giovedì, Aprile 3, 2025
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Bayer, De Spirito “Il paziente al centro della nostra strategia”

MILANO (ITALPRESS) – “Il paziente al centro non è un esercizio di stile, ma deve essere una scelta di paradigma. In Bayer significa partire dalla persona, identificare i bisogni clinici, emotivi e familiari per creare dei percorsi di valore, con l’obiettivo di garantire benessere al paziente e anche alla comunità, alla società. Dobbiamo guardare il paziente come a una parte della società in cui viviamo: questo per me rappresenta mettere il paziente al centro”. Lo ha detto Danilo De Spirito, Market Innovation Access, Regulatory & Tender Head di Bayer Italia, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “La cosa principale per noi è ascoltare veramente il paziente, per poter poi modellare i nostri programmi – ha aggiunto -: andiamo a sviluppare delle innovazioni terapeutiche in linea con i suoi bisogni e dei modelli assistenziali. Per esempio, siamo impegnati in aree terapeutiche per cui la qualità di vita è un driver fondamentale, come l’emofilia”

sat/gsl

Mucaj “In Albania tante opportunità per le aziende italiane”

Mucaj

BARI (ITALPRESS) – “Noi pensiamo che ci siano veramente tante opportunità in Albania in questo momento. Siamo in un momento in cui si sta investendo in tutti i tipi di infrastrutture nel Paese. Non solo la logistica, ma anche per esempio le ferrovie: le infrastrutture ferroviarie si stanno costruendo in questo momento in tutto il Paese, collegando diciamo il nord con il sud ma anche il mare Adriatico con il mar Nero”. Lo ha detto Enkelejda Muçaj, viceministra all’Energia ed Infrastrutture di Albania, a margine di Business to Institution”, iniziativa promossa da Unioncamere Puglia e Uniontrasporti nell’ambito del progetto Deliver con lo scopo di favorire partnership industriali fra Puglia e Albania in materia di infrastrutture. “Ci sono davvero investimenti che rappresentano gran parte del budget dello Stato, quindi questi incontri che saranno stanno avvenendo con le aziende possono aprire delle finestre, delle opportunità di collaborazione con l’Albania, una realtà che per la vicinanza e per la forte connessione culturale tra i due Paesi può significare buoni investimenti per le aziende italiane”, ha concluso la viceministra.

xa2/pc/mca2

Lollobrigida “La cucina italiana è il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo”

ROMA (ITALPRESS) – “Era fondamentale dare una risposta all’appello di chi nel tempo si era affermato nella sua attività in Italia e nel mondo, ma soffriva nel vederselo riconosciuto ufficialmente ovunque ma non in patria. Ringrazio i maestri premiati per la passione, la competenza e l’esempio che offrono ogni giorno: saranno i primi nomi incisi nella storia di un’Italia che non pretende di essere prima, ma nemmeno seconda a nessuno”. Lo afferma il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, durante la prima edizione del Premio Maestro dell’Arte della Cucina italiana.

“Questa cerimonia nasce dalla consapevolezza che l’Italia è da sempre patria di saperi, mestieri, tradizioni e tecniche che rendono unico il nostro modo di produrre, trasformare e raccontare la nostra cultura alimentare – continua Lollobrigida, -. Eppure fino ad oggi non esisteva un riconoscimento ufficiale e strutturato per coloro che hanno saputo distinguersi in questo ambito: altre nazioni hanno da tempo valorizzato le proprie eccellenze artigianali e oggi anche l’Italia, grazie all’impegno concreto di questo governo che ha creduto fin dall’inizio in chi custodisce e innova le nostre tradizioni gastronomiche, ha un riconoscimento così importante”.

“In queste ore l’apprensione dei mercati rispetto a nuovi eventuali dazi non ci deve far dimenticare i record raggiunti in questi anni, con primati nella Dop Economy, nell’export del vino, nella valorizzazione di olio e formaggi in Europa e nel mondo, nell’affermazione della pizza italiana come eccellenza alimentare, nell’aver spiegato il valore del gelato artigianale italiano”, ha sottolineato il ministro sui dazi: “Siamo una superpotenza in ambito agricolo e sapremo vincere ogni sfida, perché abbiamo imprese eccellenti ed era sufficiente avere un governo che sia di supporto e non di ostacolo – prosegue Lollobrigida -. Oggi premiamo uomini e donne straordinarie, dando il via a un percorso che valorizza grandi tradizioni del nostro saper fare: gelateria, cucina, viticultura, gastronomia, arte casearia e arte della pizza. Questa non è solo una celebrazione del presente e dell’eccellenza, ma uno sguardo verso il futuro: i maestri premiati saranno coinvolti nel dialogo con il mondo della scuola per raccontare la loro esperienza, trasmettere competenze e ispirare i talenti di domani”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Le università investono sempre di più nella formazione imprenditoriale

MILANO (ITALPRESS) – Le università italiane stanno investendo sempre di più nella formazione imprenditoriale, offrendo a studentesse e studenti strumenti concreti per sviluppare competenze utili ad avviare e gestire un’impresa.

E’ quanto emerge dal report italiano 2024 del progetto GUESSS (Global University Entrepreneurial Spirit Students’ Survey), un’indagine internazionale coordinata dalle Università di San Gallo e Berna e, per l’Italia, dall’Università degli Studi di Bergamo presentata oggi a Milano in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

L’indagine, condotta su un campione di 4.374 studentesse e studenti italiani provenienti da diversi atenei, evidenzia una crescente attenzione all’imprenditorialità nei percorsi accademici: negli ultimi dieci anni, la percentuale di chi ha frequentato un corso sull’argomento è passata da meno del 30% a oltre il 35%. Inoltre, le intenzioni di carriera imprenditoriale risultano superiori alla media europea (3,9 vs 3,4 su una scala da 1 a 7 dove 1 è il punteggio più basso), segno che le università italiane stanno incentivando concretamente questa opportunità professionale.

Subito dopo la laurea, la maggior parte degli studenti preferisce un impiego in medie o grandi imprese (44,1%) piuttosto che intraprendere un percorso autonomo (16,1%). Tuttavia, a distanza di cinque anni dalla laurea, la percentuale di chi desidera avviare una propria impresa raddoppia (31,7%), posizionando l’Italia al di sopra della media europea (25,7%) e nordamericana (25,9%).

Il report evidenzia che le università italiane stanno potenziando l’offerta di corsi di imprenditorialità: la partecipazione a corsi obbligatori è più alta rispetto alla media europea (17,3% vs 12,6%). Inoltre, gli studenti di università di piccole dimensioni e non classificate nei ranking internazionali riportano livelli più elevati di competenze imprenditoriali e percezione di un clima favorevole all’innovazione, probabilmente grazie a una maggiore flessibilità e interattività nei percorsi formativi.

L’indagine mette in luce anche alcune differenze di genere: gli uomini riportano punteggi più alti nelle intenzioni di carriera imprenditoriale (4,1 vs 3,7 su una scala da 1 a 7 dove 1 è il punteggio più basso). Inoltre, gli studenti con almeno un genitore imprenditore dimostrano una maggiore propensione a intraprendere un’attività in proprio, spesso al di fuori dell’azienda familiare, suggerendo un’evoluzione nel concetto di continuità imprenditoriale.

Lo studio conferma, infine, che le università italiane stanno giocando un ruolo chiave nello sviluppo delle competenze imprenditoriali, promuovendo un cambiamento culturale che valorizza l’iniziativa d’impresa come percorso professionale sempre più ambito.

“Dal 2003, GUESSS raccoglie dati fondamentali per comprendere il clima imprenditoriale negli atenei e individuare le strategie più efficaci per sviluppare queste competenze – afferma Tommaso Minola, Direttore Scientifico di CREO e Principal Investigator per GUESSS Italia -. I risultati aiutano studenti, docenti e policy maker a valorizzare l’imprenditorialità come opportunità concreta di carriera”.

Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, sottolinea che “il nostro ateneo è tra i primi in Italia a offrire una formazione imprenditoriale strutturata. Con il progetto CREO permettiamo a studentesse e studenti di ogni disciplina di sviluppare creatività, innovazione e spirito imprenditoriale in sinergia con il tessuto economico e sociale del territorio valorizzando anche la dimensione internazionale in virtù di collaborazioni con università straniere interessate a questo modello”.

Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs Intesa Sanpaolo: “Il report GUESSS 2024 rafforza la partnership tra Intesa Sanpaolo e l’Università di Bergamo. La ricerca, che evidenzia lo spirito imprenditoriale degli studenti universitari italiani su un campione di oltre 4000 studenti su circa 25 università italiane, conferma l’importanza di rafforzare le soft skills legate all’autoimprenditorialità, come la curiosità, il coraggio, lo spirito critico, la capacità di fare network. Questa collaborazione – aggiunge – rappresenta una delle iniziative attraverso le quali il nostro Gruppo promuove azioni strategiche di education su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di creare un ecosistema che metta in connessione il mondo accademico con tessuto industriale, produttivo e dei servizi e istituzioni per favorire lo sviluppo delle competenze chiave in un mercato del lavoro in continua trasformazione”.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).

Le università investono sempre di più nella formazione imprenditoriale

MILANO (ITALPRESS) – Le università italiane stanno investendo sempre di più nella formazione imprenditoriale, offrendo a studentesse e studenti strumenti concreti per sviluppare competenze utili ad avviare e gestire un’impresa. E’ quanto emerge dal report italiano 2024 del progetto GUESSS (Global University Entrepreneurial Spirit Students’ Survey), un’indagine internazionale coordinata dalle Università di San Gallo e Berna e, per l’Italia, dall’Università degli Studi di Bergamo presentata oggi a Milano in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
L’indagine, condotta su un campione di 4.374 studentesse e studenti italiani provenienti da diversi atenei, evidenzia una crescente attenzione all’imprenditorialità nei percorsi accademici: negli ultimi dieci anni, la percentuale di chi ha frequentato un corso sull’argomento è passata da meno del 30% a oltre il 35%. Inoltre, le intenzioni di carriera imprenditoriale risultano superiori alla media europea (3,9 vs 3,4 su una scala da 1 a 7 dove 1 è il punteggio più basso), segno che le università italiane stanno incentivando concretamente questa opportunità professionale.
Subito dopo la laurea, la maggior parte degli studenti preferisce un impiego in medie o grandi imprese (44,1%) piuttosto che intraprendere un percorso autonomo (16,1%). Tuttavia, a distanza di cinque anni dalla laurea, la percentuale di chi desidera avviare una propria impresa raddoppia (31,7%), posizionando l’Italia al di sopra della media europea (25,7%) e nordamericana (25,9%).
Il report evidenzia che le università italiane stanno potenziando l’offerta di corsi di imprenditorialità: la partecipazione a corsi obbligatori è più alta rispetto alla media europea (17,3% vs 12,6%). Inoltre, gli studenti di università di piccole dimensioni e non classificate nei ranking internazionali riportano livelli più elevati di competenze imprenditoriali e percezione di un clima favorevole all’innovazione, probabilmente grazie a una maggiore flessibilità e interattività nei percorsi formativi.
L’indagine mette in luce anche alcune differenze di genere: gli uomini riportano punteggi più alti nelle intenzioni di carriera imprenditoriale (4,1 vs 3,7 su una scala da 1 a 7 dove 1 è il punteggio più basso). Inoltre, gli studenti con almeno un genitore imprenditore dimostrano una maggiore propensione a intraprendere un’attività in proprio, spesso al di fuori dell’azienda familiare, suggerendo un’evoluzione nel concetto di continuità imprenditoriale.
Lo studio conferma, infine, che le università italiane stanno giocando un ruolo chiave nello sviluppo delle competenze imprenditoriali, promuovendo un cambiamento culturale che valorizza l’iniziativa d’impresa come percorso professionale sempre più ambito.
“Dal 2003, GUESSS raccoglie dati fondamentali per comprendere il clima imprenditoriale negli atenei e individuare le strategie più efficaci per sviluppare queste competenze – afferma Tommaso Minola, Direttore Scientifico di CREO e Principal Investigator per GUESSS Italia -. I risultati aiutano studenti, docenti e policy maker a valorizzare l’imprenditorialità come opportunità concreta di carriera”.
Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, sottolinea che “il nostro ateneo è tra i primi in Italia a offrire una formazione imprenditoriale strutturata. Con il progetto CREO permettiamo a studentesse e studenti di ogni disciplina di sviluppare creatività, innovazione e spirito imprenditoriale in sinergia con il tessuto economico e sociale del territorio valorizzando anche la dimensione internazionale in virtù di collaborazioni con università straniere interessate a questo modello”.
Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs Intesa Sanpaolo: “Il report GUESSS 2024 rafforza la partnership tra Intesa Sanpaolo e l’Università di Bergamo. La ricerca, che evidenzia lo spirito imprenditoriale degli studenti universitari italiani su un campione di oltre 4000 studenti su circa 25 università italiane, conferma l’importanza di rafforzare le soft skills legate all’autoimprenditorialità, come la curiosità, il coraggio, lo spirito critico, la capacità di fare network. Questa collaborazione – aggiunge – rappresenta una delle iniziative attraverso le quali il nostro Gruppo promuove azioni strategiche di education su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di creare un ecosistema che metta in connessione il mondo accademico con tessuto industriale, produttivo e dei servizi e istituzioni per favorire lo sviluppo delle competenze chiave in un mercato del lavoro in continua trasformazione”.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).

Ricerca, Bernini “Disinvestendo gli Usa creano flusso di ritorno”

Ricerca, Bernini

ROMA (ITALPRESS) – “Disinvestendo l’America sta creando un flusso di ritorno, noi stiamo investendo molto, moltissimo sulle infrastrutture di ricerca e in particolare sulle grandi infrastrutture di ricerca, su temi sfidanti come le biotecnologie, le tecnologie quantistiche, il biopharma”. Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, a margine del convegno “Ricerca e futuro. Il contributo dell’industria farmaceutica per la salute di domani”, organizzato da Farmindustria. “Abbiamo verificato che ricercatori che avevano cercato approdi formativi altrove stanno invertendo la tendenza e tornando in Europa”, ha aggiunto.

xc3/sat/mca1

Basilicata, approvato il Piano dei progetti regionali sulla sanità per l’anno 2024

POTENZA (ITALPRESS) – La Giunta regionale della Basilicata, su proposta dell’assessore alla Salute e alle Politiche della Persona, Cosimo Latronico, ha approvato il Piano dei progetti regionali finanziati dal Fondo sanitario nazionale per l’annualità 2024 e la relazione illustrativa dei risultati raggiunti con i progetti realizzati per l’annualità 2023, già approvati con DGR n.188/2024. I progetti riguardano la realizzazione delle seguenti linee progettuali: 1. Percorso diagnostico terapeutico condiviso e personalizzato per i pazienti con multicronicità; 2. Promozione dell’equità in ambito sanitario; 3. Costituzione e implementazione della rete della terapia del dolore e sviluppo delle cure palliative e della terapia del dolore in area pediatrica; 4. Piano Nazionale Prevenzione e supporto al Piano Nazionale Prevenzione; 5. La tecnologia sanitaria innovativa come strumento di integrazione ospedale territorio – anche in relazione alla fase post pandemica. “Al fine di sviluppare le linee progettuali in modo omogeneo sul territorio regionale – afferma l’assessore Latronico -, i progetti sono stati predisposti in accordo con le Aziende del Sistema Sanitario Locale, chiamate ad attuarli, e sono stati articolati in azioni progettuali aziendali”.

In seguito all’intesa fra Stato e Regioni del 28 novembre 2024, relativa alla ripartizione delle quote vincolate agli obiettivi del Piano sanitario nazionale per l’anno 2024, alla Basilicata sono stati assegnati per questi progetti 9.480.538 euro, con un incremento rispetto ai fondi del 2023 di 1.304.532 euro. “Questa maggiore disponibilità di risorse – spiega Latronico – ha consentito il potenziamento della linea prevenzione, alla quale sono stati assegnati complessivamente 3.455.147 euro, e l’attivazione dello screening oncologico di prostata e polmone, la cui governance è stata affidata rispettivamente all’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza e all’IRCCS CROB di Rionero”. Quanto alle altre linee progettuali, l’ASP ha effettuato complessivamente quattro interventi, per un importo di 4.051.565 euro: con il progetto “Percorso diagnostico terapeutico condiviso e personalizzato per pazienti con multicronicità” si è inteso potenziare la presa in carico del paziente cronico, utilizzando strumenti innovativi e un approccio olistico; due interventi, di cui uno in ambito pediatrico, sono stati dedicati alla “Costituzione e implementazione della terapia del dolore”, e infine il progetto di “Digitalizzazione dei processi territoriali e dei percorsi assistenziali di continuità ospedale territorio” che mira all’ampliamento del modello di governance dei percorsi di dimissione e monitoraggio continuativo dei pazienti (teleconsulto e telemonitoraggio).

L’ASM ha utilizzato 2.656.347 euro per le seguenti iniziative: un progetto dedicato alla gestione dei pazienti con multicronicità, attraverso l’offerta di servizi di assistenza multidisciplinari e personalizzati; un progetto di promozione dell’equità, intesa come migliore accessibilità ai luoghi di cura, idoneo a garantire maggiore sicurezza degli apparati strutturali ed impiantistici; un progetto di implementazione della rete del dolore e sviluppo delle cure palliative e della terapia del dolore in età pediatrica; un progetto di promozione dei processi di informatizzazione / digitalizzazione nei percorsi assistenziali sia per la governance completa della risorsa letto, sia nell’ottica di ridurre le ‘distanze’ tra gli assistiti / familiari e i medici. L’IRCCS ha attuato tre interventi tutti relativi alla linea equità per un importo complessivo di 944.469 euro a supporto dei pazienti oncologici, fornendo supporto psicologico, ambulatorio di sessuologia integrata e ambulatorio “Amico”, dedicato al percorso di terapie integrate in oncologia e alla prescrizione del corretto stile di vita.

Infine l’AOR San Carlo di Potenza ha utilizzatole risorse assegnate, pari a 1.810.881 euro, per un progetto relativo alla linea di “Costituzione e implementazione della terapia del dolore” e per due progetti per la linea equità rivolti a potenziare il sistema di back office e di recall per le attività di prenotazione e richiamata e interventi sugli spazi comuni, le sale di attesa e di diagnostica dell’UOC di Medicina Nucleare al fine di migliorare la percezione di accoglienza e benessere del paziente.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Bon ton, gli esempi della Principessa Kate e di Jannik Sinner

Bon ton, gli esempi della Principessa Kate e di Jannik Sinner

MILANO (ITALPRESS) – In un mondo sempre più veloce e connesso, il bon ton, l’insieme di regole di cortesia e buone maniere, rimane un valore essenziale. Sapersi comportare non vuol dire mettere in pratica rigidi formalismi, ma relazionarsi con rispetto e gentilezza, conservando naturalezza e tratti personali. Conoscere le buone maniere è un passepartout per tutte le situazioni della vita, personale o professionale, vuol dire sapere stare a tavola, saper conversare e saper ricevere, ma sempre con misura ed equilibrio. Sul lavoro vuol dire porsi in modo collaborativo, mai prepotente e mai servile. Anche se la società evolve e le interazioni cambiano, il rispetto, l’educazione e l’attenzione verso gli altri restano fondamentali per costruire relazioni armoniose e ambienti sereni. “Nel mondo di oggi, il bon ton è un modo abbastanza facile per distinguersi. Abbiamo interazioni sempre più numerose, veloci e superficiali e proprio per questo, la sciatteria è imperante ovunque. Quindi a volte basta veramente pochissima attenzione per porsi subito su un piano diverso e distinguersi”, ha detto Elisa Motterle, esperta di bon ton e unica italiana ad avere conseguito la certificazione di Etiquette Trainer presso l’International Protocol and Etiquette Academy di Londra, intervistata da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
fsc/gsl

A Bari le imprese pugliesi incontrano il governo albanese

BARI (ITALPRESS) – Tra Italia e Albania c’è un canale già aperto, che merita di essere allargato e approfondito. Ne è convinta la presidente di Unioncamere Puglia Luciana Di Bisceglie e ne sono convinti i rappresentanti delle istituzioni albanesi e delle venti aziende pugliesi che li hanno incontrati questa mattina nella sala Azzurra della Camera di Commercio di Bari nell’ambito di “Business to Institution”, iniziativa promossa da Unioncamere Puglia e Uniontrasporti nell’ambito del progetto Deliver con lo scopo di favorire partnership industriali fra Puglia e Albania in materia di infrastrutture.

Non è d’altronde un caso che le imprese italiane abbiano investito nel 2024 circa 1,7 miliardi nel Paese delle Aquile: tra le due nazioni si è consolidata nel tempo una vicinanza sostanziale, non solo geografica. Oltre ai vertici delle aziende pugliesi dei comparti logistica, trasporti e ICT e a Di Bisceglie, alla giornata hanno preso parte la viceministra all’Energia ed Infrastrutture di Albania Enkelejda Muçaj, la direttrice generale dello stesso Ministero Erjola Muka, il segretario generale del Consiglio Economico Nazionale Arben Shkodra e la direttrice dell’Autorità Stradale Albanese Miranda Shkurti, oltre al segretario generale di Unioncamere Puglia Luigi Triggiani. 

“Noi – ha spiegato la viceministra (IL VIDEO DELLE SUE PAROLE) – pensiamo che ci siano veramente tante opportunità in Albania in questo momento. Siamo in un momento in cui si sta investendo in tutti i tipi di infrastrutture nel Paese. Non solo la logistica, ma anche per esempio le ferrovie: le infrastrutture ferroviarie si stanno costruendo in questo momento in tutto il Paese, collegando diciamo il nord con il sud ma anche il mare Adriatico con il mar Nero. Abbiamo poi investimenti in autostrade e strade. Abbiamo anche il nuovo aeroporto di Valona, che verrà aperto prestissimo e darà un’altra opportunità agli operatori di diversi settori per poter operare nel Paese. Vediamo anche il porto. Il nuovo porto commerciale di Durazzo, che pensiamo darà ulteriori possibilità di investire nella logistica o in altri servizi nei quali sappiamo che le aziende italiane hanno delle specializzazioni. Ci sono davvero investimenti che rappresentano gran parte del budget dello Stato, quindi questi incontri che saranno stanno avvenendo con le aziende possono aprire delle finestre, delle opportunità di collaborazione con l’Albania, una realtà che per la vicinanza e per la forte connessione culturale tra i due Paesi può significare buoni investimenti per le aziende italiane”.

“Per l’Albania”, ha aggiunto, “collaborare con l’Italia (specialmente nella parte energetica) è una cosa naturale. Noi abbiamo una vicinanza e siamo un Paese che produce esclusivamente da fonti rinnovabili. In questo momento sono in crescita anche le risorse solari e gli investimenti in fotovoltaico e nell’eolico. L’obiettivo è quello di poter diventare un esportatore netto di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, un’occasione enorme”.

“Direi che non c’è giornata migliore di quella dei dazi – ha affermato Di Bisceglie – per cominciare a parlare di quali sono le possibilità per le imprese di affrontare i mercati che in realtà suscitano meno interesse, ma senza una motivazione concreta. L’Albania, che consideriamo quasi tutti come la 21esima regione italiana, è in realtà per noi un grande bacino di interesse considerando anche i fondi strutturali che l’Albania sta mettendo in campo per infrastrutturare la nazione. Soprattutto per le imprese che per le infrastrutture possono dare un contributo significativo, questo è quindi un momento di grandi opportunità. Unioncamere fa proprio questo: lavora per aprire altri mercati, altre possibilità per le nostre imprese che hanno bisogno di guardarsi intorno per capire dove poter sviluppare al meglio le proprie necessità e le proprie possibilità”.

“Sugli investimenti in Albania”, ha concluso, “più che di vantaggi io parlerei proprio di necessità e opportunità. L’Albania è una delle nazioni più vicine alla nostra Regione, parla l’italiano il 50% della popolazione e il 60% lo comprende, quindi un’impresa italiana è molto facilitata ad andare ad investire lì. Abbiamo poi uno storico importante su diversi settori in cui le nostre imprese arrivano in quella nazione. E devo dire che abbiamo anche contribuito allo sviluppo che ha investito l’Albania negli ultimi negli ultimi anni. C’è già un canale aperto, siamo due territori vicinissimi tra loro, su questo dobbiamo concentrarci ancora”.

-Foto Unioncamere Puglia-
(ITALPRESS).

 

Bernini “Per colpa del numero chiuso all’Università molti studenti sono costretti a lasciare l’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – “Io non ho paura della fuga dei cervelli, ho paura del pessimismo cosmico che si accompagna alla fuga dei cervelli: i cervelli non fuggono, i cervelli vanno a contaminarsi all’estero. Per colpa del numero chiuso all’università sono costretti ad andare a studiare in Europa, facendo una fatica terribile a ritornare perché le lauree che si prendono in Europa, in Romania, in Bulgaria o in Albania non sono quelle che potrebbero prendersi in Italia, e questo è uno dei motivi per cui io ho insistito per l’apertura programmata del numero chiuso”. Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, intervenendo al convegno “Ricerca e futuro. Il contributo dell’industria farmaceutica per la salute di domani”, organizzato da Farmindustria.

“I medici non servono solo il Servizio Sanitario Nazionale ma servono anche al Pharma, i medici, le nuove professionalità servono all’industria farmaceutica. Dobbiamo metterli nelle condizioni di tornare in Italia, a partire dagli investimenti in ricerca, i nostri professionisti torneranno a studiare in una comunità scientifica dinamica e porteranno amici, dobbiamo aprirci al mondo”, ha aggiunto.

Il ministro Bernini ha ricordato che “la ricerca è importante perché non è cuore, è formazione. Il Pharma, è al primo posto sul podio, non solamente del nostro budget domestico di impresa, ma anche soprattutto sull’export. Un settore dove il capitale umano non potrà mai fare agio sul capitale tecnologico ma i due capitali non potranno far finta di non conoscersi”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).