Sabato 16 e domenica 17 settembre torna per la quarta edizione il festival artistico e itinerante SpazInsoliti che fa rivivere angoli insoliti e sconosciuti di Vicenza grazie a performance e azioni culturali di giovani artisti emergenti.
Il festival nasce da un’idea di Arci Servizio Civile Vicenza associazione che promuove la cittadinanza attiva e il protagonismo giovanile intersecando esperienze di Servizio Civile a progetti e ideazioni culturali.
SpazInsoliti è interamente organizzato da giovani volontari under35 che curano la direzione artistica, la promozione e la ricerca continua di nuovi spazi sia pubblici che di privati cittadini, felici di metterli a disposizione, per portare un po’ di arte e cultura in luoghi poco conosciuti o fruibili.
I percorsi quest’anno saranno due e avranno una durata di circa tre ore, ogni gruppo sarà accompagnato da una guida che darà informazioni sugli 8 luoghi scelti e sui 20 artisti all’opera. Il punto di partenza dei tour sarà Porto Burci (contrà dei Burci 27, Vi) alle ore 15.00, 15.45 e 16.30; è consigliato abbigliamento comodo.
É possibile iscriversi tramite la pagina web oppure visitando il profilo instagram @spazinsoliti.
Il festival è realizzato grazie anche alle associazioni partner di Porto Burci, FACT! e si inserisce all’interno di “Vicenza si muove” iniziativa proposta in occasione della settimana europea della mobilità sostenibile.
È imminente l’avvio del 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, Direzione Artistica di Giancarlo Marinelli – scrittore, autore teatrale e regista – dal titolo “Stella Meravigliosa”,con spettacoli in scena dal 21 settembre al 21 ottobre 2023. Saranno presentate complessivamente ottoproduzioni, di cui cinque in prima nazionale, che si avvicenderanno sul palcoscenico del teatro coperto più antico del mondo e in altri spazi della Città, ad interrogarsi sul dilemma del mito tra conservazione e annientamento, creazione e distruzione, grande tema “classico”, alla base anche del romanzo dello scrittore giapponese Yukio Mishima a cui il titolo dei Classici edizione 2023 allude. Oltre agli spettacoli il Ciclo dei Classici prevede una serie di incontri, convegni, tavole rotonde che prenderanno vita nell’Odeo dell’Olimpico, nel Giardino del Teatro Olimpico e in Basilica Palladiana – L’Olimpico incontra il pubblico – eventimultidisciplinari animati da studiosi, critici e artisti chiamati a discutere con il pubblico temi, suggestioni, problematiche, suggeriti dalle drammaturgie.
Il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpicoè promosso dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il contributo del Ministero della Cultura, con la Media partnership di Rai Radio3; è realizzato in collaborazione con D-Air Lab come main partner, AGSM AIM SpA come sponsor e Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo e Burgo Group come sostenitori. Per le produzioni si avvale delle collaborazioni di Arteven Circuito Regionale Multidisciplinare, della Fondazione Taormina Arte, di a.ArtistiAssociati Gorizia, Savà Produzioni Creative, Teatro Ghione Roma, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Enfi Teatro e Tema Cultura.
“Stella meravigliosa” – 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza – si aprirà al pubblico giovedì 21 settembre 2022 alle 21.00 con la prima nazionale di “Sette a Tebe”, uno spettacolo ispirato alla tragedia di Eschilo, drammaturgia di Gabriele Vacis (che cura anche la regia)e il gruppo PEM-Potenziali Evocati Multimediali, con il contributo di Roberto Tarasco, per scenofonia, luminismi e stile, protagonisti i giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, una produzione PEM Impresa Sociale, a.ArtistiAssociati, Gorizia e Fondazione ECM, Settimo Torinese. È sicuramente un felice ritorno al Teatro Olimpico per Gabriele Vacis, regista e drammaturgo tra i più apprezzati della scena contemporanea e i giovani e bravissimi attori, dopo il successo del “Prometeo” della passata edizione dei Classici, ma è anche una prova importante questa messinscena della mitologia di Tebe. E così nella “nuova” versione, sarà la gente che assiste e commenta quel che succede, a determinare gli eventi della tragedia. Anche qui, come in “Prometeo”, si cercherà di esplorare alcuni rapporti tra l’attore che narra e l’attore che interpreta, non più considerando contrapposti i due termini ma cercando di “comprenderli” e metterli in relazione con il pubblico che partecipa. “Sette a Tebe” sarà in replica venerdì 22 e sabato 23 settembre, sempre alle 21.00.
Un titolo di grande fascino, inusitato per la scena teatrale, sarà il secondo del Ciclo Classici 2023, il nuovo capitolo del Progetto Milk Wood, i reading poetici itineranti nei luoghi storici e monumentali dei paesaggi e delle Città, inaugurati con i versi di Dylan Thomas lo scorso anno, ideati da Giancarlo Marinelli e Pierluca Donin ; “Di là dal fiume e tra gli alberi”, brani dall’omonimo romanzo di Ernest Hemingway, domenica 24 settembre alle 19.30 e alle 20.30, saranno interpretati a Vicenza da Primo Reggiani, Lella Costa e Sebastiano Somma. Basilica Palladiana, Teatro Olimpico e il suo Giardino saranno le tre tappe della performance in cui gli attori andranno a cedersi il testimone in un ideale percorso letterario e teatrale di forte immanenza performativa, per un’idea di teatro in cui lo spettatore vede “nascere e tramontare” il testo attraverso la voce narrante, come se facesse parte integrante della natura, attraverso la scena urbana e paesaggistica in cui si manifesta. Anche in questa edizione dei reading itineranti, le pennellate di luce del progetto multivisivo di Francesco Lopergolo illumineranno i luoghi, all’imbrunire. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Circuito Teatrale Arteven, è stato presentato in anteprima a Taormina in luglio, a Caorle in agosto e sarà a Pieve di Soligo il 16 e il 17 settembre.
Il terzo titolo sarà un grande classico del Novecento “Histoire du Soldat”, musica di Igor Stravinskij, libretto di Charles Ferdinand Ramuz, nella versione di Giancarlo Marinelli che cura anche la regia, in scena al Teatro Olimpico alle 21.00 venerdì 29, sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre,su richiesta del pubblico che non aveva potuto seguire le due edizioni precedenti. Tornano così al Teatro Olimpico Drusilla Foer, attrice icona di stile e di ironia che proprio con quest’opera ha lanciato la sua carriera di divina del palcoscenico; Andrè De La Roche nei panni del Diavolo (e come coreografo) e Beatrice Venezi, direttore d’orchestra tra i più acclamati a guidare la musica dal vivo eseguita dall’ensemble da camera della OTO – Orchestra del Teatro Olimpico, mentre i danzatori in scena saranno Giulia Barbone e Antonio Balsamo, mentre la multivisione sarà firmata da Francesco Lopergolo. Lo spettacolo è un progetto del Ciclo Classici in coproduzione con Savà Produzioni Creative e Ghione Produzioni. “Histoire du Soldat”, opera scritta nel 1918 agli albori dell’epidemia di spagnola, è una storia di guerra che riflette il sentimento di perdita dei riferimenti e rappresenta una ricerca di senso nel tempo e nello spazio; una composizione di impatto fortissimo, “leggera, adatta a viaggiare nelle piazze” nell’idea di Stravinskij, con un’orchestrazione straordinaria e una drammaturgia di profonda introspezione. La storia è quella del Soldato che vende il suo violino, ma soprattutto la sua anima, al Diavolo, in cambio di una ricchezza che lo priverà di tutto, anche degli affetti più cari.
Una performance originale e straniante per il quarto appuntamento dei Classici – inserito nella sezione Olimpico Off – ovvero “Still Novo – Cancellare, correggere, disseppellire”,un’opera interattiva che porta la firma di Daniele Bartolini come concept e regia e di Stefania Vitulli come dramaturg, un incontro-scontro proposto dalla compagnia italo-canadese DLT DopoLavoro Teatrale, in programma venerdì 29, sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre con partenza dal Teatro Olimpico alle 18.00 e alle 20.00. Lo spettacolo itinerante audience-specific per 25 spettatori a replica, prevede due diversi percorsi che si snoderanno in alcuni luoghi storici e monumentali del centro storico di Vicenza. La performance si svilupperà in base alla scelta fatta dallo spettatore, che si dividerà “tra una rievocazione poetica e solenne e un’invasione aliena camaleontica e mimetica. Per prepararsi a un salto finale” come spiegano gli ideatori nelle note di presentazione.
Ancora una prima nazionale, per il quinto spettacolo dei Ciclo, il monologo “Circe” di Luciano Violante, interpretato da Viola Graziosi, regia e scene di Giuseppe Dipasquale, in programma giovedì 5, venerdì 6 e sabato 7 ottobre al Teatro Olimpico, una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale. Dopo “Clitemnestra” e “Medea”, Luciano Violante – magistrato, ex Presidente della Camera dei Deputati, presidente della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine – torna ad interrogarsi, nei panni di drammaturgo, su questa figura mitologica per chiudere la sua trilogia delle donne di sangue e giustizia. Circe, la dea-maga simbolo della seduzione, “incontrerà” nella performance diversi personaggi attraversati e segnati dal dolore, dalla poetessa russa Anna Achmatova a Giuda Iscariota, per arrivare alle figure delmito classico, fino all’inevitabile e multiforme Odisseo, dei passaggi rituali per accompagnareCirce dalla porta del reale a quella della mitologia.
Odisseo ritorna anche nel sesto spettacolo, anche questo in prima nazionale, ovvero “Odisseo, colui che corse al di là del mare”in programma venerdì 13 e sabato 14 ottobre alle 21.00e domenica 15 ottobre alle 18.30 al Teatro Olimpico. Presentato nell’ambito de La Tragedia Innocente, con Imma Quinterno, Francesco Lunardi, i giovani attori di Tema Cultura Academy e con la partecipazione di Giuseppe Pambieri,testo e regia di Giovanna Cordova, coreografie di Silvia Bennett, scenofonia di Eleonora Biasin, disegno luci di Gianluca Cioccolini, una produzione Tema Cultura e Associazione Musicale “Francesco Manzato”, lo spettacolo vede in scena un Odisseo maturo e ormai stanco, che sopporta con fatica il peso delle sue avventure e dei suoi ricordi, che si strugge nel dilemma se restare, o partire ancora. Tutto inizia con i ricordi di un passato su una spiaggia di un mare del Nord, quello raccontato da Joyce nel suo Ulisse, dove un Odisseo giovanissimo gioca con il suo cane; da lì il viaggio “per ritornare” dell’eroe, cambiato dalle esperienze, ma nel frattempo anche “quella spiaggia” è cambiata, diventata altro, pur rimanendo sempre “casa” dove resta ad attenderlo il suo cane. La rivisitazione del passato è affidata ad un Coro sempre presente, attraverso il quale si “materializzano” i ricordi di uomini ed eroi, mostri e dee d’incomparabile bellezza, che nel “flusso del ricordo” come i pensieri appaiono e spariscono, si uniscono e si sovrappongono.
Dal flusso di coscienza alla “Bellezza Imperfetta”: è questo infatti il titolo del settimo spettacolo dei Classici all’Olimpico, una performance in prima nazionale, di e con Diego Dalla Palma e con la partecipazione straordinaria di Nancy Brilli, giovedì 19 ottobre – Luciana Savignano, venerdì 20 ottobre – Cecilia Gasdia, sabato 21 ottobre, sempre alle ore 21.00 al Teatro Olimpico, progetto scenico e regia di Ferdinando Ceriani, con le musiche dal vivo di Cesare Picco, Vera Dragone, voce e Giovanna Famulari al violoncello, i costumi di Diego Dalla Palma e Laura Milan, una produzione Enfi Teatro e Ghione Produzioni.
Il personaggio pubblico, emblema della cura e della ricerca della perfezione estetica, ripercorre la storia imperfetta della sua vita, impervia e sorprendente, in sei quadri che lo conducono alla Bellezza: coraggio, diversità, dolore, consapevolezza, disciplina e destino, accompagnato da presenze preziose, le artiste ospiti speciali; il filo conduttore sarà l’emozione del ricordo, a narrare l’educazione sentimentale del protagonista, in un’esistenza speciale e a tratti sregolata, sempre guidata dalla figura indomita della madre. Un racconto, magnetico, ironico, che procede per brevi frammenti, per squarci emotivi, accompagnati e intervallati dalle musiche. Con questo spettacolo intimo e poetico Diego Dalla Palma torna alle origini della sua lunga e fortunata carriera (gli esordi furono proprio in teatro, come scenografo), regalando agli spettatori un omaggio alla Bellezzae a quella donna, Agnese, che ha saputo trasmettere al figlio la disciplina necessaria per perseguirla.
Ottavo e ultimo titolo (in senso cronologico) del 76° Ciclo dei Classici, ancora un lavoro che attraversa il Novecento, ancora una prima nazionale, un reading teatrale con musica dal vivo ispirato a “Gli Americani a Vicenza ed altri racconti” di Goffredo Parise”: nella sezione Olimpico Off sarà presentato, sabato 21 ottobre alle 16.00 e alle 19.00 nel Soldiers’ Theatre della Caserma Ederle, “Gli Americani a Vicenza”, di e con Antonio Stefani,con i giovani attori di Tema Cultura Academy Academy e l’Ensemble Jazz composto da Attilio Pisarri (chitarra banjo), Andrea Lombardini (basso), Andrea De Marchi (batteria), Giacomo Berlese (sax e clarinetto),una produzione Tema Cultura e Associazione Musicale “Francesco Manzato” di Treviso,regia di Giovanna Cordova.Il reading teatrale nasce come una corrispondenza, in presa diretta, nel momento dell’arrivo delle truppe americane a Vicenza nel 1955 come contingente SETAF; prende vita nella prosa asciutta, animata dalle descrizioni dell’io narrante, testimone e interprete dei fatti. È la voce del Parise dei reportage di viaggio a parlare, anche se poi la scrittura giornalistica si ritrae nel racconto letterario, a tratteggiare personaggi e situazioni della realtà vicentina del tempo, otto quadri con cambi veloci d’immagini e situazioni, intervallati da brani di musica jazz suonati dal vivo che entrano nel racconto quasi a voler “contaminare” i “tempi” della città con l’introduzione di nuovi ritmi. Ancora una volta, un pezzo di storia della Città prende vita, a partire dal testo letterario, nella performance site-specific – creata da Giovanna Cordova sul testo di Antonio Stefani – dedicata alle nuove generazioni, per rinsaldare legami e ricostruire racconti inediti. (Le due repliche prevedono un numero limitato di spettatori, massimo 50, con partenza della navetta per la Caserma Ederle dal parcheggio del Teatro Comunale in Viale Mazzini, 39).
Per alcuni spettacoli del 76° Ciclo dei Classici al Teatro Olimpico restano pochi biglietti, mentre gli incontri di discussione e approfondimento de L’Olimpico incontra il pubblico sono aperti a tutti; per prenotare e per ulteriori informazioni sugli incontri consultare il sito www.classiciolimpicovicenza.it.
Sede degli spettacoli e delle performance
Teatro Olimpico e Giardino del Teatro – Stradella del Teatro Olimpico, 8
Basilica Palladiana – Piazza dei Signori
Palazzo Leoni Montanari, Contrà Santa Corona, 25
Chiesa di San Vincenzo – Piazza dei Signori
Soldiers’ Theatre della Caserma Ederle – Viale della Pace, 276 (con partenza della navetta dal parcheggio del Teatro Comunale)
Informazioni spettacoli e prevendita biglietti
I biglietti sono in vendita online su www.classiciolimpicovicenza.ite alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini 39 – tel. 0444 324442); per giorni e orari di apertura consultare il sito www.tcvi.it. Al Teatro Olimpico e nelle altre sedi degli spettacoli e delle performance, la biglietteria sarà aperta un’ora prima dell’inizio degli eventi.
Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza
Youth Symphony Orchestra of Ukraine in concerto al Teatro Comunale di Vicenza domenica 24 settembre alle 18, con la direzione della celebre Oksana Lyniv: prima donna nella storia invitata a dirigere al festival wagneriano di Bayreuth e prima direttrice musicale di un ente lirico italiano, a Bologna, rinomata e incisiva interprete del repertorio sinfonico e operistico, in particolare di Wagner, Beethoven, Puccini e Richard Strauss, oltre che dei massimi compositori ucraini contemporanei. I biglietti, a 10 euro più diritti di prevendita, sono disponibili online su www.tcvi.it e alla biglietteria del Teatro Comunale. L’incasso sarà devoluto all’ospedale di Borzna, nella regione di Chernihiv.
Il concerto vicentino sarà il primo in assoluto per l’Orchestra nel Triveneto, a pochi giorni appena dal debutto italiano della nota formazione, in programma il 21 settembre a Brescia. Vicenza, inoltre, ospiterà per nove giorni i giovani musicisti – una sessantina, di età compresa tra i 12 e i 22 anni – impegnati nelle prove per entrambi gli eventi: un’ospitalità che l’Orchestra, attraverso il suo ensemble cameristico, ricambierà alle 21 di sabato 23 settembre nella chiesa di San Vincenzo in piazza dei Signori, con un programma di brani di Haydn, Dvorak e Grieg, tra gli altri (ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili).
Per rendere possibile l’appuntamento, ideato e coordinato da Filippo Furlan, si sono mossi in sinergia l’associazione umanitaria e culturale Il Ponte – Mict, Fondazione Monte di Pietà di Vicenza con Palazzo del Monte srl e il Comune di Vicenza, con il sostegno di Agsm-Aim e Acciaierie Beltrame, con il patrocinio del CSV – Centro di Servizi per il Volontariato della provincia di Vicenza e con la collaborazione tecnica del Conservatorio “Pedrollo” e dell’Orchestra del Teatro Olimpico, che hanno fornito alcuni degli strumenti necessari all’esibizione. Il concerto, inoltre, rientrerà in un ciclo di conferenze, incontri ed eventi dedicati all’Ucraina nella settimana dal 24 al 30 settembre, in corso di organizzazione a cura, tra gli altri, di Fondazione di Storia onlus, Accademia Olimpica, Istrevi, Istituto Culturale di Scienze Sociali «Nicolò Rezzara» e Il Ponte-Mict.
D’impatto il programma del 24 settembre, che affianca la “Sinfonia da Camera per flauto e orchestra n. 3” dell’ucraino Yevhen Stankovych (1942), con la giovane e già membro della YsOU Daryna Bachynska come solista, ad “Antiche Arie e Danze, Suite n. 3” di Ottorino Respighi (1879-1936) in omaggio alla musica italiana e con la maestosa “Sinfonia n. 5 in do minore op. 67” di Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) a chiudere il concerto.
Si tratterà, dunque, di un incontro davvero speciale con una delle formazioni giovanili più significative del panorama internazionale, che di recente ha tra l’altro ottenuto il supporto dei prestigiosi Berliner Philharmoniker per alcuni progetti didattici. Ma anche di un evento dall’alto valore aggiunto in termini di concreta vicinanza all’Ucraina, alla sua gente e, in particolare, ai suoi giovani.
Fondata nel 2016 da Oksana Lyniv, l’Orchestra è stata supportata, in avvio, da tre Istituzioni partner tedesche – il Beethovenfest di Bonn, la Bundesjugendorchester Deutschland e Deutsche Welle – con le quali sono stati condivisi anche alcuni concerti. Ospite di importanti festival, nel 2019 l’Orchestra ha inoltre registrato il suo CD di debutto “Discover Ucraina” con il sostegno dell’Ambasciata ucraina a Berlino. Dallo scoppio della guerra, la formazione ha avviato un progetto di evacuazione su larga scala per i giovani musicisti ucraini insieme all’Orchestra giovanile slovena. Lo scorso anno la YsOU ha partecipato, con oltre trenta concerti, al grande tour europeo «United for the Future», lanciando un forte messaggio di pace, giustizia e libertà.
L’offerta didattica del circuito museale vicentino, promossa e organizzata dall’assessorato alla cultura, turismo e attrattività della città e dai Musei civici con i musei partner si terrà lunedì 11 settembre dalle 15 alle 19 nella sala dei chiostri di Santa Corona, in contra’ Santa Corona 4.
L’incontro è rivolto agli insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado per conoscere le diverse proposte e programmare l’attività per le loro classi. E’ coordinato dalla cooperativa Scatola Cultura che si occupa della didattica dei Musei civici.
I Musei civici (Teatro Olimpico, Basilica palladiana, Museo civico di Palazzo Chiericati, Museo Naturalistico Archeologico, Gallerie di Palazzo Thiene, Museo del Risorgimento e della Resistenza) insieme al Museo Diocesano, alle Gallerie d’Italia – Vicenza, al Palladio Museum e al Museo del Gioiello, che fanno parte del circuito museale vicentino, presenteranno il ricco programma di laboratori e uscite didattiche che gli studenti vicentini avranno a disposizione per l’anno scolastico 2023-2024.
Tutti i percorsi didattici sono inseriti nel Piano dell’offerta formativa (Poft) territoriale 2023-24 rivolto alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado, vicentine, statali, comunali e paritarie a cura dell’assessorato all’istruzione.
Le proposte sono state presentate oggi in sala degli Stucchi dall’assessore alla cultura, turismo e attrattività della città Ilaria Fantin con l’assessore all’istruzione Giovanni Selmo e la presidente della cooperativa Scatola Cultura Valentina Carpanese. Erano presenti anche i rappresentanti dei musei partner.
“Le undici sedi museali cittadine invitano gli insegnanti ad un pomeriggio dedicato alla promozione della propria offerta formativa e didattica – ha affermato l’assessore allacultura Ilaria Fantin –. E lo fanno non con una presentazione frontale in senso classico, ma in modalità personalizzata a seconda delle necessità, come avviene in altre realtà particolarmente attente a costruire percorsi di condivisione. Questo modello di approccio consente agli insegnanti di acquisire conoscenze adeguate alle esigenze dello specifico istituto o della singola classe, potendo confrontarsi direttamente con le operatrici didattiche dei vari musei ciascuno dei quali avrà un proprio punto informativo. Sarà un momento di promozione, di confronto e conoscenza utile a tutti”.
“Mettere in contatto e relazione il mondo della cultura e della scuola è un’opportunità da non tralasciare: un’occasione per le e gli insegnanti per conoscere l’offerta didattica e formativa dei nostri musei vicentini e una modalità per avvicinare i ragazzi al nostro patrimonio culturale e crearne e rafforzarne la consapevolezza – ha spiegato l’assessore all’istruzione Giovanni Selmo -. Le nostre istituzioni culturali devono diventare sempre di più luoghi di relazioni, opportunità e crescita per le giovani generazioni. In tal senso, la scuola ha il compito di avvicinare i giovani e i più piccoli alla bellezza attraverso le attività didattiche proposte che toccano discipline diverse e complementari”.
Dalle 15 di lunedì 11 settembre i rappresentanti dell’offerta formativa di ciascun museo saranno presenti con un proprio spazio dedicato a ciascuna sede museale per presentare le numerose occasioni di esperienze didattiche a misura delle diverse fasce di età.
Saranno a disposizione per illustrare i contenuti e le modalità di svolgimento delle diverse attività proposte e dare tutte le informazioni riguardo ai contenuti e alle modalità organizzative.
I borghi “fantasma” ovvero i gruppi di case disabitate sono aree inaspettate e fatalmente suggestive. A Novale di Valdagno sorgono i ruderi di un borgo minerario ormai abbandonato: è il borgo di Orsetti. Sono semplicemente i resti di 2 o 3 case.
Per arrivaci abbiamo parcheggiato in Contrà Zanchi a Novale. Si risale per un ripido sentiero con grossi sassi. Poco dopo la salita si raggiungono le case abbandonate, che sorgono all’altezza di una delle due cave da cui si estraeva materiale lapideo. Abitavano qui proprio i lavoratori delle cave.
Il borgo fu abbandonato intorno al 1970, ma rimase abitato da un certo signor Renzo. Quest’ultimo era un minatore che si rifiutò di abbandonare la propria abitazione, finchè nel 1989 un incendio doloso la distrusse. Il signor Renzo inoltre commerciava ciò che estraeva.
Ora la zona è ricoperta da piante selvatiche. Superato il borgo fantasma, si trova il sentiero che sale fino alla cava principale, anch’essa risucchiata dalla vegetazione, alle pendici del Monte Scandolara. Proseguendo nel verde bosco, in un percorso ad anello, si arriva a un ponticello, dove sotto vi passa un ruscello e si scende in seguito lungo l’argine del ruscello.
Proseguendo e scendendo ancora, si ritorna al capitello di Contrà Zanchi. Il percorso a piedi è di circa un’oretta, facendo attenzione ad eventuali vipere, vespe e grossi e colorati ragni.
Il Teatro Olimpico, proprietà del Comune di Vicenza, (nel video in copertina i suoi luoghi nascosti, ndr), è candidato a diventare Monumento nazionale. La proposta è di Vladimiro Riva, consigliere delegato del Consorzio Vicenza è e già promotore della candidatura della Basilica palladiana, Monumento nazionale nel 2014, dopo un percorso durato tre anni.
Il sindaco Giacomo Possamai commenta: “Il Teatro Olimpico ha tutte le caratteristiche per essere monumento nazionale, come è avvenuto per la Basilica palladiana nel 2014, per questo sosteniamo la candidatura del monumento del grande architetto promossa da Vladimiro Riva del Consorzio Vicenza e appoggiata da numerosi parlamentari vicentini di differenti forze politiche. L’iniziativa ha lo scopo di riconoscere il valore di un’opera architettonica ammirata in tutto il mondo tanto che gli elementi dell’architettura palladiana sono stati ripresi in particolare negli Stati Uniti dando forma ad alcuni monumenti simbolici come la Casa bianca. È intenzione della nostra amministrazione promuovere la conoscenza del teatro coperto più antico al mondo che Vicenza ha la fortuna di avere e lo faremo anche cercando di realizzarne la climatizzazione per poter essere utilizzato anche nei mesi più caldi, naturalmente dopo aver sentito la Soprintendenza e aver effettuato i necessari rilevamenti”.
La sesta edizione del Vicenza Opera Festival, rassegna ideata da Iván Fischer e realizzata dalla Società del Quartetto in collaborazione con il Comune di Vicenza, andrà in scena dal 26 al 29 ottobre al Teatro Olimpico.
Quest’anno il titolo centrale della quattro giorni ospitata nel teatro palladiano è Pelléas et Mélisande, dramma lirico in cinque atti e dodici quadri composto da Claude Debussy nel 1902 che sarà rappresentata giovedì 26, venerdì 27 e domenica 29 ottobre. La messa in scena è curata dalla Iván Fischer Opera Company della quale fanno parte, oltre al celebre direttore magiaro, la Budapest Festival Orchestra e un cast stellare che riunisce Bernard Richter e Patricia Petibon nei ruoli del titolo, il baritono Tassis Christoyannis, il basso Nicolas Testé, il mezzosoprano Yvonne Naef, il baritono Nicolas Testé e l’adolescente Oliver Michael nei panni di Yniold. La regia è di Iván Fischer e Marco Gandini, i costumi di Anna Biagiotti, le scenografie di Andrea Tocchio e le luci di Tamás Bányai. Pélleas et Mélisande è una co-produzione della Iván Fischer Opera Company, Müpa Budapest, Vicenza Opera Festival e Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Per la consueta parentesi sinfonica curata dalla Budapest Festival Orchestra nell’ambito del Vicenza Opera Festival, sabato 28 ottobre sarà proposto un originale concerto pensato da Iván Fischer dal titolo “Musica degenerata”, ovvero la musica proibita durante il periodo del Terzo Reich. In programma brani di quattro autori tedeschi o di origine tedesca che subirono l’ostracismo da parte del regime nazista: Hanns Eisler, Paul Hindemith, Erwin Schulhoff e Kurt Weill.
Anche la sesta edizione del Vicenza Opera Festival sarà seguita da centinaia di spettatori provenienti da ogni parte del mondo – si sono già assicurati un posto all’Olimpico appassionati da Germania, Austria, Inghilterra, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Svezia, Spagna, Giappone e Stati Uniti, oltre a cultori d’opera da varie regioni italiane – ma la novità di quest’anno è il coinvolgimento del pubblico vicentino attraverso uno speciale sconto del 40% sul biglietto d’ingresso per assistere all’opera di Debussy riservato ai residenti di tutta la Provincia di Vicenza. È un’iniziativa fortemente sostenuta dalla contessa Caroline Marzotto, dal maestro Fischer, dalla Società del Quartetto e appoggiata da Comune e Provincia di Vicenza con l’intento di allargare la fruibilità di un grande evento internazionale a tutta la cittadinanza.
Sono 5.537 gli ingressi nei musei civici e monumenti del Comune di Vicenza durante il ponte di Ferragosto. Domenica 13, lunedì 14 e martedì 15 agosto il luogo più visitato è stato il Teatro Olimpico con 1.920 persone cui segue a breve distanza la Basilica palladiana con 1.860.
Se confrontati con il 2019, anno pre Covid, vediamo che siamo ancora al di sotto dei numeri registrati negli stessi tre giorni, pari a 6.071, ma l’aumento è evidente rispetto al 2022 (4.710) e al 2021 (3.496).
Un aumento di presenze si registra in particolare per Palazzo Chiericati che da 520 ingressi del 2022 passa quest’anno a 805.
“Rispetto allo scorso anno, dal 13 al 15 agosto 2023 abbiamo avuto un incremento di visitatori del 17.56% nei musei di Vicenza e ben il 44% dei visitatori arriva da fuori Italia – spiega l’assessore alla cultura, ai musei e all’attrattività della città -. Il dato è decisamente incoraggiante: i turisti hanno animato Vicenza e i musei cittadini si sono dimostrati capaci di imporsi come meta di riferimento. Le percentuali in generale positive in tutta Italia colgono l’ampio margine di crescita dei musei e Vicenza fa la sua parte, dimostrando il loro valore di centri di produzione culturale, di attrattori turistici, ma anche di luoghi di qualificazione della città. Obiettivo dell’amministrazione è ora quello di sostenere la performance di attrazione integrandola sempre più con processi di community development, consapevoli di quanto sia importante che anche i musei e i luoghi della cultura favoriscano la sviluppo della dimensione territoriale e comunitaria”.
Il 56% dei visitatori proviene dall’Italia, il 44% dall’estero.
Le regioni italiane più rappresentate sono Veneto, Lombardia, Piemonte e Lazio. Dall’estero gli arrivi sono per il 30% dalla Francia, seguono Germania, Spagna e Regno Unito, Ungheria e Stati Uniti.
Da venerdì 18 a domenica 27 agosto si terrà la VII edizione del festival di teatro popolare “Bepopular”. La rassegna è ideata e organizzata dalla compagnia teatrale StivalaccioTeatro, in collaborazione con l’assessorato alla cultura, al turismo e all’attrattività e con Palazzo Da Schio, Ca’ d’Oro, con il contributo e il patrocinio del Comune di Vicenza, con la Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank, il Ministero della Cultura, e avente come sponsor ufficiale il gruppo AGSM AIM.
StivalaccioTeatro, riconosciuta dal 2022 a livello ministeriale come impresa di produzione, opera da anni nel territorio attraverso la produzione di spettacoli, l’organizzazione di rassegne, laboratori formativi, e tante iniziative che mirano alla diffusione del teatro popolare e della commedia dell’arte.
L’edizione di quest’anno, rispetto alle precedenti, spazierà per il numero di giornate di festival e la diversa natura degli eventi organizzati, che richiederanno a loro volta varietà nella scelta delle location implicate.
Da martedì 22 a domenica 27 agosto si svolgerà come di consueto, la settimana di spettacoli serali che avranno luogo nell’antico cortile cinquecentesco di Palazzo Da Schio, Ca‘d’Oro a Vicenza in corso Palladio. Il pubblico sarà accolto in uno dei luoghi più suggestivi della città e avrà occasione di degustare i vini dell’Agricola da Schio, azienda che adotta e promuove un’agricoltura sostenibile in tutto il suo territorio. Nel prezzo del biglietto sarà, infatti, incluso un calice di vino offerto dalle Cantine Da Schio. Ogni serata si articolerà in due appuntamenti scenici, il primo alle 19 e il secondo alle 21.30, in un susseguirsi di ospiti d’eccezione, che si esibiranno spaziando tra vari generi teatrali, dal musical, alla pantomima, ai concerti, alla commedia dell’arte, e molti altri ancora.
Durante la settimana di festival, dal 21 al 27 agosto, si terrà inoltre per il secondo anno di fila un laboratoriointensivo di recitazione incentrato sull’arte del buffone medievale, tenuto da Michele Mori e Marco Zoppello. Ogni partecipante sarà guidato nella costruzione del proprio oratore, sviscerando ed esplorando le proprie qualità, per poi farne dono al pubblico sabato 27 agosto nello spettacolo itinerante gratuito che si costruirà attraverso varie tappe, che permetteranno la valorizzazione di vari angoli del centro storico di Vicenza.
Il festival si aprirà con l’eventocollateraledi venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 agosto. Alle ore 20.30, andrà, infatti, in scena il banchetto-spettacolo La Cena dei Buffoni, che si terrà presso l’Agriturismo da Sagraro a Barbarano Mossano (Vicenza). La rappresentazione, creata da StivalaccioTeatro in coproduzione con Operaestate Festival Veneto, vedrà performare tra i tavoli dei commensali Michele Mori, Stefano Rota,Matteo Cremon, Anna De Franceschi, Sara Allevi, Pierdomenico Simone, e lo stesso regista Marco Zoppello.
Da martedì22 agosto il festival prenderà il via da Palazzo Da Schio: alle 19 Luca Radaelli e Maurizio Aliffi di Teatro Invito porteranno al Be Popular Macbeth Banquet, uno spettacolo che trasforma la tragedia shakesperiana in un monologo con inserti di dialetto lombardo. Una cucina, un luogo dove si preparano piatti oscuri e macchinazioni crudeli. La scenografia è composta da oggetti di uso comune, come pentole, vasellame, coltelli, attrezzi da cucina, in un’ambientazione scabra. In Macbeth Banquet un cuoco racconta la vicenda shakespeariana con l’ausilio dei cibi disponibili in cucina, entrando nei pensieri dei personaggi, e interpretandone i gesti. Le azioni alludono alla preparazione del banchetto in cui apparirà il fantasma di Banquo. Un banchetto “casalingo” per un assassinio perpetrato tutto in famiglia, in cui le ambizioni del protagonista svaniranno in una nuvola di vapore. L’azione scenica sarà accompagnata da musica dal vivo: la chitarra di Maurizio Aliffi dialogherà con l’interprete Luca Radaelli in una vera e propria tragedia musicale.
Alle 21.30 sarà invece il turno di Tournèe da Bar, che calcherà il palcoscenico di Palazzo Da Schio con Elena, interpretato e suonato da Elisabetta Raimondi Lucchetti e Maria Luisa Zaltron, premio hystrio alla vocazione 2021. Elena è la donna che tutti conoscono come la causa della lunga guerra di Troia, ma Euripide mette in scena la seconda versione del mito: Elena non è mai stata a Troia. Al centro dell’opera si pone dunque una terribile consapevolezza: la guerra di Troia è stata combattuta per un’illusione e si è sofferto per nulla. La riflessione si dipana, dunque, intorno all’inutilità della guerra di Troia, della violenza e della devastazione. Vi sono poi le pesanti conseguenze: da una parte i morti, la sofferenza delle famiglie e le città distrutte, dall’altra una donna, la cui reputazione è infranta da un’infamia che non ha mai compiuto. La guerra di Elena, dunque, non è ancora finita, in quanto ella dovrà lottare per convincere i compatrioti della sua innocenza. Compito arduo, perché ammettere che la vera Elena non è mai stata a Troia significa comprendere che, citando Euripide, si è “sofferto invano per una nuvola”.
Mercoledì 23 agosto sarà una giornata interamente dedicata al teatro spagnolo, grazie alla presenza di duemimi quali Cia Maria Andrés e Alberto Castrilo-Ferrer. La serata inizierà con Cia Maria Andrés alle 19 in Fràgil, uno spettacolo di clown gestuale e fisico, adatto a qualsiasi tipo di pubblico, che metterà in relazione la pantomima con i nuovi linguaggi, come ad esempio la poesia. La protagonista, uscendo da una semplice scatola di cartone, intraprenderà un viaggio pazzo e divertente attraverso le emozioni, l’incomprensione e le assurdità umane, nell’attesa che arrivi qualcosa, o qualcuno, che possa dare un senso alla nostra speranza e al tempo trascorso ad aspettare. Cadere e tirarsi su. Cadere e tirarsi su. Cadere e tirarsi su. E nel mezzo di tutto questo, continuare a giocare, sognare e soprattutto a ridere di noi stessi. Perché, tra una caduta e l’altra, chi non si innamora?
Lo stesso giorno, alle 21.30, Alberto Castrilo-Ferrer porterà in scena come prima nazionale IldebrandoBiribó, un “monologo a più voci” in cui l’attore gioca con miriadi di personaggi, intrecciando le loro storie e creando vortici di idee che vengono lanciate sulla scena. Con grandi dosi di umorismo, una trentina di ruoli, dai più terreni ai più aulici, Alberto Castrilo-Ferrer racconta la sua tragedia evocando diversi mondi, epoche passate e situazioni estreme. Un’eterna caduta nell’abisso, un continuo aprirsi di cassetti, ambientazioni, e una riflessione sul teatro partendo da uno dei suoi pilastri: l’ufficio del teatro, personificato nella figura del suggeritore. A supporto della proposta entra in scena un mobile multiuso dalla facoltà di diventare tutto l’immaginabile, da nuvola celestiale a conchiglia del suggeritore, dai fruttivendoli parigini al teatro dei burattini, permettendo al mimo di creare e coinvolgere il pubblico nel magico mondo di Ildebrando Biribó.
Giovedì 24 agosto, alle 19, la voce e la fisarmonica di Veronica Canale incontreranno il trombone e la sega armonica di Luca Tapino nello spettacolo I Sognaturi, canti d’amore, ninna-nanne e altre storie. Il progetto nasce nel 2014 dalla collaborazione fra Veronica Canale e Trevor Brown. Il repertorio, di canti tradizionali e veneziani arrangiato in chiave contemporanea, narra attraverso la musica sentimenti e frammenti di vite passate. Il duo si è esibito fra il 2014 e il 2016 in Europa e in Australia in vari festival, piccoli teatri, case, strade e palchi di vario genere. Per questa occasione, il duo assume una nuova forma con Luca Tapino.
La stessa sera alle 21.30, Matthias Martelli presenterà La Fame dello Zanni, spettacolo tratto dalla celebre opera di Dario Fo e Franca Rame Mistero Buffo, per la regia di Eugenio Allegri. Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, compone con maestria questo monologo che va alle radici del teatro: in uno spazio vuoto l’attore evoca mondi e personaggi, facendo esplodere l’immaginazione del pubblico, in un mix di ironia e satira, fra lingue inventate, grammelot, uso istrionico del corpo e della gestualità. La Fame dello Zanni, fra le più note giullarate di Dario Fo, è il racconto di una fame disperata, grottesca e smodata, che spinge lo Zanni, prototipo di tutte le maschera della Commedia dell’Arte, a mangiare se stesso pur di saziare il suo irresistibile appetito. Lo Zanni, tuttavia, non è una figura astratta, ma la metafora di tutti i derelitti, gli sconfitti, gli “affamati” che ancora oggi cercano riscatto. A interpretare tutto ciò è Matthias Martelli, erede della tradizione giullaresca e di Dario Fo, che riscopre in nuove forme e con nuovi linguaggi questa antica e sorprendente arte teatrale.
Venerdì 25 agosto, alle 19, la serata verrà aperta da Armamaxa nel suo OrlandoFuriosamente SoloRotolando, messo in scena e raccontato da Enrico Messina. Camicia bianca, una tromba e uno sgabello: è tutto quel che serve per raccontare le vicende dei paladini di Carlo Magno e dei terribili saraceni. All’essenzialità della scena si contrappongono la ricchezza ed i colori delle immagini evocate: accampamenti, cavalieri, dame, duelli, incantagioni, palazzi, armature, destrieri. Un vortice di battaglie ed inseguimenti il cui motore è sempre la passione, vera o presunta, per una donna, un cavaliere, un ideale. Reale trasporto o illusorio incantesimo? Sono solo storie. Storie senza tempo di uomini d’ogni tempo, in cui tutto è paradosso, iperbole, esasperazione. Riscoprire il piacere della fabulazione e della fascinazione della parola, il senso di ascoltare delle storie e di ascoltarle assieme ad altri. Arte un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata. Ecco perché l’Orlando Furioso di Ariosto, che proprio dall’arte dei cantastorie prese linfa per diventare alta letteratura; ed ecco perché il travolgente racconto che ne ha fatto Italo Calvino insieme a stralci di immagini “rubate” ad altri suoi libri come “Il Cavaliere Inesistente”. Così le parole dei canti e delle ottave di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti. Nell’appassionante lavoro di scrittura alcuni episodi sono stati ripresi, altri rielaborati, altri completamente inventati com’è nell’essenza stessa dell’arte di raccontare.
Il festival continuerà alle 21.30, con StivalaccioTeatro nel suo Romeo e Giulietta, in scena Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello, che ne firma anche la regia. Girolamo Salimbeni e Giulio Pasquati, sopravvissuti all’Inquisizione, ripiegano sul poco onorifico mestiere dei saltimbanchi…ma finalmente giunge, inaspettata, l’occasione per riscattarsi. Recitare per Enrico III, futuro Re di Francia, nientemeno che la più grande e tragica storia d’amore di tutti i tempi: Romeo e Giulietta. Ed ecco comparire nel campiello Veronica Franco, “honorata cortigiana” della Repubblica, disposta a cimentarsi nell’improbabile parte dell’illibata giovinetta. Si assiste dunque ad “prova aperta”, dove la celeberrima storia del Bardo prende forma e si deforma nel mescolarsi di trame, di dialetti, canti, improvvisazioni, suoni, duelli e pantomime.
Sabato 26 agosto gli eventi inizieranno alle 19 con l’incredibile pantomina di Enrico Mazza nel suo FromaSuitcase, del quale cura anche la regia. L’evento nasce con il sostegno di Atelier Teatro fisico di Philip Radice. Lo spettacolo inizia con un grosso cubo nero da cui spunta una bizzarra valigia, e dalla valigia a sua volta un eccentrico personaggio. From a Suitcase è il one mime show di un mimo tanto elegante quanto strampalato, protagonista di un’insolita sequenza di sketch comici che accompagnano il pubblico in un mondo assurdo, in cui tutto può succedere. Un universo ribaltato dove anche gli oggetti più comuni, come un rotolo di scotch o una busta delle lettere, cambiano natura e diventano gioco. Comicità, leggerezza, poesia e tanto coinvolgimento!
Alle 21.30, invece, Chiara Mascalzoni andrà in scena con Sic Transit Gloria Mundi – La Papessa, uno spettacolo del 2016 prodotto da Ippogrifo Produzioni, scritto e diretto da Alberto Rizzi, vincitore di numerosi premi tra i quali il secondo posto al Premio Cervi 2016, il Primo Premio Endas Emilia Romagna 2016, la Migliore Interpretazione al Doit Festival 2017, e il Miglior Spettacolo per L’italia Dei Visionari 2017.
Nel 2017 è stato inoltre selezionato ai festival Milano Off 2017, Fringe Festival Di Roma e all’Avignone Off nel 2018. Un monologo divertente, intelligente e fantasioso, che attraverso l’inventatissima vicenda di Papa Elisabetta, la prima donna a salire sul soglio di Pietro, affronta il verissimo tema del maschilismo del mondo occidentale. Con una insolita prospettiva, ovvero la storia della chiesa cattolica, si rilegge il ruolo e la funzione della donna in tutta la storia occidentale. Si ride molto e si pensa altrettanto, soprattutto alla violenza, all’esclusione e alla discriminazione a cui la donna è stata sottoposta fin dai tempi di Eva.
Domenica 27 agosto, alle 19, partirà da Palazzo da Schio l’evento itinerante nel quale i
partecipanti al laboratorio teatrale formativo, con Michele Mori e Marco Zoppello, avranno modo di restituire alla cittadinanza il lavoro svolto nell’arco della settimana del festival, nell’evento L’artedelBuffone. Alle radici del teatro rinascimentale e della Commedia dell’Arte troviamo alcune figure ibride di artisti, solisti della maestria attoriale, donne (per la prima volta in scena) e uomini impiegati nel ruolo di intrattenitori/trici di piazza e di palazzo. Il loro repertorio era vasto e articolato: ballavano, recitavano e cantavano in falsetto, imitavano suoni, rumori, voci di animali, vecchi, bambini, stranieri, e a ciò affiancavano una gestualità oscena, salti e acrobazie. Durante la settimana di laboratorio ogni partecipante costruirà il proprio oratore, e la propria oratrice, a partire dalle capacità individuali di ciascuno/a, attitudini al movimento, al canto, alla danza, ai dialetti, al suono di uno strumento. Nel teatro popolare ognuno/a sfrutta al meglio le proprie qualità, sviscerandole, esplorandole ed esaltandole per farle poi vivere nella scena. Partendo dalla lezione del Maestro Dario Fo, si perseguirà l’idea di un teatro popolare stratificato, sacro e profano, universale e proprio per questo capace di parlare a tutti/e.
A chiudere il festival la sera stessa, alle 21.30, sarà la compagnia StivalaccioTeatro, portando in scena l’attore Stefano Rota nello spettacolo Cèa Venessia, una coproduzione del 2020 tra StivalaccioTeatro, Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” e OperaEstate Festival. Australia, 1882. Un gruppo di coloni provenienti dal Veneto e dal Friuli fondano il primo insediamento collettivo Italiano del continente. Il nome con il quale la colonia viene tramandata oralmente, di padre in figlio, è Cèa Venessia (Piccolo Veneto), perché nel cuore di chi vi arrivò doveva ricordare casa. Il nome che risulta nei documenti è, invece, New Italy, una delle culle dell’emigrazione italiana nel continente Australe. Lo spettacolo racconta di questi migranti e del loro viaggio. Erano i Tomè, Nardi, Bellotto, Roder, Antoniolli, Piccoli e tanti altri che, spinti dalla fame e dalla miseria, caddero vittime delle promesse di un nobile francese, il Marchese De Rays. Con alle spalle una pianura agricola disperata e arretrata, i nostri si misero in viaggio. Raggiunta Barcellona con mezzi di fortuna si imbarcarono in quella che oggi chiameremmo una carretta del mare, verso la Nuova Francia pronta ad accoglierli a latte e miele. Inutile dirlo: non trovarono né il latte, né tantomeno il miele. Il punto di vista è quello di Giacomo Piccoli, un giovanotto di Orsago partito col cuore gonfio di speranze e la cieca passione di chi ha conosciuto solo la misera e che “no e poi no, è sicuro, la vita può essere meglio di così!”.
Biglietti
Spettacoli delle 19.00: 6 euro Spettacoli delle 21.30: 10 euro
Card giornaliera per entrambi gli spettacoli: 12 euro
Nel prezzo del biglietto è incluso un calice di vino offerto dalle Cantine Da Schio.
Biglietti acquistabili online su vivaticket.it, e in loco un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Pagamento in contanti, Satispay o Bancomat.
Cena dei Buffoni: 50 euro comprensivo di cena, bevande, spettacolo.
Biglietti acquistabili entro il 16 agosto 2023 su vivaticket.it.
Via Goffredo Mameli è una via che arriva nel quartiere di Santa Bertilla a Vicenza. Il genovese Mameli è il famoso autore delle parole dell’Inno d’Italia scritto il 10 settembre del 1847. All’incrocio con via Antonio Federico Ozanam, fondatore della Società di carità San Vincenzo, è presente il cinema/teatro Primavera.
È rimasto l’ultimo fuori dal centro città che proietta film sia impegnati che leggeri, per adulti, bambini o per tutta la famiglia, con le seconde uscite cinematografiche e il biglietto a costo ridotto. Il cinema Primavera è inserito nel circuito pilota Microcinema, il primo Network Cinematografico Digitale in Europa e costituito da solo 25 sale in Italia e il Primavera offre anche la possibilità di ospitare iniziative culturali e spettacoli teatrali.
L’impianto è stato eretto nel 1966 come prima opera della neonata parrocchia di Santa Bertilla. Era dotato di circa 400 posti a sedere su sedie di legno. La sala era funzionante solamente alla domenica per una o due proiezioni pomeridiane fino agli anni ’80. Tra l’80 e l’88 si effettuavano le proiezioni grazie al lavoro volontario di qualche ragazzo che si adoperava per una quindicina di film all’anno, ma racimolando magri risultati a causa anche dei titoli poco attrattivi che il Centro Cinema Diocesano metteva a disposizione.
Nel 1988 ha anche rischiato la chiusura a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza che gravavano sui locali di pubblico spettacolo. Ma grazie alla determinazione di don Sergio Pagani, nel 1989 sono iniziati i lavori di ristrutturazione che avrebbero garantito il minimo standard di sicurezza per ottenere la riapertura a norma di legge.
Con i lavori effettuati arrivò la licenza per l’uso della sala come locale di pubblico spettacolo e l’accesso ai contributi ministeriali a fondo perduto destinati alle sale cinematografiche. Nel 1990 la gestione della sala veniva presa in mano attivamente da un piccolo gruppo di parrocchiani che riuscivano ad aprire alle proiezioni anche il sabato sera e nello stesso anno veniva anche fondato, con atto notorio, il Circolo Cinematografico Cinema Teatro Primavera che si sarebbe poi occupato dell’organizzazione del Cineforum che nel marzo del 1991 si presentava al pubblico con una mini rassegna composta da 5 film.
L’inizio di una solida base per il cinema parrocchiale di quartiere a Vicenza, la cui storia continua a durare fino a oggi.