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Us Open, il derby Sinner-Musetti nella notte fra domani e giovedì. Alcaraz vola in semifinale

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Cresce l’attesa per il derby azzurro fra Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, valevole per i quarti di finale degli Us Open, quarta e ultima prova stagionale del Grande Slam, in corso sui campi in cemento del Flushing Meadows Park, a New York. Il match andrà in scena nella notte fra domani e giovedì intorno alle 2.30 italiane. Per la precisione si tratta della seconda partita in programma sull’Arthur Ashe Stadium, nella sessione serale, a seguire del match femminile fra Muchova e Osaka (che comincerà quando in Italia sarà l’una di notte).

Nei “precedenti” fra i due conduce 2-0 Sinner. L’altoatesino si è imposto nel 2021 ad Anversa, sul duro indoor, per 7-5 6-2. A ruota Sinner ha vinto il confronto diretto del 2023, sulla terra rossa di Montecarlo, col punteggio di 6-2 6-2. Infine, sempre nel 2023, non è andato in scena per poco il terzo atto della sfida fra i due, che si sarebbero dovuti affrontare nei quarti di finale del torneo di Barcellona, quando però un’ora prima del match l’altoatesino diede forfait per il peggioramento di uno stato influenzale. Quella di domani, quindi, sarà la terza sfida effettiva fra Sinner e Musetti nel circuito internazionale maggiore. Ma sarà soprattutto la prima storica partita fra due azzurri nei quarti di finale di una prova del Grande Slam.

ALCARAZ NON SI FERMA, E’ IN SEMIFINALE

Carlos Alcaraz è il primo semifinalista dell’Us Open. Il tennista spagnolo, testa di serie numero 2, si è imposto nei quarti sul ceco Jiri Lehecka, 20esima forza del seeding, con il punteggio di 6-4 6-2 6-4. Per un posto in finale Alcaraz se la vedrà con il vincente del quarto tra lo statunitense Taylor Fritz, numero 4 del torneo, e il serbo Novak Djokovic, settimo del tabellone.

KREJCIKOVA KO, PEGULA PRIMA SEMIFINALISTA

Jessica Pegula è la prima semifinalista dell’Us Open femminile, ultimo Slam stagionale in corso sul cemento newyorkese di Flushing Meadows. La tennista statunitense, testa di serie numero 4, ha liquidato nei quarti la ceca Barbora Krejcikova con il punteggio di 6-3 6-3. Per un posto in finale Pegula se la vedrà con la vincente del quarto tra la bielorussa Aryna Sabalenka, numero 1 del tabellone e della classifica Wta, e l’altra ceca Marketa Vondrousova.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Us Open, il derby Sinner-Musetti nella notte fra domani e giovedì

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Cresce l’attesa per il derby azzurro fra Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, valevole per i quarti di finale degli Us Open, quarta e ultima prova stagionale del Grande Slam, in corso sui campi in cemento del Flushing Meadows Park, a New York. Il match andrà in scena nella notte fra domani e giovedì intorno alle 2.30 italiane. Per la precisione si tratta della seconda partita in programma sull’Arthur Ashe Stadium, nella sessione serale, a seguire del match femminile fra Muchova e Osaka (che comincerà quando in Italia sarà l’una di notte).

Nei “precedenti” fra i due conduce 2-0 Sinner. L’altoatesino si è imposto nel 2021 ad Anversa, sul duro indoor, per 7-5 6-2. A ruota Sinner ha vinto il confronto diretto del 2023, sulla terra rossa di Montecarlo, col punteggio di 6-2 6-2. Infine, sempre nel 2023, non è andato in scena per poco il terzo atto della sfida fra i due, che si sarebbero dovuti affrontare nei quarti di finale del torneo di Barcellona, quando però un’ora prima del match l’altoatesino diede forfait per il peggioramento di uno stato influenzale. Quella di domani, quindi, sarà la terza sfida effettiva fra Sinner e Musetti nel circuito internazionale maggiore. Ma sarà soprattutto la prima storica partita fra due azzurri nei quarti di finale di una prova del Grande Slam.

– Foto IPA Agency –

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Taglio delle tasse e riforma Irpef, Schifani vola a Roma e incontra Giorgetti

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PALERMO (ITALPRESS) – Riforma fiscale e autonomia finanziaria siciliana al centro dell’incontro di oggi pomeriggio al ministero dell’Economia tra il titolare del dicastero, Giancarlo Giorgetti, e il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Presenti anche il ragioniere generale dello Stato, Daria Perrotta, l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Dagnino, e il ragioniere generale della Regione, Ignazio Tozzo.

Sul tavolo, si legge in una nota, i possibili effetti della riforma Irpef sul bilancio dell’Isola. Schifani, intervenuto in prima persona, pur ribadendo la condivisione della misura fiscale approvata dal governo nazionale, soprattutto per i benefici attesi sulle classi medie, ha messo in evidenza che la Regione rischia di subire dal 2025 un calo di gettito stimato in circa 500 milioni all’anno, proprio mentre il governo siciliano è impegnato in un percorso virtuoso nella gestione dei conti pubblici. Da qui la richiesta di un “adeguato ristoro” da parte dello Stato, sottolinea la nota della Regione Siciliana. Il governatore ha inoltre chiesto la riattivazione del tavolo bilaterale con il Mef, per affrontare alcune questioni considerate decisive per la piena attuazione dell’autonomia finanziaria siciliana e in particolare dell’articolo 37 dello Statuto in tema di attribuzione alla Regione della quota dei redditi prodotti dalle imprese che hanno la sede centrale fuori del territorio dell’Isola, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti. Tra gli altri temi segnalati, il riconoscimento delle imposte di bollo sui rapporti bancari e finanziari avviati in Sicilia e il contributo unificato relativo ai procedimenti giudiziari pendenti.

Al termine dell’incontro, prosegue la nota, il ministro Giorgetti ha dato piena disponibilità ad aprire un dialogo costruttivo con la Regione, per definire con precisione l’ammontare dei ristori da riconoscere e per approfondire le questioni legate alla piena attuazione delle norme finanziarie dello Statuto. L’argomento sarà al centro del tavolo bilaterale che, secondo quanto emerso, sarà convocato a breve.

“Sono soddisfatto – dice Schifani – dell’esito dell’incontro, che è servito a consolidare il rapporto tra esecutivo nazionale ed esecutivo regionale nel riconoscimento dello sforzo che il mio governo sta mettendo in atto per poter definitivamente azzerare entro la fine della legislatura il notevole disavanzo finanziario ereditato. Siamo fiduciosi nelle rassicurazioni del ministro Giorgetti per individuare rapidamente un adeguato ristoro da parte dello Stato”.

-Foto IPA Agency-
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Calano le liste d’attesa per la cataratta, Zaia “Grande gioco di squadra”

VENEZIA (ITALPRESS) – La lotta alle liste d’attesa in sanità, avviata da tempo dalla Regione Veneto, sta via via producendo ottimi effetti. In generale, ma anche sul difficile fronte della diffusa patologia della cataratta che, alla fine del 2024, presentava una lista media di attesa di circa 12,5 mesi ma, grazie al Piano straordinario 2025 (da marzo 2025 a febbraio 2026) e 1,7 milioni di investimento, ha registrato un incremento di attività pari a più 34% di interventi rispetto al 2024, con la conseguenza di un forte calo delle prescrizioni scadute e un primo calo della lista d’attesa complessiva. A Fine agosto il computo era di 42.966 pazienti con prescrizione non scaduta e 7.627 con prestazione scaduta, frutto di un calo del 3,7% a giugno, del 4% a luglio e del 7,9% ad agosto.

Questi e altri significativi dati, sono stati presentati nel corso di un punto stampa dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che era affiancato dall’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e dal Direttore Generale della Sanità Veneta, Massimo Annicchiarico. “In Veneto – ha detto Zaia – si registrano circa il 10% dei 650 mila interventi l’anno in Italia, per una patologia intimamente legata all’invecchiamento della popolazione alla quale abbiamo deciso di dare una risposta forte con il nostro Piano specifico, anche per incidere sul piano psicologico perché, per un anziano, 12 mesi d’attesa più 6 per la prima visita costituiscono una grossa fonte d’ansia, anche se i 12 mesi per l’intervento sono il tempo corretto secondo le norme nazionali. Oggi – ha rivelato Zaia – siamo in grado di operare circa 50 mila pazienti l’anno, che sono di più della somma di quelli in lista e con lista scaduta. Per questi ultimi pensiamo di azzerare il tutto entro l’anno. Aiutano molto anche i successi tecnici dei nostri bravissimi specialisti, che hanno progredito al punto che alcuni di loro già sono arrivati a operare entrambi gli occhi in una sola seduta. C’è stato e ci sarà un grande gioco di squadra tra Regione, Ullss e operatori sanitari, che ringrazio tutti indistintamente per la disponibilità”. 

“Con il Piano – ha precisato l’Assessore Lanzarinpuntiamo ad azzerare le prescrizioni scadute entro 12 mesi. Già oggi stiamo vedendo un calo importante e anche una prima discesa della lista complessiva. L’efficienza organizzativa è stata una delle chiavi del successo – ha aggiunto –perché sono stati privilegiati i modelli più performanti, evitando di spalmare le risorse in maniera indifferenziata, al punto che con il milione e 700 mila euro di cui è dotato il Piano si ottiene un aumento dell’attività chirurgica di oltre un terzo. Un rapporto costi-benefici molto favorevole. Se il Piano proseguirà – ha concluso Lanzarin – il Veneto potrebbe portare le attese reali sotto l’anno in maniera stabile, con effetti sulla qualità della vita di migliaia di anziani”.

-Foto Regione Veneto-
(ITALPRESS).

Hi-Tech & Innovazione Magazine – 2/9/2025

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ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– La banca digital piace sempre di più
– Cresce il mercato dei robot logistici
– Intelligenza artificiale, un bando europeo per la sicurezza
fsc/azn

Fiat e Fiat Professional si confermano al vertice del mercato italiano

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TORINO (ITALPRESS) – FIAT e Fiat Professional ad agosto si riconfermano leader in Italia sia nel mercato delle vetture sia nel mercato dei veicoli commerciali, infatti, in base all’elaborazione dei dati forniti da Dataforce, hanno fatto registrare 8.429 immatricolazioni pari ad una quota complessiva del 11,2% in crescita di 2,5 punti percentuali rispetto ad agosto dello scorso anno. Nel solo mercato delle vetture Fiat guida il mercato per il nono mese consecutivo con il 9,3% di quota pari a 6.253 immatricolazioni. FIAT ha mantenuto un altro punto fermo come il primato della vettura più venduta in Italia, la Pandina Hybrid, con 4.117 immatricolazioni pari ad oltre il 57% del segmento A delle citycar. Prodotta nello stabilimento italiano di Pomigliano d’Arco, l’iconica city-car assicura tutti i vantaggi di una motorizzazione ibrida efficiente, compatta, e accessibile.
Fiat si conferma anche ad agosto, leader della micromobilità con la crescita costante di Topolino che ha conquistato la leadership nel mercato dei quadricicli elettrici con oltre il 33% di quota di mercato.
Nel mercato dei veicoli commerciali, FIAT Professional è stato il brand che ha realizzato la miglior performance in Italia a luglio con 2.172 immatricolazioni pari a una quota del 27% di quota di mercato, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
Doblò Van, disponibile con motorizzazioni termiche e 100% elettriche, è il veicolo commerciale più venduto in Italia con 912 immatricolazioni pari al 44,3% di quota nel suo segmento.
Ducato, prodotto ad Atessa in Abruzzo guida la classifica nel segmento dei large van con 853 immatricolazioni ed il 29,3% di quota, mentre Scudo arriva al 19,4% di quota posizionandosi al 2° posto nel suo segmento.

foto: ufficio stampa Stellantis

(ITALPRESS).

È morto Emilio Fede, aveva 94 anni. Fu il primo ad annunciare l’inizio della guerra del Golfo

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MILANO (ITALPRESS) –  Si è spento a 94 anni Emilio Fede. Nato a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, Il giornalista e scrittore era ricoverato in una residenza sanitaria alle porte di Milano. I funerali si svolgeranno giovedì presso la parrocchia Dio Padre a Milano 2. E’ stato direttore del TG1, Studio Aperto e ha condotto il TG4 dal 1º giugno 1992 al 28 marzo 2012. “Hanno attaccato, hanno attaccato”. Era il 16 gennaio del 1991 ed Emilio Fede, nella sua seconda vita da giornalista nelle reti del Biscione, è il primo ad annunciare l’inizio della guerra del Golfo. Dal suo piccolo telegiornale, Studio Aperto, nel giorno del debutto su Italia1, riesce a rifilare un buco enorme alla concorrenza, in primis alla corazzata Rai, all’azienda che per 25 anni è stata casa sua e dove lui da semplice cronista arriva a dirigere il tg della rete ammiraglia. E qualche mese dopo altro buco: è il primo in tv a dare la notizia della cattura dei due piloti italiani Bellini e Cocciolone.

EMILIO FEDE, QUELLA NOTTE IN CUI TUTTO EBBE INIZIO / DI CLAUDIO BRACHINO

La vita e la carriera di Emilio Fede da Barcellona Pozzo di Gotto ha un prima e un dopo l’incontro con Silvio Berlusconi. Nel prima c’è il Fede giornalista della tv di Stato, che si forma in quella straordinaria palestra che fu il Tv7 di Sergio Zavoli, del Fede inviato di guerra in Africa, delle mine in Angola esplose ad un passo dai suoi piedi, delle sue inchieste. Nel dopo c’è l’esperienza di Fininvest ma anche le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il cerchio magico berlusconiano svelando i party di Arcore.

Nel 1976 viene promosso alla conduzione del Tg1. Nel 1977, con l’addio al bianco e nero Fede viene scelto per condurre l’edizione di lancio del tg a colori. La scalata nella redazione del telegiornale del primo canale tocca il suo apice nel 1981 con l’affidamento della direzione della testata. E’ lui che decide di seguire la sorte del piccolo Alfredino Rampi con una lunga diretta; posiziona le telecamere dinanzi quel pozzo di Vermicino che inghiotte un bimbo di sei anni e le speranze di un’Italia incollata alla tv. Un anno e mezzo alla direzione, prima di passare il testimone ad Albino Longhi. In Rai rimarrà fino all’87, da un lato un processo per gioco d’azzardo, dall’altro equilibri politici modificati decretano la fine dell’esperienza di Fede alla Rai. Ed è a quel punto che si reinventa, che intuisce le potenzialità di quella sterminata prateria rappresentata dalle “antenne” private.

Nell’87 l’esperienza a ReteA ma è il 1989 l’anno della svolta, l’anno in cui stringe una collaborazione con Silvio Berlusconi, del quale sarà collaboratore “fedelissimo”. Nomen omen. I suoi detrattori, accusandolo di faziosità, lo scherniscono modificando le vocali del cognome accostandolo ad un pedissequo animale da compagnia. Ingaggia battaglie con alcuni tra le voci critiche sollevatesi nei confronti dell’imprenditore dalle ambizioni istituzionali. Come quando nel 1994 chiede la testa di Indro Montanelli, direttore de “Il Giornale”, reo di essere contrario alla discesa in politica dell’allora Cavaliere. Diventa il simbolo di un giornalismo militante, partigiano, senza contare i suoi esilaranti fuori onda che alimentano intere puntate di “Striscia”.

Uno dei più noti, quando sconsolato ammette la figuraccia; ne nasce un tormentone televisivo diventato il titolo della sua biografia uscita ad aprile scorso: “Che figura di merda”. Alle critiche si sono anche unite le multe fioccate dall’Agom per il mancato rispetto della par condicio in diverse occasioni. Berlusconiano fino al midollo, non ha mai nascosto né l’amicizia né la stima trascesa nell’adulazione verso l’ex presidente del Consiglio. Un rapporto incrinatosi negli ultimi anni. Mediaset nel 2012 lo solleva dalla direzione del Tg4; due anni dopo lo licenzia definitivamente.

Anche il caso Ruby lo allontana dal suo ex datore di lavoro. I giudici di Milano gli riconoscono un ruolo importante nelle feste di Arcore, condannandolo per favoreggiamento della prostituzione. Sconterà gli arresti, vista l’età, tra i domiciliari e i servizi sociali, tra Milano e la Napoli della quale è stato sempre innamorato.

LE REAZIONI

“È con dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Emilio Fede, volto storico del giornalismo televisivo che ha accompagnato milioni di italiani per oltre mezzo secolo. Una lunga carriera la sua, iniziata in Rai negli anni Sessanta, proseguita poi da direttore del Tg1 e infine al Tg4. ‘Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede’, disse una volta: ed è con queste sue parole che lo voglio ricordare. Alle figlie Sveva e Simona e ai suoi cari giungano le condoglianze più sentite, mie personali e del Senato della Repubblica”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

“Il mio cordoglio per la scomparsa di Emilio Fede. Giornalista e volto noto del panorama televisivo italiano, è stato a lungo un protagonista dell’informazione. Ai suoi familiari e a tutti i suoi cari esprimo la mia vicinanza”. Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

“Ci ha lasciati Emilio Fede. Verrà ricordato come un grande giornalista, anche nella fase da giovane inviato in Africa. Direttore del Tg1 prima e poi del Tg4. Di lui resteranno le sue iconiche conduzioni, interprete di un nuovo modo di fare informazione, moderna e all’avanguardia. Un uomo buono con il quale spesso mi sono confrontato. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace, Emilio”. Lo scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. 

“Saluto un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell’informazione, attraverso il tempo e gli eventi. Buon viaggio Emilio”. Lo scrive sui social il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

La Presidente della Consulta Nazionale di Forza Italia ed Europarlamentare del Ppe, Letizia Moratti: Con Emilio Fede se ne va un protagonista assoluto dell’informazione italiana. Un uomo che ha segnato la storia del giornalismo televisivo con professionalità, determinazione e passione”.

“Se ne è andato Emilio Fede, e tanti – anche solo per ragioni di età – ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso”. Lo scrive su Facebook Enrico Mentana. “Emilio Fede, vent’anni prima di Berlusconi e del tg4, era già l’anchorman più conosciuto dei tg italiani – ricorda l’attuale direttore del tg di La7 -. L’ho incontrato al tg1 nel 1980, e le nostre vite professionali si sono intrecciate a più riprese. L’ho avuto anche come direttore nel 1982, un’era geologica fa. Facemmo poi, nello stesso gruppo, telegiornali completamente diversi, ma con gli occhi di oggi potrei dire che sdoganò un genere oggi ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati”. “Umanamente, anche quando eravamo molto distanti per scelte professionali, non fu mai sleale. Il resto è storia che abbiamo raccontato negli ultimi 15 anni”, conclude Mentana.

Si è spento a 94 anni Emilio Fede, giornalista e conduttore televisivo nato a Barcellona Pozzo di Gotto. Iniziò la sua carriera in Rai negli anni ’50, arrivando a ricoprire ruoli di primo piano nel giornalismo televisivo. Fu direttore del TG1 e, per oltre vent’anni, direttore e volto del TG4, diventando uno dei personaggi più noti del panorama mediatico italiano”. Così su Instagram la Regione Siciliana ricorda “il suo legame con la terra d’origine e si unisce al cordoglio dei familiari e di quanti lo hanno conosciuto e seguito nella sua lunga carriera”.

– Foto IPA Agency –

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