ROMA (ITALPRESS) – “Purtroppo succede sempre di più, troppo spesso, colgo l’occasione per ringraziarli per essere un baluardo di democrazia. Ma dovremmo lavorare tutti perché non succeda più”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in una intervista al Tg1, commenta le aggressioni alle forze dell’ordine, sempre più frequenti negli ultimi tempi.
“Da quando c’è stato il conflitto israelo palestinese queste manifestazioni si sono intensificate, qualcuno ha voluto trasferire sul territorio nazionale questa situazione internazionale come motivo di polemica nei confronti del nostro governo, forse perché non ci sono altri motivi e quindi succede tutto questo”, ha aggiunto Piantedosi nell’intervista al TG1.
“Noi abbiamo registrato una recrudescenza di queste manifestazioni soprattutto in relazione al conflitto israelo-palestinese. Qualcuno ha immaginato che anche questo conflitto internazionale dovesse essere qualcosa da contestare alle politiche del Governo Meloni, probabilmente perché non c’è altro da contestare alle politiche del Governo”, ha aggiunto Piantedosi.
IL MINISTRO SUI DISORDINI DI VIRTUS-MACCABI
“Tutte le proposte che erano arrivate erano inattuabili perché avrebbero trasferito il problema altrove. L’esperienza ci insegna che questo si verifica sempre quando giocano squadre sportive israeliane. Credo che tutto questo celasse un pregiudizio ideologico nei confronti dello Stato di Israele, non fare giocare una squadra israeliana a Bologna. Non c’era una seria alternativa e non potevamo cedere a coloro i quali minacciavano di fare quello che poi hanno fatto”. Così il ministro dell’Interno ha commentato invece i disordini di venerdì sera durante la manifestazione di protesta contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv.
(Articolo di Federica Zanini sul Teatro San Marco di Vicenza da VicenzaPiù Viva n. 302, sul web per gli abbonati).
La caccia al tesoro implica di uscire dalla comfort zone per esplorare mappe e luoghi estranei. Eppure a volte il vero gioiello lo abbiamo in casa, nascosto o dimenticato. Il Teatro San Marco di Vicenza è in effetti nascosto in un cortile di contra’ San Francesco, ma negli ultimi anni è tutto fuorché dimenticato. Almeno da chi apprezza la sua essenza sospesa tra passato e futuro e soprattutto la sua programmazione, vivace e variegata. Sicuramente però c’è chi non ne ha mai varcato la soglia.
Interno del Teatro San Marco
Una soglia che è già stupore. Ad accogliermi, un foyer elegante nel suo stile originale di inizio ‘900 ma non pomposo e la giovialità del direttore artistico, Manuel Bendoni. L’incontro mi regala il lusso di esplorare anche angoli, forse i più intensi, del teatro più “privati”. Come l’avvolgente sala riservata agli artisti e i camerini, mantenuti nello stile originario, tra specchi dorati, seggioline antiche e poster liberty. Le compagnie apprezzano molto quest’aria un po’ retrò ma ancora vibrante e si sentono a casa. Che alla fine è l’intento del Teatro San Marco. Uno spazio parrocchiale che ha sempre voluto essere un riferimento per le famiglie e per chi ama la cultura e la condivisione.
Non per niente, quando, nei primi anni Trenta, il parroco, intenzionato a creare uno spazio per l’incontro e le feste, puntò agli ex orti, lì dietro la canonica, e ne acquistò dei lotti grazie al sostegno economico del Marchese Roi, finì col chiamarla Casa della dottrina cristiana. Era il 1934 e lo scorso anno sono stati festeggiati 90 anni di questa bolla di storia vicentina.
Oggi il TSM è ancora della parrocchia -cui la società Keylink, che lo gestisce, paga l’affitto- ma senza una particolare connotazione religiosa e soprattutto senza nessuna ingerenza. Per quanto riguarda la programmazione, fatta di teatro ma anche danza e concerti (l’acustica è ottima), Manuel Bendoni è lasciato totalmente libero di applicare il suo non-metodo. Sì, perché nelle scelte, oltre a professionalità, esperienza e sensibilità, per lui gioca molto anche la curiosità. Qualcosa di visto o sentito in giro e parte il pungolo… improvviso.
Manuel Bendoni, il direttore artistico
Come quello che lo ha portato, senza preavviso, a dirigere il San Marco. Dopo una carriera da ballerino prima e da responsabile dell’animazione nei grandi villaggi turistici poi, Manuel -di origini toscane, ma approdato a Vicenza a soli 30 giorni di vita- lo vedeva dalla finestra di casa. Una presenza quasi scontata nel suo panorama, poi la lampadina: perché non vedere se posso dare il mio contributo? E da circa due anni sta facendo molto di più, firmando il nuovo corso di un teatro delizioso, dal grande potenziale nonostante le vicende alterne.
Un anno dopo l’inaugurazione della sala, nel 1935, il San Marco diventa infatti cinema, fino agli anni 2000. La cabina di proiezione è intatta, con i due proiettori ancora lì, in attesa dei visitatori dei tour su richiesta. L’attività teatrale vive i suoi anni migliori tra i 60 e i 70, con grandi nomi in locandina. Segue un periodo meno brillante, in cui lo spazio si limita ad accogliere compagnie amatoriali e scuole. Dopo l’era Covid, con Venturini (presidente di Keylink) e Bendoni ecco la rinascita dell’araba fenice. Dalle fertili ceneri, un “nuovo” San Marco, custode della propria storia, ma pronto a scrivere un futuro di spettacoli scelti tra performance sperimentali, concerti cult, spunti di riflessione, occasioni di svago e omaggi alla propria terra. Il San Marco è oggi un teatro territoriale per il territorio, ma dalle visioni senza confini e dal forte impegno sociale.
Teatro San Marco
Appena svelata non con la solita conferenza stampa ma con una serata “in famiglia” a teatro, la stagione 2025-2026 promette ancora una volta emozioni per tutti i gusti e le età. Tra gli spettacoli più attesi, diversi concerti -Vicenza suona Buena Vista Social Club del 18 ottobre e Caro Lucio (Dalla) del 14 novembre stanno galoppando verso il sold out- , cabaret nostrano (Marco e Pippo, 7 e 8 novembre) e non (Paolino Boffi, 27 ottobre), stand up comedy (Pota Boyz e Antonio Ornano, rispettivamente il 24 e 30 gennaio), teatro impegnato -con grandi interpreti come Giorgia Trasselli e Giorgio Marchesi- e commedie brillanti, performance di danza introspettiva e omaggi al mondo delle fiabe, ma anche ai Queen, a Giorgio Gaber, a Micheal Jordan e tanti altri.
Insomma, il consiglio è di riavvolgere la mappa di tesori lontani e aprire lo scrigno che avete sotto casa: www.tsmvicenza.it.
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia ha chiuso con una sontuosa “doppia cifra”, ben 10 medaglie, la tappa di Coppa del Mondo Paralimpica di Nakhon Ratchasima, che ha inaugurato la stagione internazionale 2025-2026 della scherma in carrozzina. Nella quarta e ultima giornata della kermesse thailandese, dedicata alle gare a squadre con formula Open (Mixed Team con due uomini e due donne in formazione), gli azzurri hanno conquistato l’oro nel fioretto e l’argento nella spada. Il quartetto dell’Ital-fioretto, composto da Andreea Mogos, Sofia Garnero, Emanuele Lambertini e Michele Massa, ha letteralmente dominato la competizione. Superati gli ottavi per diritto di ranking, gli azzurri hanno battuto il Brasile nei quarti per 20-5 e si sono ripetuti in semifinale contro la Corea, imponendosi 20-8. L’ultimo atto ha visto la squadra italiana dominare anche la Francia, con il risultato di 20-4, facendo così risuonare per la sesta volta in quattro giorni l’Inno di Mameli a Nakhon Ratchasima.
Ottima prestazione anche dell’Italia della spada, in pedana con Julia Markowska, Sofia Garnero, Emanuele Lambertini e Michele Massa. Gli azzurri, ammessi di diritto ai quarti di finale, hanno disputato un grande assalto contro il Giappone vincendo con il punteggio di 20-16. In semifinale, opposti alla Corea, gli spadisti italiani si sono imposti 20-17 andandosi a giocare il match per l’oro. L’Italia si è fermata solo in finale al cospetto dei padroni di casa della Thailandia (20-11), conquistando così con un argento prezioso. Solo nella sciabola il team azzurro non era in gara, causa il forfait prima della partenza a cui è stato costretto Andrea Jacquier. Scorrono così i titoli di coda su un grande weekend internazionale per l’Italia della scherma paralimpica guidata dai CT Alessandro Paroli per il fioretto, Antongiulio Stella per la sciabola e Michele Tarantini per la spada, supportati nella trasferta asiatica dal medico Nicolò Piacentini e dal fisioterapista Christian Lorenzini.
Un lungo fine settimana iniziato giovedì con un tris d’oro e un argento: meravigliosa la doppietta dei fiorettisti nella categoria A con il trionfo di Luca Platania Parisi dopo un derby di finale vinto all’ultimo respiro, per 15-14, su Emanuele Lambertini, che si è preso la piazza d’onore, e i successi di Andreea Mogos nella sciabola femminile B e di Michele Massa nel fioretto maschile B. Poi, venerdì, l’oro di Edoardo Giordan, che ha dominato nella sciabola maschile categoria A, e il bronzo di Julia Markowska nella spada femminile B. Infine, ieri, la “doppietta” di Andreea Mogos, che dopo la sciabola si è presa anche il fioretto femminile categoria B, e l’argento di Michele Massa nella spada maschile B, prima delle soddisfazioni a squadre di oggi. Ottime premesse per la prossima tappa di Coppa del Mondo Paralimpica, che sarà “in casa”, dal 19 al 22 febbraio, sulle pedane di Pisa.
ROMA (ITALPRESS) – “Avevo visitato Riad nel 2023, nei primi mesi del mio mandato. Martedì prossimo tornerò nel Regno per guidare una grande missione di sistema: 500 imprese italiane seguiranno il governo per esplorare le nuove frontiere di opportunità che schiudono, prima con un Forum imprenditoriale dove parteciperanno oltre 900 imprese e poi con tre giorni di eventi che anticipano l’edizione 2026 del Salone del Mobile di Milano”. Lo ha scritto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore. Il ministro guiderà una grande missione di sistema al Forum Imprenditoriale Italia-Arabia Saudita il prossimo 25 novembre. “Alcuni nostri campioni industriali come Leonardo, Fincantieri, Webuild, Ferrovie dello Stato, Italferr, Snam, Iveco, Ferrero, MaireTecnimont, Saipem sono già presenti nel Paese, ma vogliamo sostenere le imprese, anche le imprese più piccole, in nuove opportunità d’affari e investimento, soprattutto nel campo delle infrastrutture per la mobilità sostenibile e in vista di grandi eventi internazionali come Expo 2030 e i Mondiali Fifa 2034″, ha precisato Tajani.
“Nel corso della missione affronteremo le priorità segnalateci dalle nostre imprese, ma ripeto siamo pronti ad ascoltare tutte le aziende che volessero investire o espandersi nel Paese. Per assisterle al meglio, inaugurerò una nuova antenna Simest nella capitale saudita. Visiterò anche il cantiere di WeBuild – gruppo che ha già contribuito alla costruzione della estesissima metro driverless di Riad – nel Giga Proyect Diriyah Gate Development Authority, dove è prevista la costruzione di un grande complesso culturale e economico”. ha proseguito il ministro.
Secondo quanto precisato in una nota diramata dalla Farnesina, il 25 novembre prossimo a Riad si terrà il Forum Imprenditoriale Italia–Arabia Saudita, che ha l’obiettivo di rafforzare il partenariato economico tra i due Paesi. Il Forum vedrà la partecipazione di oltre 900 aziende, tra cui circa 500 aziende italiane e oltre 450 aziende saudite. L’evento vedrà la partecipazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che sarà a Riad per incontri istituzionali e per partecipare al Business Forum e al Salone del Mobile. Il Forum si articolerà in 5 panel settoriali, rispettivamente dedicati a Infrastrutture, Automotive, Trasporti Sostenibili, Edilizia e Arredo; Farmaceutico; Alta Tecnologia (fra cui Digitale, AI, Semiconduttori); Tecnologie agricole e agroindustria; Industria della Cultura e dello Sport. Al termine dei tavoli settoriali si terrà un pranzo di lavoro seguito da incontri B2Bs fra aziende italiane e controparti saudite. Nel pomeriggio è prevista una sessione plenaria con i contributi di Ice Agenzia, Confindustria e degli attori del Sistema Italia. I lavori si chiuderanno con gli interventi del ministro Tajani e del ministro saudita per gli investimenti, Khalid A. Al-Falih.
Il Business Forum si colloca in un momento storico in cui il Regno sta attraversando una profonda trasformazione economica, guidata dal programma di sviluppo “Vision 2030” e da un ampio programma di riforme che vede l’Arabia Saudita affermarsi come uno dei mercati più dinamici e strategici della Regione. L’Italia punta a diventare un partner di primo piano nella trasformazione saudita grazie alle sue eccellenze tecniche e industriali, alla qualità e affidabilità del Made in Italy e alla flessibilità e capacità di co-progettazione delle nostre imprese. L’Arabia Saudita è un Paese prioritario nel Piano d’Azione per l’export italiano. Negli ultimi cinque anni l’interscambio commerciale tra Italia e Arabia Saudita è cresciuto del 67%. Dal 2022 le esportazioni italiane sono aumentate di quasi il 20% su base annua (l’aumento è stato del 27,9% nel 2024).
CORTINA D’AMPEZZO (XINHUA/ITALPRESS) – Una donna passa davanti al tabellone del conto alla rovescia dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, a Cortina d’Ampezzo, Italia, il 22 novembre 2025. Situata nella regione settentrionale italiana del Veneto, Cortina d’Ampezzo è famosa per la sua bellezza, per la stazione sciistica e per la sua eredità sportiva, iniziata con i Giochi Olimpici Invernali del 1956 e proseguita fino a Milano-Cortina 2026.
ROMA (ITALPRESS) – “Sono trascorsi quarantacinque anni da quel drammatico 23 novembre del 1980 in cui violente scosse sismiche colpirono l’Irpinia, la Basilicata e alcune aree della Puglia, causando la morte di circa tremila persone, migliaia di feriti e sfollati, milioni di cittadini bisognosi di aiuto. La risposta alla catastrofe da parte delle istituzioni e della società civile, dei tanti volontari che, mossi da un profondo spirito di partecipazione e solidarietà, accorsero in aiuto delle popolazioni locali, fu impegnativa e generosa. Una pagina difficile della nostra storia rimasta impressa nella memoria collettiva, richiamo costante alla necessità di adeguare sistemi di monitoraggio e di immediata reazione alle vulnerabilità a cui sono esposte parti del territorio italiano e al contempo sprone alla ricerca di soluzioni adeguate in materia antisismica per una ricostruzione che fosse anche rilancio di aree interne del nostro Paese. La Repubblica commemora le sue vittime e si unisce al dolore dei familiari”. E’ quanto afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una nota.
MILANO (ITALPRESS) – Il feretro di Ornella Vanoni, scomparsa la notte del 21 novembre all’età di 91 anni, si trova al Piccolo Teatro Grassi, in via Rovello, a Milano, per la camera ardente. Numerosi cittadini si sono messi in coda per rendere l’ultimo saluto all’artista fin dalle prime ore del mattino. Un lungo applauso da parte ha salutato l’arrivo del feretro.
Secondo le stime del personale del Piccolo Teatro Grassi di Milano alle 13 oltre 5mila persone hanno reso omaggio all’artista. “È stata una mattinata di grande commozione. Un pezzo di Milano si è stretto intorno a Ornella Vanoni. Sono passati fan, cittadini vicini di casa e tanti artisti italiani e internazionali di tutti i mondi: tv, teatro, musica cinema. Un grande tributo a una figura di straordinaria importanza. È la testimonianza di un affetto che proseguirà anche nelle giornata di domani”, ha commentato l’assessore comunale alla cultura Tommaso Sacchi.
La camera ardente rimarrà aperta anche lunedì dalle 10 alle 13. I funerali si terranno lunedì pomeriggio nella chiesa di San Marco nel quartiere Brera dove Vanoni abitava e per quella giornata il Comune ha proclamato il lutto cittadino.
1 di 3
IL RICORDO DEL SINDACO SALA
Ornella Vanoni era “una donna straordinaria”, quando ci incontravamo “Mi chiedeva sempre della mia vita privata, voleva sapere se ero felice o arrabbiato, come andava la mia vita”,“molto spesso chi ha una vita molto visibile alla fine tende a ritrarsi perché è stufo di visibilità. Lei si è data ancora di più e questo credo che sia stato un merito. Cercheremo di ricordarla nel modo migliore”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala arrivando al Piccolo Teatro. Secondo il primo cittadino, Ornella Vanoni ha rappresentato “la milanesità intesa come la voglia di essere sempre liberi e non condizionati dal giudizio degli altri e del mainstream. E lei da questo punto di vista è stata un bellissimo esempio”, “credo che dovremmo trovare delle formule per essere riconoscenti”, “è stata una persona talmente importante per Milano che bisogna trovare una formula per continuare a mandare avanti il suo insegnamento”, ha aggiunto.
Alla domanda se intitolarle una strada a Milano (lei ironizzava sul dedicarle un’aiuola quando era ancora in vita, ndr), Sala ha risposto che “bisogna sentire anche la famiglia. Su queste cose serve un grande rispetto anche perché noi cerchiamo di interpretare la sua volontà, ma è importante sentire la famiglia e le persone che le stavano più vicino nell’ultima fase”. Il sindaco ha poi definito la proclamazione del lutto cittadino il 24 novembre in occasione dei funerali dell’artista non solo un atto “assolutamente doveroso, ma anche un modo anche per richiamare l’attenzione ai cittadini su qualcosa che è avvenuto e farli riflettere e in questo caso è più che importante”.
CANTANTI E AMICI ALLA CAMERA ARDENTE, IN VISITA ANCHE LILIANA SEGRE
La senatrice a vita Liliana Segre è venuta a rendere omaggio ad Ornella Vanoni presso la camera ardente. Segre aveva fatto pervenire ieri un biglietto nell’abitazione dell’artista con la scritta “Indimenticabile amica”.
“Era doveroso venirla a salutare. Ha vissuto in maniera lucida fino agli ultimi istanti. Forse una morte più dolce non si poteva avere. Ci sono stati episodi, tante volte abbiamo cantato insieme; abbiamo condiviso tanti palchi. Tanti ricordi… quelli più divertenti li tengo per me”. Così Fiorella Mannoia all’uscita della camera ardente. “È stata un punto di riferimento per ognuno e ognuna di noi. Ornella era il simbolo della della libertà e dell’irriverenza. Era una donna colta, elegante e libera. Era una donna libera e una cantante straordinaria. Mi porterò nel cuore tutte le telefonate che ci siamo fatte e anche i momenti divertenti: era molto ironica e la battuta non le mancava mai”, ha aggiunto.
“È stata non solo un’artista di grandezza primaria: era originale e con un patrimonio musicale pazzesco. Ma era anche generosissima, il che non è scontato per un’artista del suo calibro. Era una donna diretta, ironica, ma soprattutto generosissima con le nuove generazioni. Era unica la più grande di tutti. Ci mancherà tantissimo, ma la sua musica è immortale. Domani è un altro giorno è la canzone della mia vita”. Così Simona Ventura.
“Sapeva di essere una star, ma era una star tra di noi. Ci siamo sentite per molto tempo e lei più che manifestare un suo bisogno, si interessava ai bisogni degli altri. Mi chiedeva sempre se ero innamorata, se andavano bene le cose. Una persona meravigliosa, veramente da cui prendere esempio sia per coloro che vogliono fare gli artisti sia per coloro che vogliono semplicemente essere degli esseri umani”. Queste le parole di Arisa all’uscita della camera ardente. “L’ultima volta l’ho sentita tanto tempo fa. Però sono molto grata del periodo che abbiamo trascorso insieme”, ha aggiunto.
“Ornella ci lascia la sua eleganza anarchica e la sua grande ironia. Un’artista dalla gigantesca eleganza anarchica. Rimarrà sempre con tutti noi. Fino all’ultimo ha avuto la spinta dell’entusiasmo e diceva che dovevamo fare cose insieme”. E’ questo il ricordo di Francesco Gabbani, uscendo dalla camera ardente.
“Ci manca perché manca una delle interpreti migliori. La ringrazierò sempre. Sono molto commosso”, ha detto Cristiano Malgioglio.
Ornella Vanoni era “un pezzo di Milano importante. Sapeva cantare e interpretare Milano. La città ha perso una voce indimenticabile, una persona bella. È giusto ricordarla come una di noi e come una donna che ha saputo vivere la vita”, è il ricordo del regista Gabriele Salvatores.
Ornella Vanoni era “una persona meravigliosa. Un essere umano meraviglioso prima che un’artista meravigliosa. Aveva una grande personalità. Una donna libera che ha insegnato la libertà”, così Alba Parietti.
“Milano non perde niente. Perché grazie a Ornella e al suo modo di interpretare la vita, la città conserverà sempre lo status artistico che Ornella ci ha regalato”. Così Paolo Jannacci, figlio del noto cantautore Enzo Jannacci, all’uscita dalla camera ardente. Rivolgendosi ai giornalisti, si è detto “felice del vostro riguardo nei confronti di Ornella perché rimarrà Per sempre un’icona della nostra città, della nostra bellezza e del fatto di aver contribuito all’innalzamento culturale del paese. Ornella ha avuto la possibilità di cambiare di continuo rimanendo se stessa, ma anche facendo la differenza”.
MILANO (ITALPRESS) – Il feretro di Ornella Vanoni, scomparsa la notte del 21 novembre all’età di 91 anni, è arrivato al Piccolo Teatro Grassi, in via Rovello, a Milano. Numerosi cittadini si sono messi in coda per rendere l’ultimo saluto all’artista fin dalle prime ore del mattino. Un lungo applauso da parte ha salutato l’arrivo del feretro.
La camera ardente rimarrà aperta oggi dalle 10 alle 14 e domani dalle 10 alle 13. I funerali si terranno lunedì pomeriggio nella chiesa di San Marco nel quartiere Brera dove Vanoni abitava e per quella giornata il Comune ha proclamato il lutto cittadino.
Ornella Vanoni era “una donna straordinaria”, quando ci incontravamo “Mi chiedeva sempre della mia vita privata, voleva sapere se ero felice o arrabbiato, come andava la mia vita”,“molto spesso chi ha una vita molto visibile alla fine tende a ritrarsi perché è stufo di visibilità. Lei si è data ancora di più e questo credo che sia stato un merito. Cercheremo di ricordarla nel modo migliore”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala arrivando al Piccolo Teatro. Secondo il primo cittadino, Ornella Vanoni ha rappresentato “la milanesità intesa come la voglia di essere sempre liberi e non condizionati dal giudizio degli altri e del mainstream. E lei da questo punto di vista è stata un bellissimo esempio”, “credo che dovremmo trovare delle formule per essere riconoscenti”, “è stata una persona talmente importante per Milano che bisogna trovare una formula per continuare a mandare avanti il suo insegnamento”, ha aggiunto.
Alla domanda se intitolarle una strada a Milano (lei ironizzava sul dedicarle un’aiuola quando era ancora in vita, ndr), Sala ha risposto che “bisogna sentire anche la famiglia. Su queste cose serve un grande rispetto anche perché noi cerchiamo di interpretare la sua volontà, ma è importante sentire la famiglia e le persone che le stavano più vicino nell’ultima fase”. Il sindaco ha poi definito la proclamazione del lutto cittadino il 24 novembre in occasione dei funerali dell’artista non solo un atto “assolutamente doveroso, ma anche un modo anche per richiamare l’attenzione ai cittadini su qualcosa che è avvenuto e farli riflettere e in questo caso è più che importante”.
MILANO (ITALPRESS) – “Il gruppo Sella comunica con profondo dolore che nella tarda serata di ieri è mancato Maurizio Sella, a causa di una malattia che si è improvvisamente e rapidamente aggravata”. E’ quanto si legge in una nota.
Maurizio Sella, 83 anni, Cavaliere del Lavoro, ha lavorato per quasi sessant’anni nell’azienda di famiglia guidandola in una crescita solida e duratura e si è impegnato al servizio delle istituzioni e delle organizzazioni di rappresentanza del settore bancario e del mondo imprenditoriale, in Italia e in Europa, spiega la nota.
“Fino all’ultimo momento, anche in questi giorni di sofferenza fisica, ha dedicato ogni singolo istante a lavorare per l’azienda e per la famiglia. Oggi – ha detto il ceo Pietro Sella, anche a nome dei familiari, dei Consigli d’amministrazione e dei colleghi di tutte le società del gruppo – ci lascia colui a cui dobbiamo il successo del Gruppo in cui lavoriamo e un grande esempio di dedizione, saggezza, lungimiranza e imprenditorialità. Nella pratica aveva da già da tempo predisposto ogni aspetto della sua successione. Ma quello che più di tutto ci lascia è una grande eredità morale, fatta di insegnamenti e di incrollabile fiducia, determinazione e lavoro per il futuro. La sua forza, il suo esempio, la sua integrità e la sua fiducia nel futuro sono e saranno sempre il nostro elemento distintivo”.
Laureato in Economia e commercio all’Università di Torino nel 1966, entra quello stesso anno in Banca Sella, fondata nel 1886 da Gaudenzio Sella insieme ad altri sei fratelli e cugini, all’epoca guidata dallo zio Giorgio e dal padre Ernesto. Come da tradizione di famiglia comincia dallo “sportello” e fa la gavetta, percorrendo tutte le tappe della carriera.
In questo ambiente, come ha scritto lui stesso raccontando il proprio percorso professionale e imprenditoriale, “ho respirato fin dalla nascita valori quali l’intraprendenza, l’imprenditorialità, il senso del dovere, l’etica del lavoro, l’onestà, la dedizione all’impresa di famiglia, l’importanza dell’unione degli azionisti di famiglia e l’amore per il cliente che ci dà il pane (che è uno degli insegnamenti sempre vivi nella nostra famiglia e nella nostra impresa)”.
Ricopre il ruolo di Amministratore Delegato e Direttore Generale della banca dal 1974 fino al 2002, guidandone la crescita su tutto il territorio nazionale e la sua innovazione nell’organizzazione, nell’infrastruttura tecnologica e nei servizi ai clienti. Dal 2000 fino al maggio di quest’anno è presidente di Banca Sella Holding, la capogruppo del gruppo Sella nato dall’importante sviluppo della banca di famiglia, nell’ambito del quale è presidente anche di Banca Patrimoni Sella & C.
A lui si deve anche la nascita della holding di famiglia “Maurizio Sella Saa”, fortemente voluta per garantire una governance ottimale, e di cui è stato presidente dalla nascita nel 1989 fino al 2021.
Grazie al suo impegno imprenditoriale nel 1991, a soli 49 anni, è nominato Cavaliere del Lavoro e nel 2018 Cavaliere di Gran Croce, il grado più alto dell’ordine al merito della Repubblica italiana conferito dal Presidente della Repubblica. Dal 2019 ha presieduto la Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, dopo aver guidato nel triennio precedente il Gruppo Piemontese.
Si è particolarmente impegnato nelle organizzazioni di rappresentanza del settore bancario e del mondo imprenditoriale, in Italia e in Europa. Dal 1990 al 2006 è stato presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, per i quattro mandati consecutivi allora previsti dallo statuto, in un periodo di grandi trasformazioni, privatizzazioni e consolidamento del settore, segnato anche dallo storico passaggio all’Euro. Era tutt’ora nel Comitato esecutivo e componente del Comitato di presidenza. Dal 1998 al 2004 è stato inoltre presidente della Federazione Bancaria Europea (FBE).
E’ stato tra gli animatori e presidente dell’Associazione Italiana delle Aziende Familiari (Aidaf) dal 2007 al 2013, presidente dell’Associazione fra le Società Italiane per Azioni (Assonime) dal 2013 al 2017 e negli stessi anni componente del Comitato di Corporate Governance di Borsa Italiana.
In ambito europeo, è stato referente per l’Italia al Payment System Steering Group e al Payment System Technical Development Group dal 1992 al 1997. In seguito, ha ricoperto il ruolo di “alternate del presidente” nel Sepa Council presso la BCE, dal 2010 al 2014, e nell’Euro Retail Payments Board (ERPB), a partire dal 2014. Ha presieduto per due volte anche il Groupement Europèen de Banques (GEB), nato nel 1978 per favorire il confronto tra le banche di piccola e media dimensione dei diversi paesi europei. Dagli anni Novanta, ha fatto parte del Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti e del Gruppo Italiano della Trilateral Commission.
E’ stato socio fondatore della Fondazione Cavour di Torino e Presidente dell’Istituto Luigi Einaudi di Roma.