giovedì, Novembre 27, 2025
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Operazione antidroga tra Roma e Latina, 15 arresti e 8 indagati

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ROMA (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Roma, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale, ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 persone, gravemente indiziate di appartenere a due distinte associazioni criminali specializzate nel traffico di droga. Ai 15 arrestati si aggiungono altre 8 persone, anche queste indagate di appartenere alle consorterie di narcotrafficanti, sottoposte, nel contesto dello stesso provvedimento, ad altrettanti decreti di perquisizione personale e locale. vbo/mca2
Fonte video: Polizia di Stato

Scoperto nel Trapanese un traffico di droga all’ombra di cosa nostra, 27 arresti

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TRAPANI (ITALPRESS) – In provincia di Trapani, gli agenti della Polizia di Stato, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza cautelare restrittiva nei confronti di 27 soggetti (16 custodia cautelare in carcere e 11 arresti domiciliari), gravemente indiziati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, in taluni casi aggravata dall’avere agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa denominata cosa nostra, in particolare, la famiglia mafiosa di Marsala. Nel medesimo contesto operativo, tra Trapani, Marsala e Mazara del Vallo, sono state eseguite, su delega della Procura distrettuale, 20 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, indiziati degli stessi reati. L’imponente operazione ha visto l’impiego di 200 poliziotti, di 4 unità cinofile e di 16 pattuglie dei Reparti prevenzione crimine della Sicilia e della Calabria. vbo/mca2
Fonte video: Polizia di Stato

Maxi coltivazione di marijuana nelle campagne del Reggino, un arresto

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REGGIO CALABRIA (ITALPRESS) – Una vasta distesa di serre perfettamente mimetizzate tra gli uliveti e un odore acre, inequivocabile, che ha guidato i Carabinieri verso una delle più consistenti piantagioni scoperte negli ultimi mesi nella Piana di Gioia Tauro. È quanto emerso dall’operazione condotta a Rizziconi dai militari della Stazione locale, affiancati dalla Sezione Operativa della Compagnia di Gioia Tauro e dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”.

Durante controlli nelle zone rurali, i Carabinieri hanno percepito un forte odore di marijuana provenire da alcune serre apparentemente dedicate alla floricoltura. L’intuizione investigativa è stata immediata: una volta entrati nell’area e avviata la perquisizione, i militari si sono trovati davanti una vera e propria coltivazione professionale.

All’interno delle strutture sono state rinvenute 545 piante di canapa indiana, disposte in 24 filari e sostenute da un sistema di irrigazione altamente efficiente, chiaro segno di un’organizzazione in grado di garantire una produzione costante e di elevata resa. La piantagione, in avanzato stato vegetativo e destinata a generare un ingente quantitativo di stupefacente, è stata posta sotto sequestro e poi distrutta su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il responsabile della coltivazione, un 29enne incensurato, è stato individuato quando – ignaro del blitz in corso – è giunto sul posto durante le operazioni. Per lui sono scattati gli arresti domiciliari, come disposto dalla Procura di Palmi.

-Foto ufficio stampa Carabinieri-
(ITALPRESS).

Maxi operazione antidroga tra Roma e Latina: 15 arresti

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ROMA (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Roma, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale, ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 persone, gravemente indiziate di appartenere a due distinte associazioni criminali specializzate nel traffico di droga.

I mercati su cui i gruppi criminali operavano si concentravano nei territori di Anzio, Nettuno e Latina, che venivano sistematicamente riforniti di cocaina, hashish e marijuana attraverso una fitta rete di pusher, alle dipendenze di ciascuna delle organizzazioni, che all’occorrenza, si davano “mutuo soccorso”, soccorrendo l’una alle necessità dell’altra quando le richieste di mercato esaurivano la disponibilità momentanea del narcotico.

Il provvedimento restrittivo rappresenta l’epilogo di un’articolata attività d’indagine, svolta dalla Squadra Mobile di Roma, che ha consentito di disvelare le due organizzazioni criminali, che disponevano di armi da fuoco e hanno guadagnato egemonia nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti nei territori del litorale romano e pontino.

Ai 15 arrestati si aggiungono altre 8 persone, anche queste indagate di appartenere alle consorterie di narcotrafficanti, sottoposte, nel contesto dello stesso provvedimento, ad altrettanti decreti di perquisizione personale e locale.

L’indagine ha messo in luce la struttura piramidale delle due organizzazioni, dove i capi operavano in regime di arresti domiciliari e, sfruttando i propri canali di approvvigionamento, si avvalevano di una rete di depositari di stupefacente e venditori al dettaglio. Le organizzazioni imponendosi sul territorio anche in virtù della disponibilità di armi, avevano monopolizzato numerose piazze di spaccio del litorale pontino e romano.

Tra i luoghi di incontro per finalizzare i traffici di stupefacenti sono emersi esercizi di ristorazione, nonché locali di intrattenimento, luoghi frequentati dalla movida, potendo così contare su un ampio bacino d’utenza. Una delle due organizzazioni criminali aveva inoltre la disponibilità diretta di un bar ristorante, utilizzato come base logistica per avviare le trattative inerenti l’acquisto di importanti partite di droga.

Il volume d’affare stimato nel corso dell’indagine è di alcuni milioni di euro sul mercato della vendita al dettaglio dello stupefacente. Nel corso delle indagini, durate oltre 1 anno, i poliziotti della Squadra Mobile capitolina hanno sequestrato 3 chili e mezzo di cocaina, più di 18 chili di hashish e quasi mezzo chilo di eroina, arrestando in flagranza di reato e denunciando 8 persone.

Nello stesso contesto, gli investigatori hanno sequestrato armi da fuoco clandestine, provento di furto. All’operazione che ha coinvolto oltre 200 uomini, svoltasi nei comuni di Roma, Latina, Nettuno, Pomezia e L’Aquila, hanno partecipato i poliziotti della Squadra Mobile di Roma, con la collaborazione dell’omologhi uffici investigativi di Latina, nonché con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, di Unità cinofile antidroga, nonché del Reparto Volo di Roma.

-Foto screenshot video Polizia di Stato-
(ITALPRESS).

Egitto, l’esperto Abubakr al-Deeb: “L’ordine Trump un duro colpo per i fratelli musulmani”

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ROMA (ITALPRESS) – L’ordine esecutivo firmato dal presidente americano Donald Trump che designa alcuni rami della Fratellanza Musulmana come organizzazioni terroristiche straniere rappresenta il colpo finanziario più duro subito dal movimento dalla sua fondazione, quasi un secolo fa”. Lo afferma in un’intervista ad Italpress Abubakr al-Deeb, consulente del Centro Arabo di Studi, ricercatore in relazioni internazionali ed economia politica.

“Non si tratta solo di un atto simbolico – spiega al-Deeb – ma dell’avvio della più vasta operazione di prosciugamento delle fonti di finanziamento mai vista, sia dirette sia attraverso facciate economiche, associazioni caritatevoli e società transnazionali”.

Secondo l’esperto, l’inclusione dei rami egiziano, libanese e giordano nella lista americana mette sotto la lente l’intera struttura economica della Fratellanza, che per decenni si è basata su una rete finanziaria decentralizzata e stratificata: scuole, cliniche, imprese edili dichiarate; società di facciata; economia parallela alimentata da quote degli affiliati; finanziamenti esteri da donatori e organizzazioni amiche.

“Il vero danno – sottolinea al-Deeb – colpirà soprattutto le società di copertura e l’economia sommersa. Il sistema finanziario globale, legato al dollaro, permetterà agli Stati Uniti di congelare beni, bloccare bonifici, chiudere conti e inserire aziende sospette nelle liste di controllo. Banche internazionali rifiuteranno di trattare con questi soggetti, rendendo di fatto asfissianti le attività transfrontaliere”.

L’esperto prevede pesanti ripercussioni anche sulle imprese operanti in settori come costruzioni, cambiavalute, istruzione privata, commercio internazionale e logistica, nonché sugli investimenti immobiliari e sulle associazioni caritative usate come canale di trasferimento fondi.

“Il provvedimento creerà un vuoto finanziario che richiederà anni per essere colmato – prosegue – con calo di fiducia tra i finanziatori locali, ritrosia degli imprenditori a continuare il sostegno e difficoltà nel movimento di capitali tra Paesi”.

Al-Deeb non ritiene che il giro di vite porterà alla scomparsa dell’economia della Fratellanza, ma la costringerà a una drastica riconversione: meno dipendenza dai circuiti bancari internazionali, maggiore ricorso al contante, riduzione delle dimensioni delle società di copertura e ritorno a reti strettamente locali, tutte opzioni “meno efficienti e molto più rischiose”.

“Le sanzioni finanziarie – conclude il ricercatore – sono sempre più efficaci di quelle politiche: interrompono i flussi, smascherano le facciate, mandano in tilt i conti e indeboliscono la capacità organizzativa. Nei prossimi mesi vedremo una completa ridisegnazione della mappa economica della Fratellanza nella regione”.

-Foto ufficio stampa al-Deeb-
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Cina: lanciata la navicella Shenzhou-22

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JIUQUAN (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – Martedì, la Cina ha lanciato la navicella Shenzhou-22 dal Centro di Lancio Satellitare di Jiuquan, nel nord-ovest del Paese, segnando la prima missione di lancio d’emergenza nel programma spaziale cinese con equipaggio. La navicella si è separata dal razzo ed è entrata nell’orbita designata. La China Manned Space Agency (l’agenzia cinese per i voli spaziali con equipaggio) ha dichiarato la missione di lancio un completo successo.

(ITALPRESS).

Associazione armata dedita al narcotraffico, 28 arresti

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MILANO (ITALPRESS) – La Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura, sta eseguendo misure cautelari nei confronti di 28 indagati (25 in carcere e 3 ai domiciliari) appartenenti ad un’associazione criminale armata composta da soggetti facenti parte della ‘ndrangheta della locride che, a vario titolo e con il supporto di soggetti inseriti in ambienti della criminalità albanese, avrebbero promosso, diretto, finanziato, organizzato e realizzato traffici internazionali di sostanze stupefacenti.

Tra i destinatari di misura cautelare personale figura anche, per il reato di riciclaggio, un cittadino cinese che, nella sua qualità di cambista, ha permesso all’organizzazione criminale di effettuare il pagamento di partite di stupefacente tramite il sistema di compensazione/trasferimento informale di valore noto come fei eh ‘ien.

L’attività investigativa, diretta dalla Procura con il costante coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, ha permesso di disvelare una triangolazione di accordi tra esponenti della criminalità organizzata calabrese, lombarda e campana volta a favorire l’importazione dal Sud America di grandi quantitativi di stupefacente. E’ stata infatti individuata una fitta rete criminale di stanza in Lombardia, con ramificazioni in Germania, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, Colombia e Brasile che, utilizzando sofisticati apparati di messaggistica criptata e sfruttando diretti contatti con broker albanesi e con fornitori di cocaina dal Sud America, nell’arco temporale di circa due anni, ha movimentato stupefacente per un controvalore stimato in oltre 27 milioni di euro.

L’operazione, che vede complessivamente indagate 41 persone, ha consentito di ricostruire svariate importazioni di cocaina che, senza soluzione di continuità, dalla Colombia e dal Brasile sono state destinate con vettore marittimo verso i porti di Livorno, Rotterdam, Gioia Tauro e Le Havre attraverso la tecnica del cosiddetto “rip-off” (gacho ciego), mediante la quale i narcos inseriscono stupefacente all’interno dei container utilizzati per i trasporti commerciali leciti via mare.

Di significativa importanza per la riuscita dell’indagine è stata anche la collaborazione con Eurojust ed Europol per l’acquisizione, attraverso numerosi Ordini Europei di Indagine, di conversazioni di messaggistica crittografata, attraverso le quali è stato possibile identificare compiutamente i componenti del sodalizio, il cui vertice, appartenente alla “famiglia Barbaro” di Platì (RC), era in contatto con broker di caratura internazionale di origine albanese. In tal modo sono state ricostruite importazioni di cocaina per oltre 3,5 tonnellate, di cui oltre 400 chili sequestrati all’organizzazione dalle forze dell’ordine sia in Italia che all’estero.

Sono in corso perquisizioni nella provincia di Milano, Pavia, Bergamo, Parma, Imperia, Como, Roma, Taranto e Reggio Calabria con l’ausilio di unità cinofile eash dog e antidroga della Guardia di Finanza.

– foto ufficio stampa Guardia di Finanza –
(ITALPRESS).

Associazione armata dedita al narcotraffico, 28 arresti

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MILANO (ITALPRESS) – La Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura, sta eseguendo misure cautelari nei confronti di 28 indagati (25 in carcere e 3 ai domiciliari) appartenenti ad un’associazione criminale armata composta da soggetti facenti parte della ‘ndrangheta della locride che, a vario titolo e con il supporto di soggetti inseriti in ambienti della criminalità albanese, avrebbero promosso, diretto, finanziato, organizzato e realizzato traffici internazionali di sostanze stupefacenti. Tra i destinatari di misura cautelare personale figura anche, per il reato di riciclaggio, un cittadino cinese che, nella sua qualità di cambista, ha permesso all’organizzazione criminale di effettuare il pagamento di partite di stupefacente tramite il sistema di compensazione/trasferimento informale di valore noto come fei eh ‘ien.
L’attività investigativa, diretta dalla Procura con il costante coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, ha permesso di disvelare una triangolazione di accordi tra esponenti della criminalità organizzata calabrese, lombarda e campana volta a favorire l’importazione dal Sud America di grandi quantitativi di stupefacente. E’ stata infatti individuata una fitta rete criminale di stanza in Lombardia, con ramificazioni in Germania, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, Colombia e Brasile che, utilizzando sofisticati apparati di messaggistica criptata e sfruttando diretti contatti con broker albanesi e con fornitori di cocaina dal Sud America, nell’arco temporale di circa due anni, ha movimentato stupefacente per un controvalore stimato in oltre 27 milioni di euro.
L’operazione, che vede complessivamente indagate 41 persone, ha consentito di ricostruire svariate importazioni di cocaina che, senza soluzione di continuità, dalla Colombia e dal Brasile sono state destinate con vettore marittimo verso i porti di Livorno, Rotterdam, Gioia Tauro e Le Havre attraverso la tecnica del cosiddetto “rip-off” (gacho ciego), mediante la quale i narcos inseriscono stupefacente all’interno dei container utilizzati per i trasporti commerciali leciti via mare.
Di significativa importanza per la riuscita dell’indagine è stata anche la collaborazione con Eurojust ed Europol per l’acquisizione, attraverso numerosi Ordini Europei di Indagine, di conversazioni di messaggistica crittografata, attraverso le quali è stato possibile identificare compiutamente i componenti del sodalizio, il cui vertice, appartenente alla “famiglia Barbaro” di Platì (RC), era in contatto con broker di caratura internazionale di origine albanese. In tal modo sono state ricostruite importazioni di cocaina per oltre 3,5 tonnellate, di cui oltre 400 chili sequestrati all’organizzazione dalle forze dell’ordine sia in Italia che all’estero.
Sono in corso perquisizioni nella provincia di Milano, Pavia, Bergamo, Parma, Imperia, Como, Roma, Taranto e Reggio Calabria con l’ausilio di unità cinofile eash dog e antidroga della Guardia di Finanza.
– foto ufficio stampa Guardia di Finanza –
(ITALPRESS).

Marocco, nuova “Offerta Offshoring”: 130 mila posti di lavoro e upgrading del settore

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RABAT (MAROCCO) (ITALPRESS) – Il governo marocchino ha pubblicato oggi la circolare che definisce le modalità di attuazione della nuova “Offerta Offshoring Marocco”, uno dei pilastri della strategia nazionale per accelerare la trasformazione digitale e industriale del Paese. Il dispositivo punta alla creazione di 130.000 posti di lavoro diretti e stabili, di cui 50.000 entro il 2026, e mira a raggiungere un fatturato settoriale di 40 miliardi di dirham.

La circolare, trasmessa ai membri del governo, agli sviluppatori delle Piattaforme Industriali Integrate (P2I Offshoring) e ai dirigenti delle imprese pubbliche, formalizza il pacchetto di incentivi fiscali, misure sociali e strumenti di governance destinati a rafforzare l’attrattività del Marocco nei servizi esternalizzati.

Il nuovo quadro si inserisce nella continuità di Digital Morocco 2030 e punta a sostenere l’insediamento di operatori tecnologici internazionali, sviluppare servizi digitali “Made in Morocco” e favorire attività a più alto valore aggiunto. La riforma prevede la generalizzazione dello sportello unico nelle P2I Offshoring, che diventerà l’interfaccia principale per gli investitori, con procedure interamente digitalizzate e tempi di istruttoria ridotti. Gli operatori situati al di fuori delle piattaforme accederanno allo stesso regime di incentivi attraverso una piattaforma nazionale centralizzata.

La circolare definisce cinque filiere prioritarie: ITO, CRM, BPO, ESO e KPO, coprendo così i servizi tecnologici, operativi e di ingegneria a maggiore potenziale di crescita. Sul piano fiscale, sono previsti tre meccanismi principali: Imposta sul reddito: onere fiscale limitato al 20% del reddito lordo imponibile, ridotto al 10% per le P2I secondarie (Fès, Oujda, Tétouan), valido dal 1° luglio 2025 al 31 dicembre 2030. Imposta sulle società: contributo statale fino al 56% dell’importo dovuto. Premi all’occupazione e alla formazione: 17% del reddito lordo imponibile per ogni nuova assunzione stabile, e 3,5% per la formazione, erogati per cinque anni.

Le P2I Offshoring saranno sottoposte a requisiti più stringenti: spazi dedicati, connettività avanzata, offerta immobiliare flessibile e servizi mutualizzati (sicurezza, manutenzione, trasporto del personale, servizi finanziari e postali). I gestori disporranno di cinque giorni per valutare le richieste, mentre il Comitato Tecnico Offshoring avrà venticinque giorni per l’esame dei dossier.

Il sistema di governance sarà assicurato da un Comitato Tecnico nazionale, incaricato di selezionare le piattaforme idonee, validare i progetti e monitorare gli impegni assunti. Con questa nuova offerta, il Marocco intende consolidare la propria posizione in un mercato internazionale caratterizzato dal ritorno del nearshoring, dalla ricerca di resilienza e dalla crescita dei servizi ad alta intensità tecnologica

-Foto Le360-
(ITALPRESS).

Scoperto un traffico di droga all’ombra di cosa nostra nel Trapanese, 27 arresti

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TRAPANI (ITALPRESS) – In provincia di Trapani, gli agenti della Polizia di Stato, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza cautelare restrittiva nei confronti di 27 soggetti (16 custodia cautelare in carcere e 11 arresti domiciliari), gravemente indiziati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, in taluni casi aggravata dall’avere agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa denominata cosa nostra, in particolare, la famiglia mafiosa di Marsala.

Nel medesimo contesto operativo, tra Trapani, Marsala e Mazara del Vallo, sono state eseguite, su delega della Procura distrettuale, 20 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, indiziati degli stessi reati. L’imponente operazione ha visto l’impiego di 200 poliziotti, di 4 unità cinofile e di 16 pattuglie dei Reparti prevenzione crimine della Sicilia e della Calabria. L’indagine, avviata nel 2020, ha permesso di accertare il dinamismo criminale di tre distinte associazioni, attive nella commercializzazione di cocaina nelle principali piazze di spaccio di Marsala e dei territori limitrofi.

Le investigazioni, condotte dalla Squadra mobile di Trapani e dal Commissariato PS di Marsala e coordinate dalla citata Procura distrettuale, hanno poi documentato il pervicace controllo esercitato da figure apicali della locale consorteria mafiosa che, in costante collegamento con i vertici delle tre organizzazioni indagate, venivano regolarmente informati dei traffici illeciti, beneficiando di una percentuale sui proventi della vendita dello stupefacente, quale fonte primaria di sostentamento del sodalizio mafioso.

Un primo gruppo criminale, con base operativa in contrada Ciavolo, faceva capo a un allevatore marsalese di settant’anni, aiutato da una fitta rete di sodali e di pusher alle sue dirette dipendenze, attivi nello spaccio di cocaina, che l’indagato reperiva anche attraverso la mediazione di un pregiudicato mafioso e di personaggi di spicco della criminalità locale. L’uomo, destinatario della misura cautelare della custodia in carcere, nel corso dell’indagine è stato tratto in arresto poiché trovato in possesso di tre armi – di cui due revolver calibro 38 e una semiautomatica con matricola abrasa – nonché di 40 grammi di cocaina; all’epoca, le armi furono rinvenute in nascondigli ricavati tra arbusti e manufatti rurali, nelle campagne adiacenti alla sua proprietà.

Il secondo gruppo indagato, attivo a Marsala in contrada Amabilina, è invece riconducibile, tra gli altri, a un pregiudicato marsalese, all’epoca dell’indagine sottoposto agli arresti domiciliari per reati in materia di droga, con l’autorizzazione ad allontanarsi dall’abitazione per gestire la pescheria di cui era titolare. L’uomo, in realtà, aveva trasformato l’esercizio commerciale, ubicato nella centrale via degli Atleti, in un vero e proprio crocevia del traffico illecito di stupefacenti e luogo privilegiato per gli incontri con figure apicali di cosa nostra marsalese, con i referenti delle altre due organizzazioni criminali investigate e, in generale, con i principali gestori delle piazze di spaccio cittadine.

Il pescivendolo, nel corso dell’indagine, è stato raggiunto da una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Trapani, che lo ha privato della pescheria, costringendolo a trasferire la base operativa dell’attività di spaccio nella propria abitazione, presso cui sono stati registrati incontri significativi, finalizzati all’elaborazione di strategie criminali alternative e alla definizione di nuove alleanze operative. La pervicacia e la pericolosità criminale dell’indagato sono state dimostrate, inoltre, dalla disponibilità di un’arma, una pistola 7,65 con matricola abrasa e relativo munizionamento, trovati nella disponibilità di un dipendente della pescheria (arrestato in flagranza nel dicembre 2021), che li deteneva per conto del titolare.

I poliziotti della Squadra mobile di Trapani e del Commissariato di Marsala hanno accertato il coinvolgimento dell’indagato e del gruppo criminale di appartenenza, costituito tra gli altri dal padre e dal cugino, in un grave atto intimidatorio, consistito nel danneggiamento a mezzo fuoco di un noto bar marsalese, avvenuto nel gennaio 2022. Al riguardo, l’indagato, di fronte al rifiuto del titolare del bar di assumerlo – per potere usufruire di permessi che gli avrebbero reso meno afflittiva la misura restrittiva patita – ha deciso e organizzato, insieme ai parenti, l’incendio del locale, poi commissionato (“deve diventare cenere”) a un consumatore di stupefacente, in debito con il sodalizio per pregressi acquisti di droga non saldati. Nel corso dell’indagine, gli investigatori hanno assistito all’affermarsi di una terza associazione, con base operativa in un appartamento della marsalese via Angileri.

L’ascesa di quest’ulteriore sodalizio criminale, resa possibile dall’attivismo di numerosi giovanissimi pusher, sarebbe stata favorita dall’accreditamento presso organizzazioni criminali calabresi, che a loro volta hanno assicurato un canale di approvvigionamento, a prezzi concorrenziali, della cocaina, poi rivenduta nelle principali piazze di spaccio di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo.

In tale contesto, si inserisce l’arresto in flagranza di un fornitore calabrese, in occasione di un trasporto di stupefacente proveniente dalla Locride e destinato a Trapani: nel marzo 2022, l’uomo è stato trovato in possesso di oltre 2 chili di cocaina, custoditi nell’abitacolo della vettura con cui viaggiava. L’associazione aveva già effettuato presso il calabrese un primo approvvigionamento, acquistando, per la somma di oltre 100 mila euro, 3 chili e mezzo di cocaina, destinata alla piazza di spaccio marsalese.

Le investigazioni si sono articolate in numerosi servizi di osservazione e controllo discreto dei soggetti di interesse investigativo e in ulteriori attività, tra cui perquisizioni, sequestri e arresti, finalizzati a reperire elementi di riscontro e suffragio alle ipotesi investigative. Infatti, nel corso dell’indagine, sono stati tratti in arresto in flagranza, per possesso di cocaina, 6 indagati e sequestrati oltre 4 chili del citato stupefacente.

-Foto screenshot video Polizia di Stato-
(ITALPRESS).