MILANO (ITALPRESS) – Le università italiane stanno investendo sempre di più nella formazione imprenditoriale, offrendo a studentesse e studenti strumenti concreti per sviluppare competenze utili ad avviare e gestire un’impresa.
E’ quanto emerge dal report italiano 2024 del progetto GUESSS (Global University Entrepreneurial Spirit Students’ Survey), un’indagine internazionale coordinata dalle Università di San Gallo e Berna e, per l’Italia, dall’Università degli Studi di Bergamo presentata oggi a Milano in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
L’indagine, condotta su un campione di 4.374 studentesse e studenti italiani provenienti da diversi atenei, evidenzia una crescente attenzione all’imprenditorialità nei percorsi accademici: negli ultimi dieci anni, la percentuale di chi ha frequentato un corso sull’argomento è passata da meno del 30% a oltre il 35%. Inoltre, le intenzioni di carriera imprenditoriale risultano superiori alla media europea (3,9 vs 3,4 su una scala da 1 a 7 dove 1 è il punteggio più basso), segno che le università italiane stanno incentivando concretamente questa opportunità professionale.
Subito dopo la laurea, la maggior parte degli studenti preferisce un impiego in medie o grandi imprese (44,1%) piuttosto che intraprendere un percorso autonomo (16,1%). Tuttavia, a distanza di cinque anni dalla laurea, la percentuale di chi desidera avviare una propria impresa raddoppia (31,7%), posizionando l’Italia al di sopra della media europea (25,7%) e nordamericana (25,9%).
Il report evidenzia che le università italiane stanno potenziando l’offerta di corsi di imprenditorialità: la partecipazione a corsi obbligatori è più alta rispetto alla media europea (17,3% vs 12,6%). Inoltre, gli studenti di università di piccole dimensioni e non classificate nei ranking internazionali riportano livelli più elevati di competenze imprenditoriali e percezione di un clima favorevole all’innovazione, probabilmente grazie a una maggiore flessibilità e interattività nei percorsi formativi.
L’indagine mette in luce anche alcune differenze di genere: gli uomini riportano punteggi più alti nelle intenzioni di carriera imprenditoriale (4,1 vs 3,7 su una scala da 1 a 7 dove 1 è il punteggio più basso). Inoltre, gli studenti con almeno un genitore imprenditore dimostrano una maggiore propensione a intraprendere un’attività in proprio, spesso al di fuori dell’azienda familiare, suggerendo un’evoluzione nel concetto di continuità imprenditoriale.
Lo studio conferma, infine, che le università italiane stanno giocando un ruolo chiave nello sviluppo delle competenze imprenditoriali, promuovendo un cambiamento culturale che valorizza l’iniziativa d’impresa come percorso professionale sempre più ambito.
“Dal 2003, GUESSS raccoglie dati fondamentali per comprendere il clima imprenditoriale negli atenei e individuare le strategie più efficaci per sviluppare queste competenze – afferma Tommaso Minola, Direttore Scientifico di CREO e Principal Investigator per GUESSS Italia -. I risultati aiutano studenti, docenti e policy maker a valorizzare l’imprenditorialità come opportunità concreta di carriera”.
Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, sottolinea che “il nostro ateneo è tra i primi in Italia a offrire una formazione imprenditoriale strutturata. Con il progetto CREO permettiamo a studentesse e studenti di ogni disciplina di sviluppare creatività, innovazione e spirito imprenditoriale in sinergia con il tessuto economico e sociale del territorio valorizzando anche la dimensione internazionale in virtù di collaborazioni con università straniere interessate a questo modello”.
Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs Intesa Sanpaolo: “Il report GUESSS 2024 rafforza la partnership tra Intesa Sanpaolo e l’Università di Bergamo. La ricerca, che evidenzia lo spirito imprenditoriale degli studenti universitari italiani su un campione di oltre 4000 studenti su circa 25 università italiane, conferma l’importanza di rafforzare le soft skills legate all’autoimprenditorialità, come la curiosità, il coraggio, lo spirito critico, la capacità di fare network. Questa collaborazione – aggiunge – rappresenta una delle iniziative attraverso le quali il nostro Gruppo promuove azioni strategiche di education su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di creare un ecosistema che metta in connessione il mondo accademico con tessuto industriale, produttivo e dei servizi e istituzioni per favorire lo sviluppo delle competenze chiave in un mercato del lavoro in continua trasformazione”.
– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).