lunedì, Dicembre 22, 2025
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Flotilla, Schlein “Gli attivisti fanno quello che dovrebbero fare i governi europei”

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ROMA (ITALPRESS) – La Global Sumud Flotilla sta facendo quello che avrebbero dovuto fare i governi europei, una grande missione umanitaria, partita dal basso pacifica, stanno facendo loro quello che avrebbero dovuto fare i governi europei e non accettare di veder marcire centinaia di camion di aiuti”. Lo ha detto la deputata e segretaria del Pd, Elly Schlein, intervenendo sull’informativa del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sugli attacchi a danno della Global Sumud Flotilla. “Una voce che non può essere ignorata, chiarisce che quello che stiamo vedendo non solo è inaccettabile – ha aggiunto Schlein -, ma segna un baratro nella storia dell’umanità”

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

Flotilla, Israele propone di scaricare gli aiuti nei porti dei paesi vicini

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministero degli Esteri di Israele ha proposto agli organizzatori della Global Sumud Flotilla una soluzione alternativa per la consegna degli aiuti diretti a Gaza, ribadendo che non consentirà la violazione del blocco navale. “Abbiamo un’altra proposta per la flottiglia Hamas-Sumud: se non si tratta di provocazione e di un’iniziativa a sostegno di Hamas, siete liberi di scaricare tutti gli aiuti che potreste avere in qualsiasi porto di un Paese vicino, fuori da Israele, da dove potranno essere trasferiti pacificamente a Gaza. Israele non consentirà alle navi di entrare in una zona di combattimento attiva e non permetterà la violazione di un legittimo blocco navale”, ha annunciato il ministero degli Esteri israeliano in una nota.

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Ucraina, Meloni “La Russia non vuole sedersi al tavolo della pace”

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “Tra i principali conflitti in corso, c’è la guerra d’aggressione su larga scala della Federazione Russa contro l’Ucraina. Tre anni e mezzo fa, il 24 febbraio 2022, Mosca ha deciso di attaccare Kiev. E io penso che non si sia riflettuto abbastanza sulle conseguenze di quella scelta e su un punto che considero fondamentale: la Federazione Russa, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha deliberatamente calpestato l’articolo 2 dello Statuto dell’Onu, violando l’integrità e l’indipendenza politica di un altro Stato sovrano, con la volontà di annetterne il territorio. E ancora oggi non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

sat/mca2
Fonte video: Palazzo Chigi

Meloni “Hamas ha scatenato guerra, ma Israele ha superato limite”

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “La ferocia e la brutalità” dell’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023, “la caccia ai civili inermi, hanno spinto Israele ad una reazione, in principio, legittima. Perché ogni Stato e ogni popolo ha il diritto di difendersi. Ma la reazione a una aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. Vale per gli individui, e vale a maggior ragione per gli Stati. E Israele ha superato quel limite, con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

sat/mca2
Fonte video: Palazzo Chigi

Marc Marquez a un passo dal titolo Mondiale “Vicino a chiudere un cerchio”

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ROMA (ITALPRESS) – “Mi piacerebbe lottare per la vittoria, perché significherebbe avere l’opportunità di vincere il campionato mondiale. Mi aspetto che Alex (suo fratello, ndr.) sia veloce per tutto il weekend. Il nostro obiettivo è chiudere il campionato iridato qui. C’è un’atmosfera per cui alla gente sembra sia facile vincere, ma non lo è: Alex sta guidando molto bene, cercheremo di fare del nostro meglio e vedremo se potremo celebrare qualcosa di importante domenica. Ma se così non sarà, aspetteremo. Sono molto vicino a chiudere un cerchio aperto cinque anni fa con un infortunio molto grave“. Così Marc Marquez (Ducati), in conferenza stampa, alla vigilia del primo giorno in pista del GP del Giappone, diciassettesimo appuntamento di MotoGP.Gli ultimi anni sono stati estremamente difficili, io stesso penso di aver perso 2, 3 anni come pilota, perché ero più a casa che in pista. Ma nella vita privata ho imparato molte cose e questo mi piace. Questa è la mia seconda vita in MotoGP”, ha aggiunto lo spagnolo.

“Ho imparato a minimizzare i rischi e a rispettare i tempi di recupero da un infortunio. Il valore di un titolo è sempre lo stesso. Quello del 2013 è stato importante ma è arrivato all’ultima gara a Valencia e, in quella occasione, è stato più difficile controllare le emozioni. Qui mancano ancora sei gare”, ha concluso Marc Marquez, a un passo dal titolo mondiale.

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Arrestato un latitante nel siracusano, aveva arsenale in un covo

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CATANIA (ITALPRESS) – La Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 35 anni, latitante da circa un anno. Si nascondeva in un covo creato ad arte collegato con un altro appartamento a disposizione di un familiare, potendosi così spostare agevolmente e comunicare con un sistema di interfono a circuito chiuso in modo da rendere le comunicazioni non intercettabili credendo di garantirsi così una latitanza tranquilla. L’uomo, lentinese, 35 anni, è stato sorpreso ed arrestato, a seguito di una mirata attività d’indagine effettuata dai poliziotti del Commissariato di Lentini che avevano notato dei movimenti sospetti negli appartamenti in cui l’uomo si era assicurato la copertura familiare ed ambientale.

pc/mca2
Fonte video: Polizia di Stato

Meloni all’Assemblea Onu, l’Italia in equilibrio sul filo sottile

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di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Ventiquattr’ore dopo Donald Trump, che dal podio dell‘Assemblea Generale aveva fatto tremare i muri del Palazzo di Vetro con il suo attacco frontale all’Onu e al segretario generale Guterres, e poche ore dopo l’intervento del presidente iraniano, è salita la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Lo ha fatto parlando in italiano – una lingua che non è tra le sei ufficiali delle Nazioni Unite – ma che, grazie al lavoro simultaneo dei traduttori nelle cabine, è risuonata in inglese, francese, russo, cinese, spagnolo e arabo. La premier ha voluto imprimere il suo segno in un contesto segnato dalle spaccature più profonde degli ultimi anni.

“Viviamo in una fase storica sospesa tra guerra e pace”, ha esordito, ricordando che nel mondo sono in corso 56 conflitti armati, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale. Sull’Ucraina, Meloni non ha esitato: “La Federazione Russa, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha calpestato l’articolo 2 dello Statuto Onu”. Una condanna netta, con l’accusa a Mosca di non volersi sedere a nessun tavolo di pace. Sul Medio Oriente, la leader italiana ha cercato una linea difficile, quasi impossibile, tra le pressioni americane e la spinta europea. “Israele aveva diritto a difendersi, ma ha superato il limite della proporzionalità”, ha detto, annunciando che Roma voterà a favore di alcune sanzioni proposte dall’Ue. Ma subito ha ricordato che “la guerra è stata scatenata da Hamas, e Hamas può fermarla liberando gli ostaggi”.

Sul riconoscimento dello Stato palestinese, Meloni ha ribadito la linea storica dell’Italia, ma con paletti chiari: “Il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e l’esclusione di Hamas dal futuro governo della Palestina”. È qui che si vede il tentativo di equilibrio: non isolarsi dall’Europa, che spinge per il riconoscimento immediato, ma non urtare gli Stati Uniti, che chiedono di aspettare. La premier ha poi rilanciato la battaglia italiana per una riforma delle Nazioni Unite: “Multilateralismo e diplomazia senza istituzioni che funzionano sono solo parole vuote”.

No a nuovi seggi permanenti, sì a una rappresentanza più equa, in linea con le proposte del gruppo Uniting for Consensus. Meloni ha anche difeso il Piano Mattei per l’Africa, rivendicando che “a differenza di altri attori, l’Italia non ha secondi fini” e annunciando la conversione di oltre 235 milioni di euro di debito in progetti di sviluppo. Non sono mancate le stoccate all’ambientalismo europeo: “I piani verdi stanno portando alla deindustrializzazione molto prima che alla decarbonizzazione“. Una linea che la colloca in sintonia con Trump, che ventiquattr’ore prima aveva definito la transizione energetica “un disastro”.

Il messaggio che emerge dal podio dell’Onu è quello di un’Italia che cerca di restare in equilibrio su un filo sottilissimo: solidale con Kiev, critica verso Israele ma senza sconfessare Washington, aperta al dialogo sull’Africa e attenta a non restare isolata in Europa. Come la Germania, anch’essa Paese sconfitto della Seconda guerra mondiale e con basi americane sul proprio territorio, l’Italia non può ancora permettersi una politica estera troppo indipendente dagli Stati Uniti. Ma prova comunque, tra un colpo al cerchio e uno alla botte, a tenere viva la sua voce.

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Nove grandi banche europee uniscono le forze per lanciare una stablecoin

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MILANO (ITALPRESS) – Nove grandi banche europee – ING, Banca Sella, KBC, Danske Bank, DekaBank, UniCredit, SEB, CaixaBank e Raiffeisen Bank International – hanno unito le forze per lanciare una stablecoin denominata in euro e conforme alla normativa MiCAR. Questo strumento di pagamento digitale, che sfrutta la tecnologia blockchain, mira a diventare uno standard europeo di pagamento affidabile nell’ecosistema digitale.

“La stablecoin consentirà pagamenti e regolamenti quasi istantanei e a basso costo – si legge in una nota -. Permetterà l’accesso 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a pagamenti internazionali efficienti, a pagamenti programmabili e a miglioramenti nella gestione della supply chain e nei regolamenti degli asset digitali, che possono variare dai titoli alle criptovalute. La stablecoin sarà regolamentata dal “Markets in Crypto-Assets Regulation” (MiCAR) dell’UE e dovrebbe essere emessa nella seconda metà del 2026″.

Il consorzio, con le banche citate come membri fondatori, ha costituito una società nei Paesi Bassi, con l’obiettivo di ottenere la licenza come istituto di moneta elettronica sotto la supervisione della Banca centrale olandese. Il consorzio è aperto all’adesione di altre banche. Un amministratore delegato sarà nominato nel prossimo futuro, previa approvazione dei regolatori.

“L’iniziativa fornirà una vera alternativa europea al mercato delle stablecoin dominato dagli Stati Uniti, contribuendo all’autonomia strategica dell’Europa nei pagamenti. Le singole banche saranno in grado di fornire servizi a valore aggiunto, come wallet di stablecoin e servizi di custodia”, prosegue la nota. Fiona Melrose, Responsabile Group Strategy & ESG di UniCredit ha commentato: “In UniCredit crediamo nell’importanza di un’Europa più forte e nel potere del dialogo costruttivo e della collaborazione. Entrando a far parte di questo consorzio di banche europee leader, contribuiamo a soddisfare l’esigenza di una soluzione affidabile e regolamentata per i pagamenti e i regolamenti on-chain, aprendo la strada a un nuovo standard nel settore delle risorse digitali che sosterrà la crescita e la sovranità finanziaria dell’Europa. Ciò riflette la nostra convinzione che l’Europa può prosperare quando le sue istituzioni lavorano insieme”. 

“Sella si è sempre distinta per il suo approccio innovativo, volto ad immaginare e costruire il futuro che verrà, guardando ai bisogni dei clienti e non solo alle opportunità del mercato. Da tre anni ci siamo focalizzati sulle tecnologie DLT e digital asset con un competence center dedicato, perché siamo convinti che la convergenza tra finanza tradizionale e decentralizzata sia la chiave per sviluppare nuovi modelli di servizio. L’ingresso nel consorzio stablecoin europeo, che abbiamo sostenuto sin dall’inizio, rappresenta uno dei passaggi cruciali del nostro percorso strategico sui digital asset: il nostro obiettivo è offrire soluzioni innovative che rendano più semplici ed efficienti le transazioni finanziarie, sia nel mercato europeo sia su scala”, ha dichiarato Andrea Tessera, Chief Innovation Officer di Sella.

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Flotilla, Crosetto “Il Governo italiano esprime la più ferma condanna per gli attacchi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Dopo gli attacchi alla Global Sumud Flotilla, gli attivisti parlano di una azione condotta con sciami di droni, una decina di imbarcazioni, forse di più, sono state colpite, fortunatamente senza feriti”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo alla Camera, sugli attacchi a danno della Global Sumud Flotilla.

“Tra coloro che navigano sulla Flotilla ci sono anche attivisti italiani – ha aggiunto Crosetto -. È evidente dunque che quanto accaduto riguarda da vicino il nostro paese, la sicurezza dei nostri connazionali in acque stranieri”. Il ministro Crosetto ha ribadito che “il governo italiano ha espresso ed esprime la più ferma condanna per quanto avvenuto. Azioni come queste sono totalmente inaccettabili”.

“Per garantire assistenza ai cittadini italiani presenti sulla Flotilla, dopo aver sentito il presidente del Consiglio, ho autorizzato l’intervento immediato della fregata della Marina Militare che già si trovava in navigazione a nord di Creta – ha spiegato il ministro – Successivamente a questa missione, mi sono permesso di porre una domanda: è proprio necessario mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini italiani per far giungere gli aiuti a Gaza? – ha aggiunto Crosetto – E mi sono attivato, anche mettendomi in contatto con molti parlamentari, il governo ha sostenuto lo sforzo umanitario per l’aiuto alla Striscia, e siamo in grado di far raggiungere, anche oggi, in piena sicurezza, tutti gli aiuti che la Flotilla sta portando”.

Il ministro Crosetto ha ricordato: “Siamo stati in prima linea nell’alleviare le sofferenze della popolazione civile colpita da Hamas. Centinaia di palestinesi hanno ricevuto cure, assistenza sanitaria”. 

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Gaza, Meloni “Hamas ha scatenato guerra, ma Israele ha superato limite”

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – “La ferocia e la brutalità” dell’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023, “la caccia ai civili inermi, hanno spinto Israele ad una reazione, in principio, legittima. Perchè ogni Stato e ogni popolo ha il diritto di difendersi. Ma la reazione a una aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. Vale per gli individui, e vale a maggior ragione per gli Stati. E Israele ha superato quel limite, con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento all’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
“Ed è su questo limite che lo Stato ebraico ha finito per infrangere le norme umanitarie, causando una strage tra i civili.
Una scelta che l’Italia ha più volte definito inaccettabile, e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione europea verso Israele – ha aggiunto Meloni -. Però non ci accodiamo a chi scarica su Israele tutta la responsabilità di quello che accade a Gaza. Perchè è Hamas ad aver scatenato la guerra. E’ Hamas che potrebbe far cessare le sofferenze dei palestinesi, liberando subito tutti gli ostaggi. E’ Hamas che sembra voler prosperare sulla sofferenza del popolo che dice di rappresentare”.
“Israele deve uscire dalla trappola di questa guerra. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte – ha sottolineato il premier -. E per chiudere una guerra servono soluzioni concrete. Perchè la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole. La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza”.
“I bambini di Gaza, come quelli che l’Italia sta orgogliosamente accogliendo e curando nei propri ospedali, chiedono risposte che possano migliorare la loro condizione, e su quello siamo impegnati – ha affermato Meloni -. L’Italia c’è e ci sarà per chiunque sia disposto a lavorare a un piano serio per il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco permanente, l’esclusione di Hamas da ogni dinamica di governo in Palestina, il graduale ritiro di Israele da Gaza, l’impegno della comunità internazionale nella gestione della fase successiva al cessate il fuoco, fino alla realizzazione della prospettiva dei due Stati”.
“Consideriamo, in questo senso, molto interessanti le proposte che il Presidente degli Stati Uniti ha discusso in queste ore con i Paesi arabi in queste ore e siamo pronti ovviamente a dare una mano – ha aggiunto Meloni -. Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, nè di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati. E’ la storica posizione dell’Italia sulla questione palestinese, una posizione che non è mai cambiata”.
“Riteniamo, allo stesso tempo, che il riconoscimento della Palestina debba avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo della Palestina. Perchè chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato”, ha detto ancora il premier.

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