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Italpress €conomy – Puntata dell’11 aprile 2025

ROMA (ITALPRESS) – L’economia e la finanza a portata di tutti. Nella centoventitreesima puntata di Italpress Economy, Claudio Brachino intervista Stefano Gallini, presidente di Federbeton, e con Giuliano Zoppis affronta i principali temi economici del momento.

mrv/gsl/sat

Trump e il caos dazi: perché lo fa? Ci sono quattro letture

di Stefano Vaccara NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il 2 aprile 2025, il Presidente Donald Trump aveva proclamato il suo “Liberation Day“, annunciando tariffe generalizzate su quasi tutte le importazioni. Un 10% fisso, ma con eccezioni esplosive: 34% alla Cina, 46% al Vietnam, 20% all’Unione Europea. Una guerra commerciale globale, dichiarata in un giorno solo. La reazione dei mercati è stata istantanea.

Wall Street è crollata: S&P giù del 4,8%, Nasdaq a -6%, 2,5 trilioni di dollari bruciati in pochi giorni. Ma non è finita lì. Anche il mercato dei titoli di Stato americani – i famosi Treasury Bonds – ha cominciato a tremare. Gli investitori hanno iniziato a vendere in massa. I rendimenti sono schizzati in alto. Tradotto: il mondo stava perdendo fiducia nella solidità economica degli Stati Uniti.

E così, solo sette giorni dopo, il 9 aprile, Trump ha fatto una clamorosa marcia indietro: sospensione per 90 giorni delle tariffe – tranne alla Cina, le cui tariffe sono salite al 125%. E pensare che, pochi giorni prima, durante una cena di gala a New York, parlando di dazi Trump aveva detto che “ora tocca ai paesi del mondo baciarmi il culo…”. Ma dopo la svendita dei bond americani, sembrerebbe che sia stato lui, in fretta e furia, a dover baciare il pavimento.

Come interpretare questa politica del rompo tutto con i dazi ma ora non posso? Ci sono almeno quattro letture. 1. Il redentore populista. Trump si presenta come il difensore della classe lavoratrice americana, colpita da decenni di delocalizzazioni e globalizzazione selvaggia. Le tariffe, in questa visione, sarebbero una “medicina amara” ma necessaria per far rinascere la manifattura USA e riprendere il controllo sull’economia nazionale.

2. Non ha alcuna strategia! C’è anche l’ipotesi opposta: Trump non ha alcuna strategia. È impulsivo e le sue radici nel mondo dell’edilizia in cui è fallito più volte non lo hanno mai preparato a comprendere la complessità del commercio globale. La marcia indietro? Una reazione di panico a conseguenze che non aveva previsto.

3. Il Don del racket commerciale. Don Donald crea il problema e poi ti offre la soluzione…al suo prezzo. Impone dazi per destabilizzare, poi riceve “visite” di leader stranieri che vogliono negoziare. Il 17 aprile, Giorgia Meloni volerà a Washington per chiedere cosa? 4. Il manipolatore del mercato. E se tutto questo caos fosse stato in realtà calcolato per creare onde sui mercati? Annunci improvvisi, reazioni prevedibili, speculazione finanziaria. C’è chi, con informazioni privilegiate, potrebbe aver guadagnato miliardi cavalcando volatilità creata ad arte.

Ma alla fine, la vera miccia che ha fatto esplodere tutto è stata la vendita massiccia dei Treasury Bonds. Come ha scritto The Economist, “le convulsioni del mercato obbligazionario appaiono estremamente pericolose”. I rendimenti dei titoli decennali sono saliti oltre il 4,5%: un campanello d’allarme globale. Quando vendi bond americani, non stai solo mandando un messaggio di sfiducia: stai colpendo al cuore la macchina economica degli Stati Uniti. Trump lo ha capito. E da lì la frenata.

Ora è il Congresso che vuole vederci chiaro. Non solo per il disastro economico, ma per le tempistiche sospette. Il senatore della California Adam Schiffer ha chiesto un’indagine formale su possibili casi di insider trading legati agli annunci tariffari: “Non possiamo ignorare l’eventualità che qualcuno abbia giocato con i mercati grazie a informazioni riservate. Serve trasparenza”.

Con la Borsa a montagne russe e il mercato dei bond nel caos, la possibilità che qualcuno vicino all’amministrazione abbia fatto profitti personali diventa più di una semplice teoria. A oggi, dopo appena 80 giorni dal suo ritorno alla Casa Bianca, l’economia globale è già ostaggio di Trump II. Con un tweet può far crollare non solo Wall Street. Con una frase a caso, far tremare la fiducia nel debito americano. Con una minaccia, mettere a rischio intere catene di approvvigionamento.

Eppure, questa volta, ha trovato il limite. Non nei politici. Non nei sindacati. Ma nel mercato dei titoli di stato. Perché puoi intimidire un leader straniero. Puoi umiliare un alleato. Ma non puoi costringere gli investitori globali a comprare i tuoi bond se non si fidano più di te. Trump voleva che il mondo si inginocchiasse davanti a lui. Ma stavolta, è stato lui a dover fare un passo indietro.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

Operetta che passione: grande successo per le due rappresentazioni vicentine di febbraio e marzo

Operetta a Vicenza, garanzia di successo: il teatro Comunale di Vicenza propone stagioni di spettacoli sempre decisamente interessanti, sia nella prosa, sia nella danza, sia nella musica, e ogni anno mette in calendario almeno un paio di operette che regolarmente riempiono tutti e novecento i posti della Sala Maggiore. Lo posso confermare perché anch’io sono tra quei novecento spettatori che affollano il teatro.

Perché l’operetta a Vicenza (ma credo sia così in tutta Italia) piace così tanto? Bè, c’è da dire che chi la va a vedere normalmente non è proprio giovanissimo, e l’opera lirica è stata la prima forma di intrattenimento popolare. Certo, a teatro nei palchi andavano le famiglie abbienti, quelle con prestigio da ostentare, ma a riempire il resto dei posti c’erano le persone normali. E la passione ha attraversato almeno un paio di generazioni.

E se l’opera lirica era l’equivalente di un film drammatico, l’operetta è a buon diritto la controparte teatrale dei film musicali. Più spensierata della “sorella maggiore”, con più parti recitate e con sequenze danzate di una certa consistenza, richiede comunque ottime voci, brillantezza e una capacità di cambiare registro, passando dal dramma alla commedia e viceversa, non scontata. L’operetta è in un certo senso l’antenata del musical, e forse in Italia faremmo bene a continuare a proporla, perché riempie sempre i teatri e, nel novanta per cento dei casi, i testi o sono nati in italiano o sono adattamenti talmente consolidati da non suonare forzati come capita a volte nelle versioni italiane dei Musical di Broadway.

In più l’Operetta a Vicenza è programmata di domenica pomeriggio. Scelta perfetta. Intanto pensando all’età media del pubblico, dato che una persona non giovanissima fa fatica ad uscire dopo le otto di sera, anche in considerazione del fatto che sono spettacoli che raramente durano meno di due ore e mezza. Poi perché andando a teatro di pomeriggio poi si può finire la serata cenando fuori senza fare troppo tardi. E poi perché si combatte la malinconia da sera del dì di festa.

Quest’anno i titoli proposti dal Comunale sono stati due: Ballo al Savoy e La Principessa della Czarda. Entrambi portati in scena dalla Compagnia Teatro Musica Novecento (come i posti del teatro… forse un segno di buon auspicio?), trentennale Compagnia di Reggio Emilia che in tema di operette è tra le migliori d’Italia.

operetta a vicenza
L’ensemble nel finale di Ballo al Savoy

La prima, in scena a febbraio, è stata Ballo al Savoy, su musica di Paul Abraham e libretto di Alfred Grünwald e Fritz Löhner-Beda. La trama, ambientata nel lussuoso albergo Savoy dove sta per avere luogo un gran ballo, racconta le peripezie di Aristide (interpretato da Antonio Colamorea) un ex rubacuori, che per via di uno strano testamento dovrebbe tradire la moglie Maddalena (Renata Campanella) per non perdere una cospicua eredità e che si trova a interagire con una soubrette di varietà, Daisy Darlington (Silvia Felisetti) che è anche – in incognito – l’autrice delle musiche più in voga del momento. A reggere le fila dei vari sotterfugi ed equivoci – con amici e servitori più o meno premurosi che cercano di risolvere la situazione (interpretati da Fulvio Massa, Marco Falsetti e Alessandro Garuti)  – è il pittoresco Mustafà, ospite del Savoy con tutto il suo seguito di mogli, interpretato dal capo comico e regista dello spettacolo Alessandro Brachetti. La trama non è particolarmente profonda e il lieto fine si vede all’orizzonte sin dalla prima battuta, ma l’operetta è così, e siamo grati agli autori di non aver cambiato il copione per adattarlo alla mentalità odierna. Anche perché non ce n’è bisogno, ci sarà forse qualche battuta che oggi definiamo sessista, ma nel Ballo al Savoy emergono ben due figure femminili all’avanguardia, la moglie dell’ex rubacuori, innamorata e dolce ma anche ben decisa a far valere i suoi diritti di legittima consorte, e la soubrette Daisy Darlington, che sa comporre musica e per far sì che i suoi lavori vengano accettati dai produttori e dal pubblico finge di essere un uomo. Lo spettacolo scivola via veloce, coinvolgente e divertente, tanto che quando cala il sipario, sembra quasi impossibile che siano passate oltre due ore.

operetta
Renata Campanella e Antonio Colamorea nella principessa della Czarda

Anche la principessa della Czarda, musica di Emmerik Kalman e libretto di Leo Stein e Bèla Jenbak, andata in scena a fine marzo, è un titolo celebre per gli appassionati. Anche qui la trama, esile ma articolata quanto basta per catturare l’attenzione del pubblico, è il pretesto per gag divertenti, cori, duetti e assoli trascinanti e piacevoli numeri d’ensemble di danza e canto. La storia parla ancora una volta di sono amori contrastati, e stavolta il problema è la differenza di ceto. Il giovane principe Edvino (ancora il bravo Colamorea) è innamorato di Sylvia Varescu, la principessa del titolo, che però realtà è principessa solo di nome… d’arte, in quanto è una bravissima artista ma senza sangue blu (le dà volto e voce, splendida, ancora Renata Campanella). Un amore impossibile dunque, perché Edvino è di discendenza nobile di un casato dal nome impronunciabile pure per coloro che vi appartengono. Con le intrusioni del conte Boni (Brachetti) e della contessina Stasi (la brillante Felisetti), unica a saper pronunciare correttamente il nome del casato di Edvino, e le trovate del Marchese Feri, del generale Rushdorf e del Principe Leopoldo (Fulvio Massa, Francesco Mei e Marco Falsetti) anche qui l’amore trionferà, non senza sotterfugi, finzioni, anelli inghiottiti per sbaglio e tanto divertimento.

La compagnia Novecento sa il fatto suo, l’orchestra dal vivo Cantieri d’Arte diretta dal maestro Stefano Giaroli è un valore aggiunto (dipendesse da me, renderei obbligatorio suonare dal vivo in tutti gli spettacoli dove c’è accompagnamento musicale) e c’è pure un corpo di ballo stabile che fa da contorno, e anche questo è un segnale di serietà professionale, perché non sono molte le compagnie che si impegnano a tenere attivo anche il corpo di ballo. Il regista e capocomico Alessandro Brachetti è una garanzia, il ritmo è sempre vivace e in entrambe le rappresentazioni, al calare del sipario, il pubblico vicentino è rimasto ad applaudire e a salutare gli attori fino in fondo. Che per un pubblico che normalmente a fine spettacolo si esibisce in scatti verso l’uscita da fare invidia a Bolt, significa davvero che il gradimento è stato tanto.

Innovaway si espande negli Stati Uniti

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Innovaway, fornitore di servizi di trasformazione digitale, annuncia la sua espansione negli Stati Uniti in occasione dell’evento di lancio intitolato “Innovaway. Il tuo partner digitale di fiducia. Ora negli USA”, presso la sede centrale dell’Agenzia per il Commercio Estero (ICE) a New York.

“Questa mossa strategica segna un nuovo capitolo nella crescita dell’azienda, posizionando Innovaway come partner di fiducia per le organizzazioni che desiderano abbracciare l’innovazione, promuovere l’efficienza e scalare le operazioni in un panorama sempre più digitale e competitivo”, si legge in una nota. Con oltre 25 anni di esperienza, Innovaway offre un portfolio diversificato di soluzioni e servizi IT.

“Nell’ambito dell’infrastruttura IT, del cloud e della sicurezza, l’azienda progetta e gestisce ambienti scalabili e sicuri che garantiscono prestazioni e affidabilità. I servizi dati consentono ai clienti di sfruttare strumenti avanzati di analisi e gestione dei dati, trasformando le informazioni in insight fruibili. Innovaway fornisce inoltre soluzioni digitali e software all’avanguardia, aiutando le aziende a sviluppare applicazioni innovative e a migliorare l’esperienza utente – prosegue la nota -. La presenza negli Stati Uniti, rafforzata dal nuovo hub di Philadelphia, consente all’azienda di offrire soluzioni innovative e personalizzate ai clienti americani, sfruttando al contempo conoscenze e capacità di delivery globali. Con attività consolidate in Italia e in Europa, Innovaway coniuga l’agilità del servizio locale con la potenza della scala internazionale”.

“La nostra espansione negli Stati Uniti è più di una semplice iniziativa geografica: è un impegno strategico per offrire ai nostri clienti un valore trasformativo in uno dei mercati più dinamici e innovativi al mondo”, ha dichiarato Antonio Giacomini, CEO di Innovaway . “Portiamo con noi una solida esperienza nella risoluzione di sfide complesse attraverso tecnologie all’avanguardia e soluzioni IT personalizzate, e siamo entusiasti di poter ora offrire questa competenza direttamente ai clienti statunitensi che desiderano crescere, modernizzare e affermarsi nei loro settori”, ha aggiunto.

Concentrandosi su soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, sull’automazione e sulle architetture cloud-native, Innovaway aiuta le organizzazioni a ridefinire i propri modelli operativi e a raggiungere nuovi livelli di agilità aziendale. Queste tecnologie non sono solo strumenti, ma catalizzatori per un’innovazione incentrata sul cliente e una crescita sostenibile, un approccio che ha già dimostrato successo in diversi settori, tra cui finanza e assicurazioni, settore pubblico, sanità, servizi di pubblica utilità e commercio al dettaglio.

“Comprendiamo le sfide e le opportunità uniche del mercato statunitense. Combinando la nostra esperienza internazionale con una solida presenza locale e capacità nearshore, siamo in una posizione unica per aiutare le aziende americane ad accelerare il loro percorso di trasformazione digitale”, ha dichiarato Philippe Rouvrais, Chief International Business Officer di Innovaway.

“Che si tratti di ottimizzare l’infrastruttura IT, migrare al cloud, sfruttare l’intelligenza artificiale o scalare le operazioni, il nostro obiettivo è essere il partner strategico affidabile che contribuisce al successo dei nostri clienti”, ha aggiunto. L’ingresso di Innovaway negli Stati Uniti avviene in un momento in cui le aziende sono sottoposte a una crescente pressione per modernizzare le infrastrutture, adottare insight basati sull’intelligenza artificiale e mantenere l’agilità su larga scala.

Il valore dell’azienda “risiede nella sua capacità di integrare perfettamente l’infrastruttura globale con la distribuzione locale, offrendo supporto personalizzato e soluzioni IT su misura senza compromettere velocità o efficienza – prosegue la nota -. Questa struttura unica consente a Innovaway di offrire modelli di coinvolgimento flessibili, che spaziano dal supporto progettuale mirato a breve termine a programmi di trasformazione digitale completi e a lungo termine. Un elemento chiave di differenziazione per Innovaway è il suo solido ecosistema di servizi. L’azienda collabora con i migliori fornitori di tecnologia e investe nella promozione dei talenti locali, garantendo ai suoi clienti statunitensi sia l’innovazione globale che la reattività locale. Questo modello incentrato sull’ecosistema consente a Innovaway di implementare rapidamente soluzioni scalabili, sicure e in linea con gli obiettivi strategici dei clienti. Che si tratti di fornire servizi gestiti end-to-end, di potenziare i team interni con talenti specializzati o di fornire consulenza specialistica sulla migrazione al cloud e sulla trasformazione digitale, Innovaway rimane concentrata su un obiettivo: consentire ai clienti di crescere più rapidamente, operare in modo più intelligente e innovare con sicurezza”.

– Foto Il Newyorkese –

(ITALPRESS)

 

Lazio sconfitta in Norvegia, il Bodo Glimt vince 2-0

BODO (NORVEGIA) (ITALPRESS) – La Lazio perde nettamente il primo round dei quarti di finale di Europa League: in Norvegia, infatti, il Bodo Glimt domina in lungo e in largo la squadra di Baroni e vince nettamente e meritatamente per 2-0. I norvegesi entrano meglio in campo e al 6′ sfiorano già il gol con Hauge: l’ex milanista vince un rimpallo con Guendouzi e prova il piatto destro sul secondo palo, trovando la super risposta di Mandas. Tornato titolare anche in Europa, il portiere greco è di gran lunga il migliore dei suoi. Il Bodo/Glimt tiene in mano il pallino del gioco e in diverse occasioni si ritrova a palleggiare anche in area della Lazio, con Berg e Hauge ancora protagonisti con occasioni fuori misura. La Lazio fatica a costruire e soffre la pressione alta dei padroni di casa. Zaccagni prova a far guadagnare metri ai suoi, ma l’unica occasione biancoceleste è un colpo di testa di Marusic troppo centrale. In qualche modo, però, si arriva all’intervallo sullo 0-0.
La parità è destinata a durare poco, pochissimo. Al 47′, infatti, ecco il vantaggio del Bodo Glimt: Hauge trova lo spazio per innescare Blomberg che, tutto solo, ha il tempo di servire in area Saltnes, che batte l’incolpevole Mandas. Al 64′ il tanto atteso ritorno in campo di Castellanos, che rileva uno spento Pedro. Ma nemmeno l’argentino riuscirà a dare la scossa ai capitolini, che anzi subiscono il raddoppio al 69′. Ancora protagonista Hauge con una penetrazione centrale, poi il servizio in area per lo stesso Saltnes che trova il giusto tocco sotto per battere ancora Mandas. Il portiere greco è miracoloso in altre due situazioni, prima su un doppio inserimento di Saltnes, negandogli la tripletta, e poi in pieno recupero con un grande intervento su Bjortuft su cross di Berg. In mezzo, l’unico squillo della Lazio è di Tchaouna, che all’88’ spara alle stelle dal limite. Ora testa al ritorno dell’Olimpico della prossima settimana, dove servirà la miglior versione della squadra di Baroni. E in mezzo c’è il derby di domenica contro la Roma.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Il Bodo scioglie la Lazio, 2-0 nell’andata dei quarti di Europa League

BODO (NORVEGIA) (ITALPRESS) – La Lazio perde nettamente il primo round dei quarti di finale di Europa League: in Norvegia, infatti, il Bodo Glimt domina in lungo e in largo la squadra di Babroni e vince nettamente e meritatamente per 2-0.

I norvegesi entrano meglio in campo e al 6′ sfiorano già il gol con Hauge: l’ex milanista vince un rimpallo con Guendouzi e prova il piatto destro sul secondo palo, trovando la super risposta di Mandas. Tornato titolare anche in Europa, il portiere greco è di gran lunga il migliore dei suoi. Il Bodo/Glimt tiene in mano il pallino del gioco e in diverse occasioni si ritrova a palleggiare anche in area della Lazio, con Berg e Hauge ancora protagonisti con occasioni fuori misura. La Lazio fatica a costruire e soffre la pressione alta dei padroni di casa.

Zaccagni prova a far guadagnare metri ai suoi, ma l’unica occasione biancoceleste è un colpo di testa di Marusic troppo centrale. In qualche modo, però, si arriva all’intervallo sullo 0-0. La parità è destinata a durare poco, pochissimo. Al 47′, infatti, ecco il vantaggio del Bodo Glimt: Hauge trova lo spazio per servire Blomberg che, tutto solo, ha il tempo di servire in area Saltnes, che batte l’incolpevole Mandas.

Al 64′ il tanto atteso ritorno in campo di Castellanos, che rileva uno spento Pedro. Ma nemmeno l’argentino riuscirà a dare la scossa ai capitolini, che anzi subiscono il raddoppio al 69′. Ancora protagonista Hauge con una penetrazione centrale, poi il servizio in area per lo stesso Saltnes che trova il giusto tocco sotto per battere ancora Mandas.

Il portiere greco è miracoloso in altre due situazioni, prima su un doppio inserimento di Saltnes, negandogli la tripletta, e poi in pieno recupero con un grande intervento su Bjortuft su cross di Berg. In mezzo, l’unico squillo della Lazio è di Tchaouna, che all’88’ spara alle stelle dal limite. Ora testa al ritorno dell’Olimpico della prossima settimana, dove servirà la miglior versione della squadra di Baroni. E in mezzo c’è il derby di domenica contro la Roma.

IL TABELLINO

BODO GLIMT (4-3-3): Haikin 6.5; Sjovold 6.5, Gundersen 6, Bjortuft 6.5, Bjorkan 6; Evjen 7, Berg 7.5, Saltnes 8 (41′ st Brunstad Fet sv); Blomberg 7 (41′ st Maatta sv), Hogh 6.5 (36′ st Helmersen sv), Hauge 7.5.

In panchina: Faye Lund, Brondbo, Nielsen, Moe, Sorli, Hansen.

Allenatore: Knutsen 7.

LAZIO (4-2-3-1): Mandas 7.5; Hysaj 5 (1′ st Lazzari 5), Gila 5.5, Romagnoli 5.5, Marusic 5.5; Guendouzi 5, Vecino 5; Isaksen 5.5 (36′ st Tchaouna sv), Pedro 5.5 (19′ st Castellanos 6), Zaccagni 6 (36′ st Noslin sv); Dia 5 (1′ st Dele-Bashiru 5.5).

In panchina: Furlanetto, Provedel, Gigot.

Allenatore: Baroni 5.5.

ARBITRO: Oliver (Inghilterra) 7.

RETI: 2′ st e 24′ st Saltnes.

NOTE: serata parzialmente nuvolosa, neve leggera nel secondo
tempo. Terreno in buone condizioni.

Ammoniti: Zaccagni, Castellanos, Romagnoli. Angoli: 1-4. Recupero: 0 pt, 3′ st.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

Giuramento congiunto per gli allievi marescialli di Esercito e Aeronautica

VITERBO (ITALPRESS) – Si è svolta presso la Scuola Sottufficiali dell’Esercito la cerimonia di Giuramento congiunto degli Allievi Marescialli del 27° Corso dell’Esercito Italiano e dell’omologo Corso dell’Aeronautica Militare.

L’evento è stato presieduto dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, e di numerose autorità militari, civili e religiose.

Durante la cerimonia hanno giurato fedeltà alla Repubblica Italiana e alle sue Istituzioni 132 Allievi Marescialli del Corso “Volontà” della Scuola Sottufficiali dell’Esercito e 296 Allievi Marescialli del Corso “Izar II” della Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare.

La cerimonia è iniziata con l’ingresso del Gonfalone della città di Viterbo e della Provincia di Viterbo, seguito dai Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e dalle Bandiere dei due Istituti di formazione. Successivamente, il Comandante della Scuola Sottufficiali dell’Esercito, Generale di Divisione Maurizio Taffuri, e il Comandante della Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare, Colonnello Gianluca Spina, hanno pronunciato la formula del Giuramento.

L’importanza del momento è stata sottolineata dal “Lo giuro” gridato all’unisono da parte degli Allievi Marescialli ed è stata suggellata dal sorvolo di una formazione di elicotteri TH-500 e HH-139 dell’Aeronautica Militare, accompagnato da una salva tricolore di artiglieria.

“Sono qui per voi, per onorare la vostra scelta. Davanti alle vostre famiglie, che provano un orgoglio immenso, ma anche un velo di malinconia: è naturale, quando si vede un figlio diventare grande – ha detto il Ministro della Difesa, Guido Crosetto nel suo intervento -. Oggi, però, per i genitori c’è un motivo in più per essere orgogliosi: i vostri figli e le vostre figlie hanno giurato di proteggere tutti noi. In un tempo in cui tutto sembra incerto, hanno promesso fedeltà ai valori su cui si basano le Forze Armate, che non cambiano con il tempo, semplici da pronunciare ma difficili da vivere. Valori che voi avete scelto di custodire e onorare. Dovete ora avere la forza di distinguere tra il bene e il male, tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Non sono qui solo per passare in rassegna e guardavi con rispetto, ma per ringraziarvi a nome delle Istituzioni e per darvi il benvenuto nella grande famiglia della Difesa. A voi affidiamo il futuro del Paese”.

“Allievi del 27° Corso “Volontà, a breve diventerete comandanti di plotone: abbiate sempre il coraggio di assumere decisioni, siate proattivi, abbiate iniziativa, pensate fuori dagli schemi, curate nel dettaglio l’addestramento, date l’esempio, siate soldati!”, ha affermato il Generale D. Taffuri nel suo intervento “sono sicuro che farete del vostro meglio per onorare la fiducia che vi è stata accordata, consapevoli dell’importanza del vostro ruolo e del valore che saprete offrire in ogni circostanza, anche a costo della vita””.

A seguire, ha preso la parola il Colonnello Spina che, rivolgendosi ai giovani allievi, li ha così esortati “questo è solo l’inizio di un percorso che, passando per traguardi successivi, vi porterà ad obiettivi sempre più ambiziosi”. Poco prima della formula di giuramento aggiunge “amate e rispettate le istituzioni del Paese e siate pronti a difenderle con sacrificio ed onore. Affrontate le prossime sfide con determinazione e gridate con intima convinzione il vostro orgoglio, il vostro impegno e l’amore per la vita che avete scelto e dell’uniforme che indossate”.

Erano presenti anche i responsabili della formazione delle due Forze Armate, il Generale di Corpo d’Armata Carlo Lamanna, Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, e il Generale di Squadra Aerea Silvano Frigerio, Comandante delle Scuole dell’Aeronautica Militare e della 3^ Regione Aerea.

All’evento hanno partecipato, inoltre, le più alte autorità del territorio, tra cui il Prefetto di Viterbo Gennaro Capo e il Presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli.

La cerimonia è stata scandita dalle note di una Banda Musicale mista, composta da militari dell‘Esercito Italiano e dell’Aeronautica Militare. Successivamente, si è svolto il Battesimo del 27° Corso Marescialli dell’Aeronautica Militare, che ha assunto il nome di “Izar II”.

Subito dopo si è tenuta la tradizionale benedizione del Gagliardetto, che è passato dalle mani del Presidente Capo dei Sottufficiali, Graduati e Militari di Truppa dell’Aeronautica Militare, 1° Lgt Mario Bonaventura, a quelle del Padrino del Corso (Capo Corso dell’Izar I), e successivamente al Capo Corso, in un simbolico passaggio di consegne che rappresenta la continuità dei valori e delle tradizioni tra generazioni di marescialli.

La cerimonia si è conclusa con l’aviolancio di una squadra di paracadutisti della Brigata “Folgore” che ha effettuato un atterraggio di precisione dispiegando il Tricolore e le Bandiere con lo stemma araldico dei due Istituti di Formazione.

– Foto Ufficio stampa Esercito –

(ITALPRESS)

I Reali Uk lasciano l’Italia, Mattarella alla cerimonia di congedo

FORLI’ (ITALPRESS) – L’esecuzione dell’inno nazionale britannico e di quello italiano tra i momenti della cerimonia di congedo di re Carlo III e della regina Camilla, all’aeroporto di Forlì, al termine della loro visita di Stato in Italia. A salutare i reali anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura.

sat/mca3

(fonte video: Quirinale)

A Musetti il derby contro Berrettini a Montecarlo, Tsitsipas l’avversario ai quarti

MONTECARLO (MONACO) (ITALPRESS) – Va a Lorenzo Musetti il derby tutto azzurro con Matteo Berrettini negli ottavi di finale del “Rolex Monte-Carlo Masters”, primo Masters 1000 sulla terra battuta della stagione in corso al Country Club nel Principato di Monaco, con un montepremi totale pari a 6.128.940 euro.

Il tennista carrarino, testa di serie numero 13, si è imposto sul romano in due set, con il punteggio di 6-3 6-3. “Felice e orgoglioso” il toscano. “Bloccato e dispiaciuto” il romano. Questo lo stato d’animo rispettivamente di Musetti e Berrettini dopo il derby che è valso la qualificazione ai quarti del torneo monegasco.

“Quello di oggi – le dichiarazioni di Musetti riportate da Supertennis è stato un match molto difficile da preparare. Penso sia stata la miglior prestazione stagionale, sono felice e orgoglioso per come ho gestito l’incontro in termini di strategia. Giocare contro un connazionale è qualcosa di molto particolare perché subentrano tanti fattori emotivi. Sono soddisfatto di non aver concesso nemmeno una palla break, contava essere concreti ed era importante avere chiare le idee sulle tattiche da utilizzare, più che pensare a ricercare la perfezione e il bel gioco. Si è visto un Berrettini un po’ in difficoltà a livello fisico, ma io sono riuscito a portarlo dovevo volevo e questo significa che, assieme al mio team, la partita è stata preparata bene”.

“Matteo – prosegue nella sua analisi Musetti fa molto male quando si gira per colpire con lo sventaglio e per questo motivo ho cercato di giocargli sul diritto, visto che da quella parte fa un po’ più fatica. Ho risposto quasi sempre al suo servizio e sono stato anche bravo a utilizzare tutte le variazioni in mio possesso”.

Per un posto in semifinale Musetti se la vedrà con Stefanos Tsitsipas, sesta forza del seeding, che si è imposto negli ottavi contro il portoghese Nuno Borges con un rapido 6-1 6-1. “È passato parecchio tempo dalla nostra ultima partita – ha detto Musetti sulla prossima sfida – . Ora ho una maturità diversa, oltre a una maggiore esperienza, ed è cambiato anche il mio atteggiamento. Il match di oggi deve darmi fiducia e consapevolezza di poter portare a casa anche la sfida con Stefanos, un giocatore che fa molto male con la combinazione servizio-diritto e che si muove bene sul rosso nonostante le lunghe leve. Anche domani avrò bisogno della solidità dal punto di vista tattico”, ha commentato il toscano.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

Barcellona “Incertezza per imprese, Camere Commercio al loro fianco”

PALERMO (ITALPRESS) – “Il sistema delle Camere di Commercio è pronto a supportare al massimo le imprese in una fase di grande incertezza come quella attuale”. Lo ha detto Guido Barcellona, segretario generale della Camera di Commercio Palermo Enna, a margine di un convegno sugli “Adeguati assetti e strumenti organizzativi, normativi, amministrativi, tributari e finanziari per le imprese come nuove opportunità di sviluppo”, organizzato a Palermo, in Camera di Commercio, da MFLaw.

col/sat/gsl