venerdì, Dicembre 26, 2025
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Bologna, scontri alla manifestazione per Gaza. Il sindaco Lepore “Guerriglia urbana inaccettabile”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Nella città di Bologna ieri sera è stata messa in atto una vera e propria guerriglia urbana. Adesso basta. Tutto ciò è inaccettabile e va condannato senza reticenze. Quanto è accaduto è inaccettabile ancora di più in una città che si è sempre dimostrata vicina alla causa palestinese. Bologna non merita di essere devastata e offesa”. Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che chiede “ai manifestanti a tutte le associazioni, ai partiti, ai sindacati e ai movimenti coinvolti di prendere le distanze da chi causa violenza e devastazione. Serve una forte risposta democratica a tutto ciò. Non possiamo permettere che una grande mobilitazione di popolo per la pace e i diritti umani sia pregiudicata da chi nega nei fatti questi principi con metodi violenti ed eversivi. Scendere in piazza lanciando pietre e oggetti, appiccare incendi, vandalizzare cantieri e beni pubblici, beni privati come vetrine e negozi, inneggiare alla distruzione di Israele e colpire la polizia è stare dalla parte sbagliata della storia, significa violare la legge e fare il gioco di chi oggi nega il genocidio o vuole parlare di altro”. 

“Voglio ringraziare chi ha lavorato per tutta la giornata di ieri e la notte tra ieri e oggi, per garantire il diritto a manifestare di migliaia di persone, tutelando la città e la nostra comunità. Tutti gli operatori che si sono da subito attivati per sistemare e ripulire la città dai danni ingenti. Le pulizie sono durate fino a questa mattina e dovranno proseguire anche dopo lo sciopero – continua Lepore -. Mi auguro che lo sciopero generale proclamato per oggi rappresenti un momento di grande e bella partecipazione. Noi come sempre opereremo per garantire che le cose si svolgano al meglio. Ci tengo anche a dire che l’Amministrazione Comunale, per quanto di propria competenza, non assumerà alcun provvedimento contro i propri dipendenti che legittimamente decideranno di aderire, ringraziamo chi parteciperà in altre forme pur rimanendo sul posto di lavoro, così come chi non aderendo deve sentirsi libero di svolgere i propri compiti. Che sia una giornata di democrazia e di partecipazione”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Realpolitik – Il futuro di Gaza

ROMA (ITALPRESS) – Quale futuro per Gaza? Nella nuova puntata di Realpolitik si parla di Medioriente e del piano di Donald Trump. L’ambasciatore Giampiero Massolo analizza le opzioni sul tavolo e il possibile ruolo dei Paesi arabi per un nuovo assetto del Medioriente più virtuoso.
abr/azn

Mattarella “Imprese familiari strategiche per il tessuto economico”

ROMA (ITALPRESS) – “Le imprese familiari costituiscono un assetto produttivo diffuso e strategico nel tessuto economico italiano. Si tratta di un modello che sovente avverte ed esprime un acuto esercizio di responsabilità sociale nei confronti delle imprese amministrate, in grado di generare altresì esternalità positive nei territori e nella comunità coinvolti. Lo stile di fare ed essere impresa trova, nelle aziende familiari, un patrimonio di affinate competenze e di valori trasmessi di generazione in generazione, che arricchiscono il profilo etico della società civile, oltre a caratterizzarsi per garantire, sovente, continuità alla presenza di impianti produttivi, quindi capacità di innovazione, esperienze che rivestono un ruolo centrale nella crescita e nella competitività dell’economia nazionale”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato alla Presidente dell’AIDAF – Italian Family Business, Cristina Bombassei. “La riflessione che si impone nell’attuale contesto di turbolenza nei rapporti internazionali con le conseguenze derivanti alla libertà dei mercati e agli obiettivi di crescita dell’intera comunità internazionale, non potrà che beneficiare delle riflessioni del vostro XX Convegno Nazionale”, conclude Mattarella.
(ITALPRESS).

– foto: Ipa Agency –

Mattarella “Le imprese familiari sono strategiche per il tessuto economico dell’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – “Le imprese familiari costituiscono un assetto produttivo diffuso e strategico nel tessuto economico italiano. Si tratta di un modello che sovente avverte ed esprime un acuto esercizio di responsabilità sociale nei confronti delle imprese amministrate, in grado di generare altresì esternalità positive nei territori e nella comunità coinvolti. Lo stile di fare ed essere impresa trova, nelle aziende familiari, un patrimonio di affinate competenze e di valori trasmessi di generazione in generazione, che arricchiscono il profilo etico della società civile, oltre a caratterizzarsi per garantire, sovente, continuità alla presenza di impianti produttivi, quindi capacità di innovazione, esperienze che rivestono un ruolo centrale nella crescita e nella competitività dell’economia nazionale”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato alla Presidente dell’AIDAF – Italian Family Business, Cristina Bombassei. “La riflessione che si impone nell’attuale contesto di turbolenza nei rapporti internazionali con le conseguenze derivanti alla libertà dei mercati e agli obiettivi di crescita dell’intera comunità internazionale, non potrà che beneficiare delle riflessioni del vostro XX Convegno Nazionale”, conclude Mattarella.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

Trump spinge la pace fuori e la guerra dentro l’America

di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Lo shutdown federale ha lasciato milioni di americani nell’incertezza. Gli uffici pubblici chiusi, i parchi serrati, i tribunali rallentati, centinaia di migliaia di dipendenti senza stipendio. Non è la prima volta che accade: negli Stati Uniti lo shutdown scatta quando il Congresso non trova l’accordo per finanziare le attività federali. Ma questa volta c’è di più. La Casa Bianca non si limita a gestire l’emergenza: la usa come arma politica. Il direttore del bilancio, Russ Vought, ha chiesto ai ministeri di preparare piani di licenziamento permanente per i programmi non allineati alle priorità del presidente. Una strategia che va oltre i normali stop temporanei: è un messaggio politico, mostrare che lo Stato può essere smontato pezzo per pezzo. I repubblicani accusano i democratici di voler regalare assistenza sanitaria ai migranti irregolari; i democratici replicano che è una menzogna e che la loro proposta riguarda solo cittadini americani a basso reddito.

Nel frattempo, però, le famiglie senza stipendio sono reali, così come i tagli ai programmi sociali. E gli elettori? Potrebbero vendicarsi nel 2026, ma ancora non è chiaro contro chi: i repubblicani che hanno spinto al muro o i democratici accusati di intransigenza? Eppure, lo shutdown non è stato l’unico segnale preoccupante della settimana. Anzi, l’episodio che più ha colpito l’opinione pubblica è stato un altro: la convocazione straordinaria di centinaia di generali e ammiragli da tutto il mondo in Virginia, riuniti dal segretario alla Difesa Pete Hegseth per ascoltare lui ma soprattutto il presidente. Quello che doveva essere un discorso sulla sicurezza nazionale si è trasformato in un’ora di frasi sconnesse, battute inappropriate e minacce velate. Trump ha persino affermato che le città americane “più violente”, cioè quelle secondo lui in larga parte governate dai democratici, dovrebbero diventare campi di esercitazione per l’esercito. Una dichiarazione che ha fatto rabbrividire: usare i quartieri delle grandi metropoli come scenario di guerra interna?

Alcuni ufficiali presenti hanno smesso di prendere appunti, altri hanno scambiato sguardi increduli. Quando il presidente ha scherzato che chi non applaudiva rischiava la carriera, il gelo si è fatto palpabile. Non era un comizio, era il comandante in capo che parlava ai vertici militari più potenti del pianeta. È qui che nasce la domanda cruciale: Trump è ancora in grado di guidare le Forze Armate e il Paese per altri tre anni e mezzo? Sempre più spesso appare stanco, sconnesso, incapace di concludere un discorso con coerenza. Non si tratta più solo di polemica politica: si discute apertamente della sua salute e della sua capacità di governare. Il governatore dell’Illinois, il democratico Pritzker, ha evocato il 25° emendamento della Costituzione: una norma che permette al vicepresidente e alla maggioranza del gabinetto di dichiarare il presidente incapace di svolgere le sue funzioni, trasferendo i poteri al vicepresidente. Una procedura estrema, mai applicata, ma che ora non è più tabù.

Forse non è un caso che, proprio nel primo giorno dello shutdown, alla Casa Bianca davanti ai giornalisti non si sia presentato Trump, ma il vicepresidente J.D. Vance. Una scelta che molti hanno letto come prova generale di successione. Paradossalmente, sul fronte internazionale Trump incassa l’unico successo della settimana: il piano per Gaza, elaborato dal genero Jared Kushner con il sostegno della fondazione di Tony Blair, ha ricevuto l’assenso d’Israele e il via libera da diversi Paesi arabi. Anche Hamas, seppur divisa al suo interno, sembra costretta a prendere in considerazione la proposta. L’ipotesi che il presidente americano riesca a portare pace in Medio Oriente non è più fantascienza. Ma la contraddizione resta: mentre lavora per fermare le guerre fuori, Trump alimenta la guerra dentro. Ha definito gli oppositori “the enemy within” (nemici interni), ha lanciato campagne di intimidazione contro giudici, giornalisti e avversari politici, e ora immagina persino le città americane come teatri di addestramento militare.

E allora la domanda resta: chi sarà davvero al comando degli Stati Uniti nei prossimi mesi? Un presidente sempre più fragile e sconnesso, o un vicepresidente che questa settimana è apparso già pronto a prendere il timone? Intanto, se in Medio Oriente la pace forse avrà una chance grazie all’America di Trump, la minaccia di conflitto sembra crescere proprio dentro l’America.

– Foto IPA Agency –

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Salvini “Lo sciopero è illegittimo, sanzioni proporzionate ai danni”

ROMA (ITALPRESS) – “Lo sciopero di oggi è illegittimo, non perchè non lo vuole Salvini ma perchè la commissione tecnica di garanzia lo ha dichiarato illegittimo, perchè uno sciopero generale lo devi preavvisare con 10 giorni di anticipo”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a “Mattino 5” su Canale 5. “Chi oggi sciopera rischia sanzioni, sia come singoli che come associazioni sindacali”, sottolinea. “Come Lega proponiamo una revisione della legge che riguarda lo sciopero per aggiornare i tempi e i modi”, per “garantire il diritto di sciopero che è sacrosanto, ma chiedere pesanti sanzioni a chi sciopera illegalmente, perchè solo oggi rimarranno a piedi un milione di italiani” che “devono poter essere risarciti”, prosegue. “Conto che la proposta che sto portando avanti di far pagare una cauzione a chi organizza queste manifestazioni in caso di danni venga approvata da tutto il parlamento, perchè non possono essere gli italiani a pagare per i danni fatti da qualche delinquente”, aggiunge. Le sanzioni “devono essere proporzionate al danno fatto. Oggi chi sciopera illegalmente crea un danno di miliardi di euro al sistema Italia, alle imprese e ai lavoratori. Lo organizza Landini? Lo paghi Landini”. Perchè non ho precettato? “Per dare una chance, per provare ad abbassare i toni, per dare un segnale di attenzione e di dialogo in un momento delicato. Io confido in voi, nel vostro rispetto: vediamo oggi se la fiducia verrà raccolta oppure se se ne fregano. Da qui fino alla fine dell’anno sono proclamati altri 44 scioperi. Se la fiducia che io come ministro e il governo abbiamo dato oggi a lavoratori e sindacati non verrà raccolta, dalla prossima occasione sapremo come intervenire”. Per Salvini “quelli che lanciano fumogeni e sassi o bottiglie in testa a dei lavoratori – perchè i poliziotti sono lavoratori – non sono studenti”, ma “sono dei teppisti. Avrebbero bisogno di fare un anno di servizio militare, di imparare l’educazione, il rispetto per chi indossa una divisa. Questo è uno scontro politico, a questa gente di Gaza non interessa un fico secco. Non c’entra Gaza, cosa ci guadagnano i bambini di Gaza se questi deficienti mandano dei poliziotti all’ospedale? Ce l’hanno con Salvini, con la Meloni e col mondo. Vogliono solo fare casino”. E sugli equipaggi della Flotilla, conclude: “Li abbiamo tutelati fino in fondo, ma se uno mette a rischio la sua vita e va in una zona di guerra, dovrebbe anche essere responsabile di quello che fa e di quello che costa alla collettività italiana”.
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– foto: Ipa Agency –

Uccisa una bimba in un attacco nel sud della Striscia. Media, Hamas “Ci serve tempo per studiare piano Trump”

TEL AVIV (ISRAELE) (ITALPRESS) – Una bambina palestinese è stata uccisa e diversi altri cittadini sono rimasti feriti all’alba di oggi in seguito a un attacco israeliano con un drone che ha colpito la zona di Al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando fonti sanitarie locali. Altre fonti affermano che elicotteri e droni israeliani hanno aperto il fuoco sulle abitazioni nel quartiere di Al-Nasr, a ovest di Gaza City. I dati del ministero della Salute di Gaza, controllato dal gruppo terroristico Hamas, indicano che dall’ottobre 2023 sono state documentate almeno 62.622 vittime. La tv del Qatar Al-Jazeera sostiene che l’esercito israeliano sta utilizzando veicoli telecomandati e robot esplosivi nelle aree urbane densamente popolate di Gaza City.

MEDIA, HAMAS “CI SERVE PIÙ TEMPO PER STUDIARE PIANO USA PER GAZA”

Il gruppo armato palestinese Hamas avrebbe dichiarato di aver bisogno di più tempo per esaminare il piano di pace del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv saudita Al-Arabiya. Ieri Muhammad Nazal, membro dell’Ufficio Politico di Hamas ha dichiarato che il gruppo ha delle osservazioni al piano di Trump e annuncerà la sua posizione molto presto.

L’EGITTO CERCA DI CONVINCERE HAMAS AD ACCETTARE IL PIANO DI TRUMP

Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdel Aati, ha dichiarato che il Cairo sta collaborando con Qatar e Turchia per persuadere il movimento Hamas ad accettare il piano del presidente statunitense Donald Trump per porre fine alla guerra in corso da quasi due anni nella Striscia di Gaza, avvertendo che un rifiuto potrebbe portare a un’escalation del conflitto. Parlando all’Istituto Francese per le Relazioni Internazionali di Parigi, Abdel Aati ha sottolineato che “è evidente che Hamas deve deporre le armi” e che “non si dovrebbe dare a Israele alcuna scusa per continuare il suo attacco” su Gaza.

Ha aggiunto: “Non diamo a nessuna delle parti una giustificazione per usare Hamas come pretesto per questi massacri quotidiani e folli contro i civili. Quello che sta accadendo va ben oltre il 7 ottobre. Non si tratta più di vendetta, ma di una continua pulizia etnica e genocidio. Basta così”.

All’inizio della settimana, la Casa Bianca ha svelato un piano in venti punti che prevede un cessate il fuoco immediato, uno scambio di prigionieri tra Hamas e Israele, un ritiro graduale delle forze israeliane da Gaza, il disarmo di Hamas e la formazione di un governo di transizione guidato da un’entità internazionale. Martedì, Trump ha concesso a Hamas un ultimatum di tre o quattro giorni per accettare il piano. Mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato il suo assenso, Hamas non ha ancora risposto ufficialmente. L’Egitto svolge un ruolo di mediazione chiave negli sforzi per porre fine alla guerra a Gaza. Abdel Aati ha confermato che il Cairo sta coordinandosi con Qatar e Turchia per convincere Hamas a rispondere positivamente al piano, mantenendo però un approccio estremamente cauto. “Siamo molto prudenti e stiamo parlando con Hamas per capire la loro reazione a questo piano per Gaza. Stiamo cercando di convincerli ad accettare la proposta di Trump”, ha dichiarato il ministro.

– Foto IPA Agency –

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Ritrovati nel Siracusano i resti di un elefante nano vissuto nel Pleistocene

CATANIA (ITALPRESS) – I resti di un elefante nano vissuto in Sicilia nel Pleistocene tra 200mila e 150mila anni fa, sono stati ritrovati nei giorni scorsi nella zona di Fontane Bianche nel Siracusano. A segnalare il ritrovamento di un affioramento di diversi resti di macrofauna vertebrata della specie estinta (Adams, 1874) è stato Fabio Branca, geologo dell’Università di Catania, afferente all’Area della Terza Missione. Le osservazioni in affioramento – da parte dell’archeologa Gabriella Ancona e del geologo Luigi Agnone della Soprintendenza Beni culturali ed ambientali di Siracusa, del professor Rosolino Cirrincione, direttore del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche ed ambientali dell’Università di Catania e della prof.ssa Rosanna Sanfilippo, docente di Paleontologia e Paleoecologia dello stesso dipartimento – hanno permesso di attribuire i resti alla specie estinta Paleoloxodon mnaidriensis.

Il territorio Ibleo non è nuovo a rinvenimenti analoghi, basti pensare che a pochi chilometri di distanza spiccano i ritrovamenti di alcuni esemplari di Palaeoloxodon, provenienti nella Grotta di Spinagallo, tra cui il più importante è il Palaeoloxodon Falconeri, oggi ospitato dal Museo di Paleontologia del Dsbga dell’Università etnea e nel Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa. L’interesse paleontologico dell’area nord-iblea è solo una delle peculiarità di un’area fortemente interessata anche da altri fenomeni che la rendono interessante sotto il profilo geologico-ambientale: processi carsici diffusi hanno, ad esempio, portato alla luce grotte di pregio naturalistico, su tutte la Grotta Monello, Riserva Naturale Integrale dal 1998.

“Questo ritrovamento si trova inserito, pertanto, in un contesto dove ricadono riserve naturali, zone speciali di conservazione e geositi – spiegano gli esperti -. Si tratta di uno scrigno di geodiversità che merita di essere studiato e tutelato al fine di consegnarlo alle generazioni future garantendo una fruizione ecosostenibile”. Approfonditi studi saranno avviati nei prossimi mesi, anche grazie a specifici accordi di collaborazione tra la Soprintendenza di Siracusa e l’Università di Catania, tramite il dipartimento Dsbga e l’Area della Terza Missione.

– Foto Rosanna Sanfilippo/Università di Catania –

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Falteri “Rafforzare il sistema logistico europeo”

MILANO (ITALPRESS) – “Dobbiamo rafforzare il sistema logistico europeo e dobbiamo essere in grado, grazie anche a strumenti come l’intelligenza artificiale, di riprogrammare velocemente le rotte per offrire al mondo dell’impresa la possibilità di programmare velocemente la catena del valore legata al trasporto”. Lo afferma Davide Falteri, presidente di Federlogistica, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
“Per farlo bisogna essere digitali e interconnessi, e questo disegno strategico va attuato il prima possibile”, spiega il presidente di Federlogistica, per il quale “forse è anacronistico parlare di competitività tra i Paesi europei, bisognerebbe guardare di più al sistema Europa per essere in grado di essere competitivi a livello globale, e non subire i cambiamenti repentini geopolitici e di mercato”.

sat/gsl