mercoledì, Marzo 12, 2025
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Jacobs “Doping? Meglio arrivare ultimo che barare”

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ROMA (ITALPRESS) – “Tortu è sempre stato uno di quelli che mi ha
aiutato a diventare l’atleta che sono oggi. All’inizio lo subivo
molto: per quanto mi impegnassi, lui riusciva sempre a battermi.
Io cercavo di migliorare, di dare qualcosa in più, ma lui era
sempre davanti. Poi, quando ho fatto quel passaggio mentale che mi serviva, sono diventato il numero uno al mondo”. Domani, martedì, in prima serata su Italia 1, secondo appuntamento con “Le Iene Show”, con un servizio su Marcell Jacobs e sulla vicenda delle intercettazioni. L’olimpionico di Tokyo sta preparando la stagione del riscatto, con l’obiettivo di riconquistare il titolo di uomo più veloce al mondo. Dopo mesi difficili Jacobs ha deciso di lasciare l’Italia e di costruire la sua nuova vita negli Stati
Uniti, dove ha ritrovato la serenità e la concentrazione, lontano
da pressioni e aspettative. “Siamo venuti dall’altra parte del
mondo per allenarci nel miglior modo – dichiara – Sono un pò
scappato, mi sentivo perso e avevo bisogno di cambiare tutto”.
Diventare campione olimpico ha avuto anche un prezzo, il fatto che qualcuno abbia dubitato delle sue prestazioni e lo abbia
affiancato al doping. Jacobs risponde senza esitazioni: “Dopo
Tokyo sì, perchè era impossibile che un italiano potesse vincere.
Quello non mi ha mai minimamente toccato. Per me posso anche
arrivare ultimo a tutte le gare. Ma pensare di barare, perchè? Per quale motivo?”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

A Milano un convegno su innovazione e sicurezza nelle sale operatorie

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MILANO (ITALPRESS) – L’innovazione e la sicurezza nelle sale operatorie sono aspetti cruciali per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e ridurre i rischi per i pazienti. L’avanzare della tecnologia contribuisce a trasformare la pratica chirurgica, rendendo le sale operatorie più sicure, efficienti e all’avanguardia. Di questo si è parlato nel corso di un convegno a Milano.
mgg/gtr

Obiettivo Terra, ultime settimane per partecipare alla 16^ edizione

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ROMA (ITALPRESS) – Ancora poche settimane per iscriversi alla 16a edizione di “Obiettivo Terra” 2025, il concorso di fotografia geografico-ambientale promosso da Fondazione UniVerde e Società Geografica Italiana, dedicato alla difesa, alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio ambientale italiano e, con esso, dei paesaggi, degli ecosistemi, dei borghi, delle peculiarità e delle tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali custoditi dai Parchi nazionali, regionali, interregionali, dalle Aree marine protette, dalle Riserve statali e regionali.
“Obiettivo Terra” 2025 è promosso con la main partnership di Haiki+, azienda quotata all’Euronext Growth Milan tra i leader nel settore dell’economia circolare in Italia, l’event partner Comset, del gruppo Sphere S.p.A., da 40 anni una delle maggiori realtà nel mercato degli avvolgenti alimentari e dei prodotti per uso domestico, e con la digital partnership di Bluarancio.
I fotoamatori possono ancora partecipare entro il 16 marzo (data di chiusura del concorso), inviando un’immagine scattata in un Parco nazionale, regionale, interregionale, in un’Area marina protetta o in una Riserva, statale o regionale.
La partecipazione è aperta a tutti i cittadini, italiani e stranieri, residenti o domiciliati in Italia che abbiano compiuto i 18 anni di età entro il 16 marzo ed è totalmente gratuita. Basterà registrarsi sul portale www.obiettivoterra.eu e caricare una fotografia a colori, secondo le caratteristiche tecniche previste dal Regolamento del concorso. E’ ammessa la candidatura di una sola foto per partecipante.
La cerimonia di premiazione della 16ª edizione del concorso si terrà a Roma, il 22 aprile 2025, in occasione della 56ª Giornata internazionale della Madre Terra.
Primo Premio “Mother Earth Day”: al vincitore di “Obiettivo Terra” 2025 sarà conferito il primo premio di € 1.000 (euro mille), l’onore di essere esposto al pubblico in gigantografia in una delle piazze di Roma, la copertina del volume “Obiettivo Terra 2025: l’Italia amata dagli italiani” e una targa ricordo.
Oltre al Primo premio saranno selezionate, tra le foto ammesse, le vincitrici delle Menzioni la cui decretazione è affidata direttamente ai partners di ogni categoria: Alberi e foreste (in collaborazione con il Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri); Animali (in collaborazione con Federparchi); Area costiera (in collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera); Fiumi e laghi (in collaborazione con la Federazione Italiana Canoa e Kayak); Paesaggio agricolo (in collaborazione con la Fondazione Campagna Amica); Patrimonio geologico e geodiversità (in collaborazione con la Società Italiana di Geologia Ambientale- SIGEA); Turismo sostenibile (in collaborazione con il Touring Club Italiano).
Per l’edizione 2025 sono istituite le seguenti Menzioni speciali: Borghi (Premio alla più bella foto di un borgo situato all’interno di un’Area protetta italiana, in collaborazione con “I Borghi più belli d’Italia”); Obiettivo mare (Premio alla migliore foto subacquea scattata in un’Area marina protetta italiana, in collaborazione con Marevivo); Parchi dall’alto (Premio alla più bella foto di un’Area protetta italiana scattata da un punto panoramico, dal cielo o anche con droni autorizzati, in collaborazione con Haiki+); Stories (Premio alla più bella foto verticale di un’Area protetta italiana, in collaborazione con InflueXpert).
E’ inoltre previsto il Premio “Parco Inclusivo” 2025, in collaborazione con Fiaba e Federparchi, all’Area protetta italiana che si è maggiormente distinta attraverso iniziative concrete a favore dell’accessibilità e fruibilità per le persone con disabilità e a ridotta mobilità.
Obiettivo del concorso fotografico “Obiettivo Terra” è quello di promuovere la diffusione di un modello di turismo consapevole ed ecosostenibile e la trasmissione dei principi dell’economia circolare. Un omaggio all’Italia, Paese leader in Europa per la biodiversità di flora e fauna e a Madre Terra, sempre più martoriata da inquinamenti e cementificazioni.

– Foto ufficio stampa Fondazione UniVerde –

(ITALPRESS).

Alle Procuratie Vecchie convegno “La legge di bilancio 2025 e la riforma fiscale”

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VENEZIA (ITALPRESS) – Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è intervenuto, questo pomeriggio alle Procuratie Vecchie, al convegno dal titolo “La Legge di Bilancio 2025 e la Riforma Fiscale”. Un evento, organizzato dall’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie (ADCEC) in occasione della Giornata Straordinaria del Triveneto, con l’obiettivo di approfondire tematiche di grande rilevanza per la professione e il mondo economico.

“La sostenibilità non è soltanto ecologica ma anche finanziaria ed economica – ha esordito il primo cittadino – Come Amminstrazione in questi anni abbiamo attuato procedure di risanamento finanziario. Con una gestione attenta della spesa, pur mantenendo importanti investimenti, abbiamo ridotto di oltre 100 milioni di euro il debito del Comune ed azzerato completamente quello della Città Metropolitana. E’ importante aiutare e supportare le aziende del territorio che creano posti di lavoro in uno scenario economico di alta concorrenza internazionale. I cittadini devono essere informati sulla nuova manovra della Legge di bilancio e su come questa vada ad influenzare le loro vite. E’ fondamentale pertanto definire un piano di comunicazione strategico che arrivi alle nuove generazioni sull’importanza e l’impiego efficace del risparmio. Concludo quindi ringraziando tutti quanti voi per la dedizione che impiegate nella vostra professione, sempre a fianco degli imprenditori nel suggerire di adottare le corrette strategie”.

All’incontro erano presenti Michele Sessolo, presidente dell’Associazione DCEC delle Tre Venezie, Massimo Da Re, presidente dell’Ordine dei DCEC di Venezia e Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali. Tra i relatori: Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, intervenuto sulla riforma fiscale e la legge di bilancio 2025, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, che ha approfondito il tema del concordato preventivo e dell’adempimento collaborativo, oltre che alcune autorità civili e militari del territorio. Il convegno ha proposto diverse occasioni di confronto su questioni fondamentali per il futuro della professione.

foto: ufficio stampa Comune di Venezia

(ITALPRESS).

Sanità digitale e professioni sanitarie, evoluzione e nuove competenze

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ROMA (ITALPRESS) – La digitalizzazione sta rivoluzionando il sistema sanitario del nostro Paese. Per garantire un impatto realmente efficace, è fondamentale una gestione attenta e competente, che ponga al centro la persona assistita e preveda una formazione adeguata per i professionisti sanitari. E’ quanto emerge dal convegno che si è tenuto venerdì scorso a Roma, presso la Biblioteca del Senato della Repubblica ‘Giovanni Spadolinì. L’evento, organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm e Pstrp), ha promosso una riflessione proattivo sulle sfide e le opportunità offerte dalla transizione digitale in ambito sanitario.
‘Riteniamo sia fondamentale confrontarsi su come garantire che l’innovazione tecnologica in ambito sanitario proceda nel rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi etici che guidano le nostre professioni, come ben testimoniato dai nuovi codici deontologici recentemente approvati dal nostro Consiglio nazionale – è il commento di Teresa Calandra, Presidente della Federazione nazionale, che ha aggiunto – La digitalizzazione rappresenta una svolta epocale che sta trasformando anche il modo in cui vengono erogati i servizi sanitari, migliorandone l’efficienza e l’accessibilità, nonchè la qualità complessiva delle cure. Tuttavia, questo cambiamento porta con sè nuove sfide, sia dal punto di vista della protezione dei dati personali sia per le responsabilità scientifiche e professionalì.
L’avvio della transizione digitale negli enti pubblici e l’impatto della digitalizzazione sui professionisti sanitari, inclusi quelli in regime di libera professione, hanno rappresentato temi centrali del dibattito, con uno sguardo rivolto agli sviluppi futuri. Quella del digitale è una vera rivoluzione, anche grazie agli investimenti che, in questo settore, sono in crescita. Tuttavia, permangono forti disuguaglianze territoriali: i dati di NetConsulting Cube – del giugno scorso – evidenziano che la spesa media per la sanità digitale è di 76,4 euro per abitante, con una differenza superiore al 50% tra le Regioni del nord e del sud Italia.
‘La digitalizzazione in sanità è una grande opportunità per il SSN, ma richiede il coinvolgimento attivo di tutti gli attori che ne fanno parte. La carenza di competenze digitali tra i professionisti sanitari rappresenta un ostacolo significativo all’adozione di queste tecnologie, a cui si aggiunge una gestione regionale della sanità frammentatà così il Sottosegretario alla salute, Marcello Gemmato, intervenuto al convegno della Fno Tsrm e Pstrp, il quale ha sottolineato che il sistema sanitario, grazie al digitale ambisce a diventare più efficiente, equo e sostenibile, tuttavia ‘per farlo bisogna investire nelle competenze dei professionisti sanitari, fornendo loro strumenti e competenze per migliorare la qualità dell’assistenza, ottimizzare l’organizzazione del lavoro e garantire un accesso equo ai servizi sanitari digitali. Con l’aiuto di tutti si potrà costruire un sistema moderno, integrato e capace di offrire servizi di qualità a tutti i cittadinì.
La Fno Tsrm e Pstrp ha avviato una serie di iniziative volte a facilitare l’adozione di strumenti digitali da parte dei professionisti della salute, garantendo formazione specifica, supporto nell’utilizzo delle nuove piattaforme e un percorso di progressiva integrazione con il FSE (Fascicolo sanitario elettronico e gli altri sistemi digitali nazionali). In particolare la Federazione nazionale ha adottato il Piano triennale di transizione digitale – come spiegato da Alessandro Iala, consulente della Federazione nazionale per la Transizione digitale – un documento che pone le basi per un’evoluzione concreta e sostenibile in termini di sanità digitale, in piena sintonia con le direttive e le raccomandazioni dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), che non solo ambisce a implementare nuove tecnologie, ma che ha l’obiettivo di ripensare ai processi in un’ottica di efficienza, interoperabilità e accessibilità dei servizi per i professionisti e i cittadini.
Con riferimento alla trasformazione digitale, è intervenuta anche Alessandra Pieroni, della Direzione Innovazione e Transizione Digitale di AgID, la quale ha sottolineato l’importanza dell’Infrastruttura pubblica digitale (IPD) per la modernizzazione e l’efficienza dei servizi pubblici e privati, garantendo un accesso ampio, sicuro e interoperabile. Grazie all’uso di sistemi digitali condivisi, questa Infrastruttura facilita la creazione di processi innovativi e servizi avanzati per la PA, riducendo frammentazione e ridondanze. Agendo come ‘building block’ digitali, queste infrastrutture permettono una trasformazione digitale su larga scala, favorendo l’integrazione tecnologica e promuovendo una governance più agile, efficace e accessibile ai cittadini e alle imprese.
In questo contesto, una particolare attenzione è stata dedicata alla protezione dei dati personali. Ovvero dati sensibili, il cui rispetto della riservatezza non costituiscono un mero adempimento burocratico, ma un principio etico e professionale alla base della pratica sanitaria, in quanto integrata già nei codici deontologici di recente approvazione, come ha evidenziato Saverio Colabianchi, DPO della Federazione nazionale. La digitalizzazione impone nuove responsabilità, ma rafforza il ruolo del professionista nella tutela della riservatezza, integrità e disponibilità delle informazioni.
Concetto confermato anche da Silvia Melchionna del Dipartimento libertà pubbliche e sanità del Garante per la protezione dei dati personali (GPDP), intervenuta alla giornata di studio, la quale ha sottolineato che la protezione dei dati non rappresenta un ostacolo alla digitalizzazione del sistema e dei servizi sanitari, a condizione che venga integrata sin dalle fasi iniziali di progettazione, secondo il principio della privacy by design, approccio che consente di sviluppare infrastrutture digitali sicure ed efficienti, garantendo il rispetto della riservatezza e la conformità normativa senza compromettere l’innovazione e l’accessibilità dei servizi.
Alla luce di queste considerazioni, la ricerca scientifica assume un ruolo centrale, focalizzandosi sull’integrazione delle tecnologie digitali nei percorsi assistenziali, e sulla valutazione dell’impatto della sanità digitale in termini di efficacia e sostenibilità, oltrechè lo sviluppo di nuove metriche per misurare l’innovazione sanitaria, fornendo dati sul rapporto costo-beneficio e qualità delle nuove modalità di assistenza.
Ad introdurre il dibattito è stato il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Rocco Bellantone, che ha sottolineato il ruolo di primo piano dell’ISS nella ricerca sull’intelligenza artificiale e la digitalizzazione, con un impegno costante per la trasparenza dei dati e la formazione dei professionisti. Bellantone ha evidenziato la necessità di un’azione collettiva e una visione condivisa per superare le resistenze, garantire un quadro normativo adeguato e promuovere la trasparenza dei processi, nonchè l’uso di dati sintetici nella ricerca per affrontare i limiti legati alla privacy proprio nella ricerca.
Secondo Giuseppe Greco, Professore dell’Università degli studi di Firenze intervenuto all’evento: «La ricerca sulle professioni Tsrm e Pstrp si inserisce nella più ampia sfida evolutiva delineata dal documento approvato dalla Federazione nazionale il 29 luglio 2023. Questo testo invita i professionisti sanitari a una riflessione consapevole sul loro ruolo nel sistema sanitario, sottolineando la necessità di un’integrazione sempre più stretta tra le diverse discipline e professioni. Al tempo stesso, ribadisce l’importanza di definire con chiarezza i ruoli e i modelli di presa in carico specifici per ogni professione, evitando sovrapposizioni e favorendo una collaborazione efficace. Centrale è anche la visione secondo cui le professioni sanitarie non possono essere definite solo in base alle prestazioni erogate, ma devono piuttosto rispondere ai bisogni di salute della popolazione, evolvendo di conseguenza. Il raggiungimento di questi obiettivi passa necessariamente attraverso l’innovazione digitale, il cui impatto è ormai imprescindibile per il futuro della sanità. Proprio il rapporto tra digitalizzazione e responsabilità sociali, scientifiche e professionali rappresenta il tema centrale della giornata di riflessione odierna».
Guglielmo Bonaccorsi, Stefano Durante e Martina Giusti hanno presentato lo stato dell’arte di tre progetti del centro studi Sapis della Fno Tsrm e Pstrp, rispettivamente l’osservatorio sulle professioni Tsrm e Pstrp e territorio, quello sulle professioni Tsrm e Pstrp negli IRCCS (SPIRLab) e la special issue di Frontiers che, a seguito dello Spring colloquium del maggio 2024, fornirà risorse bibliografiche sul contributo delle professioni sanitarie nell’assicurare la sanità pubblica.
Infine, la giornata, con gli interventi dei consulenti della Fno Tsrm e Pstrp, Marco Montes e Roberto Dezio – del gruppo libera professione, ha rivolto il suo sguardo ai liberi professionisti, che rappresentano circa il 30% degli iscritti Tsrm e Pstrp, evidenziando la necessità di gestire la transizione digitale con strumenti adeguati. I professionisti sanitari autonomi, devono poter affrontare questo mutamento partendo da garanzie concrete, che riconoscano il loro ruolo e incentivino il loro contributo all’interno del SSN. In questo scenario, la Federazione nazionale ha intrapreso diverse attività tra cui l’aggiornamento dei codici ATECO delle professioni Tsrm e Pstrp, la costituzione del tavolo paritetico con la FNOMCeO, le Società tra professionisti e l’avvio dei lavori per la cassa previdenziale, che rappresentano i pilastri fondamentali di una strategia organica e strutturata, con l’obiettivo di garantire il successo della trasformazione digitale, valorizzando il lavoro dei professionisti autonomi, assicurando loro maggiori tutele e opportunità.
L’innovazione tecnologica non è un fine, ma uno strumento per migliorare la qualità delle cure e ottimizzare le risorse. Dal convegno è emersa con la necessità di un maggiore coinvolgimento delle professioni sanitarie nei processi decisionali sulla digitalizzazione, affinchè le nuove tecnologie rispondano davvero ai bisogni di assistiti e operatori, per garantire un sistema sanitario più equo, efficiente e umano, in cui l’innovazione vada di pari passo con l’etica e la relazione di cura.
– foto ufficio stampa FNO TSRM E PSTRP –
(ITALPRESS).

Sanità digitale e professioni sanitarie, evoluzione e nuove competenze

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ROMA (ITALPRESS) – La digitalizzazione sta rivoluzionando il sistema sanitario del nostro Paese. Per garantire un impatto realmente efficace, è fondamentale una gestione attenta e competente, che ponga al centro la persona assistita e preveda una formazione adeguata per i professionisti sanitari. E’ quanto emerge dal convegno che si è tenuto venerdì scorso a Roma, presso la Biblioteca del Senato della Repubblica ‘Giovanni Spadolinì. L’evento, organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm e Pstrp), ha promosso una riflessione proattivo sulle sfide e le opportunità offerte dalla transizione digitale in ambito sanitario.
‘Riteniamo sia fondamentale confrontarsi su come garantire che l’innovazione tecnologica in ambito sanitario proceda nel rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi etici che guidano le nostre professioni, come ben testimoniato dai nuovi codici deontologici recentemente approvati dal nostro Consiglio nazionale – è il commento di Teresa Calandra, Presidente della Federazione nazionale, che ha aggiunto – La digitalizzazione rappresenta una svolta epocale che sta trasformando anche il modo in cui vengono erogati i servizi sanitari, migliorandone l’efficienza e l’accessibilità, nonchè la qualità complessiva delle cure. Tuttavia, questo cambiamento porta con sè nuove sfide, sia dal punto di vista della protezione dei dati personali sia per le responsabilità scientifiche e professionalì.
L’avvio della transizione digitale negli enti pubblici e l’impatto della digitalizzazione sui professionisti sanitari, inclusi quelli in regime di libera professione, hanno rappresentato temi centrali del dibattito, con uno sguardo rivolto agli sviluppi futuri. Quella del digitale è una vera rivoluzione, anche grazie agli investimenti che, in questo settore, sono in crescita. Tuttavia, permangono forti disuguaglianze territoriali: i dati di NetConsulting Cube – del giugno scorso – evidenziano che la spesa media per la sanità digitale è di 76,4 euro per abitante, con una differenza superiore al 50% tra le Regioni del nord e del sud Italia.
‘La digitalizzazione in sanità è una grande opportunità per il SSN, ma richiede il coinvolgimento attivo di tutti gli attori che ne fanno parte. La carenza di competenze digitali tra i professionisti sanitari rappresenta un ostacolo significativo all’adozione di queste tecnologie, a cui si aggiunge una gestione regionale della sanità frammentatà così il Sottosegretario alla salute, Marcello Gemmato, intervenuto al convegno della Fno Tsrm e Pstrp, il quale ha sottolineato che il sistema sanitario, grazie al digitale ambisce a diventare più efficiente, equo e sostenibile, tuttavia ‘per farlo bisogna investire nelle competenze dei professionisti sanitari, fornendo loro strumenti e competenze per migliorare la qualità dell’assistenza, ottimizzare l’organizzazione del lavoro e garantire un accesso equo ai servizi sanitari digitali. Con l’aiuto di tutti si potrà costruire un sistema moderno, integrato e capace di offrire servizi di qualità a tutti i cittadinì.
La Fno Tsrm e Pstrp ha avviato una serie di iniziative volte a facilitare l’adozione di strumenti digitali da parte dei professionisti della salute, garantendo formazione specifica, supporto nell’utilizzo delle nuove piattaforme e un percorso di progressiva integrazione con il FSE (Fascicolo sanitario elettronico e gli altri sistemi digitali nazionali). In particolare la Federazione nazionale ha adottato il Piano triennale di transizione digitale – come spiegato da Alessandro Iala, consulente della Federazione nazionale per la Transizione digitale – un documento che pone le basi per un’evoluzione concreta e sostenibile in termini di sanità digitale, in piena sintonia con le direttive e le raccomandazioni dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), che non solo ambisce a implementare nuove tecnologie, ma che ha l’obiettivo di ripensare ai processi in un’ottica di efficienza, interoperabilità e accessibilità dei servizi per i professionisti e i cittadini.
Con riferimento alla trasformazione digitale, è intervenuta anche Alessandra Pieroni, della Direzione Innovazione e Transizione Digitale di AgID, la quale ha sottolineato l’importanza dell’Infrastruttura pubblica digitale (IPD) per la modernizzazione e l’efficienza dei servizi pubblici e privati, garantendo un accesso ampio, sicuro e interoperabile. Grazie all’uso di sistemi digitali condivisi, questa Infrastruttura facilita la creazione di processi innovativi e servizi avanzati per la PA, riducendo frammentazione e ridondanze. Agendo come ‘building block’ digitali, queste infrastrutture permettono una trasformazione digitale su larga scala, favorendo l’integrazione tecnologica e promuovendo una governance più agile, efficace e accessibile ai cittadini e alle imprese.
In questo contesto, una particolare attenzione è stata dedicata alla protezione dei dati personali. Ovvero dati sensibili, il cui rispetto della riservatezza non costituiscono un mero adempimento burocratico, ma un principio etico e professionale alla base della pratica sanitaria, in quanto integrata già nei codici deontologici di recente approvazione, come ha evidenziato Saverio Colabianchi, DPO della Federazione nazionale. La digitalizzazione impone nuove responsabilità, ma rafforza il ruolo del professionista nella tutela della riservatezza, integrità e disponibilità delle informazioni.
Concetto confermato anche da Silvia Melchionna del Dipartimento libertà pubbliche e sanità del Garante per la protezione dei dati personali (GPDP), intervenuta alla giornata di studio, la quale ha sottolineato che la protezione dei dati non rappresenta un ostacolo alla digitalizzazione del sistema e dei servizi sanitari, a condizione che venga integrata sin dalle fasi iniziali di progettazione, secondo il principio della privacy by design, approccio che consente di sviluppare infrastrutture digitali sicure ed efficienti, garantendo il rispetto della riservatezza e la conformità normativa senza compromettere l’innovazione e l’accessibilità dei servizi.
Alla luce di queste considerazioni, la ricerca scientifica assume un ruolo centrale, focalizzandosi sull’integrazione delle tecnologie digitali nei percorsi assistenziali, e sulla valutazione dell’impatto della sanità digitale in termini di efficacia e sostenibilità, oltrechè lo sviluppo di nuove metriche per misurare l’innovazione sanitaria, fornendo dati sul rapporto costo-beneficio e qualità delle nuove modalità di assistenza.
Ad introdurre il dibattito è stato il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Rocco Bellantone, che ha sottolineato il ruolo di primo piano dell’ISS nella ricerca sull’intelligenza artificiale e la digitalizzazione, con un impegno costante per la trasparenza dei dati e la formazione dei professionisti. Bellantone ha evidenziato la necessità di un’azione collettiva e una visione condivisa per superare le resistenze, garantire un quadro normativo adeguato e promuovere la trasparenza dei processi, nonchè l’uso di dati sintetici nella ricerca per affrontare i limiti legati alla privacy proprio nella ricerca.
Secondo Giuseppe Greco, Professore dell’Università degli studi di Firenze intervenuto all’evento: «La ricerca sulle professioni Tsrm e Pstrp si inserisce nella più ampia sfida evolutiva delineata dal documento approvato dalla Federazione nazionale il 29 luglio 2023. Questo testo invita i professionisti sanitari a una riflessione consapevole sul loro ruolo nel sistema sanitario, sottolineando la necessità di un’integrazione sempre più stretta tra le diverse discipline e professioni. Al tempo stesso, ribadisce l’importanza di definire con chiarezza i ruoli e i modelli di presa in carico specifici per ogni professione, evitando sovrapposizioni e favorendo una collaborazione efficace. Centrale è anche la visione secondo cui le professioni sanitarie non possono essere definite solo in base alle prestazioni erogate, ma devono piuttosto rispondere ai bisogni di salute della popolazione, evolvendo di conseguenza. Il raggiungimento di questi obiettivi passa necessariamente attraverso l’innovazione digitale, il cui impatto è ormai imprescindibile per il futuro della sanità. Proprio il rapporto tra digitalizzazione e responsabilità sociali, scientifiche e professionali rappresenta il tema centrale della giornata di riflessione odierna».
Guglielmo Bonaccorsi, Stefano Durante e Martina Giusti hanno presentato lo stato dell’arte di tre progetti del centro studi Sapis della Fno Tsrm e Pstrp, rispettivamente l’osservatorio sulle professioni Tsrm e Pstrp e territorio, quello sulle professioni Tsrm e Pstrp negli IRCCS (SPIRLab) e la special issue di Frontiers che, a seguito dello Spring colloquium del maggio 2024, fornirà risorse bibliografiche sul contributo delle professioni sanitarie nell’assicurare la sanità pubblica.
Infine, la giornata, con gli interventi dei consulenti della Fno Tsrm e Pstrp, Marco Montes e Roberto Dezio – del gruppo libera professione, ha rivolto il suo sguardo ai liberi professionisti, che rappresentano circa il 30% degli iscritti Tsrm e Pstrp, evidenziando la necessità di gestire la transizione digitale con strumenti adeguati. I professionisti sanitari autonomi, devono poter affrontare questo mutamento partendo da garanzie concrete, che riconoscano il loro ruolo e incentivino il loro contributo all’interno del SSN. In questo scenario, la Federazione nazionale ha intrapreso diverse attività tra cui l’aggiornamento dei codici ATECO delle professioni Tsrm e Pstrp, la costituzione del tavolo paritetico con la FNOMCeO, le Società tra professionisti e l’avvio dei lavori per la cassa previdenziale, che rappresentano i pilastri fondamentali di una strategia organica e strutturata, con l’obiettivo di garantire il successo della trasformazione digitale, valorizzando il lavoro dei professionisti autonomi, assicurando loro maggiori tutele e opportunità.
L’innovazione tecnologica non è un fine, ma uno strumento per migliorare la qualità delle cure e ottimizzare le risorse. Dal convegno è emersa con la necessità di un maggiore coinvolgimento delle professioni sanitarie nei processi decisionali sulla digitalizzazione, affinchè le nuove tecnologie rispondano davvero ai bisogni di assistiti e operatori, per garantire un sistema sanitario più equo, efficiente e umano, in cui l’innovazione vada di pari passo con l’etica e la relazione di cura.
– foto ufficio stampa FNO TSRM E PSTRP –
(ITALPRESS).

Rixi “Indirizzare sistema portuale verso la competizione mondiale”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Sul sistema porto stiamo portando avanti un progetto di riforma che spero si concretizzerà nei prossimi mesi, per individuare a livello nazionale un soggetto che possa portare nel mondo un’offerta portuale che possa mettere il nostro paese ai primi posti”. Lo sottolinea il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi a margine di un incontro con la comunità dei porti del network al Palermo Marina Yachting. “Oggi il solo porto di Rotterdam ha una capacità maggiore di tutte e 16 le Autorità di sistema portuale italiane messe assieme – prosegue Rixi, – Per anni i nostri porti si sono sviluppati andandosi a prendere il traffico reciprocamente, noi vogliamo indirizzare il nostro sistema verso una competizione mondiale: crediamo che soprattutto i porti del sud possano andare verso mercati crescenti e aumentare il benessere dei nostri territori. Abbiamo anche bisogno di creare rapporti più solidi nel Mediterraneo, giovedì sarò in Tunisia ma in generale intendiamo fare accordi con tutte le Nazioni con cui è possibile dialogare nel Nord Africa”. xd8/vbo/gtr

Arriva il nuovo Duster con trazione 4×4

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RROMA (ITALPRESS) – Il nuovo Dacia Duster offre agli amanti delle attività all’aria aperta una guida serena e qualità off-road uniche sul mercato dei veicoli a trazione integrale “non specialistica”, ovvero i 4×4 non dotati di riduttore al cambio.
Nuovo Duster è disponibile con trazione 4×4 e Terrain Control che può essere gestito attraverso 5 modalità di guida. Auto, con il sistema gestisce automaticamente la coppia tra l’avantreno e il retrotreno in funzione dell’aderenza e della velocità. Snow, che ottimizza le traiettorie sulle strade sdrucciolevoli grazie a specifiche impostazioni del controllo di stabilità e del sistema di controllo trazione. Mud/Sand, per circolare su superfici instabili, come i sentieri fangosi o sabbiosi. Off-road, che offre le migliori capacità off-road su percorsi difficili. In termini di prestazioni, è molto simile alla modalità 4×4 lock del precedente Duster, ma si spinge oltre, distribuendo in modo automatico e ottimale la coppia tra le ruote anteriori e posteriori a seconda delle condizioni di aderenza rilevate e della velocità del veicolo. Eco, che consente di ottimizzare i consumi di carburante agendo sulla climatizzazione e sulle prestazioni del veicolo. Ottimizza la distribuzione della coppia tra avantreno e retrotreno per limitare il consumo di carburante, adattandosi contemporaneamente alle condizioni di aderenza della strada. L’altezza da terra è a prova di fuoristrada: 217 mm (misurata tra gli assi) nella versione a trazione integrale. Angoli di attacco e di uscita più favorevoli, nelle versioni a trazione integrale, fino a 31° all’anteriore e 36° al posteriore, e angolo di dosso pari a 24°.
Sistema di controllo della velocità in discesa. Questo sistema è particolarmente utile in caso di guida off-road e discese ripide e scivolose. Agisce soprattutto sui freni per evitare di perdere il controllo del veicolo e garantire così una giusta velocità (a seconda degli input del conducente) da 0 a 30 km/h. Il sistema funziona su tutti i rapporti del cambio, compresa la retromarcia. Il conducente non dovrà più preoccuparsi dei pedali dell’acceleratore e del freno, ma solo del volante per la direzionalità del veicolo. Molte informazioni particolarmente utili per la guida off-road compaiono sul display centrale da 10,1″, come l’ngolo di inclinazione laterale destra / sinistra del veicolo, l’angolo di beccheggio per valutare i pendii in salita e discesa e la suddivisione della coppia tra avantreno e retrotreno (nella versione a trazione integrale. ndr).
All’esterno la carrozzeria è ora protetta dai piccoli urti e dai graffi su tutti i lati. Le protezioni laterali formano un tutt’uno con le protezioni dei passaruota e i paraurti anteriori e posteriori, costituendo una vera e propria cintura. Sotto ai paraurti, piastre di grandi dimensioni proteggono il sottoscocca.
All’interno troviamo di serie, nell’allestimento Extreme, sellerie lavabili in TEP microcloud, tappetini in gomma anteriori, posteriori ed anche nel vano bagagli. Le protezioni esterne sono realizzate con StarkleR, materiale innovativo costituito al 20% da materiali riciclati.
Piastre di protezione anteriori e posteriori sono tinte all’origine. Il materiale plastico iniettato che costituisce il corpo del componente è già tinto. Si tratta quindi di un colore inalterabile, a differenza dei classici strati di vernice. Gli inevitabili urti e graffi che subiscono questi elementi, potrebbero lasciare tracce, ma queste saranno quasi invisibili, in quanto il colore originario è presente anche al di sotto della superficie. Per chi volesse aggiungere qualcosa al proprio Duster è disponibile il Pack Sleep che comprende 3 funzioni essenziali: un letto matrimoniale (lungo 1,90 metri e largo fino a 1,30 metri) che si può aprire anche da soli in meno di due minuti, un tavolino e un’area di stoccaggio. Infine, l’esclusivo portapacchi che è il partner ideale per le attività all’aria aperta. Basta fissarlo trasversalmente sulle barre da tetto modulabili oppure sulle barre da tetto trasversali disponibili in after market che può reggere un peso massimo dinamico sul tetto del veicolo pari a 80 kg. I prezzi vanno dai 26.400 euro per la versione Expression ai 27.900 della Extreme, entrambe con la morizzazione TCe 130.

foto: ufficio stampa Renault Group Italia

(ITALPRESS).