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Vino italiano: tra crescita dell’export e nuove sfide

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L’export del vino italiano continua a rappresentare una leva strategica del Made in Italy, non un mercato “di nicchia”. Secondo i dati ISTAT e OIV, nel 2024 le esportazioni hanno raggiunto 8,1 miliardi di euro, in crescita del +5,5% sul 2023: l’Italia è prima al mondo per volumi esportati e seconda per valore dietro alla Francia, a conferma di una competitività che coniuga quantità e qualità. Nello stesso periodo, la produzione ha recuperato posizioni dopo la flessione del 2023, mentre da un’analisi Nomisma Wine Monitor emerge che i consumi interni si mostrano più selettivi. Sono evidenze che segnalano un settore vitale, capace di unire tradizione e innovazione, ma chiamato a gestire costi, frammentazione produttiva e variabili geopolitiche.

Trend storici: dall’ascesa dell’export ai fattori che spingono la crescita

 La traiettoria di lungo periodo racconta l’evoluzione di un successo industriale. Negli ultimi vent’anni, secondo Federvini-Nomisma, il valore dell’export è cresciuto di +188% e l’Italia ha raggiunto una quota del 22% del commercio mondiale nel 2023. Oggi infatti, il vino italiano è presente in 46 mercati, a testimonianza di un posizionamento consolidato e capillare. Questi numeri confermano come l’export pesi ormai per circa metà del giro d’affari del comparto.

A sostenere la corsa sono stati diversi driver: l’espansione dei distretti vinicoli più dinamici, il rafforzamento della biodiversità ampelografica e il valore delle certificazioni. L’Italia detiene il primato europeo per DOP/IGP nel vino e vanta un patrimonio unico di vitigni autoctoni, vero vantaggio competitivo nella narrazione internazionale dei vini italiani. La combinazione di territorio, qualità e identità ha reso più efficace il marketing e alimentato la crescita dell’enoturismo, ormai asset economico e reputazionale di primo piano.

Dati e tendenze recenti sul consumo del vino

 Per comprendere il presente è utile mettere a fuoco alcuni insight che stanno ridisegnando la domanda:

  • Consumatori più selettivi: le ricerche Nomisma Wine Monitor 2024 indicano la trasformazione del vino da “abitudine” a scelta consapevole, con riduzione del consumo quotidiano e maggiore attenzione alla qualità percepita, all’identità territoriale e alla sostenibilità.
  • Occasionalità e socialità: cresce il consumo in occasioni sociali, con il vino sempre più integrato in momenti di condivisione e convivialità.
  • Generazioni che cambiano il mercato: Gen Z e Millennial guidano i cambiamenti, con una minore incidenza dei bevitori quotidiani e scelte orientate a stile di vita, autenticità e packaging sostenibile.

Sul fronte dell’offerta, il 2024 ha visto una ripresa dell’export a valore e segnali positivi nei distretti più performanti, in particolare nelle aree spumantistiche e in denominazioni forti per l’export.

La cultura del bere meno, ma meglio

 Il paradigma che si afferma è quello del valore esperienziale: il vino torna ad essere racconto di territori, tradizioni e persone, più che semplice bevanda da pasto. La narrazione gioca un ruolo decisivo: dalla vigna alla cantina, fino all’etichetta, ogni dettaglio contribuisce a trasmettere autenticità e coerenza. La biodiversità dei vitigni autoctoni e il sistema delle denominazioni sono le chiavi per costruire un posizionamento distintivo anche in mercati maturi, dove il prezzo non può essere l’unico driver. In questa prospettiva, l’investimento in sostenibilità – agronomica, ambientale e di packaging – intercetta le sensibilità delle fasce più giovani e alimenta la percezione di qualità.

Nuove occasioni di consumo

Il vino entra sempre più in ecosistemi esperienziali e digitali che amplificano la relazione con il consumatore. Tre leve si stanno rivelando particolarmente efficaci:

  1. E-commerce e canali digitali: la crescita dell’online semplifica la scoperta, favorisce acquisti informati e apre vetrine globali anche alle medie e piccole cantine. Le prospettive di mercato digitale del vino indicano spazi ulteriori di sviluppo per l’Italia.
  2. Cucina e lifestyle gourmet: il vino viene scelto come componente di uno stile di vita consapevole, in abbinamento con la cucina regionale e contemporanea, dove conoscenza e curiosità guidano pairing e nuove esperienze.
  3. Enoturismo e storytelling in loco: le esperienze in cantina e nel territorio rafforzano la fidelizzazione e trasferiscono valore culturale al brand, con ricadute economiche significative sui comprensori vitivinicoli.

Prospettive del vino tra qualità, territori e nuovi pubblici

L’immagine dei vini italiani nel mondo è oggi quella di ambasciatori di qualità e consapevolezza: prodotti capaci di raccontare territorio, biodiversità e saper fare attraverso esperienze di consumo più mirate e responsabili. La traiettoria positiva dell’export, sostenuta da una base di valore culturale e identitario, trova nuova forza nei trend di consumo orientati a meno quantità e più qualità, canali digitali e turismo del vino. Per mantenere il vantaggio competitivo serviranno narrazioni autentiche, investimenti in sostenibilità e una crescente integrazione tra marketing, enoturismo e canali online, così da rispondere con agilità alle aspettative delle nuove generazioni senza perdere la profondità storica che rende unico il vino italiano.

Cina: in soli 210 minuti installati due deviatoi nella stazione di Jiayuguan

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Cina: in 210 minuti installati due deviatoi nella stazione Jiayuguan

Presso la stazione di Jiayuguan, nella Cina nord-occidentale, lungo la ferrovia Lanzhou-Xinjiang, i lavoratori ferroviari hanno completato in modo impeccabile l’installazione di due deviatoi in soli 210 minuti. (ITALPRESS/XINHUA)
mec/lcr/azn
(Fonte video: Xinhua)

Italia e Montenegro firmano il memorandum sull’integrazione del mercato elettrico

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e il ministro dell’Energia e delle miniere del Montenegro, Admir Sahmanovic, hanno sottoscritto oggi al MASE, alla presenza del primo ministro del Montenegro, Milojko Spajic, il memorandum di intesa bilaterale sull’integrazione del mercato elettrico tra Italia e Montenegro.

“La firma di questo accordo – ha sottolineato il ministro Pichetto Fratin – testimonia gli ottimi rapporti tra Italia e Montenegro nel settore energetico e la forte collaborazione su temi centrali quali sicurezza energetica e percorso europeo di Podgorica. Questa intesa sostiene infatti l’integrazione del Montenegro nel mercato elettrico italiano ed europeo, favorendo il rafforzamento delle interconnessioni tra i due Paesi che già possono contare dal 2019 sul collegamento per la trasmissione elettrica “Monita”. Noi seguiamo con attenzione questo processo – ha garantito il ministro Pichetto Fratin alla delegazione montenegrina – e crediamo che l’accordo che oggi è stato firmato possa aiutare a velocizzare i prossimi passaggi”.

-Foto ufficio stampa Mase-
(ITALPRESS).

La poesia dell’ordinario domestico: il ritorno alla bellezza delle piccole cose

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C’è chi pensa che la poesia viva solo nei libri, tra rime perfette e versi senza tempo. Ma ne esiste un’altra, più silenziosa, che si nasconde tra le mura di casa.

È quella dell’ordinario domestico, quella che non si scrive con l’inchiostro, ma con la luce del mattino che filtra dalle tende, il profumo del pane tostato, il rumore dell’acqua che scorre nel lavello.

È un linguaggio fatto di gesti quotidiani che danno ritmo alla giornata, come strofe che si ripetono uguali eppure diverse.

In un’epoca di velocità e connessione costante, riscoprire la lentezza della casa è un modo per ritrovare autenticità. La bellezza, oggi, non sta più nell’eccezionalità, ma nella continuità dei gesti semplici.

Il valore del quotidiano

C’è un equilibrio profondo che si costruisce nelle azioni più comuni. Sistemare il letto, innaffiare una pianta, piegare il bucato sono attività ordinarie che, se ripetute, creano un senso di armonia. La routine domestica diventa una forma di poesia vissuta, dove ogni oggetto racconta una storia e ogni gesto restituisce presenza. Anche il design riflette questa nuova sensibilità. Si parla infatti di “imperfezione felice” composta da materiali naturali, luce calda, superfici vissute e tessuti morbidi. La casa non è più un palcoscenico, ma uno spazio da abitare davvero, dove contano comfort e autenticità.

L’energia che tiene tutto in equilibrio

Tra le piccole-grandi cose che determinano il benessere di una casa, c’è un elemento spesso sottovalutato ma essenziale, ovvero l’energia. La luce che accende una stanza, il calore che diffonde una sensazione di accoglienza, la sicurezza di un servizio che funziona senza interruzioni. Anche questo fa parte dell’armonia domestica.

Non si tratta solo di comfort, ma di equilibrio interiore e familiare. Sapere di poter contare su una fornitura stabile, efficiente e sostenibile contribuisce a creare serenità tra le pareti di casa. Oggi, la scelta del fornitore di luce e gas non è più una questione puramente economica, ma di filosofia di vita, orientarsi verso chi investe in innovazione e rispetto per l’ambiente significa prendersi cura anche del proprio spazio vitale.

Alcune realtà, come nel caso di Acea, stanno puntando su modelli energetici sempre più puliti e digitali, capaci di semplificare la gestione domestica e ridurre l’impatto ambientale. È una direzione che rispecchia il desiderio di abitare in modo consapevole, trasformando un gesto tecnico, come accendere la luce o regolare il riscaldamento, in una scelta di valore.

Le piccole cose che fanno casa

La poesia dell’ordinario vive nei dettagli che scandiscono la giornata. C’è qualcosa di rassicurante nel ripetere gesti semplici come stendere una tovaglia, tagliare la frutta, riordinare una mensola. Sono momenti che danno ritmo al tempo e rendono la casa uno spazio vivo.

Molti designer parlano di “spazi emozionali”, ossia ambienti che non rispondono solo a criteri estetici, ma evocano sensazioni precise. Una cucina luminosa invita alla convivialità, una camera ariosa favorisce il riposo, un soggiorno ordinato suggerisce calma. In questa prospettiva, il comfort non è più un lusso, ma un equilibrio raggiunto attraverso piccole attenzioni quotidiane.

La casa che segue questa filosofia è dinamica, piena di segni. Non serve che tutto sia perfetto, ma basta che ogni elemento abbia un ruolo. Un vaso scheggiato può raccontare più di un oggetto nuovo, perché porta con sé un frammento di tempo. La bellezza non sta nella novità, ma nella continuità.

La casa sensoriale e affettiva

Il cuore della nuova poesia domestica è la casa sensoriale e affettiva. Il tatto dei tessuti naturali, l’aroma del caffè, la luce che cambia durante il giorno. Sono stimoli che diventano parte di un’esperienza che restituisce calma. Secondo studi recenti di psicologia dell’abitare, circa il 68% del benessere quotidiano è determinato dalla percezione degli spazi in cui viviamo, ossia da elementi come luce, materiali e disposizione degli ambienti.

Sempre più persone scelgono materiali che “respirano” e introducono profumi leggeri, musica discreta, colori neutri che accompagnano il ritmo quotidiano. In questo equilibrio tra estetica e percezione, anche la tecnologia trova un posto diverso. Non più protagonista, ma presenza silenziosa che semplifica la vita e lascia spazio alla dimensione più umana della casa. Qui, gli oggetti non sono decorazioni ma custodi di storie. Una fotografia, un libro sottolineato, una tazza scheggiata diventano simboli di continuità e memoria.

Donne Dermatologhe Italia, impegno per la salute femminile

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MILANO (ITALPRESS) – MILANO (ITALPRESS) – Nel corso di “SkinLongevity”, magazine televisivo dell’agenzia Italpress, Antonino Di Pietro intervistaAntonino Di Pietro intervista Corinna Rigoni, presidente e fondatrice dell’Associazione Donne Dermatologhe Italia. La dermatologia al femminile uno degli argomenti al centro del colloquio.

sat/gsl