lunedì, Dicembre 22, 2025
Home Blog Pagina 641

A Sestriere l’ultimo saluto allo sciatore azzurro Matteo Franzoso

0

TORINO (ITALPRESS) – Tutto il mondo degli sport invernali si è stretto attorno alla famiglia Franzoso per l’ultimo saluto a Matteo, lo sfortunato sciatore scomparso a seguito di un incidente avvenuto in allenamento il 13 settembre a 50 km da Santiago del Cile. I funerali di Stato dell’atleta azzurro si sono svolti presso la chiesa di Sant’Edoardo, a Sestriere.

Parenti, amici, atleti di oggi e di ieri e i commilitoni della Guardia di Finanza (Gruppo sportivo Fiamme Gialle) a cui apparteneva il discesista Franzoso si sono stretti intorno a mamma Olga, a papà Marcello e al fratello Michele, alla presenza del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, del presidente del CONI, Luciano Buonfiglio, e del presidente della FISI, Flavio Roda. Il feretro ha raggiunto Sauze di Cesana, dove Matteo Franzoso è stato tumulato al cimitero dell’antica chiesa di San Restituto.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Perego “Siamo in un’epoca di conflitti ibridi, rafforzare la difesa”

0
Perego

ROMA (ITALPRESS) – “Siamo in un’epoca caratterizzata da conflitti ibridi che interessano diversi domini. Parlare di crisi oggi significa adoperarsi per rafforzare la nostra difesa di un concetto più allargato di difesa e sicurezza, e quindi investire in quei domini ad alto contenuto tecnologico e che hanno impatti significativi, come quelli della cyber, dello spazio e della underwater”. Lo ha detto il sottosegretario alla difesa, Matteo Perego di Cremnago, a margine della prima edizione del Policy & Business Forum di Urania.

xc3/ads/mca1

Ucraina, Meloni “Per una pace giusta c’è bisogno di Europa e Usa”

0
Ucraina, Meloni

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Non credo che l’Europa si ambigua nei confronti dell’Ucraina ma credo che dobbiamo lavorare insieme come Occidente se vogliamo portare a casa una pace giusta. C’è bisogno dell’Europa e anche degli Stati Uniti”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un punto stampa a New York dopo l’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu.

xo9/ads/mca1

Meloni “D’accordo con Trump su approccio ideologico a Green Deal”

0
Meloni

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Sono d’accordo sul fatto che un certo approccio ideologico al Green Deal abbia finito per non rendersi conto che stava minando la competitività dei nostri sistemi, quindi ci sono dei passaggi” del discorso di Trump “che ho assolutamente condiviso”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un punto stampa a New York dopo l’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu.

xo9/ads/mca2

Meloni “Riconoscimento Palestina con rilascio ostaggi e senza Hamas”

0
Meloni

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Personalmente continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolva il problema e non produca risultati tangibili e concreti per i palestinesi. “la maggioranza presenterà in aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e ovviamente l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina” Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa a New York dopo l’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu.
xo9/ads/mca2

Meloni “Riconoscimento Palestina con rilascio ostaggi e senza Hamas”

0

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Personalmente continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolva il problema e non produca risultati tangibili e concreti per i palestinesi. Si dice che il riconoscimento della Palestina possa essere un efficace strumento di pressione politica” ma “penso che la principale pressione politica vada esercitata su Hamas”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa a New York dopo l’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu, annunciando che “la maggioranza presenterà in aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e ovviamente l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina. Spero e penso che possa trovare anche il consenso dell’opposizione. Non trova sicuramente il consenso di Hamas e degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buonsenso”, conclude.
(ITALPRESS).

– foto: Ipa Agency –

Meloni “Dalla maggioranza mozione per riconoscere la Palestina senza Hamas e con rilascio ostaggi” / Video

0

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Personalmente continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolva il problema e non produca risultati tangibili e concreti per i palestinesi. Si dice che il riconoscimento della Palestina possa essere un efficace strumento di pressione politica” ma “penso che la principale pressione politica vada esercitata su Hamas”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un punto stampa a New York dopo l’apertura dell’Assemblea generale dell’Onu, annunciando chela maggioranza presenterà in aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e ovviamente l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina. Spero e penso che possa trovare anche il consenso dell’opposizione. Non trova sicuramente il consenso di Hamas e degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buonsenso”, conclude.

“Non credo che l’Europa si ambigua nei confronti dell’Ucraina ma credo che dobbiamo lavorare insieme come Occidente se vogliamo portare a casa una pace giusta. C’è bisogno dell’Europa e anche degli Stati Uniti”, ha detto sull’Ucraina.

“Sono d’accordo sul fatto che un certo approccio ideologico al Green Deal abbia finito per non rendersi conto che stava minando la competitività dei nostri sistemi, quindi ci sono dei passaggi” del discorso di Trump “che ho assolutamente condiviso”, ha aggiunto sul clima.

– foto d’archivio IPA Agency –

(ITALPRESS).

Volvo Trucks porta il suo Driver Alert Support a un livello superiore

0

MILANO (ITALPRESS) – Volvo Trucks aggiorna il suo sistema Driver Alert Support con una telecamera a tracciamento oculare, con l’obiettivo di supportare ancora meglio gli autisti dei camion e aumentare la sicurezza stradale. Le lunghe ore al volante richiedono un’attenzione costante da parte dei camionisti. Volvo ha ora potenziato il Driver Alert Support per migliorare la capacità di rilevare e avvisare i conducenti che mostrano segni di disattenzione o sonnolenza. Lo scopo di questo sistema più avanzato è fornire un supporto migliore agli autisti e contribuire a una maggiore sicurezza sulle strade.

Il Driver Alert Support aggiornato utilizza due telecamere per rilevare segni di sonnolenza o guida disattenta. Una nuova telecamera con tracciamento oculare, posizionata sopra il display laterale del camion, individua i segni di distrazione e avvisa il conducente con un messaggio a comparsa e un segnale acustico. Una telecamera frontale, già parte dell’attuale Driver Alert Support, monitora il comportamento di guida e la posizione del camion rispetto alla corsia e al bordo della strada, rilevando così le caratteristiche tipiche di un conducente assonnato o distratto.

“Dopo diverse ore di guida può essere difficile rimanere vigili e concentrati al volante. Il nostro Driver Alert Support aggiornato è ancora più efficace nel rilevare e avvisare un conducente che mostra segni di sonnolenza o distrazione. Il nostro obiettivo è supportare gli autisti e contribuire a proteggere sia loro sia le persone con cui condividono la strada,” afferma Anna Wrige Berling, Traffic and Product Safety Director di Volvo Trucks.

“Continuiamo a sviluppare e introdurre nuovi sistemi di sicurezza. In Volvo Trucks, la nostra visione a lungo termine è zero incidenti, e la sicurezza è al centro di tutto ciò che facciamo”. Il Driver Alert Support aggiornato soddisfa già la normativa europea aggiornata sulla sicurezza, la General Safety Regulation (GSR2) – inclusa la seconda fase che entrerà in vigore a luglio 2026 e che richiede a tutti i camion dell’UE di essere dotati di sistemi Advanced Driver Distraction Warning (ADDW). La nuova telecamera a tracciamento oculare di Volvo è attiva a velocità superiori a 18 km/h.

Il sistema aggiornato sarà di serie sui camion pesanti Volvo (Volvo FH e FM) e su quelli di media categoria (Volvo FL e FE) nell’UE e in alcuni mercati al di fuori dell’UE, ad esempio Norvegia, Svizzera e Regno Unito. Inoltre, sarà disponibile su ordinazione per altri mercati. Il nuovo sistema entrerà in produzione a novembre 2025. Al di fuori dell’UE, Volvo continuerà a offrire l’attuale Driver Alert Support con la sola telecamera frontale. La sicurezza è un valore fondamentale per Volvo Trucks e i modelli più venduti dell’azienda, il Volvo FH e il Volvo FM, hanno entrambi ottenuto il massimo punteggio di cinque stelle nel primo test di sicurezza Euro NCAP per camion pesanti nel 2024.

foto: ufficio stampa Volvo Trucks Italia

(ITALPRESS).

Mielofibrosi, nasce un progetto per sensibilizzare le istituzioni

0

ROMA (ITALPRESS) – Sensibilizzare le Istituzioni – regionali e nazionali – sui principali bisogni insoddisfatti dei pazienti, sulle loro difficoltà quotidiane, sulla richiesta di opzioni terapeutiche efficaci e di una migliore qualità di vita. E’ questo l’obiettivo delle principali Associazioni di Pazienti che si occupano di neoplasie mieloproliferative, delle quali la mielofibrosi è la forma più rara e grave, che hanno unito le forze e – in occasione del mese di settembre, dedicato alla sensibilizzazione sui tumori ematologici – hanno presentato ai rappresentanti istituzionali il progetto “Uniti per la Mielofibrosi”. Un’iniziativa realizzata con la collaborazione e il patrocinio di AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie – linfomi e mieloma – ETS), A.I.P.A.M.M. OdV (Associazione Italiana Pazienti con Malattie Mieloproliferative), A.PRO.T.I.ON (Associazione per il PROgresso della Terapia Intensiva Oncoematologica), F.A.V.O. (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), Fondazione Renata Quattropani ETS, La Lampada di Aladino ETS. Il Progetto ha anche il patrocinio di Fondazione GIMEMA – Franco Mandelli ONLUS, MPN Advocates Network e S.I.P.O., Società Italiana di Psico-Oncologia, e con il contributo non condizionante di GSK.
Al fine di dare concretezza a queste richieste è stato redatto un Libro Bianco dal titolo “Uniti per la Mielofibrosi – Verso un futuro migliore. Analisi dei bisogni e proposte operative per la gestione della mielofibrosi” e di un Manifesto.
Al centro del Libro Bianco ci sono i racconti del vissuto personale dei pazienti, dei caregiver e il punto di vista dei clinici esperti in quest’area. Ciascuno dei cinque capitoli è dedicato a uno dei bisogni prioritari emersi a seguito di un lavoro di discussione e confronto tra i rappresentanti delle Associazioni di Pazienti dell’Unione.
“Siamo convinti che il Libro Bianco possa svolgere un compito importante: permettere una discussione informata con i decisori che li porti a implementare le giuste strategie affinchè chi convive con questa malattia rara si senta parte di un percorso strutturato, per vivere una vita affettiva e lavorativa piena”, così si legge nell’Introduzione congiunta al Libro Bianco delle Associazioni di Pazienti coinvolte nel progetto.
Ricerca e accesso equo alle cure per investire in nuove terapie, migliorare i trattamenti per l’anemia e garantire che tutti i pazienti, ovunque vivano, possano accedere alle cure più appropriate. Si propone anche di coinvolgere i pazienti nella ricerca e di potenziare la cultura della donazione di sangue e midollo. Cure personalizzate e vicine al paziente per una sanità più flessibile, che usi strumenti come la telemedicina e migliori l’organizzazione delle trasfusioni, anche a domicilio quando possibile. E’ importante investire in strutture moderne e in sistemi digitali efficienti. Supporto psicologico continuo per garantire, sin dalla diagnosi, un supporto psicologico come parte integrante della cura, un percorso incluso nei percorsi terapeutici e accessibile anche a distanza. Sostegno ai caregiver per garantire diritti sul lavoro, aiuti economici, formazione specifica e sostegno psicologico a chi si prende cura di una persona con mielofibrosi. Informazione e formazione per l’accesso a una informazione chiara e accessibile su diagnosi, trattamenti disponibili e diritti garantiti. Si chiede, inoltre, di migliorare la formazione dei Medici di Medicina Generale e degli altri operatori sanitari per garantire diagnosi tempestive e cure adeguate.
“La gestione del paziente con mielofibrosi, specialmente se trasfusione-dipendente, è complessa e richiede un approccio multidisciplinare per affrontare non solo la malattia ematologica sottostante, ma anche i sintomi, le complicanze legate alla patologia e quelle derivanti dalla terapia trasfusionale, con un’attenzione costante alla qualità di vita”, afferma Massimo Breccia, Professore Associato di Ematologia, Dipartimento di medicina traslazionale e di precisione, Sapienza Università-Azienda Policlinico Umberto I di Roma.
I cinque punti hanno dato vita al “Manifesto dei Pazienti con Mielofibrosi”, un documento sintetico destinato a rappresentare in modo autentico i bisogni, le istanze e le aspettative delle persone che convivono con questa malattia rara. Il Manifesto, firmato dalle Istituzioni che hanno sostenuto il progetto, tra cui gli Onorevoli Simona Loizzo, Ilenia Malavasi, Gian Antonio Girelli, Andrea Quartini, Luciano Ciocchetti, il Senatore Ignazio Zullo, il Consigliere di Regione Lombardia Giulio Gallera e la Dottoressa Manuela Tamburo De Bella di Agenas, è un vero e proprio appello rivolto a loro, con proposte concrete per migliorare la qualità della vita dei pazienti e costruire una sanità più equa e vicina ai bisogni dei pazienti. A livello regionale, alcune esperienze già attive dimostrano come modelli organizzativi basati sull’integrazione tra ospedale e territorio, la medicina di iniziativa e le reti clinico-assistenziali rappresentino solide fondamenta per migliorare accesso alla diagnosi, gestione specialistica e supporto globale al paziente. Estendere tali modelli in modo omogeneo sul territorio nazionale può contribuire a ridurre le disuguaglianze e a costruire un sistema realmente equo. Sul piano nazionale, emerge la necessità di un’azione sistemica: rendere operative le linee guida, attivare i PDTA, potenziare i centri trasfusionali e la telemedicina e sviluppare una rete complessiva di presa in carico. E’ inoltre cruciale attribuire centralità alle Associazioni di pazienti, coinvolgendole attivamente nella definizione delle priorità e nella valutazione delle politiche sanitarie, favorendo un’assistenza più empatica e personalizzata. La formazione continua dei Medici di Medicina Generale, l’istituzione di tavoli tecnici permanenti, il rafforzamento del supporto psicologico e dell’assistenza domiciliare sono elementi chiave per rendere la gestione della mielofibrosi un vero paradigma di buona sanità.
“Attualmente, la presenza di ematologi e personale specializzato sul territorio è limitata – spiega infatti Francesca Palandri, Medico Ematologo, IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Istituto di Ematologia “Seràgnoli” – e, spesso, le associazioni di volontariato non riescono a coprire tutte le necessità dei pazienti a domicilio. Rafforzare l’assistenza territoriale, con la presenza di infermieri ed ematologi del Servizio Sanitario Nazionale che possano seguire i pazienti a casa, faciliterebbe il monitoraggio clinico, la gestione delle terapie e il coordinamento con i centri specialistici”.
“Quando lo psico-oncologo fa parte a tempo pieno dell’èquipe curante – spiega Gabriella De Benedetta – Psicologa-psicoterapeuta, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli – può incidere positivamente sull’esperienza di malattia, che si tratti del primo impatto, delle problematiche che insorgono durante il percorso di cura o della fase di adattamento alla cronicità. L’importante è creare consapevolezza nel paziente e nei suoi familiari, intervenendo non “al bisogno”, ma normalizzando il percorso e gestendo tutto il processo di comunicazione con un’unica regia”.

– foto ufficio stampa GSK –
(ITALPRESS).

Mielofibrosi, nasce un progetto per sensibilizzare le istituzioni

0

ROMA (ITALPRESS) – Sensibilizzare le Istituzioni – regionali e nazionali – sui principali bisogni insoddisfatti dei pazienti, sulle loro difficoltà quotidiane, sulla richiesta di opzioni terapeutiche efficaci e di una migliore qualità di vita. E’ questo l’obiettivo delle principali Associazioni di Pazienti che si occupano di neoplasie mieloproliferative, delle quali la mielofibrosi è la forma più rara e grave, che hanno unito le forze e – in occasione del mese di settembre, dedicato alla sensibilizzazione sui tumori ematologici – hanno presentato ai rappresentanti istituzionali il progetto “Uniti per la Mielofibrosi”. Un’iniziativa realizzata con la collaborazione e il patrocinio di AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie – linfomi e mieloma – ETS), A.I.P.A.M.M. OdV (Associazione Italiana Pazienti con Malattie Mieloproliferative), A.PRO.T.I.ON (Associazione per il PROgresso della Terapia Intensiva Oncoematologica), F.A.V.O. (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), Fondazione Renata Quattropani ETS, La Lampada di Aladino ETS. Il Progetto ha anche il patrocinio di Fondazione GIMEMA – Franco Mandelli ONLUS, MPN Advocates Network e S.I.P.O., Società Italiana di Psico-Oncologia, e con il contributo non condizionante di GSK.
Al fine di dare concretezza a queste richieste è stato redatto un Libro Bianco dal titolo “Uniti per la Mielofibrosi – Verso un futuro migliore. Analisi dei bisogni e proposte operative per la gestione della mielofibrosi” e di un Manifesto.
Al centro del Libro Bianco ci sono i racconti del vissuto personale dei pazienti, dei caregiver e il punto di vista dei clinici esperti in quest’area. Ciascuno dei cinque capitoli è dedicato a uno dei bisogni prioritari emersi a seguito di un lavoro di discussione e confronto tra i rappresentanti delle Associazioni di Pazienti dell’Unione.
“Siamo convinti che il Libro Bianco possa svolgere un compito importante: permettere una discussione informata con i decisori che li porti a implementare le giuste strategie affinchè chi convive con questa malattia rara si senta parte di un percorso strutturato, per vivere una vita affettiva e lavorativa piena”, così si legge nell’Introduzione congiunta al Libro Bianco delle Associazioni di Pazienti coinvolte nel progetto.
Ricerca e accesso equo alle cure per investire in nuove terapie, migliorare i trattamenti per l’anemia e garantire che tutti i pazienti, ovunque vivano, possano accedere alle cure più appropriate. Si propone anche di coinvolgere i pazienti nella ricerca e di potenziare la cultura della donazione di sangue e midollo. Cure personalizzate e vicine al paziente per una sanità più flessibile, che usi strumenti come la telemedicina e migliori l’organizzazione delle trasfusioni, anche a domicilio quando possibile. E’ importante investire in strutture moderne e in sistemi digitali efficienti. Supporto psicologico continuo per garantire, sin dalla diagnosi, un supporto psicologico come parte integrante della cura, un percorso incluso nei percorsi terapeutici e accessibile anche a distanza. Sostegno ai caregiver per garantire diritti sul lavoro, aiuti economici, formazione specifica e sostegno psicologico a chi si prende cura di una persona con mielofibrosi. Informazione e formazione per l’accesso a una informazione chiara e accessibile su diagnosi, trattamenti disponibili e diritti garantiti. Si chiede, inoltre, di migliorare la formazione dei Medici di Medicina Generale e degli altri operatori sanitari per garantire diagnosi tempestive e cure adeguate.
“La gestione del paziente con mielofibrosi, specialmente se trasfusione-dipendente, è complessa e richiede un approccio multidisciplinare per affrontare non solo la malattia ematologica sottostante, ma anche i sintomi, le complicanze legate alla patologia e quelle derivanti dalla terapia trasfusionale, con un’attenzione costante alla qualità di vita”, afferma Massimo Breccia, Professore Associato di Ematologia, Dipartimento di medicina traslazionale e di precisione, Sapienza Università-Azienda Policlinico Umberto I di Roma.
I cinque punti hanno dato vita al “Manifesto dei Pazienti con Mielofibrosi”, un documento sintetico destinato a rappresentare in modo autentico i bisogni, le istanze e le aspettative delle persone che convivono con questa malattia rara. Il Manifesto, firmato dalle Istituzioni che hanno sostenuto il progetto, tra cui gli Onorevoli Simona Loizzo, Ilenia Malavasi, Gian Antonio Girelli, Andrea Quartini, Luciano Ciocchetti, il Senatore Ignazio Zullo, il Consigliere di Regione Lombardia Giulio Gallera e la Dottoressa Manuela Tamburo De Bella di Agenas, è un vero e proprio appello rivolto a loro, con proposte concrete per migliorare la qualità della vita dei pazienti e costruire una sanità più equa e vicina ai bisogni dei pazienti. A livello regionale, alcune esperienze già attive dimostrano come modelli organizzativi basati sull’integrazione tra ospedale e territorio, la medicina di iniziativa e le reti clinico-assistenziali rappresentino solide fondamenta per migliorare accesso alla diagnosi, gestione specialistica e supporto globale al paziente. Estendere tali modelli in modo omogeneo sul territorio nazionale può contribuire a ridurre le disuguaglianze e a costruire un sistema realmente equo. Sul piano nazionale, emerge la necessità di un’azione sistemica: rendere operative le linee guida, attivare i PDTA, potenziare i centri trasfusionali e la telemedicina e sviluppare una rete complessiva di presa in carico. E’ inoltre cruciale attribuire centralità alle Associazioni di pazienti, coinvolgendole attivamente nella definizione delle priorità e nella valutazione delle politiche sanitarie, favorendo un’assistenza più empatica e personalizzata. La formazione continua dei Medici di Medicina Generale, l’istituzione di tavoli tecnici permanenti, il rafforzamento del supporto psicologico e dell’assistenza domiciliare sono elementi chiave per rendere la gestione della mielofibrosi un vero paradigma di buona sanità.
“Attualmente, la presenza di ematologi e personale specializzato sul territorio è limitata – spiega infatti Francesca Palandri, Medico Ematologo, IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Istituto di Ematologia “Seràgnoli” – e, spesso, le associazioni di volontariato non riescono a coprire tutte le necessità dei pazienti a domicilio. Rafforzare l’assistenza territoriale, con la presenza di infermieri ed ematologi del Servizio Sanitario Nazionale che possano seguire i pazienti a casa, faciliterebbe il monitoraggio clinico, la gestione delle terapie e il coordinamento con i centri specialistici”.
“Quando lo psico-oncologo fa parte a tempo pieno dell’èquipe curante – spiega Gabriella De Benedetta – Psicologa-psicoterapeuta, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli – può incidere positivamente sull’esperienza di malattia, che si tratti del primo impatto, delle problematiche che insorgono durante il percorso di cura o della fase di adattamento alla cronicità. L’importante è creare consapevolezza nel paziente e nei suoi familiari, intervenendo non “al bisogno”, ma normalizzando il percorso e gestendo tutto il processo di comunicazione con un’unica regia”.

– foto ufficio stampa GSK –
(ITALPRESS).