sabato, Marzo 15, 2025

Wall Street crolla, quello di Trump è un castello di carta?

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di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Con Wall Street in picchiata, la Casa Bianca di Trump sembra un Castello di Carta.
La presidenza di Donald è sempre stata un ottovolante, ma questa settimana il tracciato punta dritto verso un burrone.
In soli cinque giorni, le sue decisioni erratiche hanno scosso Wall Street, allarmato gli alleati e persino diviso il suo partito. Se i dazi non sono una tattica, ma la strategia di lungo termine di Trump per “Make America Great Again”, cosa succederà quando l’inflazione salirà e il potere d’acquisto degli americani crollerà?
Trump ha sempre vantato il suo ruolo nel mantenere l’economia forte, ma ora la sua guerra dei dazi sta facendo crollare la fiducia di Wall Street.
L’ultima impennata delle tariffe su acciaio e alluminio canadesi-fino al 50%-ha gettato nel panico gli investitori. L’S&P 500 è già sceso oltre il 10% dal suo massimo, e dietro le quinte i CEO delle grandi aziende preparano una ribellione.
“Se il mercato crolla oltre il 20%, inizieranno ad attaccare pubblicamente Trump”, ha rivelato una fonte al Wall Street Journal. Se l’economia affonda, anche il più grande argomento elettorale di Trump potrebbe trasformarsi nella sua rovina.
Intanto mentre le azioni Tesla precipitano, Trump cerca disperatamente di salvare Musk.
Il Dipartimento dell’Efficienza (DOGE), affidato a Elon Musk, è sotto accusa per licenziamenti selvaggi, tagli senza criterio e un piano per privatizzare la previdenza sociale.
Trump interviene? No, anzi. Si fa filmare mentre compra una Tesla alla Casa Bianca.
Minaccia anche azioni contro chi specula su Tesla e chi protesta contro Musk. Ma i mercati non si controllano con le minacce. La fiducia in Musk sta evaporando. In più, sempre più clienti si rifiutano di comprare un’auto associata a Musk e al suo “saluto nazista”.
Intanto mentre Wall Street va sempre più giù, Trump continua a parlare ossessivamente di annettere territori, facendo gelare il sangue agli alleati.
Ha detto di nuovo che gli USA dovrebbero annettere il Canada, ha rilanciato l’idea di comprare la Groenlandia e insiste nel voler controllare anche con la forza il Canale di Panama.
Al G7 dei ministri degli Esteri in Canada, gli europei speravano che il Segretario di Stato Marco Rubio potesse frenare Trump. Ma Rubio non può o non vuole.
Sul fronte russo-ucraino, Kiev ha accettato il cessate il fuoco proposto dagli USA e Putin sembra più aperto ai negoziati. Ma gli alleati europei sono in allarme. Temono che Trump li abbandoni e che l’Ucraina sia costretta ad accettare un accordo troppo debole per durare.
Mentre c’è abbastanza caos, ecco che Trump chiede alla Corte Suprema di abolire la decisione di alcuni giudici federali che fermava il suo executive ordine che aboliva la cittadinanza per i figli di stranieri nati negli USA. Se la Corte accetta di esaminare il caso, si apre una battaglia epocale sui diritti fondamentali della Costituzione.
Intanto, i giudici federali sfidano Trump anche sui licenziamenti nel DOGE.
Mentre Trump attacca i diritti civili, ecco che l’arresto di uno studente palestinese della Columbia University, Mahmoud Khalil, che aveva organizzato le proteste anti Israele, scatena proteste a New York che denunciano l’attacco alla libertà d’espressione.
Manifestanti assediano persino la Trump Tower, mentre la moglie americana del giovane, incinta di otto mesi, denuncia in lacrime: “Trump ha precipitato la nostra famiglia nel terrore”.
Le immagini della polizia antisommossa che trascina via gli studenti arrestati fanno il giro del mondo.
E infine, ecco che venerdì gli Stati Uniti potrebbero chiudere. Il Senato ha bisogno di voti democratici per evitare lo shutdown, ma sulla carta non ci sono abbastanza senatori dem disposti a sostenere il piano repubblicano.
Se il governo “chiudesse”, gli impiegati federali non sarebbero pagati; i servizi pubblici si fermerebbero, Wall Street non ne parliamo…
Ma ecco il colpo di scena: arriva il “salvatore” di Trump, Chuck Schumer, sì il leader democratico del Senato, il newyorchese di Brooklyn che ha la più alta carica politica mai raggiunta negli USA da un ebreo. Schumer ha appena annunciato che voterà per evitare lo shutdown-andando contro il suo stesso partito.
Solo 24 ore prima, Trump lo aveva insultato in diretta dallo Studio Ovale, dicendo: Schumer “non è più un ebreo, è un palestinese”.
Ma ora è proprio il senatore Schumer a impedire la catastrofe, dichiarando che uno shutdown concederebbe troppo potere al Presidente Trump e al Doge di Elon Musk consegnandogli “ le chiavi della città, dello stato e del Paese”.
Il presidente che intendeva andare contro l’establishment e quello che i MAGA chiamano il “Deep State” ha perso il controllo?
Per gli analisti che lo criticano, Trump è un ignorante che pretende di decidere su ciò che non sa. Per altri è semplicemente “dumb”, stupido come le sue decisioni.
Ma c’è chi sostiene invece che sia ormai “fuori di testa”. Anthony Scaramucci, ex direttore delle comunicazioni di Trump, ha citato come prova il recente video “Trump Gaza”, in cui il presidente ha condiviso senza contesto un’animazione AI che trasformava Gaza in un lussuoso resort con il suo nome. Un segnale, secondo lui, della sua instabilità mentale.
Intanto Wall Street crolla, gli alleati sono in panico, il Congresso è nel caos e i giudici lo sfidano. E ora, il suo governo rischia di reggersi sull’uomo che lui stesso ha appena insultato.
La presidenza Trump sta collassando sotto il peso del suo stesso caos?

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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