Danza in Rete Festival | Vicenza – Schio, giunto alla sesta edizione, è riconosciuto e sostenuto dal Ministero della Cultura ed è realizzato con il supporto della Camera di Commercio di Vicenza, che interviene con uno speciale contributo alle attività culturali realizzate in rete. È sostenuto inoltre da società a capitale pubblico come Viacqua, l’organizzazione che gestisce il servizio idrico integrato in 68 Comuni della provincia di Vicenza e dalle sponsorizzazioni di aziende private come Webuild, leader mondiale nel settore delle infrastrutture, Mecc Alte, azienda vicentina che opera a livello mondiale nel settore energetico, D-Air Lab, start up innovativa attiva nella protezione del corpo in ambito non solo sportivo.
Questi i prossimi appuntamenti.
Sarà presentata una creazione iconica di una delle compagnie indipendenti più accreditate (e blasonate) della danza contemporanea italiana: sabato 11 marzo alle 20.45 al Teatro Astra di Vicenza sarà la Compagnia Abbondanza/Bertoni a portare in scena “La morte e la fanciulla”, un lavoro del 2017 vincitore del Premio Danza&Danza come miglior produzione italiana e finalista, sempre in quell’anno, al Premio Ubu come miglior spettacolo di danza. La creazione, regia e coreografia di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, musiche di Franz Schubert dall’omonimo quartetto in re minore del titolo, ideazione luci di Andrea Gentili, video di Jump Cut, vede protagoniste le danzatrici Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Ludovica Messina; rappresenta un raffinato lavoro sull’ibrido, sul dialogo tra reale e virtuale, tra contemporaneo e classico, ’un gioco di forze il cui scontro è bellezza amara e luttuosa’.
Al termine dello spettacolo (55 minuti, atto unico), si svolgerà l’Incontro con l’Artista condotto da Giulia Galvan, audience developer, a cui parteciperanno i due coreografi, fondatori della compagnia, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Per lo spettacolo restano ancora pochi biglietti.
Domenica 12 marzo alle 20.45 in Sala Maggiore del Teatro Comunale di Vicenza, sarà il Collectif Fair-e a presentare – per la prima volta in Italia – i ritmi ispirati alla street dance e alla house music interpretati dalle danzatrici francesi e magrebine impegnate in “Queen Blood”, creazione iconica del 2019 di Ousmane Sy, coreografo e ispiratore del collettivo, figura di spicco dell’hip hop e dell’house dance in versione francese, prematuramente scomparso poco più che quarantenne, nel 2020.
Il Festival di danza promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Civico di Schio, giunto alla 6° edizione, sostenuto dal Ministero della Cultura, si conferma come punto di riferimento per le nuove generazioni di danzatori e coreografi italiani e stranieri, e propone un’interessante chiave di lettura della scena di danza contemporanea che chiama il confronto, vivace e diretto, con l’effervescenza dei nuovi talenti e dei nuovi linguaggi, collegando la programmazione nazionale con quella internazionale, con scelte innovative e sempre diverse, supportate dalla fidelizzazione del pubblico.
Una prima assoluta sulla scena italiana, quella del Collectif Fair-e che con “Queen Blood” (sangue regale) proporrà una performance in più atti che armonizza ed esalta i diversi percorsi e le esperienze personali delle sette interpreti, ognuna protagonista con la sua particolare matrice culturale, un mix di hip hop, danze afro ed eclettici virtuosismi. Affascinato dal concetto di corpo di ballo, Ousmane Sy ne vuole portare all’evidenza l’estetica e la ritualità dei gesti, accompagnate dal denominatore comune della musica house, in un’azione scenica concepita per “fondere il ghiaccio con il fuoco”; con un organico interamente al femminile, in una disciplina solitamente maschile (e a tratti maschilista) come l’hip hop, il coreografo crea per le danzatrici il linguaggio comune della “sorellanza”, un omaggio a tutte le donne che lo hanno cresciuto ed educato.
Creato dopo “Fighting Spirit” (2014), “Queen Blood” esprime il passaggio dalla giovinezza alla maturità dell’artista, con un lavoro più sottile e sensuale in cui Ousmane Sy sfida le danzatrici a mettere in discussione il loro rapporto con il gesto e la performance, al fine di rendere palpabile la loro nozione di femminilità. Una performance intima e vibrante sul femminile, una rappresentazione attraverso la danza e il movimento in cui la singola identità è al servizio dell’entità comune, perché regale è una nobiltà che nulla ha a che fare con il potere, ma con la forza che si acquisisce nel superare le prove della vita. “Queen Blood” è ciò che accettiamo di essere è il messaggio del coreografo. Dal punto di vista coreografico, la sfida finale è avere un corpo di ballo che si muove all’unisono, esaltando le doti di ognuna delle danzatrici, ciascuna con il suo personalissimo background, nella convinzione che possiamo capirci e comunicare attraverso la musica e con la house dance, la nostra lingua comune.
Ousmane Sy – detto Babson o Baba – è stato uno degli esponenti più importanti della scena dell’hip-hop in Francia, contribuendo alla sua affermazione nell’ambito della danza contemporanea; co-direttore del Centre Choréografique National di Rennes e Bretagna, ha sviluppato la sua poetica attraverso diversi progetti: All4House, un format che riunisce eventi di danza hip hop attorno alla musica house, Paradox-Sal, gruppo femminile caratterizzato dalla varietà degli stili di danza delle sue componenti e Collectif Fair-e, collettivo di giovani coreografi hip-hop di diversa estrazione. Nato in Mali, dov’era una celebrità, arriva in Francia dove riesce ad affermarsi come protagonista nell’house dance, diventando anche un organizzatore di festival e contest di questi generi musicali. Cresciuto con il mito della break dance, della musica e danza per accompagnare tutti i momenti della vita, si afferma come breaker (nel 1995 si unisce ai Wanted Posse), vedendo in queste forme di espressione i segni forti di un’appartenenza e di un’identità. Le sue coreografie risentono di influenze africane, di cui la musica house americana è impregnata, mixate con danze tipiche dal sapore ancestrale che lo portano a sviluppare un personalissimo concetto di Afro House Spirit, fuso al French Touch (genere musicale quest’ultimo, di fine anni ’90, primi anni 2000, reso famoso dai dj star come Bob Sinclair e David Guetta). Ousmane Sy dice che “tutto parte dalla musica” e che c’è “una musica per ogni danza e una house per ogni cultura”. Come coreografo ha voluto portare lo spirito della musica da discoteca sulla scena di danza, e nelle sue performance inserisce spesso un dj; attraverso la house dance intende spezzare gli stereotipi e così mette in scena una danza “di rivolta” maschile, con una crew tutta al femminile.