I nobili conti Chiericati, erano a Vicenza sin dal 1440, inseriti nel Consiglio Cittadino e Collegio dei Giudici. Nel 1549 l’Imperatore Federico concesse il titolo di conte. La Serenissima Repubblica, confermò il conte Gerolamo del titolo comitale per lui e figli maschi ed ebbe in concessione il feudo di Friola nel 1791.
I conti Giovanni e Lionello di Francesco per eredità del nobile Gianfilippo Salvioni aggiunsero al proprio nome quest’ultimo cognome. I rappresentanti della Famiglia si chiamarono Chiericati Salvioni.
Riconosciuto con Regio Decreto nell’anno 1915. Imparentati con i Da Porto durante le lotte tra nobili, fecero una politica di alleanze attraverso i matrimoni. Il nome della casata si lega ad Andrea Palladio quando, nel’ 500 Girolamo Chiericati ordinò all’architetto il Palazzo di Città che da loro prende il nome.
Uno dei personaggi più celebri fu Lodovico Chiericati la cui attività, commercio di tessuti in Francia rendeva molto, oltre alle ricchezze di famiglia poteva contare sulla dote della moglie Faustina Godi figlia di Pietro. Da documenti sappiamo che il conte Lodovico il 3 giugno 1578, nella sua proprietà di 70 ettari fece erigere un muro come recinto da destinarsi alle battute di caccia.
Nel 1590, Lodovico fece costruire a Longa di Schiavon la sua Villa di campagna, rendendo i terreni più fertili, migliorando le strutture murarie e pagando il quartese (la 40a parte del raccolto) alla chiesa di Longa sino al 1840. Lodovico morì nel 1602, il figlio Nicolò un anno dopo nel 1603, i tre figli si divisero il patrimonio costituito da case, terreni per 130 ettari.
Una figura particolare della famiglia Chiericati fu l’ultimo ge- nito Pietro, nato nel 1587 morto 16 aprile 1629, si fece frate cappuccino, costruì nella Villa di Longa una cappella per l’Assunta Maria Vergine.
Alla sua morte la proprietà passò ai figli di Nicola, Lelio e Lodovico. Le successioni proseguono passando a Pietro e Scipione figli di Marcantonio. Nel 1735, morì l’unico maschio Lodovico figlio di Scipione, la proprietà andò ad un ramo collaterale della famiglia discendente da Girolamo. Ma la famiglia aveva perso il suo antico prestigio e gran parte del patrimonio di Longa. Le ultime eredi discendenti furono le figlie di Camillo, Paola e Lavinia che il 2 agosto 1850, vendettero la proprietà al poeta e patriota Jacopo Cabianca.
PALAZZO CHIERICATI
Progettato nel 1550 come residenza nobiliare per i conti Chiericati dall’architetto Andrea Palladio e costruito a partire dal 1551, fu completato solo alla fine del Seicento. Nel 1456 Girolamo aveva ottenuto in eredità alcune vecchie case prospicienti la cosiddetta “piazza dell’Isola” (oggi Piazza Matteotti), uno spazio aperto all’estremità est della città, che doveva il proprio nome al corso del Retrone e dal Bacchiglione, che confluivano l’uno nell’altro al porto fluviale cittadino, l’Isola era sede del mercato di legname e bestiame.
L’eredità spinse Girolamo a chiedere al Consiglio cittadino di poter utilizzare una fascia di circa quattro metri e mezzo di suolo comunale antistante le sue proprietà per realizzarvi il porticato della propria abitazione, garantendone disponibilità pubblica All’accoglimento dell’istanza seguì nel 1551 l’apertura del cantiere, che si arrestò nel 1557 alla morte di Girolamo, il cui figlio Valerio si limitò a decorare gli ambienti interni.
Il Comune di Vicenza acquistò il palazzo nel 1839 dalla famiglia Chiericati, con l’intenzione di raccogliervi le civiche collezioni d’arte. Restaurato dagli architetti Berti e Giovanni Miglioranza, il museo civico fu inaugurato il 18 agosto 1855. Il corpo occidentale del cortile fu realizzato nell’ Ottocento. Miglioranza inoltre demolì la casa confinante che segnava il passaggio della piazza dell’Isola nel Corso Palladio, mutando il contesto originario. Il palazzo è inserito dal 1994 nella lista del Patrimonio della umanità dell’UNESCO assieme alle altre architetture palladiane della città.
Lo Stemma: rosso fino alla fascia d’oro, caricata di un’aquila bicipi- te di nero, coronata di rosso, ed accompagnata da tre teste d’uomo, due nel capo ed una in punta, d’argento con capelli d’oro in forma di chierica.
Di Luciano Parolin da Storie Vicentine n. 3 Luglio-Agosto 2021