ROMA (XINHUA/ITALPRESS) – Un cane fotografato su un passeggino a Piazza di Spagna a Roma, in Italia, il 14 dicembre 2025.
-Foto Xinhua-
(ITALPRESS).
ROMA (XINHUA/ITALPRESS) – Un cane fotografato su un passeggino a Piazza di Spagna a Roma, in Italia, il 14 dicembre 2025.
-Foto Xinhua-
(ITALPRESS).
ROMA (XINHUA/ITALPRESS) – Delle persone si divertono tra le luci di Natale vicino a via del Corso a Roma, in Italia, il 14 dicembre 2025.
-Foto Xinhua-
(ITALPRESS).
ROMA (XINHUA/ITALPRESS) – Una coppia posa per delle foto con le luci di Natale vicino a via del Corso a Roma, in Italia, il 14 dicembre 2025.
-Foto Xinhua-
(ITALPRESS).
ROMA (ITALPRESS) – In Italia si producono ogni anno circa 190.000 tonnellate di oli lubrificanti usati, provenienti da motori, fabbriche e processi industriali. Si tratta di un materiale altamente inquinante, contaminato e di difficile gestione, che però il nostro Paese ha imparato a trasformare in una risorsa preziosa attraverso un modello di economia circolare diventato un’eccellenza mondiale. A guidare questa filiera è il Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, che dal 1984 coordina un sistema capace di recuperare il 98% del materiale raccolto, un risultato che lascia indietro gli Stati Uniti, fermi al 50%, e la media europea che si attesta al 60%.
“Prendiamo queste 190.000 tonnellate in 103.000 posti diversi in Italia, tra meccanici, fabbriche, officine, e le portiamo tutte a rigenerazione dopo un’attenta selezione”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou, in un’intervista a Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. La chiave del successo sta proprio nella selezione qualitativa del materiale: evitare di mischiare oli più o meno inquinati permette di ottimizzare il processo di rigenerazione.
Il sistema si basa su una rete di 58 imprese di raccolta, nate negli anni Sessanta prima ancora della costituzione del consorzio, e tre grandi impianti di rigenerazione distribuiti sul territorio nazionale. Complessivamente il settore impiega un paio di migliaia di persone. Dagli oli usati si ottengono bitume per guaine e impermeabilizzazioni, gasolio e soprattutto basi lubrificanti rigenerate che tornano a nuova vita in un ciclo potenzialmente infinito.
Il Conou agisce come regolatore del sistema, stabilendo standard di qualità, organizzando la logistica e incentivando le imprese a rispettare i parametri ottimali in ogni fase del processo. “Siamo come il vigile a Piazza Venezia che orientava il traffico”, spiega Piunti con una metafora. “Dobbiamo essere senza fini di lucro e indipendenti da tutti gli attori per poter coordinare efficacemente la filiera”, prosegue.
Il 2025 ha segnato risultati particolarmente positivi. Nonostante un mercato dei lubrificanti sostanzialmente stabile, il consorzio ha aumentato la raccolta recuperando anche l’olio contenuto nelle emulsioni, quelle miscele di acqua e olio utilizzate nei processi di fabbricazione, quindi oggi tutto l’olio minerale usato viene recuperato.
Il modello organizzativo consortile italiano ha attirato l’attenzione internazionale. Paesi del Sud Europa come Grecia e Spagna, che hanno adottato sistemi simili, ottengono risultati brillanti. Al contrario, dove l’economia circolare viene affidata esclusivamente al mercato, gran parte dell’olio finisce per essere bruciato invece che rigenerato. “Non si tratta di interferire sui prezzi, ma di garantire le priorità definite dalle direttive europee, che indicano la rigenerazione come obiettivo primario”, precisa il presidente del Conou.
La digitalizzazione rappresenta il futuro della filiera. Il consorzio dispone di un patrimonio imponente di dati sui flussi, le analisi e i 103.000 punti di prelievo sparsi sul territorio. E’ stata sviluppata un’app per ottimizzare il collegamento in tempo reale tra imprese di raccolta, autisti e punti di prelievo. Tuttavia, Piunti sottolinea come il fattore umano resti insostituibile: “L’autista della raccolta è un elemento fondamentale, con una professionalità e un mestiere che non so se l’intelligenza artificiale potrà mai sostituire”.
Gli obiettivi futuri del consorzio puntano sulla comunicazione e l’educazione. “Quando dico che siamo i migliori del mondo, la gente mi guarda sorpresa – sottolinea Piunti -. Dobbiamo far conoscere questo successo italiano perchè può alimentare altri successi e contribuire all’economia circolare globale”.
Il modello made in Italy della rigenerazione degli oli usati dimostra come l’economia circolare possa funzionare quando vengono combinati organizzazione efficiente, standard di qualità rigorosi e collaborazione tra tutti gli attori della filiera. Una lezione importante in un mondo dove, su 106 miliardi di tonnellate di risorse prelevate dal pianeta, solo il 7-8% viene riciclato.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
MILANO (ITALPRESS) – In Italia si producono ogni anno circa 190.000 tonnellate di oli lubrificanti usati, provenienti da motori, fabbriche e processi industriali. Si tratta di un materiale altamente inquinante, contaminato e di difficile gestione, che però il nostro Paese ha imparato a trasformare in una risorsa preziosa attraverso un modello di economia circolare diventato un’eccellenza mondiale. A guidare questa filiera è il Conou, il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, che dal 1984 coordina un sistema capace di recuperare il 98% del materiale raccolto, un risultato che lascia indietro gli Stati Uniti, fermi al 50%, e la media europea che si attesta al 60%. “Prendiamo queste 190.000 tonnellate in 103.000 posti diversi in Italia, tra meccanici, fabbriche, officine, e le portiamo tutte a rigenerazione dopo un’attenta selezione”, spiega Riccardo Piunti, presidente del Conou, in un’intervista a Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. La chiave del successo sta proprio nella selezione qualitativa del materiale: evitare di mischiare oli più o meno inquinati permette di ottimizzare il processo di rigenerazione.
Il sistema si basa su una rete di 58 imprese di raccolta, nate negli anni Sessanta prima ancora della costituzione del consorzio, e tre grandi impianti di rigenerazione distribuiti sul territorio nazionale. Complessivamente il settore impiega un paio di migliaia di persone. Dagli oli usati si ottengono bitume per guaine e impermeabilizzazioni, gasolio e soprattutto basi lubrificanti rigenerate che tornano a nuova vita. Il Conou agisce come regolatore del sistema, stabilendo standard di qualità, organizzando la logistica e incentivando le imprese a rispettare i parametri ottimali in ogni fase del processo. “Siamo come il vigile a Piazza Venezia che orientava il traffico”, spiega Piunti con una metafora. “Dobbiamo essere senza fini di lucro e indipendenti da tutti gli attori per poter coordinare efficacemente la filiera”, prosegue.
sat/gsl
ROMA (ITALPRESS) – “Se l’agricoltura europea oggi non è accompagnata da politiche adeguate ai tempi e alle necessità, tra una decina di anni non sarà più in grado più di reggere il mercato. Per questo il 18 dicembre gli agricoltori di tutti i 27 Stati membri si sono dati appuntamento a Bruxelles per una forte protesta contro le politiche della Commissione UE”. Confagricoltura spiega così le motivazioni del corteo che si annuncia la più grande manifestazione delle organizzazioni agricole nella capitale belga dopo oltre un decennio. Diverse centinaia di rappresentanti di Confagricoltura saranno presenti a Bruxelles, dove la delegazione italiana si annuncia la più numerosa, dopo quella franco-belga. Sono attesi più di diecimila sfilanti appartenenti a oltre 40 organizzazioni dei 27 Stati UE. “Le richieste si riassumono sostanzialmente in una politica agricola unitaria, con un budget idoneo e non ridotto del 20% come previsto, con meno burocrazia e una visione di crescita. Se la UE disinveste sull’agricoltura – evidenzia Confagricoltura – il rischio è di implodere di fronte alle altre potenze mondiali: sono insufficienti le risorse per la prossima Pac, inefficaci le tutele del mercato UE rispetto alla concorrenza dei prodotti che arrivano dai Paesi extra europei, e le misure annunciate per il settore primario non mettono al centro i temi della produttività, della competitività e dell’innovazione”.
“Non chiediamo sussidi – ha ribadito oggi il presidente Giansanti a Bruxelles alle Giornate Agri-Food della UE – ma incentivi in grado di garantire la produzione, la qualità e la sicurezza alimentare, oltre al futuro dei giovani agricoltori”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
GRADO (ITALPRESS) – “Un progetto importante sul quale la Regione ha creduto e investito molto, confermando la propria volontà di intervenire in modo concreto su infrastrutture di qualità, capaci di valorizzare le eccellenze del territorio e di rafforzare la competitività turistica del Friuli Venezia Giulia. Le nuove Terme Marine di Grado rappresentano un esempio virtuoso di come salute, benessere e turismo possano integrarsi in una visione di sviluppo e crescita. Un’opera che guarda al futuro della competitività turistica di Grado da qui ai prossimi decenni”. Lo ha dichiarato questa mattina il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenendo all’inaugurazione delle nuove Terme marine di Grado.
Il progetto ha riguardato la riqualificazione dello storico polo termale della città – il primo edificio risale al 1974 – con il completo rifacimento e l’ammodernamento della struttura e l’inserimento di impianti e attrezzature di ultima generazione, per un investimento regionale complessivo di oltre 16 milioni di euro.
“Le nuove Terme – ha aggiunto il governatore – sono parte di un percorso, che porteremo avanti con il Comune e con gli operatori, di riqualificazione anche dell’intera area del retrospiaggia, cruciale per Grado. Con la consapevolezza che dobbiamo cominciare a costruire i prossimi decenni: se non siamo in grado di offrire sempre qualcosa di più, di ammodernarci e rinnovarci nell’ambito dell’offerta turistica, rischiamo che anche località di straordinaria eccellenza come Grado possano, nel lungo periodo, essere penalizzate. Questo non ce lo possiamo permettere: dobbiamo continuare a investire su Grado e continuare a crederci, come testimonia l’opera che inauguriamo oggi che apre un percorso di grande prospettiva”. All’evento erano presenti, tra le altre autorità, anche l‘assessore regionale alle Attività produttive e Turismo Sergio Emidio Bini, il sindaco di Grado Giuseppe Corbatto e il presidente di Grado impianti turistici (Git), Roberto Marin.
“Una grande riqualificazione – ha affermato l’assessore Bini – sulla quale la Regione ha avuto il coraggio e la lungimiranza di investire risorse importanti, che hanno consentito di concludere i primi due lotti dell’intervento. Ma abbiamo già stanziato un’ulteriore quota di risorse che ci permetterà, nel prossimo futuro, di realizzare anche un terzo lotto, relativo a una nuova ala attigua alla struttura. Un ringraziamento particolare va a PromoTurismoFVG, che ha seguito direttamente la gestione dei lavori, riuscendo a chiudere i cantieri in tempi davvero record. Con interventi come questo – ha concluso Bini – che per bellezza e qualità dei servizi offerti hanno pochi eguali in Italia, stiamo cambiando il volto del turismo del Friuli Venezia Giulia. E i numeri ci stanno dando ragione, se si pensa che già a ottobre 2025 abbiamo superato la quota complessiva di 10 milioni di turisti”.
I lavori erano iniziati nel 2022 e hanno consentito una prima riapertura con l’operatività del primo piano. Successivamente, con il secondo lotto avviato a fine 2024, sono stati ultimati anche gli interventi sul secondo piano. È già prevista la realizzazione di un ulteriore lotto, finalizzato al potenziamento dei servizi sanitari e all’introduzione di nuovi servizi dedicati alla cura della persona e al relax.
Il rinnovamento complessivo ha dato vita a una nuova area wellness-spa con percorsi innovativi di calore e acqua, un’area interamente dedicata ai servizi beauty, spazi per trattamenti specializzati come la crioterapia e la stanza del sale, una zona relax, un centro fitness all’avanguardia e un’area medico-termale pensata anche per famiglie e bambini. Un polo del benessere che punta a diventare una destinazione internazionale di riferimento per il benessere scientifico e sostenibile, contribuendo a rafforzare l’identità di Grado come “Isola del sole e del bel vivere”, attiva 365 giorni all’anno.
-Foto Regione Friuli Venezia Giulia-
(ITALPRESS).