venerdì, Dicembre 26, 2025
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Milan-Como non si giocherà più a Perth

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MILANO (ITALPRESS) – Alla fine ognuno a casa sua. Come già successo per Villarreal-Barcellona, che si sarebbe dovuta giocare a Miami prima della rivolta dei giocatori che ha portato la Liga a fare marcia indietro, anche il progetto italiano di esportazione all’estero della serie A naufraga. Un colpo di scena inatteso visto che appena giovedì scorso, in occasione della prima semifinale della Supercoppa a Riyadh, era stato lo stesso Ezio Maria Simonelli, numero uno della Lega, ad annunciare che Milan-Como, partita della 24esima giornata di serie A, approfittando dell’indisponibilità di San Siro per la cerimonia d’apertura dei Giochi Invernali di Milano-Cortina, si sarebbe giocata a Perth, in Australia. Dopo il via libera – non senza riluttanza – della Uefa, anche Fifa e Afc (la Confederazione asiatica) avevano dato l’ok, mettendo però delle condizioni – su tutte quella dell’arbitro che sarebbe stato asiatico – che alla fine erano state accettate in via Rosellini. “Collina mi ha dato garanzie sugli arbitri asiatici, ha dei fischietti di qualità da segnalare per la partita. Noi accetteremo questa condizione, poi metteremo a punto il resto”, aveva detto Simonelli.

E così il progetto portato avanti in via Rosellini sembrava ormai essere prossimo all’arrivo in porto, nonostante le perplessità di giocatori (i milanisti Rabiot e Maignan in primis, con l’ad della Lega De Siervo che aveva risposto duramente all’ex bianconero), addetti ai lavori (“spero sia un apripista in funzione di quello che sarà il futuro del calcio, soprattutto italiano, e non un semplice caso isolato. Altrimenti, sarebbe un problema”, le parole di Allegri) e politici (“una fesseria”, il commento tranchant di Salvini). Sulla questione arbitro, fra l’altro, anche il presidente federale Gravina aveva sottolineato la necessità di “qualche riflessione da fare. Dobbiamo trovare un equilibrio tra le Federazioni, non siamo contrari e non siamo favorevoli, vogliamo solo capire cosa si mette e cosa si riceve”. Ma a far saltare il banco è stata la Confederazione asiatica, a cui l’Australia è affiliata, che ha tirato troppo la corda, al punto da spingere la Lega e il Governo della Western Australia a fare un passo indietro. Non ci sarà dunque quella che sarebbe stata la prima partita di un campionato europeo mai giocata fuori dai confini nazionali “a causa dei rischi finanziari che non è stato possibile contenere, delle condizioni di approvazione onerose e delle complicazioni dell’ultimo minuto al di fuori del controllo” delle due parti.

“Eravamo certi che questo primo evento mondiale avrebbe avuto luogo a Perth – il rammarico di Rita Saffioti, Sport and Recreation Minister – È deludente, ma è la decisione giusta: non eravamo disposti a esporre la Western Australia a un livello di rischio inaccettabile”. Amareggiato Simonelli che, ricordando come fossero state accettate “perfino condizioni sportive assai poco condivisibili imposte dalla Afc, a fronte di un’escalation di ulteriori e inaccettabili richieste sopraggiunte nelle ultime ore da parte dell’Afc nei confronti della Federazione Australiana e di conseguenza del Governo della Western Australia e della Lega Calcio Serie A, è diventato impossibile disputare la partita Milan-Como a Perth il prossimo 8 febbraio”. Per il numero uno della Lega “un’occasione persa nel progetto di crescita del calcio italiano a livello internazionale” anche se c’è chi esulta. “Siamo alle comiche”, è tornato subito alla carica Salvini, noto tifoso rossonero.

– foto di repertorio IPA Agency –

(ITALPRESS).

Palermo, il sindaco Lagalla traccia il bilancio del 2025: investimenti, sicurezza e pace le parole chiave / Video

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PALERMO (ITALPRESS) – Un bilancio di fine anno che tiene insieme risultati amministrativi, criticità strutturali e prospettive future. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, traccia ai microfoni dell’Italpress una sintesi del 2025 partendo dalle difficoltà ancora irrisolte, senza rinunciare a rivendicare i passi avanti compiuti dall’amministrazione comunale sul fronte delle opere pubbliche, della qualità della vita e dell’attrattività internazionale della città. “Tra le criticità restano i tempi della burocrazia e dell’aggiudicazione delle gare, che portano con sé, ‘in pancia’, gli investimenti. Avremmo bisogno di accelerare ulteriormente interventi che i cittadini si aspettano“, spiega il primo cittadino, indicando nella macchina amministrativa uno dei nodi ancora da sciogliere. Accanto alle difficoltà, però, Lagalla rivendica i risultati concreti raggiunti nel corso dell’anno: “Abbiamo continuato ad asfaltare le strade, abbiamo messo a sistema – e i cittadini lo vedranno già dalle prossime settimane – la potatura degli alberi, il diserbo. Stiamo raddoppiando il ponte Corleone, sono in fase di consegna gli impianti sportivi maggiori, chiusi da decine di anni”. Interventi che, secondo il sindaco, trovano riscontro anche negli indicatori complessivi: “Sono questi motivi di soddisfazione che si accompagnano ai dati che riguardano il 2025 sulla qualità della vita: Palermo ha un trend che sale e che, sia pur di poche posizioni, è importante come segnale di direzione coerente con il processo di sviluppo”. Un miglioramento che si intreccia con la crescita del turismo e con il posizionamento della città nel settore dell’innovazione: “Un flusso turistico – sottolinea Lagalla – che mette Palermo al centro dell’interesse nazionale e soprattutto internazionale. Una conferma della capacità realizzativa e di investimento nelle tecnologie digitali, tanto da porre Palermo come capitale internazionale dei nomadi digitali e delle companies delle tecnologie digitali”.

Resta però aperta la questione del rapporto tra istituzioni e territori, soprattutto nelle aree più fragili: “Credo che le periferie, così come il tema dell’assistenza sociale, siano veramente al centro dell’attenzione dell’amministrazione. Voglio citare solo la zona nord e la zona sud delle periferie. La zona nord è quella dello Zen, del Cep, di Borgo Nuovo. Quella sud è quella dello Sperone e di Brancaccio”, puntualizza. Il sindaco richiama gli investimenti in corso: “Devo dire che mai come ora abbiamo quasi sessanta milioni e circa quarantacinque milioni investiti su Borgo Nuovo, dove abbiamo ottenuto che il governo ponesse il focus con il decreto Caivano bis. Abbiamo interventi previsti sia a sud che a nord per il rifacimento di strade, per la consegna di centri sociali e per la rete idrica del Sud Oreto”. A questi si aggiungono le risorse del PNRR: “Sessanta milioni di PNRR investiti sulla riqualificazione della costa sud, che dovrebbe restituire ai palermitani il mare, le spiagge di Romagnolo, della Bandita, di Acqua dei Corsari”. Negli ultimi mesi, Palermo è tornata al centro della cronaca per episodi di microviolenza, soprattutto nelle aree della movida. E proprio sul tema della sicurezza Lagalla rivendica il lavoro svolto dall’amministrazione: “Tutto quello che è possibile fare, che era possibile fare, lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo – ricorda -. Avevamo promesso che entro la fine dell’anno si sarebbe concluso il complesso processo per acquisire cento vigili urbani, ed è in fase di conclusione e pensiamo che tra la fine dell’anno e i primissimi del nuovo anno ci possa essere il loro ingresso in servizio”. Il sindaco richiama anche il coordinamento con lo Stato: “Abbiamo lavorato con il Ministero dell’Interno e all’interno del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per continuare a richiedere nuovi contingenti di forze dell’ordine – ha detto il primo cittadino palermitano. Abbiamo attivato, d’intesa con le forze dell’ordine e con il prefetto, le zone rosse e mantenuto un controllo territoriale che è certamente aumentato e che ulteriormente si confermerà all’inizio del nuovo anno, con un impegno anche diretto del Comune attraverso il potenziamento della Polizia municipale”.

Riferendosi all’episodio di piazza Nascè, dove una donna è stata ferita a colpi di fucile, Lagalla invita alla cautela: “Per quanto riguarda l’ultimo evento, credo che occorra aspettare la conclusione definitiva delle indagini – afferma -. Per quanto allarmante esso sia, certamente è, oltre che bizzarro, profondamente sbagliato portare un fucile, ancorché non con proiettili ma con piombini, in una macchina di sera, nel mezzo della movida. È davvero un gesto deprecabile”. Sul rapporto con il Governo nazionale, il sindaco ribadisce una linea di continuità: “Io cerco solo di analizzare i problemi e di non farmi prendere dall’emotività, come invece vedo avviene per taluni, anche mossi da una volontà di strumentalizzazione politica”. E aggiunge: “La città è una città sotto controllo. Sappiamo bene che il rischio zero non esiste e non può esistere. Se ci sarà da garantire ulteriori coperture di controllo territoriale, queste le potremo fare grazie a quel potenziamento che, nel mese di gennaio, come già concordato con il Ministero dell’Interno, dovrebbe portare nuovi uomini in città”. Guardando all’esperienza amministrativa, Lagalla individua anche un limite: “Ho un rammarico tra le cose che non ho fatto, ovvero non avere attivato collaborazioni esterne per il recupero dei tributi, che a Palermo sono pagati ben al di sotto di qualunque altra città d’Italia, con una evasione fiscale che la sola lotta amministrativa degli uffici non è stata in condizione di recuperare in maniera sufficiente. Per il resto rifarei esattamente quello che ho fatto”.

Sul ruolo dei sindaci del Mezzogiorno, il primo cittadino evidenzia le difficoltà strutturali ma anche i segnali di inversione: “È forse più difficile fare il sindaco al Sud perché le condizioni di disuguaglianza sociale, di riduzione dei flussi economici, di minore attitudine ad acquisire investimenti, storicamente segnano una sorta di vallo differenziale tra Nord e Sud. Però devo dire che il 2025 è stato un anno in cui il Sud ha segnato più punti a suo vantaggio e Palermo non ha fatto assolutamente peggio della media del Sud, anzi”. Le priorità per il 2026 restano chiare: “Completare i lavori in corso, continuare a intervenire sulle periferie sociali e urbane e naturalmente far sì che quella sicurezza che i palermitani auspicano possa essere confermata e ulteriormente migliorata”. Infine, il tema identitario di Palermo come città del dialogo: “Che significato ha oggi far partire un messaggio di pace da Palermo? Abbiamo intitolato il programma delle attività natalizie alla pace, ai motivi della pace, che anche Papa Leone ha richiamato autorevolmente proprio in queste ore e in questi giorni. Ho ricevuto lettere di bambini di una scuola di Sferracavallo che hanno approfondito il tema della pace e ho risposto loro”. Un impegno che, secondo Lagalla, si traduce in azioni concrete: “Credo che da Palermo siamo titolati non solo a lanciare un messaggio e a farlo nostro, ma che concretamente stiamo lavorando perché le tre religioni monoteiste insieme possano ulteriormente rafforzare questo messaggio e rilanciarlo da Palermo, in Sicilia, a livello nazionale e internazionale. Non è un caso che il Comune si sia fatto carico della realizzazione della nuova sinagoga destinata alla comunità ebraica di Palermo”, conclude il sindaco.

– foto screenshot video xd6/Italpress –

(ITALPRESS).

Sordità, dalla diagnosi precoce alle nuove frontiere della cura

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ROMA (ITALPRESS) – La sordità, o perdita dell’udito, è la riduzione parziale o totale della capacità di percepire suoni che normalmente una persona con udito normale riuscirebbe a sentire. L’alterazione può riguardare uno o entrambi gli orecchi e può avere gradi diversi: lieve, moderata, grave, fino alla perdita totale dell’udito. Si stima che circa 13 milioni di italiani convivano con un disturbo uditivo in qualche grado: quando la perdita è tale da compromettere la comunicazione, la partecipazione sociale e la qualità della vita si parla di sordità invalidante. “Per la sordità ci sono tanti sinonimi che vanno a spiegare quanto comprendiamo di quello che sentiamo: uno può sentire un rumore ma non comprendere, oppure non sentire un rumore e quindi non comprendere”, ha dichiarato Andrea Franzetti, direttore dell’unità operativa di Otorinolaringoiatria presso l’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. Per affrontare il tema bisogna innanzitutto operare una distinzione: “Quando parliamo di ipoacusia vuol dire che sentiamo poco, quando invece parliamo di sordità vuol dire che capiamo poco: sono due fattori abbastanza differenti. Ci si rende conto di questo in età anziana: la prima cosa che si nota è il disagio che si prova quando si cerca di capire qualcosa senza comprenderlo, si sente che qualcuno parla senza capire tutto ciò che dice; questo di solito avviene in ambienti rumorosi come ristoranti e cinema. È un fenomeno in crescita, anche perché viene diagnosticato maggiormente: se si riesce a comprendere la sordità e identificarla prima questo ci permette di curarla meglio laddove, ad esempio, a novant’anni non si riesce più ad avere nessun effetto nemmeno con una protesi acustica. Vivere in un contesto esposto a così tanti rumori influisce, in particolare sotto due aspetti: rumori molesti e fattori che possono agire sull’aspetto cognitivo-comportamentale. Utilizzare troppo alcuni giochi o comunque forme di divertimento estremamente rumorose non danneggiano solo l’orecchio, ma anche il cervello: se la perdita o la dimenticanza di una parola si verifica più volte durante la visione di una trasmissione può essere un campanello d’allarme”.

Franzetti si sofferma poi sulla sordità nei bambini, che “si divide in due grandi famiglie: quella genetica, che oggi fortunatamente grazie all’obbligatorietà di uno screening audiologico neonatale permette di identificare entro il primo mese di vita un bambino sordo, mandando un’eco nell’orecchio e osservando se c’è una risposta allo stimolo inviato; quella progressiva, che è più insidiosa e al centro dell’attenzione di pediatri ed educatori in quanto rende più faticosa anche l’articolazione del linguaggio. Le sordità possono dipendere, fin dalla nascita, da infezioni come il citomegalovirus, otiti che si ripetono in maniera continuativa o meningiti: queste ultime possono manifestarsi in tutte le età; più facciamo fatica ad affrontare un’infezione, più il rischio della complicanza della sordità è alto”. Per quanto riguarda la diagnosi, aggiunge, “si parte dagli esami di base, i cosiddetti audiometrici, fino ad arrivare a una specie di elettroencefalogramma che va a studiare tutta la via acustica: di solito nel giro di due giorni si ha un quadro chiaro della situazione. Ascoltare musica permette la percezione fine e la concentrazione rispetto alla melodia, avendo dunque una chiara connessione tra orecchio e cervello: anche per chi fa fatica a sentire o viene impiantato uno degli esercizi che consiglio è proprio questo”. L’ultima riflessione di Franzetti riguarda i progressi compiuti sulla materia negli ultimi tempi: “Quando ho iniziato a fare l’otorino dicevo ai pazienti con sordità neurosensoriale ‘metti una protesi fin quando va’, adesso si affrontano forme di sordità anche complesse: è stata scoperta, ed è in fase sperimentale avanzata sia in Italia che in Europa, la possibilità di introdurre tramite un virus una modificazione genetica per i geni che causano la sordità, quindi i bambini che sono già entrati in questa fase nel giro di 8-12 mesi riprendono l’udito laddove la cellula nervosa non era in grado di darlo”. 

– foto tratta da video Medicina Top –

(ITALPRESS).