Sabato 23 settembre, dalle 15.30 e fino alle 18 al parco di Villa Tacchi in viale della Pace 89, torna la manifestazione “Associazioni in Festa”, proposta dalle realtà che offrono attività culturali, sociali e sportive neicentri civici di Villa Tacchi, via Calvi e via Maurisio, in collaborazione con l’assessorato alla partecipazione del Comune di Vicenza.
Sarà un’occasione per conoscere le associazioni e i servizi offerti alla cittadinanza. Durante la manifestazione si potranno visitare le sedi delle associazioni a Villa Tacchi e partecipare a laboratori per bambini a cura di AsterTre Onlus, alle iniziativeper adulti proposte dalGruppo Pensionati La Rondine e alle attività sportive con gli istruttori diAsd A.sa.be.
Alle 17 è previsto il saluto del sindaco Giacomo Possamai e dell’assessore alla partecipazione Matteo Tosetto.
Le associazioni che parteciperanno alla manifestazione sono: Afasici Vicenza Onlus, Alcolisti Anonimi, Al-Anon Gruppi Familiari, A.MA.R.V., APS Associazione Giovani Diabetici Vicenza, APS Associazione ARES, APS Assogevi, APS Serba Sloga, Arte del filo, ASC Attività Sportive Confederate Vicenza, ASD A.SA.BE Attività per la Salute e il Benessere, Associazione Il Faro Comitato Vicentino Antidroga, Associazione Nazionale Nastro Verde, Associazione San Vincenzo, AsterTre Onlus, Centro Culturale Italo Tedesco
Familiari Anonimi gruppo di Vicenza, F.I.D.A.S. Associazione Donatori di Sangue S. Pio X, Fondazione Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta, Gruppo Alpini G. Reolon, Gruppo Pensionati La Rondine, Narcotici Anonimi – NA gruppo Crederci.
Prosegue con un progetto di forte impatto, il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, “Stella Meravigliosa”, Direzione Artistica di Giancarlo Marinelli; si tratta di “Di là dal fiume e tra gli alberi”, un reading itinerante con brani tratti dall’omonimo romanzo di Ernest Hemingway, in programma domenica 24 settembre alle 19.30 e alle 20.30, interpretati a Vicenza da Primo Reggiani, Lella Costa e Sebastiano Somma.
Il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico è promosso dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il contributo del Ministero della Cultura, con la Media partnership di Rai Radio3; è realizzato in collaborazione con D-Air Lab come main partner, AGSM AIM SpA come sponsor e Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo e Burgo Group come sostenitori.
“Di là dal fiume e tra gli alberi” è il nuovo capitolo del Progetto Milk Wood, i reading poetici itineranti nei luoghi storici e monumentali dei paesaggi e delle Città, inaugurati con i versi di Dylan Thomas lo scorso anno, ideati da Giancarlo Marinelli e Pierluca Donin. La Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico e il suo Giardino saranno le tre tappe della performance a Vicenza (partenza e ritrovo in Basilica Palladiana un quarto d’ora prima dell’inizio all’entrata delle mostre), un reading in cui gli attori andranno a cedersi il testimone in un ideale percorso letterario e teatrale, di forte immanenza performativa, possibile solo lì e in quel momento, per un’idea di teatro in cui lo spettatore vede “nascere e tramontare” il testo attraverso la voce narrante, come se facesse parte integrante della natura, attraverso la scena urbana e paesaggistica in cui si manifesta. Anche in questa edizione, le pennellate di luce del progetto multivisivo che illumineranno il Giardino del Teatro Olimpico all’imbrunire sono di Francesco Lopergolo, mentre la regia è di Giancarlo Marinelli.
Il progetto, sostenuto dalla Regione del Veneto e dai Comuni di Caorle, Pieve di Soligo e Vicenza, è realizzato in collaborazione con Arteven – Circuito Multidisciplinare Regionale e con l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ha utilizzato le Città del Veneto come luoghi della rappresentazione per rievocare le ambientazioni del romanzo di Hemingway, i luoghi della storia d’amore tra il colonnello Cantwell e la giovane Renata con sullo sfondo la caccia in Laguna, la Grande Guerra, l’amore vissuto tra le calli di una Venezia lontana nel tempo. Il reading “Di là dal fiume e tra gli alberi” è stato presentato in anteprima a Taormina in luglio, con grande successo, a Caorle in agosto e a Pieve di Soligo il 16 e il 17 settembre, registrando ovunque il tutto esaurito. Uno degli obiettivi del progetto è stato quello di rivelare ad occhi nuovi, ma anche allo sguardo di chi questi luoghi li abita da sempre, nuove prospettive e diversi punti di vista, celebrando, attraverso il teatro, la bellezza architettonica e paesaggistica di scenari che entrano a pieno titolo nella narrazione.
“Hemingway è stato un grande architetto della lingua ed è un’architettura straziante anche questa sua ultima storia d’amore – ci dice Giancarlo Marinelli. – Grandi protagonisti del teatro, città meravigliose, il Veneto come l’abbiamo visto ma come non l’abbiamo mai guardato, ‘Di là dal fiume e tra gli alberi’ vi aspetta nel confine sottile che separa la guerra di un uomo dall’amore per una donna”.
E alla grande storia d’amore narrata nel romanzo di Hemingway è dedicato il secondo appuntamento del L’Olimpico incontra il pubblico in programma sabato 23 settembre alle 18.00 nel Giardino del Teatro Olimpico, dal titolo “Hemingway, di là dal testo nell’amore”, una conversazione condotta da Marco Ghiotto, ideatore e anima del sito vicenzacult.net e Irina Ivancich Marchesi, nipote di Adriana Ivancich, la nobile veneziana a cui si ispira il personaggio di Adriana, che illustrò l’edizione statunitense del romanzo e pubblicò nel suo libro di memorie “La Torre bianca” la storia della sua relazione con lo scrittore statunitense.
Gli incontri di approfondimento che accompagnano gli spettacoli al Teatro Olimpico, aperti al pubblico e gratuiti, sono organizzati dal Ciclo dei Classici in collaborazione con l’Accademia Olimpica con la Biblioteca civica Bertoliana.
Per le due repliche del reading “Di là dal fiume e tra gli alberi” restano pochi biglietti; il biglietto unico, comprensivo dell’aperitivo finale, costa 20 euro.
Informazioni spettacoli e prevendita biglietti
I biglietti sono in vendita online su www.classiciolimpicovicenza.it e alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini 39 – tel. 0444 324442); per giorni e orari di apertura consultare il sito www.tcvi.it. Al Teatro Olimpico e nelle altre sedi degli spettacoli e delle performance, la biglietteria sarà aperta un’ora prima dell’inizio degli eventi.
Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza
Sono stati cinquanta i cittadini e gli enti che quest’anno hanno partecipato a “Vicenza fiorita”, decorando giardini, terrazze, balconi, locali, chiostri, luoghi pubblici della città, come prevede l’iniziativa del Fai a cui il Comune di Vicenza collabora.
La premiazione dei partecipanti è in programma mercoledì 20 settembre alle 16 alla Biblioteca internazionale La Vigna, in contrà Porta S. Croce 3.
Alla cerimonia prenderanno parte la vice sindaca del Comune di Vicenza Isabella Sala, la capo delegazione del Fai di Vicenza Alessandra Ronchi, la presidente degli Amici dei Parchi Marialuisa Manfredini e i rappresentanti di Fondazione Roi, Comune di Nove e Fai Giovani.
Da Storie Vicentine, ecco un’interessante ricerca storica sui lavatoi di Vicenza. Il termine lavatoio deriva dal latino medievale lavatorium, recipiente in cui si immerge il bucato da lavare e si distingue da lavandaro (dal verbo lavare, con il suffisso in -aro) che indica chi per mestiere lava indumenti di altre persone, entrambi in uso già dal XIV secolo.
Nell’età moderna la professione viene declinata al femminile nella nota figura della lavandara, spesso denigrata nello stereotipo della donna volgare e rozza, altre volte contemplata dai poeti come Giovanni Pascoli, nella nota poesia Lavandare, quasi mai osservata nella sua condizione sociale subalterna e disagiata. I lavatoi, nati in area prealpina, originariamente erano in pietra, dotati di due vasche, una detta “labo” che raccoglieva l’acqua dello zampillo, ed una seconda utilizzata per raccogliere quella che traboccava, munita di lastra laterale inclinata, che fungeva da lavatoio. La tecnologia dei lavatoi si è perfezionata nel tempo, in età industriale vengono prodotte vasche prefabbricate di graniglia di cemento.
I lavatoi sono prodotti standard per l’edilizia composti da più vasche in cui immergere i panni e di lastre su cui venivano battuti. Durante la prima industrializzazione e la conseguente crescita demografica della prima metà del Novecento, a causa dell’intensa migrazione dalla campagna alla città, la popolazione urbana di Vicenza aumenta notevolmente e , nel primo decennio del secolo scorso, del 21,52 %. Forte è l’industria manifatturiera cittadina, il Lanificio Rossi, con le sue controllate, assorbe 1/6 della filatura cardata italiana e 1/4 dei telai meccanici operanti in Italia, nel pettinato, gli stabilimenti occupano 160.000 mq. alta è l’occupazione che comporta la costruzione di nuovi, insediamenti urbani, con la conseguente espansione a raggiera della città.
L’Amministrazione Comunale concede premi per incoraggiare i capitalisti a costruire nel territorio e si rifiutano licenze edilizie che non abbiano razionale disposizione; con questo impulso vengono aperte nuove strade nei quartieri di S. Bortolo, S. Felice, Cattane, S. Croce e S. Agostino, dove, tramite accordi diretti con i singoli proprietari, vengono costruiti nuovi nuclei insediativi, si menzionano le case popolari di Via Bartolomeo d’Alviano, esempio urbano della realizzazione dell’idea città-giardino. In seguito all’immigrazione, l’Amministrazione cittadina costruisce nuove strade e nascono nuovi quartieri, dove la densità demografica è alta le cattive condizioni igieniche sono la causa di malattie infettive come il colera e il tifo, i cui batteri sono notoriamente veicolati dall’acqua insalubre. Elevato è il tasso di mortalità infantile. I fanciulli e i neonati muoiono sia per la scarsa alimentazione e sia per l’insufficienza dell’igiene domestica.
Vicenza nel 1911 ha 53.107 abitanti, 9.404 in più del censimento precedente e l’aumento demografico comporta gli adeguamenti delle strutture edilizie, risultate insufficienti e della struttura fognaria. L’Amministrazione cittadina intravvede la necessità di offrire ai nuovi inurbati luoghi pubblici per l’approvvigionamento idrico in funzione dell’igiene collettiva; è per questo che dal 1915 al 1969 sono stati infissati nel Comune di Vicenza 60 lavatoi, come risulta dal censimento del 12 maggio del 1971 (Archivio di Palazzo Trissino, Vicenza). Il primo lavatoio, oggi scomparso, è di via dei Mille ed apre la prima fase delle costruzioni negli anni ‘20 con i lavatoi di Capitello, S. Antonino, Saviabona (strada in curva), Anconetta centro, viale Trieste, via Fossetta, via X Martiri, via E. di Velo e viale Verona.
Fra le principali cause che giustificano la costruzione dei lavatoi, da parte dell’Amministrazione comunale, sono le cattive condizioni igieniche, che, insieme allo scarso controllo delle acque e all’alimentazione povera, sono la causa di malattie endemiche di questo periodo: il colera, il vaiolo, il tifo, la tubercolosi. L’immigrazione continua nei primi anni ‘30 ed è progressiva, nonostante la forte emigrazione, toccando un saldo attivo nel 1933 (+1.066 abitanti); solo in coincidenza della promulgazione delle leggi razziali si verifica in Vicenza il saldo sociale negativo più rilevante con meno 436 unità.
La crescente industrializzazione, allontana la popolazione dalla campagna e una volta inurbata vive in case dove è assente l’acqua e scarseggiano i servizi igienici. Il maggiore affollamento comporta la necessità di mettere a disposizione dei cittadini i lavatoi per provvedere all’igiene pubblica e alle necessità idriche dei nuovi nuclei in espansione. È in questo periodo che l’Amministrazione si pone il problema di risanare alcuni quartieri della città, SS. Apostoli, Cornoleo, Borghetto di S.Croce. In contrà Santi Apostoli, ad esempio, vivono 148 famiglie numerose, che abitano in 21 case e molte in un solo locale.
Nel 1933 Vicenza non ha ancora raggiunto i 70.000 mila abitanti e viene incaricato il Comitato degli Ingegneri, per la formulazione dei preliminari del piano regolatore generale, al fine di indicare soluzioni per lo sviluppo radiale della città. Sono segnalati nuovi edifici a Borgo Scrofa, ed episodici interventi lungo viale Trieste e Viale Astichello, con insediamenti esterni al Centro storico e il contestuale decentramento di attività ed attrezzature tra cui i lavatoi; infatti, nello stesso anno vengono costruiti due lavatoi in viale Astichello. Nel 1938, dopo 5 anni viene bandito un concorso per il piano regolatore generale, fra i migliori risulta il “Progetto Pallade”, per l’attenzione posta alla mancanza dei servizi igienici. Infatti, la preoccupazione più importante dell’Amministrazione cittadina è quella di costruire servizi igienici collettivi per prevenire le malattie molto diffuse.
Negli anni ’30, inoltre sono stati costruiti i lavatoi di via Moracchino, Saviabona-Borghetto, Cul de Ola, viale Fiume (case ECA), Bertesina, Polegge (case comunali). Dopo la 2^ Guerra mondiale, nella seconda metà degli anni ‘40 vengono costruiti tre lavatoi in Viale Trento, via Saviabona vicino Enal e via Durando, la città si va progressivamente espandendo e la popolazione è in costante aumento, raggiungendo 79.862 abitanti nel 1951. Negli anni ’50 il boom economico porta ad un consistente sviluppo edilizio quindi, si rende necessario un adeguamento dei servizi, compresi quelli igienici e la costruzione capillare di lavatoi che sono infissi a Polegge Centro, Maddalene Chiesa e Piana, Laghetto, Scuole Anconetta, Ospedaletto centro, via Marsala, via Imperiali, via Cattane, Borgo Casale, Stanga, Cà Balbi, Settecà, strada comunale del Paradiso, Gogna, viale Verona, Campedello, Longara, Foro Boario, Scuola elementare Laghetto, viale Ferrarin. Gli ultimi lavatoi sono stati costruiti negli anni ‘60 vengono costruiti in via Grappa; strada della Paglia, strada comunale Balbi, Settecà Chiesa, Olmo, Tormeno, via dei ‘Mille (nuovi), strada Nicolosi, S. Croce Bigolina, S. Benedetto, Bertesina, giardino Salvi, scuola Materna Polegge. A seguito dell’introduzione di bagni individuali negli edifici privati e della diffusione degli elettrodomestici, i servizi igienici pubblici decadono e i lavatoi sarebbero destinati a scomparire se la società civile non ne valorizzasse il ruolo che hanno rappresentato nel momento di intensa espansione edilizia cittadina e in quello odierno come reperti di archeologia industriale. Sono segni evidenti dell’espansione urbana della prima metà del Novecento, diventati parte della memoria collettiva e come aree urbane pubbliche, dotate di acqua corrente, possono rinnovare oggi la loro funzione di bene comune.
Di Anna Maria Ronchin da Storie Vicentine n. 12 del 2023.
Riprende al Palladio Museum – Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio “Letture in corso”, la serie di presentazioni di monografie, studi e approfondimenti sui temi dell’architettura, della storia dell’arte e della civiltà, promossa in occasione del decennale del museo. Nel corso degli incontri, storici dell’arte, studiosi, critici presentano al pubblico i loro studi e le pubblicazioni recenti.
Il prossimo appuntamento è in programma martedì 19 settembre alle 18:00 al Palladio Museum, in contra’ Porti 11 a Vicenza, per presentare il volume “La bottega di un «chaxolin» nel Rinascimento veneto” (2023) di Francesco Bianchi, frutto di uno studio vincitore della seconda edizione della borsa di ricerca Aldo Businaro.
A presentare la storia avvincente di un imprenditore rinascimentale, titolare di un mestiere che esiste ancora ai giorni nostri – il “casolino” Ambrogio da Bellano che dalle sponde del lago di Como si trasferisce a Vicenza per gestire una fiorente attività di commercio di formaggi – sarà l’autore Francesco Bianchi, dottore di ricerca in Storia e docente a contratto di Storia medievale all’Università degli Studi di Verona. Ad introdurre lo studioso e la sua originale ricerca saranno Edoardo Demo, Presidente del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Guido Beltramini, direttore del CISA e Aldo Rozzi Marin, “gestore” dei gioielli immobiliari della Regione del Veneto.
La borsa di ricerca Aldo Businaro è stata istituita dalla società Veneto Edifici Monumentali a socio unico Regione del Veneto (già Immobiliare Marco Polo srl), con il patrocinio dell’Istituto Regionale Ville Venete, del Comune di Monselice (PD), del Comune di Piazzola sul Brenta (PD), dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, dell’Associazione per le Ville Venete e dell’Associazione Nobiliare Regionale Veneta, con la collaborazione scientifica del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio e della Biblioteca civica Bertoliana e con il sostegno finanziario di Ferdinando Businaro.
Lo studio e il volume raccontano di Bellano, un piccolo e grazioso borgo adagiato sulla sponda orientale del lago di Como. Nonostante le modeste dimensioni, alla fine del medioevo era centro di vivaci attività economiche e inserito in reti commerciali di una certa estensione, tant’è che già nel Quattrocento non era raro incontrare in area veneta uomini d’affari originari di quelle parti. Fra questi personaggi c’è anche un certo Ambrogio da Bellano, il cui profilo imprenditoriale emerge chiaramente dalla lettura di una “vacchetta”, cioè un libro contabile stretto e di forma allungato, composto da 120 carte, conservato all’interno dell’Archivio Velo presso la Biblioteca Bertoliana di Vicenza. Lo studio di questo documento consente di ripercorrere il giro d’affari di Ambrogio, che evidentemente si era trasferito dal distretto di Como a Vicenza, dove è attivo come “caxolin” (nel senso di formaggiaio) ‒ così si autodefinisce ‒ tra il 1496 e il 1506. Ambrogio, che opera insieme ad alcuni familiari, risulta tenere casa e bottega proprio a Vicenza, in borgo Portanova, da dove gestisce la compravendita di varie merci, ma in particolare di formaggi, per quantitativi misurabili in tonnellate. I suoi clienti e i suoi fornitori sono perlopiù vicentini, appartenenti sia ai ceti popolari sia a quelli aristocratici della città e del contado, mentre i prodotti caseari trattati rispondono a svariate tipologie. Si trovano formaggi a pasta dura o molle; formaggi di latte vaccino o pecorino; formaggi di monte e di pianura, provenienti dal Vicentino, dal Veronese, ma anche dalla Sicilia, dalla Grecia e da Creta, questi ultimi forniti da grossisti veneziani.
L’ ingresso alla presentazione di martedì 19 settembre è libero, fino ad esaurimento posti disponibili.
La storia del Castello di Thiene è documentata dalla cartografia trovata nella dimora storica. Ecco di seguito la ricerca di Storie Vicentine. Il complesso archivistico, composto dai fondi delle famiglie Porto, Colleoni, Capra e Thiene, oltre a una ricca collezione di disegni e a numerosi frammenti di archivi diversi pervenuti per dote o per lascito testamentario, conserva materiali di diversa tipologia, tra cui pergamene, bolle papali e ducali, privilegi imperiali, lettere, registri, mappe, ecc. (originali e in copia), prodotti dalla prima metà del secolo XI fino alla metà del XX.
Grazie al sostegno della Fondazione Cariverona nel quadriennio 2018-2021 (Progetto Archiporto) e della Regione del Veneto nel 2021 (Progetto Disegni), è stato possibile intraprendere un nuovo lavoro di censimento, ordinamento e descrizione inventariale dell’archivio della famiglia Porto (sec. XI-XIX), cardine dell’intera documentazione, e della ricca collezione di Disegni (sec. XVI-XX), al fine di rendere accessibili gli inventari – pensati per essere caricati in rete – nel Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
I due progetti hanno permesso di individuare nella documentazione alcune tematiche ricorrenti, tra cui molteplici aspetti legati alla gestione e al controllo delle acque nel territorio vicentino, nonché allo sviluppo e affermazione delle antiche attività artigianali, elementi talvolta intrecciati con i principali contesti palladiani e con l’amministrazione dei palazzi e delle ville dominicali di proprietà delle più illustri famiglie vicentine.
Questi argomenti, identificati con la consultazione dei catastici di corredo del fondo Porto (interamente digitalizzati nel corso del Progetto Archiporto) e con il controllo dei materiali in archivio, si riscontrano con più evidenza – data la loro particolare tipologia – nella cospicua cartografia storica raccolta nel fondo Disegni, costituito per lo più da materiali estrapolati dallo stesso archivio Porto.
Tra la fine del Settecento e la seconda metà dell’Ottocento, infatti, secondo una metodologia applicata al tempo in altri archivi pubblici e privati del territorio italiano, anche l’archivio del Castello è stato partecipe di un’incauta estrazione dei materiali grafici dai rispettivi fondi di appartenenza, allo scopo di costituire un fondo tematico (o collezione) di disegni, con la conseguente perdita dei vincoli archivistici tra le carte. A questo proposito i lavori svolti con il Progetto Archiporto e con il Progetto Disegni, hanno permesso di identificare quasi nella totalità dei casi il fondo di provenienza dei singoli disegni e, talvolta, la loro collocazione originaria, consentendo altresì di rintracciare 110 mappe e disegni in precedenza non indicati nei catastici di corredo (e per questo motivo esclusi dall’operazione di estrapolazione).
Questi ultimi si aggiungono idealmente ai molteplici altri disegni e mappe del Castello, a oggi oltre 545 dei secoli XVI-XX, tra cui si registrano oltre 450 cartografie storiche e rappresentazioni manoscritte anteriori al 1866 di particolare interesse paesaggistico, geografico e vedutistico. Durante il Progetto Archiporto, proprio ai fini di una maggiore tutela e conservazione delle cartografie dell’Archivio, è stato possibile avviare una Summer School di aggiornamento in conservazione del patrimonio archivistico, destinata a giovani e specialisti del settore del restauro: l’attività di laboratorio svolta dai partecipanti, articolata in lezioni teoriche e pratiche, ha permesso di effettuare le analisi e gli interventi, oltre che su alcuni documenti pergamenacei, anche su sette mappe del fondo Disegni.
La cartografia storica, per lo più prodotta in occasione di liti, processi, contenziosi o divisioni di beni tra i da Porto, i Capra, i Colleoni, i Thiene e le varie altre parti in causa, costituisce una testimonianza imprescindibile non solo per l’analisi e lo studio del territorio vicentino e dei suoi principali cambiamenti nel corso dei secoli, ma anche per l’approfondimento di alcuni fattori legati all’imprenditoria dell’aristocrazia vicentina, capace di emergere nella gestione di imprese agricole, commerciali e proto- industriali.
La verifica dei materiali in archivio, necessaria per la compilazione degli inventari digitali, oltre a consentire l’individuazione di errori di datazione o di numerazione, documenti mancanti, redatti in copia o danneggiati, ha permesso infatti di accertare la presenza di numerosi elementi prettamente legati allo svolgimento delle attività economiche del passato. Tra questi si registrano in particolare i numerosi mulini situati in tutto il territorio, i magli da ferro e da rame per la lavorazione dei metalli, le pile da riso (la cui coltura è attestata nella cartografia del Castello fin dal Seicento), i filatoi e i folli per la manifattura dei tessuti. In merito a questo ultimo aspetto, non mancano accenni alla produzione della seta, il cui commercio è testimoniato nei documenti del fondo Porto a partire dalla prima metà del Cinquecento: alcuni disegni rappresentano infatti colture di morari (gelsi), molto probabilmente adibiti all’allevamento dei bachi da seta.
Inoltre, anche se limitatamente, vi è accenno alla fabbricazione della carta attraverso la raffigurazione di alcune cartiere. Le mappe dell’archivio risultano di particolare importanza anche per la rappresentazione delle numerose proprietà terriere appartenute alle principali famiglie vicentine (o tuttora possedute), tra cui i Chiericati, i Valmarana, i Bissari, i Godi, i Ferramosca, i Nievo e molte altre. Di queste si delineano in particolar modo gli aspetti pertinenti con i contesti palladiani, direttamente connessi con le vicende agricole e con l’amministrazione e gestione dei beni situati nelle adiacenze delle dimore di campagna. Ne è un esempio Villa Chiericati a Vancimuglio, acquisita dai da Porto nel 1574, la cui rappresentazione si attesta fino al XIX secolo nei disegni relativi alle località a essa circostanti (Grumolo delle Abbadesse, Sarmego, Lerino, Marola, Barbano, ecc.), per lo più legate alla gestione delle acque adibite al funzionamento dei mulini e delle pile da riso, nonché all’irrigazione delle molteplici risaie ancora oggi presenti in questa specifica zona.
Non mancano tuttavia anche rappresentazioni di palazzi e ville dominicali postume, appartenenti cioè ai secoli XVII-XVIII, alcune delle quali ancora bisognose di studi e approfondimenti, come villa Capra a Santa Maria di Camisano Vicentino, il cui fasto e splendore nel Seicento è testimoniato nella documentazione in gran parte conservata nell’omonimo fondo del Castello. Vi sono poi accenni sulla gestione dei boschi e sul controllo delle acque dei fiumi e dei torrenti, questi ultimi spesso oggetto di vere e proprie opere idrauliche realizzate nel corso dei secoli.
Alla cartografia storica e ai disegni di tipo paesaggistico-geografico, si aggiungono infine, anche se in minor numero, alcuni schizzi, disegni decorativi e studi di tipo architettonico, testimonianze della costante collaborazione delle famiglie Porto, Colleoni, Capra e Thiene con architetti, pittori, scultori e artigiani, coinvolti soprattutto nella progettazione e decorazione degli edifici, ma anche dei giardini a essi annessi, arricchiti di peschiere, labirinti, giochi d’acqua, roseti, cedraie e altri alberi da frutto. I dati inseriti negli inventari digitali del fondo Porto e del fondo Disegni, entrambi realizzati grazie all’adozione del software archivistico xDams Open Source7, in linea con gli standard descrittivi di riferimento, sono stati scelti per rilevanza ed efficacia nel campo della ricerca.
Nello specifico l’attività di inventariazione ha previsto lo studio analitico dei regesti riportati nei catastici di corredo, permettendo, per la gran parte, la descrizione di ogni singola unità documentaria attraverso l’inserimento degli estremi cronologici, delle segnature (comprese quelle originarie o antiche), della tipologia e del supporto (cartaceo, pergamenaceo, ecc.), dei nomi di persona e di luogo, oltre alla descrizione sintetica dei contenuti. Relativamente alla cartografia storica e ai disegni, invece, si è aggiunta la consistenza (dimensioni, cromatismo, scala), mentre per specifici atti e documenti del fondo Porto, sono stati inseriti i nomi dei notai, delle parti e controparti (nel caso, ad esempio, dei processi), dei personaggi illustri e degli avvenimenti e fatti storici di particolare interesse. Entrambi gli inventari sono liberamente accessibili nel Portale de- gli archivi della Biblioteca Bertoliana, all’interno della sezione dedicata agli archivi di altri enti e istituzioni.
La Bertoliana ha infatti scelto di attuare progetti di inventariazione per conto di altri enti del territorio vicentino detentori di archivi, in collaborazione con gli istituti stessi e con la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto e Trentino Alto Adige. Oltre al fondo Porto e al fondo Disegni dell’Archivio privato Porto Colleoni Thiene, la sezione comprende a oggi anche l’Archivio Istrevi S(Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Vicenza) e l’Archivio dei Musei Civici di Vicenza. Il Portale offre differenti chiavi di lettura e di ricerca, permettendo di ‘navigare’ attraverso i vari fondi archivistici ed esplorare così nel dettaglio la descrizione delle carte che vi sono conservate, garantendo inoltre la possibilità di effettuare ricerche all’interno di un singolo archivio o di più archivi tramite l’inserimento di termini chiave. A questo proposito, gli inventari dell’archivio del Castello di Thiene, descritti a livello di unità documentaria, possono costituire senz’altro un punto di partenza per studiosi o semplici appassionati. La loro consultazione consente infatti di ricavare molteplici informazioni relative a documenti di specifici luoghi, notai, famiglie o personalità di spicco del territorio vicentino, diminuendo i tempi di ricerca e favorendo gli studi interdisciplinari, in previsione di una collaborazione sempre più partecipativa tra i vari enti aderenti al Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana.
Di Sofia Stefani da Storie Vicentine n. 12 del 2023.
Il presente contributo contiene dati estratti dagli inventari del fondo Disegni e del fondo Porto, liberamente accessibili nel Portale degli archivi della Biblioteca Bertoliana nella sezione dedicata all’Archivio privato Porto Colleoni Thiene: <https://archivio.bibliotecabertoliana.it> (alla data 30/12/22). Il lavoro di descrizione inventariale informatizzata e di controllo dei materiali presenti in archivio è a cura della scrivente con il coordinamento scientifico della Biblioteca civica Bertoliana (Mattea Gazzola).
La 47^ edizione di “Incontro sulla Tastiera”, con il patrocinio del Comune di Vicenza, porta a teatro una nuova stagione, intensa e sbalorditiva, ricca di proposte nuove e coinvolgenti.
I riflettori saranno puntati anche quest’anno sulle giovani promesse, ribadendo l’impegno dell’associazione vicentina a sostenere la vita artistica dei musicisti nel difficile cammino professionale che hanno scelto per la vita. Attenzione verrà data anche alle realtà musicali di qualità del territorio, per dimostrare che non è necessario andare oltre confine per trovare proposte interessanti, ma bisogna, invece, tenere lo sguardo ben saldo intorno a sé.
Si ricomincia al Teatro Olimpico, il 30 ottobre 2023, proseguendo per otto appuntamenti fino al 28 maggio 2024, con la serata conclusiva, ambientata sempre nel teatro palladiano. I sei appuntamenti intermedi si svolgeranno, invece, tutti al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza, ad eccezione del concerto di Natale che verrà eseguito nella chiesa di San Gaetano.
La rassegna è stata presentata oggi all’Odeo del Teatro Olimpico, alla presenza dall’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, della direttrice artistica di Incontro sulla Tastiera, Maria Antonietta Righetto Sgueglia, dal presidente dell’associazione, Enrico Hüllweck e da Cesare Benedetti, presidente di Zeta Farmaceutici, sponsor del concerto del 28 maggio 2024.
“Essere qui oggi con voi ad annunciare la nuova stagione di Incontro sulla tastiera ha un preciso significato: manifesta l’intenzione di questa amministrazione di portare avanti una tradizione che si protrae da ben 47 anni e che porta con se un pubblico affezionato che ad ogni concerto partecipa entusiasta – ha affermato l’assessore alla culturaal turismo e all’attrattività della cittàIlaria Fantin -. Con entusiasmo, se possibile, pari a quello profuso dal direttore artistico, Mariantonietta Sgueglia che sia è lasciata trasportare dall’amore per la musica ed in particolare per il pianoforte per approntare ogni anno un calendario di date attrattive. E l’attenzione profusa verso i giovani musicisti è un filo conduttore della rassegna che se da un lato è un invito a proseguire sulla strada della musica, dall’altro consente al pubblico vicentino di apprezzare virtuosismo e talento”.
“Non posso che essere orgogliosa dei risultati raggiunti – ha detto con energia Mariantonietta Righetto Sgueglia, direttore artistico dell’associazione -. Siamo partiti tanti anni fa, con un grande sogno, ma pochissime possibilità. Abbiamo scalato le montagne, superando difficoltà, diffidenza, incredulità…e oggi possiamo affermare di essere una delle grandi realtà culturali del nostro territorio. Andiamo molto fieri di ciò che abbiamo fatto e di aver tenuto ben presente in tutti questi anni il nostro primario e unico obiettivo: sostenere la carriera dei giovani, dare spazi di esibizione ai nuovi volti e proporre progetti nuovi che soddisfino il più ampio pubblico possibile. E la Stagione che abbiamo messo in piedi è lo specchio di tutto ciò”.
“Mescoleremo ancora una volta le Muse, come facciamo spesso, certi che l’arte abbia tante sfaccettature e più anime che vivono nei vari mondi in cui si esprime: fare incontrare questi mondi -musica, recitazione, canto, danza – non può che portare a meravigliose esperienze – ha commentanto il presidentedi Incontro sulla Tastiera,Enrico Hüllweck –. E’ vero che il Cartellone 2023-24 trova ancora una volta nel pianoforte il suo protagonista principale, ma è altresì un caleidoscopio di espressioni. Ci accompagna sempre l’intento artistico e formativo di incontrare e forgiare il gusto per l’arte, attraverso percorsi e sfaccettature diversi, presentando occasioni di musica a 360° gradi, con programmi che abbraccino più generi e più periodi. E ciò avviene anche grazie alla preziosa sinergia con associazioni affini, guidate dallo stesso obiettivo mecenatistico, come la Keyboard Trust di Londra, diretta da Noretta Conci, e l’Associazione PianoFriends di Milano, diretta da Catia Iglesias”.
La prima – di lunedì 30 ottobre – sarà una Prima Mondiale assoluta. Vedrà un grande ritorno: Enrico Balboni, alla viola, accompagnato dal flautista Tommaso Benciolini e l’Orchestra da camera “L’appassionata”, diretta dal Maestro Lorenzo Gugole in un concerto che va sotto il titolo di “Meravigliose Rarità italiane”. Dove sta la sorpresa a cinque stelle? Dopo i brani di Paganini, Boccherini, Respighi e Sollima, il clou della serata, è rappresentato dalla esecuzione de “L’Elegia” per Viola e Orchestra del compositore vicentino Pierangelo Valtinoni, docente al nostro Conservatorio, una celebrità ormai a livello mondiale, che vede le sue opere eseguite non solo alla Scala di Milano o alla Fenice di Venezia, ma nei maggiori teatri di tutto il mondo. L’Elegia è dedicata al maestro Balboni, docente come Valtinoni allo stesso Conservatorio di Vicenza, e sarà eseguita per la prima volta al Teatro Olimpico.
Il cartellone prosegue, poi, con il Concerto di Natale, nelle mani di un recentissimo ensemble vicentino di fiati “Philia Ensemble”, coadiuvato dalla soprano Vittoria Bettanin, e scivolerà nel 2024 con un serie di concerti pianistici, che vedrà susseguirsi Nikita Lukinov, Flavio Tozzi, Giacomo Corbetta e Carlo Prampolini.
Si tornerà, infine, per i due concerti conclusivi al Teatro Olimpico con due altre chicche di assoluta originalità. Il 6 maggio sarà la vota di “Cantami o Musa…Miti, eroi, amori olimpici nel tempio di Andrea Palladio”, dove lirica, recitazione e pianoforte daranno vita una sorta di inno al Palladio e al suo Teatro Olimpico, tanto amato dai vicentini e meta irrinunciabile dei turisti di tutto il mondo. Il Palladio, attratto, come era tipico per gli autori umanisti e gli artisti rinascimentali, dalla perfezione degli antichi greci e dalla statuaria romana, vedrà la musica volgere lo sguardo ai testi dei classici per portare in scena un inedito percorso ideale, di tema strettamente amoroso, tra le opere liriche degli autori del Seicento barocco, del Settecento veneziano e dell’Ottocento romantico.
E da ultimo il concerto del 28 maggio SUR – Tra Argentina e Spagna, con violoncello e fisarmonica-bandoneon accompagnati dalla voce recitante, dove la musica di matrice iberica e latino-americana si mescolerà alle parole di poeti argentini e spagnoli per cantare l’amore universale.
La prevendita è attiva da martedì 3 ottobre 2023 alla biglietteria del Teatro Comunale Città di Vicenza dal martedì al sabato dalle 15 alle 18.15, oppure online www.tcvi.it
I biglietti saranno in vendita anche il giorno del concerto presso la biglietteria della sede indicata da un’ora prima dell’inizio.
Per Teatro Olimpico: Intero 30,00 euro, Ridotto (insegnanti e over 65) 25,00 euro, Ridotto giovani (under 30) 15,00 euro.
Per TCVI e Chiesa di San Gaetano: intero 25,00 euro, ridotto (insegnanti e over 65) 20,00 euro, Ridotto giovani (under 30) 12,00 euro.
Abbonamenti
Sostenitori 250,00 euro Intero 170,00 euro, Ridotto (insegnanti e over 65) 135,00 ero, Ridotto giovani (under 30) 70,00 euro.
Altre promozioni
Studenti delle scuole (fino terza media) euro 5,00, accompagnatori euro 12,00, studenti del conservatorio, liceo musicale e altri istituti superiori euro 12,00, insegnanti: euro 12,00.
Con artisti come Pistoletto e Tamborini, e poi video, installazioni, eventi e incontri
“La proporzione aurea”: non una semplice mostra ma uno spettacolare percorso immersivotra passato, presente e futuro, tra arte, scienza e tecnologia, tra voci lontane nel tempo e i grandi protagonisti della riflessione contemporanea.
Prodotta da Relazionésimo e accolta dall’amministrazione comunale di Vicenza, l’esposizione sarà dal 1° ottobre al 10 dicembre nella Basilica Palladiana di Vicenza, monumento che simboleggia l’eternità di una riflessione matematica e razionale sulla bellezza – ma anche la capacità di trasformazione dell’arte. Alla ricerca della “regola segreta” che determina l’armonia della natura e il rapporto tra noi e il mondo.
«In dialogo con la Basilica, la mostra – spiega il curatore, Rolando Bellini, docente di Storia dell’arte, Museologia ed Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera – mette in relazione artisti di diverse scuole e generazioni, da Michelangelo Pistoletto a Erica Tamborini, da Fibonacci a Leonardo, da Fidia a Luca Pacioli, tutti chiamati a confrontarsi con un tema al tempo stesso antico e attuale: quale rapporto c’è tra arte e scienza, tra etica e forme del bello? La risposta è nel percorso della mostra che, toccando temi e spunti classici – dalla sezione aurea alle proporzioni – li rende attuali nella forma dell’esperienza estetica».
«Siamo particolarmente orgogliosi – commenta il sindaco Giacomo Possamai – di ospitare un progetto che va ben oltre gli intenti didattici di una mostra tradizionale e che ci interroga, attraverso i molti e diversi linguaggi delle opere esposte, sulla ricerca di armonia insita nel genere umano. È una sfida ambiziosa che accogliamo nella splendida cornice della Basilica Palladiana, simbolo di un’epoca, il Rinascimento, in cui l’uomo cercò di realizzare l’equilibrio armonico tra città e natura».
Un’esposizione innovativa e coraggiosa, che traduce concretamente l’ambizione filosofica del progetto Relazionésimo: cambiare la nostra coscienza di noi stessi e del mondo, per diventare promotori del cambiamento nell’economia, nella società, nella scuola, nella cultura. «Gettando un ponte tra passato e futuro, nel segno della proporzione aurea, la mostra – sottolinea Ombretta Zulian, ideatrice del progetto e Ceo di Relazionésimo – si presenta come un invito al viaggio attraverso l’armonia e la conoscenza. L’arte è un sentiero che unisce sogno ed emozione, stupore e consapevolezza».
Il temadella proporzione aureaviene indagato in un vertiginoso viaggio tra passato e futuro: dalla classicità, attraverso la grande mediazione rinascimentale (con al centro la figura di Luca Pacioli, amico di Leonardo e Piero della Francesca e “guida” di una parte della mostra, sia in Basilica che in un’esposizione complementare a palazzo Cordellina), fino alla riflessione contemporanea. Quella di artisti ormai “storicizzati” come Michelangelo Pistoletto, con la sua inesausta ricerca di senso, dalla rilettura dell’uomo vitruviano al Terzo Paradiso realizzato appositamente per Relazionésimo. Una riflessione che la giovane Erica Tamborini, con il suo lavoro sulle trasformazioni dalla materia alla luce, riprende esplicitamente, a partire proprio dal focus vitruviano. In un gioco profondo di richiami e rimandi tra esponenti di primissimo piano delle diverse generazioni artistiche italiane.
Fino alle nuove frontiere dell’arte. Angelo Bonello, artista eclettico e direttore del Festival delle Luci di Brescia e Bergamo, lavorerà sui colori e sulla loro scala di proporzione. Jacopo Gonzato presenterà una serie di solidi platonici, realizzati in modo da far risuonare la materia nel momento in cui il visitatore entra in relazione con l’opera. Il pluripremiato videomapper Dies_ (Fabio Volpi) con una videoinstallazione interattiva e immersiva darà vita alla scomposizione delle proporzioni di un’opera iconica come il Partenone. La straordinaria figura del matematico Luca Pacioli verrà raccontata dal regista Duccio Forzano e dal graphic designer Matteo Riva.
Artisti diversi, accomunati dalla sfida agli stessi antichi ed eterni concetti: cos’è l’uomo, cosa definisce la sua esperienza del mondo. Cosa dà senso alla sua vita.
«Un’iniziativa dagli obiettivi così innovativi – preannuncia l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin – si declinerà per tutto il periodo dell’esposizione anche in azioni collaterali che coinvolgeranno la città in eventi, approfondimenti, conferenze, esperienze didattiche e laboratori. Il percorso di ricerca della bellezza uscirà dunque dalle due prestigiose sedi della mostra per interessare altri luoghi, tra cui le sei vetrate di palazzo Chiericati che si affacciano su corso Palladio, già allestite nel segno dell’evento».
Così, “La proporzione aurea” è più di una semplice mostra, e in particolare di una mostra didattica in senso tradizionale: rievoca piuttosto un cantiere d’arte, una bottega rinascimentale portata al nostro tempo, un’opera d’arte vivente. Un progetto allestitivo, firmato da Marcella Gabbiani, che produce percorsi nel tempo e nella storia, costruendo un gioco di rimandi e riflessi.
Dalla mostra in Basilica ai preziosi volumi d’epoca esposti in Biblioteca Bertoliana, a Palazzo Cordellina, da Albrecht Dürer a quelli “riscoperti” di Pacioli, passando per laboratori didattici, conferenze, eventi, incontri pubblici che offriranno nei mesi della mostra numerose e qualificate occasioni di approfondimento.
Un percorso esperienziale, capace di offrire insieme elementi storici, contemporanei, spettacolari, filosofici, sociali, antropologici in senso forte.
Ridotto Giovani da 19 a 25 anni € 10,00 Ridotto Ragazzi fino a 18 anni € 5,00 Ridotto Scuole € 5,00 Disabili e accompagnatore gratuito (ogni persona dovrà essere in possesso del proprio biglietto) Open € 15,00 (Questa tipologia di biglietto dà diritto all’ingresso alla mostra in un giorno a propria scelta, senza indicare una data)
Bambini fino ai 4 anni entrano gratuitamente
Per i biglietti acquistati in modalità Open si precisa che, nel rispetto dei limiti di capienza massima consentita all’interno della Basilica Palladiana, saranno possibili attese per consentire il normale deflusso dei visitatori presenti
Per organizzare visite di gruppo e visite guidate [email protected] – Infoline: 0444 560246
Si accendono i riflettori sulla quarta edizione di ViWine Festival. Dal 22 al 24 settembrepiazza dei Signori diventa un palcoscenico che avrà come unico protagonista il vino.
L’evento dedicato al vino e più in generale ai sapori, organizzato da ViEvents,incollaborazionecon il Comune di Vicenza,Confcommercio, Coldiretti e Confartigianato ritorna dopo il grande successo ottenuto nelle scorse edizioni.
Sarà una tre giorni a cielo aperto, ricca di degustazioni, approfondimenti a tema, corsi di avvicinamento al vino, show cooking ed intrattenimento che si svolgeranno anche in piazza Biade e in Loggia del Capitaniato.
L’iniziativa è stata presentata in sala Stucchi dal sindaco Giacomo Possamai, dall’assessore con delega ai grandi eventi Leone Zilio, dall’organizzatrice del Festival Jennifer Grande, dal vicepresidente della sezione 1 Centro Storico di Confcommercio Vicenza Claudio Perini, dalla vicepresidente di Coldiretti Vicenza Cristina Zen, dal presidente di Raggruppamento di Confartigianato Stefano Cavaggion.
“Piazza dei Signori è nuovamente palcoscenico di un’iniziativa, promossa dalla precedente amministrazione, apprezzata dai vicentini e migliorata negli anni grazie all’intraprendenza degli organizzatori e alla partecipazione dei numerosi sostenitori che evidentemente credono nella proposta – hanno spiegato il sindaco Giacomo Possamai e l’assessore a i Grandi Eventi Leone Zilio -. Il coinvolgimento di piazza Biade e della Loggia del Capitaniato con proposte formative che vanno al di là della serata di degustazione conferiscono all’evento un valore aggiunto in più. In questi ultimi anni il pubblico è particolarmente interessato alla conoscenza dei prodotti del territorio. Ed ecco che il vino diventa sempre più il protagonista di questi eventi”.
“Il ViWine Festival è nato cinque anni fa con l’obiettivo di valorizzare le cantine del territorio vicentino nel cuore pulsante della città, piazza dei Signori, una vera e propria vetrina a cielo aperto – ha commentato Jennifer Grande, l’organizzatrice del ViWine Festival -. Di anno in anno il Festival è sempre più sentito, sia dai cittadini che vivono per tre giorni la città in modo diverso, sia dai turisti che ogni anno aumentano e scoprono le ricchezze enogastronomiche della nostra provincia. I risultati ottenuti in questi anni ci danno l’entusiasmo per ampliare il progetto nelle prossime edizioni con nuove iniziative, dando così sempre di più un motivo alle persone di vivere il nostro centro storico.”
“L’enogastronomia è una delle chiavi di lettura più efficacie e più coinvolgente per conoscere un territorio – ha affermato Claudio Perini, vicepresidente della sezione 1 Centro Storico di Confcommercio Vicenza -. Non a caso rappresenta oggi uno straordinario volano per il turismo nazionale, internazionale, ma anche “di prossimità”. Focalizzandosi sul vino, Vicenza e la sua provincia possono vantare un patrimonio ricchissimo e ben valorizzato grazie al lavoro quotidiano di bar, ristoranti e negozi specializzati e grazie anche ad un appuntamento dedicato come ViWine, che anno dopo anno ha saputo conquistare uno spazio significativo nel panorama delle manifestazioni enogastronomiche: una vetrina d’eccezione in uno scenario unico come il cuore del nostro centro storico. Per valorizzare ancor più tutto questo – continua il vicepresidente Perini -, ai tanti cittadini e turisti che affolleranno la nostra città in occasione di ViWine, Confcommercio mette a disposizione il portale turistico Easyvi, una risorsa web che potranno comodamente consultare dai loro smartphone all’indirizzo easyvi.it o inquadrando il QR code che troveranno nei negozi, nei locali e nei vari banchi di degustazione. Con Easyvi potranno conoscere meglio i principali musei e monumenti della città, ma anche il territorio da dove i vini vicentini arrivano: un contributo importante, dunque, per una città sempre più accogliente e a misura di visitatore”.
“Le tradizioni e la cultura viticola del nostro territorio rivivono con ViWine, un evento che ha riscosso, edizione dopo edizione, un crescente successo, – ha sottolineato Cristina Zen Vicepresidente di Coldiretti Vicenza – a testimoniare l’attenzione dei cittadini consumatori per un settore appassionante e ricco di storia. Coldiretti è da sempre partner di questa kermesse, che richiama moltissimi giovani, ma non solo, che giungono a Vicenza per conoscere meglio il mondo del vino e tutto ciò che ci sta attorno. E, proprio con questo spirito di coinvolgimento, Coldiretti Vicenza, nell’area del mercato coperto di Campagna Amica Vicenza, in contra’ Cordenons 4 a Vicenza, proporrà una serie di appuntamenti che avranno quale comune denominatore il vino. In particolare, sabato 23 e domenica 24 settembre, il mercato coperto diventerà teatro di una serie di degustazioni di vini tipici del territorio berico, che saranno illustrati dai produttori, che non mancheranno di raccontare la storia di ciascun prodotto, che il più delle volte è espressione del lavoro di generazioni di viticoltori. Il vino, però, diventa vera poesia quando viene accostato a cibi che si accompagnano deliziosamente come le note in un pentagramma. Così, domenica pomeriggio, in piazza dei Signori, Coldiretti Campagna Amica Vicenza proporrà lo show cooking: “Uva, mosto, vino… fantasia in cucina” a cura della cuoca contadina Susanna Miola de Il Giglio Rosso”.
“Le tecnologie, l’ambiente, il lavoro, le produzioni locali sono solo alcuni dei temi delle diverse iniziative che, come Confartigianato Vicenza, portiamo avanti per sensibilizzare la popolazione su argomenti che riteniamo importanti per i cittadini, per le imprese e per il territorio – ha detto Stefano Cavaggion,presidente diRaggruppamento di Confartigianato-. In centro storico abbiamo organizzato diverse edizioni di CITEMOS, il Festival per la mobilità sostenibile e molte manifestazioni legate ai giovani. Come Raggruppamento di Vicenza anche quest’anno sosteniamo il ViWine in quanto riteniamo fondamentale che il centro storico del capoluogo della nostra provincia sia sempre più attrattivo per far conoscere l’immenso patrimonio che la nostra città offre a noi vicentini e per sviluppare maggiormente il turismo in un contesto architettonico di rara bellezza. Ricordo che per tutti gli iscritti alla nostra associazione sono a disposizione, nelle varie sedi di Raggruppamento, dei coupon con degli sconti riservati agli associati che vorranno partecipare all’edizione del ViWine 2023. Il connubio di quanto descritto è di certo un’opportunità da cogliere e, visti i risultati di grande successo delle passate edizioni, auguriamo agli organizzatori e alla nostra città di raccogliere altrettanto successo.”
Rispetto agli anni scorsi, è aumentato il numero dei produttori vinicoli: sarannopiù di 40quellipresenti inpiazza dei Signori con 160 etichette diverse in degustazione. Inoltre il percorso itinerante includerà anche assaggi di ben 35 proposte gastronomiche diverse provenienti da tutta Italia.
Corte dei Bissari accoglierà l’ospite d’eccezione di questa quarta edizione: la cantina “Ferrari Trento” che da oltre 100 anni accompagna con le sue bollicine il brindisi italiano per eccellenza. Presente inoltre anche “Tassoni”, il marchio della famosa cedrata, entrato da poco a far parte del gruppo Lunelli, che proporrà in anteprima un suo nuovo drink.
Il vino è anche cultura: per questo ViWine Festival in collaborazione con l’assessorato alla cultura, al turismo e all’attrattività della città mette a disposizione sconti speciali per la “Card 4 musei” (che consente la visita a quattro musei a scelta tra gli undici del circuito museale cittadino, a 13 euro anzichè a 15 euro) e per l’ingresso al Teatro Olimpico (8 euro anzichè 11 euro), durante tutto il fine settimana della manifestazione. I coupon per usufruire dello sconto sono disponibili alle casse dell’evento situate in piazza dei Signori.
L’obiettivo del Festival di coinvolgere anche le attività del centro storico di Vicenza, porta ad una nuova importante collaborazione con l’associazione “Le Vetrine del Centro Storico” che, nelle due settimane precedenti alla manifestazione, allestiranno le vetrine dei negozi a tema, omaggiando, inoltre, i clienti con un buono sconto per l’acquisto del “Kit degustazione ViWine”, valido per tutti e tre i giorni della manifestazione.
Il programma di ViWine Festival è ricco di appuntamenti e approfondimenti sull’intrigante mondo del vino. In Loggia del Capitaniato si terranno, tra le giornate di sabato e domenica, dei veri e propri corsi di avvicinamento al vino tenuti da sommelier professionisti, adatti a tutti i “wine lovers” e ai più curiosi che vogliono approcciarsi a questo mondo (gli appuntamenti sono su prenotazione scrivendo alla mail [email protected]).
Spazio anche all’editoria, nel pomeriggio di sabato, verrà presentata in anteprima la“Guida al mangiare e bere bene a Vicenza e in Veneto” edita da “Il Giornale di Vicenza”, con la presenza del giornalista e gastronomo Alberto Tonello.
L’accesso alla manifestazioneèlibero: i visitatori potranno passeggiare tra le cantine del territorio e i più interessati potranno degustare i vini esposti tramite l’acquisto di un vero e proprio “Kit del degustatore” che comprenderà i gettoni degustazione, una sacca con calice e una mappa del percorso enogastronomico. Il tutto sarà acquistabile sul posto. Le prevendite, con sconti dedicati, saranno disponibili sul sito www.viwinefestival.it fino alle 24 di giovedì 21 settembre.
L’inaugurazione è prevista venerdì 22 settembre alle 21 con l’assessore ai grandi eventi Leone Zilio.
Ore 16:00 “Pillole di Vino” 1°gruppo – corso di avvicinamento al vino con Sommelier professionisti – Loggia del Capitaniato
Ore 17:30 “Pillole di Vino” 2°gruppo – corso di avvicinamento al vino con Sommelier professionisti – Loggia del Capitaniato
Ore 18:00 Presentazione in anteprima della “Guida al mangiare e bere bene a Vicenza e in Veneto 2024” con il giornalista e gastronomo Alberto Tonello – palco in Piazza dei Signori
Ore 19:00 “Pillole di Vino” 3°gruppo – corso di avvicinamento al vino con Sommelier professionisti – Loggia del Capitaniato
È imminente l’avvio del 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza con la direzione Artistica di Giancarlo Marinelli – scrittore, autore teatrale e regista – dal titolo “Stella Meravigliosa” i cui spettacoli andranno in scena dal 21 settembre al 21 ottobre 2023. Saranno presentate complessivamente ottoproduzioni, di cui cinque in prima nazionale, che si avvicenderanno sul palcoscenico del teatro coperto più antico del mondo e in altri spazi della città, ad interrogarsi sul dilemma del mito tra conservazione e annientamento, creazione e distruzione, grande tema “classico”, alla base anche del romanzo dello scrittore giapponese Yukio Mishima a cui il titolo dei Classici edizione 2023 allude. Oltre agli spettacoli il Ciclo dei Classici prevede una serie di incontri, convegni, tavole rotonde che prenderanno vita nell’Odeo dell’Olimpico, nel Giardino del Teatro Olimpico e in Basilica Palladiana – L’Olimpico incontra il pubblico – eventi multidisciplinari animati da studiosi, critici e artisti chiamati a discutere con il pubblico temi, suggestioni, problematiche, suggeriti dalle drammaturgie.
Il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico è promosso dal Comune di Vicenza, Assessorato alla cultura, al turismo e all’attrattività della città in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il contributo del Ministero della Cultura, con la Media partnership di Rai Radio3; è realizzato in collaborazione con D-Air Lab come main partner, AGSM AIM SpA come sponsor e Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo e Burgo Group come sostenitori. Per le produzioni si avvale delle collaborazioni di Arteven Circuito Regionale Multidisciplinare, della Fondazione Taormina Arte, di a.ArtistiAssociati Gorizia, Savà Produzioni Creative, Teatro Ghione Roma, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Enfi Teatro e Tema Cultura.
“Stella meravigliosa” – 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza – si aprirà al pubblico giovedì 21 settembre 2022 alle 21.00 con la prima nazionale di “Sette a Tebe”, uno spettacolo ispirato alla tragedia di Eschilo, drammaturgia di Gabriele Vacis (che cura anche la regia) e il gruppo PEM-Potenziali Evocati Multimediali, con il contributo di Roberto Tarasco, per scenofonia, luminismi e stile, protagonisti i giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, una produzione PEM Impresa Sociale, a.ArtistiAssociati, Gorizia e Fondazione ECM, Settimo Torinese. È sicuramente un felice ritorno al Teatro Olimpico per Gabriele Vacis, regista e drammaturgo tra i più apprezzati della scena contemporanea e i giovani e bravissimi attori, dopo il successo del “Prometeo” della passata edizione dei Classici, ma è anche una prova importante questa messinscena della mitologia di Tebe. E così nella “nuova” versione, sarà la gente che assiste e commenta quel che succede, a determinare gli eventi della tragedia. Anche qui, come in “Prometeo”, si cercherà di esplorare alcuni rapporti tra l’attore che narra e l’attore che interpreta, non più considerando contrapposti i due termini ma cercando di “comprenderli” e metterli in relazione con il pubblico che partecipa. “Sette a Tebe” sarà in replica venerdì 22 e sabato 23 settembre, sempre alle 21.00.
Un titolo di grande fascino, inusitato per la scena teatrale, sarà il secondo del Ciclo Classici 2023, il nuovo capitolo del Progetto Milk Wood, i reading poetici itineranti nei luoghi storici e monumentali dei paesaggi e delle Città, inaugurati con i versi di Dylan Thomas lo scorso anno, ideati da Giancarlo Marinelli e Pierluca Donin ; “Di là dal fiume e tra gli alberi”, brani dall’omonimo romanzo di Ernest Hemingway, domenica 24 settembre alle 19.30 e alle 20.30, saranno interpretati a Vicenza da Primo Reggiani, Lella Costa e Sebastiano Somma. Basilica Palladiana, Teatro Olimpico e il suo Giardino saranno le tre tappe della performance in cui gli attori andranno a cedersi il testimone in un ideale percorso letterario e teatrale di forte immanenza performativa, per un’idea di teatro in cui lo spettatore vede “nascere e tramontare” il testo attraverso la voce narrante, come se facesse parte integrante della natura, attraverso la scena urbana e paesaggistica in cui si manifesta. Anche in questa edizione dei reading itineranti, le pennellate di luce del progetto multivisivo di Francesco Lopergolo illumineranno i luoghi, all’imbrunire. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Circuito Teatrale Arteven, è stato presentato in anteprima a Taormina in luglio, a Caorle in agosto e sarà a Pieve di Soligo il 16 e il 17 settembre.
Il terzo titolo sarà un grande classico del Novecento “Histoire du Soldat”, musica di Igor Stravinskij, libretto di Charles Ferdinand Ramuz, nella versione di Giancarlo Marinelli che cura anche la regia, in scena al Teatro Olimpico alle 21.00 venerdì 29, sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre, su richiesta del pubblico che non aveva potuto seguire le due edizioni precedenti. Tornano così al Teatro Olimpico Drusilla Foer, attrice icona di stile e di ironia che proprio con quest’opera ha lanciato la sua carriera di divina del palcoscenico; Andrè De La Roche nei panni del Diavolo (e come coreografo) e Beatrice Venezi, direttore d’orchestra tra i più acclamati a guidare la musica dal vivo eseguita dall’ensemble da camera della OTO – Orchestra del Teatro Olimpico, mentre i danzatori in scena saranno Giulia Barbone e Antonio Balsamo, mentre la multivisione sarà firmata da Francesco Lopergolo. Lo spettacolo è un progetto del Ciclo Classici in coproduzione con Savà Produzioni Creative e Ghione Produzioni. “Histoire du Soldat”, opera scritta nel 1918 agli albori dell’epidemia di spagnola, è una storia di guerra che riflette il sentimento di perdita dei riferimenti e rappresenta una ricerca di senso nel tempo e nello spazio; una composizione di impatto fortissimo, “leggera, adatta a viaggiare nelle piazze” nell’idea di Stravinskij, con un’orchestrazione straordinaria e una drammaturgia di profonda introspezione. La storia è quella del Soldato che vende il suo violino, ma soprattutto la sua anima, al Diavolo, in cambio di una ricchezza che lo priverà di tutto, anche degli affetti più cari.
Una performance originale e straniante per il quarto appuntamento dei Classici – inserito nella sezione Olimpico Off – ovvero “Still Novo – Cancellare, correggere, disseppellire”, un’opera interattiva che porta la firma di Daniele Bartolini come concept e regia e di Stefania Vitulli come dramaturg, un incontro-scontro proposto dalla compagnia italo-canadese DLT DopoLavoro Teatrale, in programma venerdì 29, sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre con partenza dal Teatro Olimpico alle 18.00 e alle 20.00. Lo spettacolo itinerante audience-specific per 25 spettatori a replica, prevede due diversi percorsi che si snoderanno in alcuni luoghi storici e monumentali del centro storico di Vicenza. La performance si svilupperà in base alla scelta fatta dallo spettatore, che si dividerà “tra una rievocazione poetica e solenne e un’invasione aliena camaleontica e mimetica. Per prepararsi a un salto finale” come spiegano gli ideatori nelle note di presentazione.
Ancora una prima nazionale, per il quinto spettacolo dei Ciclo, il monologo “Circe” di Luciano Violante, interpretato da Viola Graziosi, regia e scene di Giuseppe Dipasquale, in programma giovedì 5, venerdì 6 e sabato 7 ottobre al Teatro Olimpico, una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale. Dopo “Clitemnestra” e “Medea”, Luciano Violante – magistrato, ex Presidente della Camera dei Deputati, presidente della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine – torna ad interrogarsi, nei panni di drammaturgo, su questa figura mitologica per chiudere la sua trilogia delle donne di sangue e giustizia. Circe, la dea-maga simbolo della seduzione, “incontrerà” nella performance diversi personaggi attraversati e segnati dal dolore, dalla poetessa russa Anna Achmatova a Giuda Iscariota, per arrivare alle figure delmito classico, fino all’inevitabile e multiforme Odisseo, dei passaggi rituali per accompagnareCirce dalla porta del reale a quella della mitologia.
Odisseo ritorna anche nel sesto spettacolo, anche questo in prima nazionale, ovvero “Odisseo, colui che corse al di là del mare” in programma venerdì 13 e sabato 14 ottobre alle 21.00 e domenica 15 ottobre alle 18.30 al Teatro Olimpico. Presentato nell’ambito de La Tragedia Innocente, con Imma Quinterno, Francesco Lunardi, i giovani attori di Tema Cultura Academy e con la partecipazione di Giuseppe Pambieri, testo e regia di Giovanna Cordova, coreografie di Silvia Bennett, scenofonia di Eleonora Biasin, disegno luci di Gianluca Cioccolini, una produzione Tema Cultura e Associazione Musicale “Francesco Manzato”, lo spettacolo vede in scena un Odisseo maturo e ormai stanco, che sopporta con fatica il peso delle sue avventure e dei suoi ricordi, che si strugge nel dilemma se restare, o partire ancora. Tutto inizia con i ricordi di un passato su una spiaggia di un mare del Nord, quello raccontato da Joyce nel suo Ulisse, dove un Odisseo giovanissimo gioca con il suo cane; da lì il viaggio “per ritornare” dell’eroe, cambiato dalle esperienze, ma nel frattempo anche “quella spiaggia” è cambiata, diventata altro, pur rimanendo sempre “casa” dove resta ad attenderlo il suo cane. La rivisitazione del passato è affidata ad un Coro sempre presente, attraverso il quale si “materializzano” i ricordi di uomini ed eroi, mostri e dee d’incomparabile bellezza, che nel “flusso del ricordo” come i pensieri appaiono e spariscono, si uniscono e si sovrappongono.
Dal flusso di coscienza alla “Bellezza Imperfetta”: è questo infatti il titolo del settimo spettacolo dei Classici all’Olimpico, una performance in prima nazionale, di e con Diego Dalla Palma e con la partecipazione straordinaria di Nancy Brilli, giovedì 19 ottobre – Luciana Savignano, venerdì 20 ottobre – Cecilia Gasdia, sabato 21 ottobre, sempre alle ore 21.00 al Teatro Olimpico, progetto scenico e regia di Ferdinando Ceriani, con le musiche dal vivo di Cesare Picco, Vera Dragone, voce e Giovanna Famulari al violoncello, i costumi di Diego Dalla Palma e Laura Milan, una produzione Enfi Teatro e Ghione Produzioni.
Il personaggio pubblico, emblema della cura e della ricerca della perfezione estetica, ripercorre la storia imperfetta della sua vita, impervia e sorprendente, in sei quadri che lo conducono alla Bellezza: coraggio, diversità, dolore, consapevolezza, disciplina e destino, accompagnato da presenze preziose, le artiste ospiti speciali; il filo conduttore sarà l’emozione del ricordo, a narrare l’educazione sentimentale del protagonista, in un’esistenza speciale e a tratti sregolata, sempre guidata dalla figura indomita della madre. Un racconto, magnetico, ironico, che procede per brevi frammenti, per squarci emotivi, accompagnati e intervallati dalle musiche. Con questo spettacolo intimo e poetico Diego Dalla Palma torna alle origini della sua lunga e fortunata carriera (gli esordi furono proprio in teatro, come scenografo), regalando agli spettatori un omaggio alla Bellezzae a quella donna, Agnese, che ha saputo trasmettere al figlio la disciplina necessaria per perseguirla.
Ottavo e ultimo titolo (in senso cronologico) del 76° Ciclo dei Classici, ancora un lavoro che attraversa il Novecento, ancora una prima nazionale, un reading teatrale con musica dal vivo ispirato a “Gli Americani a Vicenza ed altri racconti” di Goffredo Parise”: nella sezione Olimpico Off sarà presentato, sabato 21 ottobre alle 16.00 e alle 19.00 nel Soldiers’ Theatre della Caserma Ederle, “Gli Americani a Vicenza”, di e con Antonio Stefani, con i giovani attori di Tema Cultura Academy Academy e l’Ensemble Jazz composto da Attilio Pisarri (chitarra banjo), Andrea Lombardini (basso), Andrea De Marchi (batteria), Giacomo Berlese (sax e clarinetto), una produzione Tema Cultura e Associazione Musicale “Francesco Manzato” di Treviso, regia di Giovanna Cordova. Il reading teatrale nasce come una corrispondenza, in presa diretta, nel momento dell’arrivo delle truppe americane a Vicenza nel 1955 come contingente SETAF; prende vita nella prosa asciutta, animata dalle descrizioni dell’io narrante, testimone e interprete dei fatti. È la voce del Parise dei reportage di viaggio a parlare, anche se poi la scrittura giornalistica si ritrae nel racconto letterario, a tratteggiare personaggi e situazioni della realtà vicentina del tempo, otto quadri con cambi veloci d’immagini e situazioni, intervallati da brani di musica jazz suonati dal vivo che entrano nel racconto quasi a voler “contaminare” i “tempi” della città con l’introduzione di nuovi ritmi. Ancora una volta, un pezzo di storia della Città prende vita, a partire dal testo letterario, nella performance site-specific – creata da Giovanna Cordova sul testo di Antonio Stefani – dedicata alle nuove generazioni, per rinsaldare legami e ricostruire racconti inediti. (Le due repliche prevedono un numero limitato di spettatori, massimo 50, con partenza della navetta per la Caserma Ederle dal parcheggio del Teatro Comunale in Viale Mazzini, 39).
Per alcuni spettacoli del 76° Ciclo dei Classici al Teatro Olimpico restano pochi biglietti, mentre gli incontri di discussione e approfondimento de L’Olimpico incontra il pubblico sono aperti a tutti; per prenotare e per ulteriori informazioni sugli incontri consultare il sito www.classiciolimpicovicenza.it.
Sede degli spettacoli e delle performance
Teatro Olimpico e Giardino del Teatro – Stradella del Teatro Olimpico, 8
Basilica Palladiana – Piazza dei Signori
Palazzo Leoni Montanari, Contrà Santa Corona, 25
Chiesa di San Vincenzo – Piazza dei Signori
Soldiers’ Theatre della Caserma Ederle – Viale della Pace, 276 (con partenza della navetta dal parcheggio del Teatro Comunale)
Informazioni spettacoli e prevendita biglietti
I biglietti sono in vendita online su www.classiciolimpicovicenza.it e alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (Viale Mazzini 39 – tel. 0444 324442); per giorni e orari di apertura consultare il sito www.tcvi.it. Al Teatro Olimpico e nelle altre sedi degli spettacoli e delle performance, la biglietteria sarà aperta un’ora prima dell’inizio degli eventi.
Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza