martedì, Dicembre 23, 2025
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A Bari un murales di 300 metri su legalità, ambiente e inclusione

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BARI (ITALPRESS) – È stato inaugurato oggi a Bari il progetto di arte partecipata “Murà”, un murales di 300 metri realizzato sul muro perimetrale del futuro Parco della Giustizia sui temi della legalità e della giustizia, dell’ambiente e dell’inclusione sociale. Il progetto, promosso dall’Agenzia del Demanio, in collaborazione con il Ministero di Giustizia e il Comune di Bari, è una delle opere di street art più significative e partecipate d’Italia, frutto di un percorso che unisce arte, ambiente e comunità. Durante l’evento, che si è svolto questa mattina in via Falcone e Borsellino alla presenza delle istituzioni, delle associazioni della società civile e degli istituti penitenziari che hanno lavorato al progetto coordinato dalla street artist Chiara Capobianco, sono state svelate le opere realizzate dai bambini dell’Istituto Comprensivo “E. Loi-G. Santomauro” e dell’Istituto Comprensivo Statale “De Amicis”, dall’Associazione per il Sociale “Parco Domingo”, dalla Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica C.R.A.P., dalla Comunità Surprise (Cooperativa Sociale CSISE Onlus), dall’Associazione di Volontariato Alzheimer Bari ODV, dall’Associazione “I Briganti di Michele Magone”, dalla Casa Circondariale “Francesco Rucci” e dall’Istituto Penitenziario Minorile “Nicola Fornelli”. Il progetto Murà è frutto di un percorso creativo partecipato e intergenerazionale che ha coinvolto in vari laboratori artistici oltre 150 persone di ogni età (dagli 8 ai 91 anni) che hanno realizzato 375 pannelli in alluminio pressato dibond dipinti con vernici offerte da Keim Italia, pigmenti naturali, ecocompatibili, capaci di trattenere lo smog e resistenti agli agenti atmosferici.

I laboratori d’arte, organizzati e documentati dagli artisti Chiara Capobianco e Lorenzo Torda, si sono svolti da febbraio a giugno 2025. Ogni gruppo di lavoro ha deciso in autonomia il tema e il titolo dell’opera ispirandosi ai valori della giustizia, della legalità e dell’ambiente, e decorato i pannelli la cui installazione è terminata il 4 ottobre. All’evento di inaugurazione sono intervenuti il Sindaco di Bari, Vito Leccese, il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, il Commissario Straordinario Antonio Ottavio Ficchì, la street artist Chiara Capobianco. L’evento, moderato dalla giornalista Paola Pierotti (PPAN), si è concluso con la premiazione di otto artisti (quattro professionisti e quattro emergenti) che hanno partecipato alla “Call for Artist” indetta dall’Agenzia del Demanio. Gli artisti professionisti premiati sono Giuseppe D’Asta, Mario Red De Gabriele, Nicolò Skolp, Mario Nardulli, mentre quelli emergenti sono Daniela Sersale, Valentina Tanzi, Nadia Gelsomina, Davide Vavalle.

“L’Agenzia del Demanio ha fortemente voluto la realizzazione di questo progetto di street art per comunicare alla cittadinanza, con una narrazione originale, il senso dell’opera che si sta realizzando, un Parco proiettato ai valori della Giustizia, che ospiterà la logistica della giustizia a Bari, ma sarà anche un luogo aperto alla cittadinanza, una connessione tra le zone più interne della città, e la Bari che si affaccia al mare, attraverso un corridoio verde”, ha dichiarato il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme. “Con il progetto Murà, il muro da simbolo di separazione diventa simbolo di appartenenza per coloro che ci hanno lavorato appassionatamente e per i cittadini che vi riconoscono i segni di una comunità vivace. Giustizia e ambiente viaggiano sul muro nelle forme e nei colori ispirati dalla creatività dei loro interpreti, che oggi sono i veri protagonisti e che così ci hanno espresso l’amore per la verità e per il bene dell’altro”.

“La realizzazione dei murales lungo il perimetro del futuro Parco della Giustizia rappresenta un segno concreto di partecipazione e di condivisione del valore della legalità da parte della città. Quelle pareti, che originariamente dovevano essere abbattute, sono invece diventate tele collettive che raccontano storie di coraggio e di bellezza. I primi due dipinti, dedicati alle vittime del lavoro e ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno inaugurato un percorso che oggi si arricchisce di nuove opere e di nuovi significati”. – ha dichiarato il Sindaco di Bari, Vito Leccese. “Il completamento di questo intervento non solo contribuirà alla valorizzazione dell’area delle ex caserme Capozzi e Milano, che presto diventerà la sede degli edifici giudiziari risolvendo un problema atavico per la città di Bari, ma rappresenta anche un tassello importante nel processo di rigenerazione urbana e civile della città. L’Agenzia del Demanio, con grande sensibilità, sta portando avanti un progetto che non è soltanto un’opera pubblica, ma un vero e proprio percorso di partecipazione collettiva che coinvolge l’intera comunità. È un risultato che conferma la collaborazione proficua tra amministrazione comunale, Agenzia del Demanio e Ministero del Giustizia, nel segno della cultura, della legalità e della bellezza”.

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(ITALPRESS).

Barbaro “Le Isole minori devono sviluppare energie rinnovabili”

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LIPARI (MESSINA) (ITALPRESS) – “Le isole minori sono legate ad esigenze specifiche e devono cominciare a tirar fuori dal cilindro soluzioni innovative che noi seguiamo con molto interesse perché ci sono risorse naturali come il moto ondoso, il sole e il vento che favoriscono la produzione di energie alternative. Le isole minori hanno una necessità specifica, devono sviluppare questo tipo di energie rinnovabili che noi seguiamo con estremo interesse perché da questo approccio di necessità può nascere una sorta di laboratorio che può consentirci di guardare oltre, cioè al benessere del nostro ambiente”. Lo ha detto Claudio Barbaro, sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, a margine degli Stati Generali delle Isole Minori in corso a Lipari.

xa9/fsc/mca2

Brignone “Milano-Cortina? Ci proverò fino in fondo. Il primo obiettivo era tornare a camminare”

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TRENTO (ITALPRESS) – “In questo momento sto ancora facendo della riabilitazione, è un momento riabilitativo e di ricostruzione della mobilità. Sto cercando di rieducare il mio corpo a fare tutti i movimenti che sapeva fare prima e di riatletizzarlo, ricostruendo la parte muscolare”. Così Federica Brignone, attualmente ai box per un infortunio, ai microfoni del Festival dello Sport. “Non sono ancora nella parte di atletica pura, sto ancora reinsegnando al mio corpo a fare certe cose, che per il momento sono ancora complesse. Mi sono spazientita perché ho dolore nel fare certi movimenti – confessa la valdostana – Se io sto bene, ci metto davvero poco a fare tutto bene col fisico che mi sono costruita negli anni, ma il problema è quando c’è il dolore e il corpo si ribella, bloccandoti. Lì mi sono spazientita, parecchio”. La Brignone spiega poi le sue sensazioni: “Cosa ho scoperto su di me in questi mesi? Niente. Mi conoscevo abbastanza bene e, sinceramente, ne avrei fatto volentieri a meno. Ho scoperto che mi piace fare sport, ma non era una scoperta (ride, ndr). Ho passato tutta l’estate dentro al J-Medical, ho fatto solo riabilitazione e mi sono giusto presa una settimana in Sardegna, dove comunque mi sono portata un fisioterapista. Ho fatto sei mesi all’insegna della cura, senza fare altro”.

“Il primo step per me è sempre stato quello di tornare a camminare normalmente. Non era scontato tornare a camminare dritta, faticavo a piegare la gamba. Ho avuto fortuna, ho avuto una Federazione che mi ha consentito subito di operarmi e mi ha trasportato in elicottero, consentendomi il miglior intervento possibile. Con un infortunio, delle fratture e una situazione del genere nulla è scontato. Non era scontato che io tornassi a correre nella mia vita, quando mi si chiede se ci sarò alle Olimpiadi è la prima cosa che spiego. Tornare a fare la mia vita normale, fuori dallo sport, era il primo obiettivo”, ha aggiunto. “Non mi piace vedere gli incidenti o la gente che si fa male, di base. Quando si guarda incidenti sugli sci, mi fa ancora più specie e non capisco perché devo riguardare il momento in cui mi sono distrutta, mi sembra davvero stupido da fare (ride, ndr). Non sono mai svenuta, sono stato sempre cosciente e mi ricordo tutto quello che è successo. Non pensavo di essermi fatta così male, credevo che per un infortunio del genere si svenisse dal male. Ho visto la gente intorno a me talmente sotto shock, mi sono resa più forte di loro e continuavo a rassicurarli. Dicevo a tutti “andrà tutto bene”, non ho neanche voluto prendere antidolorifici o qualcosa del genere. Mi sono resa conto che qualcosa non andava solo quando mi sono sistemata sul toboga e la gamba era dall’altra parte”.

“Io voglio tornare a fare l’atleta, che sia quest’anno o meno, voglio tornare a farlo. Questa è una sfida difficile e voglio provarci fino in fondo. Se il mio fisico mi permettesse di tornare a fare l’atleta, perché non disputare sia le Olimpiadi che i Mondiali 2027? Mi ero già messa una data di scadenza e avrei voluto smettere nel 2023, ma avrei fatto una cavolata micidiale. Da allora mi sono detta di vivere anno per anno e valutare ogni situazione. Il giorno che mi peserà fare la valigia o mi peserà sciare, oppure sarò senza motivazioni, allora sarà il momento di smettere. Può succedere domani, l’anno prossimo, tra due-tre anni oppure chissà quando. Il giorno che succederà, lo annuncerò”, ha rivelato.

“Quando ho vinto la Coppa del Mondo nel 2020 non me la sono goduta, eravamo chiusi per tre mesi e non ho festeggiato davvero. Quest’anno avevo prenotato il mio viaggio dei sogni andando a surfare e tutto, invece mi sono ritrovata nel letto della Clinica “La Madonnina””, ha aggiunto raccontando le emozioni vissute dopo le due Sfere di Cristallo vinte. “Questa impossibilità di festeggiare è stata la cosa più tosta, ma la controparte è poter raccontare di aver vinto due Coppe del Mondo. Dall’altra parte ovviamente mi dispiace perché avevo trovato un equilibrio e mi esprimevo al 100% tutti i weekend, vivendo una stagione di altissimo livello, e ora riparto da zero. Non sono stata sempre di buonissimo umore durante lo stop, ho patito tanto la non indipendenza quando mi sono resa conto che non potevo abbandonare le stampelle. Lo stesso è successo quando mi sono operata la seconda volta, è stata quasi una sconfitta personale il fatto di non essere riuscita a guarire senza un secondo intervento”. Le due stagioni durante la pandemia sono state molto difficili per la valdostana che, svela il fratello Davide, ha pensato anche di ritirarsi nel 2021: “Il periodo durante il Covid è stato molto difficile, ero chiusa nell’hotel e non riuscivo a frequentare nessuno. Potevo vedere solo mio fratello o il mio team, vivevo solo per il risultato e non è stato semplice”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Sisto “Lavorariamo per migliorare la vita delle comunità isolane”

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LIPARI (MESSINA) (ITALPRESS) – “Una riflessione importante agli Stati Generali delle Isole Minori. Stiamo facendo tante cose, stiamo cercando di aiutare la comunità isolana a riunirsi al continente in maniera sempre più efficace e costante. Certo, ci sono dei problemi, inutile nasconderlo, dobbiamo lavorare insieme. Non è solo un discorso trasportistico, ma di vivere l’isola come un cittadino del continente”. Così Luca Sisto, direttore generale Confitarma, a margine degli Stati Generali delle Isole Minori Marine a Lipari.

xa9/fsc/mca1

Crosetto “L’Europa sia unita perché possiamo costruire ancora un futuro di pace”

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ROMA (ITALPRESS) – “Un piacere poter parlare non di emergenze, non di guerre ma, finalmente, anche di speranza. Perché la speranza non nasce da sola: va coltivata, difesa, curata ogni giorno. Ogni volta che si prospetta una tregua alla violenza e si apre un varco umanitario, come quello di Rafah, si riaccende una possibilità di vita, di dialogo, di pace. E in questo percorso l’Italia c’è. Con i suoi Carabinieri, con le sue Forze Armate, con la sua umanità in divisa. Siamo richiesti nel mondo non solo per la nostra professionalità, ma per la nostra umanità: perché dove altri impongono la forza, noi tendiamo la mano. È un patrimonio che non appartiene a un governo, ma a un popolo. Viviamo tempi in cui la sicurezza, la tecnologia, la difesa tornano centrali. Non per paura, ma per responsabilità: perché la pace si protegge solo se si è capaci di difenderla. E allora serve un’Europa che superi i propri egoismi, che torni a essere comunità, che unisca le forze nella ricerca, nella difesa, nella visione. Perché da soli siamo piccoli. Insieme, possiamo ancora costruire il futuro di pace”. Così il Ministro della Difesa Guido Crosetto a Modena in occasione dell’evento S.E.M.I.2025 sul tema “Intelligenza Culturale. Eccellenza italiana e umanesimo tecnologico”.

-Foto account X Ministero Difesa-
(ITALPRESS).

Orsini “Occorre evitare che i giovani e le loro imprese vadano all’estero”

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CAPRI (NAPOLI) (ITALPRESS) – “Abbiamo bisogno di dare forza e merito e forza al merito dei giovani, per evitare che i giovani e le imprese dei giovani vadano all’estero. Credo sia tema da trattare anche in legge di bilancio”. Lo ha detto Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, sul palco del 40° convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria. “È un dato drammatico”, ha aggiunto in merito alle 153mila imprese guidate da giovani che negli ultimi dieci anni si sono spostate all’estero o hanno chiuso. Secondo Orsini “è necessario rendere attrattivo il Paese”.

“La ricchezza del Paese non la fai con l’Irpef e le pensioni ma generando lavoro e rendendo il Paese competitivo, quindi mi auguro che siano al centro gli investimenti per l’industria”. Lo ha detto Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, sul palco del 40° convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria, in riferimento alla manovra.

E sugli scioperi: “Quando vedo tutti questi scioperi, dico: ‘guardate, attenzione’, in un Paese dove c’è poca produttività, non è che facciamo male alle imprese, ma al Paese, alle famiglie. Quindi, attenzione. Penso che oggi serva un atto di responsabilità da parte di tutti. Giusto il diritto alla manifestazione, ma quando alcuni pezzi sfociano in violenza, credo che… Noi non vogliamo il dialogo con la violenza. Siamo quelli del dialogo, per sederci attorno a un tavolo e risolvere il problema. Quando vediamo violenze, credo siano strumentalizzate”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Novant’anni fa nasceva Pavarotti: la leggenda della lirica

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ROMA (ITALPRESS) – Novanta anni fa (12 ottobre) nasceva a Modena il grande tenore Luciano Pavarotti, leggenda della lirica. Fin da bambino, si innamora della musica e del canto grazie al padre Fernando, fornaio dell’esercito e cantante amatoriale, che gli aveva trasmesso questa passione. Inizialmente non pensa di trasformarla in una professione, tanto da decidere di studiare per diventare insegnante di educazione fisica.

Non lascia, però, lo studio del canto con i maestri Arrigo Pola ed Ettore Campogalliani e, nel 1961, interpreta per la prima volta Rodolfo ne “La Bohème” di Puccini (personaggio che lo porterà a essere conosciuto in tutto il mondo): è un successo straordinario. Basti citare l’esibizione del 1972 (dopo il debutto alla Scala del 1965 e quello a Miami, negli Usa, nella “Lucia di Lammermoor”) alla Metropolitan Opera House di New York con l’opera “La Fille du Régiment”: Pavarotti esegue nove difficilissimi “do” acuti e il pubblico va in delirio, richiamandolo sul palco per ben 17 volte, record tuttora imbattuto. Nel 1990 dà vita, insieme a Josè Carreras e Placido Domingo, a “I Tre Tenori” che si esibiscono alle Terme di Caracalla, con la direzione di Zubin Mehta, in occasione della finale del Campionato del Mondo di calcio a Roma.

Le interpretazioni di “O Sole Mio”, “La vie en rose” e “Memory” sono ancora nell’immaginario collettivo di tutti noi. L’anno dopo, sempre per citare alcuni dei suoi straordinari successi, si esibisce all’Hyde Park di Londra davanti a 250mila persone e, nel 1993, al Central Park di New York, applaudito da mezzo milione di persone, e a Parigi, sotto la Torre Eiffel, davanti a 300mila persone.

Pavarotti ha messo anche il suo talento e la sua fama al servizio della solidarietà: dal 1992 al 2003 si sono svolti a Modena i concerti del “Pavarotti & Friends” che ha visto sul palco i più famosi artisti della scena musicale pop e rock italiana e internazionale impegnati in straordinari duetti con il tenore: da Andrea Bocelli ad Anastacia, da Barry White a Jon Bon Jovi, da Eric Clapton e Bono Vox, da Céline Dion ad Elton John e Sting e, per rimanere nei confini nazionali, da Jovanotti a Lucio Dalla, da Eros Ramazzotti a Laura Pausini, da Renato Zero a Zucchero.

Nel 2007 Pavarotti si ritira nella sua villa di Modena per curare il cancro al pancreas che lo ha colpito e, il 6 settembre di quell’anno, muore. Lascia la moglie Nicoletta Mantovani e la loro figlia Alice (sopravvissuta, nel parto, al gemello Riccardo), e le figlie Lorenza, Cristina e Giuliana nate dal matrimonio con la prima moglie Adua Veroni.

-Foto IPA Agency-
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Festa dell’ottimismo, Funaro “Firenze ha nel dna pace e confronto”

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FIRENZE (ITALPRESS) – “La festa dell’ottimismo è un momento di confronto importante tra visioni anche contrapposte. Firenze ha nel suo dna l’incontro, anche nei momenti più complessi, lo abbiamo dimostrato in diverse occasioni. Firenze ha la pace, il confronto, l’incontro nelle sue tradizioni”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Sara Funaro, a margine della Festa dell’ottimismo de “Il Foglio”, organizzata nel capoluogo toscano.

eb/fsc/mca1