Stradella della Racchetta. Il nome della via deriva dal gioco della Pallamaio o Pallamano o ancora Pallamaglio, in un terreno adattato nel 1503 dal nobile vicentino Attila Trissino, sepolto nella chiesetta delle Grazie, edificata lì vicino (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella della Banca Popolare, detta anche stradella Thiene o Negri o Santo Stefano
Stradella della Banca Popolare. Detta anche stradella Thiene o Negri o Santo Stefano (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La Banca popolare di Vicenza, nata nel 1866 ad opera di benemeriti cittadini come Paolo Lioy, Emanuele Lodi, Girolamo Busato, acquista in data 5 novembre 1871 il Palazzo di proprietà delle contesse Elena e Giulia Thiene per farne la sede della Banca.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella del Garofolino, da antica osteria al Garofolin, distrutta da bombardamento aereo del 1945
Stradella del Garofolino. Già descritta dal Lampertico, il nome le deriva da una antica osteria al Garofolin, distrutta dal bombardamento aereo del febbraio 1945 (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).. La locanda era ubicata in alcuni locali delle scuderie dei conti Thiene. Era frequentata da nobili e popolani e brigate di amici. In zona sino agli anni ’60 esisteva il cinema parrocchiale chiamato il Grillo Parlante, proprietà dei Filippini.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella del Borghetto, da Burg in tedesco, vicina a Porta Santa Croce, al Bacchiglione, al Ponte Novo
Stradella del Borghetto. Burg in tedesco, piccolo Borgo. Vicina a Porta Santa Croce, al Bacchiglione, al Ponte Novo, è in via di risanamento, spesso allagata, perché a livello del fiume (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr).
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Tre Scalini, i tre nella strada verso contrà Pescherie Vecchie che… non ci sono più
Stradella dei Tre Scalini. Il nome deriva da tre gradini ricavati nella strada verso contrà Pescherie Vecchie, per impedire il passaggio di veicoli in strada durante i mercati (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Con il nuovo palazzo delle poste e la sistemazione della strada i gradini furono eliminati.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Stalli, dalle stalle della famiglia Porti nelle vicinanze del Palazzo di Contrà Porti
Stradella dei Stalli. Laterale di Contrà Riale (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Lunga 144 metri. Il nome caratteristico deriva dalle stalle che la famiglia Porti aveva nelle vicinanze del Palazzo di Contrà Porti; probabilmente il lapicida che incise il nome commise un errore: “dei stalli”, meglio “degli stalli”.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Orbi, dove più di cento anni fa abitavano dei poveri ciechi
Stradella dei Orbi. Laterale contrà Santa Lucia. Lunga metri 70 (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Un nome piuttosto strano, si spiega forse col fatto che nella stradella (ora rimessa a nuovo) più di cento anni or sono abitassero dei poveri ciechi usi ad andare mendicando. Nessuna relazione tra la casa d’angolo costruita nel 1773 da Giuseppe Gastaldi, commerciante in seta, (ora Franceschini) e la riproduzione del busto di Belisario, vincitore dei Goti in Italia, caduto in disgrazia e divenuto cieco e mendicante a Costantinopoli.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Munari, i mugnai. Era anche chiamata Busa dei Munari
Stradella dei Munari, i mugnai. Lunga 80 metri (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Era anche chiamata Busa dei Munari per una depressione della strada spesso allagata dalla piena del Bacchiglione che scorre vicinissimo. Il toponimo di Stradella dei Munari indica la presenza dei mulini, cioè le macchine per macinare le biade, il grano e altro.
Gli Statuti cittadini del 1264 prevedevano norme rigorose per l’esercizio del mestiere di mugnaio. Le regole emanate il 29 luglio 1557 obbligavano i mugnai «a tenere di cadauna condizione et qualità la bozza giusta, secondo la misura del comune di Vicenza sigillata per il pubblico bolladore con il bollo di San Marco».
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Forti di Corso Padova, da alcuni fortilizi costruiti a difesa dell’ingresso in città
Stradella dei Forti di Corso Padova. Da corso Padova a Borgo Casale (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). La denominazione risale alla delibera del Consiglio Comunale del 22 luglio 1911. Il nome è originato da alcuni fortilizi costruiti a difesa dell’ingresso in città dalla Parte di Porta Padova.
“Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin”: Stradella dei Filippini, durante il fascismo dedicata a Giovanni Berta, prima era Stradella dei Gesuiti
Stradella dei Filippini. Anticamente Stradella dei Gesuiti (qui la mappa, rubrica “Toponimi vicentini narrati da Luciano Parolin” qui tutti gli articoli, ndr). Con delibera podestarile 15 gennaio 1934 la stradella era stata intitolata al caduto fascista Giovanni Berta; alla fine del conflitto, il 19 dicembre 1945, su richiesta del Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.) la Giunta deliberava “Stradella dei Filippini” per la presenza della chiesa sede della parrocchia di San Marcello.
I Filippini erano i preti di San Filippo Neri. Quando Napoleone nel 1810 soppresse molti ordini religiosi la chiesa fu accorpata con la cattedrale ma, nel 1840, ritornò ad essere parrocchia. Disegnata dal conte Antonio Piovene, contiene quadri di Giovanni Busato e di Ubaldo Oppi.