martedì, Dicembre 23, 2025
Home Blog Pagina 20

Conou, Piunti “Dall’olio usato un risparmio di 120 milioni l’anno”

0

MILANO (ITALPRESS) – Trasformare un rifiuto pericoloso in una risorsa preziosa, risparmiando 120 milioni di euro all’anno sulle importazioni e riducendo le emissioni di CO2 di 100 mila tonnellate. A renderlo possibile è il Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati.
“Il consorzio è un esempio virtuoso di cooperazione tra imprese che operano nella filiera degli oli minerali”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou, in un’intervista a Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy. “Sono 60 le imprese coinvolte: due si occupano della rigenerazione e le altre 58 della raccolta in tutte le regioni italiane, operando in 103 mila punti diversi tra meccanici, fabbriche e officine”, prosegue Piunti.
Il sistema dà lavoro a circa 2 mila persone e genera un fatturato che sfiora il miliardo di euro. Nel 2024 sono state raccolte 190 mila tonnellate di olio minerale usato, una sostanza altamente pericolosa, tossica e cancerogena che, se non trattata correttamente, rappresenterebbe un grave problema ambientale.
“Attraverso un’attenta selezione e differenziazione, portiamo questo olio agli impianti di rigenerazione – tre stabilimenti in Italia di due imprese – dove viene ritrasformato in olio lubrificante nuovo – continua Piunti -. La qualità degli oli rigenerati è identica a quella degli oli vergini, tanto che sul mercato hanno le stesse quotazioni internazionali. Circa un terzo degli oli lubrificanti utilizzati in Italia proviene dalla rigenerazione, anche se i consumatori spesso non ne sono consapevoli”.
Il processo di rigenerazione comporta enormi vantaggi ambientali ed economici. Evitando di importare petrolio da Russia, Arabia Saudita o Medio Oriente per produrre nuovi lubrificanti, si risparmia l’intero ciclo di estrazione, trasporto via nave, raffinazione e distribuzione. Questo si traduce in una riduzione significativa delle emissioni di CO2, nel minor utilizzo di milioni di metri cubi d’acqua e nella diminuzione di altre sostanze inquinanti rilasciate nell’atmosfera.
Gli oli lubrificanti rigenerati trovano impiego in numerosi settori produttivi. “Sono utilizzati nei motori e in numerosi processi di fabbricazione”, illustra il presidente. “Per esempio, nella lavorazione dell’alluminio servono come strato protettivo fluido tra lo stampo e il metallo fuso, impedendo che lo stampo si rompa per lo shock termico”.
Il fiore all’occhiello del sistema italiano è il tasso di rigenerazione: il 98% dell’olio raccolto viene trasformato in nuova risorsa, contro una media europea del 61%. “Altri Paesi europei sanno che la rigenerazione è prioritaria secondo le direttive UE, ma non riescono a raggiungere questi risultati perchè non hanno un modello organizzativo adeguato”, sottolinea Piunti.
Il segreto del successo italiano risiede proprio nel modello consortile, nato 41 anni fa e poi replicato in altre filiere come alluminio, carta e vetro. “Al centro del sistema c’è un arbitro indipendente, unico e senza fine di lucro, che non partecipa al gioco economico ma orienta le imprese nella direzione ambientale”, spiega il presidente. “Questo modello funziona perchè l’economia circolare non è spontanea: servono incentivi e coordinamento per far muovere le imprese nella direzione giusta”.
Paesi come Grecia e Spagna, che hanno adottato sistemi simili, ottengono risultati migliori rispetto al centro-nord Europa, dove manca questo tipo di organizzazione. “Dobbiamo pensare al rifiuto come a una risorsa fin dall’origine”, conclude Piunti, che cita l’economista Kenneth Boulding e la sua metafora dell’”astronave Terra”: “Siamo 8 miliardi di astronauti su un’astronave da cui non possiamo scendere. Il nostro modo di consumare e trattare i rifiuti deve tenerne conto”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

Oli minerali usati, Piunti “Il Conou modello virtuoso di economia circolare”

0

MILANO (ITALPRESS) – Trasformare un rifiuto pericoloso in una risorsa preziosa, risparmiando 120 milioni di euro all’anno sulle importazioni e riducendo le emissioni di CO2 di 100 mila tonnellate. A renderlo possibile è il Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati.
“Il consorzio è un esempio virtuoso di cooperazione tra imprese che operano nella filiera degli oli minerali”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou, in un’intervista a Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy. “Sono 60 le imprese coinvolte: due si occupano della rigenerazione e le altre 58 della raccolta in tutte le regioni italiane, operando in 103 mila punti diversi tra meccanici, fabbriche e officine”, spiega Piunti.

sat/gsl

Reggio Calabria, i Carabinieri scoprono un arsenale pirotecnico illegale da 120 chili

0

REGGIO CALABRIA (ITALPRESS) – Un vero e proprio deposito di artifizi pirotecnici illegali, potenzialmente pronto a finire sul mercato in vista delle festività natalizie, è stato scoperto dai Carabinieri della Stazione di Rizziconi, con il supporto dei colleghi della Stazione di Melicucco, nell’ambito di mirati servizi straordinari di controllo del territorio. L’operazione nasce da un’intuizione maturata durante un ordinario controllo su strada: alcuni elementi anomali hanno insospettito i militari, che hanno deciso di approfondire gli accertamenti.

La successiva perquisizione ha portato alla scoperta di un ingente quantitativo di materiale esplodente accuratamente occultato all’interno del garage di un’abitazione del centro abitato. Gli artifizi, nascosti su una scaffalatura metallica e coperti da un telo, erano conservati in modo tale da eludere eventuali controlli.

Il bilancio del sequestro è imponente: circa 120 chilogrammi di articoli pirotecnici di varie categorie, con un contenuto netto di esplosivo (NEC) pari a quasi 23 chilogrammi, quantitativi ben oltre i limiti consentiti dalla normativa in assenza di una specifica licenza prefettizia. Un carico che, se custodito o utilizzato senza le necessarie cautele, avrebbe potuto trasformarsi in una seria minaccia per l’incolumità pubblica, con il concreto rischio di deflagrazioni accidentali.

Il materiale, suddiviso in decine di confezioni e in parte riconducibile ad acquisti effettuati tramite canali commerciali, sarebbe stato verosimilmente destinato alla vendita e all’utilizzo durante le imminenti festività natalizie. Tutti gli artifizi sono stati sottoposti a sequestro, mentre il detentore, un uomo del posto, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Palmi per il reato di fabbricazione o commercio abusivo di materie esplodenti.

-Foto ufficio stampa Carabinieri-
(ITALPRESS).

America Week – Episodio 46

0

NEW YORK. In Sicilia si dice che “cu vucia chiu’ forti avi ragiuni”: chi grida più forte, alla fine, la spunta. È un proverbio nato tra i banchi dei mercati di Palermo, come appunto la Vucciria che significa gridare e dove l’urlo serve a vendere. Ma in America, quando un presidente grida in prima serata, spesso non sta vendendo un’idea: sta difendendo un potere che sente scivolare. E mercoledì sera Donald Trump, nel suo discorso “sull’economia”, ha dato proprio quell’impressione: non il leader sicuro del 2024, ma un uomo che parla, anzi urla con l’ansia di non essere più creduto.
Il punto non è solo cosa ha detto – confine “sicuro”, prezzi “giù”, dazi come macchina miracolosa – ma come lo ha detto: Un “rant”, nel senso pieno: sfogo e intimidazione insieme. La distanza con la realtà quotidiana resta enorme: l’idea che l’inflazione sia ormai “finita” e che i prezzi siano scesi in modo generalizzato non coincide con quello che molte famiglie vedono tra spesa, affitti e bollette. E quando lo scarto tra propaganda e esperienza si allarga, alzare la voce non basta più: anzi, tradisce panico.

xo9/sat/gtr

Furto di derrate alimentari all’Aeroporto di Fiumicino, 4 arresti

0

ROMA (ITALPRESS) – I Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia Aeroporti di Roma, coordinati dalla Procura di Civitavecchia, hanno arrestato quattro persone gravemente indiziate, a vario titolo, di essere responsabili di un furto aggravato di derrate alimentari, messo a segno ai danni di una società operante nel settore del confezionamento e del rifornimento dei pasti a bordo degli aeromobili, attiva anche per compagnie aeree di primissimo livello nel panorama mondiale.

L’attività di polizia giudiziaria ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine al fatto che i soggetti coinvolti, alcuni dei quali impiegati presso i magazzini della citata società e altri esterni alla stessa, avrebbero preso parte a operazioni illecite di sottrazione e successivo trasporto di prodotti ittici di pregio e di elevatissimo valore commerciale, per un valore complessivo stimato in oltre 30.000 euro, rinvenuti sia a bordo di un veicolo utilizzato per il trasporto sia all’interno di un’abitazione privata nel comune di Fiumicino.

L’indagine trae origine da una denuncia-querela presentata dal legale rappresentante della società, che aveva segnalato ammanchi di merce presso i locali aziendali. I successivi approfondimenti investigativi, supportati anche da attività di osservazione e documentazione tecnica, hanno consentito di raccogliere elementi indiziari ritenuti rilevanti in ordine ai fatti contestati.

Eseguite perquisizioni veicolari e domiciliari, che hanno portato al recupero e alla restituzione alla parte offesa della merce rubata. Gli arrestati sono stati posti a disposizione dell’autorità giudiziaria competente. Al termine dell’udienza di convalida, due dei quattro arresti sono stati convalidati; nei confronti di tutti i soggetti coinvolti è stata comunque disposta la misura dell’obbligo di presentazione Polizia giudiziaria.

-Foto screenshot video Carabinieri-
(ITALPRESS).

Il Trump furioso e terrorizzato dall’ombra di Epstein: cosa scatenerà?

0

di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – In Sicilia si dice che “cu vucia chiu’ forti avi ragiuni”: chi grida più forte, alla fine, la spunta. È un proverbio nato tra i banchi dei mercati di Palermo, come appunto la Vucciria che significa gridare e dove l’urlo serve a vendere. Ma in America, quando un presidente grida in prima serata, spesso non sta vendendo un’idea: sta difendendo un potere che sente scivolare.

E mercoledì sera Donald Trump, nel suo discorso “sull’economia”, ha dato proprio quell’impressione: non il leader sicuro del 2024, ma un uomo che parla, anzi urla con l’ansia di non essere più creduto. Il punto non è solo cosa ha detto – confine “sicuro”, prezzi “giù”, dazi come macchina miracolosa – ma come lo ha detto: Un “rant”, nel senso pieno: sfogo e intimidazione insieme.

La distanza con la realtà quotidiana resta enorme: l’idea che l’inflazione sia ormai “finita” e che i prezzi siano scesi in modo generalizzato non coincide con quello che molte famiglie vedono tra spesa, affitti e bollette. E quando lo scarto tra propaganda e esperienza si allarga, alzare la voce non basta più: anzi, tradisce panico. Dentro questo clima si inserisce l’intervista di Susie Wiles, la chief of staff della Casa Bianca a Vanity Fair.

È stata raccontata come un ritratto, ma sembra soprattutto un messaggio interno. Wiles descrive Trump con una formula che vale più di un editoriale: una “personalità da alcolizzato”, cioè una personalità che opera convinta che “non ci sia nulla che non possa fare. Nulla, zero, niente”.

Qui non è psicologia da salotto: è la cornice perfetta per capire l’azzardo continuo di Trump, la sua inclinazione a spingersi sempre oltre, e l’istinto a punire chiunque che venga percepito come non abbastanza allineato. Nell’intervista, Wiles ridimensiona il vice presidente JD Vance e ne mette in dubbio la solidità: non è gossip, è disciplina di clan. Nel trumpismo la successione è un tradimento preventivo; e quando l’aria si fa pesante, il capo manda segnali.

Poi arriva un altro terremoto, l’inchiesta del New York Times firmata da Nicholas Confessore e Julie Tate, che ricostruisce in modo dettagliato quanto fosse stretto e prolungato il rapporto tra Trump ed Epstein, molto oltre la versione raccontata dal presidente. Complimenti al NYT per l’inchiesta, ma perché questa ricostruzione solo adesso? Perché non un anno fa, prima delle elezioni? O sei anni fa, quando Epstein muore in carcere e ancora Trump è alla Casa Bianca? Se oggi tutto appare “finalmente dicibile”, vuol dire che per anni il sistema mediatico e politico ha convissuto con un non-detto troppo comodo per troppi.

A rendere l’atmosfera ancora più tossica ci ha pensato lo stesso Trump con un post sul tragico assassinio del regista Rob Reiner e della moglie Michele uccisi dal figlio torrico dipendente: invece di un messaggio di cordoglio, Trump ha scritto che Reiner soffriva di una “malattia mentale debilitante chiamata Sindrome da Derangement Trump”.

È un testo che non colpisce solo per la crudeltà, ma perché sembra il prodotto di una paranoia che non distingue più tra lutto e vendetta. Così mentre a Washington si consuma questo degrado, arriva anche un segnale forte da Roma: Papa Leone XIV ha nominato Ronald A. Hicks nuovo arcivescovo di New York, con un profilo percepito come più attento a dignità e migranti rispetto alla linea dura trumpiana. Proprio mentre Trump dichiara guerra agli immigrati, la Chiesa soffia il vento a New York in direzione opposta.

Ecco perché questa settimana la sensazione è che la Casa Bianca di Trump sembra sul punto di sgretolarsi come un castello di carta: economia raccontata come favola, base MAGA agitata dal caso Epstein, faide interne gestite a colpi di “interviste-messaggio”, uscita pubblica sempre più rancorosa e fuori controllo. Il problema è che un leader arrabbiato e impaurito può diventare anche pericoloso.

E quando Trump sente l’accerchiamento, la tentazione storica è una sola: spostare l’attenzione. Se c’è uno scenario plausibile per una “distrazione di massa”, oggi, è l’estero: e il Venezuela potrebbe diventare la miccia perfetta. Perché il rumore, quando non convince più nessuno in casa, lo si alza altrove.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

Malta sostiene il supporto all’Ucraina nel rispetto del diritto e della neutralità

0

LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Malta ha accolto venerdì l’accordo dell’Unione europea sul ricorso a un indebitamento congiunto per sostenere l’Ucraina, ribadendo il proprio sostegno costante a un’assistenza politica e finanziaria pienamente conforme al diritto internazionale, ai principi dell’UE e alla neutralità costituzionale del Paese.

Il primo ministro Robert Abela ha illustrato la posizione di Malta durante una riunione del Consiglio europeo a Bruxelles, dove i leader dell’UE hanno concordato uno strumento di finanziamento comune per coprire le esigenze dell’Ucraina nei prossimi due anni, garantendo prevedibilità e stabilità finanziaria.

Nel corso dei negoziati, Abela ha sottolineato che qualsiasi contributo maltese deve rispettare la neutralità sancita dalla Costituzione, una posizione formalmente riconosciuta nelle conclusioni adottate dal vertice.

In una dichiarazione diffusa al termine dell’incontro, il governo ha affermato che Malta rimane favorevole al sostegno all’Ucraina “attraverso strumenti conformi al diritto internazionale e dell’Unione europea”, citando Abela secondo cui l’accordo raggiunto rispetta i principi costantemente sostenuti dal Paese.

Malta si era opposta alle proposte di utilizzare i beni russi sequestrati per garantire un prestito per le riparazioni, che avrebbe potuto esporla a garanzie per circa 170 milioni di euro. Insieme ad altri Stati membri, ha chiesto di continuare a esaminare approcci alternativi conformi al diritto UE e internazionale.

I leader europei, dopo negoziati notturni, non sono riusciti a trovare un’intesa sull’uso dei beni russi per sostenere un prestito da 90 miliardi di euro destinato all’Ucraina, optando invece per un debito comune dell’UE. Il prestito sarà senza interessi e dovrebbe essere rimborsato da eventuali future riparazioni pagate dalla Russia.

Nel corso del vertice è stata affrontata anche la situazione in Medio Oriente, con Abela che ha avvertito della sua estrema fragilità e ha invitato l’UE a far valere il proprio peso diplomatico per garantire l’attuazione senza ritardi delle misure di pace concordate.

-Foto Doi-
(ITALPRESS).

Tragedia a Stromboli: un operaio di 37 anni muore schiacciato da una ruspa

0

MESSINA (ITALPRESS) Tragedia sul lavoro a Ginostra, frazione dell’isola di Stromboli. Un operaio di 37 anni, Carmelo Parisi, originario di Cefalù, è morto dopo essere rimasto schiacciato dall’escavatore cingolato che stava manovrando, ribaltatosi durante i lavori di messa in sicurezza di uno dei torrenti esondati nell’alluvione dell’ottobre 2024. L’incidente è avvenuto lungo la scalinata a tornanti che collega l’abitato allo scalo di Pertuso.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe perso il controllo del mezzo, forse per una manovra errata e per la scarsa visibilità dovuta al buio. Un collega che si trovava con lui è rimasto lievemente contuso. Inutili i soccorsi prestati nell’immediatezza dai presenti e dal medico della guardia medica locale.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini. Il mezzo è stato sequestrato e la salma messa a disposizione dell’autorità giudiziaria.

-Foto di repertorio IPA Agency-
(ITALPRESS).

Australia, attentato a Bondi Beach: fermati 7 uomini, domenica lutto nazionale

0

SYDNEY (AUSTRALIA) (ITALPRESS) – Fermati a Sidney sette uomini che avrebbero legami ideologici con padre e figlio autori dell’assalto a Bondi Beach. Lo rende noto la Polizia locale, precisando che gli indagati non hanno un’associazione diretta con gli attentatori.

Il gruppo aveva pianificato una visita a Intanto, domenica sarà lutto nazionale in Australia per le 15 persone uccise mentre celebravano la festa ebraica di Hannukah. Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato un ampio programma di riacquisto di armi da fuoco a seguito dell’attacco compiuto sulla spiaggia di Bondi a Sydney. 

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

Quattro arresti per pedopornografia online, 17 indagati in tutta Italia

0

FIRENZE (ITALPRESS) – Al termine di un’articolata indagine della Polizia di Stato, che ha impegnato i poliziotti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per la Toscana, sono state eseguite 17 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, di cui 4 tratti in arresto, per detenzione e diffusione di materiale pornografico realizzato con l’utilizzo di minori degli anni 18.

L’attività, scaturita dall’analisi di un dispositivo informatico sequestrato durante un’altra operazione di contrasto alla pedopornografia online, ha consentito di localizzare in Italia 17 utenti, ritenuti responsabili di scambiare contenuti di pornografia minorile.

Gli investigatori, per diversi mesi, hanno monitorato le condotte dei profili sospettati, rilevando che scaricavano e, in alcuni casi, condividevano video e immagini raffiguranti minori, utilizzando una nota applicazione di messaggistica istantanea.
Ulteriori approfondimenti, sia tradizionali che tecnici, hanno consentito di identificare gli utenti, tutti uomini tra i 20 e i 70 anni, residenti in diverse Regioni italiane, alcuni dei quali con pregiudizi specifici.

Sulla scorta degli elementi raccolti, la Procura presso il Tribunale di Firenze ha emesso i decreti di perquisizione, che sono stati eseguiti contestualmente, con l’impiego di oltre 50 operatori della Polizia Postale di Toscana, Sardegna, Lombardia, Campania, Sicilia, Lazio, Piemonte e Veneto, coordinati dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica.

Durante l’operazione sono stati rinvenuti decine di migliaia di files di pornografia minorile, in alcuni casi anche classificati meticolosamente per categorie di interesse.

Il possesso di ingente quantità di materiale ha consentito di procedere all’arresto, in flagranza, di quattro dei destinatari dei provvedimenti, mentre i restanti indagati sono stati denunciati a piede libero, salvo 3 irreperibili.

– foto screenshot video Polizia di Stato –
(ITALPRESS).