giovedì, Maggio 2, 2024
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Teatro Olimpico. Sedici statue del giardino restaurate da Engim Veneto con il contributo del Lions Host

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Le sedici statue in pietra di Vicenza che abbelliscono le aiuole del giardino del Teatro Olimpico saranno restaurate dai giovani studenti di Engim Veneto, fondazione che si occupa di orientamento e formazione professionale e che ha sede a Vicenza.

Saranno i quattordici allievi del secondo anno del Corso Tecnico del restauro di beni culturali, seguiti da un team di professionisti e formatori, a occuparsi dell’intervento di manutenzione e ripristino. Dopo una prima fase di documentazione e rilievo dei manufatti è prevista una fase diagnostica seguita dall’intervento di restauro seguito dai restauratori e formatori Elena Gironda e Piero Ciampi con la supervisione della Soprintendenza.

L’annuncio è stato dato in una conferenza stampa convocata nel giardino del teatro palladiano ed a cui hanno preso parte il vicesindaco Matteo Celebron, l’assessore alla Cultura Simona Siotto e il direttore dei Musei civici Mauro Passarin. Engim era rappresentato da Ugo Pasquale, componente del comitato direzionale, da Barbara D’Incau, responsabile della sede vicentina, e da una dozzina di studenti. All’incontro ha partecipato anche Grazia Giordani Cielo, presidente del Lions Club Vicenza Host, che sovvenziona il lavoro.

Le statue hanno una origine molto varia. Ci sono quelle del Quattrocento, un rosone che probabilmente viene dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, che sorgeva lungo il Bacchiglione all’imbocco di Largo Goethe e che è stata demolita nell’Ottocento. Le sculture di figure in piedi che scandiscono il viale interno erano decorazioni del Teatro Verdi, dalla cui distruzione bellica sono state recuperate. La statua accosciata proviene da Palazzo Repeta in piazza San Lorenzo.

Non si conoscono con precisione gli autori di gran parte delle opere. Il fauno con le zampe caprine e il cerbero con le tre teste di cane e il corpo umano risalgono al XVI secolo e sono da attribuire alla cerchia di Camillo Mariani. Quattro busti, due figure distese e una acefala sono state scolpite nel XVIII secolo e appartengono alla cerchia dei Marinali. Sette statue scolpite tra il 1920 e il 1924 dagli scultori vicentini Pozza, Morseletto e Caldana (quelle che si trovavano sulla balaustra superiore del Teatro Verdi) sono del secolo scorso  e sono attribuite a Giuseppe Giordani.

Fra quelle che saranno restaurate, non ci sono opere di grande valore ma fanno parte a buon titolo del patrimonio artistico comunale e contribuisco ad abbellire e arredare il piccolo parco retrostante il teatro.

Maria Elisa Avagnina, storica dell’arte, già direttrice dei Musei civici e segretaria dell’Accademia Olimpica ha sottolineato la necessità e l’urgenza di provvedere al recupero e al restauro delle statue che, essendo collocate all’aperto e scolpite in pietra di Vicenza e quindi in un materiale facile da lavorare ma molto delicato e poco duraturo e resistente, presentano segni di degrado e hanno le superfici ingrigite.

“Il restauro – ha spiegato Avagnina – sarà l’occasione per vedere quando e come è nato questo progetto di riuso antiquario all’aperto, che ha reso il giardino del Teatro Olimpico un luogo di raccolta delle sculture erratiche. E, come ogni buon restauro dovrà essere anche l’occasione per un risarcimento non solo materiale delle opere ma anche critico. Non è facile questa ricerca, avevamo già cercato in passato, ma bisognerà tornare negli archivi, approfondire e vedere.”

 

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