mercoledì, Dicembre 17, 2025
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Denza Z9 protagonista in “La Grazia”, il nuovo film di Paolo Sorrentino

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MILANO (ITALPRESS) – DENZA, il marchio premium di BYD, fa il suo debutto nel cinema internazionale in La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, che arriverà nelle sale italiane a partire dal 15 gennaio 2026, con anteprime dal 25 dicembre al 1° gennaio.

a pellicola, presentata all’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, racconta una storia che riflette i cambiamenti nei simboli del potere e vede la partecipazione di un elemento di design e innovazione che va oltre il semplice accessorio: la DENZA Z9, il modello più avanzato del marchio.

In La Grazia, la Z9 non è una mera comparsa, ma un simbolo discreto e significativo, che accompagna il Presidente della Repubblica Mariano De Santis, personaggio creato dalla penna del regista Premio Oscar. La Z9 si adatta al meglio allo stile del regista, rappresentando un complemento alla narrazione che esprime la filosofia del marchio: un equilibrio tra estetica e innovazione tecnologica, pensato per un pubblico globale che apprezza la sicurezza e la funzionalità.

In questo contesto gli interni uniscono tecnologia e comfort per creare un ambiente silenzioso, mentre la piattaforma ad alte prestazioni, i sistemi avanzati di assistenza alla guida e la cura per l’acustica interna offrono condizioni di guida e di ripresa ottimali. Con il suo debutto in La Grazia, DENZA segna il passo in un nuovo capitolo, quello della sofisticazione tecnologica al servizio dell’estetica.

Il posizionamento della Z9 all’interno di La Grazia evidenzia la strategia di DENZA di inserirsi nei contesti più rilevanti della cultura e dell’immaginario collettivo, raggiungendo un pubblico internazionale. La Z9, pur non ricoprendo un ruolo da protagonista in senso tradizionale, si fa portatrice di un messaggio che riflette l’evoluzione della società, diventando parte integrante di questo nuovo e attuale racconto.

foto: ufficio stampa BYD Italia

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Cina rilascia prime autorizzazioni per veicoli a guida autonoma di livello 3

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PECHINO (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – Lunedì la Cina ha rilasciato l’autorizzazione alla circolazione su strada per due modelli di berline elettriche dotate di capacità di guida autonoma di livello 3, consentendo per la prima volta a questo tipo di veicoli di circolare su strade pubbliche.

I modelli sono stati sviluppati dalle case automobilistiche Changan Automobile e Arcfox di BAIC Motor, secondo un comunicato pubblicato dal ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT).

Il veicolo Changan è in grado di guidare autonomamente su singola corsia a velocità fino a 50 km/h durante situazioni di congestione del traffico. È autorizzato a circolare su tratti selezionati di autostrade e superstrade urbane nella municipalità di Chongqing, nel sud-ovest della Cina.

Il veicolo Arcfox è autorizzato a circolare in modalità autonoma a velocità fino a 80 km/h su tratti designati di autostrade e superstrade urbane a Pechino.

La guida autonoma è classificata in sei livelli, dallo 0 al 5. Più alto è il livello, più avanzata e intelligente è la tecnologia coinvolta. Il livello 3, definito “guida automatizzata in modo condizionato”, consente al veicolo di svolgere compiti dinamici di guida automatizzata, richiedendo tuttavia che un conducente umano resti disponibile a riprendere il controllo quando richiesto.

Negli ultimi anni la Cina ha promosso l’adozione della guida autonoma. A settembre, il Paese ha pubblicato un piano di lavoro che definisce l’approvazione condizionata per la produzione di veicoli di livello 3.

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SIGEP World 2026 a Rimini con 1.300 brand e nuovi Paesi e progetti per catene e hotellerie

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RIMINI (ITALPRESS) – SIGEP World – The World Expo for Foodservice Excellence, il Salone Internazionale di Gelato, Pasticceria, Cioccolato, Bakery, Pizza e Caffè organizzato da Italian Exhibition Group (IEG), tornerà alla Fiera di Rimini da venerdì 16 a martedì 20 gennaio. Un appuntamento che non si limita a presentare prodotti e tecnologie, ma che riunisce in un unico luogo eccellenze manifatturiere, innovazione e mercati internazionali. SIGEP World 2026 si presenta con un perimetro espositivo in espansione, forte di 1.300 brand espositori che portano a Rimini il meglio del Made in Italy, dalla tradizione di filiera alle tecnologie più avanzate. Accanto ad una presenza italiana solida e di assoluta eccellenza, rappresentata dalle aziende di punta delle filiere del foodservice, cresce in modo significativo anche la componente estera, che segna un +28% con 45 Paesi pronti a intercettare il mercato globale del dolce e dell’out-of-home. In questa geografia in continua espansione si distingue un gruppo di Paesi che, per peso industriale e capacità di innovazione, traina, assieme all’Italia le principali filiere del settore. Germania, Spagna, Francia, Cina, Turchia, Belgio, Polonia, Stati Uniti, Grecia e Danimarca saranno presenti in fiera con tecnologie, ingredienti, produzioni e know-how capaci di orientare trend e strategie del mercato globale. A questo scenario si aggiungono i nuovi ingressi dell’edizione 2026: Canada, Arabia Saudita, Algeria, Ecuador, Estonia, Serbia, Singapore, Nepal e Repubblica Ceca. Arrivano, inoltre, in fiera i National Pavilion, le collettive ufficiali dei Paesi che scelgono SIGEP World come vetrina strategica per le proprie eccellenze: quest’anno saranno presenti Arabia Saudita, Cina, Ucraina e Brasile.

Il quadro internazionale si completa con l’India, Guest Country 2026, attesa con una delegazione di 50 top buyer e rappresentanti istituzionali, oltre a espositori specializzati nelle tecnologie per il gelato. Il rafforzamento dell’offerta si accompagna a un’intensa attività di incoming: il Top Buyer Program porterà a Rimini 500 buyer da 75 paesi, con Stati Uniti, India, Canada e Brasile in testa per rappresentanza. I profili coinvolti includono le principali catene del foodservice, grandi importatori e distributori impegnati a selezionare tecnologie, prodotti e soluzioni capaci di anticipare le esigenze dei mercati globali. A SIGEP World le filiere dialogano tra loro e raccontano un foodservice che cambia rapidamente. Il gelato si conferma protagonista con un vero progetto culturale – dai percorsi What is Gelato? e Gelato Meets Chains – pensato per mostrare a catene, hotel e operatori internazionali in che modo e con quale modello imprenditoriale il gelato italiano rappresenti oggi una leva di business globale. La pasticceria cresce, spinta dal frozen e da tecnologie che moltiplicano le possibilità dei laboratori; il cioccolato porta in campo i grandi player con processi sempre più sostenibili; il settore bakery esprime una maturità industriale nuova, mentre la pizza spinge sull’acceleratore con Pizza (R)evolution, tra impasti evoluti e format che stanno conquistando il mercato internazionale.

Il caffè completa il quadro con un itinerario dall’origine alla tazzina passando dal Sustainability District, che riunisce paesi produttori e progetti dedicati a filiere sostenibili, dalla cooperazione africana al cacao latino-americano. E poi l’Innovation Bar, dove AI e robotica reinterpretano il coffee shop contemporaneo. A questa traiettoria si aggiunge Luxury Hotel Food Experience, un nuovo tassello strategico che mette in relazione i marchi dell’hotellerie di alta gamma con le eccellenze delle filiere della manifestazione, creando tavoli esperienziali e momenti di confronto dedicati ai responsabili Food&Beverage e agli chef degli hotel premium. Accanto alle filiere più tradizionali, si sviluppa tutto ciò che le connette e le potenzia: le tecnologie per il foodservice si riuniscono nel Kitchen Equipment Hub, vetrina delle soluzioni che cambieranno il modo di produrre, servire e gestire; Frozen Product Hub fotografa la crescita del surgelato di qualità, diventando un alleato strategico per format e catene mentre i servizi digitali trovano casa nel nuovo Digital District, dove software, pagamenti smart e robotica ridisegnano il lavoro di sala e di laboratorio.

– foto ufficio stampa Sigep –

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Tajani “Dobbiamo ritrovare l’anima politica dell’Europa”

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ROMA (ITALPRESS) – “Dobbiamo ritrovare l’anima politica dell’Europa, le nostre radici giudaico-cristiane, i principi dell’umanesimo, dello Stato e del diritto, la centralità sempre e comunque della persona. Dobbiamo anche creare le condizioni per un’Europa che sappia prendere decisioni efficaci e veloci. Serve anche un’Europa più democratica: per questo continuo a insistere sulla indispensabile necessità che il Parlamento europeo, come tutti i Parlamenti del mondo, possa avere il potere di iniziativa legislativa. Questo permetterebbe di avvicinare ancora di più i cittadini alle istituzioni europee che purtroppo in molti sentono a volte distanti”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori a Roma.
“Di fronte a uno scenario internazionale complesso, il Governo ha ben saldi i due cardini della propria politica estera, il rapporto transatlantico e l’Europa – ha sottolineato Tajani -. Il Governo ha instaurato da subito relazioni eccellenti con la nuova amministrazione americana, come erano eccellenti quelli con la precedente. La nostra posizione è chiara: gli Stati Uniti non possono fare a meno dell’Europa e l’Europa non può fare a meno degli Stati Uniti. Sulla base di questo assunto l’Italia è in prima linea per alimentare le relazioni tra le due sfonde dell’Atlantico, favorendo anche il dialogo tra le istituzioni europee e Washington”.
“Il quadro internazionale in cui viviamo mette la politica estera al centro del nostro dibattito pubblico. Di fronte a tante incognite, c’è una certezza: l’Italia e il Governo guidato da Giorgia Meloni sono sempre più protagonisti a livello globale. Pace, sviluppo e crescita: questi i cardini della nostra azione, mettendo sempre la persona al centro”, ha sottolineato il vicepremier.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Patrimonio culturale immateriale, 30 mila elementi già censiti

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ROMA (ITALPRESS) – Oltre trentamila elementi di patrimonio culturale censiti: riti, tradizioni, prodotti locali, manifestazioni, infiorate e cortei storici. E’ stato presentato alla Camera dei deputati lo stato di attuazione del primo “Censimento del Patrimonio Culturale Immateriale” finalizzato alla raccolta di tutto quello che rappresenta le nostre radici. Perchè esiste un’Italia che vive nei piccoli gesti, nei saperi tramandati, nelle lingue locali che resistono al tempo, nei riti custoditi dalle comunità. E tutto questo prima che venga dimenticato va preservato, conservato e condiviso. Il progetto di “Censimento del Patrimonio Culturale Immateriale” – avviato nel 2023 e promosso da UNPLI, Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, in collaborazione con ANCI e l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI), sotto la supervisione del Ministero della Cultura – ha proprio questa finalità. Un lavoro in linea con la Convenzione UNESCO del 2003 che riconosce il valore dei patrimoni immateriali nella costruzione dell’identità collettiva e nello sviluppo sostenibile (UNPLI dal 2012 è accreditata come consulente del Comitato Intergovernativo UNESCO) e che non avrà mai fine vista la ricchezza del patrimonio culturale immateriale di cui è ricco il nostro Paese.
Durante l’evento è stato presentato anche radiciculturali.it, il portale in cui si traduce concretamente questo lavoro di mappatura. Si tratta di un contenitore aperto dove fino ad oggi sono stati censiti oltre trentamila elementi, organizzati in 9 categorie tematiche e 43 sottocategorie. Il progetto, infatti, coinvolge circa 3.000 musei ed ecomusei, con il contributo attivo di 2.628 esperti, studiosi e volontari. Sono state create 6 reti tematiche e raccolte oltre 3.000 immagini. Un patrimonio vivo, che si rigenera costantemente e che unisce le comunità in una rete di conoscenza condivisa.
“Esiste un’Italia profonda e spesso meno raccontata, ma che rappresenta l’anima più autentica del nostro Paese: è l’Italia dei piccoli gesti quotidiani, dei saperi antichi tramandati di generazione in generazione, dei dialetti, dei riti e delle tradizioni custodite con amore dalle comunità locali. Con il Censimento del Patrimonio Culturale Immateriale vogliamo preservare, valorizzare e condividere tutto questo, prima che vada perduto – ha commentato Antonino La Spina, Presidente di UNPLI -. Si tratta di un lavoro ambizioso e senza fine, perchè il patrimonio immateriale italiano è vivo, in continua evoluzione, e costituisce una risorsa fondamentale per la costruzione dell’identità collettiva e per uno sviluppo davvero sostenibile. E’ un invito a riscoprire ciò che ci unisce, a riconoscere il valore della memoria e della diversità culturale, a costruire insieme una rete di conoscenza che tenga vive le nostre radici. Inoltre tutto questo ricopre un valore strategico dal punto di vista dell’attrazione turistica nei piccoli borghi per agevolare la destagionalizzazione e la delocalizzazione dei flussi dei visitatori”.
Il Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana nel suo messaggio che ha rivolto ai presenti ha rimarcato il valore del patrimonio culturale immateriale come elemento fondante dell’identità nazionale e il ruolo centrale della collaborazione tra istituzioni, associazioni e comunità locali nella sua tutela e valorizzazione, sottolineando come il progetto promosso da UNPLI rappresenti un modello virtuoso di partecipazione e salvaguardia della memoria collettiva.
Il Ministro del Turismo Daniela Santanchè nel suo intervento ha ribadito l’importanza strategica del patrimonio culturale immateriale come leva di sviluppo turistico sostenibile.
“Celebriamo oggi un passaggio di paradigma importante: il patrimonio culturale immateriale sta assumendo sempre più un valore non solo come scrigno di tradizioni, ma come risorsa viva e pulsante, che diventa anche attrattiva turistica per i territori – ha commentato Daniela Santanchè, Ministro del Turismo -. In questo processo determinante è stato il contributo di Unpli, che con la sua attività di valorizzazione dei patrimoni, di cui questo progetto è un esempio notevole, contribuisce in maniera importante non solo a promuovere l’Italia dei borghi, ma anche alla destagionalizzazione della nostra offerta turistica. Ed infatti già nel biennio 2024-2025 è evidente la crescita di presenze turistiche nei mesi spalla. Una crescita che è direttamente collegata con la grande ricchezza di tradizioni presenti nella nostra nazione. E qui entrano in gioco le pro loco, i veri custodi di questa eredità. Soggetti che hanno un ruolo centrale per mantenere vive le tradizioni e trasmetterle alle nuove generazioni”.
A rimarcare il ruolo dei Comuni Roberto Pella, vicepresidente di ANCI ha espresso soddisfazione per il lavoro fatto fino ad ora: “Sono molto orgoglioso di questo progetto, realizzato da UNPLI in collaborazione con ANCI, che ha avuto il compito di mappare in modo sistematico l’intero patrimonio immateriale del nostro Paese. Un’iniziativa di grande valore che mette al centro i Comuni e le comunità locali, veri custodi del patrimonio diffuso italiano, e che nasce grazie a un emendamento del Parlamento, di mia iniziativa, che ha reso possibile il contributo diretto di tutti i territori a questo monitoraggio nazionale – Roberto Pella, vicepresidente ANCI – I Comuni, insieme alle Pro Loco, diventano così protagonisti attivi di un lavoro di conoscenza, tutela e valorizzazione che rafforza il legame tra istituzioni, identità locali e sviluppo dei territori. Questo evento assume un significato ancora più profondo perchè si colloca nella stessa settimana in cui l’UNESCO ha riconosciuto, per la prima volta al mondo, la cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
All’incontro hanno preso parte oltre Roberto Pella, vicepresidente ANCI, Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera; Vincenzo Santoro, responsabile del Dipartimento Cultura ANCI, Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale; Fernando Tomasello, coordinatore del centro studi della Fondazione Pro Loco Italia ETS, Pier Luigi Petrillo, direttore Cattedra UNESCO Università Unitelma Sapienza, Angelo Mellone, direttore Intrattenimento Day Time RAI e Sandro Pappalardo, presidente ITA Airways.
A condurre l’incontro i volti RAI Adriana Volpe e Beppe Convertini. Per l’occasione sono intervenuti dei patrimoni viventi: i Muves del museo delle vestimenta che hanno sfilato con abiti della cultura popolare molisana della Collezione Scasserra e il Gruppo storico “RI Tinazoli” Letino di Caserta.
-foto ufficio stampa Unpli –
(ITALPRESS).

Roma: le foto delle luci di Natale nella città (3)

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ROMA (XINHUA/ITALPRESS) – Un cane fotografato su un passeggino a Piazza di Spagna a Roma, in Italia, il 14 dicembre 2025.

-Foto Xinhua-

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Roma: le foto delle luci di Natale nella città (2)

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ROMA (XINHUA/ITALPRESS) – Delle persone si divertono tra le luci di Natale vicino a via del Corso a Roma, in Italia, il 14 dicembre 2025.

-Foto Xinhua-

(ITALPRESS).

Roma: le foto delle luci di Natale nella città (1)

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ROMA (XINHUA/ITALPRESS) – Una coppia posa per delle foto con le luci di Natale vicino a via del Corso a Roma, in Italia, il 14 dicembre 2025.

-Foto Xinhua-

(ITALPRESS).

Conou, Piunti “Italia eccellenza mondiale nel recupero degli oli usati”

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ROMA (ITALPRESS) – In Italia si producono ogni anno circa 190.000 tonnellate di oli lubrificanti usati, provenienti da motori, fabbriche e processi industriali. Si tratta di un materiale altamente inquinante, contaminato e di difficile gestione, che però il nostro Paese ha imparato a trasformare in una risorsa preziosa attraverso un modello di economia circolare diventato un’eccellenza mondiale. A guidare questa filiera è il Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, che dal 1984 coordina un sistema capace di recuperare il 98% del materiale raccolto, un risultato che lascia indietro gli Stati Uniti, fermi al 50%, e la media europea che si attesta al 60%.
“Prendiamo queste 190.000 tonnellate in 103.000 posti diversi in Italia, tra meccanici, fabbriche, officine, e le portiamo tutte a rigenerazione dopo un’attenta selezione”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou, in un’intervista a Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. La chiave del successo sta proprio nella selezione qualitativa del materiale: evitare di mischiare oli più o meno inquinati permette di ottimizzare il processo di rigenerazione.
Il sistema si basa su una rete di 58 imprese di raccolta, nate negli anni Sessanta prima ancora della costituzione del consorzio, e tre grandi impianti di rigenerazione distribuiti sul territorio nazionale. Complessivamente il settore impiega un paio di migliaia di persone. Dagli oli usati si ottengono bitume per guaine e impermeabilizzazioni, gasolio e soprattutto basi lubrificanti rigenerate che tornano a nuova vita in un ciclo potenzialmente infinito.
Il Conou agisce come regolatore del sistema, stabilendo standard di qualità, organizzando la logistica e incentivando le imprese a rispettare i parametri ottimali in ogni fase del processo. “Siamo come il vigile a Piazza Venezia che orientava il traffico”, spiega Piunti con una metafora. “Dobbiamo essere senza fini di lucro e indipendenti da tutti gli attori per poter coordinare efficacemente la filiera”, prosegue.
Il 2025 ha segnato risultati particolarmente positivi. Nonostante un mercato dei lubrificanti sostanzialmente stabile, il consorzio ha aumentato la raccolta recuperando anche l’olio contenuto nelle emulsioni, quelle miscele di acqua e olio utilizzate nei processi di fabbricazione, quindi oggi tutto l’olio minerale usato viene recuperato.
Il modello organizzativo consortile italiano ha attirato l’attenzione internazionale. Paesi del Sud Europa come Grecia e Spagna, che hanno adottato sistemi simili, ottengono risultati brillanti. Al contrario, dove l’economia circolare viene affidata esclusivamente al mercato, gran parte dell’olio finisce per essere bruciato invece che rigenerato. “Non si tratta di interferire sui prezzi, ma di garantire le priorità definite dalle direttive europee, che indicano la rigenerazione come obiettivo primario”, precisa il presidente del Conou.
La digitalizzazione rappresenta il futuro della filiera. Il consorzio dispone di un patrimonio imponente di dati sui flussi, le analisi e i 103.000 punti di prelievo sparsi sul territorio. E’ stata sviluppata un’app per ottimizzare il collegamento in tempo reale tra imprese di raccolta, autisti e punti di prelievo. Tuttavia, Piunti sottolinea come il fattore umano resti insostituibile: “L’autista della raccolta è un elemento fondamentale, con una professionalità e un mestiere che non so se l’intelligenza artificiale potrà mai sostituire”.
Gli obiettivi futuri del consorzio puntano sulla comunicazione e l’educazione. “Quando dico che siamo i migliori del mondo, la gente mi guarda sorpresa – sottolinea Piunti -. Dobbiamo far conoscere questo successo italiano perchè può alimentare altri successi e contribuire all’economia circolare globale”.
Il modello made in Italy della rigenerazione degli oli usati dimostra come l’economia circolare possa funzionare quando vengono combinati organizzazione efficiente, standard di qualità rigorosi e collaborazione tra tutti gli attori della filiera. Una lezione importante in un mondo dove, su 106 miliardi di tonnellate di risorse prelevate dal pianeta, solo il 7-8% viene riciclato.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

Conou, Piunti “Italia leader per l’economia circolare degli oli usati”

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MILANO (ITALPRESS) – In Italia si producono ogni anno circa 190.000 tonnellate di oli lubrificanti usati, provenienti da motori, fabbriche e processi industriali. Si tratta di un materiale altamente inquinante, contaminato e di difficile gestione, che però il nostro Paese ha imparato a trasformare in una risorsa preziosa attraverso un modello di economia circolare diventato un’eccellenza mondiale. A guidare questa filiera è il Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, che dal 1984 coordina un sistema capace di recuperare il 98% del materiale raccolto, un risultato che lascia indietro gli Stati Uniti, fermi al 50%, e la media europea che si attesta al 60%. “Prendiamo queste 190.000 tonnellate in 103.000 posti diversi in Italia, tra meccanici, fabbriche, officine, e le portiamo tutte a rigenerazione dopo un’attenta selezione”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou, in un’intervista a Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. La chiave del successo sta proprio nella selezione qualitativa del materiale: evitare di mischiare oli più o meno inquinati permette di ottimizzare il processo di rigenerazione.
Il sistema si basa su una rete di 58 imprese di raccolta, nate negli anni Sessanta prima ancora della costituzione del consorzio, e tre grandi impianti di rigenerazione distribuiti sul territorio nazionale. Complessivamente il settore impiega un paio di migliaia di persone. Dagli oli usati si ottengono bitume per guaine e impermeabilizzazioni, gasolio e soprattutto basi lubrificanti rigenerate che tornano a nuova vita. Il Conou agisce come regolatore del sistema, stabilendo standard di qualità, organizzando la logistica e incentivando le imprese a rispettare i parametri ottimali in ogni fase del processo. “Siamo come il vigile a Piazza Venezia che orientava il traffico”, spiega Piunti con una metafora. “Dobbiamo essere senza fini di lucro e indipendenti da tutti gli attori per poter coordinare efficacemente la filiera”, prosegue.

sat/gsl