce e il bisogno di risposte.

“Sarà un racconto nuovo sulla politica, in continuo cambiamento e con un linguaggio fluido. Io definisco Massimo Giletti un narratore civile della contemporaneità e lo fa con un racconto corale, coniugando rigore e tensione emotiva. Un’arena di confronto con l’obiettivo di far emergere le emozioni del nostro paese. Il programma cerca di restituire un’Italia reale, con tutte le sue contraddizioni”, ha dichiarato Paolo Corsini, Direttore Approfondimento.

“C’è ancora gente che ha passione in Italia. Noi creeeremo problemi, apriremo dibattiti. Dentro questa azienda ci sono ancora persone valide. La verità si trova altrove, scaverò. Portare Santoro alla prima puntata, oltre a Boschi e Vannacci, è un grande passo; è importante avere più realtà e chi la pensa diversamente deve avere spazio in una rete pubblica. Non ci si deve mai fermare” ha rivelato Massimo Giletti. “Non ci sarà una scaletta, ma daremo priorità alle tematiche quotidiane che sono più vicine al paese. I numeri servono a fare lavorare nel migliore dei modi e ci stiamo impegnando per questo” ha concluso Giletti. “Lo Stato delle Cose” è un programma di Massimo Giletti, Emanuela Imparato, e di Elisa Esposito. La scenografia è di Maurizio Zecchin. La regia è di Sabrina Busiello.

– foto xr3/Italpress –

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Albanese “Digitalizzare significa accorciare tempi della burocrazia”

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PALERMO (ITALPRESS) – L’appuntamento odierno “mette in evidenza come l’assessorato alle Attività produttive e il governo Schifani si rivolgano alle imprese con un passo diverso: digitalizzare significa soprattutto accorciare i tempi della burocrazia, andare al passo con i tempi in particolare sull’intelligenza artificiale e mettere insieme associazioni di categoria e Camera di commercio per dare un sostegno alle imprese”. Lo ha detto Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio Palermo Enna, a margine di una tavola rotonda per presentare gli Avvisi regionali a sostegno dell’innovazione digitale. xd8/vbo/mca2

Ucraina, Tajani “lavoriamo per costruire una pace giusta”

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PIANDIMELETO (PESARO URBINO) (ITALPRESS) – “Stiamo lavorando per costruire la pace, una pace giusta che garantisca l’integrità dell’Ucraina. Stiamo sostenendo tutti gli sforzi anche degli Stati Uniti per far sì che Putin e Zelensky si mettano attorno a un tavolo”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine di un’iniziativa elettorale a Piandimeleto, nelle Marche.

“Dobbiamo inviare a Mosca un messaggio molto chiaro: basta provocazioni, basta utilizzare i droni per testare le reazioni dell’Occidente, dell’Europa e della Nato, però vogliamo il dialogo, il confronto, vogliamo che si concluda questa stagione di guerra, così come vogliamo che si concluda in Medio Oriente”, ha aggiunto.

– Foto IPA Agency –

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Al Tribunale di Venezia il convegno “La pena utile: i lavori di pubblica utilità come risorsa per la comunità”

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VENEZIA (ITALPRESS) – Si è svolto questa mattina nell’Aula Polifunzionale del Tribunale di Venezia il convegno dal titolo “La pena utile: i lavori di pubblica utilità come risorsa per la comunità”. L’evento, con il Patrocinio del Comune di Venezia, ha approfondito il tema delle misure alternative alla detenzione, con un focus specifico sui lavori di pubblica utilità. L’iniziativa si è proposta di analizzare questa forma di pena non come una semplice alternativa “morbida”, ma come una risorsa vantaggiosa e costruttiva per tutte le parti coinvolte. Un’opportunità di riabilitazione per la persona condannata, uno strumento efficacie per la giustizia e un beneficio tangibile per l’intera collettività.

Nel corso del dibattito, introdotto dal presidente del Tribunale di Venezia Stefano Manduzio, l’assessore alla Sicurezza Elisabetta Pesce ha sottolineato il ruolo del Comune di Venezia. “Il convegno affronta un tema di grande rilevanza – ha affermato l’assessore Pesce – Da anni il Comune di Venezia lo sostiene con azioni concrete, favorendo l’impiego di molte persone in vari lavori di pubblica utilità e quindi in attività a servizio della collettività. La pena alternativa assume un duplice valore: offre un contributo reale alla comunità e, al tempo stesso, rappresenta un’opportunità di responsabilizzazione e reinserimento per le persone coinvolte. E’ doveroso ringraziare quanti, anche tra operatori e associazioni, rendono possibile questo percorso virtuoso, incentrato sulla dignità della persona e sull’interesse collettivo”.

– foto ufficio stampa Comune di Venezia –

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Assegno Unico Universale dell’Inps, nei primi sette mesi erogati alle famiglie 11,5 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Nei primi sette mesi del 2025 sono stati erogati alle famiglie assegni per 11,5 miliardi, che si aggiungono ai 19,9 miliardi del 2024, ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022. Sono i dati contenuti nell’aggiornamento dell’Osservatorio Statistico sull’Assegno Unico Universale dell’Inps.

Sono 6.168.734 i nuclei famigliari che hanno ricevuto l’assegno nel 2025, per un totale di 9.755.848 figli: l’importo medio per figlio a luglio 2025, comprensivo delle maggiorazioni applicabili si attesta su 172 euro, e va da circa 57 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (che per il 2025 è pari a 45.939,56 euro), a 224 euro per la classe di Isee minima (17.227,33 euro per il 2025).

– foto IPA Agency –

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“Regioni al voto: scenari e prospettive politiche”, per gli italiani l’esito delle Regionali non stravolgerà l’establishment

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ROMA (ITALPRESS) – Elezioni a “spezzatino” con le regionali 2025, per cui ci si aspetta elettori demotivati e risultati che poco impatteranno sull’attuale Governo. È questa la proiezione che è emersa durante l’evento “Regioni al voto: scenari e prospettive politiche” organizzato da Core, Youtrend e Italpress. Chi andrà a votare durante le elezioni regionali ha già chiaro che l’esito non stravolgerà l’establishment istituzionale e che ci sarà poco da sorprendersi alla fine di questa tornata elettorale. “Dal punto di vista della stabilità di Governo la partita si giocherà probabilmente più avanti: il 52% degli italiani crede infatti che le regionali non avranno un impatto significativo sulla stabilità del governo, mentre solo il 27% sostiene che il governo ne uscirà rafforzato o indebolito in base all’esito delle regionali’, ha spiegato durante l’evento Giovanni Forti, analista Youtrend, mostrando l’analisi “Amministrative 2025: scenario”, realizzata da Youtrend per Skytg24.

Sette sono le regioni coinvolte per le elezioni Regionali 2025 (Valle D’Aosta, Marche, Calabria, Toscana, Puglia, Campania e Veneto), ma solo un territorio rappresenta davvero l’ago della bilancia in questo appuntamento elettorale. “Lo scenario più probabile è quello di un mantenimento della situazione attuale” – prosegue Forti –“Con le Marche considerate la regione più in bilico”. Nonostante la sua storia di centrosinistra, infatti, la regione non è più percepita come roccaforte “rossa”, così come si potrebbe dire dell’Emilia- Romagna, e oggi è diventata politicamente più simile all’Abruzzo. “Se guardiamo al passato, però, l’esempio dell’Umbria, altra ex regione rossa passata al centrodestra nel 2019 e tornata al centrosinistra nel 2024, lascia aperto lo scenario sulle Marche”. La Regione Marche rappresenterà probabilmente l’ago della bilancia nella tornata autunnale delle regionali. “Il 39% degli elettori non sa prevedere chi vincerà le elezioni, mentre il 36% pronostica la vittoria di Acquaroli e il 25% quella di Ricci”, conclude Forti.

Unica nota sfidante in un panorama politico in cui gli italiani hanno aspettative piuttosto consolidate, soprattutto con la Calabria e la Campania che vedono le altre sfide più aperte. L’evento “Regioni al voto | Scenari e prospettive politiche”, organizzato da Core, Youtrend e Italpress è stato pensato come un focus per comprendere meglio quali siano le priorità politiche che i prossimi candidati sottoporranno agli elettori, da dove partire per la valorizzazione dei territori, dove intervenire per risollevare le sorti del Paese a cominciare dalla governance regionale. Nello specifico, gli italiani si aspettano che il centrosinistra vinca in 3 delle 7 regioni al voto. Il centrosinistra esprimerebbe il presidente in Toscana, Campania e Puglia, mentre in Calabria e Veneto è molto probabile vinca il centrodestra.

A trainare questi pronostici sono stati gli ospiti dell’evento: Gianluca Cantalamessa (Lega), Dario Damiani (FI), Nicola Irto (Pd) e Giulia Pastorella (Azione). Al centro del dibattito non solo il binomio centrodestra-centrosinistra, ma anche il bisogno di ripensare all’offerta politica superando le ingessature partitiche.

Per Cantalamessa (Lega) per esempio, il fattore premiante della coalizione di centrodestra è che “vanta un’unità di obiettivi e valori che si è rivelata vincente dal 92′ a oggi” che comunque ha permesso la sua evoluzione nel tempo, resistendo a epoche e trasformazioni. “Quando scelsi di fondare la Lega a Napoli, nel 2014, non era un bel periodo. Eppure sono stato tra i primi 10 partiti più votati in tutta la città: anche se nel ’95 ero contrario alla Lega Nord, ho fondato il partito a Napoli per una riflessione condivisa, ho ritenuto con la globalizzazione che tutte le identità nelle loro differenze dovessero allearsi contro un progetto globalista che voleva cancellarle”. Indipendentemente dalla coalizione, il fulcro di queste elezioni rimane la stabilità di Governo.

“Mi auguro che dopo queste elezioni si possa arrivare a un’effettiva democrazia dell’alternanza, dove chi governa si passi il testimone” – ha confidato il Sen. Damiani (FI), riallacciandosi alla solidità che il centrodestra ha trasmesso nella sua storia elettorale – “Il centrodestra è da tempo percepito come una coalizione unita, al netto delle fibrillazioni. Questo perché il centrodestra degli ultimi 30 anni pur vivendo momenti diversi, in cui guidava la coalizione di Forza Italia, nella parentesi Lega con i suoi momenti forti, è sopravvissuta fino a oggi, in cui FdI risulta primo partito. Quindi è intrinseco del centrodestra che ci sia un dibattito interno, ciclico, che nell’immaginario della gente non fa comunque la differenza perché si sa già che non andrà mai diviso alle elezioni“. Diverso però è il discorso in quei territori che non sono tradizionalmente di destra. “Ci sono regioni che per noi sono roccaforti rosse da sempre, come l’Emilia-Romagna, la Toscana, ma ce ne sono altre, come la Puglia, che magari hanno un discorso territoriale molto di centrosinistra, ma poi alle elezioni politiche alla Camera vediamo trionfare la coalizione di centrodestra”, ha concluso Damiani.

Se il centrodestra sopravvive con la coalizione, per il centrosinistra è tempo di ripensare al ruolo che ha sui territori e a come la politica debba riconsiderare l’importanza delle Regioni. “Credo che vedere regioni diverse che votano in momenti diversi, le cosiddette ‘elezioni a spezzatino’, sia la dimostrazione di un paese che sta andando nella direzione opposta a quella che vorrebbero gli elettori”, è intervenuto Irto (Pd) – “Per quanto riguarda il dato politico del centrosinistra, c’è da dire che nonostante la retorica sull’unità in Campania, il centrodestra ancora non ha scelto i suoi candidati, così come in Veneto e in Puglia. Se dovessi parlare per la mia parte politica, potrei dire che la sfida che attende il centrosinistra a queste regionali è che nonostante il centrosinistra sulle questioni territoriali sia molto diviso, abbia individuato i suoi candidati. Sicuramente la politica dovrebbe riniziare da queste elezioni ripensando al ruolo delle Regioni”.

I dati sull’affluenza, bassi, invogliano a ragionare sul fatto che gli elettori siano stanchi e demotivati dal continuo ritorno alle urne. C’è bisogno di un cambiamento che, secondo Pastorella (Azione), giace nella coerenza e nelle nuove proposte. “Di queste regionali agli elettori credo importi davvero poco, comprese quelli che li riguardano in prima persona. Il tema vero da affrontare è cosa ci raccontano davvero queste regionali?”, ha spiegato Pastorella. Molto ci dice per esempio la scelta dei candidati del centrosinistra. “Il Pd per esempio si può dire che in Toscana si sia inchinato ai diktat del M5s. Sono convinta che queste regionali decreteranno che fine farà il campo largo nel 2027”, incalzando – “È molto più semplice per il centrodestra affondare le radici nella propria storia che ammettere che in 30 anni siano stati sempre gli stessi 3 partiti. La vera assenza in questa tornata elettorale è che non ci sia stato spazio per un’ala liberale e riformista”. Di fronte alla scelta di non allearsi, Pastorella ha spiegato infatti che “il campo largo non riflette l’offerta che si aspetta l’elettore di Azione. Questa scelta pagherà nel 2026: il nostro elettore ha capito che stiamo lavorando a un’alternativa terzopolista e fuori dalle logiche ingessate del passato”.

Per Pierangelo Fabiano, CEO di Core, ha spiegato che “La comunicazione gioca un ruolo determinante nella costruzione delle identità e delle alleanze, noi di Core riteniamo perciò fondamentale offrire strumenti interpretativi che aiutino a comprendere il presente e ad anticipare i possibili scenari futuri. È questo il contributo che vogliamo portare al dibattito pubblico, alle comunità istituzionali ed economiche che osservano con attenzione l’evolversi del quadro politico del Paese”.

Per Lorenzo Pregliasco, direttore di Youtrend: “Quest’anno non è stato previsto un election day per le regionali: le elezioni si terranno quindi in date diverse, distribuite tra settembre, ottobre e novembre. Questo calendario, di per sé, rende più difficile percepirle come un appuntamento unitario e nazionale. Con questo evento vogliamo fare il punto, offrendo un quadro complessivo che aiuti a leggere le dinamiche dietro queste elezioni frammentate”.

– foto ufficio stampa CORE –

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La Commissione speciale sulla crisi abitativa del Parlamento Europeo fa visita all’Università Cattolica del Sacro Cuore

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MILANO (ITALPRESS) – Ha fatto tappa anche all’Università Cattolica del Sacro Cuore la Commissione speciale sulla crisi abitativa del Parlamento europeo, in questi giorni a Milano nell’ambito di una missione dedicata a valutare gli approcci locali e regionali alla crisi abitativa in Italia e a individuare soluzioni utili a livello europeo.

Ieri pomeriggio, martedì 16 settembre, dopo l’incontro con le autorità locali e regionali, la delegazione europea guidata da Irene Tinagli, Presidente della Commissione HOUS, si è riunita nell’aula Pio XI dell’Ateneo di largo Gemelli per dialogare con i rappresentanti delle università milanesi, della Conferenza Italiana dei Collegi Universitari di Merito e del CUN.

“La delegazione della commissione casa, che ho l’onore di presiedere, ha scelto Milano perché è una città che negli anni ha visto crescere la propria attrattività e quindi la pressione dell’aumento turistico, del numero di studenti, della popolazione e degli investimenti – tutti fattori che hanno fatto salire i prezzi e reso più difficile l’accessibilità alla casa”, ha continuato la Presidente Tinagli. “Allo stesso tempo vediamo a Milano una grande consapevolezza sia da parte delle autorità locali che da parte di tutte le parti sociali, associazioni, imprese, università, fondazioni, che stanno cercando di attivare progetti e collaborazioni per poter dare risposte. Questo rende Milano un caso molto interessante di città che sta cercando di affrontare un problema comune a tutte le grandi metropoli e città europee. Durante la missione abbiamo avuto modo di incontrare tutti questi attori istituzionali e sociali e ciascuno di loro ci ha dato la possibilità di approfondire aspetti rilevanti e diversi del problema”, ha osservato Irene Tinagli.

L’obiettivo del confronto in Cattolica, infatti, è stato raccogliere testimonianze, spunti, riflessioni su buone pratiche e soluzioni innovative in materia di residenzialità universitaria. L’incontro, dunque, ha offerto l’occasione per fare il punto su un tema che ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza, in particolare per i giovani universitari fuori sede. Un aspetto ripreso dall’intervento del Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Elena Beccalli che, aprendo i lavori del tavolo di discussione, ha richiamato l’attenzione sulla questione dell’abitare “divenuta prioritaria per la città e per il paese. Un nodo strategico che può incidere sulla competitività, sull’attrattività e sulla stessa equità sociale”.

Facendo leva su un dato emblematico, il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha ricordato che “Milano è la prima città universitaria nel nostro Paese. I suoi otto atenei, con gli oltre 200mila studenti, dei quali circa il 50% “fuori sede”, rappresentano uno degli attori principali anche dal punto di vista economico, oltre che culturale, educativo e di ricerca scientifica. È quindi necessario assegnare rilevanza alle politiche per rendere l’educazione una priorità dell’agenda politica europea, nazionale e cittadina”.

Una condizione che però, ha puntualizzato il Rettore Beccalli, ancora non “trova realizzazione nella nostra città” come mostrano alcuni dati da cui emerge che “solo 1 studente su 6 riesce a trovare alloggio in uno studentato”. Di qui la necessità di esplorare nuove soluzioni, tra cui, ha suggerito il Rettore Beccalli, “l’incentivazione fiscale per i proprietari privati di alloggi destinati agli studenti fuori sede, schema già attuato in diversi paesi europei” o anche formule come la “convivenza intergenerazionale solidale”.

Secondo il Rettore Beccalli, solo ricorrendo ad “azioni sinergiche tra istituzioni e mondo universitario e a logiche nuove è possibile affrontare il tema dell’abitare, colmando così un divario tanto importante per la città di Milano”.

Al confronto con i deputati UE, moderato dal Pro rettore vicario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Anna Maria Fellegara, tra gli altri, erano presenti per portare la loro testimonianza Francesco Billari, Rettore Università Bocconi, Silvia Mugnano, Delegata alle politiche dell’Ateneo Università degli Studi di Milano-Bicocca, Oscar Bellini, Politecnico di Milano, Elena Marta, Presidente Fondazione EDUCatt, Carla Bisleri, Presidente Conferenza Italiana dei Collegi Universitari di Merito, e due Rappresentanti del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, Tito Rodolfo e Andrea Alberto Frigerio, che nei loro interventi si sono concentrati sull’accessibilità agli alloggi, facendo alcune proposte concrete. La delegazione europea sarà in Italia anche nei prossimi giorni.

Sempre a Milano, dove oggi, mercoledì 17 settembre, visita diversi quartieri della città e incontra organizzazioni della società civile e associazioni interessate per approfondire le cause e le conseguenze della crisi abitativa. Giovedì 18 settembre, i deputati UE sono invece a Palermo per confrontarsi con le autorità regionali e le associazioni locali attive in iniziative di edilizia sociale nella zona.

-Foto Università Cattolica-
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La Regione Veneto premiata da Trenitalia per il numero di dipendenti che utilizzano il treno negli spostamenti casa-lavoro

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VENEZIA (ITALPRESS) – In occasione della prima giornata del Terzo ECO Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti, organizzato in concomitanza con la Settimana Europea della Mobilità, la Regione del Veneto è stata premiata da Trenitalia come miglior ente a livello nazionale per numero di dipendenti che utilizzano il treno negli spostamenti casa-lavoro.

Il riconoscimento è stato assegnato sulla base del maggior numero di abbonamenti sottoscritti, considerando sia enti pubblici sia aziende private. La convenzione stipulata dalla Regione con Trenitalia prevede l’anticipo del costo dell’abbonamento da parte dell’Amministrazione, con successivo rimborso diretto in busta paga. Un modello replicato anche con gli altri principali vettori del trasporto pubblico: oggi sono oltre 1.100 i dipendenti regionali che usufruiscono di questa opportunità per raggiungere il posto di lavoro.

“Questo premio – sottolinea l’Assessore al Personale, Francesco Calzavara – conferma l’attenzione della Regione verso i propri dipendenti, vera risorsa per l’attività amministrativa. Agevolare gli spostamenti, garantire flessibilità oraria e favorire lo smart working significa conciliare meglio vita lavorativa e familiare, aumentando al tempo stesso l’attrattività per i giovani. L’uso del mezzo pubblico, in particolare del treno, rappresenta anche un messaggio di responsabilità ambientale che vogliamo condividere con tutti i cittadini”.

“La Regione – sottolinea la Vicepresidente e Assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti, Elisa De Bertiinveste con convinzione nel trasporto ferroviario quale alternativa sostenibile e concreta al trasporto privato su gomma. Promuovere l’utilizzo quotidiano del treno a partire dalla nostra organizzazione significa dare l’esempio e incentivare una mobilità sostenibile, efficiente e rispettosa dell’ambiente. Questo riconoscimento premia l’impegno della Regione nel rendere il trasporto pubblico più attrattivo non solo per i dipendenti pubblici ma per tutti i cittadini. Continueremo su questa strada con l’obiettivo di sviluppare un sistema di mobilità integrato che coniughi sostenibilità ambientale e qualità della vita”.

-Foto Regione Veneto-
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FIAIP-FIMAA-ANAMA “2 agenti immobiliari esperti nelle commissioni camerali”

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ROMA (ITALPRESS) – La Consulta Interassociativa Nazionale dell’Intermediazione Immobiliare (FIAIP-FIMAA-ANAMA), si è riunita ieri mattina a Roma. La riunione ha visto la partecipazione per le tre Federazioni del Presidente, e attuale Coordinatore della Consulta, Gian Battista Baccarini, del Vicepresidente Vicario Marco Grumetti e del Segretario Nazionale Fabrizio Segalerba per FIAIP, di Maurizio Pezzetta e Luca De Fazi per FIMAA, del Presidente Renato Maffey, del Vicepresidente Vicario Davide Agretti e del Segretario Fabio D’Onofrio per ANAMA.

Al centro dell’incontro tanti temi tra cui il Ddl Concorrenza 2025 all’esame della Commissione IX al Senato in riferimento al quale la Consulta condivide l’importanza che sia previsto un percorso di formazione continua obbligatoria, pena la sospensione dell’abilitazione, così come la necessità di inserire due agenti immobiliari con esperienza professionale di almeno cinque anni tra gli esaminatori nelle Commissioni camerali giudicatrici degli aspiranti agenti immobiliari. Ci si è confrontati anche sull’emanazione del decreto attuativo ministeriale che introdurrà un percorso alternativo di accesso alla professione in riferimento alla L. 57/2001. Affrontati anche temi di grande attualità quali l’emergenza abitativa in relazione alla quale la Consulta ha presentato un documento articolato di proposte, e in materia di locazioni turistiche alla luce delle recenti decisioni della Magistratura e alle numerose impugnazioni del Governo per anticostituzionalità di leggi regionali e provinciali orientate a limitare le locazioni brevi con finalità turistica.

“Interverremo nel Ddl Concorrenza in corso d’esame al Senato, proponendo di introdurre, tra i componenti delle Commissioni Camerali esaminatrici degli aspiranti intermediari professionali, almeno due agenti immobiliari in attività con esperienza professionale minima di cinque anni, così come accade per altre importanti professioni”, dichiarano i rappresentanti della Consulta Interassociativa Nazionale dell’intermediazione immobiliare Baccarini (FIAIP), Pezzetta (FIMAA) e Maffey (ANAMA). “È surreale pensare che, ad oggi, tra gli esaminatori di chi si appresta a svolgere la nostra delicata attività non vi siano degli intermediari professionali in attività che siano competenti nel fare domande strettamente attinenti a questioni operative fattivamente vissute e riscontrabili nella quotidianità evitando che il neo-agente immobiliare possa commettere gravi errori in un ambito così delicato della vita delle persone come l’acquisto di una casa”.

(ITALPRESS).