Contrà San Tommaso. La chiesa di San Tomaso Apostolo venne eretta nel 1222 dall’ordine dei Canonici di San Marco in Mantova, già presente a Sarego presso la chiesa di S. Eusebio (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).
I monaci avevano chiesto di edificare in Campo Marzo, ma fu concessa questa area. La chiesa di San Tommaso fu sede del Distretto Militare, ora Guardia di Finanza.
Contrà San Silvestro. Già Porton del Luzzo (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).
Contrà San Silvestro
Contrà San Silvestro trae il nome dall’antica chiesa dedicata a San Silvestro, detta San Silvestro di Berga per distinguerla da un’altra dedicata a Santo Stefano, in quel di Porta Nova. La chiesa è annoverata tra i più antichi monumenti della città, datata A.D. 752 dai Benedettini di Nonantola (Modena).
Nel 1524 le nobil donne Domicilla Thiene, Febronia Trissino, Lodovica Caldogno e Perpetua Muzan lì si stabilirono con altre religiose. Nel 1797 furono allontanate dai Francesi, passando a S.Pietro.
Con i Decreti Napoleonici, il complesso di San Silvestro diventa proprietà demaniale, usato come ospedale militare e sede del Battaglione Vicenza. Ora è in disuso
Contrà San Paolo. La chiesa di San Paolo Apostolo era una delle sette antiche parrocchie vicentine (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).
Contrà San Paolo
In forza del Decreto Napoleonico 18 dicembre 1807, che ordinava la soppressione e l’accorpamento delle chiese della città, la parrocchia di San Paolo e quella di San Michele, finirono nella chiesa dei Servi.
Qui mi sposai nel lontano 1969. L’antica cappella fu chiusa al culto e ridotta ad abitazione privata.
Contrada San Marcello. La via prende il nome da una delle sette parrocchie della città (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La chiesa dedicata a San Marcello, Papa martire morto a Roma il 16 gennaio 309.
Fu la prima chiesa documentata con un privilegio di Papa Urbano del 1186, restaurata nel 1640, cessò di funzionare nel 1807 a seguito dei provvedimenti di Napoleone. Nel 1821 fu affidata alla congregazione di San Filippo Neri (Filippini).
Contrà San Gaetano Thiene. Gran uomo e gran Santo. Nel IV centenario della morte del Santo, con delibera del consiglio comunale 25 ottobre 1948, la via venne intitolata a San Gaetano Thiene (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr), nato a Vicenza nell’ottobre 1480 nella casa di Pusterla, dal conte Gaspare e Maria Porto.
Giovanissimo, perde il padre e la madre diventa sua tutrice.
Frequenta l’Università Patavina e nel 1504 si laurea in Diritto Civile e Canonico. Si trasferisce a Roma, dove a 36 anni decide di farsi prete; fu ordinato sacerdote il 30 dicembre 1516.
Nel 1518 muore sua madre, sistema l’eredità dei beni paterni e si dedica interamente all’amore per Cristo e il prossimo.
La morte lo coglie il 7 agosto 1547. Il Papa Clemente X nel 1671 lo canonizza.
Contrà San Francesco Vecchio. San Francesco Vecchio per distinguerlo da San Francesco del borgo di Pusterla (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Con questo nome si indicava una sindacaria cioè una intera zona della città.
Esisteva una chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi adibita a dimora nel 1237 dai Frati minori, trasferiti dal Carpagnon, perché “dimora delle pubbliche meretrici”.
La chiesa rimane aperta al culto sino al 1600 per poi essere adattata a Seminario sino al 1854, quando fu inaugurato il nuovo seminario.
Contrà San Francesco. Nel 1497 cinque nobili Vicentini, Giacomo e Leonardo Thiene, Tommaso Scroffa, Giacomo Gualdo e Cristoforo Barbaran acquistarono da Pietro Pagliarino, per 600 ducati, un terreno nel Borgo di Pusterla, con orto, pozzo, forno, case, circondato da mura; vi doveva sorgere un convento di Clarisse su concessione di Papa Alessandro VI (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).
Il 28 aprile 1503, le prime sei monache di famiglie nobili della città fecero ingresso nel convento. La loro residenza durò per trecento anni fino alla venuta di Napoleone, quando il monastero fu ridotto a caserma e le suore trasferite a Santa Chiara.
Il fabbricato con la chiesa, che si trovava dove è ora la scuola elementare Luigi da Porto, fu demolito senza lasciare traccia alcuna.
Contrà San Francesco Vecchio (Vicenza-Francesco Dalla Pozza-Colorfoto per ViPiù)
Contrà San Faustino. Laterale di Corso Palladio (qui la mappa per Contrà San San Faustino, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”, qui tutti gli articoli, ndr).
Contrà San Faustino
In un proclama del 1797 era chiamata contrà Trento, perché vi era l’abitazione del conte Ottavio Trento, benemerito cittadino. Il nome della via deriva dalla chiesa dedicata ai Santi Faustino e Giovita, un privilegio di Papa Urbano II° nell’anno 1186.
La chiesa è opera dell’architetto Ottavio Bertotti Scamozzi, fine 1700. Nel 1807, a seguito dei Decreti Napoleonici, passa al Comune. Nel 1858 viene ceduta alla Società Generale di Mutuo Soccorso fra gli Artigiani Vicentini. Viene sconsacrata nel 1898, adibita a cinema Odeon.
Contrà San Bortolo. Già San Bortolomio o Bortolamio.
I primi cenni sul nome di San Bortolo per la chiesa e convento sono dell’anno 1217 e risultano da documenti sulla concessione a edificare un convento, poi terminato nel 1230 (qui la mappa per Contrà San Bortolo, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”, qui tutti gli articoli, ndr).
Ancora, giovedì 14 gennaio 1644, fu sepolta fuori Porta San Bortolamio una certa Ancilla. Nel 1775, vi si trasferì l’Ospedale di San Antonio Abate al Duomo, concentrandovi tutti gli ospizi minori della città; per l’acquisto del convento furono pagati ottomila ducati.
Nel tempo, molte opere e preziosi quadri andarono perduti e della chiesa di San Bortolo resta molto poco ed è tutto nella chiesa del Cimitero Maggiore.
Contrada Riale. È una delle più belle della città. Il nome Riale deriva dal fatto che la strada è ad un livello inferiore rispetto a corso Palladio e quindi si trasformava in un rio che raccoglieva le acque delle zone più alte (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”, qui tutti gli articoli, ndr).
In una istanza presentata l’8 giugno 1562 dal signor Valmarana Iseppo si scrive “crediamo sia noto a tutti che strada di Riale essere nel numero delle più basse strade delle città, quando piove una grandissima quantità di acqua concorre da diverse bande e li resta grande quantità di fango, et altre immondizie che a mala pena possiamo usir di casa”.
Nel 1776, Carlo Cordellina fece costruire in Contrada Riale il magnifico palazzo Cordellina rimesso a nuovo e sede della Biblioteca Bertoliana.